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Il bosco italiano che “suona” e che ha rapito Stradivari

I boschi ci affascinano da sempre. Lo fanno perché popolano le fiabe che abbiamo letto e l’immaginario onirico di ognuno di noi, perché sono custodi di segreti antichi e mai svelati, di storie che si nascondono tra i rami degli alberi, in mezzo ai prati verdeggianti e tra i tappeti di foglie e ghiande.

Ed è proprio un segreto meraviglioso, suggestivo e affascinante, che vogliamo scoprire oggi. Quello che appartiene a un luogo immerso nel ventre delle Dolomiti, lì dove il celebre Stradivari ha lasciato il cuore. Sempre lì dove esiste il bosco che suona.

Bentornati in Val di Fiemme

Caratterizzate da creste, guglie e picchi, le cime delle Dolomiti incorniciano altopiani rocciosi e valli verdeggianti, creando atmosfere magiche e incantate. Organizzare un viaggio in questi luoghi è sempre una buona idea perché ci permette di vivere esperienze a stretto contatto con una natura autentica e incontaminata.

E oggi è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi, una delle più celebri valli dolomitiche, nonché un paradiso naturalistico per tutti gli amanti delle attività outdoor. Ci troviamo in Val di Fiemme, lì dove è possibile vivere e respirare la natura circondati da vette che sono Patrimonio Mondiale dell’Unesco, sempre lì dove si snoda un bosco magico e incantato.

Per scoprire questo luogo straordinario dobbiamo recarci tra Predazzo e Valmaggiore, è qui che centinaia di abeti rossi svettano verso il cielo. Sono quelli che hanno incantato Antonio Stradivari, il più grande liutaio italiano di tutti i tempi, che proprio in questi esemplari ha trovato il materiale per la produzione di violi perfetti. Da quel momento, e ancora oggi, la natura e la musica sono diventata una cosa sola in Val di Fiemme, trovando nel Bosco che suona la massima rappresentazione di questa storia d’amore senza fine.

Il Bosco che suona

Le storie locali raccontano che Stradivari si aggirava spesso tra i boschi della Val di Fiemme, ma che uno più degli altri catturò la sua attenzione. Si trattava della Foresta di Paneveggio, caratterizzata da abeti rossi dai legni pregiati. Dopo di lui sono stati tantissimi i maestri liutai, come i membri delle famiglie Guarnieri e Amati, a tornare proprio in questi boschi e a perpetuare quella che è diventata una tradizione da celebrare e preservare.

Ancora oggi, infatti, gli abeti rossi della foresta di Panaveggio, che nel frattempo è stata ribattezzata Bosco che Suona, vengono selezionati per le loro qualità con una tradizione secolare e bellissima che vede la collaborazione tra i boscaioli e i musicisti.

Per celebrare questa storia d’amore infinita, tra la natura e la musica, ogni anno viene organizzato il celebre festival ad alta quota I Suoni delle Dolomiti. È proprio in questa occasione che si svolge anche il suggestivo Battesimo degli alberi: i musicisti provenienti da ogni parte del mondo vengono invitati a scegliere un abete, che porterà il loro nome, e per lui suonano un brano che sarà poi custodito dal bosco.

Visitare questo luogo è una vera e propria esperienza magica e suggestiva, arricchita dalla presenza di un’applicazione per smartphone., che prende il nome di Bosco che Suona, e che permette ai visitatori di scoprire il nome e il carattere degli abeti rossi, nonché di ascoltare i brani che i musicisti hanno dedicato agli alberi.

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Puoi dormire in un vecchio treno sospeso sui binari e immerso nella natura

Esistono esperienze incredibili tutte da vivere, quando siamo in viaggio, che sono destinate a trasformarsi nei ricordi più belli e indelebili di una vita intera. E a caratterizzarle non sono solo le destinazioni, anche se affascinanti e suggestive, ma tutto quello che loro ci offrono, come gli alloggi.

Sempre di più, infatti, le strutture ricettive si plasmano e si trasformano per offrirci avventure di viaggio inedite, originali e al di fuori dall’ordinario. Le nostre preferite sono quelle immerse tra la natura, perché è proprio lì che è possibile vivere un’esperienza lontano da tutto e da tutti all’insegna della grande bellezza.

Ed è proprio in un paesaggio unico e straordinario, plasmato da Madre Natura, che vogliamo portarvi oggi. Lì dove tra i binari sospesi di una vecchia ferrovia, i vagoni di un treno si sono trasformati in un boutique hotel sospeso tra cielo e terra. Preparate i bagagli, si parte!

Bentornati in Africa

La chiamano Mal d’Africa, quella sensazione che si prova tutte le volte che si saluta il continente del pianeta Terra. Un luogo fatto di paesaggi variegati, di contraddizioni e di meraviglie uniche che incantano lo sguardo e stordiscono i sensi. Qualsiasi Paese si sceglie di raggiungere, questo è certo, è destinato a rubarci un pezzo di cuore.

Questa volta il nostro viaggio ci conduce nel nord-est del Sudafrica, nel bel mezzo di una delle riserve faunistiche più grandi dell’intero continente. È proprio qui che vivono e sopravvivono gli animali più straordinari e temuti del mondo. Sono i Big Five: leoni, leopardi, rinoceronti, elefanti e bufali. Insieme a loro, però, ci sono tantissime altre specie che vivono e convivono nel loro habitat naturale. Tutto intorno, invece, si estendono massicci montuosi, pianure sterminate puntellate da arbusti. Non mancano neanche le foreste tropicali che incorniciano l’intero paesaggio.

Raggiungere questo scenario vuol dire perdersi e immergersi in uno dei panorami più belli del mondo intero, lì dove è possibile vivere una delle esperienze più incredibili di una vita intera.

Ed è proprio qui che per rendere ancora più straordinaria l’avventura di viaggio, che è stato inaugurato un hotel unico al mondo. Si tratta di una struttura ricettiva nata da un treno in disuso, sospesa sui binari dello storico Selati Bridge, a strapiombo sul fiume Sabie.

Kruger Shalati - The Train On The Bridge

Fonte: Ufficio Stampa

Kruger Shalati – The Train On The Bridge

L’hotel sospeso sui binari a strapiombo del fiume

Immerso nel Parco Nazionale Kruger, nel cuore di un’area che si estende per circa 20.000 chilometri, sorge l’hotel destinato a farci vivere un’esperienza incredibile.

Il suo nome è  Kruger Shalati – The Train On The Bridge, ed è una struttura ricettiva sui binari, nata dalla ristrutturazione di un vecchio treno sospeso sul Selati Bridge, un ponte a strapiombo su quello che per anni è stato considerato il fiume spaventoso per la massiccia presenza di pericolosi coccodrilli.

Il ponte di ferro, ormai in disuso, è diventato il fondamento di una struttura ricettiva unica nel suo genere che è nata sulla ceneri del vecchio treno. Le carrozze degli anni ’20, infatti, sono state ristrutturate e convertite in 32 camere con vista che affacciano direttamente sul fiume Sabie e sul Parco Nazionale Kruger. Completano l’offerta una sala da pranzo, una hall e tre piscine a strapiombo sul fiume da cui godere di una vista sensazionale.

Non manca neanche una passerella, adiacente al ponte, che consente di fare lunghissime passeggiate e di ammirare il paesaggio. Fermatevi lì e aguzzate la vista perché coccodrilli, ippopotami, bufali ed elefanti si aggirano proprio sotto di voi.

Kruger Shalati - The Train On The Bridge

Fonte: Ufficio Stampa

Kruger Shalati – The Train On The Bridge
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L’oasi nel deserto nata dalle lacrime di una principessa

Le oasi del deserto non sono miraggi. Non sono sogni a occhi aperti o illusioni create dalla mente. Certo è che sono così straordinarie e apparentemente inspiegabili che non sembrano vere, eppure sono reali e per questo bellissime.

Sono luoghi che raccontano tutta la forza della natura, proprio lei che domina e conquista i deserti più aridi facendosi spazio tra le dune sabbiose. Sempre lei che consente di creare dei microcosmi dove vivono e convivono acqua, flora, fauna ed esseri viventi.

Ed è proprio in un’oasi che vogliamo portarvi oggi. Un piccolo paradiso che incanta per la sua bellezza paesaggistica, per quel fascino naturale che si fonde al mistero e alle leggende che qui sono nate e che sono state tramandate per secoli. Ci troviamo a Huacachina, in Perù, al cospetto dell’oasi nel deserto nata dalle lacrime di una principessa.

In Perù c’è una straordinaria oasi nel deserto

Probabilmente, tutti quelli che sognano di visitare il Perù, conoscono Huacachina. Questa piccola oasi, circondata da un villaggio dove vivono appena 100 anime, è una delle attrazioni turistiche più affascinanti dell’intero territorio.

Situata ad appena 20 minuti dalla città di Ica, e immersa nello sconfinato deserto di Atacama, quest’area è diventata il paradiso di tutti gli amanti delle attività outdoor. Il deserto che si snoda tutto intorno e le alte dune sabbiose, l’hanno resta una destinazione popolare per sport come il sandboarding e la corsa con le dune buggy.

Eppure c’è qualcos’altro, qui, che affascina e lascia senza fiato. Ed è quello scenario lussureggiante che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che attraversano il deserto e che raggiungono questo villaggio.

Al centro della scena domina un lago placido all’interno del quale si specchiano gli arbusti e la vegetazione circostante creando un piccolo paradiso naturale senza eguali. E il panorama che si palesa davanti allo sguardo è così affascinante che il Telegraph lo ha inserito tra le destinazioni più spettacolari del mondo intero.

Huacachina

Fonte: 123rf

Huacachina

La leggenda di Huacachina

Il lago che campeggia nel cuore di Huacachina è naturale, e si è formato grazie a delle correnti sotterranee ricche di minerali che filtrano attraverso la sabbia, e che hanno consentito alla vegetazione di crescere più rigogliosa che mai. Palme, eucalipti e splendidi esemplari di algarrobo pallido circondano lo specchio d’acqua e danno vita a un’oasi lussureggiante e incredibile.

Anche se le origini di questo luogo sono ampiamente spiegate dalla scienza, ci sono altre storie locali molto più suggestive, che rendono Huacachina ancora più affascinante e misteriosa.

Secondo la leggenda, infatti, proprio in questa zona del deserto viveva una bellissima principessa inca dal nome Huacca China. Amava trascorrere le sue giornate cantando, e la sua voce era così ammaliante che nessuno sapeva resisterle. La storia vuole che per sfuggire al corteggiamento prepotente di un uomo, la ragazza scappò via e si rifugiò all’interno di una laguna per nascondersi. Trasformatasi in sirena, però, non potè mai più lasciare quel luogo.

Una seconda versione della storia, dedicata ai più romantici, collega la nascita dell’oasi al dolore della principessa per la morte del suo grande amore. Sarebbero state le sue lacrime, infatti, a creare Huacachina che, in lingua madre, vuol dire proprio “Donna che piange”.

Huacachina

Fonte: iStock

Huacachina
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SiViaggia con lo Zoo Safari di Fasano: tra parco faunistico e appuntamenti da non perdere

Sapevate che il secondo parco faunistico più grande di tutta Europa si trova proprio in Italia? Noi di SiViaggia abbiamo avuto l’occasione di scoprirlo e vi possiamo assicurare che non solo è bellissimo e perfetto sia per i più grandi che per i più piccini, ma è anche un luogo che svolge un ruolo molto importante nella conservazione delle specie di animali in via di estinzione, un tempio per queste creature che hanno bisogno di essere tutelate.

Zoo Safari di Fasano: cos’è e perché visitarlo

Ci troviamo a Fasano, in provincia di Brindisi, un angolo di Puglia il cui centro storico è caratterizzato da vie strette e piazze circondate da case intonacate con calce bianca. E proprio qui, tra uliveti e vigneti, prende vita un gigantesco parco faunistico: lo Zoo Safari.

Vi basti pensare che si estende per circa 140 ettari che sono visitabili una parte guidando la propria autovettura (camper o bus), un’altra a piedi e un’altra ancora a bordo di una monorotaia panoramica. Le aree da scoprire sono diverse: il safari vero e proprio, l’area dei Primati, Il Lago dei grandi mammiferi, il Rettilario/Acquario, il Sea Lion Aquarium e poi la fattoria didattica, la mostra delle farfalle e una zona di recupero dedicata alle testuggini.

Scoprirlo vuol dire allontanarsi dai serrati ritmi delle città e lasciarsi meravigliare da diverse specie animali, gli stessi esseri viventi di cui da bambini leggevamo nelle favole o che vedevamo nei cartoni animali. Un luogo perfetto, quindi, per entrare in contatto (ma nell’assoluto rispetto) con queste incredibili creature, dove i più piccoli sognano a occhi aperti e i più grandi ritornano bambini. Prenota sul sito ufficiale e approfitta delle tariffe migliori e di esclusivi vantaggi.

Gli animali da vedere

Sono circa 1.700 gli esemplari di 200 specie diverse che è possibile ammirare allo Zoo Safari di Fasano.

Si parte subito con l’area safari che in un percorso di 6 chilometri consente di scorgere diversi animali liberi di muoversi, a tal punto che potrebbero avvicinarsi alle auto in cerca di cibo. Una zona altamente selvaggia e che porta alla scoperta di tigri, zebre, giraffe, elefanti e leoni, ma anche di cervi, cammelli, orsi dal collare e fenicotteri.

Zoo Safari - Animali

L’avventura prosegue con l’area dei Primati, una parte pedonale ricca di verde dove poter conoscere l’amato gorilla Riù, numerosi e dispettosi scimpanzé, ma anche agili lemuri.

Subito dopo è il momento di salire a bordo di una monorotaia panoramica che porta il viaggiatore in un’area che sembra uscita da un libro delle favole: il Lago dei Grandi Mammiferi. Ecco che ci si potrà incantare nell’osservazione di ippopotami, gibboni, orsi bruni e orsi polari.

Per completare l’esperienza nella maniera più memorabile possibile si deve assolutamente fare una visita al Villaggio delle Scimmie.

Zoo Safari - Animali

Gli amanti dei rettili troveranno il loro paradiso nella Sala Tropicale dove sono protetti, in teche idoneamente climatizzate, serpenti di ogni tipo come boa e pitoni, tartarughe, sauri, iguane, varani, scorpioni, farfalle e molto altro ancora.

E poi le mostre: dalla mostra delle farfalle e quella dei dinosauri, vero paradiso dei più piccini.

Infine, il Sea Lion Aquarium dove i visitatori sono accompagnati in un fantastico viaggio per conoscere la biologia e l’etologia di otarie, leoni marini e pinguini.

L’autunno tutto da vivere allo Zoo Safari di Fasano: Zoo Beer Fest e Halloween Party

Zoo Safari - Halloween

L’autunno allo Zoosafari di Fasano arriva portando con sé un’esplosione di colori che scaldano il cuore e diversi appuntamenti da non perdere. Quest’anno il parco ha deciso di indossare i suoi abiti migliori: quello per la festa della birra e un altro per la celebrazione di Halloween.

L’1 e il 2 ottobre oltre alle giostre, gli spettacoli e l’intrattenimento che normalmente arricchiscono ogni giornata allo Zoosafari, a Fasanolandia arriva Zoo Beer Fest.

Due giorni indimenticabili, dedicati alla bevanda delle feste per eccellenza, da vivere tra tanti stand di birre di ogni specie, da assaporare al suono di buona musica e insieme a un’ampia scelta di delizie gastronomiche.

Dal 29 ottobre al 1° novembre, invece, Fasanolandia darà vita all’Halloween più mostruosamente divertente dello Stivale.

Zucche, tombe scoperchiate, streghe, zombie, fantasmi, vampiri e creature di ogni sorta ci faranno morire dal ridere accompagnandoci in un viaggio tra attrazioni, spettacoli e macabre sorprese. Siete pronti a mettere alla prova il vostro coraggio con l’Apocalypse Red Zone, una grande casa horror in cui incontrare orripilanti creature?

Quattro giorni spassosamente spettrali in cui grandi e bambini potranno regalarsi una festa straordinaria.

Natale allo Zoo Safari

Zoo Safari - Natale

Qual è la festa più bella dell’anno? Senza ombra di dubbio è il Natale, e anche in questa occasione lo Zoo Safari di Fasano si illuminerà di magie ed atmosfere fuori dal comune.

Dall’8 all’11 dicembre luminarie e festoni, lucine colorate e allegre decorazioni impreziosiranno ancora di più questo parco da sogno. Presente anche Babbo Natale a cui consegnare direttamente la propria letterina. Tra giostre e mercatini tipici, tutti avranno modo di passare giornate che non dimenticheranno facilmente.

La stagione dei grandi eventi è alle porte, non resta che organizzarsi e correre a trascorrere delle feste straordinarie presso lo Zoosafari di Fasano. Prenota sul sito ufficiale e approfitta delle tariffe migliori e di esclusivi vantaggi.

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La foresta più antica e incontaminata d’Europa

Una natura primordiale, maestose montagne e laghi glaciali fanno di questo luogo, ancora intatto e selvaggio, una bellezza rara. Stiamo parlando di una delle foreste più antiche e incontaminate d’Europa, una rarità ormai da trovare nel nostro Vecchio Continente.

Qui, gli alberi hanno in media 500 anni di vita e, nonostante sia il più piccolo dei quattro parchi nazionali del Montenegro, è quello che ha la maggiore biodiversità.

Si tratta del Parco nazionale Biogradska Gora che, con i suoi 5.600 ettari, occupa tutta la parte centrale del Massiccio di Bjelasica e l’area che si trova fra i fiumi Lima e Tara.

Il leggendario Lago di Biograd

Comprende una serie di laghi dalle acque verdi smeraldo, come il Lago di Biograd, che si trova proprio nel centro del parco, uno splendido specchio d’acqua di origine glaciale circondato una fitta foresta vergine.

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Fonte: 123rf

Il Lago di Biograd nel Montenegro

A questo lago è legata una leggenda. Si dice che al posto dell’attuale lago un tempo vi fosse un campo coltivato da due fratelli. Il raccolto sarebbe sempre stato diviso in parti uguali. Un autunno, però, i fratelli litigarono così ferocemente per la spartizione del raccolto che il minore uccise alcuni anziani del paese e fu maledetto dalla loro madre. La forza di questa maledizione avrebbe per sempre interrotto la crescita del grano formando, così, il Lago di Biograd e tutta la rigogliosa natura montenegrina che c’è attorno.

Il Lago di Biograd è il luogo più frequentato dai turisti nella bella stagione, perfetto per godersi il paesaggio o per fare un pic-nic, gite in barca e delle belle nuotate nelle acque fresche, ma da qui partono anche alcuni sentieri.

Il Parco nazionale di Biogradska Gora è una palestra naturale a cielo aperto e sono tantissime le discipline che si possono praticare.

Passeggiate, trekking, bicicletta, cavallo, zip line, rafting e ogni sorta di attività adrenalinica pur di immergersi in questo incredibile paesaggio naturale.

Solo conquistare la cima della catena montuosa Bjelasica è un’impresa: 35 chilometri di sentieri da fare a piedi o con la mountain bike. Ma anche affrontare la vetta del Monte Bedovac potrebbe essere una bella impresa: in circa due ore si arriva sulla cima.

E l’estate non è l’unica stagione consigliata per visitare il parco. Anche l’autunno ha il suo bel perché. I colori caldi del foliage tingono i boschi di Biogradska Gora trasformandoli in tante tavolozze di pittori.

La storia del parco

La storia di questo parco parte dal XIX secolo, quando la cittadina di Kolašin fu liberata dal controllo turco e l’immensa area dell’odierno parco fu donata al Principe Nikola che ne rimase talmente incanto da farla diventare una riserva naturale.

Rimase preservata dalla famiglia Petrovic fino al momento in cui il Re fu costretto a lasciare la propria terra a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Biogradska Gora è divenuto parco nazionale solo molti anni dopo, nel 1952, il primo di tutto il Montenegro.

Info utili per visitare il parco

La località più vicina al parco dove potere alloggiare è Kolašin, un’antica città montana circondata dalle montagne e attraversata da due fiumi, il Tara e il Morača.


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Il modo più semplice per raggiungere il parco è volando a Podgorica. Ci sono voli diretti da Milano con Wizz Air e poi noleggiare un’auto.

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Viaggiatori sbarcano sulla Luna. In realtà si tratta di un parco vulcanico

Ci sono alcuni sogni, apparentemente irrealizzabili, che accomunano molti viaggiatori. Uno di questi è quello di sbarcare sulla Luna. In realtà negli ultimi anni, grazie alla diffusione del turismo spaziale, questa sta diventando una possibilità sempre più concreta, anche se per il momento decisamente esclusiva e riservata a pochissimi, visto i costi proibitivi dei primi biglietti messi in vendita.

Fatto sta che grazie alle tecnologie avanzate e al lavoro di alcune società, quello verso la Luna non è più un viaggio impossibile.

C’è però un altro modo per vivere quell’esperienza lunare, o comunque un’avventura che più le somiglia, ed è quella di raggiungere l’Ulan Hada Volcano Geopark, un geoparco straordinario dove ogni giorno sbarcano decine di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Ulan Hada Volcano Geopark

Guardando le foto di questo articolo, la prima sensazione che si ha è quella di invidia per tutte quelle persone che, munite di tuta spaziale, sono atterrate su questa superficie spaziale. Ma in realtà, in questo caso, non si tratta della Luna, né di un nuovo pianeta appena scoperto, ma di un geoparco straordinario che ospita un paesaggio molto simile a quello lunare e che attira ogni giorno tantissimi viaggiatori desiderosi di vivere un’avventura unica.

Ci troviamo all’interno dell’Ulan Hada Volcano Geopark, un geoparco incredibile situato nel cuore della Mongolia interna, a Ulanqab. Un parco suggestivo e straordinario che si snoda su una superficie di oltre 65 chilometri quadrati e che ospita un paesaggio tanto variegato quanto affascinante plasmato con i secoli dalle attività vulcaniche.

In molti lo hanno definito un museo del vulcano naturale, perché in effetti passeggiare su quest’area ci permette di esplorare un universo tanto affascinante quanto spaventoso e proibitivo, quello dei vulcani.

All’interno del parco, che può essere visitato tutto l’anno, ci sono diversi vulcani che contribuiscono a rendere il paesaggio di questo territorio della Mongolia interna, un vero e proprio capolavoro naturale. Lo stesso terreno, che ospita anche verdeggianti praterie, è caratterizzato dalle attività vulcaniche che si sono susseguite nei secoli.

Le strutture geologiche sono diverse, alcune emergono dalla terra e si mostrano in tutta la loro maestosità, altre invece sono ricoperte da una vegetazione lussureggiante che crea un paesaggio unico al mondo.

Visitare l’Ulan Hada Volcano Geopark è una vera e propria esperienza da vivere in ogni momento dell’anno. Durante ogni stagione, infatti, la natura mette in scena i suoi più grandi spettacoli cambiano i colori e le scenografie dell’intera area, trasformando questo luogo in un’attrazione turistica senza eguali.

Ed è sempre il paesaggio frastagliato, vulcanico e desolato, ad attirare qui tutti i viaggiatori che vogliono vivere un’esperienza spaziale. Il paesaggio, caratterizzato da rocce laviche e crateri, infatti, assomiglia a quello della Luna. Motivo per il quale numerosi turisti si spingono fin qui per diventare i protagonisti di un’avventura interstellare.

Ulan Hada Volcano Geopark

Fonte: Getty Images

Ulan Hada Volcano Geopark

L’esperienza lunare

L’esperienza lunare da vivere all’interno dell’Ulan Hada Volcano Geopark è documentata dagli stessi viaggiatori che giungono fin qui. Muniti di tute spaziali, i turisti possono esplorare questo territorio straordinariamente unico. Ci sono i crateri che si aprono sulla terra pianeggiante, i pendii irregolari e i vulcani a cono. C’è un paesaggio silenzioso e desolato che per forme e colori ricorda proprio quello della Luna.

I periodi migliori per organizzare un viaggio all’interno del geoparco sono sicuramente l’estate e l’autunno. L’orario ideale, invece, è quello del tramonto, quando le rocce vulcaniche si colorano di un intenso rosso che infuoca l’intero paesaggio. Fermatevi a guardare lo spettacolo: è straordinario.

Ulan Hada Volcano Geopark

Fonte: Getty Images

Ulan Hada Volcano Geopark
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Nel cuore della Basilicata c’è un parco che sembra uscito da una favola

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci perché sono tante le meraviglie che gli appartengono e che sono ancora inesplorate. Così anche quando ci mettiamo in viaggio verso una destinazione che già conosciamo, il nostro sguardo resta vigile per scovare nuove e inedite bellezze.

Ed è proprio quello che succede durante ogni viaggio in Basilicata. La regione al sud del nostro stivale, infatti, è meta prediletta di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Lo fanno per ammirare i Sassi, per osservare gli incredibili canyon, per bagnarsi tra le acque turchesi e cristalline dei due mari che accarezzano le spiagge del territorio.

Ma sono tante le cose da fare e da vedere su questa terra, e altrettante quelle inedite, nascoste all’ombra dei sentieri più battuti dal turismo di massa. Come quel giardino inedito e surreale nascosto nel cuore della provincia di Potenza, un luogo che per forme e colori sembra uscito direttamente da un libro di fiabe. Benvenuti nel Parco dei Palmenti di Pietragalla.

Un luogo fiabesco nel cuore di Pietragalla

Il nostro viaggio inizia da qui, da Pietragalla, un piccolo paese situato in provincia di Potenza. Abitato da poco più di 3000 anime, questo borgo di incredibile bellezza ospita tutta la tradizione e la storia che appartiene alle terre lucane. Una storia che vive e sopravvive in quel centro storico ricco di vicoli e vicoletti, che si inerpicano alla terra raggiungendo il punto più alto del paese dominato dal campanile, e nel Palazzo Ducale attorno al quale si sviluppa l’intero borgo.

All’interno del paese, però, è presente anche un’altra testimonianza preziosa che è diventata patrimonio storico, culturale e anche paesaggistico dell’intero territorio. Si tratta del Parco dei Palmenti che, visto nella sua totalità, incanta e stupisce i viaggiatori che giungono a Pietragalla, perché lo scenario che restituisce sembra davvero magico.

Quelle architetture, che sembra trovare un riscontro proprio nel nostro immaginario fiabesco, danno vita a uno scenario suggestivo e fatato. Guardando quelle strutture, infatti, è impossibile non pensare alle case delle fate e dei folletti. In realtà in questo caso la magia non c’entra niente, perché il Parco dei Palmenti di Pietragalla è stato costruito dall’uomo ed è diventato con il tempo un’importante testimonianza delle tradizioni del territorio.

Anche se non incontrerete nessuna creatura fatata, il luogo vale comunque una visita, sia per il suggestivo paesaggio creato dalle strutture in perfetta armonia con il territorio naturale circostante, sia per la sua storia che è legata in maniera indissolubile alle tradizioni vinificatorie della Basilicata.

I palmenti di Pietragalla

Fonte: iStock

I palmenti di Pietragalla

Il Parco dei Palmenti

Il Parco dei Palmenti si trova nel cuore del borgo di Pietragalla, in provincia di Potenza, ed è raggiungibile percorrendo vicoli e viuzze che conducono nel punto più alto del paese. L’area, estremamente affascinante, ospita le rutte, così chiamate nel dialetto locale, cantine scavate nella roccia utilizzate per la conservazione del vino.

Tutte le strutture presenti in questo parco urbano sono state costruite a partire dal XIX secolo scavando all’interno delle rocce arenarie. Proprio all’interno di queste cantine, poste nel centro del paese, avvenivano le operazioni di pigiatura dell’uva e di fermentazione. Le testimonianze di questi processi sono ancora visibili all’interno degli ambienti dei palmenti.

Ristrutturato di recente, il complesso dei Palmenti di Pietragalla, è diventato oggi simbolo dell’architettura rupestre locale, nonché testimonianza della vita e delle tradizioni contadine del territorio.

I palmenti di Pietragalla

Fonte: iStock

I palmenti di Pietragalla
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L’Irlanda fuori rotta per scoprire la sua vera natura

C’è una parte d’Irlanda ancora inesplorata. Una zona dove il turismo di massa non è ancora arrivato. Il luogo ideale dove scoprire la vera natura di questa meravigliosa isola verde e dei suoi abitanti, le cui tradizioni sono ancora ben radicate.

Ci troviamo nella parte Nord della Contea di Mayo, una delle zone più autentiche e incontaminate del Paese, ideale per chi, anche in Europa, cerca ancora l’avventura, una destinazione reale e genuina e che desidera sperimentare l’autentica accoglienza irlandese.

Cosa vedere a Nord della Contea di Mayo

Tante sono le attrattive del Nord di Mayo. Pittoresche cittadine colorate affacciate sui fiumi o direttamente sull’oceano, siti archeologici di ere preistoriche e legati alla storia e alla cultura irlandese – incluso San Patrizio, patrono d’Irlanda – e naturalmente paesaggi che regalano scorci meravigliosi della natura dell’Isola di smeraldo. Vi proponiamo un itinerario fuori dalle classiche rotte turistiche sui luoghi meno conosciuti d’Irlanda.

La cittadina di Ballina Town

Ballina Town è la cittadina principale della zona Nord di questa Contea irlandese. È famosa per la pesca al salmone ed è sopranominata la “salmon capital of Ireland” perché il fiume Moy che la attraversa è particolarmente pescoso. Ogni estate, il Salmon Festival attira migliaia di visitatori.

La cittadina è un buon punto di partenza per visitare la celebre Wild Atlantic Way, la strada segnalata più lunga del mondo e la più panoramica d’Irlanda. Ballina ha un aspetto tradizionale, colorato e autentico e offre dei caratteristici scorci sul fiume, tanti ristoranti, alloggi di tutti i tipi e vecchi pub accoglienti e animati.

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Fonte: 123rf

Ballina Town, la cittadina più importante a Nord della Contea di Mayo

La St Muredach’s Cathedral, costruita con la pietra grigia locale nel XVIII secolo, svetta fiera sul fiume e ha un bell’interno. Esiste anche una collezione privata creata da Jackie Clarke, un personaggio locale che ha accumulato più di 100mila articoli da collezione incluso il documento originale della dichiarazione d’indipendenza.

La Connacht Whiskey Distillery offre visite guidate e assaggi del whiskey locale, un’esperienza imperdibile quando si visita l’Irlanda. The Quays è il quartiere più pittoresco, dove il fiume sfocia direttamente nell’Oceano Atlantico.

Chi cerca un’esperienza autentica può soggiornare in alcune delle dimore storiche della zona, come Mount Falcon Estate, nella campagna irlandese lungo il fiume dove poter pescare, passeggiare in compagnia di un falco o, per chi ha bambini, prendere parte a una lezione di “gufologia”. Si può anche soggiornare in un vero e proprio castello. Il Belleek Castle è stato costruito nel 1800 in stile Neogotico e regala la sensazione di vivere in un castello medievale e di tornare indietro nel tempo. Anche senza dormire, è comunque consigliata una visita al castello che ospita la più bella collezione di armi e armature medievali d’Irlanda.


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Il sito archeologico di Céide Fields

Non è Irlanda se non c’è un sito archeologico. Tra le attrazioni principali della zona ci sono i Céide Fields, nei pressi del delizioso villaggio di pescatori di Ballycastle (un luogo poco turistico ma che merita assolutamente una visita). È considerato il sito neolitico più vasto d’Irlanda e si ritiene contenga il sistema di campi coltivati e muratura divisorie più antico tra quelli scoperti finora (circa 3500 a.C.).

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Fonte: 123rf

Il sito archeologico di Céide Fields nella Contea di Mayo in Irlanda

La scoperta dei Céide Fields avvenne intorno agli Anni ’30, quando un uomo del posto si accorse di alcune file di pietre che rimasero scoperte quando scavò con la pala della torba per combustione. In queste file si accorse di alcuni disegni che non potevano essere stati causati dalla natura. Da lì la grande rivelazione dell’antichissimo sito.

Si stima vi siano circa 100 chilometri di campi racchiusi nei muri di pietra ancora nascosti sotto la brughiera. Il sito è nella lista dei candidati Unesco per ottenere la qualifica di Patrimonio dell’Umanità.

Le scogliere di Downpatrick’s Head

E non è Irlanda se non ci sono delle scogliere che si gettano a picco nell’oceano. Nella zona Nord della Contea di Mayo, non lontano dal villaggio di Ballycastle e un po’ più su rispetto a Ballina, si trovano le scogliere di Downpatrick’s Head. Questa zona fa già parte della Wild Atlantic Way e conserva reperti archeologici di 6.000 anni fa, incluso un tronco di pino di 4.300 anni fa ospitati in un moderno museo, strade a picco sul mare e paesaggi da togliere il fiato.

Le scogliere sono già visibili quando si visita Céide Fields, dove una terrazza accessibile tramite una scalinata chiamata Cliffs Road regala un panorama mozzafiato.

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Le scogliere di Downpatrick’s Head in Irlanda

Downpatrick’s Head è raggiungibile a piedi percorrendo un sentiero e non esistono biglietti di ingresso. Qui il vento soffia molto forte, ma lo spettacolo sull’Atlantico è unico, specie quello su Dún Briste, che significa “forte rotto”, un faraglione singolo che spunta dalle acque impetuose, creatosi dal crollo di una parte di scogliera durante una forte tempesta nel 1393 e diventato il simbolo della zona.

Il nome “Downpatrick” deriva dall’epoca in cui San Patrizio fondò una chiesa proprio in questo luogo. In questa piccola penisola si possono ancora vedere i ruderi della chiesa, una croce di pietra e un pozzo sacro. Un tempo era una destinazione molto amata per i pellegrinaggi e tutt’oggi le folle vi si riuniscono l’ultima domenica di luglio, nota come “Garland Sunday”, per ascoltare la messa.

Una leggenda locale (una delle tante leggende irlandesi) narra che, quando un capo pagano rifiutò di convertirsi al Cristianesimo, San Patrizio colpì la terra con il suo pastorale facendo crollare parte del promontorio, con il capo sopra, nell’oceano ovvero lo scoglio Dún Briste.

Durante la Seconda guerra mondiale, Downpatrick’s Head divenne un avamposto di osservazione. Oggi si può ancora vedere l’edificio di pietra e il marcatore aereo, la scritta “ÉIRE 64” fatta di pietre, per segnalare ai piloti che stavano sorvolando l’Irlanda.

Foxford, il villaggio della lana

A pochi chilometri da Ballina c’è un altro delizioso villaggio affacciato sul fiume Moy che merita una tappa. Si tratta di Foxford, un paese di campagna anch’esso famoso per la pesca al salmone. Ma la sua particolarità è un antico lanificio tradizionale aperto anche ai turisti che si chiama Foxford Woolen Mills, citato persino da James Joyce nel suo “Ulisse”, di cui ricorre il centenario proprio quest’anno e in “Finnegans Wake”. Oltre al negozio – e all’outlet – dove poter fare acquisti c’è anche un delizioso caffè che serve prodotti locali.

Nei dintorni di Foxford si possono fare delle splendide passeggiate scenografiche. La cittadina, infatti, è circondata dalle due catene montuose, i monti Nephin e i monti Ox attraversati dalla Foxford Way, un sentiero turistico di circa 86 km che s’inoltra tra siti archeologici, brughiere e piccoli ruscelli.

Si possono anche scoprire alcuni laghi balneabili, com il Lough Conn e Cullin formatisi, secondo la mitologia celtica, dalla fuga di un cinghiale che perdeva acqua nella quale affogarono i cani che lo cacciavano.

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Il Lough Conn nella Contea di Mayo

Killala e la sua spiaggia

A Nord di Ballina c’è un altro villaggio molto pittoresco da visitare. Si tratta di Killala, un piccolo borgo di pescatori famoso per la Ross Beach, una bella spiaggia balneabile che ha ottenuto la Bandiera blu.

Per gli irlandesi però ha anche una grande importanza storica. Qui si è giocata una delle più importanti partite nella lotta all’indipendenza quando, nel 1798, il generale Humbert arrivò dalla Francia per unirsi alla popolazione e lottare contro la Corona britannica. Da vedere a Killala ci sono anche diversi edifici storici, come la torre circolare del XII secolo e la cattedrale seicentesca.

Nella vicina Baia di Killala, meta per appassionati di birdwatching, si possono avvistare anatre, cormorani e persino foche. Insomma, nel Nord della Contea di Mayo ce n’è per tutti i gusti.

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Il Parco di San Bartolo, dove la natura è davvero incontaminata

C’è un luogo in Italia, situato tra colline e mare, dove la natura regna ancora intatta e incontaminata. Un vero e proprio susseguirsi di speroni e piccole valli che degradano sull’Adriatico: il Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo. Ma cosa visitare in questo affascinate territorio?

Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo, vero e proprio polmone verde

Ci troviamo nella spettacolare regione Marche e, più precisamente, tra le Province di Pesaro e Urbino. Il parco si sviluppa, infatti, tra i comuni di Gabicce Mare e Pesaro per circa 1.584 ettari. Un posto decisamente particolare e per diversi motivi. Innanzitutto costituisce il primo promontorio che, provenendo dal Nord Italia, si incontra sulla costa adriatica.

In secondo luogo, al suo interno è possibile riconoscere due macro-aree distinte dal punto di vista paesaggistico e ambientale: quella a valle denominata “Panoramica” dove il territorio, principalmente rurale, è caratterizzato da campi abbandonati rinaturalizzati, filari di alberi e siepi, e quella che scende fino al mare e che coincide, per la maggior parte, con la zona dell’area floristica della falesia tra Gabicce e Pesaro.

Due suoli che sono in grado di delineare un paesaggio che è un vero e proprio susseguirsi di speroni e valli intervallate da pareti strapiombanti verso l’azzurro del mare. La falesia, tra le altre cose, è anche abbracciata da una serie di pittoreschi e suggestivi borghi.

Un territorio eccezionale che funge anche da vero e proprio polmone verde e che, allo stesso tempo, è anche una riserva naturale di estrema importanza per quanto riguarda l’habitat degli animali, la migrazione dell’avifauna e lo svernamento di diverse specie di uccelli.

Non mancano attrazioni interessanti dal punto di vista storico e archeologico poiché molti sono i ritrovamenti e i reperti emersi risalenti al periodo neolitico.

Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo cosa vedere
Un angolo del Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo

Come visitare il Parco Naturale del Monte San Bartolo

È possibile visitare il Parco Naturale del Monte San Bartolo grazie a una fitta rete dei percorsi sia ciclabili che pedonali, spesso ombreggiati da grandi querce. L’Ente Parco, tra le altre cose, organizza attività che spaziano dalle escursioni naturalistiche alle gite in motonave, alle feste e alle visite culturali.

Ma per scoprirlo come si deve, a disposizione del viaggiatore ci sono ben 4 itinerari che sono uno più interessante dell’altro:

  • Itinerario – 1, Tra Bosco E Ville: 8,4 chilometri da attraversare in quasi tre ore e che grazie a un circuito ad anello portano da via Lucio Accio a Pesaro, passando per Villa Imperiale e il faro di Pesaro, a Santa Marina. Al ritorno, invece, si solca la strada dell’Alterello e Bocca del Lupo;
  • Itinerario – 2, Tra Borghi E Ginestre: 2,8 chilometri da scoprire in circa un’ora partendo da Fiorenzuola di Focara, passando per il borgo di Casteldimezzo e arrivando al punto panoramico definito il “Tetto del Mondo”;
  • Itinerario 3, dalle Siligate al Mare: un percorso di di 2,3 chilometri da ammirare in approssimativamente 45 minuti che prende il via da Siligate  fino alla Spiaggia di Fiorenzuola di Focara, attraversando un tratto di bosco a ridosso della falesia;
  • Itinerario 4, dall’area Archeologica Al Museo Paleontologico: tragitto di 4,5 chilometri percorribile in un’ora e mezza che parte dall’Area Archeologica, passa per Casteldimezzo e raggiunge il Museo Paleontologico “L. Sorbini” di Fiorenzuola.

I borghi da visitare assolutamente

Come detto in precedenza, visitare il Parco Naturale del Monte San Bartolo vuol dire anche scoprire borghi dalla storia millenaria, ville e giardini rinascimentali e porti scomparsi di origine greca. Tra i paesini che meritano una sosta c’è certamente Gabicce Mare, rinomata località balneare che allo stesso tempo è anche un luogo altamente romantico grazie alla sua spiaggia lambita da un mare cristallino, il porticciolo turistico, i ristorantini sul mare e la leggenda di Valbruna, l’Atlantide dell’Adriatico, una piccola città sommersa che si trovava proprio davanti alla Baia.

Gabicce Mare marche

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Uno scorcio di Gabicce Mare

Da qui, salendo verso il promontorio, si raggiunge Gabicce Monte, una sorta di terrazza naturale che offre uno spettacolo irresistibile. Un posto perfetto per avere il mare a portata di mano, ma anche la tranquillità e la freschezza dei prati e dei boschi.

Bellissimo Casteldimezzo, anch’esso un balcone naturale che in passato era utilizzato come dimora dei vescovi ravennati. Oggi del castello restano solo tracce della cinta muraria, ma ciò che è certo è che da lassù la vista è divina.

Tra i vari borghi da visitare del Parco Naturale del Monte San Bartolo c’è anche Fiorenzuola di Focara che sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare. Insieme a Casteldimezzo, Gradara e Granarola fa parte dei quattro castelli edificati per controllare il valico della Siligata. È molto famosa, inoltre, per la sua suggestiva spiaggia incontaminata.

Cos’altro visitare al Parco Naturale del Monte San Bartolo

Un viaggio alla scoperta del Parco Naturale del Monte San Bartolo non può prescindere dalla visita di altre meraviglie come la Baia di Vallugola che è un piccolo paradiso romantico, una vera particolarità della costa adriatica che tenzialmente si distingue per le sue lunghe distese di sabbia e spiagge attrezzate. Unica e incontaminata, è il luogo ideale dove ritrovare la tranquillità e il piacere del vivere bene.

Altrettanto interessante, sopratutto per gli amanti della storia, è l’Area Archeologica e Antiquarium di Colombarone che è un sito pregno di tracce architettoniche in grado di raccontate la storia del territorio medio-adriatico. Vi basti pensare che durante gli scavi sono emerse una villa tardoantica, una basilica e una pieve.

Poi la Villa Imperiale di Pesaro, un edificio sforzesco molto antico in cui svetta un’alta torre. La parte più interessante di questa struttura è senza ombra di dubbio l’ala progettata dall’architetto urbinate Girolamo Genga.

Meravigliosa anche Villa Caprile che permette di “perdersi” all’interno di un magnifico giardino all’italiana. Destinata a fini di ricevimento e villeggiatura, ospitò personaggi di un certo calibro come Casanova, Stendhal, Rossini e Leopardi.

Infine, vale la pena fare un salto anche al Cimitero Ebraico che sorge sulle pendici del colle San Bartolo. Oggi ci sono circa 140 lapidi, numero inferiore alle inumazioni effettivamente realizzate.

Insomma, il Parco Naturale del Monte San Bartolo è una vera oasi di meraviglie che vale assolutamente la pena scoprire.

Villa Caprile marche

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / M. BORCHI

La splendida Villa Caprile
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Cascate di Malbacco, il cuore della Toscana è un’oasi naturale

Le meraviglie naturalistiche della Toscana sono tantissime, ma alcune più di altre possono rapire il cuore di chiunque vi si imbatta. È il caso delle Cascate di Malbacco, una piccola oasi incontaminata lontana dalle principali rotte turistiche, seppur nel cuore di una delle località maggiormente visitate come la Versilia. Non solo i loro salti d’acqua sono una vera cartolina, ma danno origine ad alcune piscine naturali che rientrano a pieno titolo tra le più belle e fatate della regione. Andiamo alla scoperta di questo gioiellino.

Le Cascate di Malbacco, vera magia toscana

La Toscana è una regione ricca di sorprese, soprattutto per chi ama la natura incontaminata. Ed è così che, nel cuore verde della Versilia, spiccano le Cascate di Malbacco. Nate dall’impeto delle acque del fiume Serra, che per secoli ha scavato le rocce circostanti sino a creare un paesaggio magico, queste cascate sono rimaste per lunghi anni quasi sconosciute ai turisti. E ancora oggi, ad eccezione dei fine settimana estivi, è possibile trovarvi pace e silenzio in abbondanza.

Siamo a poca distanza da alcune delle principali località turistiche toscane, tra cui Lucca e il piccolo borgo di Marina di Pietrasanta, deliziosamente affacciato sulle acque del Tirreno. Le Cascate di Malbacco si trovano nell’entroterra versiliano, ai piedi delle Alpi Apuane, in un panorama che sembra davvero uscire da una cartolina. Sono la meta ideale per le roventi giornate d’estate, soprattutto per chi non ama troppo la folla delle vicine località balneari.

Le cascate e le loro splendide piscine naturali hanno splendide acque freschissime di un intenso color turchese, e sono circondate da una vegetazione rigogliosa che le fa sembrare anni luce lontane dal resto del mondo. Non c’è luogo più suggestivo per un riposino sotto il sole e un tuffo rinfrescante, ma anche semplicemente per ammirare la meraviglia della natura in tutta la sua magnificenza. Ma come raggiungere le Cascate di Malbacco?

Cascate di Malbacco, come arrivare

Per poter godere di questo incredibile paesaggio naturale, basta davvero una breve passeggiata nel verde incontaminato. Le Cascate di Malbacco si trovano infatti a pochi minuti di distanza dal borgo di Seravezza, alle porte del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Le prime pozze nascono a qualche centinaio di metri da un comodo parcheggio, quindi davvero chiunque può concedersi un tuffo nelle loro acque limpide e freschissime. Ma è addentrandosi un po’ che il panorama si fa ancora più spettacolare: c’è persino una piscina con uno splendido scivolo naturale da cui tuffarsi.

Diversi sentieri si dipanano da Malbacco, un paesino graziosissimo che si presta come punto di partenza ideale per andare alla scoperta delle cascate. Sebbene i percorsi siano abbastanza semplici, sono presenti dislivelli caratterizzati da ripide scalinate e addirittura qualche tratto richiede la presenza di corde per proseguire. Ma ne vale assolutamente la pena: la Pozza della Madonna, una meravigliosa piscina naturale alimentata da un fragoroso salto d’acqua che scorre su uno scivolo di roccia, si trova al termine di una camminata di circa 30 minuti lungo il corso del fiume, tra piante lussureggianti.

Le Cascate di Malbacco e le loro piscine naturali sono un’oasi incastonata nella natura, un vero paradiso dove rilassarsi e godere di un panorama mozzafiato. E tutto questo a poca distanza dalla costa della Versilia: se avete in programma una vacanza da queste parti, le cascate non possono che diventare la vostra prossima meta, anche solo per qualche ora di puro relax.