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Cascate di Malbacco, il cuore della Toscana è un’oasi naturale

Le meraviglie naturalistiche della Toscana sono tantissime, ma alcune più di altre possono rapire il cuore di chiunque vi si imbatta. È il caso delle Cascate di Malbacco, una piccola oasi incontaminata lontana dalle principali rotte turistiche, seppur nel cuore di una delle località maggiormente visitate come la Versilia. Non solo i loro salti d’acqua sono una vera cartolina, ma danno origine ad alcune piscine naturali che rientrano a pieno titolo tra le più belle e fatate della regione. Andiamo alla scoperta di questo gioiellino.

Le Cascate di Malbacco, vera magia toscana

La Toscana è una regione ricca di sorprese, soprattutto per chi ama la natura incontaminata. Ed è così che, nel cuore verde della Versilia, spiccano le Cascate di Malbacco. Nate dall’impeto delle acque del fiume Serra, che per secoli ha scavato le rocce circostanti sino a creare un paesaggio magico, queste cascate sono rimaste per lunghi anni quasi sconosciute ai turisti. E ancora oggi, ad eccezione dei fine settimana estivi, è possibile trovarvi pace e silenzio in abbondanza.

Siamo a poca distanza da alcune delle principali località turistiche toscane, tra cui Lucca e il piccolo borgo di Marina di Pietrasanta, deliziosamente affacciato sulle acque del Tirreno. Le Cascate di Malbacco si trovano nell’entroterra versiliano, ai piedi delle Alpi Apuane, in un panorama che sembra davvero uscire da una cartolina. Sono la meta ideale per le roventi giornate d’estate, soprattutto per chi non ama troppo la folla delle vicine località balneari.

Le cascate e le loro splendide piscine naturali hanno splendide acque freschissime di un intenso color turchese, e sono circondate da una vegetazione rigogliosa che le fa sembrare anni luce lontane dal resto del mondo. Non c’è luogo più suggestivo per un riposino sotto il sole e un tuffo rinfrescante, ma anche semplicemente per ammirare la meraviglia della natura in tutta la sua magnificenza. Ma come raggiungere le Cascate di Malbacco?

Cascate di Malbacco, come arrivare

Per poter godere di questo incredibile paesaggio naturale, basta davvero una breve passeggiata nel verde incontaminato. Le Cascate di Malbacco si trovano infatti a pochi minuti di distanza dal borgo di Seravezza, alle porte del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Le prime pozze nascono a qualche centinaio di metri da un comodo parcheggio, quindi davvero chiunque può concedersi un tuffo nelle loro acque limpide e freschissime. Ma è addentrandosi un po’ che il panorama si fa ancora più spettacolare: c’è persino una piscina con uno splendido scivolo naturale da cui tuffarsi.

Diversi sentieri si dipanano da Malbacco, un paesino graziosissimo che si presta come punto di partenza ideale per andare alla scoperta delle cascate. Sebbene i percorsi siano abbastanza semplici, sono presenti dislivelli caratterizzati da ripide scalinate e addirittura qualche tratto richiede la presenza di corde per proseguire. Ma ne vale assolutamente la pena: la Pozza della Madonna, una meravigliosa piscina naturale alimentata da un fragoroso salto d’acqua che scorre su uno scivolo di roccia, si trova al termine di una camminata di circa 30 minuti lungo il corso del fiume, tra piante lussureggianti.

Le Cascate di Malbacco e le loro piscine naturali sono un’oasi incastonata nella natura, un vero paradiso dove rilassarsi e godere di un panorama mozzafiato. E tutto questo a poca distanza dalla costa della Versilia: se avete in programma una vacanza da queste parti, le cascate non possono che diventare la vostra prossima meta, anche solo per qualche ora di puro relax.

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Dormire in mezzo alla natura tra gli elefanti

Le esperienze di viaggio, quelle uniche, irripetibili e indelebili, passano anche per gli alloggi che scegliamo. E questo è vero soprattutto quando ci affidiamo a strutture ricettive che per posizione, servizi, o arredamento, ci permettono di vivere avventure straordinarie.

Le più belle sono sicuramente quelle che ci invitano a scoprire la natura più autentica e selvaggia, per perderci e immergerci, per ritrovare quel contatto primordiale che si perde del caos e nel disordine dei giorni e per fare incontri ravvicinati con le creature che la popolano.

Case sugli alberi, ecolodge nelle riserve, baite in montagna e glamping nella foresta, queste sono solo alcune delle esperienze più belle che dovremmo fare almeno una volta nella vita. Ma ce n’è una che, più di tutte, è destinata a stupire e a incantare, ed è quella che ci porta direttamente nel cuore del Kenya, per dormire in mezzo agli elefanti.

La riserva nazionale Samburu

Per vivere quella che è con tutta probabilità una delle esperienze più belle di una vita intera dobbiamo recarci in Kenya, a nord del fiume Ewaso Nyiro e nei pressi dei monti Koitogor e Ololokwe. È qui che si trova una riserva naturale di incredibile bellezza, un gioiello da preservare e da scoprire che si snoda su una superficie di 165 chilometri quadrati.

Anche se l’area della riserva nazionale Samburu non è tra le più estese del Paese, qui è possibile trovare diversi habitat dove vivono e sopravvivono numerose specie di flora e fauna. Gli stessi ambienti che la caratterizzano, tra i quali due foreste e tre savane, rappresentano un patrimonio naturalistico di inestimabile valore.

All’interno della riserva vivono diversi esemplari animali come bufali, zebre di Grant, gazzelle, ghepardi, leopardi, antilopi e numerose specie di uccelli. È sempre qui che vivono anche gli elefanti che è possibile incontrare da vicino a ogni ora del giorno e della notte.

Se è un’esperienza a stretto contatto con questi animali che volete vivere, allora non vi resta che prenotare il vostro alloggio all’interno dell’​Elephant Bedroom Camp, un campo tendato che sorge sulle rive del fiume Ewaso Nyiro che offre agli ospiti la possibilità di addormentarsi e di risvegliarsi con gli elefanti.

Dormire tra gli elefanti in Kenya

All’interno della splendida cornice naturalistica della riserva nazionale Samburu ci sono diverse strutture ricettive, ma tutte accomunate da un unico obiettivo, quello di permettere agli ospiti di incontrare e osservare gli animali nel loro habitat naturale per fargli vivere un’esperienza indimenticabile.

Tra le strutture all’interno della riserva troviamo l’​Elephant Bedroom Camp, un campo tendato immerso nella foresta, e ombreggiato dagli alberi che la caratterizzano, dove i viaggiatori possono vivere un’esperienza intima ed esclusiva con la natura.

Gli alloggi sono semplici, ma dotati di ogni comfort, e sono arredati secondo i dettami caratteristici dello stile locale, così da rendere l’esperienza ancora unica. Tutte le tende comprendono un’ampia veranda che affaccia direttamente sulla riserva e che permette di osservare gli elefanti che passeggiano in libertà. Ma aguzzate bene la vista perché è possibile avvistare anche le zebre e le giraffe, così come le scimmie.

Ogni alloggio è dotato di wifi, di bagno privato e di un’ampia camera matrimoniale. Non mancano poi gli ambienti condivisi e una piscina a disposizione degli ospiti.

Ogni giorno, dalla propria abitazione, è possibile partire alla scoperta della meravigliosa riserva con safari organizzati da guide turistiche specializzate, per conoscere gli habitat di Samburu e tutti gli animali che li popolano.

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Il Giardino di Pojega, capolavoro della natura nel cuore della Valpolicella

Nel cuore della Valpolicella, a Negrar nel veronese, sorge un giardino d’altri tempi, uno degli esempi più tipici di giardino all’italiana dove il tempo sembra essersi fermato proprio all’anno della sua progettazione, il 1783: si tratta del Giardino di Pojega, tra i Monti Lessini e la campagna veneta.

Il Giardino, voluto dal conte Antonio Rizzardi, si estende su un’area di 54.000 metri quadri, disposto su tre livelli, ed è oggi uno degli ultimi giardini all’italiana, realizzato nel periodo in cui iniziava ad affermarsi lo stile romantico del giardino all’inglese.

La storia del Giardino di Pojega

Al centro dei vigneti di Pojega, zona vocata alla viticoltura, nel 1783 il conte Antonio Rizzardi decide di commissionare all’architetto Luigi Trezza un giardino in grado di unire i canoni del romantico e informale giardino paesaggistico con quelli della formale e scenografica tradizione italiana.
Rizzardi desidera un giardino ricco di maestose geografie e di grandiose scenografie, che sappia accogliere e veicolare le nuove tendenze culturali.

Trezza, ispirandosi ai giardini della tradizione veneta del Cinquecento, riesce a unire con sapienza i classici canoni del giardino all’italiano con il gusto più pittoresco del Romanticismo dando così vita a un progetto che incanta ancora oggi: dalle tavole originali (custodite presso la Biblioteca Civica di Verona) possiamo scoprire il progetto costituito dal Belvedere, il Tempietto, il Teatro di verzura e il Laghetto.

Tutta la bellezza del giardino all’italiana

giardino pojega

Fonte: 123RF

Anfiteatro del Giardino di Pojega

Tra collina e pianura, il Giardino di Pojega, su cui si affaccia l’ottocentesca Villa Rizzardi, si estende su tre livelli paralleli e vanta le strutture architettoniche perfettamente corrispondenti al progetto originale dell’architetto Trezza.

Tra allori, cipressi e carpini, lo sguardo è catturato dal Tempietto con le statue di Ercole, Diana e altre figure della mitologia greca, e sono numerosi gli scorci panoramici che si aprono passeggiando lungo i viali ai vari livelli, immersi nel profumo di variopinti fiori e piante (bucaneve, viole, ranuncoli, menta piperita…).

Spettacolare è il Teatro di verzura, uno dei più grandi d’Italia, caratterizzato da sette ordini di gradinate in siepi di bosso e una sequenza di nicchie ricavate nel carpino con statue di personaggi mitologici, ideato seguendo i dettami dei teatri classici: oggi è palcoscenico per spettacoli e appuntamenti culturali.

Dal teatro, osservando il colonnato di cipressi, si intravedono le limonaie affacciate sul parterre in bosso, qualche gradino al di sopra del laghetto.

Al livello superiore, informale e romantico, ecco il Boschetto di lecci, tassi, palme cinesi, carpini e aceri, incontaminato, irregolare e selvaggio: tra i suoi cespugli, appaiono statue di animali selvatici in pietra e un suggestivo tempietto circolare con cupola di verzura creata dai carpini e spazi sul verde intervallati da statue.

Ancora, durante la passeggiata, motivo di piacevole sosta sono il giardino degli agrumi con le due limonaie e un ninfeo, la rotonda della fontana, verde zona circolare con al centro uno specchio d’acqua, il tempietto di stalattiti e il giardino dei fiori.

I percorsi principali da seguire sono quattro: il Viale dei Carpini o via del giorno, il sentiero del Boschetto o via della notte, il Viale dei Cipressi o via della conoscenza che unisce il giardino formale al teatro, e il Viale del Belvedere o via della virtù.

Le visite al Giardino sono possibili da aprile a ottobre dal lunedì al venerdì e la domenica, sabato aperto solo su prenotazione e in base alla disponibilità.

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Valle dell’Orfento, nel cuore selvaggio della Majella

In Abruzzo c’è un luogo davvero unico per chi desidera fare escursioni nella natura, tra boschi e canyon, eremi e corsi d’acqua. È la splendida Valle dell’Orfento, situata sul versante nord-occidentale della Majella, e la si raggiunge dai numerosi sentieri che partono da Caramanico Terme, in provincia di Pescara. Lo scenario ideale dove trascorrere tranquille giornate immersi nel verde e ammirare paesaggi incantevoli.

Nella natura della Valle dell’Orfento

Agli inizi degli anni ’70, la Valle dell’Orfento è diventata Riserva Naturale dello Stato e attualmente ricopre una superficie complessiva di 2606 ettari. Qui troverete l’unico canyon della Majella, cuore verde d’Abruzzo, ad avere un corso d’acqua perenne, che dà vita a uno dei più affascinanti habitat di questo massiccio.

Lo scenario che si svela allo sguardo cambia a ogni passo. A bassa quota ci si imbatte in querce e faggi, mentre oltre i 1800-1900 metri di altezza c’è un’eccezionale presenza di pino mugo. Ad altitudini maggiori, le avversità climatiche diventano estreme e la copertura vegetale rada e sparsa. Il paesaggio qui assume un aspetto lunare, le specie vegetali che sono riuscite ad insediarsi sono tra le più rare, come la Stella alpina appenninica o la Soldanella minima sannitica che fioriscono tra le rocce. Tra le specie animali, nella Riserva è possibile incontrare cinghiali, tassi, volpi, faine, caprioli, cervi, l’aquila reale e il camoscio appenninico.

Le testimonianze storiche, tra eremi e capanne in pietra

Nel corso di centinaia di migliaia di anni, i fenomeni erosivi generati dalle acque del fiume sulle pareti calcaree hanno prodotto una serie di sgrottamenti e ripari sotto roccia che fin dalla preistoria hanno fatto da rifugio per le popolazioni. Ma le testimonianze più importanti, ancora evidenti, sono quelle risalenti al periodo medievale, quando eremiti in cerca di solitudine e silenzio raggiunsero la valle, edificando proprio nelle sue grotte eremi e piccoli romitori.

Se ne conoscono nove nella sola Valle dell’Orfento: alcuni non più accessibili e di cui non rimangono evidenze, altri particolarmente importanti e significativo. Attraversando i pascoli delle zone più basse, si incontrano le capanne in pietra a secco dalla caratteristica forma a “trullo” (tholos), punti di sosta e di stazzo dei pastori che hanno lasciato testimonianze peculiari del paesaggio agro-pastorale della Majella.

I percorsi più belli della Valle dell’Orfento

La Valle dell’Orfento è ricca di percorsi di diversa lunghezza e difficoltà che permettono di fare trekking ed escursioni nella splendida natura della Riserva. Le visite possono essere fatte in autonomia, seguendo la segnaletica presente, o con l’accompagnamento di guide locali.

Tra gli itinerari più suggestivi, c’è Il Sentiero delle Scalelle, una passeggiata piacevole ed emozionante che parte dalla frazione di Santa Croce e conduce fino al Ponte di Caramanico, seguendo il corso del fiume Orfento poco prima che questi si getti nell’Orta. Si cammina quasi sempre immersi in mezzo alla foresta e spesso circondati anche da felci.

Dalla frazione di Santa Croce di Caramanico Terme s’imbocca anche un suggestivo percorso ad anello che attraversa diversi campi coltivati, immettendosi poi dentro un fitto bosco di conifere. La parte terminale della passeggiata è sicuramente la più suggestiva, poiché permette di raggiungere una spettacolare gola scavata dal fiume. Un altro percorso ad anello conduce, invece, all’Eremo di Sant’Onofrio all’Orfento, di cui oggi resta solo parte del portale affrescato, la cornice del tetto ancora incastonata nella roccia e tracce di un piccolo campanile a vela.

Partendo, invece, dalla caratteristica frazione di Decontra, si raggiunge l’Eremo di San Giovanni, considerato uno dei più suggestivi d’Abruzzo dato che è stato completamente ricavato dalla roccia. È famoso anche per essere stato frequentato dall’eremita Pietro da Morrone, divenuto poi famoso come Papa Celestino V.  Un lavoro meticoloso ha fatto affiorare dalla pietra vani, altare e scale, ma anche un ingegnoso sistema di canali e vasche per la raccolta dell’acqua piovana. Questa escursione presenta circa 700 metri di dislivello e si presenta più impegnativa rispetto alle precedenti, per questo è raccomandata agli escursionisti più allenati. Fatica e vertigini valgono però la pena, perché questo splendido itinerario regala un’esperienza davvero unica e imperdibile, e panorami di paesaggi straordinari. Ma sono davvero tante e tutte imperdibili le meraviglie da scoprire qui, nella incontaminata Valle dell’Orfento.

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Chi ha il coraggio di entrare in questo parco abbandonato?

Ogni giorno migliaia di persone si mettono in viaggio per raggiungere destinazioni più o meno lontane. Lo fanno per scoprire le meraviglie che appartengono alla terra che abitiamo, per visitare luoghi celebri e attrazioni iconiche, ma anche per vivere esperienze straordinarie e uniche.

Avventure che conducono i cuori più impavidi verso città, paesi e luoghi che nascondono storie, leggende e misteri mai risolti. Posti abbandonati o desolati che mettono i brividi al solo pensiero come città fantasma, miniere abbandonate o castelli infestati.

Luoghi dai quali ci teniamo volentieri lontani, ma che con il tempo hanno dato vita a un vero e proprio pellegrinaggio – che viene definito turismo dell’orrore – e che oggi, esattamente come ieri, attira tantissime persone. Ma al di là dei sentieri più battuti dal dark tourism, esiste un luogo che è davvero inquietante, lì dove nessuno ha osato spingersi fino a questo momento. Un parco a tema western desolato e abbandonato da anni. La vera domanda è: chi ha il coraggio di entrarci?

Benvenuti al Western Village

C’era una volta un parco tematico, un villaggio vivo e allegro, o comunque ci piace immaginarlo così, dove ogni giorno si incontravano cittadini e viaggiatori di ogni età per vivere affascinanti esperienze western.

Si trattava del Western Village, ma a differenza di quello che si può pensare, il villaggio non si trovava nelle regioni occidentali degli Stati Uniti o in Canada, ma in Giappone.

Proprio qui, nelle vicinanze della pittoresca città di Nikko celebre per il sontuoso santuario shintoista Toshogu e per i suoi scorci naturalistici di immensa bellezza, nei primi anni ’70 è stato inaugurato il Western Village, un parco a tema western destinato a far vivere esperienze suggestive a grandi e bambini.

C’erano le ambientazioni, ispirate fedelmente ai vecchi film western, gli edifici caratteristici e le attrazioni. C’erano anche i finti cowboy che contribuivano a rendere più suggestivo il villaggio, e grandi e imponenti sculture come quelle che imitavano la maestosità del Monte Rushmore.

C’è ancora oggi, tutto questo, ridotto in un inquietante stato di abbandono che rende quel resta del Western Village una meta da brividi che vale la pena di inserire in un itinerario mondiale del turismo dell’orrore.

Western Village. Nikko, Giappone

Fonte: Getty Images

Western Village. Nikko, Giappone

Il villaggio abbandonato

Quello che era un glorioso parco a tema western è stato progressivamente abbandonato dopo la sua chiusura nel 2007. E più il tempo passava, deteriorando gli edifici che caratterizzavano il villaggio, più la natura si appropriava dei suoi spazi.

Da parco a tema western, il villaggio, si è trasformato in un perfetto set di film horror che genera una certa inquietudine ma esercita anche un discreto fascino.

Oggi il Western Village racconta di un antico splendore ormai deteriorato. La fitta vegetazione, che si estende dentro e intorno al parco, incornicia quelle che erano le attrazioni del villaggio come la casa del barbiere, la banca, il carcere e il saloon.

Tutto è sospeso, immerso in un insolito e inquietante silenzio. Ma è proprio quest’atmosfera ad attirare numerosi appassionati del dark tourism che si divertono a immergersi e ad esplorare un ambiente così surreale e suggestivo. E voi, avreste il coraggio di entrare?

Western Village. Nikko, Giappone

Fonte: Getty Images

Western Village. Nikko, Giappone
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La passeggiata sospesa tra gli alberi nel cuore della foresta

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Irlanda, per stupirsi e incantarsi davanti alle bellezze di questo incredibile territorio. Del resto l’Isola di Smeraldo, così chiamata per il suo sconfinato paesaggio verde, sa regalare emozioni uniche e autentiche che stupiscono a ogni passo compiuto.

Molto più di un semplice scenario da fotografare, immergersi nel paesaggio irlandese è un vero e proprio viaggio sensoriale che fa sognare. I paesaggi urbani si alternano alle campagne sconfinate dalle quali dominano castelli e dimore mentre i paesaggi marini offrono viste mozzafiato sull’oceano.

E se tutto questo non dovesse bastare per andare o tornare dal Paese, allora, lasciatevi dire che c’è un altro motivo per il quale dovreste raggiungere l’isola verde adesso. Ed è una passeggiata sospesa tra gli alberi nel cuore della foresta di Avondale.

Una passeggiata sulla foresta

È un modo inedito, sorprendente e straordinario quello che ci permette di esplorare la foresta dall’alto verso il basso. Si sale tra le cime degli alberi e si cammina a ritmo lento con lo sguardo che si perde tra le fronde e tra i giochi di luci e di ombre creati dall’incontro del sole e degli arbusti. È questa l’emozione di passeggiare sopra gli alberi.

Per vivere quella l’esperienza, dobbiamo recarci nella foresta di Avondale, un parco ricco di fauna selvatica che comprende alberi esotici e un arboreto, e che si snoda per oltre 200 ettari di terreno sulla sponda occidentale del fiume Avonmore. Tutto intorno, invece, si estende la verdeggiante e sconfinata campagna di Wicklock.

È qui che possiamo cimentarci in un’avventura straordinaria e mozzafiato attraversando la foresta dall’alto grazie a una treetop experience in piena regola che ci permette di ammirare la natura incontrastata da un altro punto di vista.

Avondale Treetop Walk

Fonte: Courtesy Coillte

Avondale Treetop Walk

Beyond the Trees Avondale

L’attrazione Beyond the Trees Avondale, inaugurata nella foresta irlandese nella contea di Wicklow, ha tutte le carte in regola per rendere l’esperienza dell’esplorazione indimenticabile.

Si parte dal giardino recintato di Avondinaugurale e si percorre una passerella sospesa che rivela tutti i segreti della foresta. Da quest’altezza è possibile osservare le specie che abitano quest’area naturalistica come tassi, larici, abeti rossi e sequoie giganti.

La passeggiata che si snoda per oltre un chilometro, e svetta verso il cielo a un’altezza di 23 metri, offe diversi punti di osservazione lungo il tragitto dotati di cartelli informativi che illustrano gli esemplari di flora e di fauna che popolano la foresta è che è possibile incontrare.

La treetop termina al cospetto di un’imponente torre panoramica in legno immersa in un suggestivo boschetto di eucalipto. La struttura, che sembra sfiorare il cielo con i suoi 38 metri di altezza, permette una passeggiata verticale che si snoda su una passerella a spirale e che conduce su una terrazza scenica dove osservare il panorama più bello di sempre. Qui, infatti, è possibile abbracciare con lo sguardo tutta la foresta di Avondale, la valle e la campagna circostante e i monti Wicklow che si stagliano sullo sfondo.

E per chi ha voglia di vivere esperienze adrenaliniche, c’è uno scivolo a spirale all’interno della torre che consente di scendere rapidamente a terra.

Avondale Treetop Walk, tower

Fonte: Courtesy Coillte

Avondale Treetop Walk, torre panoramica

 

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In Italia esiste una valle incantata immersa nella natura

A capeggiare la lista dei motivi che ci spingono a scegliere le prossime destinazioni di viaggio c’è molto spesso l’esigenza di esplorare, conoscere e vivere quelli che sono i patrimoni naturalistici che appartengono al mondo in cui abitiamo. Del resto, vivere la natura e immergersi nelle sue sconfinate meraviglie, è un lusso che tutti dovremmo concederci almeno una volta nella vita.

Ma per farlo non abbiamo necessariamente bisogno di percorrere chilometri e raggiungere luoghi lontanissimi, perché anche il nostro Paese ospita bellezze naturalistiche che lasciano senza fiato e che aspettano solo di essere esplorate. Sono le foreste, i boschi e i laghi, le campagne e le colline, le grotte, le cascate e le valli incantate.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, in una valle incantata dove la natura regna indisturbata. Un vero e proprio tesoro da proteggere e preservare che ci ricorda quanto è bello il Paese che abitiamo. Benvenuti nella Valle dei Mòcheni.

La valle incantata dei Mòcheni

Se state cercando un’esperienza che vi permetta di trovare quel contatto primordiale con la natura apparentemente perduto, allora la Valle dei Mòcheni è il luogo giusto da raggiungere.

Situata in provincia di Trento, e conosciuta anche come la Valle del Fèrsina per la presenza dell’omonimo torrente, quest’area immersa nel verde è capace di offrire un’esperienza sensoriale unica, all’insegna della pace e del relax.

Ogni senso, qui, è stimolato da Madre Natura. Lo è la vista, con quegli scenari lussureggianti e incontaminati che si aprono a ogni chilometro percorso, e lo è l’udito, accarezzato e stimolato a ogni ora del giorno e della notte con i suoni della natura. E lo sono il gusto, l’olfatto e il tatto grazie ai sapori, ai profumi e alla presenza di meraviglie naturali da toccare.

Incredibilmente surreale, questo territorio si è guadagnato l’appellativo di valle incantata, del resto basta osservarlo in tutta la sua meraviglia per scorgere le forme, i colori e la bellezza che appartengono ai paesaggi che hanno fatto da sfondo alle favole più belle.

Il territorio, inoltre, è circondato dalle vette delle montagne della Catena del Lagorai che incorniciano uno scenario idilliaco puntellato da boschi e pascoli nel quale perdersi e immergersi.

Fierozzo, Valle dei Mocheni

Fonte: Getty Images

Fierozzo, Valle dei Mocheni

Tra storia, cultura e natura

Sono pochi, anzi pochissimi, gli insediamenti umani in questa zona che sembrano non voler disturbare la natura e tutte le meraviglie che gli appartengono.

Ma sono preziosi, perché sono proprio loro a raccontare la storia e la cultura che appartengono a questo luogo immerso nella provincia di Trento. La valle incantata, infatti, prende il nome proprio dalla comunità germanofana che si è insediata qui tra il 1300 e il 1400: i Mòcheni.

Oggi la popolazione è molto ridotta, e le persone che ancora parlano questa lingua sono appena duemila. È loro il compito di preservare e raccontare la storia di questo luogo che possiamo conoscere nell’Istituto Culturale Mòcheno a Fersina o andando in visita ai paesi della valle come Roveda, Frassilongo e Fierozzo.

Le cose da vere, lungo la Valle dei Mocheni, sono molte, semplici e autentiche. Il consiglio è quello di scoprire il territorio a ritmo lento, lasciarsi suggestionare dai gruppetti di case e dalle baite sparse qua e là, e organizzare escursioni nella natura circostante.

Imperdibile è anche il Lago di Erdemolo, una meraviglia naturalistica posta a un’altezza di 2000 metri. Il percorso per arrivare fin qui è straordinario, e consente agli avventurieri di addentrarsi tra bellissimi paesaggi caratterizzati da boschi, alpeggi e radure.

Valle dei Mocheni

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Valle dei Mocheni
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Puoi dormire in una torre nel cuore della foresta pluviale

Ambientalista, sociale ed esperienziale, è questo il turismo che muove le persone oggi, quello che soddisfa un’esigenza che appartiene a tutti noi, quella di conoscere i luoghi del mondo, la loro unicità, la cultura e i paesaggi, rispettando le delicate leggi che li contraddistinguono.

Ed è proprio in uno di questi posti che vogliamo portarvi, un gioiello dell’ecoturismo immerso nella natura più incontaminata e autentica, dove è possibile ristabilire quel contatto primordiale con lei, senza invaderla o deturparla.

Una torre che svetta verso il cielo quasi sfiorandolo, che si fa spazio tra la fitta e lussureggiante foresta pluviale di Panama e che consente ai viaggiatori di osservarla in tutta la sua straordinaria bellezza. Un edificio che è anche un alloggio all’interno del quale dormire e vivere l’esperienza più bella di una vita intera.

Canopy Tower, la torre nella foresta

Fondata nel 1999, questa torre panoramica fa parte di un complesso a gestione familiare che ospita ecolodge dal design unico situate in una delle aree più ricche di biodiversità di Panama e nel mondo intero. Un luogo che è così bello da non sembrare reale e che permette alle persone di tutto il mondo di avere un accesso privilegiato alla natura.

Tutti gli ambienti della struttura, siano essi locali condivisi o stanze private, sono datati di ampie finestre che affacciano direttamente sulla foresta pluviale e che consentono quindi di osservare la fauna e la flora che abitano questo microcosmo.

Un vero e proprio luogo privilegiato che offre ai viaggiatori la possibilità vivere un’esperienza di lusso, quella di addormentarsi e risvegliarsi tra la natura, cullati solo dai suoni e dalla vista del paesaggio incontaminato e delle creature che lo popolano.

Canopy Tower, questo è il suo nome, è anche uno dei più importanti punti di osservazione per il birdwatching del mondo intero. L’attività si può svolgere nelle 12 camere da letto destinate agli ospiti, che sono situate alla stessa altezza delle cime degli alberi, o sulla terrazza panoramica situata all’ultimo piano dove è possibile ammirare una distesa verdeggiante e variegata che si perde a vista d’occhio.

Numerose sono le escursioni nei dintorni anche se, vista la posizione strategica della struttura e il suo design, è possibile comunque vivere la sensazione di entrare nelle viscere della foresta pluviale e fare incontri ravvicinati con gli animali pur non allontanandosi mai dalla torre.

Canopy Tower

Fonte: Getty Images

Canopy Tower

Dormire nella foresta pluviale

Canopy Tower è situata proprio nel cuore della straordinaria foresta pluviale di Semaphore Hill, all’interno del Parco Nazionale di Soberanía e a poco meno di 60 chilometri da Panama City.

La torre, che un tempo era adibita a stazione di controllo dell’esercito americano sulle rive del Canale di Panama, è stata poi abbandonata a metà degli anni ’90 e trasformata in un rifugio ecologico nel 1999. Con gli anni – grazie alla sua posizione strategica – è diventata un vero e proprio punto di riferimento per il birdwatching nel mondo.

Basti pensare che in questo territorio si possono osservare alcune delle più straordinarie migrazioni animali, oltre a incontrare più di 970 specie di uccelli che hanno fatto di questo luogo il proprio habitat.

Il design della struttura stessa, poi, è davvero affascinante. Sulla cima della torre è presente una cupola geodetica che è l’unica parte visibile dell’intero edificio, coperto per il resto dalla foresta pluviale. È qui che i proprietari consigliano di salire a ogni ora del giorno e della notte, per avvistare gli animali e per ammirare la grande bellezza di uno scenario incontaminato.

Canopy Tower

Fonte: Getty Images

Canopy Tower

 

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Dormire in una capanna galleggiante nel cuore di una riserva naturale

Le esperienze che andiamo cercando quando ci mettiamo in viaggio, attraversando il mondo intero o restando nel nostro Paese, passano inevitabilmente anche per gli alloggi. Negli ultimi anni, infatti, l’esigenza di pernottare all’interno di strutture non convenzionali ci ha permesso di vivere avventure incredibili e uniche.

Lo sanno bene tutte quelle persone che hanno scelto di rifugiarsi all’interno di baite nel bosco o di alloggiare nelle case sugli alberi, quelle che hanno dormito in alloggi stravaganti come navicelle spaziali, carrozze dei treni o bolle trasparenti sotto il cielo stellato.

Lo sanno bene tutti coloro che sono disposti ad attraversare il mondo per dormire in mezzo alla natura, per connettersi con essa e vivere avventure mozzafiato. Ed è quello che succede in Thailandia, nella riserva naturale di Khao Sok, dove capanne galleggianti ospitano i viaggiatori con la promessa di vivere l’esperienza più incredibile di una vita intera.

Le case galleggianti sul lago di Khao Sok

Un parco straordinario, una diga fondamentale e un lago cristallino che sembra un gioiello: questo è il panorama che si palesa davanti agli occhi dei viaggiatori che raggiungono la riserva naturale di Khao Sok, ed è meraviglioso.

Ci troviamo nella provincia di Surat Thani, al cospetto della più grande e incontaminata foresta pluviale di tutta la Thailandia. L’area, che negli ultimi anni è diventata meta ambita e frequentata dai viaggiatori di tutto il mondo, ha mantenuto intatta la sua straordinaria autenticità, oltre ad aver preservato una biodiversità straordinaria di flora e fauna.

Ed è proprio in questo scenario da favola, circondato tutto intorno da una natura lussureggiante, che si trova un resort galleggiante. Una struttura davvero unica che consente ai viaggiatori di vivere un’esperienza inedita e sorprendente nel cuore del parco.

Le capanne galleggianti di Keeree Warin hanno tutto ciò di cui i viaggiatori hanno bisogno. Dal bagno privato alla camera da letto, passando per altri comfort che per attenzione e dettagli ricordano le strutture ricettive di lusso. Ma il vero lusso, qui, è dato dalla posizione unica e strategica di queste capanne sul lago che offrono un panorama mozzafiato.

Si vive sull’acqua in un’atmosfera di assoluta tranquillità, in un paesaggio in grado di rigenerare i sensi e accarezzarli dolcemente, dove a farla da padrone è la natura selvaggia con i suoi suoni, i suoi colori e le sue forme.

L’esperienza ha inizio già durante il percorso per raggiungere le case galleggianti di Keeree Warin. Per arrivare al resort, infatti, è necessario navigare il lago per poco più di un’ora a bordo di una long-tail boat, la caratteristica imbarcazione a coda lunga utilizzata nel Paese. Dopo di che si arriva alla capanna: fermatevi qualche minuto a osservare il panorama che vi circonda, da qui la vista è meravigliosa.

Keeree Warin Chiewlarn Resort

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Keeree Warin Chiewlarn Resort

Tutte le meraviglie del Parco Nazionale di Khao Sok

L’ambiente in cui sorge il resort di Keeree Warin è davvero unico. Le capanne galleggianti, infatti, sono circondate da colline caratterizzate da una vegetazione fitta e rigogliosa che si affacciano e si specchiano sullo splendido lago.

Questo alloggio straordinario non solo rappresenta il modo più autentico per ritrovare il contatto con una natura straordinaria, ma è anche il punto di partenza perfetto per scoprire le meraviglie del Parco Nazionale di Khao Sok.

Istituita nel 1980, questa riserva naturale del sud della Thailandia, preserva e conserva alcune delle aree più incontaminate del Paese. C’è la foresta fitta e rigogliosa che ospita animali selvatici e piante antiche e rare, ci sono delle formazioni carsiche calcaree che spuntano dall’acqua e svettano verso il cielo creando uno scenario da fiaba. Godetevi il paesaggio onirico: la vista più bella del mondo è qui.

Keeree Warin Chiewlarn Resort

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Keeree Warin Chiewlarn Resort
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C’è un ecolodge immerso nella foresta: è un sogno

Chiudete gli occhi e immaginate una foresta, una di quelle rigogliose, fitte e straordinarie, come quelle che abbiamo visto nelle favole. Una in cui immergersi e perdersi per ritrovare il contatto primordiale e autentico con la natura. Provate a immaginare che proprio lì, tra le meraviglie della terra, ci sia un rifugio ecologico e solitario, un luogo disconnesso dal mondo esterno in grado di rigenerare il corpo, la mente e tutti i sensi.

Ora aprite i vostri occhi perché quel luogo esiste davvero ed è spettacolare. Ci troviamo a Mindo, un paradiso terrestre e selvaggio nascosto nel cuore della natura ecuadoriana. Un luogo che ospita l’incontro tra diverse specie di flora e fauna che vivono e convivono in un paesaggio mozzafiato fatto di fiumi, torrenti, cascate e foreste tropicali.

È proprio qui che esiste un ecolodge di incantevole meraviglia. Un rifugio semplice ma suggestivo che si affaccia sul fiume Mindo e che permette di toccare con mano la biodiversità che appartiene a questo territorio. Un luogo che ci ci insegna a vivere il vero lusso, quello di stare a contatto con la natura.

L’ecolodge nella natura: il paradiso all’improvviso

Sono le esperienze che viviamo durante le nostre avventure a rendere magici e indelebili i ricordi di viaggio, e queste passano inevitabilmente anche per gli alloggi. Negli ultimi anni, infatti, questi sono diventati parte integrante delle nostre scelte, spingendoci anche ai confini del mondo.

In questo caso, abbiamo scovato uno dei luoghi più straordinari del mondo dove dormire che, grazie alla sua posizione, ci permette di immergerci in uno dei paesaggi più incredibili di sempre. La valle del Mindo, infatti, è una delle località più amate dell’Ecuador, sopratutto per la natura incontaminata che domina in tutto il territorio.

Ogni anno migliaia di turisti giungono in questo luogo per praticare trekking e birdwatching, rafting e canyoning e, in generale, per scoprire un ecosistema meraviglioso e variegato protetto da un panorama che lascia senza fiato.

Ed è proprio qui, in mezzo a tutta questa bellezza, che troviamo lui, l’El Monte Sustainable Lodge. Un ecolodge composto da sei cabine in legno che si snodano lungo Rìo Mindo, che attraversano la foresta nebulosa e da questa sono protetti. Un rifugio naturale che è il perfetto punto di partenza per escursioni ed esplorazioni, ma che è anche un luogo dove ritrovare se stessi.

El Monte Sustainable Lodge zoni comuni

Fonte: Getty images

El Monte Sustainable Lodge zoni comuni

Il rifugio perfetto

El Monte Sustainable Lodge non è solo un alloggio, ma un vero e proprio rifugio di pace e serenità. Basti pensare che all’arrivo, i visitatori, sono condotti alle cabine attraverso una piccola funivia che attraversa il fiume Mindo a 20 metri d’altezza e che permette di creare distanza tra l’alloggio e il resto del mondo.

Agli ospiti che scelgono di entrare e vivere la foresta ecuadoriana sono destinate delle cabine in legno che si affacciano sulle acque limpidi del fiume Mindo. Ogni alloggio è dotato di tutti i comfort e non mancano zone di condivisione dove sono presenti ampi salotti per socializzare. C’è anche una biblioteca a disposizione dei viaggiatori.

Il complesso è molto piccolo, riservato e solitario, una scelta questa pensata dai gestori della struttura per ridurre al minimo l’impatto turistico in questo paradiso. Tutto è pensato nei minimi dettagli per garantire ai viaggiatori un’esperienza autentica nella natura, dai pasti che sono realizzati con i prodotti dell’orto biologico alle escursioni che permettono di scoprire la foresta nebulosa che circonda l’ecolodge.

Funivia per l'accesso a El Monte Sustainable Lodge

Fonte: Getty Images

Funivia per l’accesso a El Monte Sustainable Lodge