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Il borgo in cui si fondono paesaggi di acque, boschi e uliveti

Tra arte e natura, in un luogo dalla bellezza sconfinata, c’è un piccolo borgo antico che possiede un fascino del tutto particolare. In una cornice di boschi rigogliosi e fresche sorgenti d’acqua, questo incantevole paesino ospita monumenti di grande pregio e graziose chiesette tutte da visitare.

E sul far dell’estate, quando le giornate sono più lunghe che mai e il sole si tuffa con i suoi raggi tra le viuzze medievali, qui prende vita un meraviglioso appuntamento con il passato. Andiamo alla scoperta di questo angolo di paradiso italiano.

Acquasparta, un borgo incantevole

Il piccolo borgo di Acquasparta è una delle perle dell’Umbria più suggestiva: abbarbicato su una verde collina affacciata sulla Valle del Naia, è immerso in una natura incontaminata. L’acqua è senza dubbio uno dei suoi segni distintivi. A poca distanza si trovano le sorgenti dell’Amerino e del Furapane, ma anche le fonti di Sangemini e di Fabia, ed è proprio da questo che deriva il suo nome – dal latino “ad aquas partas”. Il paesaggio è davvero bellissimo, con i monti Martani a fare da sfondo a quella che sembra una cartolina.

Tantissimi sono i sentieri che si dipanano dal paese, attraversando boschi rigogliosi e profumati uliveti che regalano un panorama incredibile. D’altra parte, Acquasparta è anche una tappa molto importante lungo il Cammino di San Francesco, grazie alla sua vicinanza con la Romita di Cesi – in questo eremo ricco di fascino, San Francesco diede inizio alla stesura del suo celebre Cantico delle Creature. Tra natura e spiritualità, sono dunque molte le sorprese che ci attendono in un borgo assolutamente tutto da scoprire.

Acquasparta

Fonte: Ufficio Stampa

Il centro storico di Acquasparta

Il Rinascimento di Acquasparta, pura magia

Sebbene il paesino abbia chiare origini medievali, è nel Rinascimento che visse il suo periodo d’oro. Sul finire del ‘500, il borgo di Acquasparta divenne un ducato e fu ceduto alla famiglia Cesi, che diede i natali ad alcune delle architetture più belle del centro storico. È il caso di Palazzo Cesi, un incantevole edificio che ancora oggi custodisce splendidi affreschi, o della cappella Cesia, costruita all’interno della Chiesa di Santa Cecilia – dove si trovano le tombe dei membri più illustri della famiglia.

Acquasparta

Fonte: Ufficio Stampa

Palazzo Cesi ad Acquasparta

Nel 1603, Federico Cesi II fondò la sua Accademia dei Lincei (tra i cui soci spiccava nientemeno che Galileo Galilei), che ebbe la sua prima sede proprio a Palazzo Cesi. Fu questa la prima accademia scientifica d’Europa, nata dall’amore che Federico ebbe sin dalla più tenera età per la scienza e la natura. Oggi, Acquasparta celebra ancora l’arrivo in paese di questo appassionato studioso che tanto ha dato al nostro Paese: è lui il protagonista della Festa del Rinascimento, uno degli appuntamenti imperdibili della tradizione.



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Nel mese di giugno (quest’anno l’evento si tiene dall’11 al 26), il borgo si veste a festa per una rievocazione storica che attira curiosi da tutta Italia. Sfilate in costume si alternano a spettacoli divertentissimi e intrattenimento per i più piccini, sempre all’insegna della scienza. Ma c’è anche spazio per una sfida tra contrade, una vera e propria competizione ricca di pathos che ci porta alla scoperta delle tradizioni di Acquasparta. Anche quelle gastronomiche, ovviamente: i turisti possono infatti concedersi qualche specialità tipica del luogo, da degustare assieme ad un buon vino.

Festa del Rinascimento - Acquasparta

Fonte: Ufficio Stampa

La Festa del Rinascimento ad Acquasparta
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Nasce il Sentiero del Respiro, l’Italia da vivere

Sta per nascere in Italia un nuovo cammino, che fonderà natura incontaminata, storia e cultura, ma anche tutela dell’ambiente e della salute delle persone, sullo sfondo delle Dolomiti Bellunesi. Si chiama ‘Sentiero del Respiro’ e sarà un percorso naturalistico-educazionale che verrà affiancato da un importante intervento di rimboschimento di 10 mila alberi nell’area che circonda l’iconico Castello di Andraz, nel comune di Livinallongo del Col di Lana, tra Arabba e Cortina.

Ambiente e salute al centro del Sentiero del Respiro

Nato dalla collaborazione tra l’azienda farmaceutica Chiesi Italia e la Regione Veneto, il progetto punta alla valorizzazione turistico-ricettiva e boschiva del territorio, ma anche al ripristino dell’area, tra le più colpite dalla tempesta Vaia che ha distrutto oltre 800 ettari di bosco nel 2018. L’iniziativa intende riportare in vita il bosco abbattuto piantumando migliaia di nuovi alberi, con l’obiettivo, inoltre, di compensare le emissioni, seguendo la filosofia della ‘Carbon Neutrality’.

Il sentiero sarà anche particolarmente inclusivo, con i primi 400 metri pavimentati in legno per le persone ipovedenti e non deambulanti che potranno raggiungere un’area attrezzata dedicata, posizionata a fianco di un ruscello.

Salute, tutela dell’ambiente e della biodiversità saranno i temi cardine del Sentiero del Respiro, che sarà dotato di cartelli informativi pensati per sensibilizzare i visitatori su stili di vita sani e sull’importanza di prendersi cura di sé, riscoprendo i benefici di una passeggiata all’aria aperta e il piacere di rilassarsi nei boschi, immersi nei colori e profumi di uno scenario naturale unico.

Posizionato alle pendici del Col di Lana, il percorso inizierà dentro l’antico torrione medievale del Castello di Andraz, uno dei simboli più affascinanti dell’arco alpino, per poi inerpicarsi per oltre tre chilometri nel bosco antistante, attraversando uno splendido ambiente naturale, circondato da un panorama mozzafiato.

Il Castello di Andraz e la storia di un territorio unico

Il Sentiero del Respiro permetterà di godere di un mix ineguagliabile di natura, biodiversità, storia e cultura in un contesto ambientale, paesaggistico e storico unico al mondo quale è il Castello di Andraz. Sorto su un grande trovante trasportato a valle durante l’ultima glaciazione, in posizione dominante sulla vallata, il fortilizio fu in età medievale un importante baluardo strategico militare.

Oggi, il castello ospita un interessante Museo pensato per promuovere la conoscenza dell’importante monumento e dell’ambito dolomitico circostante, come espressione del locale patrimonio culturale legato all’area ladina dell’Alto Agordino.

In particolare sono illustrate le vicende storiche di Andraz con richiamo alle trasformazioni subite dal fortilizio medievale e dal territorio, determinate dagli interessi vescovili nell’area compresa tra le miniere del Fursil a Colle Santa Lucia in Val Fiorentina, sino a Valparola in Alta Val Badia (meta estiva tra le più amate dai Vip), dove erano ubicati i forni fusori. Il castello è infatti situato nel mezzo di uno straordinario percorso storico, che unisce di fatto le due più importanti realtà culturali presenti nell’area dolomitica costituite dal Museo “Vittorino Cazzetta” (geologico-paleontologico e archeologico) di Selva di Cadore e dal Museo Ladino della Provincia di Bolzano a San Martino in Badia.

Con il progetto del Sentiero del Respiro, le Dolomiti, patrimonio dell’umanità Unesco, confermano la loro rilevanza naturalistica, paesaggistica e storica, nonché la loro eccezionalità come di luogo vocato alla salute delle persone.

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Nasce il Sentiero dell’Unicorno, meraviglia d’Italia

L’immenso patrimonio naturalistico italiano si fonde con quello artistico e architettonico, dando vita al Sentiero dell’Unicorno: questa splendida – seppur breve – escursione ci porta alla scoperta di paesaggi incredibili, ma anche di opere d’arte di grande pregio e di incantevoli edifici dal fascino un po’ magico e misterioso. Il tutto condito da una compilation musicale appositamente creata, per un viaggio veramente multisensoriale.

Il Sentiero dell’Unicorno, magia allo stato puro

Sono tanti i cammini che stanno nascendo negli ultimi anni, andando ad arricchire sempre più l’enorme rete escursionistica italiana: dal mare alle montagne, passando per rigogliose colline e deliziosi borghi antichi, questi itinerari ci conducono nel cuore più puro e incontaminato del nostro Paese, regalandoci un’esperienza outdoor che – soprattutto nella stagione calda – sempre più turisti iniziano a ricercare. In questo contesto, prende vita il Sentiero dell’Unicorno. Per una volta, non ci troviamo di fronte ad un lungo percorso di trekking tale da richiedere uno sforzo troppo impegnativo.

Diviso in 8 brevi tappe, il cammino affronta i verdi paesaggi della Valle del Tevere snodandosi attorno ad un piccolo borgo umbro e alle sue tante bellezze: stiamo parlando di Alviano, paesino di origini medievali dove il tempo sembra essersi fermato. Qui, l’artista messicano Gabriel Pacheco ha dato vita al Sentiero dell’Unicorno, intendendolo come un vero e proprio percorso pittorico permanente che si dipana tra arte, mito e natura. Inaugurato lo scorso 4 giugno, questo affascinante itinerario parte dai nuovissimi Giardini del Sole, cui lo stesso artista ha dato i natali.

Il parco urbano si affaccia sui caratteristici calanchi di Alviano, regalando una vista mozzafiato. Così prende il via un bel viaggio che si inoltra all’interno dei vicoli del borgo, per poi affrontare i paesaggi naturali che lo circondano e giungere infine al Castello di Alviano, una vera meraviglia architettonica. Ciascuna tappa del sentiero raffigura uno degli 8 stati dell’amore che Pacheco ha voluto rappresentare, traendo ispirazione da Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes. Speciali panchine disseminate lungo il cammino permettono di ammirare il panorama e concedersi una breve pausa, durante la quale è possibile approfittare di musiche create ad hoc da ascoltare sul proprio smartphone.

Il borgo di Alviano e le sue bellezze

Protagonista del Sentiero dell’Unicorno non può che essere il borgo di Alviano: dedalo di strette viuzze su cui si affacciano deliziose casette in pietra, abbarbicate su uno sperone argilloso da cui si gode di un panorama meraviglioso. Particolarmente suggestiva è la fortezza a pianta trapezoidale, circondata da quattro splendide torri circolari, attorno alla quale sono nate storie e leggende che parlano di un antico condottiero. Al suo interno è ospitato un percorso museale che ci riporta indietro nel tempo, con esposizioni permanenti di strumenti d’epoca utilizzati da contadini alvianesi e di testimonianze suggestive sulla vita del condottiero Bartolomeo d’Alviano.

È invece a poca distanza dal paese che si snoda l’Oasi naturalistica lago di Alviano, un’area protetta del WWF che racchiude il graziosissimo bacino nato artificialmente negli anni ’60, dopo lo sbarramento del fiume Tevere per sfruttare le sue acque per scopi energetici. Qui si possono ammirare tantissime specie di uccelli che, durante il periodo della migrazione, fanno tappa nelle zone paludose regalandoci uno spettacolo incredibile.

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Dormire in un “nascondiglio” in mezzo alla natura nella terra di Re Artù

Le esperienze di viaggio passano anche e soprattutto per gli alloggi che sono sempre più a misura dei nostri sogni e delle nostre esigenze.

Dalle case sugli alberi a strutture architettoniche evocative, passando per botti di vino, cupole trasparenti e capsule futuristiche. Non abbiamo che l’imbarazzo della scelta per trasformare le nostre avventure di viaggio in esperienze indelebili e straordinarie.

Ma c’è un alloggio che, più degli altri, ci ha letteralmente conquistati. Si tratta di una sorta di buen retiro, un nascondiglio immerso nella natura della magica Cornovaglia.

Dormire in Cornovaglia in un nascondiglio

Un viaggio in Cornovaglia è un’avventura che tutti dovremmo vivere almeno una volta nella vita. La terra delle leggende, dei paesaggi lussureggianti e delle scogliere che emergono dal mare e svettano verso il cielo, la rendono un territorio straordinario, un paradiso terrestre selvaggio e incontaminato che incanta la vista e stordisce i sensi.

Il contatto con la natura, atavico e primordiale, è prerogativa di tutte le avventure che si vivono nella contea inglese. Esperienze uniche e indelebili che passano per i viaggi on the road, per i panorami incantati vista oceano e anche per gli alloggi.

Sì perché proprio nella mitica terra di Re Artù esistono delle piccole baite sospese tra cielo e terra costruite su una cava di ardesia ora in disuso. Il loro nome è Kudhva e tradotto letteralmente vuol dire nascondiglio.

Questi alloggi, infatti, sono stati concepiti come dei piccoli ritiri all’interno dei quali gli ospiti possono ritrovare le energie e contemplare la meravigliosa natura che li circonda tutto intorno.

Kudhva, il nascondiglio in Cornovaglia

Kudhva, il nascondiglio in Cornovaglia

L’alloggio più selvaggio d’Europa

Capanne selvagge costruite sugli alberi e immerse in una natura lussureggiante che svolgono la funzione di nascondiglio: è qui l’esperienza più bella di sempre.

Kudhva è molto più di un alloggio, è un buen retiro che offre una prospettiva unica sul paesaggio della Cornovaglia reso ancora più suggestivo dalla posizione degli edifici tra gli alberi.

Le case tra gli alberi sono posizionate all’interno di un sito che ospita anche cabine danesi e tende per un’esperienza di glamping a contatto con la natura. Non mancano, ovviamente, un ristorante, i servizi igienici e le docce.

I nascondigli sono stati progettate dagli architetti dello studio New British Design e costruite da artigiani locali che hanno curato tutto nei minimi dettagli. I materiali utilizzati sono il legno di pino e di larice, una scelta questa che enfatizza ancora di più il rapporto con la natura.

Accessibili tramite una scala che conduce direttamente alle capanne che fanno capolino tra gli alberi, le cabine sono dotate di un ampia finestra che offre una vista esclusiva e mozzafiato sulla bellissima campagna della Cornovaglia.

Ma l’avventura non finisce qui perché questi alloggi sensazionali sono anche il miglior punto di partenza per andare alla scoperta della contea. Questi nascondigli, infatti, si trovano a Trebarwith Strand, un tratto di costa situato a nord del territorio. Da qui è possibile raggiungere la spiaggia sabbiosa incorniciata da maestose scogliere e circondata tutto intorno da grotte naturali.

Inoltre, questi alloggi, distano appena quattro chilometri da Tintagel, il villaggio che ospita il castello di re Artù e che conserva le avventure dei cavalieri della tavola rotonda.

Kudhva, il nascondiglio in Cornovaglia

Kudhva, il “nascondiglio” in Cornovaglia

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In Italia esiste una foresta allagata e puoi attraversarla

Esistono luoghi che non smettono mai di stupirci, così come non smette mai di farlo il mondo che abitiamo. Perché proprio quando crediamo di conoscerlo tutto, o quasi, lui ci mette di fronte a spettacoli di immensa bellezza che portano la firma di Madre Natura.

Deserti aridi che iniziano a fiorire, boschi incantati, laghi colorati e spiagge arcobaleno: queste sono solo alcune delle meraviglie naturali che ci spingono ogni giorno a organizzare viaggi in ogni parte del mondo. Ma non c’è bisogno di andare così lontano per scoprire e vivere la grande bellezza che ci circonda.

Nel nostro Paese, infatti, esistono luoghi così straordinari da non sembrare neanche veri. Come quella foresta allagata di Punte Alberete, un’oasi naturalistica affascinante e suggestiva da scoprire adesso.

Una foresta allagata a Ravenna

Situata a circa 10 chilometri da Ravenna, e circondata dalle località turistiche di Casalborsetti, Marina Romea e Porto Corsini, esiste una foresta sorprendente e inedita che merita di essere scoperta.

La foresta allagata di Punte Alberete è un’oasi naturalistica che si estende per 190 ettari di territorio e che comprende diverse zone umide della provincia di Ravenna. Attraversarla vuol dire entrare in contatto con un microcosmo straordinario che è parte integrante del Parco del Delta del Po.

Vuol dire fare incontri ravvicinati con alcuni dei più belli esemplari dell’avifauna, ma anche esplorare una natura selvaggia e incontaminata che stupisce chilometro dopo chilometro.

Da una parta troviamo una foresta densa e lussureggiante dove dominano le querce, i salici e gli olmi, e poi ancora i pioppi e i frassini, dall’altra, invece, fitti canneti e ninfee bianche caratterizzano la zona lagunare.

La foresta allagata è un vero e proprio patrimonio naturale del Paese intero, si tratta infatti di uno degli ultimi baluardi di foreste paludose presenti nella bassa Pianura Padana.

Come visitare l’oasi naturalistica di Punte Alberete

Paradiso degli amanti della natura e luogo privilegiato per gli appassionati di birdwatching, quest’ultimo esemplare di foresta allagata della Pianura Padana promette emozioni incredibili.

Zona protetta dell’Emilia Romagna e luogo appartenente alla Rete Natura 2000 dell’Unione Europea, la foresta allagata è stata sottratta alle bonifiche previste nel territorio per salvaguardare quello che è diventato l’habitat di molte specie floristiche e faunistiche.

Passeggiare all’interno dell’oasi vi permetterà di esplorare un panorama unico e straordinario che alterna boschi rigogliosi, praterie sommerse e prati verdeggianti. La zona umida rappresenta sicuramente il tratto più suggestivo da attraversare, quello fatto di scorci palustri e di atmosfere sospese nel tempo e nello spazio.

Lungo la foresta allagata non è raro trovare alberi caduti che si sono trasformati negli habitat di uccelli acquatici che potete osservare mentre riposano o cacciano. Inoltre, a disposizione dei visitatori, c’è anche un capanno destinato alle attività di osservazione degli animali e delle loro abituali attività, da quelle del corteggiamento alla caccia.

L’ingresso a Punte Alberete è gratuito. Potrete lasciare l’auto nei pressi dell’ampio parcheggio situato nei pressi dell’accesso principale all’oasi e poi scegliere di seguire in totale libertà i diversi percorsi segnalati, in alternativa potete affidarvi a una guida naturalistica o completare l’itinerario in bicicletta.

L’intero percorso è pianeggiante e adatto a tutti, grandi e bambini. Per la visita è necessario indossare un abbigliamento comodo e munirsi di scarpe resistenti all’acqua e giacca impermeabile. Non dimenticate, inoltre, una macchina fotografica per scattare istantanee memorabili.

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Nasce un nuovo cammino alla scoperta di luoghi incantevoli

Nella stagione più calda, esplode il turismo outdoor: tantissimi sono gli italiani che vogliono godersi queste lunghe giornate soleggiate all’aria aperta, andando alla scoperta di panorami meravigliosi. Il trekking è una delle attività più apprezzate dai visitatori, per poter fare un tuffo nella natura e ammirare deliziosi borghi che sembrano essere rimasti fermi ai secoli scorsi. Proprio negli ultimi giorni è stato inaugurato un nuovo cammino, che ci porta tra i paesaggi incontaminati delle Alpi in un lungo itinerario all’insegna della storia, della cultura e della spiritualità.

Nasce il Cammino mariano delle Alpi

È nel cuore della Valtellina, dove colline verdeggianti lasciano pian piano spazio alle imponenti montagne, che nasce il Cammino mariano delle Alpi. Questo splendido itinerario di trekking è un progetto di grande interesse, volto ad accompagnare i pellegrini sino al suggestivo Santuario della Madonna di Tirano (che Papa Pio XII chiamò Celeste Patrona della Valtellina), scoprendo lungo il percorso altri bellissimi luoghi di culto.

Nato da un’idea dell’Associazione “cammIKAndo”, il Cammino mariano delle Alpi prevede due percorsi distinti, entrambi molto affascinanti e ricchi di bellezze tutte da scoprire. La Via Orientale parte dal villaggio di Bormio, una delle principali mete turistiche invernali della regione, e conduce ovviamente a Tirano: con i suoi 66 km, diventerà un itinerario tra i più belli della Valtellina, ma al momento è ancora in fase di progettazione.

Quello che invece è già fruibile è la Via Occidentale, che parte da Piantedo e si inerpica tra paesaggi incantevoli, raggiungendo il Santuario di Tirano. Lungo ben 91 km, questo tratto del cammino è stato inaugurato il 1° giugno 2022 ed è percorribile durante i mesi caldi, indicativamente tra marzo e novembre. In inverno, infatti, le condizioni atmosferiche potrebbero non rendere agibili alcuni sentieri.

Cammino mariano delle Alpi

Il Cammino mariano delle Alpi

Le tappe più belle del Cammino mariano delle Alpi

La Via Occidentale del Cammino mariano delle Alpi ci conduce tra paesaggi mozzafiato e piccoli borghi di montagna da visitare. Si parte da Piantedo, paesino a poca distanza dal lago di Como, dove si trova già il primo capolavoro architettonico da ammirare: il Santuario di Santa Maria delle Grazie e del Suffragio in Valpozzo. Seguendo verso ovest il corso del fiume Adda, si incontrano tantissime cittadine, ciascuna di esse caratterizzata da un importante luogo di culto. E in un viaggio all’insegna della spiritualità, non si può fare a meno di andare alla scoperta di queste splendide testimonianze di fede.

Tra le più suggestive, c’è sicuramente il Santuario di Santa Maria della Sassella: abbarbicata su una rupe rocciosa a picco sul fiume, offre un panorama incredibile. Altrettanto affascinante è il Santuario della Santa Casa di Loreto, eretto tra il ‘600 e il ‘700 tra i vigneti del borgo di Tresivio. Imponente nella struttura, al suo interno custodisce una replica della casetta della Vergine Maria che ricorda moltissimo quella situata a Loreto, nelle Marche.

Ultima tappa di un lungo cammino tra bellezze naturali e architettoniche, il borgo di Tirano. A due passi dalla Svizzera, è famoso in particolare perché da qui parte il celebre Trenino Rosso del Bernina. E, naturalmente, qui spicca la splendida Basilica della Madonna di Tirano, costruita all’inizio del ‘500 sul luogo indicato dalla Vergine stessa durante una miracolosa apparizione. Molte le opere d’arte pregiate che si possono ammirare tra le sue mura: è questo il posto in cui termina il Cammino mariano delle Alpi, ma può anche trasformarsi nel punto di partenza di tante nuove avventure.

Cammino mariano delle Alpi

Il Santuario della Madonna di Tirano

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Torna l’Appuntamento in Giardino del FAI: i parchi più belli da visitare

La natura esplode nei suoi colori incredibili, e ora che l’estate è alle porte non c’è scelta migliore che trascorrere una bella giornata tra il verde rigoglioso, ammirando le bellezze del nostro Paese e il suo immenso patrimonio ambientale, botanico e anche artistico dei tantissimi parchi italiani. Per l’occasione, si rinnova anche l’Appuntamento in Giardino del FAI: un weekend all’insegna delle meraviglie naturali con tanti eventi che coinvolgono 12 giardini storici aperti al pubblico.

Cos’è l’Appuntamento in Giardino

Un’occasione per riscoprire le bellezze della natura, godendo di queste splendide giornate quasi estive: l’Appuntamento in Giardino è un evento FAI nato in collaborazione con APGI (Associazione Parchi e Giardini d’Italia), che si svolge in contemporanea in diversi Paesi europei. Quest’anno, la data da segnare sul calendario è quella del weekend di sabato 4 e domenica 5 giugno 2022. In questi due giorni, ben 12 aree verdi situate in tutta la penisola, da nord a sud, aprono al pubblico per regalare ai visitatori un meraviglioso viaggio nella natura, ma anche per invitare tutti noi a custodire con cura questo enorme patrimonio paesaggistico di cui siamo in possesso.

I parchi e i giardini da visitare

Per l’occasione, il FAI mette a disposizione 12 suoi splendidi parchi tutti da scoprire. Si parte dalla Lombardia, dove grandi e piccini possono ammirare la bellezza di Villa Necchi Campiglio, capolavoro d’art decò degli anni ’30, e del suo giardino nel cuore di Milano. È invece a Bergamo che apre i battenti il pregevole Palazzo Moroni, circondato da un ampio parco ricco di fiori profumati e piante rigogliose. Qui i bimbi possono imparare tante curiosità sul mondo botanico e creare persino il proprio erbario.

Ancora, Villa Panza di Varese mette a disposizione il suo sconfinato giardino dove sorgono vere e proprie opere d’arte. A non molta distanza, nel borgo di Casalzuigno, si può assistere ad una lezione di botanica presso Villa Della Porta Bozzolo, così da imparare a riconoscere fiori e piante. Per chi invece ama i suggestivi panorami lacustri, l’appuntamento è a Villa del Balbianello: si trova a Tremezzina, affacciata sul lago di Como, e offre una dimostrazione di pittura ad acquerello.

In Piemonte sono due le località da scoprire. La prima è il Castello di Masino, alle porte di Torino: nel suo parco monumentale, grandi e piccini possono divertirsi imparando tante curiosità. Mentre il Castello della Manta, a poca distanza da Cuneo, è una vera full immersion in un bosco lussureggiante. La Liguria ha moltissime bellezze naturali, ma in questo weekend gli occhi sono puntati su Casa Carbone, che accoglie due vivai e le loro meravigliose piante ornamentali.

Ai piedi dei Colli Euganei, la splendida Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia apre le porte del suo ampio parco storico. È prevista persino una caccia al tesoro per intrattenere i bambini, insegnando loro a divertirsi nel rispetto dell’ambiente. Spostandoci più a sud, il Parco Villa Gregoriana di Tivoli offre panorami mozzafiato: è l’occasione per visitarlo con un occhio diverso, comprendendo i delicati meccanismi di manutenzione che vi si celano dietro, grazie alla guida di alcuni esperti.

L’Orto sul Colle dell’Infinito, celebre bellezza di Recanati che ha fatto da sfondo all’omonima poesia di Leopardi, ha in calendario numerose attività per adulti e per bambini, tra cui un laboratorio sensoriale che ha lo scopo di affinare l’olfatto con i profumi della natura. E, per finire, il Giardino della Kolymbethra: nel panorama incantevole della Valle dei Templi di Agrigento, si possono ammirare agrumeti e uliveti secolari, assaporando anche le deliziose marmellate qui prodotte. Per i piccini, c’è un curioso laboratorio sulle api davvero interessante.

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Le più belle Oasi del WWF che si possono visitare

Per immergersi nella natura della nostra penisola e scoprirne le meraviglie, la ricchissima biodiversità e la fondamentale importanza che riveste per la vita, non c’è niente di meglio che visitare le Oasi WWF: un turismo sostenibile, responsabile e formativo che permette di vivere in prima persona i tesori naturalistici del territorio e imparare divertendosi.

Ve ne presentiamo tre, tutte suggestive e sorprendenti, per toccare con mano la bellezza delle Oasi WWF in Italia e il loro ruolo chiave nella tutela dell’ecosistema: il Bosco di Vanzago, alle porte di Milano, l’Oasi toscana della Laguna di Orbetello e la Riserva Naturale “Le Cesine” in Puglia.

Il Bosco di Vanzago, la natura a pochi chilometri da Milano

Bosco Vanzago

Bosco Vanzago – Foto Michele De Pace

A soli 23 chilometri in linea d’aria dal Duomo di Milano, il Bosco WWF di Vanzago è una spettacolare area protetta e riserva faunistica, nell’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria presenti in Lombardia, dove fare il pieno di natura in ogni stagione e lasciarsi alle spalle il caos della metropoli.

Include due laghi dove osservare le anatre, le folaghe e gli aironi, verdi campi e prati sorvolati da variopinte farfalle e un’area “wilderness” formata dal bosco residuale che ospita una cinquantina di caprioli, simbolo dell’Oasi.

Non mancano una tradizionale cascina lombarda, la Gabrina, risalente ai primi del Novecento, che propone svariate iniziative per le famiglie e la possibilità di organizzare eventi, e il Centro Recupero Animali Selvatici che, ogni anno, accoglie circa 2500 esemplari in difficoltà.

La Riserva naturale offre inoltre riso e miele a chilometro zero.

La Laguna di Orbetello, tra le prime Oasi WWF nate in Italia

laguna Orbetello

Fenicotteri a Orbetello (foto F Cianchi)

850 ettari di zona umida costiera di importanza internazionale dal fascino unico: ecco l’Oasi Laguna di Orbetello, tra le prime WWF nate in Italia.

Le zone umide hanno da sempre affascinato pittori e poeti e a ragione: l’aria intensa, la luce radente, l’incontro dell’acqua con la terra, creano un ambiente di rara suggestione che permette di entrare in profondo contatto con la Natura.

La Laguna di Orbetello è l’habitat ideale di migliaia di uccelli: fenicotteri rosa, rapaci, pavoncelle, aironi, gru, oche e anatre, solo per citarne alcuni, osservabili dalle apposite postazioni distribuite nell’Oasi. Ma non è tutto: qui vivono anche tassi, volpi, istrici.

La splendida costa è ricoperta da profumata macchia mediterranea e la laguna salmastra è punteggiata da piccole isolette di limo dove cresce la tipica vegetazione palustre.

Infine, la riva interna è perfetta per rigeneranti passeggiate tra boschi di pioppi, frassini, olmi e sugherete.

La Riserva Naturale “Le Cesine”, ultimo tratto di paludi costiere in Puglia

Le_Cesine_(C.Liuzzi)

Le Cesine (Foto C. Liuzzi)

Nel cuore di una Zona Speciale di Conservazione nel comune di Vernole, Lecce, spicca la Riserva Naturale e Oasi WWF de Le Cesine, 348 ettari che rappresentano l’ultima zona di paludi costiere del Salento.

Scrigno di biodiversità di elevato valore naturalistico, è caratterizzata da differenti ambienti: boschi di pini d’Aleppo, plaudi costieri, boschi di leccio, gariga (piante arbustive basse) e stagni temporanei.

Si trova lungo una delle principali rotte di migrazione degli uccelli (sono 180 le specie che qui vivono nel corso delle stagioni), ospita ben 32 specie censite di orchidee spontanee, colorate farfalle, rospi, rane, tritoni, la testuggine palustre, il tasso e la faina.

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Scoperta sorprendente nella foresta: di cosa si tratta

Il mondo non smette mai di stupire: dopo la scoperta di un vero e proprio paradiso finora sconosciuto in Cina, anche un altro luogo del mondo ci ha regalato nuove meraviglie, e questa volta in mezzo alla foresta.

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Castelnuovo Berardenga, il borgo ricco di itinerari ciclo-pedonali

Da molto tempo ormai la Toscana strizza l’occhio ad un turismo più sostenibile. E il piccolo borgo di Castelnuovo Berardenga ha colto l’occasione per sfruttare le sue incredibili bellezze naturali, dando il via ad una lunga serie di itinerari ciclo-pedonali per invogliare i visitatori a salire in sella alla loro bici (o a camminare), proteggendo l’ambiente e godendosi al contempo un panorama meraviglioso.

Castelnuovo Berardenga, le sue ciclovie

Piccoli borghi medievali, foreste rigogliose e splendide città d’arte: la Toscana è una regione ricca di meraviglie tutte da scoprire, e farlo in bici è una vera avventura. Immerso nella natura incontaminata delle colline senesi, là dove si producono vini così rinomati da essere apprezzati in tutto il mondo, il paesino di Castelnuovo Berardenga spicca non solo per la sua bellezza senza tempo, ma anche per il suo sempre più vivo interesse per il turismo sostenibile. È in quest’ottica che, negli ultimi anni, l’amministrazione ha scelto di puntare sullo sviluppo di infrastrutture alternative, in particolare adottando un’ampia rete escursionistica e diversi itinerari cicloturistici.

Il risultato di questo grande sforzo? Ben 193 km di sentieri per chi ama fare trekking e 227 km di ciclovie, alcuni dei quali hanno già visto la luce (o sono stati finalmente rimessi a nuovo) e altri solamente in progetto. Le sorprese sono tantissime, soprattutto per i visitatori appassionati di attività all’aria aperta. Si può andare alla scoperta di paesaggi naturali incredibili e di borghi dove il tempo sembra essersi fermato, e poi fermarsi ad assaporare le prelibatezze locali, accompagnando il tutto con un buon bicchiere di vino – o, perché no?, godersi una degustazione in qualche cantina senese.

Cosa vedere a Castelnuovo Berardenga

Incantevole paesino incastonato tra le colline, Castelnuovo Berardenga è la meta perfetta per un weekend fuori porta. Oltre ad offrire lunghe camminate e avventurosi percorsi in bici, possiede un immenso patrimonio artistico e culturale che spetta a noi svelare. Nel cuore del borgo, ad esempio, ci sono tante splendide architetture medievali che si snodano tra strette stradine e scalinate in pietra, ma anche antiche ville nobiliari che hanno accolto personaggi che hanno fatto la storia. Una delle più belle è Villa Chigi Saracini, eretta sulle rovine di un castello e circondata da un grande parco all’inglese: qui sembra proprio di fare un tuffo indietro nel tempo.

Giardino Villa Chigi

Il giardino di Villa Chigi

È invece allontanandosi un po’, tra vigneti rigogliosi e profumatissimi oliveti, che si giunge ad una delle piccole perle segrete di questo territorio. Stiamo parlando del borgo fortificato di San Gusmè, circondato da imponenti mura che sono ancora oggi in perfetto stato di conservazione, e che racchiudono il cuore pulsante di questo luogo magico. A non molta distanza si erge poi la suggestiva Certosa di Pontignano, realizzata verso la metà del ‘300 e più volte rimaneggiata, ma conservante comunque il suo fascino antico. Ormai divenuta di proprietà dell’Università di Siena, ospita spesso eventi e convegni.

Non può mancare, infine, una visita al Parco Sculture del Chianti: dove il lunare paesaggio delle crete senesi si interseca con una rigogliosa foresta, è nato un lungo sentiero che si immerge nella natura, sul quale si affacciano 26 installazioni provenienti da ogni parte del mondo. L’ampia varietà di materiali impiegati, di stili rappresentati e di arte nel suo significato più vasto fanno di questo vero e proprio museo a cielo aperto un’attrazione da non perdere.

Certosa di Pontignano

La Certosa di Pontignano