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Malcesine, il borgo sul lago che stregò Klimt

Nell’abbraccio del Monte Baldo e delle azzurre acque del Lago di Garda, Malcesine è uno di quei borghi che rimangono impressi per sempre, una felice combinazione di natura, storia, avventura e scorci impagabili.

Bandiera Arancione del Touring Club, si distingue per il fascino irresistibile, per un’accoglienza di qualità e un’offerta d’eccellenza, per il panorama da favola e per le molteplici attività che propone ai suoi visitatori: dal relax, alle passeggiate, alle escursioni sul Monte Baldo, fino a emozionanti tour in battello e piacevoli pedalate sulle comode piste ciclabili.

Non è un caso che Malcesine, il borgo più caratteristico del Lago di Garda in provincia di Verona al confine con il Trentino, abbia stregato artisti del calibro di Klimt e Goethe: il pittore austriaco ne rimase abbagliato e dipinse due tra i suoi paesaggi più famosi ispirandosi alla sua intramontabile bellezza (“Malcesine sul Lago di Garda”, andato perduto nell’incendio del 1945 al Castello di Immendorf a Vienna e “La Chiesa di Cassone”, conservato presso la Galleria di Arte Moderna a Roma) mentre il poeta tedesco lo racconta nel celebre “Viaggio in Italia” e gli dedica disegni che si possono ammirare al Museo di Storia Naturale del Baldo e del Garda.

Le tappe da non perdere a Malcesine

Una visita all’affascinante borgo sul lago può iniziare dal centro storico, un pittoresco cuore di origine medievale caratterizzato da piazzette e vie acciottolate, le antiche case affiancate l’una all’altra, i muri in pietra, le porte, gli orti, i cortili, gli angoli mozzafiato nonché da osterie, ristorantini, pub, caffetterie, negozi e atelier.

Passeggiare nel raccolto centro consente di vivere appieno l’atmosfera che permea Malcesine, “Perla del Garda”, e raggiungere in poco tempo le sue attrazioni principali quali la Chiesa parrocchiale di Santo Stefano, la Chiesa dei SS.Benigno e Caro detta “della Disciplina”, il Palazzo dei Capitani, il Castello Scaligero e il Porticciolo.

Il Palazzo dei Capitani, edificato tra il Duecento e il Trecento, fu la sede dei capitani scaligeri e, successivamente del Capitano del Lago: oggi, ospita il Municipio e la Biblioteca ed è abbellito dal pregevole affresco nel salone su cui spiccano gli stemmi di Verona, del Capitano del Lago e della Gardesana, dagli scaloni, dalle ampie finestre in stile veneziano e da un poggiolo che dona una vista superlativa sul lago.

Il Castello Scaligero è simbolo indiscusso di Malcesine, in posizione scenografica su di uno sperone roccioso proteso sul lago: costruito con ogni probabilità in età longobarda e riedificato dagli Scaligeri di Verona attorno al Trecento, offre un suggestivo percorso di visita che si snoda tra punti panoramici unici, romantici cortili ed eleganti sale tra cui vanno citate la “Sala Goethe” dove vedere con i propri occhi i disegni realizzati dal poeta durante il suo soggiorno qui e la “Sala delle Galee“, mostra permanente che ripercorre gli usi cui venne destinato il castello nel corso dei secoli e la storia della navigazione sul lago.

Ma non soltanto: la torre del Castello, alta 70 metri, regala un panorama spettacolare sul lago, sul centro storico e al lato occidentale del Monte Baldo, e il Museo di Storia Naturale del Baldo e del Garda documenta, in nove sale, il patrimonio archeologico e naturale della zona tra il Garda e la montagna.

Non dimentichiamo, infatti, che il Monte Baldo, il più occidentale delle Prealpi Venete, veglia Malcesine ed è un altro dei motivi per cui vale la pena raggiungere il borgo lacustre: con un’altezza massima di 2218 metri, si fregia dell’appellativo di “Giardino Botanico d’Europa” grazie alla ricchezza della flora che va dagli ulivi agli oleandri fino alle viti, alla vegetazione mediterranea e alle stelle alpine.

La meraviglia delle spiagge e dei dintorni

Malcesine è una meta perfetta per chi preferisce il lago al mare e desidera rilassarsi in spiaggia: a soli 100 metri dal centro, ecco la Spiaggia di Paina, libera con una zona a pagamento e vari servizi, e poi la raccolta Spiaggia di Posterna, a ridosso del Castello.

Verso sud, si incontrano invece la Spiaggia Val di Sogno, da cui nei giorni di secca si può raggiungere a piedi l’Isola del Sogno, e la Spiaggia del lungolago, entrambe libere.

Esplorando i dintorni, non può mancare il delizioso borgo di Cassone di Malcesine con il fiume Arìl, il più corto al mondo con 175 metri di lunghezza, tre ponti e una cascata, e il Museo del Lago che, tra oggetti di uso quotidiano e attrezzi da lavoro, racconta com’era il passato sul lago.

Anche qui, spiccano due spiagge, a nord e a sud del centro storico.

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Pornic, viaggio in Francia tra relax e natura

Da sempre rinomata per la sua eccezionale bellezza, Pornic vanta una reputazione consolidata come destinazione turistica. Gioiello della Costa di Giada, nella Loira Atlantica, questa popolare località balneare è nota per il suo pittoresco porto di pescatori, il castello medievale e le acque spazzate dal vento che brillano di turchese alla luce del sole. Qui troverete atmosfere medievali, avventure all’aperto e spiagge incantevoli. Il tutto a circa un’ora da Nantes.

Pornic, gioiello della Loira Atlantica

Pornic è quel tipo di luogo che vi fa prendere la macchina fotografica a ogni passo. Passeggiate lungo l’antico porto dei pescatori durante l’alta marea per godere di panorami memorabili, oppure al tramonto per incantarvi davanti al sole mentre scivola nell’acqua. Caffè e ristoranti costeggiano il molo e offrono splendide viste dalle loro terrazze.

Girando la cittadina a piedi ci si imbatte nei vicoli acciottolati e negli edifici medievali del centro storico, per poi incontrare le ville degli anni ’30 che punteggiano la costa. In estate, è possibile salire a bordo del Petit Train, il trenino turistico che consente di ammirare la cittadina da un punto di vista inedito.

Un tour a piedi del porto non è completo senza una visita al Castello di Pornic, arroccato su un promontorio roccioso sulla sponda nord. Costruito originariamente nel X secolo e appartenuto a Gilles de Rais (il famigerato Barbablù), il maniero è stato ampiamente ricostruito e rinnovato nel XIX secolo ed è oggi un monumento storico imperdibile, che affascina con il suo aspetto medievale. Seguite la passerella intorno al castello per ammirare una splendida veduta del porto, oppure addentratevi nei giardini per dare un’occhiata più da vicino alle torrette, alle torri e ai bastioni. La proprietà è privata ma aperta al pubblico, e le visite guidate possono essere prenotate presso l’Ufficio del Turismo o gli stessi proprietari.

Con il suo prestigioso passato e il suo patrimonio, Pornic sta vivendo un innegabile sviluppo, senza perdere di vista la sua ricchezza ambientale. Oramai, il turismo non è più meramente estivo. Con strutture aperte tutto l’anno, tra cui un centro di talassoterapia, un casinò, un campo da golf, complessi alberghieri e una gamma completa di servizi per i privati e le imprese locali, Pornic accoglie i visitatori in tutte le stagioni.

Le spiagge di Pornic e della Costa di Giada

Più di 10 km di costa e almeno una dozzina di spiagge di sabbia dorata fiancheggiano la città di Pornic, dalla selvaggia Plage de l’Etang, la sua sabbia color arancio e tante insenature mozzafiato, alla popolare Plage de la Source, dove un tempo si trovava l’ex Casinò di Gourmalon, e sulla quale oggi si affacciano tre ristoranti e il centro di talassoterapia.

Se desiderate esplorare anche i lidi nei dintorni, la Bandiera Blu (ottenuta secondo criteri internazionali) sventola su quasi tutti i litorali della Costa di Giada, un vero paradiso per gli amanti del mare e dei paesaggi mozzafiato. Potete ad esemoio praticare sport acquatici alla vasta spiaggia di Tharon, nel comune di Saint Michel-Chef-Chef, fare il bagno a La Plaine Sur Mer oppure optare per l’unico lago marino della Loira Atlantica, quello di Plan d’eau a La Bernerie-en-Retz.

Escursioni mozzafiato a piedi o in bicicletta

Pornic è anche un piccolo paradiso per gli amanti delle escursioni, con circa 45 chilometri di sentieri costieri, da esplorare sia a nord che a sud della cittadina francese. Potrete ammirare le tradizionali pêcheries in legno (capanne da pesca su palafitte), mentre seguite gli itinerari tortuosi fino ai belvedere sulla scogliera, poi raggiungere le insenature sabbiose per remare tra le onde.

Se preferite esplorare Pornic in bicicletta, sarete accontentati dalla famosa Vélodyssée, la ciclovia segnalata più lunga di Francia. Si estendende per oltre 1200 km tra Roscoff in Bretagna e Hendaye lungo la Costa Basca, costeggiando il litorale atlantico. Noleggiate una bicicletta ed esplorate i tratti panoramici da Pornic a Saint Brévin o Les Moutiers en Retz. Sarete conquistati da ogni scorcio.

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Tra mare e rocce, un paradiso italiano: la Grotta di Nettuno

È una meraviglia del creato, un paradiso terrestre fiore all’occhiello della città di Alghero e di tutto il Mediterraneo: la Grotta di Nettuno, “ricamata” dalla natura, rifugio da sempre del dio del mare, è un luogo da ammirare con i propri occhi almeno una volta nella vita.

Tra le falesie a strapiombo sul blu del promontorio di Capo Caccia, a 24 chilometri dalla città, la Grotta risale a ben 2 milioni di anni fa e si presenta come una delle cavità marine più grandi d’Italia, disegnata da incredibili formazioni carsiche, una candida spiaggia e un maestoso lago sotterraneo, con uno sviluppo orizzontale di quattro chilometri allo stesso livello del mare.

Scoperta probabilmente da un pescatore algherese alla fine del Settecento, è oggi un gioiello che attrae, ogni anno, più di 150.000 visitatori provenienti da tutto il mondo (e non è difficile immaginare il perché).

Tutto il fascino dello splendido itinerario turistico

L’entusiasmante itinerario turistico al cospetto della magnifica Grotta di Nettuno è di circa un chilometro percorrendo il sentiero appositamente ricavato lungo il costone laterale.

Dall’ingresso, drappeggiato da stalattiti e stalagmiti, la prima tappa mozzafiato è il Lago La Marmora, trasparente lago salato annoverato tra i più grandi d’Europa, con la bellissima spiaggia sabbiosa, un tempo ricoperta da piccoli ciottoli e, per questo, chiamata “Spiaggia dei Ciottolini”.

Al centro, svetta l’Acquasantiera, monumentale stalagmite di due metri nata dallo stillicidio eterno come la Grotta: sulla sua sommità, ecco alcune piccole vaschette dove si raccoglie l’acqua dolce, preziosa fonte per gli uccelli che nidificano nell’area marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana nel cuore del Parco di Porto Conte.

Percorrendo una leggera discesa, si raggiunge la “Sala delle Rovine“, ornata da imponenti stalattiti, e subito dopo la “Sala della Reggia” dove è impossibile non rimanere estasiati: uno spettacolo magico, reso ancora più emozionante dalle cristalline acque del lago che fanno da specchio a colossali colonne che si ergono fino al soffitto per nove metri, quasi lo sorreggessero.

Tra intarsi, lavori a traforo, mosaici e un lusso armonico e simmetrico, si erge un’immensa colonna di 18 metri mentre, sul fondo del lago, tra festoni calcitici e grandi colate, spicca la forma stalagmitica “Albero di Natale”.

Proseguendo, si incontra la Sala Smith con la colonna più imponente della Grotta, il Grande Organo, le cui colate assomigliano, appunto, alle canne di un organo, e poi la Cupola, formazione dalle pareti lisce unite al soffitto con una colonna che ricorda la cupola di una Cattedrale.

Dopo averne ammirato la maestosità, è il momento della Sala delle Trine e dei Merletti, adornata da frange, merletti, delicati intarsi e, infine, della Tribuna della Musica, balcone dalla vista panoramica unica dall’alto sulla Grotta di Nettuno.

Come raggiungere la Grotta di Nettuno

Tappa imperdibile durante un soggiorno ad Alghero, la Grotta di Nettuno è raggiungibile con due itinerari, uno via terra e uno via mare.

Via terra, sono circa trenta minuti di auto da Alghero seguendo la SS127bis e poi la Strada Provinciale 55 per arrivare al punto più estremo del promontorio di Capo Caccia dove si trova l’ingresso alla Escala del Cabirol (Scala del Capriolo) con i suoi 654 scalini ricavati nella roccia.

È possibile anche servirsi dei mezzi pubblici con un autobus extraurbano giornaliero che parte dal terminal principale di via Catalogna ad Alghero (durata del viaggio 50 minuti).

Via mare, le imbarcazioni partono ogni giorno dal molo di Cala Dragunara a Porto Conte o dal porto turistico di Alghero con un viaggio di 40 minuti che consente di ammirare la costa, i promontori rocciosi di Punta Giglio e Capo Galera, e la magnifica Riviera del Corallo tra la natura selvaggia e incontaminata.

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In Italia esiste un parco dove svettano enormi funghi di pietra

Di formazioni rocciose bizzarre l’Italia ne è piena, ma queste di cui vi stiamo per parlare sono davvero simpaticissime, così tanto che si fa fatica persino a credere che siano vere: in un bellissimo parco del nostro Paese svettano fieri nei cieli degli enormi funghi di pietra.

La Riserva dei Ciciu del Villar

Il posto in questione si chiama Riserva dei Ciciu del Villar, un’area naturale protetta del Piemonte, e più precisamente in località Costa Pragamonti, nei pressi dell’abitato del comune di Villar San Costanzo, in provincia di Cuneo.

Ciciu è una parola che ha molto da dire: è un termine dialettale piemontese che significa “pupazzo” o “fantoccio”, un po’ come effettivamente potrebbero sembrare queste particolari formazioni geologiche.

Esse, infatti, oltre a rappresentare quasi “un unicum” nel patrimonio ambientale piemontese, si caratterizzano per essere delle colonne di roccia, frutto di anni di erosione, a forma di fungo (sì, hanno persino il “cappello” tipico). Un curioso fenomeno naturale che risale, molto probabilmente, al termine dell’ultima era glaciale. Un’azione erosiva che, se dobbiamo essere del tutto onesti, non si è ancora fermata per via delle piogge e dei conseguenti rigagnoli che si formano.

Nel 2000 è stato effettuato un approfondito studio che ha evidenziato alcune interessanti curiosità: la presenza di almeno due diverse generazioni di colonne di ciciu, e un totale di circa 479 formazioni concentrate in un’area di approssimativamente 0,25 chilometri quadrati. Per quanto riguarda le dimensioni, anche lì la natura ha pennellato come meglio ha creduto: le colonne più basse misurano mezzo metro, quelle più alte arrivano persino ai 10. Il “cappello” che poggia sopra le colonne, ossia l’elemento definitivo che le fa sembrare per l’appunto dei funghi, può invece arrivare anche a 8 metri.

Luogo di misteriose leggende

Un posto così peculiare non può di certo essere esente da misteriose e curiose leggende. Con il passare dei secoli ne sono nate tantissime: alcune sostengono che questi funghi di roccia siano il risultato di incantesimi, altre che siano dei veri e propri miracoli.

Un storia in particolare narra che, in tempi antichissimi e persino difficili da pronunciare, le masche, ossia le streghe del folclore piemontese, furono trasformate in queste formazioni rocciose a seguito di un uragano che interruppe il rito magico di un sabba.

La più diffusa, e più credibile per la popolazione, sostiene che i ciciu siano venuti alla luce a causa di un miracolo di San Costanzo, un legionario romano che venne martirizzato durante la persecuzione dei cristiani dell’imperatore Diocleziano. San Costanzo approdò sul monte San Bernardo in quanto perseguitato da 100 soldati che volevano ucciderlo. Una volto arrivato si voltò verso i legionari ed esclamò: “O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra! In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!”; fu così che nacquero i ciciu.

Cosa vedere presso la riserva

Oltre a queste gigantesche e peculiari formazioni di pietra, presso la Riserva dei Ciciu del Villar è possibile “perdersi” grazie alla presenza di diversi percorsi e  sentieri che conducono alla scoperta del suo prezioso e interessante patrimonio naturalistico.

Questo incredibile giardino che potremmo definire roccioso è infatti popolato non solo da queste rocce con un cappello, ma anche da querce roverelle e castagni ,insieme a circa 300 specie floristiche diverse. Una vegetazione che, come vuole la natura, rallenta l’attuale azione erosiva proteggendo così i ciciu.

Al contempo, con un po’ di fortuna è possibile osservare anche tanti animali tipici della zona tra cui il picchio muratore, il picchio rosso minore, il picchio verde, la cincia dal ciuffo e la cinciarella, il codibugnolo, il fiorrancino e molto altro ancora. Fra i mammiferi non si possono non citare i tanti ghiri, così come gli scoiattoli, volpi, cinghiali, caprioli, donnole, faine e tassi.

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In questo luogo la natura ha scelto di conservare il suo cuore

Ogni giorno ci mettiamo in viaggio per andare alla scoperta dei capolavori che popolano il mondo che abitiamo, raggiungendo quei luoghi che sono stati trasformati da Madre Natura nel palcoscenico dei suoi spettacoli più belli.

Cascate maestose, scogliere scoscese, boschi lussureggianti e dedali di rocce profonde sono solo alcune delle meraviglie straordinarie che compongono il patrimonio naturalistico del nostro pianeta e che con gli anni si sono trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche destinate a incantare.

Eppure c’è un luogo che, più di altri, restituisce quella che è la visione più strabiliante di sempre. Un segreto che Madre Natura ha deciso di custodire in Nuova Caledonia, proprio lì dove ha lasciato il suo cuore.

Il cuore di Madre Natura in Nuova Caledonia

Ci troviamo nel cuore del Pacifico, tra le straordinarie e paradisiache isole che caratterizzano la Nuova Caledonia. Meta prediletta degli amanti della natura, questo territorio francese è un microcosmo di meraviglie destinato a incantare.

Le spiagge straordinarie, puntellate da palme e da specie autoctone, e bagnate da un’acqua cristallina e turchese, sono la cornice perfetta di una delle esperienze più sensazionali di una vita intera. Tutto intorno, invece, si snoda una laguna suggestiva che ospita migliaia di esemplari di flora e di fauna che popolano i fondali trasparenti.

Ed è proprio in questo paradiso terrestre, dove tutto parla di bellezza e meraviglia, che la natura ha lasciato la sua impronta. Sulla costa ovest di Grande Terre, l’isola maggiore dell’arcipelago della Nuova Caledonia, possiamo ammirare il cuore di Voh. Si tratta di una radura fitta e verdeggiante caratterizzata da mangrovie che restituisce il suo profilo più bello dall’alto, quello che assume la forma di un cuore. Ecco come raggiungerlo.

Come ammirare il cuore di Voh

Il suo nome è cuore di Voh ed è in assoluto la più bella cartolina di viaggio mai vista fino a questo momento. Situato sulla costa ovest della Grande Terre, a circa 300 chilometri da Nouméa, questo cuore porta la firma indelebile di Madre Natura.

Si tratta in realtà di una radura di mangrovie circondata dalla laguna che si snoda per 4 ettari, e che assume la caratteristica forma di un cuore. A rendere famoso in tutto il mondo questo lembo di terra è stato il fotografo Yann Arthus-Bertrand che nel 1999 ha diffuso questa suggestiva istantanea che è stata proclamata all’unanimità come uno dei paesaggi più belli del mondo.

Per ammirare la versione più bella del cuore di Voh, il consiglio è quello di sorvolare l’area per poter osservare il paesaggio verdeggiante, i cui confini sono segnati dall’azzurro del mare, che restituisce una visione sublime e incantata.

Per farlo potete prendere parte alle numerose escursioni organizzate da tour operator locali. Una volta in volo, il consiglio è quello di aguzzare bene la vista e di scorgere ogni dettaglio di quel meraviglioso panorama che si apre proprio sotto il velivolo.

L’alternativa, invece, è quella di percorrere a bordo di un fuoristrada o a piedi i sentieri che portano al massiccio di Katepai, un punto strategico e panoramico dal quale scorgere la meravigliosa visione del cuore di Madre Natura.

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Parco del Retiro, un’oasi verde nel cuore della città

C’è un gioiello verde incastonato nel cuore di Madrid. Il Parco del Retiro non è solo il parco più importante della capitale della Spagna, ma anche il luogo preferito dalla gente del posto e dai turisti, perché ha tantissimo da offrire oltre alle passeggiate nella natura. Un paesaggio culturale urbano, ricco ed eterogeneo, dinamico e in continua evoluzione, riconosciuto come Paesaggio Culturale del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, insieme al Paseo del Prado. Scopriamolo.

Parco del Retiro, tra alberi secolari e attrazioni uniche

Il Parco del Retiro (o Parque del Buen Retiro) si estende per 125 ettari e ospita oltre 15.000 alberi, il che ne fa una preziosa oasi verde nel centro di Madrid. Dal 2021 è stato inserito nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità, insieme al Paseo del Prado. Alcuni dei suoi giardini sono di notevole interesse botanico, come il Jardín de Vivaces, i Jardines de Cecilio Rodríguez – giardini classicisti con un tocco andaluso, i Jardines del Arquitecto Herrero Palacios, la Rosaleda (il roseto) e il Parterre Francés con il Cipresso calvo, l’albero più antico della città, che si pensa abbia 400 anni.

Qui si può passeggiare per ore tra i viali alberati, fotografare eleganti architetture, prendere un caffè in una terrazza all’aperto o noleggiare una barca a remi per trascorrere momenti romantici sul lago artificiale più famoso di tutta la Spagna. In questo scenario naturale si incontrano sculture e fontane importanti. A cominciare dal monumento ad Alfonso XII, progetto dell’architetto José Grasés Riera, che questa primavera inaugura un belvedere da cui godersi una splendida vista sulla città. Ci si imbatte poi nel Reservado de Fernando VII, situato all’incrocio di Calle O’Donnell e Calle Menéndez Pelayo, che comprende la Casa del Pescador, la Montaña Artificial e la Casa del Contrabandista, che oggi ospita il Florida Park, un moderno multispazio dedicato al tempo libero e all’ospitalità che per anni ha ospitato un salone delle feste.

E ancora, si possono ammirare la statua El Ángel caído, l’unica scultura al mondo che rappresenta il diavolo, la fontana delle Galápagos, che ricorda la nascita di Isabella II, il sorprendente Eremo di San Pelayo e San Isidoro, il Bosque del Recuerdo (Bosco del Ricordo) e il Teatro de Títeres (Teatro delle marionette), unico nel suo genere in Europa, con un programma stabile ogni fine settimana.

Tra i suoi elementi architettonici e storici più importanti:

  • l’Estanque Grande (lago grande) che propone varie attività, tra cui barche a remi, barca solare e aula solare e la Scuola Comunale di Canoa, rivolta a bambini e ragazzi tra i 7 e i 17 anni
  • Palacio de Velázquez e il Palacio de Cristal, entrambi attualmente utilizzati come sale espositive. Il Palacio de Cristal è uno dei principali esempi dell’architettura del ferro in Spagna, un padiglione romantico creato per ospitare una mostra di piante esotiche all’Esposizione delle Filippine del 1887

Natura, cultura, sport e relax: ce n’è per tutti i gusti

Annoiarsi al Parco del Retiro di Madrid è praticamente impossibile, tante sono le occasioni di svago, relax e divertimento per adulti e bambini, oltre che per gli amanti dello sport. Tra le tappe da non perdere, ci sono il Centro Sportivo Municipale La Chopera, il Centro Culturale Casa de Vacas, la Biblioteca Pubblica Municipale Eugenio Trías e l’Osservatorio Meteorologico recentemente restaurato. Se siete appassionati di botanica, resterete a bocca aperta davanti al cipresso di Montezuma (o ahuehuete), probabilmente l’albero più antico di Madrid.

Nei dintorni si può noleggiare una bicicletta per godersi il parco su due ruote, mentre se volete fare una sosta, potete concedervi una pausa in uno dei suoi chioschi e terrazze. Il Parco del Retiro ospita anche alcuni degli eventi più importanti di Madrid, come la Fiera del Libro e lo spettacolo pirotecnico di San Isidro.

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Tuffarsi nelle acque limpide del primo parco marino al mondo

Era il 1963 quando il Parco nazionale di Port-Cros, nel Sud della Francia, veniva dichiarato primo parco marino al mondo. Sono passati sessant’anni, ma resta ancora uno degli angoli più incontaminati d’Europa.

Un paradiso unico in Europa

Questo parco è un vero paradiso ed è unico al mondo. Formato da piccole isole, promontori, insenature, cale e “praterie” sommerse di posidonia e gorgonie, è il paradiso delle vacanze. L’arcipelago di isole che ne fa parte è ricco di insenature segrete dalle acque limpidissime, di spiagge di sabbia argentata e di fitte foreste di macchia mediterranea.

Qui si ha l’opportunità di scoprire un concentrato dell’esuberante biodiversità mediterranea. Il parco, infatti, è la casa di molte specie protette, acquatiche e terrestri. Tappa preferita degli uccelli migratori, vi trovano rifugio pulcinelle di mare, fenicotteri rosa e uccellini di ogni specie, che fanno della vegetazione delle isole la loro casa temporanea tra orchidee e ulivi, mentre l’ambiente marino regala ogni giorno una sorpresa.

È facile imbattersi in delfini, barracuda e persino in qualche balena. E chi ama fare immersioni, potrà immergersi tra i coralli e circa 180 specie di pesci diversi e insinuarsi nei canyon, come il canyon di Stoechades, profondo 2500 metri, e tra i sentieri sottomarini.

Un primato di cui vantarsi

Per riuscire a mantenere il suo primato e preservare le famose isole d’Oro o isole di Hyères – Porquerolles, Port Cros e Le Levant – sono state prese alcune misure che ancora oggi vengono rispettate da chi visita il parco: un numero massimo di visitatori che possono raggiungere al massimo 6mila unità giornaliere sull’isola di Porquerolles e una zona, quella dell’isola di Port Cros, dove alle imbarcazioni è vietato gettare l’ancora in qualunque periodo dell’anno, per tutelare la posidonia e l’intero ecosistema.

Quando andare alle isole d’Oro

Il periodo migliore per andare alla scoperta del Parco nazionale e delle sue isole è nei mesi poco affollati e quindi prima o dopo i mesi di luglio e agosto. In bassa stagione, se così la si può definire, visto che nel Sud della Francia non fa mai troppo freddo neppure d’inverno, si può raggiungere l’isola di Porquerolles, una delle più belle del Mediterraneo, con il traghetto, noleggiare una bicicletta e pranzare in uno dei ristorantini spendendo pochissimo. Per chi desidera pernottare, poi, anche i prezzi degli alberghi sono molto convenienti prima che arrivi l’alta stagione.

Cosa fare nel Parco nazionale di Port-Cros

Le attività che si possono fare nel parco sono tantissime sia su terra sia nell’acqua. Si possono esplorare le isole a piedi o in bicicletta, seguendo il sentiero litorale o addentrandosi nelle fitte pinete. Si può anche scoprire la costa di Porquerolles pagaiando con un kayak ammirando i diversi paesaggi che alternano spiagge sabbiose a coste scoscese o fare snorkeling con pinne e maschera, esperienze che si possono fare anche accompagnati da una guida del posto.

Sull’isola di Port-Cros si può invece esplorare il paesaggio selvaggio passando anche per il piccolo villaggio e dal forte di Estissac per poi rilassasi su una delle due grandi baie.

 

 

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Lago du Mei, un piccolo gioiello in un bosco da favola

A 20 minuti in macchina da Genova Voltri e poco più di 5 dallo stadio di Arenzano, un piccolo gioiello di wild swimming è contenuto in uno prezioso scrigno – un trekking alla portata in un bosco da favola.

Dopo aver parcheggiato in Via Monte Camula in comune di Cogoleto (GE), proseguo a piedi fino ad una pensilina in legno: dei 3 sentieri che partono da qui prendo quello centrale che si segue fino al Rio Lerca, ci vogliono 30-35 min (vedi più avanti Info Pratiche).

Entro subito in un fitto bosco che gradualmente mi allontana dalla civiltà: eriche arboree, frassini e pini marittimi mi accompagnano prima in piano, e poi in salita.

Ordinati borghi in lontananza, dal sentiero per il Lago du Mei
Ordinati borghi in lontananza, dal sentiero per il Lago du Mei

Il cammino non mi annoia, riservandomi panorami marini, che spaziano tra castelli diroccati e ordinati borghi, fino a raggiungere il culmine in un punto panoramico.

Le Carbonaie

Nel cammino noto le tracce di una vecchia carbonaia, fornaci rurali dove la gente bruciava lentamente il legname per produrre carbone. La carbonaia si presentava come una catasta di legna rivestita di terra, di forma conica, con un foro alla sommità che fungeva da camino. Occorrevano diversi giorni e notti di duro lavoro perché la carbonaia diventasse un cumulo di carbone, perché il fuoco andava sorvegliato costantemente. 

Castelli diroccati invasi dalla vegetazione
Castelli diroccati invasi dalla vegetazione

Quando la carbonaia era “cotta”, foglie e terra venivano rimosse e il carbone veniva recuperato, sistemato in sacchi e trasportato a valle per essere venduto o utilizzato in famiglia. 

Il rumore dell’acqua

Dopo il culmine della salita, la traccia inizia a scendere, prima dolcemente poi più decisamente: qualcosa mi fa pensare di aver cambiato versante, sono circondato da profumati alberi di alloro e sembro essere finito in un sentiero raramente calcato dall’uomo. 

Ma non è questo: il fatto è che improvvisamente riesco a sentire il rumore dell’acqua, dapprima remoto, poi sempre più vicino, del Rio Lerca. 

I panorami marini al culmine della salita
I panorami marini al culmine della salita

Il sentiero esce dal bosco in corrispondenza del greto di questo torrente, proprio dove sorge quello che localmente è conosciuto col nome di Lago du Mei: un laghetto di diametro pari a 15 metri, profondo oltre i 3, e incastonato in un anfiteatro che sembra scolpito dall’uomo. Come un Colosseo naturale, le sue pareti digradano nella zona a valle per permettere l’uscita del Rio Lerca dalla incredibile vasca naturale disegnata al suo interno. 

Una meravigliosa “marmitta dei giganti”, per usare il verbo dei geologi: nei riottosi torrenti di montagna, quando l’acqua scorre impetuosa, magari a causa dello scioglimento dei ghiacciai al termine di una glaciazione, si possono creare vortici in cui l’acqua sfreccia a 200 km/h, scavando nei millenni la roccia fino a regalarci vasche circolari di notevoli profondità. Una splendida cascata alimenta questa meraviglia della natura.

Non c’è molta spiaggia qui, ma massi lisci su cui sostare. 

Il meraviglioso Lago du Mei
Il meraviglioso Lago du Mei

Dalle foto l’acqua appare scura, perché in ombra, ma è normalmente verde e cristallina. Il sole visita il Lago du Mei fino al primo pomeriggio – non fate come me – concedetevi questo meraviglioso wild swimming di mattina!

Info pratiche

🚗 Uscita Arenzano della A10, si continua sulla Aurelia (SS1) verso Cogoleto/Savona che si lascia quasi subito per prendere Via Pian Masino a destra (indicazioni per zona industriale) e poi Via Val Lerone, che si lascia seguendo alcuni cartelli della zona industriale (DIMHORA) verso sinistra. Si attraversa un torrente e si gira nuovamente a sinistra su Via Bordin che si segue fino alla fine per poi prendere Via Colombo/SP78 a destra. Si segue la SP78 passando una galleria nei pressi dell’abitato di Lerca (GE), si supera il km 3 e si prende poi a destra in salita Via Vallescura e al bivio Via Monte Camula a sinistra. Si parcheggia poco oltre in uno spiazzo sulla sinistra (44.408367, 8.636476) di fronte ad una zona recintata con rete sorretta da pali di legno, ci stanno 5-6 macchine.

👣 Si prosegue a piedi su Via Monte Camula fino ad una pensilina in legno: dei 3 sentieri che partono da qui si prende quello centrale, non segnato, che si segue fino al Rio Lerca, ci vogliono 30-35 min. Si evitano nel cammino 2 svolte secondarie in discesa a destra, optando sempre per la traccia in salita e a sinistra.

Nell’ultimo tratto, subito dopo un piccolo spiazzo, il sentiero finisce su una frana con grossi sassi instabili: cercate una traccia alla vostra sinistra perché aggira la frana e, zigzagando un po’, stempera il dislivello fino a destinazione (44.415920, 8.635481). 

Questo splendido trekking (1,15 km) è fattibile dalla maggior parte delle persone e anche dai bambini, se autonomi nella camminata, ben equipaggiati e aiutati. Dislivello: 80 m in salita, 60 in discesa.

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Kranj, la città con un canyon in centro

Considerata la capitale delle Alpi slovene, la splendida città di Kranj ha un fascino tutto particolare: non è solamente un luogo ricco di storia, arte e cultura, ma anche un’oasi dove la natura non ha mai veramente ceduto il passo all’uomo. Divisa in due dai fiumi Sava e Kokra, quest’ultimo ha lasciato sul territorio un’impronta ben precisa. Nel corso dei millenni, ha infatti scavato un profondo canyon che oggi spicca al centro della città, un capolavoro naturale come non si trova (quasi) in nessun altro posto al mondo.

Kranj, il canyon in centro città

Sembra incredibile che un paesaggio così suggestivo si trovi a due passi da noi: Kranj è una delle più belle città della Slovenia, terza per grandezza dopo Lubiana e Maribor. Incastonata ai piedi del Monte Triglav, la cima più alta delle Alpi slovene, è davvero bellissima. Il centro storico è stato modellato sulla base dei due fiumi che lo attraversano, regalando un vero e proprio spettacolo. In particolare, è il Kokra a dare vita ad un’opera naturale meravigliosa: si tratta di una gola rocciosa che divide in due l’abitato storico, il secondo canyon urbano più profondo presente in tutta Europa.

Lungo le rive del fiume vive un habitat molto speciale, fatto di boschi selvaggi e alberi da frutto che crescono spontaneamente – da cui la popolazione ha imparato a ricavare alcune vere prelibatezze. Ad un certo punto, il paesaggio cambia completamente: il verde rigoglioso lascia spazio al bianco della roccia che sprofonda per decine di metri a picco sull’acqua spumeggiante. È un canyon mozzafiato, disegnato da secoli di erosione. Lo si può percorrere grazie ad un bellissimo sentiero che si addentra nella gola, o affrontando una passerella sospesa da cui si gode di una vista incredibile.

Forte dell’emozionante spettacolo di cui il canyon è protagonista, Kranj è diventata una meta turistica molto apprezzata. Sono tanti i visitatori che la scelgono proprio per poter passeggiare nella natura incontaminata, ammirando il panorama della gola urbana. Per i meno esperti, è possibile persino fare una visita guidata alla scoperta della fauna e della flora che caratterizzano questo angolo di paradiso. E in estate, turisti e cittadini trovano refrigerio dall’afa proprio tra le pareti rocciose, sempre nel massimo rispetto dell’habitat naturale.

Cosa vedere a Kranj

Quali sono le altre bellezze di questa città della Slovenia, oltre al canyon urbano? Il centro storico è una vera sorpresa: tra piccole chiesette e tanti edifici storici, spicca il Castello Kieselstein. Costruito attorno alla metà del XVI secolo per volere dei conti di Ortenburg, ha subito numerosi restauri sino ad ottenere il suo aspetto attuale. Maestoso e bellissimo, oggi ospita l’esposizione permanente del museo regionale della Gorenjska, per fare un tuffo indietro nella storia di Kranj. I meravigliosi giardini sono invece la location ideale per concerti e altre manifestazioni.

A due passi dalla città, a portata di bici, c’è poi un luogo magico: si tratta dell’Udin Boršt (la foresta di Odino), un rigoglioso bosco da esplorare grazie ai tantissimi sentieri per il trekking. È il posto ideale per trascorrere qualche ora al fresco, durante le caldissime giornate estive. Infine, un’ultima tappa ci conduce nientemeno che sottoterra, tra le gallerie costruite in tempo di guerra per proteggere la popolazione dai bombardamenti. È come fare un viaggio nel tempo, con numerose testimonianze di come la vita quotidiana durante la Seconda Guerra Mondiale fosse difficile.

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Il glamping più bello si fa nel Chianti, dormendo in un bus americano

Le esperienze di viaggio, quelle uniche, irripetibili e sensazionali, ormai lo sappiamo, passano anche per gli alloggi. Tutto merito delle case, delle baite, dei campeggi e delle strutture ricettive che, per offerte, posizioni e servizi, permettono agli avventurieri di realizzare i sogni di una vita. Se poi questi alloggi sono immersi nella natura, e in quelli che sono i paesaggi più belli e suggestivi del mondo intero, allora, dormire in questi luoghi si trasforma davvero in un’esperienza straordinaria.

Ed è proprio quella che si può vivere all’interno di un glamping originale e incredibile, che permette ai viaggiatori di dormire in un bus americano restaurato. Per farlo, però, non dovrete volare per forza dall’altra parte del mondo perché questo american bus si trova in Italia, in uno dei luoghi più incantati del BelPaese. Pronti a partire?

Un glamping da sogno nel Chianti per avventure uniche

Organizzare un viaggio nel Chianti, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. L’entroterra toscano, che si snoda tra le provincie di Firenze e di Siena, è uno dei luoghi più suggestivi del BelPaese e non è un caso che proprio qui giungano ogni giorno centinaia di persone provenienti da ogni parte del mondo.

Questo territorio, infatti, ospita tutta una serie di paesaggi evocativi caratterizzati da sinuose colline verdi, da distese sterminate di vigneti che si perdono all’orizzonte e da piccoli borghi che conservano le tradizioni secolari di questa terra. Attraversare questo territorio è un po’ come immergersi in uno scenario da cartolina che che lascia senza fiato.

Se avete quindi in mente di organizzare un viaggio nel Chianti, per perdervi nella bellezza rara della natura, e circondarvi dai colori suggestivi che cambiano con il trascorrere delle stagioni, non dovreste rinunciare alla possibilità di dormire all’interno di un glamping davvero unico.

L’Orlando in Chianti, questo il suo nome, è un glamping resort situato nel cuore della Toscana che offre alloggi unici, particolari e originali. Oltre e case mobili e tende, infatti, c’è una collezione di strutture davvero inedite che consentono di vivere una vacanza al di fuori dall’ordinario in un contesto esclusivo.

Noi abbiamo scelto il nostro preferito, si tratta di un bus americano che garantisce un’esperienza american style fatta di bellezza, originalità, lusso e natura.

Dormire in un bus americano tra le colline del Chianti

Incastonato tra le colline del Chianti, e circondato da boschi, vigneti e borghi che in lontananza fanno capolino, l’Orlando in Chianti Glamping Resort è il perfetto punto di partenza per andare alla scoperta di uno dei territori più suggestivi del BelPaese, ma anche per concedersi una vacanza di relax immersi nella natura.

Tra i diversi alloggi proposti dalla struttura, uno più di tutti ci ha conquistato. Si tratta di un vecchio bus americano restaurato e trasformato in un glamping sensazionale da vivere e condividere con la famiglia, con gli amici o con la propria dolce metà.

Il bus ospita una camera matrimoniale con due letti singoli, un soggiorno con angolo cottura e un bagno. L’alloggio è dotato anche di un patio esterno ed esclusivo e di una tenda Maggiolina posizionata proprio sopra il tetto del mezzo di trasporto,per dormire sotto il cielo stellato ed esprimere i desideri durante le notti di mezza estate.