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I fiori sbocciano nel deserto: il miracolo della natura è iniziato

È magico, straordinario e mozzafiato: è lo spettacolo che Madre Natura, con il suo risveglio, sta portando in scena in questi giorni in tutto il mondo. Con l’arrivo di marzo, e della primavera, le città, i quartieri e le destinazioni che conosciamo si stanno tingendo di meraviglia, tutto merito delle fioriture straordinarie che incantano la vista e inebriano i sensi.

È questo il momento migliore per organizzare un viaggio intorno al globo, per andare alla scoperta dei colori e dei profumi dei fiori che stanno colorando il pianeta. Tulipani, mimose, narcisi, papaveri e alberi di ciliegi, gli show naturali sono tantissimi e tutti sono destinati a incantare.

Ma se è un miracolo della natura che volete toccare con mano questa primavera, allora, il consiglio è quello di raggiungere la California. Proprio qui, infatti in un’area desertica e sconfinata, i fiori selvatici stanno sbocciando. Il paesaggio è un sogno a occhi aperti.

Raggiungere la California in primavera

Organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea. È questo il periodo in cui possiamo andare alla scoperta di tutti quei luoghi che, in occasione dell’arrivo della bella stagione, indossano il loro abito più bello, quello cucito per loro da Madre Natura.

Non è un caso che le grandi fioriture si siano trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche il cui richiamo smuove ogni anno viaggiatori provenienti da ogni dove. Ne sono un esempio quella dei tulipani, che colorano l’Olanda, o quella dei ciliegi che invita a praticare l’Hanami.

Oltre a queste, però, ci sono altre fioriture che forse sono meno conosciute, ma non per questo altrettanto straordinarie. E oggi è proprio di una di queste che vogliamo parlarvi, un tripudio di colori che illumina un’area desertica nel sud della California.

Per ammirarla da vicino dobbiamo raggiungere il Parco Statale del deserto di Anza-Borrego, un’area desertica immensa situata nella parte meridionale del Paese. Su un terreno di oltre 200000 ettari, che rende il parco il più grande della California, si snodano paesaggi meravigliosi dove si alternano palme, calanchi, canyon e colline.

È un luogo bellissimo, Anza-Borrego, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Tuttavia è in primavera che è possibile assistere a uno spettacolo unico e mozzafiato: l’esplosione magica e incantata dei fiori selvatici nel deserto.

I fiori selvatici nel deserto di Anza-Borrego

Fonte: iStock

I fiori selvatici nel deserto di Anza-Borrego

I fiori selvatici tingono il deserto: lo show è imperdibile

Se avete in mente di organizzare un viaggio in California in primavera, non potete non inserire nel vostro itinerario di viaggio anche una visita al deserto di Anza-Borrego. In questo periodo, infatti, i fiori selvatici stanno esplodendo in tutta la loro bellezza, tingendo di meraviglia l’intera area e creando un paesaggio incantato che sembra uscito da un sogno.

Un tripudio di colori, che vanno dal viola al giallo, passando per il rosa e il bianco, ha interamente ricoperto le distese sconfinate di deserto che si perdono all’orizzonte e che si sono trasformate nel palcoscenico di uno spettacolo mozzafiato.

A tenere traccia delle fioriture, e a mapparle tutte, ci pensa la Fondazione Anza-Borrego, che ogni anno mette a disposizione dei visitatori tutti gli aggiornamenti relativi ai fiori selvatici, consigliando il periodo migliore per avvistarli e i luoghi da raggiungere.

California: la fioritura nel deserto

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California: la fioritura nel deserto
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L’incredibile parco che ha vinto un premio prestigiosissimo

C’è un parco bellissimo, istituito nell’ormai lontano 1965, che è appena stato insignito di un prestigioso premio grazie alla sua incredibile biodiversità, ma anche per i suoi servizi ecosistemici a beneficio della popolazione. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Il Parco Nazionale Tingo María in Perù

A vincere il premio come Green Destinations Story Award all’ITB di Berlino nella categoria “comunità fiorenti”, è il Parco Nazionale Tingo María in Perù che ha meritato questo riconoscimento per le sue testimonianze stimolanti e come modello di destinazione sostenibile.

Un luogo meraviglioso e importantissimo dove si punta alla conservazione della biodiversità, ma anche alla possibilità di far usufruire di servizi ecosistemici tutta la popolazione. Non a caso sono state identificate e sviluppate tre nuove opportunità commerciali, e tutte attraverso l’attuazione di pratiche sostenibili.

Uno di questi è il ricorso sostenibile alla farfalla come risorsa naturale per la produzione di artigianato, souvenir e accessori. Sono stati poi individuati protocolli per l’allevamento e la raccolta di api melipone per la produzione di miele e polline con proprietà medicinali e la loro vendita in eco-botteghe.

Infine, sono stati impiegati prodotti locali come caffè, cacao, banane, frutti della passione, camu camu e limoni per la produzione di gelato artigianale, creando così un legame tra i prodotti agricoli e il settore turistico.

Tutto ciò potrebbe sembrare di poco conto, ma la verità è che in questo modo sono state realizzate partnership strategiche con le popolazioni locali al fine di garantire standard di vita qualitativamente elevati e di generare reddito in modo sostenibile, mitigando l’impatto negativo sull’ambiente.

Il Parco Nazionale Tingo María ha primeggiato su altre destinazioni sostenibili come Thailandia, Filippine, Italia ed Estonia. Green Destinations è un’organizzazione globale senza scopo di lucro il cui obiettivo è quello di favorire la sostenibilità delle destinazioni, delle loro imprese e delle loro comunità.

Cosa sono nello specifico i Green Destination Story Awards

Per capire meglio l’importanza di questo premio è necessario comprendere più a fondo cosa sono i Green Destination Story Awards. Essi illustrano le iniziative più promettenti per lo sviluppo del turismo sostenibile e premiano 6 categorie basate sulle proposte presentate al concorso annuale Green Destinations Top 100 Stories 2022, in cui il Perù ha ottenuto 9 riconoscimenti.

Le destinazioni peruviane incluse nella top 100 sono: il Parco Nazionale Bahuaja Sonene, il Parco Nazionale Manu, la Riserva Nazionale Paracas, il Parco Nazionale Tingo María, la Valle del Colca, la Riserva Nazionale Pacaya Samiria, la Riserva Nazionale Tambopata, il Santuario Storico della Foresta di Pómac e l’Alto Mayo Tarapoto. Il Santuario Storico della Foresta di Pómac a Lambayeque è stato inoltre nominato ai Green Destination Story Awards nella categoria governance, conservazione e recupero.

Perù come destinazione sostenibile

Il Perù, nel corso di questi anni, ha preso sempre di più le sembianze di una destinazione sostenibile. Un esempio è appunto il Parco nazionale di Tingo María che si trova a 6 chilometri a sud-ovest della città di Tingo María, nei distretti di Mariano Dámaso Beraún e Rupa Rupa, nella Regione di Huánuco.

È una delle aree naturali protette più antiche del Perù, costituita dalla catena montuosa della Bella Durmiente. Come vi abbiamo accennato prima, ha sviluppato importanti strategie per integrare peculiarità dell’area e conservazione delle sue risorse naturali.

Il turismo è un’attività produttiva di grande impatto sull’economia del Perù, con una variegata offerta di esperienze uniche dedicate ai visitatori. La destinazione è impegnata nella promozione di un turismo responsabile nei confronti del clima, è attenta alla conservazione dell’ambiente e allo sviluppo economico e sociale del Paese.

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Ora puoi vivere in maniera interattiva un’incredibile foresta

La foresta incantata esiste davvero e aprirà i battenti il 1 maggio 2023.

Dream Forest Langkawi, grazie a projection mapping, illuminazione sofisticata e paesaggi sonori ipnotizzanti, trasformerà un sentiero di 1,2 chilometri e una foresta preistorica di oltre cento milioni di anni in un’esperienza coinvolgente e interattiva che racconta il folklore di Langkawi (paradiso tropicale della Malesia) attraverso la magia della tecnologia multisensoriale.

Il fiabesco progetto innovativo che fonde natura secolare e modernissima tecnologia

Dream Forest Langkawi era iniziato nel 2019 subendo, subito dopo, l’interruzione della pandemia.

Si trattava, però, di un progetto molto differente, parte del piano per rivitalizzare il bellissimo ex Kampung Buku (Villaggio del libro) dell’isola di Langkawi, ideato per essere vissuto nel segno di storie separate raccontate attraverso vari mezzi tecnologici in padiglioni singoli.

Con i fatti del 2020, invece, è diventato chiaro che l’industria del turismo e le attrazioni dovessero adattarsi a una nuova normalità: il mondo è cambiato, il modo in cui le persone viaggiano e consumano intrattenimento è mutato, e la sostenibilità culturale e ambientale è diventata un tema ancora più urgente.

Così, Puan Sri Tiara Jacquelina, Presidente e Chief Dream Maker dell’Enfiniti Academy of Musical Theatre and Performing Arts, ha riunito un team tutto malese di talenti creativi e tecnici ripensando il concetto di viaggio e come il percorso di scoperta del viaggiatore potrebbe essere migliorato ed elevato mediante l’uso della tecnologia e dell’automazione, utilizzando il paesaggio forestale naturale nel modo più responsabile e rispettoso possibile.

Il paese delle meraviglie

Alle pendici del maestoso Gunung Raya, il monte più alto dell’isola, la Dream Forest è un autentico paradiso di biodiversità che non dorme mai.

Durante il giorno, infatti, i visitatori hanno l’opportunità di compiere rigeneranti passeggiate nella natura per partecipare all’immersione nella foresta millenaria e trovarsi al cospetto di animali unici come il rospo di Sumatra, i lemuri volanti, le scimmie e numerose specie di bucefari che hanno fatto della foresta di Lubuk Semilang la loro dimora.

Ed è al tramonto che la foresta si trasforma, come per magia, e diventa uno spazio teatrale naturale dove Sang Gedembai, la guardiana della foresta dei sogni, insieme a Eli, Coco e Terra, tre helicopter seeds (particolare specie di albero che produce semi con le ali) ospitano i visitatori, danno il benvenuto per sperimentare e interagire con storie raccontate grazie a magnifiche proiezioni.

La prima storia è “La leggenda di Zigolo di Tasik Dayang” in cui la principessa delle fate Mambang Sari si innamora di Mat Teja, un principe mortale: i visitatori potranno scoprire come la loro storia d’amore agrodolce abbia modellato il paesaggio di Tasik Dayang Bunting come lo conosciamo oggi.

La seconda è “Il racconto di Merong Mahawangsa“: guerriero decorato e principe venerato, Merong Mahawangsa fu incaricato di scortare il figlio dell’imperatore romano in un viaggio per mare per sposare la principessa della Cina. La sua flotta fu intercettata dal temibile e focoso Garuda, determinato a interrompere l’alleanza tra queste due potenze giganti.

Infine, la terza storia, “La leggenda del Giganti di Langkawi” narra che, nei tempi antichi, i giganti vagavano a Langkawi. Due titani muscolosi, Mat Chinchang e Mat Raya erano cari amici, ma un malinteso al matrimonio dei loro figli si trasformò in una vera e propria rissa che quasi decimò l’isola.

Dream Forest Langkawi lavorerà anche a stretto contatto con i principali attori dell’industria turistica malese, tra cui Tourism Malaysia, Langkawi Development Authority (LADA) e associazioni turistiche come Malaysian Association of Tour and Travel Agencies (MATTA), Malaysian Inbound Tourism Association (MITA), compagnie aeree, agenzie di viaggio (OTA) e altri canali di distribuzione a livello locale e internazionale.
Ringraziando Tourism Malaysia, Puan Sri Tiara Jacquelina ha dichiarato: “Sono molto felice di aver ricevuto un forte sostegno anche dalle autorità statali e dalle agenzie governative. Credo che più lavoreremo in tandem e più riusciremo a sviluppare attrazioni entusiasmanti, Langkawi ha il potenziale per essere una delle destinazioni turistiche più popolari in questa regione”.
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Riapre uno dei giardini più belli da visitare in Italia

Rose, tulipani, fiori di loto e ninfee, boschi di alberi antichissimi, come la Grande Quercia con oltre quattro secoli d’età, e giurassici risalenti all’era dei dinosauri, come il ginkgo biloba e la metasequoia, prati e giardini, come il Giardino delle piante officinali ma anche un labirinto in cui perdersi, un tempio, un castelletto, una grotta, un eremo, viali fioriti come il Viale delle rose e il Viale dei tronchi smeraldo e tanti scorci romantici tra giardini acquatici e laghetti fioriti e passeggiate panoramiche: è questo uno degli angoli verdi tra i più affascinanti d’Europa.

Ci troviamo nel Giardino di Sigurtà, un’oasi di 600.000 metri quadrati alle porte di Verona in uno dei borghi più belli d’Italia: Valeggio sul Mincio. Un parco storico da visitare nel modo che più aggrada: a piedi, in bicicletta, a bordo di un golf-cart, di uno shuttle o di un trenino panoramico.

Aperto al pubblico da più di 40 anni, riapre ora i cancelli per la stagione più bello che mai. Il Parco Sigurtà ha una doppia anima: una progettazione all’italiana caratterizzata da disegni geometrici che circoscrivono lo spazio e una all’inglese, che si basa sull’accostamento di elementi naturali e artificiali come grotte, alberi secolari, tempietti dove, chi passeggia, percepisce una natura ordinata anche quando assume un carattere più spontaneo.

parco sigurta

Fonte: Wikipedia/Giulia Balestrieri

Il Viale delle rose a Sigurtà

Tulipani a Sigurtà

Nel 2016 l’evento Tulipanomania che si tiene ogni anno nel parco Sigurtà ha vinto il premio per la “Fioritura più bella d’Italia” e nel 2019 la World Tulip Society ha conferito il premio “World Tulip Destination Worth Travelling For” per l’eccellenza nella promozione e nella celebrazione del tulipano, mentre nel 2022 il premio come “Miglior festival di tulipani 2022 al mondo”.

La fioritura stagionale dei tulipani del parco è la più importante del Sud Europa. Ogni primavera fioriscono oltre un milione di tulipani che, con muscari, giacinti e narcisi, colorano nei mesi di marzo e aprile i manti erbosi e i boschi del parco con spettacoli floreali sempre nuovi.

Fonte: Ufficio Stampa

Tulipanomania a Sigurtà

Non solo fiori e piante

Passeggiando tra i viali e percorrendo i boschi del Parco giardino Sigurtà, ci si può imbattere in diverse specie animali, dagli aironi cenerini che hanno un’apertura alare di quasi 2 metri agli scoiattoli, dalle tartarughe alle carpe koi giapponesi.

E, nella fattoria, ci sono gli animali da cortile come le galline, le anatre, i tacchini, le pecore della Lessinia e gli asini, ma anche le caprette tibetane e i daini.

All’interno del parco, nascosti tra la fitta vegetazione, ci sono anche dei deliziosi edifici. Uno di questi è il Castelletto, uno dei luoghi storici più importanti. Originariamente chiamato Castelletto di Nina, è stato realizzato alla fine del 1700 e utilizzato in passato come Sala d’Armi. Oggi vi sono custodite le memorie letterarie, come la raccolta della rivista “Lo Smeraldo” per cui ha collaborato anche Eugenio Montale, e scientifiche.

Un altro edificio è l’Eremo, in passato chiamato Eremo di Laura. Nascosto in un angolo di pace, questo edificio fu realizzato nel 1792. Ha una facciata ornata da una bifora e all’interno ospita una statua della Madonna. da qui si gode di una meravigliosa vista sul Grande Tappeto Erboso.

Nascosta agli occhi del visitatore è la Grotta di Gianna, circondata da querce e fitti boschi, è stata realizata con pietre e fossili incastonati. Dal 1942 è chiamata Grotta Votiva e Giuseppe Carlo Sigurtà, findatore del parco, dedicò questo angolo di pace alla Madonna di Lourdes.

Infine, nel bel mezzo del Grande Tappeto Erboso si erge il monumento di bronzo dedicato a Sigurtà, alto quasi 4 metri e visibile da differenti punti del parco.

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Fonte: 123rf

Il Parco giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio

La storia del parco

La storia del Parco risale al 1407, quando era un brolo cinto de mura ovvero terre coltivate con foraggi racchiuse all’interno di una muraglia. Nel corso dei secoli ha avuto diverse evoluzioni, come l’ampliamento della superficie e la possibilità di attingere l’acqua dal Mincio, per arrivare al 19 marzo 1978, quando Giuseppe Carlo Sigurtà aprì il Giardino al pubblico. Oggi, gli eredi continuano con dedizione a preservare e a far conoscere questo parco naturalistico, proseguendo il lavoro svolto dai loro antenati.

Dal 2007 è entrato a far parte dei Grandi Giardini Italiani, una rete che racchiude i più bei giardini visitabili d’Italia, mentre dal 2020 è stato inserito nel progetto della Garden Route Italia, volto a valorizzare i giardini italiani, promosso da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia.

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Fonte: @Parco giardino Sigurtà

Il labirinto del Parco giardino di Sigurtà

Info utili per visitare il parco

A partire dal 5 marzo e fino al 12 novembre 2023 il Parco giardino Sigurtà è aperto tutti i giorni (festivi inclusi) dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). Nei mesi di marzo, ottobre e novembre l’ultimo ingresso è alle 17 con chiusura alle 18.

Il biglietto d’ingresso per gli adulti costa 16 euro, per i ragazzi tra i 5 e i 14 anni costa 9 euro mentre è gratuito fino ai 4 anni di età

Nei giorni 10 aprile (Pasquetta), 25 aprile e 1° maggio l’entrata al parco sarà limitata e possibile solo con l’acquisto dei biglietti online. In occasione della Festa della Donna, l’8 marzo l’entrata al giardino sarà gratuita per tutte le visitatrici.

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Fonte: 123rf

Il monumento di bronzo dedicato a Giuseppe Carlo Sigurtà
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Giordania, il meraviglioso Jordan Bike Trail che passa attraverso il deserto

L’avreste mai detto che la Giordania è una delle migliori destinazioni per trascorrere le vacanze in bicicletta? Eppure è così e lo è soprattutto grazie al Jordan Bike Trail, un itinerario di 730 chilometri con conduce alla scoperta del Paese, da Nord a Sud, in 12 macro tappe, tra rovine archeologiche di immenso valore, riserve naturali e villaggi ospitali.

Cosa aspettarsi dal Jordan Bike Trail

Il Jordan Bike Trail permette di avventurarsi lungo sentieri rocciosi e attraversare deserti di sabbia rossa. Il tutto mentre si è accompagnati dall’ospitalità e la cucina beduina, accampandosi nelle aspre montagne abitate da pastori e dai loro greggi, o utilizzando uno dei tanti alberghi presenti.

Con un dislivello di 20.000 metri e suddiviso in 12 magiche tappe, attraversa da Nord a Sud l’intero territorio giordano mentre corre sul crinale dei monti che hanno visto millenni di storia, con luoghi famosi per il Cristianesimo e per le popolazioni che hanno solcato questo territorio.

In sostanza si passa in mezzo ad aree con magnifici resti romani incorniciati dalla natura, intere città riportate alla luce e antichi castelli medievali edificati durante le Crociate, fino alla più che meravigliosa città nabatea di Petra.

Se vi state chiedendo se si può affrontare in autonomia la risposta è sì: la Giordania, oltre a essere un Paese sicuro, è anche abitato da popolazioni nomadi molto ospitali.

Le tappe sono divise in tre grandi aree, ognuna delle quali prevede alcuni stop essendo lunghe diversi chilometri: la regione settentrionale, quella centrale e quella meridionale, ognuna con quattro diversi possibili itinerari.

 Jordan Bike Trail intinerario

Fonte: iStock

Un angolo del Jordan Bike Trail

L’incredibile itinerario

Se il vostro obiettivo è visitare i più famosi siti turistici della Giordania, la regione meridionale è la più caratteristica e sicuramente la più turistica. È quella che arriva a Petra, la città rosa, che attraversa il deserto del Wadi Rum per terminare sul Mar Rosso giordano ad Aqaba.

Selvaggio e avventuroso è l’itinerario del Nord, quello che va da Um Qais a Madaba, che passa tra deserti di roccia, costeggia corsi d’acqua e attraversa wadi e montagne.

Il percorso del Centro della Giordania parte da Madaba e arriva a Shobak, con tappe nelle antiche cittadelle e tra le rovine di castelli.

Itinerario Nord

L’itinerario che attraversa il Nord inizia dai resti della città di Gadara (oggi Um Qais) per poi regalare una tonificante discesa verso la diga di Al Arab. Cominciano subito dopo una serie di strade asfaltate e sterrate in cui ammirare villaggi più piccoli, prima di un’ulteriore lunga discesa verso la Valle del Giordano che è anche il punto più basso del viaggio. Da lì si risale a Pella con i resti di un’altra città della Decapoli per poi percorrere un lunga e lenta salita verso Kufr Rakeb, uno dei cinque distretti metropolitani che compongono il comune di Barqash.

Lasciando Kufr Rakeb si ha la possibilità di salire e scendere tra le famose foreste di querce del nord della Giordania. Qui si può ammirare il castello di Ajloun, una fortezza musulmana del XII secolo, per poi pedalare su una lunga discesa prima di risalire fino ad Anjara. Dopo Anjara direzione Khirbet as-Souq, su un terreno boscoso e ondulato.

castello di Ajloun jordan bike trail

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Il castello di Ajloun

Il percorso continua e arriva sino al Wadi Zarqa, un punto da dove godere di viste impressionanti. Inizia poi una lunga scalata fuori dal canyon: un tratto particolarmente impegnativo durante le giornate calde. Di seguito si scende in un’altra valle per risalire a Rumeimeen, dove sorge una cascata in cui dedicarsi a un po’ di relax, per poi proseguire fino a Fuheis.

A Fuheis prende vita praticamente un altro viaggio: vi lascerete alle spalle le rigogliose foreste del Nord per andare verso una zona più arida, pedalando lungo il bordo della Valle del Giordano. L’arrivo è a Madaba.

Itinerario Centrale

L’itinerario centrale parte da Madaba e permette di attraversare due dei principali wadi della Giordania centrale: Wadi Zarqa-Ma’in e Wadi Hidan. In quest’ultimo vale la pena prendersi un momento per fermarsi e godersi il ​​panorama visibile durante la discesa, ma anche per rilassarsi sotto la piacevole ombra offerta dai diversi alberi presenti. Anche perché, subito dopo, si deve affrontate una lunga salita che conduce a Dhiban.

Il percorso procede, e forse con il tratto più complesso di tutti: bisogna salire ben oltre 1000 metri per raggiungere il bordo opposto del canyon. Il panorama, però, è davvero unico al mondo, così come la serie di piccoli villaggi che caratterizzano la zona. Infine, da Rakin una discesa tecnica, seguita da un’ulteriore salita, scorta nella valle sotto Karak.

Karak vi regalerà altrettanti panorami impressionanti per poi proseguire per alcuni chilometri di strada sterrata attraverso piccoli villaggi giordani e tende di pastori sulla strada per Wad Hasa, l’ultimo dei principali wadi visibili durante questo tratto di Jordan Bike Trail.

Karak giordania

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La vista da Karak

L’Itinerario Centrale giunge poi al suo termine seguendo una pittoresca strada sterrata lungo il bordo del canyon, prima di superare Busayra fino a Dana. A Dana potrete emozionarvi con ampie vedute del Wadi Feynan e poi proseguire su un’altra bellissima valle fino a Shobak e al suo storico castello.

Itinerario Sud

L’itinerario in 12 tappe prosegue verso Sud poiché da Shobak si dovrà pedalare su una strada sterrata lungo la Valle Araba con alcune delle viste più spettacolari dell’intero percorso. Alla fine si salirà sulla King’s Highway e, dopo un’altra breve salita, si raggiungerà il punto più alto del sentiero, poco meno di 1700 metri. In discesa poi verso Little Petra e Petra, con viste meravigliose dei siti.

Da Petra una serie di salite, discese e strade sterrate condurranno in un’ampia area desertica fino ad Abbasiya.

La penultima tappa farà tirare un respiro di sollievo: le impervie salite sono ormai un lontano ricordo. Ma attenzione, rimane da affrontare la sabbia del deserto con i suoi contrafforti di arenaria: il Wadi Rum si comincia a vedere in lontananza, ma bisogna ancora avvicinarsi a Quwayrah e alla Desert Highway. Da lì si arriverà finalmente al deserto monumentale giordano dove organizzare un soggiorno in una tenda beduina.

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Fonte: iStock

Soggiornare nel Wadi Rum

Per ultimo, dalle infinità del deserto a un tratto complesso che conduce a Titen, un villaggio che un tempo apparteneva all’Arabia Saudita. Da questo momento in poi tutto sarà in discesa fino ad Aqaba, costeggiando le meraviglie del Mar Rosso.

Informazioni utili

Ogni tappa del Jordan Bike Trail fornisce informazioni sulle difficoltà dei percorsi, le distanze e il tempo medio di percorrenza, con mappe, file GPX per l’orientamento, dati altimetrici, luoghi di ristoro e per pernottare, trasporti, dove noleggiare le biciclette, la descrizione dei luoghi di maggior interesse che s’incontrano lungo il percorso e suggerimenti vari.

L’organizzazione del Jordan Bike Trail si propone anche di consigliare itinerari alternativi per quei ciclisti che non hanno molto tempo a disposizione per completare i vari percorsi e di fornire le principali informazioni sulla pianificazione del viaggio prima di partire.

È bene sapere, però, che è altamente sconsigliato andare da Sud verso Nord perché il tragitto è stato appositamente esplorato e progettato per essere percorso al contrario. Questo vuol dire che i tratti in salita sono su strada, mentre quelli in discesa o pianeggianti sono su sterrato/fuoristrada ove possibile. Inoltre, non si può entrare nel Wadi Rum provenendo da Aqaba.

Non resta che percorrere questo affascinante Paese a bordo di una bicicletta per scoprirne le sue sfaccettature più autentiche.

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Fonte: @Jordan Bike Trail

Jordan Bike Trail
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Il parco nazionale sommerso sembra un sogno: ecco come visitarlo

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti che per forme, lineamenti e colori assomigliano a paesaggi fiabeschi e onirici che non si possono raccontare, ma solo vivere e toccare con mano. E oggi è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi, un parco nazionale in parte sommerso che si spalanca davanti allo sguardo degli avventurieri che volano negli States e che appare come un sogno a occhi aperti.

Ci troviamo al Dry Tortugas National Park, un parco nazionale statunitense situato nella parte meridionale della Florida, a ovest della città di Key West. È qui, dove tutto ciò che appare assume le sembianze di un piccolo paradiso terrestre, che è possibile vivere un’avventura mozzafiato e unica.

Il parco, infatti, è quasi interamente sommerso dalle acque cristalline e turchesi dalle quali emerge una fortezza, che sembra quasi sospesa sul mare. È lei la principale attrazione della zona, ma non è sicuramente l’unica. Tutto il paesaggio che si snoda intorno è idilliaco ed è qui che è possibile vivere una delle esperienze più esclusive di una vita intera.

Benvenuti al Dry Tortugas National Park

Organizzare un viaggio in Florida, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Il Paese a sud degli Stati Uniti, che confina con l’Atlantico da un lato e con il Golfo del Messico dall’altro, è celebre per le sue chilometriche spiagge bianche bagnate da acque azzurre e cristalline, per la città di Miami, per Orlando e i parchi a tema.

Le cose da fare e da vedere nel Paese sono tantissime, e tutte sono destinate a sorprendere. Ma se è un’esperienza all’insegna della grande bellezza che volete vivere, allora non potete non inserire nel vostro tour della Florida anche una visita al Dry Tortugas National Park, un piccolo ed esclusivo paradiso terrestre accessibile solo in idrovolante o in barca.

Considerato uno dei più affascinanti e suggestivi parchi degli Stati Uniti, il Dry Tortugas National Park è sicuramente il più caratteristico dato che la maggior parte di questo è sommerso sotto le acque dalle mille sfumature d’azzurro che rendono il paesaggio incantato.

Protagonista assoluto del Parco Nazionale della Florida è il Fort Jefferson, una fortezza che accoglie i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, e che si palesa davanti ai loro occhi come fosse un miraggio. L’edificio, che sembra sospeso sull’acqua, fu costruito nel 1800 e nei secoli ha ricoperto diversi ruoli. È stato un forte, una stazione di rifornimento per le navi da guerra e un porto sicuro. Oggi è un pezzo di storia americana che si inserisce in maniera straordinaria nella riserva naturale del Dry Tortugas che comprende la fortezza e le sette isole più a ovest del Paese.

Parco Nazionale Dry Tortugas

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Parco Nazionale Dry Tortugas

Come visitare il parco più esclusivo della Florida

Visitare il Parco Nazionale di Dry Tortugas è un’esperienza che non si può descrivere, ma solo vivere. L’accesso all’area è consentito solo via aerea o via mare e in tutto il parco non sono presenti servizi, quindi è opportuno organizzare nei minimi dettagli la visita.

Raggiungere il parco, dicevamo, è possibile via mare, con traghetti o barche private, oppure in idrovolante, una soluzione questa meno economica, ma sicuramente più affascinante. In questo modo, infatti, è possibile sorvolare tutta l’area e godere di un panorama unico e mozzafiato fatto di strutture abbandonate che incontrano la natura incontaminata e che creano un’atmosfera magica e senza tempo.

Vista aerea sopra il Forte Jefferson, Dry Tortugas National Park

Fonte: iStock

Vista aerea sopra il Forte Jefferson, Dry Tortugas National Park
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Questo luogo è stato scelto dalla Nasa per fare esperimenti

C’è acqua su Marte? Come si vivrebbe sul Pianeta Rosso? La Nasa sta cercando di rispondere a tutte queste domande con un esperimento che viene effettuato in una località amena del Sud della Spagna, il Parco minerario di Riotinto.

La superficie di questo parco è del tutto simile a quella su Marte. Gli studiosi stanno trivellando il suolo alla ricerca dell’acqua e di altri materiali da poter sfruttare, proprio come farebbero nello spazio. Ma senza doverci andare veramente.

Qui, tra odori di zolfo e rame, scorre un fiume dal colore rosso sangue, in un paesaggio fatto di pietre ricche di sfumature gialle, rosse e arancio, che lo rendono simile a quello della superficie di Marte.

Da miniera a banco di prova della Nasa

A Riotinto, dove un tempo di trovava una miniera, oggi si stanno sperimentando strumenti, robot e tecnologie sulla Terra prima di partire alla ricerca della vita su Marte. Gli esperti della Nasa e dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che da tempo ne studiano il terreno, hanno rinvenuto dei batteri che potrebbero addirittura facilitare la nostra presenza sul Pianeta Rosso.

Si sta cercando di capire come potere estrarre tracce di DNA e quindi risalire alla presenza di qualche microorganismo. Gli strumenti in uso alla Nasa sono in grado di scorgere ogni sorta di materiale chimico, come le proteine, i polisaccaridi, gli acidi nucleici ecc.

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Il fiume Tinto in Andalusia

A differenza di Marte, il Parco del Riotinto è attraversato da un fiume, il Tinto. Il colore delle sue acque è dovuto alla forte presenza di ferro. Infatti, qui si trova uno dei più grandi giacimenti minerari della Spagna. I giacimenti di ferro sono stati sfruttati sin dai tempi dei Fenici e abbandonati soltanto negli Anni ‘50.

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Fonte: 123rf

La vecchia miniera di Riotinto in Spagna

A metà dell’800, gli inglesi della Rio Tinto Company Limited portarono centinaia di operai in queste lande desolate dell’Andalusia, le cui tracce si notano ancora oggi nei piccoli villaggi come Bellavista, che è ancora intatto e in perfetto stile Vittoriano.

Visitare Riotinto

I turisti possono visitare il Parco di Riotinto, meglio se all’ora del tramonto, per ammirare il colore rosso fuoco della terra, con un itinerario a bordo di un vecchio trenino d’epoca che risale al tempo in cui qui vi erano gli inglesi.

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Fonte: 123rf

Il trenino che attraversa Riotinto

Gli appassionati di archeologia industriale possono visitare le strutture delle vecchie miniere e la stazione ferroviaria dell’epoca. Per scoprire tutte le vicende di questa terra c’è anche un museo ospitato nel locale che una volta fungeva da ospedale.

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Pulo di Altamura, una voragine nel paesaggio selvatico

È uno degli spettacoli della natura che non ti aspetti, un patrimonio paesaggistico da vivere e da scoprire nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, a sei chilometri da Altamura, la “città del pane DOP”: ecco il Pulo di Altamura, una suggestiva e profonda “voragine nel paesaggio selvaggio”.

Non passa certo inosservata: si tratta della più estesa dolina carsica dell’altopiano dell’Alta Murgia e appare davvero maestosa, sprofondando da 477 metri di altezza e arrivando ai 92 metri di profondità.

Il Pulo di Altamura: la nascita di un meraviglioso anfiteatro naturale

Una meraviglia naturale dal passato millenario di cui, tuttavia, si hanno ancora poche certezze.

Tra le ipotesi più accreditate, il Pulo si sarebbe formato grazie alla natura carsica del territorio: non a caso, nelle vicinanze possiamo osservare altri paesaggi simili, altrettanto interessanti, come il Pulo di Molfetta, il Pulicchio di Gravina e il Pulicchio di Toritto.

Gli squarci nel terreno, quindi, derivano dalla doppia azione chimica e meccanica dell’acqua nella massa rocciosa di natura calcarea, sulla base del fenomeno noto come carsismo.

Tutto il fascino di un luogo a contatto con la natura

La dolina carsica irrompe nel paesaggio dell’Alta Murgia e cattura irrimediabilmente lo sguardo, luogo arcaico immerso nel silenzio e nei profumi della macchia mediterranea, a pieno contatto con la natura.

Appare come una voragine nel terreno plasmata da due lame e pareti verticali dai colori accesi, punteggiate da innumerevoli anfratti e grotte (tra cui le cavità principali, la Grotta I e la Grotta II), abitate dagli ominidi e da quello che venne definito come “Uomo di Altamura“, i cui resti furono rinvenuti nel 1993 dando vita a una delle scoperte paleontologiche più incredibili effettuate in Italia.

La presenza dell’uomo continua poi per tutto il Medioevo e l’età moderna con la pratica di culti e lo sfruttamento di risorse: lo testimoniano i numerosi ritrovamenti umani, i ciottoli incisi e la celebre conchiglia di Cyprea, gioiello dell’antichità.

Come raggiungere il Pulo di Altamura

Il Pulo, magnifico scenario d’Alta Murgia, è la meta ideale per chi ama le escursioni in un contesto insolito e nella quiete più totale.

È raggiungibile a piedi oppure seguendo la pista sterrata sul suo bordo, dove si può parcheggiare l’auto.

Chi desidera avventurarsi lungo il piccolo sentiero, protetto in alcune zone da balaustre in metallo, deve imboccare il bordo della conca sulla destra e iniziare gradualmente la discesa: subito, ecco l’incanto dei vivi colori delle rocce tra cui cresce la campanula pugliese e svettano, forti e rigogliose, le piante di fico.

Sono momenti preziosi, in un luogo ameno e curioso, quasi surreale, da apprezzare, scoprire e ammirare passo dopo passo, una di quelle esperienze che lasciano sensazioni e ricordi indelebili.

Anche la risalita è semplice e tracciata. Prima di tornare al punto di partenza, però, è doveroso scendere i gradini della grotta che si incontra lungo il percorso: il panorama mozzafiato sulla dolina è difficile da descrivere a parole e sprigiona tutta la forza della natura.

La breve e appagante passeggiata si conclude poi lungo gli aridi e inconfondibili prati della Murgia.

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Glamping con vista sullo skyline di New York: l’esperienza mozzafiato

Organizzare un viaggio di breve o di lunga percorrenza è sempre un’ottima idea, indipendentemente dalla destinazione da raggiungere. Queste partenze, infatti, ci permettono di scoprire e riscoprire il mondo che abitiamo, di conoscere le sue meraviglie, esplorare le culture, le tradizioni e le usanze di popoli e Paesi interi.

E se è vero che ogni esperienza sa sempre regalarci emozioni uniche e irripetibili, è vero anche che esistono alcune destinazioni che meritano di essere visitate almeno una volta nella vita. E New York, non abbiamo dubbi, rientra tra queste.

Le cose da fare e da vedere nella cosmopolita città che non dorme mai sono tantissime. Le vie dello shopping, le strade che hanno fatto da sfondo a film e serie iconiche, i grandi grattacieli e il suggestivo Central Park, la scintillante Times Square e il teatro di Brodway: impossibile elencare tutte le bellezze della Grande Mela. Quello che possiamo fare oggi, invece, è suggerirvi di vivere un’inedita esperienza mozzafiato in città, quella di un glamping con vista sullo skyline sfavillante di New York. Pronti a partire?

Un’esperienza mozzafiato a New York

New York, dicevamo, è una di quelle destinazioni da raggiungere almeno una volta nella vita. Le cose da fare sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere e a incantare, a realizzare il sogno americano.

Al di là delle passeggiate tra i grattacieli, dei pranzi sui rooftop, delle visite ai musei e ai luoghi iconici della città, è possibile vivere un’esperienza al di fuori dall’ordinario proprio all’ombra delle luci che accendono e infiammano la Grande Mela.

Basta spostarci di qualche chilometro dalle celebri attrazioni cittadine per raggiungere Governors Island. Si tratta di una piccola isola di appena 172 acri appartenente al distretto di Manhattan. Raggiungibile in traghetto, questa isola è diventata un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini, nonché una grande attrazione turistica per tutti i viaggiatori che giungono in città. Da qui, infatti, è possibile ammirare la grande bellezza che appartiene allo skyline di New York che, come sappiamo, è tra i più affascinanti del mondo.

L’isola è caratterizzata da ampi spazi verdeggianti, da colline artificiali e da parchi e giardini. Le automobili, i motocicli e tutti i mezzi di trasporto a motore sono vietati, questo fa di Governors Island un piccola oasi di pace dove cittadini e turisti si incontrano ogni giorno per allontanarsi dal caos cittadino e per vivere giornate all’insegna della spensieratezza.

Non solo passeggiate e relax però, chi giunge a Governors Island può scegliere anche di trascorrere la notte qui. Sull’isola, infatti, esiste un glamping straordinario che affaccia direttamente sullo skyline di New York. L’esperienza, qui, è unica.

Dormire in tenda con vista sullo skyline di New York, Governors Island

Fonte: Picture Alliance/ Getty Images

Dormire in tenda con vista sullo skyline di New York, Governors Island

Il glamping con vista sui grattacieli di New York

Basta solo 8 minuti di traghetto per raggiungere un luogo straordinario e vivere un’avventura mozzafiato a due passi da New York. L’isola di Governors, infatti, offre tutta una serie di alloggi di lusso posizionati in maniera strategica per garantire la visuale sullo skyline della città e sulla Statua della Libertà a ogni ora del giorno e della notte.

Sono diverse le soluzioni proposte: ci sono le tende, quelle che permettono di campeggiare all’ombra dei grandi grattacieli e che offrono un’esperienza rilassante e rigenerante con vista mozzafiato. E poi ci sono le case, abitazioni autonome e indipendenti dotate di terrazzi che garantiscono una visione diretta sulla maestosa Statua della Libertà.

Si tratta di alloggi di lusso dotati di ogni comfort e pensati nei minimi dettagli. Ma il vero lusso, lo sappiamo, è quello di poter dormire sotto le luci della città più scintillante del mondo.

Il glamping mozzafiato sull'isola di Governors a New York

Fonte: Picture Alliance/ Getty Images

Il glamping mozzafiato sull’isola di Governors a New York
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Il paese degli spazzacamini: un borgo magico in Italia

l’Italia è il Paese dei santi, dei poeti e dei navigatori, ma è anche quello delle bellezze mozzafiato che si palesano davanti agli sguardi dei cittadini e dei viaggiatori che giungono fin qui, dei capolavori artistici e architettonici che sono parte del grande patrimonio culturale, e della natura, del sole e del mare.

Ma l’Italia è anche il Paese dei borghi e dei villaggi, di tutti quei luoghi che sono chiamati a diventare i custodi di tradizioni secolari, usanze e leggende, e storie preziose che si tramandano da secoli.

Ed è proprio uno di questi luoghi che vogliamo raggiungere insieme a voi oggi. Un posto che si trova all’ombra delle trafficate città e dei celebri monumenti, che però sa brillare di luce propria. Un borgo magico, in Italia, che è conosciuto anche come il paese degli spazzacamini.

Un borgo magico nella “Valle dei Pittori”

Ci troviamo nel cuore più autentico del Piemonte, in quel territorio dove il tempo sembra essersi fermato. Proprio qui, tra le sette valli dell’Ossola, e ai piedi delle Alpi Lepontine, c’è un luogo che ha catturato la nostra attenzione.

Si tratta di Santa Maria Maggiore, un borgo alpino considerato una meta imprescindibile per tutti coloro che raggiungono la Val Vigezzo, anche conosciuta come Valle dei Pittori. Proprio questo territorio, infatti, ha dato i natali a moltissimi artisti che proprio a questa valle, e ai suoi panorami, si sono ispirati per creare grandi e celebri capolavori. Ed è proprio qui che ogni anno viaggiatori provenienti da tutto il mondo scelgono di sostare. Per trascorrere il tempo all’insegna della cultura, ma anche per praticare escursioni nella natura e per dedicarsi agli sport invernali come lo sci alpino.

Il borgo di Santa Maria Maggiore, dicevamo, non solo è il principale centro della valle, ma è anche il perfetto punto di partenza per andare alla scoperta del patrimonio naturalistico, culturale e artistico di tutto il territorio. Tuttavia è restando qui, tra le strade del pittoresco centro urbano, che è possibile scoprire una storia antica e mai dimenticata, quella che rende questo luogo il paese degli spazzacamini.

Santa Maria Maggiore, il paese dei pittori e degli spazzacamini

Fonte: 123rf

Santa Maria Maggiore, il paese dei pittori e degli spazzacamini

Il paese degli spazzacamini

Per scoprire le origini di questo appellativo così suggestivo e particolare, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e tornare al 1500. Alcuni documenti storici dell’epoca, infatti, parlano di questo territorio utilizzando il nome di Kaminfeger Tal, che vuol dire appunto valle degli spazzacamini.

E in effetti, ripercorrendo la storia della valle, risulta che molti abitanti del luogo lavoravano proprio come spazzacamini. Un mestiere, questo, molto richiesto dato che per sopravvivere alle temperature alpine tutti accendevano il fuoco dei camini delle abitazioni durante le stagioni più fredde. La storia narra che il loro lavoro divenne così celebre, che questi furono chiamati a raggiungere anche i Paesi del nord Europa.

E se è vero che le proprie origini non si dimenticano mai, questa storia lo conferma. Molti degli spazzacamini che partirono per trovare fortuna, sono poi ritornati nel borgo di Santa Maria Maggiore e proprio qui hanno costruito le loro abitazioni, quelle che sono diventate testimonianza di questa storia.

Tra le facciate decorate degli edifici storici e sui tetti delle case del borgo, fanno infatti capolino diverse installazioni che raffigurano gli spazzacamini, e che mantengono così viva la memoria storica del paese e dell’intera valle. A farlo, però, è anche un museo situato nel parco di Villa Antonia, quello dedicato agli spazzacamini, all’interno del quale è possibile ripercorrere tutta la storia di questo antico mestiere.

Ma non è tutto perché proprio a Santa Maria Maggiore viene organizzato il Raduno degli Spazzacamini. Una celebrazione di questo lavoro che ogni anno ospita migliaia di mestieranti provenienti da ogni parte del globo.