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Il borgo più verde della Sardegna è bellissimo

In molti tendono a pensare che la Sardegna sia principalmente una meta estiva fatta di spiagge da sogno e mare che sembra uscito da un libro di favole. Ma la verità è bene diversa. Questa meravigliosa isola italiana, infatti, vanta anche dei borghi pittoreschi e una natura che toglie davvero il fiato.

In particolare nell’area del parco del Gennargentu, il vero e proprio cuore della regione, dove sorge un gioiello che si rivela uno dei comuni più elevati di questa terra, ma anche il borgo più verde di tutta l’isola.

Tonara, un borgo da scoprire

Il borgo in questione si chiama Tonara ed è una piccola meraviglia che fa parte della provincia di Nuoro. Un nome particolare, il suo, che deriva da toni e toneri, le rupi calcaree su cui poggia. Il suo bellissimo centro storico è un pullulare di viuzze su cui si affacciano balconi in legno facenti parte di case costruite in pietra.

Non mancano di certo testimonianze antiche come la chiesa campestre di San Sebastiano che ha l’onore di conservare al suo interno un altare ligneo del ‘600. Meravigliose anche le tempere murali che raffigurano la vita di Sant’Antonio da Padova che sono custodite all’interno dell’omonima chiesa e risalenti al ‘700.

Nei dintorni, invece, è possibile scoprire le straordinarie dimore nuragiche e le domus de janas, tombe preistoriche scavate nella roccia. Degna di nota, senza ombra di dubbio, è la sua Casa Porru che si distingue per essere un’imponente dimora padronale che in passato è stata utilizzata anche come carcere. Oggi, tuttavia, è stata riconvertita in museo etnografico e dei mestieri.

Tonara, allo stesso tempo, è anche un pullulare di tradizioni. Le lavorazioni più famose sono quelle del legno, in particolare del castagno, così come i tappeti, ancora oggi filati con antichi telai. Non da meno sono le prelibatezze gastronomiche come il formaggio, in particolare il casu axedu e il casu ‘e murgia.

Ma il vero diamante di Tonara è senza ombra di dubbio il torrone, la cui ricetta è famosa in tutto il mondo grazie a una modifica: al posto delle zucchero si usa il miele.

Perché Tonara è il borgo più verde della Sardegna

Tonara è considerato il borgo più verde dalla Sardegna grazie alla posizione in cui si trova. Il Gennargentu, infatti, permette a questo splendido paese di essere circondato una lussureggiante distesa boschiva con castagni millenari, noccioli e noci. Per questo motivo, sono tantissimi gli itinerari che partono dal borgo e che portano alla scoperta della zona. Tragitti che si possono fare a piedi, in mountain bike e persino a cavallo.

Molto rinomato è anche il suo sottobosco dal quale prendono vita pregiati funghi come ovolo e porcino nero. Dalle foreste, invece, si ricavano i frutti per la produzione artigianale e commercio del torrone. Un dolce a cui è dedicato anche un evento sempre molto atteso: la sagra del torrone, nata nel 1979. Affiancato alla festa, c’è il Campanaccio d’oro, una sfida tra gli artigiani locali nella creazione di campanacci per il bestiame.

Insomma, Tonara è una bellissima realtà del nostro Paese che tra paesaggi incantevoli, tradizioni secolari e vicoli che lasciano senza fiato vale certamente la pena scoprire.

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Bambouseraie de Prafrance, la foresta di bambù nel cuore della Francia

In Occitania esiste un luogo molto speciale, un angolo d’Asia nel cuore della Francia e dell’Europa: si tratta della Bambouseraie de Prafrance, eccezionale giardino botanico con oltre 1000 bambù che ogni anno, da metà febbraio a metà novembre, conduce i visitatori in un viaggio ricco di sorprese e scoperte a pieno contatto con la natura.

Tra i giardini più incantevoli del Paese, nasce nel 1856 dal sogno e dalla determinazione di Eugène Mazel, appassionato di orticoltura e scienze naturali, che importa a e trapianta qui specie esotiche provenienti dal Giappone, dalla Cina, dall’Himalaya e dal Nord America.

Alla sua morte, la tenuta viene acquistata dalla famiglia Négre che la espande fino agli attuali 34 ettari, di cui 15 occupati dal magnifico Parco, che oggi fa parte del prestigioso circuito Les Plus Beaux Jardins de France.

Una passeggiata nella foresta di bambù: cosa non perdere

palme Bambouseraie

Fonte: iStock

Palme della Bambouseraie

Passeggiare in un’oasi di verde e di pace, lontano dalla frenesia e dal traffico della città, è già di per sé un’esperienza entusiasmante ma trovarsi proprio qui, al cospetto di un maestoso ginko biloba, curati giardini giapponesi, sequoie, palme cinesi e vasche di fiori di loto e ninfee è un rigenerante sogno a occhi aperti.

Il percorso può iniziare dalla “Strada dei bambù“, maestoso viale ombreggiato da bambù giganti che possono toccare i 25 metri di altezza: accanto a essi, anche le sequoie che svettano a oltre 40 metri.
La sensazione è quella di “sentirsi piccoli” di fronte a tanta meraviglia e davvero estasiati.

Proseguendo, ci si immerge ancora di più nell’atmosfera esotica incontrando il Villaggio Laotiano, fedele ricostruzione delle abitazioni tipiche del Laos realizzate in bambù e arredate con dovizia di particolari per rispecchiare, nel modo più fedele possibile, lo stile di vita del piccolo Paese del Sudest asiatico attraversato dal fiume Mekong.
Per ricreare ancora meglio l’ambientazione esotica, tutt’intorno si ammirano piante di pepe e caffè, banani, canne da zucchero, papaye e il taro, pianta erbacea della famiglia delle Aracee originaria dell’Asia centro-meridionale.

Bambouseraie banano

Fonte: iStock

Le piante di banano

E siamo appena all’inizio.

Di sicuro fascino è poi la fattoria, risalente al XVI secolo, vegliata da un enorme castagno e tuttora segnata dalle tracce della grande esondazione del fiume Gardon nel 1958: da qui parte la strada delle palme cinesi e si raggiunge la zona più suggestiva della foresta, la Valle del Drago, ampio giardino in stile giapponese a opera del paesaggista Erik Borja.

Fiori di loto, piante dai mille colori, il ginko biloba di 30 metri, il serpeggiante torrente sulle cui sponde trova posto una pagoda di legno: tutto concorre a emozionare e a dare vita a un angolo ideale per la meditazione.

Ancora, alla destra del vialone principale, ecco il Jardin des Bassins d’Eugene, giardino acquatico con le vasche in pietra che custodiscono delicate ninfee, e le Serre di Mazel, con specie provenienti dalle Canarie, piante grasse e una ricca collezione di bonsai.

Infine, meritano una sosta il Labirinto (ovviamente realizzato in bambù), il Garden Center dove sono in vendita le favolose piante ammirate nel parco, e il negozio di articoli vari tra cui tisane, arredo, cancelleria, prodotti di bellezza e a base dell’immancabile bambù.

Informazioni pratiche

Come accennato, la Bambouseraie de Prafrance è aperta ogni giorno dalla metà di febbraio alla metà di novembre con orari che variano in base alla stagione e che è possibile consultare sul sito ufficiale.
L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura ma per poter davvero apprezzare la foresta di bambù sono necessarie almeno due ore.

Il mezzo più comodo con cui raggiungere la Bambouseraie è l’auto: con partenza da Nimes, la città più grande meno distante, va seguita la N106 fino a Alès per poi immettersi lungo la D910 in direzione Anduze: raggiunto il ponte sul Gardon d’Anduze, occorre svoltare a destra sulla D129 e proseguire per 3 chilometri fino all’ingresso del parco dove si trova un parcheggio gratuito.

Per evitare la folla, i giorni migliori sono quelli infrasettimanali e l’orario a ridosso dell’apertura.

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La magia del Natale a Disneyland Paris

Dieci chilometri di ghirlande, 11.604 palline di Natale, 78 abeti e un gigantesco albero di Natale alto quanto un palazzo di sette piani addobbato con più di mille decorazioni: sarà questa l’immagine da fiaba che i visitatori che andranno a Disneyland Paris troveranno quest’anno.

Un luogo che in ogni periodo dell’anno catapulta gli ospiti in un mondo magico e che durante le festività natalizie, grazie all’atmosfera incantata, fa vivere momenti indimenticabili.

E quest’anno che Disneyland Paris festeggia il suo 30° compleanno, i festeggiamenti al parco sono ancora più belli.

L’atmosfera intorno a Main Street, U.S.A., il viale principale che porta alle attrazioni del parco, è meravigliosa da mattina a sera, con le sue luci, i festoni, la musica natalizia e la neve che cade.

Gli show di luci

Oltre allo spettacolo di droni Disney D-Light studiato appositamente per l’anniversario, si aggiunge Disney Dreams, con fuochi d’artificio, proiezioni, fontane e le più celebri musiche dei film di animazione Disney. Quest’anno, le torrette del Castello della Bella Addormentata nel Bosco sono ancora più scintillanti grazie a una nuova tecnologia LED che permette effetti mai visti prima.

Le parate

Un altro attesissimo ritorno di questa stagione è la sfilata dei carri “Topolino e la sua Parata sfavillante”. con cinque carri colorati e luminosi che celebrano la magia dell’inverno, di giorno e di notte. Ogni carro ha un proprio tema. Topolino e i suoi amici, le bellissime Principesse Disney e Babbo Natale (alias, Pippo) sfilano davanti a migliaia di visitatori indossando costumi sfavillanti e, al calar
della sera, illumineranno l’albero di Natale.

Gli spettacoli

Topolino e i suoi amici partecipano diverse volte al giorno allo spettacolo musicale “Cantiamo il Natale” dove vengono proposti i
classici canti natalizi. Quest’anno, Minnie ha in serbo una sorpresa: reinterpreterà a modo suo la celebre canzone “All I want for Christmas is… Mickey”.

Le novità di Natale

Poiché non è Natale se non c’è uno chalet in mezzo alla neve, per la prima volta sono stati allestiti tre chalet all’interno del parco, dove fare una sosta ristoratrice al caldo e provare alcune specialità create apposta per il Natale a Disneyland Paris.

Capodanno a Disneyland Paris

Per chi desidera trascorrere la fine dell’anno nel parco è prevista una grande festa. Il 31 dicembre ci sarà infatti una bellissima serata nel
cuore del parco. Sono in programma fuochi d’artificio, attrazioni aperte, festeggiamenti con i personaggi Disney, nuovi spettacoli e tante altre sorprese per celebrare sia l’Anno Nuovo sia il 30° anniversario di Disneyland Paris. La festa inizia alle 20.30 e va avanti fino alle 2 di notte.

 

 

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Borghi Lazio panorami vacanza natura Viaggi

Paesaggi mozzafiato e natura rigogliosa, un borgo davvero speciale

Oggi vi portiamo nel versante laziale del meraviglioso Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il motivo è piuttosto semplice: da queste parti sorge un paesino dai paesaggi mozzafiato e dalla natura rigogliosa, un borgo così speciale che ha persino ricevuto la prestigiosa Bandiera Arancione assegnata del Touring Club Italiano.

Picinisco, il borgo che ispirò un romanzo

Il borgo in questione si chiama Picinisco ed è un’autentica meraviglia della provincia di Frosinone. Si caratterizza, infatti, per essere incoronato da una natura incontaminata che spesso è in grado di regalare paesaggi che arrivano dritti al cuore.

Sono tantissimi, infatti, i sentieri presenti e che aiutano il viaggiatore a scoprire questo bellissimo territorio. Alle spalle del paesino, tra le altre cose, si erge in tutta la sua eleganza e fierezza il massiccio del monte Meta, alto ben 2242 metri. Una sorta di controllore che sta lì vegliare sul borgo e la valle in cui sorge.

Il suo centro storico, invece, si sviluppa all’interno di un’affascinante cinta muraria, un vero e proprio impianto medievale fortificato che nel corso del tempo ha conquistato chiunque lo abbia visitato, compreso chi decise di trarne ispirazione per scrivere un romanzo.

Da queste parti, infatti, sorge una graziosa villa vittoriana risalente agli inizi del ‘900, ma che ancora oggi è conosciuta come Casa Lawrence. Se vi state chiedendo il perché la risposta è molto più facile di quanto sembri: il suo nome deriva all’autore inglese D. H. Lawrence che qui soggiornò nel 1919.

E a tal proposito si narra che fu così ispirato dal paese con i suoi scenari incantevoli che decise di concepire e scrivere proprio qui il suo romanzo The Lost Girl, La ragazza perduta, pubblicato nel 1921, in cui è possibile riscoprire tra le pagine il paesaggio di Picinisco.

Cosa vedere a Picinisco

Tutto il centro storico del bellissimo paese di Picinisco è dominato da un castello del 1054. Quattro sono le porte che circondano il borgo medievale ed entrarvi vuol dire scoprire vicoli, piccole piazze e palazzi signorili con portali e balconi in pietra.

Il vero e proprio cuore del paese è piazza Capocci dove svetta fiero un platano centenario, ma anche Palazzo degli Orologi e la chiesa di San Rocco. Molto suggestiva anche piazza Fucina, con una splendida meridiana e con vista sulla valle che lascia davvero incantanti.

Ma come vi dicevamo in precedenza, l’antico borgo si sviluppa intorno a un maestoso castello, eretto nell’XI secolo. Il maniero sfoggia una pianta rettangolare ed è circondato da un lato dalle case dell’antico centro storico. Porta Rione è il suo accesso principale, oltre a essere quello meglio conservato del castello, e da qui si può ammirare un grande torrione e alcune torri poste agli angoli.

Varcata la porta si può scoprire l’omonima piazza che conduce a una via intitolata a un figlio illustre di Picinisco: lo scrittore Giustino Ferri. La casa dell’artista si trova in piazza Fucina, la quale ospita anche la Chiesa di San Lorenzo Levita e Martire, del 1305, con all’interno un organo a canne costruito da Cesare Catarinozzi nel 1739.

Insomma, Picinisco è un borgo dall’anima assolutamente autentica e che merita di essere scoperto.

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L’igloo trasparente nella natura innevata con vista sull’aurora boreale

I viaggi che facciamo intorno al mondo, indipendentemente dalle motivazioni che ci spingono ad esplorarlo, sono destinati a incantarci e a stupirci ogni volta. Lo fanno i paesaggi naturali che lasciano senza fiato, i capolavori architettonici creati dall’uomo che diventano il simbolo di città e Paesi interi. Lo fanno anche tutte quelle culture e tradizioni che possiamo toccare con mano, e che sono lontanissime da noi.

E questo succede proprio perché è quando siamo in movimento che viviamo le esperienze più incredibili e straordinarie di sempre, quelle che per bellezza e meraviglia superano persino le aspettative e i nostri sogni.

Ed è un vero e proprio sogno a occhi aperti che oggi vogliamo farvi vivere portandovi in un luogo che sembra uscito da una fiaba. Una radura sconfinata e magica che è così bella non sembrare reale, lì dove è possibile dormire in un igloo trasparente completamente immerso nella natura innevata con vista sull’aurora boreale. Benvenuti a Ruka, nella magica Lapponia finlandese.

Viaggio tra le meraviglie naturali della Lapponia finlandese

È un viaggio incredibile e senza eguali, quello che ci conduce verso la Lapponia finlandese, in quei luoghi che incantano la vista e riscaldano il cuore, anche se le temperature raggiungono lo zero.

Un’avventura delle meraviglie che si perde tra i paesaggi di Ruka e Kuusamo, la zona più bianca e nevosa di tutta la Finlandia, nonché celebre località sciistica e luogo dove si snoda lo splendido Parco Nazionale di Oulanka.

Il territorio, che si estende ai confini della Russia e in prossimità del Circolo Polare Artico, regala scenari davvero incantati che sembrano usciti dai più bei libri di fiabe. Il paesaggio, che durante l’inverno viene completamente avvolto dalla bianca e candida neve, si trasforma della cartolina invernale più bella si sempre.

Ed è proprio qui, tra il fascino e la suggestione della Lapponia finlandese, che è possibile vivere una delle esperienze più incredibili di una vita intera. Quella di dormire all’intento di un igloo trasparente completamente immerso in una foresta innevata ad appena dieci chilometri dalla stazione sciistica di Ruka.

Magical Pond, gli igloo nella Lapponia Finlandese

Fonte: Visit Finland

Magical Pond, gli igloo nella Lapponia Finlandese

L’igloo trasparente con vista sull’aurora boreale: l’esperienza straordinaria

Il suo nome è Magical Pond, ed è molto più di una struttura ricettiva, si tratta di un’avventura senza eguali destinata a incantare i viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

A poco meno di dieci chilometri da Ruka, e dalla sua stazione sciistica che è da sempre meta prediletta degli appassionati degli sport invernali, tutta una serie di igloo trasparenti si snodano all’interno di un’area verdeggiante e lussuosa. La struttura è inserita in maniera armoniosa nel paesaggio con l’obiettivo di rispettare l’ambiente, tutelarlo e valorizzarlo. L’elettricità, infatti, o ottenuta esclusivamente grazie all’energia idroelettrica, una scelta questa che ha fatto guadagnare a Magical Pond le certificazioni Sustainable Travel Finland e Green Key.

Accoglienti e moderni, gli igloo sono tutti dotati di una facciata trasparente che permette agli ospiti di vivere un’esperienza di lusso, quella dell’osservazione diretta della natura a ogni ora del giorno e della notte. Caratterizzati da un arredamento scandinavo e dotati di ogni comfort, gli alloggi garantiscono una vista mozzafiato sulla natura selvaggia e autentica della Lapponia finlandese.

Da qui è possibile avvistare le renne e gli altri animali che popolano la foresta e che fanno capolino tra gli alberi coperti di neve per dare il benvenuto agli ospiti. Poi, quando il sole lascia spazio al crepuscolo, ecco che il compito di illuminare l’intera area è affidato al cielo stellato che qui brilla come non mai.

Da fine agosto ad aprile, io viaggiatori più fortunati possono ammirare lo splendore della Via Lattea illuminata dai colori dell’aurora boreale. Mettetevi comodi: lo spettacolo ha inizio.

Magical Pond, gli igloo con vista sull'aurora boreale

Fonte: Visit Finland

Magical Pond, gli igloo con vista sull’aurora boreale
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Il Castello di Rambouillet, una perla reale immersa nel verde

A solo un’ora da Parigi, in Francia, è possibile immergersi nel verde di una delle foreste più belle dell’intero Paese, la Foresta di Rambouillet, anche chiamata di Yveline, che culmina, come nelle favole più belle, con la splendida e romantica veduta di un maniero. Si tratta del Castello di Rambouillet, una perla a soli 60 chilometri dalla capitale.

Un‘antica tenuta reale che, nel corso degli anni, ha ospitato personalità storiche del calibro di Luigi XVI e la sua sposa Maria Antonietta. Un luogo carico di fascino, elegante e suggestivo e che attualmente è sede di rappresentanza del Presidente della Repubblica Francese. Un castello che sa conquistare a prima vista, grazie alla bellezza della sua struttura costruita intorno al 1300 e alla ricchezza dei suoi ambienti interni, dove si possono scoprire oggetti e un mobilio di un’epoca di lustro ormai passata ma che ancora vive tra le mura del Castello di Rambouillet.

Il castello

Dalla Sala del Consiglio alla maestosa scalinata realizzata in stile rinascimentale, fino al boudoir di Maria Antonietta, in un tour nella storia che, in poco meno di due ore, vi regalerà emozioni uniche e tutta la bellezza di un luogo che, attraverso i secoli, non ha perso nulla del suo fascino originario. Ma non solo. Perché il Castello di Rambouillet nasconde delle chicche davvero eccezionali e che meritano di essere scoperte e vissute a pieno.

Passeggiando nel verde del parco che circonda la tenuta, infatti, ci si può piacevolmente imbattere nella Capanna della Principessa di Lamballe. Si tratta di una piccola e caratteristica abitazione, realizzata con un tetto di paglia in stile rurale ma che, una volta entrati, si manifesta in tutta la sua straordinaria bellezza grazie alle sue pareti piene di conchiglie, pilastri in stile dorico, una preziosa cupola in madreperla e le stanze che, in epoca passata, venivano utilizzate dalle dame come toilette.

Altra tappa molto amata quando si visita il castello è quella nell’area che Luigi XVI di Borbone fece costruire in onore di Maria Antonietta, la latteria. Si tratta di una struttura dalle sembianze di un tempio neoclassico in cui primeggia la statua di una mucca durante l’allattamento del suo piccolo e in cui poter osservare gli antichi strumenti di porcellana che venivano usati per servire il latte. Tutto questo avverrà in un tour che vi saprà conquistare e che vi regalerà la possibilità di fare un tuffo nel passato.

La foresta di Rambouillet

Infine, altro passaggio che vale la pena compiere visitando l’affascinante Castello di Rambouillet, riguarda la foresta che lo circonda. Un luogo che attira milioni di visitatori ogni anno poiché si tratta di una delle riserve naturali più belle della Francia, e non solo.

Qui, tra la vegetazione che si mostra nelle sue infinite sfumature di colore e la fauna che la abita, scoiattoli, volpi, donnole, ghiri, faine, conigli, ricci, lepri, ecc., potrete godere di piacevolissimi momenti di relax, passeggiando nel verde e ammirando l’infinita bellezza della natura.

Il tutto immergendovi in un’atmosfera carica di fascino e di suggestione, in un’area della Francia custode di tesori e di meraviglie che sarà impossibile dimenticare.

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Illogiche e straordinarie: le cascate orizzontali sono una meraviglia della natura

C’è qualcosa di meraviglioso che accade in alcuni luoghi del mondo quando la natura viene lasciata libera di muoversi e di agire. È lei, infatti, a dare vita a quei paesaggi mozzafiato che diventano i protagonisti dei viaggi più belli di una vita intera. È sempre lei, con la sua sapiente abilità, a creare visioni e spettacoli che lasciano senza fiato.

Non è un caso che, da secoli, le opere che portano la firma di Madre Natura siano in cima alle nostre travel wish list. Perché quei capolavori visivi e sensoriali sono così belli da non sembrare veri, e invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

E se è qualcosa al di fuori dell’ordinario che desiderate osservare, e vivere, allora c’è solo una destinazione da raggiungere: l’Australia Occidentale. È qui, infatti, che esiste una delle meraviglie più incredibili create da Madre Natura, delle cascate orizzontali illogiche e straordinarie.

Tra le meraviglie naturali dell’Australia

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Australia, per andare alla scoperta di quel territorio tanto vasto quanto variegato. Da una parte la sterminata zona desertica dell’Outback, quella che ospita esemplari straordinari di fauna, dall’altra le scogliere maestose e un’entroterra verdeggiante e lussureggiante. E poi, ancora, ci sono le città, l’oceano e la Grande Barriera Corallina.

Le cose da fare e da vedere in Australia sono tantissime, e non basta un solo viaggio per scoprirle tutte. Una cosa è certa però: ogni avventura in terra australiana è destinata a incantare.

Ed è proprio un viaggio all’insegna dell’incanto che facciamo oggi, quello che ci conduce nella zona occidentale dell’Australia, e più precisamente nella regione di Kimberley. È qui, infatti, che possiamo contemplare le Horizontal Falls, delle cascate orizzontali che lasciano senza fiato.

Una volta giunti fin qui, trovate il miglior punto di osservazione e fermatevi a guardare questa meraviglia della natura: da qui la vista è magica.

Le cascate orizzontali

Il nome Horizontal Falls è tanto evocativo quanto esplicativo di questo capolavoro firmato da Madre Natura, e fa riferimento al fatto che qui le cascate scorrono in orizzontale.

Non si tratta di vere e proprie cascate, ma di un fenomeno che si genera grazie a correnti marine di grande potenza che, con l’arrivo della marea, si insinuano nelle strette gole che caratterizzano la baia di Talbot. Succede quindi che, quando l’acqua si accumula più del dovuto, provoca un movimento che assomiglia a una cascata che scorre in orizzontale.

A volte, quando la marea si ritrae, succede qualcosa di ancora più straordinario: l’acqua si muove nella direzione opposta creando infinite suggestioni agli occhi di chi guarda.

Raggiungere le Horizontal Falls è possibile grazie alle numerose proposte dei tour operator locali. Sono due le cascate orizzontali presenti nella baia di Talbot e il modo migliore per visitarle, e viverle in tutta la loro maestosità è quello di salire a bordo di un idrovolante Horizontal Falls Seaplane Adventures. Il periodo migliore per raggiungerle è quello che va tra marzo e novembre.

Salendo a bordo del velivolo è possibile godere di una vista a volo d’uccello sulle cascate orizzontali. Ma l’esperienza non finisce qui perché si prosegue poi su una barca che attraversa le Horizontal Falls in movimento e che sfida tutta la loro potenza.

Una volta a bordo aguzzate bene la vista e non perdetevi nessun dettaglio di questo paesaggio che il naturalista Sir David Attenborough ha definito “una delle più grandi meraviglie naturali del mondo“.

Cascate Orizzontali

Fonte: Ufficio Stampa journey beyond

Cascate Orizzontali
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C’è un luogo del silenzio immerso nella natura toscana

È una quotidianità frenetica, caotica e sempre connessa quella che viviamo oggi, la stessa che troppo spesso ci costringe a trascurare il tempo da dedicare a noi stessi, al silenzio e alla rigenerazione dei sensi.

È anche per questo che il nostro modo di viaggiare è cambiato diventando più consapevole. Sempre di più, infatti, le persone di tutto il mondo approfittano delle vacanze per organizzare dei viaggi all’insegna del benessere fisico e mentale, dove il silenzio e la natura sono spesso gli unici protagonisti.

E se è questa l’esigenza che vi spinge a viaggiare oggi, allora, non potete non raggiungere questo luogo del silenzio immerso nella natura toscana. Un eremo francescano intriso di grande spiritualità che sorge ai piedi del Monte Sant Egidio e che è circondato tutto intorno dalla lussureggiante e verdeggiante natura della Valdichiana. Benvenuti all’Eremo Le Celle.

L’Eremo Le Celle

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Toscana, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione. Il suo capoluogo, per esempio, è considerato la culla del Rinascimento, un luogo che ospita e conserva alcune delle opere artistiche e architettoniche più importanti e celebri al mondo. Ma non è solo Firenze a incantare, nei suoi dintorni infatti si snodano tutta una serie di patrimoni paesaggistici e naturalistici che sorprendono e lasciano senza fiato, e che attirano ogni giorno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Il viaggio di oggi ci conduce proprio in Toscana, e più precisamente a Cortona. Situata in provincia di Arezzo, in una posizione dominante su tutta la Val di Chiana, la città è un gioiello tutto da scoprire che conserva la sua storia medievale nelle numerose testimonianze che caratterizzano il cuore cittadino. Partendo da qui, e percorrendo appena 5 chilometri, è possibile raggiungere l’Eremo Le Celle, un luogo affascinante e suggestivo dove ritrovare se stessi.

Il complesso è straordinario, non solo per la posizione strategica nel cuore della natura toscana, ma anche per il silenzio e la spiritualità che lo avvolgono e che lo rendono la meta ideale per tutti coloro che sono alla ricerca della pace e della tranquillità.

Un luogo del silenzio a due passi da Cortona

Situato a un’altezza di 550 metri di altitudine, a soli 5 chilometri dal centro storico di Cortona, l’Eremo le Celle è circondato tutto intorno dalla natura toscana, incastonato perfettamente tra il Monte Sant Egidio e la Val di Chiana. Il complesso è celebre sopratutto per aver ospitato San Francesco che, secondo la tradizione, proprio all’interno dell’edificio scrisse il suo testamento.

La storia del complesso è collegata direttamente al Santo che qui arrivò nel 1211 insediandosi all’interno di una struttura situata ai piedi del monte, dove costruì alcune celle. Nei secoli successivi, però, l’eremo fu lasciato in stato di abbandono fino a quando a prendersene cura furono i frati cappuccini, ai quali venne donato direttamente dal vescovo di Cortona.

A partire da quel momento, e fino a oggi, l’Eremo è diventato il luogo scelto per la formazione dei noviziati cappuccini. A viverci, invece, sono solo i frati che hanno scelto di restare in questo luogo del silenzio per pregare e per accogliere pellegrini e viaggiatori che desiderano immergersi in un luogo intriso di spiritualità e tranquillità.

È possibile anche dormire all’interno dell’eremo grazie a due casette adibite all’accoglienza di gruppi di viaggiatori che desiderano vivere un’esperienza all’insegna della spiritualità. I posti a disposizione sono circa 35 e gli ospiti possono restare per un massimo di 2 settimane. Quello che è richiesto, a chiunque voglia pernottare qui, è di condividere i momenti di preghiera con i frati. Non ci sono costi per vitto e alloggio, ma solo un’offerta libera.

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I percorsi che portano al borgo immerso nel suono della natura

A una settantina di chilometri da Roma, Gallese è un piccolo paese ricco di storia e di luoghi da visitare grazie anche ai due sentieri naturalistici che lo circondano, il Giro del Pappagallo e il Giro della Civetta.

I due percorsi, adatti a grandi e piccoli, sono l’ideale per scoprire da vicino Gallese e la sua storia e, al contempo, immergersi nella natura locale all’insegna della tranquillità.

Gallese, borgo da leggenda

Circa 3000 abitanti nella provincia di Viterbo: questo è Gallese, un luogo magico che pullula di monumenti e ha una lunga storia alle sue spalle che si fa risalire all’eroica leggenda di Aleso che, dopo la morte del padre, sarebbe fuggito in Italia dove avrebbe fondato la città di Falerii, metropoli falisca nell’Etruria meridionale.

Sorto prima del III secolo a.C. Gallese diventò, in epoca romana, il centro di notevoli scambi commerciali grazie alla sua posizione strategica nei pressi del Tevere e delle importanti vie di passaggio che lo circondano.

Grazia al luogo in cui è costruita, la Rocca si presenta fin da subito come un fondamentale presidio della via Amerina e della via Flaminia, con due porti fluviali.

Oggi, da vedere nel centro storico sono il Museo Civico Marco Scacchi, nato con l’idea di conservare e tramandare la memoria storico-artistica di Gallese, e la Basilica di San Famiano, Santo Protettore del borgo sepolto nella cripta della chiesa.

Il Giro del Pappagallo e il Giro della Civetta, scoprire Gallese nel suono della natura

Piacevoli, sostenibili e sicuri, i due percorsi sono ideali per chi ama la storia e il contatto con la natura.

Il Giro del Pappagallo parte da Piazza della Liberazione e propone due possibilità di percorrenza, con difficoltà e lunghezze diverse che vanno dai 3,68 ai 4,10 chilometri.

Durante l’itinerario, lo sguardo viene affascinato dalle Cascate dei Frati, dalle fornaci utilizzate in passato per la produzione di calce viva e dalla Chiesa di San Gratiliano.

Il sentiero si snoda in parte su strada sterrata e in parte su strada asfaltata e compie un giro ad anello intorno al centro storico. È percorribile in qualsiasi periodo dell’anno anche se le stagioni più indicate sono la primavera e l’autunno quando il torrente è nelle migliori condizioni per ammirare a pieno le Cascate dei Frati.

Il Giro della Civetta, invece, si immerge totalmente nella natura, fiancheggiando i campi coltivati, e dona una meravigliosa vista del paese dall’alto: in prevalenza pianeggiante, è perfetto per le famiglie con bambini.

La lunghezza può variare dai 3,57 ai 4,42 chilometri, in base al percorso che si intraprende, Qui vivono piante rare e animali protetti, in un ecosistema fragile cui è dovuto il massimo rispetto per non arrecare alcun danno.

Visitato di frequente dai pellegrini che percorrono il Cammino della Luce attraverso la Via Amerina (altro interessante itinerario che si snoda nel territorio di Gallese), dona numerose zone panoramiche situate nel cuore del centro storico da cui è possibile osservare i maggiori punti d’interesse e la natura che, tutt’intorno, abbraccia il costone di tufo.

A breve, il CAI (Club Alpino Italiano) realizzerà la distintiva segnaletica su entrambi i percorsi per far diventare Gallese “meta di destinazione turistica per gli amanti della Natura, della Libertà e delle gite a basso impatto”, come affermato dal Vice Sindaco Latini Amedoro.

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È nata la “Linea della pace” un percorso tra natura e letteratura

È nata a Cuasso al Monte, nella Valceresio, la suggestiva “Linea della pace“, un emozionante incontro tra natura e letteratura, percorso che chiunque potrà percorrere per immergersi nella bellezza del bosco e scoprire le meravigliose opere della natura che si fondono con le parole dell’uomo in una sorta di museo a cielo aperto con importanti riflessioni sul tema della pace.

L’iniziativa è stata pensata e realizzata dall’Associazione On e dal suo fondatore Max Laudadio, e dal Comune di Cuasso al Monte con il supporto economico della Comunità Montana del Piambello, mediante il PiC di Regione Lombardia.

Da un luogo di guerra a uno di pace

Nel Parco delle Cinque Vette, la Linea della pace è un sentiero di circa 6,5 chilometri nel cuore del bosco, che dal centro di Cuasso al Monte conduce alla vetta del Monte Verta seguendo un tratto della “Linea Cadorna“, tratto panoramico della Frontiera Nord, trincea costruita tra l’Ottocento e il Novecento con lo scopo di proteggere l’Italia da eventuali attacchi provenienti da Oltralpe.

Da una “linea di guerra”, quindi, alla Linea della pace: un progetto che ribalta l’identità del luogo per far riflettere su tali delicati temi e ricordare ai visitatori che nonostante la pace sia quotidianamente auspicata da ognuno, in realtà già a partire dalle relazioni sociali la “guerra” viene spesso scelta come soluzione alle avversità.

L’itinerario segue la “voce della montagna”

L’invito a intraprendere il cammino arriva dalla voce della montagna: “Vieni! Che tu sia un viandante, o che tu sappia cosa cercare, vieni! Qui il presente si scioglie nel passato e si fa già futuro: avrai bosco e cielo, laghi e vento, e dove un tempo si voleva preparare la guerra, oggi qui è celebrata la Pace!

Il coinvolgente cammino ha inizio di fronte al Municipio di Cuasso del Monte dove, dalla prima delle dieci bacheche disseminate lungo il sentiero, è possibile scaricare l’app con qr-code per ascoltare podcast una volta raggiunto il punto panoramico.
Nelle vetrine di Via Roma, inoltre, sono esposti i dipinti originali raffigurati sulle bacheche: la narrazione pittorica di Francesco Vanzaghi, infatti, accompagna i contenuti audio con dieci immagini.

Lasciato il centro storico, l’itinerario prosegue nella natura e incontra le tre bacheche successive che raccontano della fauna, della flora, e della morfologia del territorio.

La quinta bacheca appare poi con uno splendido panorama sul Lago Ceresio e sulle Alpi: è questo il momento di ascoltare il primo podcast in cui la Montagna si presenta per introdurre le voci degli scrittori che, nella storia, hanno riflettuto sulla pace.
La rassegna letteraria, che va dall’Antica Grecia ai nostri giorni, vanta un cast d’eccezione: Alessandro Preziosi, Carolina Crescentini, Stefano Accorsi, Raoul Bova, Anna Safroncik, Alessandro Siani. Stefano Fresi dà voce alla Montagna.

Ed ecco la trincea dove le feritoie affacciate sul Ceresio consentono alla luce di arrivare all’interno. Poi, di nuovo il bosco fino a raggiungere il magnifico Sasso Paradiso.

Ormai sulla via del ritorno, il podcast finale lancia un invito a riflettere sulla pace come unica soluzione, crescita personale e appagamento interiore.

I visitatori sono anche invitati a lasciare un messaggio di Pace sul sito dell’Associazione On, “museo virtuale della Pace”.