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Lago Lagorai, immerso nella natura selvaggia

Immaginate un delizioso laghetto dalle acque turchesi, su cui si specchiano imponenti montagne ricoperte da una vegetazione rigogliosa: è questo il panorama incantevole che si apre davanti agli occhi dei turisti che si avvicinano al lago Lagorai, nel cuore del Trentino Alto Adige. Un luogo favoloso che sembra uscire da una cartolina, dove tutto è magia.

Il lago Lagorai, perla del Trentino Alto Adige

In una regione ricca di meraviglie naturali come il Trentino Alto Adige, sono le montagne a farla da padrone. Ed è tra le Dolomiti di Fiemme, quasi a cavallo con il Veneto, che si possono ammirare paesaggi meravigliosi. Qui si innalza la Catena del Lagorai, con le sue vette imponenti che si ergono maestose verso il cielo azzurro: è un luogo quasi incontaminato, dove il turismo di massa non ha lasciato grandi tracce – ad eccezione di qualche impianto di risalita utilizzato da chi ama gli sport invernali. In questa cornice da favola, si aprono panorami bellissimi come quello della Val di Fiemme o quello del Passo Rolle, assolutamente da esplorare.

La regione del Lagorai è caratterizzata non solo da montagne enormi e sentieri di trekking molto apprezzati dai più avventurosi: qui si trovano moltissimi laghi alpini, gran parte dei quali situati ad alta quota, delle vere e proprie oasi di pace. Uno dei più suggestivi è il lago Lagorai, a ben 1.870 metri di altitudine, immerso in un paesaggio selvaggio di rara bellezza. Le sue acque turchesi – ricche di pesci – riflettono le cime più imponenti della catena montuosa, come il Cimon di Cardinello e il Castel di Bombasel.

Secondo una leggenda, in passato l’intera valle era ricoperta da fiori azzurri, che simboleggiavano le anime di soldati morti in battaglia. Dina, una giovane del luogo, decise di innaffiarli nella speranza di far rivivere l’uomo che amava, e che credeva perito in guerra. Colpita dalla maledizione di una vecchia strega, la ragazza visse in preda a ricorrenti attacchi che nessuno poteva placare. E il giorno della sua morte, dalle montagne circostanti scesero migliaia di soldati dagli elmi ricoperti di fiori azzurri, che la condussero con loro sulla cima più alta della valle.

Come arrivare al lago Lagorai

Incastonato tra le Alpi del Trentino Alto Adige e immerso nella natura, il lago Lagorai non è raggiungibile che a piedi, affrontando uno dei lunghi sentieri che si dipanano in questa cornice meravigliosa. Un percorso particolarmente affascinante è quello che inizia da Cavalese, piccolo borgo molto amato dai turisti per la sua posizione tra le montagne. Da qui, c’è una comoda cabinovia che conduce sull’Alpe Cermis, in località Doss dei Laresi, punto di partenza di una bella camminata panoramica.

La salita non è delle più semplici, ma la fatica viene ampiamente ricompensata dall’incredibile paesaggio che si spalanca davanti ai nostri occhi nel momento in cui si arriva al lago, circondato da verdi prati dove riposarsi un po’. Un’alternativa affascinante è quella che conduce sino ai laghi di Bombasel, un altro paradiso terrestre che merita assolutamente un’escursione. Una volta ammirato questo splendido panorama, si prosegue verso la Forcella del Macaco, prima di arrivare finalmente al Lagorai. Un trekking, anche questo, abbastanza impegnativo ma decisamente suggestivo.

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Il canyon italiano che in pochi conoscono è pura meraviglia

Quando pensiamo ai canyon, di solito, la prima immagine che viene in mente è quella dei famosi siti statunitensi ma sono molti i luoghi, anche in Italia, che nascondono bellezze spesso inaspettate.

Uno di questi è la splendida Puglia che, tra i suoi tesori, custodisce anche un Canyon, affascinante giacimento di terra rossa nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: ecco la Cava di Bauxite di Spinazzola, una meta da cartolina che ancora pochi conoscono.

Un luogo dal fascino esotico, una scoperta straordinaria

Siamo in Puglia ma qui si ha la sensazione di ritrovarsi in un luogo differente, come se, da un momento all’altro, si venisse trasportati Oltreoceano: la Cava di Bauxite di Spinazzola, dal fascino e dal colore esotico, racconta la storia del territorio e una ricchezza dal valore inestimabile che, per anni, fu importante fonte di reddito per l’economia della regione.

La sua scoperta avviene nel 1935 quando il ragionier Paolo Cappiello e il geometra Luca Nanna, durante un’escursione nei dintorni di Spinazzola, vengono attratti da alcune pietre di colore rossastro, molto pesanti.

Incuriositi, ne prelevano un campione e lo inviano per l’analisi a un laboratorio specializzato con sede a Genova: si tratta di bauxite, una roccia particolare, da cui è possibile ricavare l’alluminio, che si forma per via dell’alterazione delle rocce calcaree provocata dagli agenti atmosferici. Contiene varie specie minerarie tra cui idrossidi e ossidi, sia di ferro che di alluminio.

rocce bauxite

Fonte: iStock

Rocce di bauxite

Così, arriva la decisione di dare vita a una ditta con il permesso di ricerca e sfruttamento minerario della zona: è l’inizio della proficua attività estrattiva della Cava che sarà attiva dal 1950 al 1978 affermandosi come uno dei giacimenti minerari più importanti d’Italia.

Il materiale estratto, allo stato grezzo, veniva trasportato su camion al Porto di Trani per giungere a Porto Marghera dove le fonderie provvedevano a trasformarlo nel prodotto finito, l’alluminio.

Con l’arrivo degli anni Ottanta, la concorrenza di materiale proveniente dall’Africa, più puro ed economico da lavorare, porta prima a una diminuzione dell’attività nelle cave pugliesi e, poco dopo, alla chiusura definitiva.

La cavità, tuttavia, non fu ricoperta e oggi dona una visuale unica nel suo genere con il cratere profondo una cinquantina di metri dove il rosa, il rosso, l’arancione e molteplici altre sfumature di colore si fondono in armonia ricalcando l’atmosfera dei Canyon più famosi.

Oggi, infatti, la Cava di Spinazzola si presenta come un’ampia vallata rossastra che si apre, all’improvviso, tra le pareti rocciose a picco: gli amanti della fotografia potranno scattare immagini indimenticabili e gli appassionati di trekking ed escursioni concedersi rilassanti passeggiate lungo i sentieri dai panorami difficili da descrivere a parole.

Siamo in una realtà fuori dal tempo, lontana dal frastuono di tutti i giorni, dove rimanere in contemplazione.

miniera bauxite spinazzola

Fonte: iStock

La miniera di bauxite di Spinazzola

Come raggiungere la Cava di Bauxite di Spinazzola

Il suggestivo Canyon pugliese, insieme all’altrettanto affascinante Cava di Bauxite di Otranto, è una meta ancora poco conosciuta ma che vale davvero la pena visitare.

Si trova lungo la strada tra Spinazzola e Andria, non lontano dal Castello medievale di Garagnone: percorrendo circa dieci chilometri sulla SP 230 dalla città di Spinazzola, si prosegue verso la SP 138, direzione Andria.

Quattro chilometri prima dello svincolo, a destra della carreggiata si apre una strada sterrata: imboccatela e, dopo un boschetto, ecco lo scenario impareggiabile delle cave rosse.

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A spasso per Bruges: gli itinerari più belli da fare a piedi

È una delle città più romantiche d’Europa. I suoi scorci sono pura magia. Motivo per cui ogni anno sono tantissimi coloro che visitano Bruges, che amano passeggiare tra i vicoli acciottolati, nei parchi che sembrano dipinti, navigare lungo i canali e scattare tantissime foto davanti agli angolini più pittoreschi della città.

Esplorare Bruges a piedi è il modo migliore per scoprirne tuti i segreti, in modo rilassante. A Bruges, musei, chiese e parchi distano tra loro solamente una manciata di passi.

Accanto al piacere di una passeggiata senza meta, c’è anche quello di lasciarsi ispirare da chi quei luoghi li conosce bene, per questo l’ente del turismo di Bruges ha pubblicato una guida con quattro facili itinerari da fare a piedi. Si cammina non più di 4 o 5 chilometri e, a seconda dei gusti, collegano le attrazioni più iconiche della città ma anche i luoghi meno noti.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Groenerei, uno degli scorci più pittoreschi a Bruges

I luoghi iconici di Bruges

Si spazia dal più classico ‘I luoghi da non perdere: straordinario patrimonio dell’umanità’ al ‘Lusso e splendore: l’opulenza borgognona’. Per chi è in cerca di un ritmo più slow e di atmosfere romantiche, l’itinerario migliore si chiama ‘Un po’ di relax: silenziosa nostalgia’, mentre per i più curiosi c’è il tour ‘Sorprendente modernità: highlight contemporanei’.

Il fil rouge che i quattro itinerari hanno in comune è lo stupore che comunque suscitano nel visitatore, qualunque tour decida di percorrere (si possono fare anche tutti, volendo) ecco perché il titolo della guida, anche in versione italiana, è “Oooh! Bruges!”.

Uno degli scorci più suggestivi e noti di Bruges è il Quay del Rosario (Rozenhoedkaai). Qui bisogna fare la fila per posizionarsi nel punto giusto e scattarsi un selfie perché è sempre pieno zeppo di turisti. Bellissimo di giorno, specie nelle giornate di sole, ma anche di sera, quando le calde luci dei lampioni illuminano tutto il centro storico di Bruges e trasportando il visitatore nel Medioevo.

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Fonte: isit Bruges © Jan D’Hondt

Il Beghinaggio a Bruges

Tra i luoghi più romantici di Bruges c’è anche il Ponte dell’amore, un ponticello di pietra nascosto tra le case, dietro il Castello di Gruuthuse, l’edificio più imponente della città. Dal ponte si può ammirare quella che gli abitanti considerano la finestra più piccola di tutta Bruges, una bifora sul retro del Gruuthuse che da qualche anno ospita il museo cittadino.

Molto pittoreschi sono anche il Markt, la piazza del mercato, la più popolare di Bruges, il Belfort (o Beffroi), la torre alta 83 metri sulla quale si può anche salire, se si ha la forza di scalare i 366 gradini, per ammirare il panorama della città dall’alto, e il Beghinaggio, Patrimonio dell’Unesco come tutto il reso del centro di Bruges. Del resto, a vederla, sembra proprio uscita da un libro di fiabe.

Fonte: 123rf

Il Quay del Rosario a Bruges

Tra le attrazioni menzionate non poteva mancare il Sint-Janshospitaal, l’antico Ospedale di San Giovanni, oggi museo dedicato a Hans Memling. Il museo in questa stagione rientra più che mai tra ‘I luoghi da non perdere’; qui dal 28 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023 va in scena la mostra Face to face with death, dedicata a Hugo van der Goes (1430-40 – 1482), che insieme a Jan van Eyck e Hans Memling fu uno dei più grandi Primitivi Fiamminghi.

Natale a Bruges

Chi decide di visitare Bruges durante le festività natalizie, poi, resterà letteralmente ammaliato dalla magia che questa città è in grado di regalare.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Inverno a Bruges

A partire dal 25 novembre si inaugura la nuova edizione di Winterglow, il percorso di installazioni luminose distribuite in vari angoli della città medievale.

Le otto attrazioni, insieme alla pista di pattinaggio sul Minnewater (il Lago dell’amore) e il winter bar, sono decisamente tra le tappe imprescindibili.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

La piazza Jan van Eyck a Bruges
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A spasso per Bruges: gli tinerari più belli da fare a piedi

È una delle città più romantiche d’Europa. I suoi scorci sono pura magia. Motivo per cui ogni anno sono tantissimi coloro che visitano Bruges, che amano passeggiare tra i vicoli acciottolati, nei parchi che sembrano dipinti, navigare lungo i canali e scattare tantissime foto davanti agli angolini più pittoreschi della città.

Esplorare Bruges a piedi è il modo migliore per scoprirne tuti i segreti, in modo rilassante. A Bruges, musei, chiese e parchi distano tra loro solamente una manciata di passi.

Accanto al piacere di una passeggiata senza meta, c’è anche quello di lasciarsi ispirare da chi quei luoghi li conosce bene, per questo l’ente del turismo di Bruges ha pubblicato una guida con quattro facili itinerari da fare a piedi. Si cammina non più di 4 o 5 chilometri e, a seconda dei gusti, collegano le attrazioni più iconiche della città ma anche i luoghi meno noti.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Groenerei, uno degli scorci più pittoreschi a Bruges

I luoghi iconici di Bruges

Si spazia dal più classico ‘I luoghi da non perdere: straordinario patrimonio dell’umanità’ al ‘Lusso e splendore: l’opulenza borgognona’. Per chi è in cerca di un ritmo più slow e di atmosfere romantiche, l’itinerario migliore si chiama ‘Un po’ di relax: silenziosa nostalgia’, mentre per i più curiosi c’è il tour ‘Sorprendente modernità: highlight contemporanei’.

Il fil rouge che i quattro itinerari hanno in comune è lo stupore che comunque suscitano nel visitatore, qualunque tour decida di percorrere (si possono fare anche tutti, volendo) ecco perché il titolo della guida, anche in versione italiana, è “Oooh! Bruges!”.

Uno degli scorci più suggestivi e noti di Bruges è il Quay del Rosario (Rozenhoedkaai). Qui bisogna fare la fila per posizionarsi nel punto giusto e scattarsi un selfie perché è sempre pieno zeppo di turisti. Bellissimo di giorno, specie nelle giornate di sole, ma anche di sera, quando le calde luci dei lampioni illuminano tutto il centro storico di Bruges e trasportando il visitatore nel Medioevo.

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Fonte: isit Bruges © Jan D’Hondt

Il Beghinaggio a Bruges

Tra i luoghi più romantici di Bruges c’è anche il Ponte dell’amore, un ponticello di pietra nascosto tra le case, dietro il Castello di Gruuthuse, l’edificio più imponente della città. Dal ponte si può ammirare quella che gli abitanti considerano la finestra più piccola di tutta Bruges, una bifora sul retro del Gruuthuse che da qualche anno ospita il museo cittadino.

Molto pittoreschi sono anche il Markt, la piazza del mercato, la più popolare di Bruges, il Belfort (o Beffroi), la torre alta 83 metri sulla quale si può anche salire, se si ha la forza di scalare i 366 gradini, per ammirare il panorama della città dall’alto, e il Beghinaggio, Patrimonio dell’Unesco come tutto il reso del centro di Bruges. Del resto, a vederla, sembra proprio uscita da un libro di fiabe.

Fonte: 123rf

Il Quay del Rosario a Bruges

Tra le attrazioni menzionate non poteva mancare il Sint-Janshospitaal, l’antico Ospedale di San Giovanni, oggi museo dedicato a Hans Memling. Il museo in questa stagione rientra più che mai tra ‘I luoghi da non perdere’; qui dal 28 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023 va in scena la mostra Face to face with death, dedicata a Hugo van der Goes (1430-40 – 1482), che insieme a Jan van Eyck e Hans Memling fu uno dei più grandi Primitivi Fiamminghi.

Natale a Bruges

Chi decide di visitare Bruges durante le festività natalizie, poi, resterà letteralmente ammaliato dalla magia che questa città è in grado di regalare.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Inverno a Bruges

A partire dal 25 novembre si inaugura la nuova edizione di Winterglow, il percorso di installazioni luminose distribuite in vari angoli della città medievale.

Le otto attrazioni, insieme alla pista di pattinaggio sul Minnewater (il Lago dell’amore) e il winter bar, sono decisamente tra le tappe imprescindibili.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

La piazza Jan van Eyck a Bruges
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La più bella escursione da fare a piedi in autunno

È appena nato un sentiero, breve, facile, ma soprattutto immerso in una natura meravigliosa. Bellissimo da percorrere tutto l’anno, ma c’è un periodo in cui è davvero magico: l’autunno.

Quando i colori caldi della natura che sta andando in letargo, per poi tornare rinvigorita a primavera, dipingono i boschi con tutte le tonalità del foliage, dall’arancio al rosso al marrone, è questo il momento migliore per camminare sul sentiero Rebe (che in tedesco significa “vigna”), il sentiero del vino.

Il sentiero Rebe

Questo nuovo itinerario, disegnato dalla mano di Madre Natura che ha plasmato colline e filari di viti, collega la città di Bolzano, in Alto Adige, alle colline di Santa Maddalena, sull’Altipiano del Renon. Soltanto tre chilometri e mezzo, ma immersi tra vigneti e opere d’arte en plein air.

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Fonte: Ufficio stampa

Il sentiero Rebe, tra borghi e vigneti

Consiste in una piacevole passeggiata di circa 400 metri di dislivello che, per un’oretta e mezza, si snoda tra i filari, in parte sulla vecchia strada romana, che parte dai possedimenti del maso Waldgries, e che si aggiunge ai tantissimi percorsi tra i vigneti che fanno di questo territorio. Un itinerario perfetto per gli appassionati di vino, ma così facile da essere adatto a tutta la famiglia.

Un cammino tra natura e cultura

Il percorso, oltre a toccare alcuni siti di interesse storico-culturale, come i villaggi di Rencio e Signato e la chiesa di Santa Giustina, è costellato da una decina di interventi artistici, opere dello scultore gardenese Filipp Moroder Doss che ha lavorato al progetto chiamato “Scala del vino”. Ciascuna delle installazioni, che si inserisce perfettamente nel paesaggio, è dedicata a un tema, dall’irrigazione alle varietà di vino, a metà fra la lode alla tecnica e un senso quasi religioso del lavoro nei campi. In totale le opere sono dieci e scandiscono l’intero cammino.

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Fonte: Ufficio stampa

Una delle installazioni di Filipp Moroder Doss lungo il Rebe

Fra un’opera e l’altra sono state inserite anche delle tabelle con la spiegazione del paesaggio, dei vitigni tipici (dal Lagrein, il più basso, al Riesling, il più alto, passando tra filari di Merlot, Cabernet Sauvignon e Müller Thurgau), delle zone di coltivazione Doc e dei siti culturali che lambiscono il sentiero, per immergersi meglio nel territorio.

Non mancano ovviamente le soste per le degustazioni nelle varie cantine che s’incontrano lungo il percorso. E, dalla terrazza panoramica in cima, si gode di una vista magnifica su Bolzano e sulle Dolomiti.

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Come in una fiaba: benvenuti nel parco delle meraviglie

C’è un luogo, in Europa, dove le fiabe prendono vita. Un posto straordinario dove i racconti che conosciamo, e che ci incantano da sempre, non sono letti da qualcuno, ma sono vissuti in prima persona. Un parco delle meraviglie dove i desideri dei bambini prendono forma e gli adulti possono tornare a sognare.

Ci troviamo nei Paesi Bassi e più precisamente a Kaatsheuvel, cittadina situata nella regione di Langstraat raggiungibile in circa due ore di auto da Bruxelles. È qui che si trova un luogo straordinario: il Parco di Efteling.

Molto più un semplice parco giochi, quello olandese è un vero e proprio universo delle meraviglie che catapulta grandi e bambini in un mondo fantastico e magico. Pronti a partire?

Il parco divertimenti di Efteling

Ribattezzato dagli esperti del settore come il mondo delle meraviglie, il Parco di Efteling è il più grande dei Paesi Bassi, nonché uno dei più antichi di tutto il mondo. Inaugurato nel 1952, anno dopo anno, ha saputo dare vita alle storie della buonanotte creando un mondo fatato che incanta grandi e bambini provenienti da ogni parte del globo. Dalla sua apertura, infatti, ha ospitato oltre 150 milioni di visitatori.

A guardare gli spazi, le attrazioni e le architetture, che per forme e lineamenti ricordano quelle che abbiamo visto nelle favole, è facile intuire perché questo parco sia così amato dalle persone di ogni età di tutto il mondo. L’area, che si snoda su una superficie di 65 ettari, ospita 32 favolose attrazioni, tra cui anche montagne russe mozzafiato per chi sogna di vivere esperienza adrenaliniche.

Ma quello che davvero affascina e conquista, è il fattore magico, che impregna ogni angolo, strada e attrazione presente nel parco.

Parco di Efteling

Fonte: Getty Images

Parco di Efteling

La Foresta delle Fiabe

Entrando all’interno del Parco di Efteling gli ospiti sono catapultati in un mondo incantato che rievoca gli immaginari favolistici più celebri del nostro continente. Ma non è tutto perché, all’interno del parco giochi è presente anche la Foresta delle Fiabe. Si tratta di un polmone verde creato da Madre Natura che, grazie all’azione dell’uomo, si è trasformato in un’area incantata e suggestiva.

Al suo interno, infatti, sono state sapientemente ricreate scene tridimensionali di ben 30 favole come per esempio Biancaneve, Hansel e Gretel, Pinocchio e Cenerentola. Queste sono accompagnate da una musica melodica che si fonde con i suoni della natura e con i suoi profumi. Il risultato è un’esperienza immersiva e sensoriale in grado di realizzare i sogni di adulti e bambini.

Oltre alla foresta magica, è possibile andare alla scoperta delle aree tematiche, in tutto 5, sapientemente pensate per rievocare l’immaginario favolistico che appartiene alla cultura di massa. Ci sono il Reame delle Fiabe, il Reame Differente e il Reame dei Viaggi. Completano il parco anche il Reame del Brivido, per i più coraggiosi, e il Reame della Fantasia.

Il risultato è un percorso inedito e sorprendente dove attrazioni adrenaliniche ed emozionanti si fondono con paesaggi incantati e magici dando vita a un’esperienza al di fuori dell’ordinario dedicata a tutti i viaggiatori. Non solo attrazioni però, all’interno del parco, infatti, è possibile incontrare e interagire con i personaggi più celebri delle favole che conosciamo.

E se l’esperienza magica non dovesse bastare, allora, ecco che oltre alla visita del Parco di Efteling si aggiungono degli alloggi straordinari, quelli che fanno parte dell’Efteling Hotel.

Parco di Efteling

Fonte: iStock

Parco di Efteling
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Puoi dormire in una villa nascosta nella foresta

Sono tante, anzi tantissime, le ricerche scientifiche che confermano quanto il contatto con la natura autentica e selvaggia faccia bene al corpo e alle mente. Evidenze, queste, confermate anche dalle nostre stesse esperienze e da tutti quei benefici che traiamo tutte le volte che trascorriamo del tempo nei parchi, nelle foreste e nelle aree verdi e fiorite.

Anche l’organizzazione dei nostri viaggi, spesso, è influenzata proprio dall’esigenza di trascorrere del tempo a contatto con la natura. Così ecco che quelle meraviglie che compongono l’immenso patrimonio naturalistico del nostro pianeta, si trasformano nelle più belle e suggestive destinazioni di viaggio da raggiungere.

Passeggiate nei boschi, esplorazione di foreste incantate e picnic con vista su laghi che sembrano usciti da una fiaba, queste sono solo alcune delle avventure più incredibili da vivere. A queste, poi, si aggiunge la possibilità di dormire all’interno di alloggi immersi nella natura. Come quello situato in Estonia: una villa solitaria e nascosta nella foresta che si mimetizza con l’ambiente.

Estonia: l’esperienza più bella a contatto con la natura

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta delle meraviglie straordinarie che appartengono a un Paese incredibile. Ci troviamo in Estonia, in un territorio vasto e variegato caratterizzato da paesaggi da fiaba che ospitano spiagge rocciose, antiche foreste, laghi, castelli e fortezze arroccate sulle colline che incorniciano panorami mozzafiato.

La capitale del Paese, poi, è un vero incanto. Celebre per il suo centro storico perfettamente intatto, attira ogni anno migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Ed è proprio partendo da Tallinn che possiamo raggiungere un luogo straordinario dove vivere l’esperienza più magica e suggestiva di una vita intera.

A circa 50 minuti di auto dalla capitale, nell’Estonia nord-occidentale, troviamo un piccolo villaggio situato nella contea di Rapla dove il tempo scorre lento, seguendo solo ritmo scandito dalla natura che qui è assoluta protagonista.

Ed è sempre qui, che immersa in una foresta, sorge una villa incredibile che si mimetizza completamente con la natura e tra questa si nasconde, consentendo agli ospiti di vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario a contatto con la flora e la fauna che popolano il meraviglioso territorio estone.

Maidla Nature Villa

Fonte: Ufficio Stampa

Maidla Nature Villa

La villa nascosta e immersa tra la natura

Il suo nome è Maidla Nature Villa, ed è l’alloggio che promette di vivere un sogno, quello che prende vita tra le bellezze naturalistiche dell’Estonia. Situata a circa 50 minuti di auto da Tallinn, la villa è stata costruita vicino a un maniero del XV secolo che oggi è la sede del Maidla Nature Resort.

La villa sorge in una zona solitaria e completamente immersa in un paesaggio silenzioso in cui a farsi spazio sono solo i suoni della natura. Nascosta fra le betulle e appoggiata su una struttura a palafitta, la casa si mimetizza completamente con l’ambiente circostante. Numerosi sono i punti panoramici che offrono una vista diretta dal paesaggio che si snoda tutto intorno, come la grande terrazza sul tetto e i balconi sulla natura. Da qui è possibile anche avvistare gli animali che popolano la foresta.

Gli interni della villa, che si snoda su un totale di 28 metri quadri, sono pensati per offrire il massimo confort agli ospiti, due per volta, per una vacanza all’insegna del vero lusso, quello di trascorrere il proprio tempo immersi nella natura.

Maidla Nature Villa

Fonte: Ufficio Stampa

Maidla Nature Villa
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Il bosco di Biancaneve esiste davvero: si trova in Italia

Esistono luoghi così belli da non sembrare reali. Paesaggi che si spalancano davanti ai nostri occhi e ci catapultano in universi straordinari, unici e inediti che per forme e lineamenti rimandano a tutti quegli scenari da cartolina che abbiamo visto solo nelle fiabe.

Ed è proprio in un luogo da fiaba che vogliamo portarvi oggi. Un posto incantato che ha fatto da sfondo a una delle storie più belle che abbiamo mai letto e ascoltato. Una radura fiorita, lussureggiante e a tratti magica che porta l’indelebile firma di Madre Natura.

Si tratta di un bosco, un piccolo polmone verdeggiante che, con i suoi alberi secolari dalle forme più bizzarre, i suoi sentieri silenziosi e la fitta vegetazione, sembra proprio uscito da un libro di fiabe. Non una qualsiasi, intendiamoci, ma quella di Biancaneve.

Il bosco incantato nel cuore della Tuscia

C’era una volta un bosco fitto e rigoglioso, magico e spaventoso, che sorgeva proprio nelle vicinanze del castello di Grimilde, meglio conosciuta come la strega cattiva. È quello il bosco in cui Biancaneve si immerge e si perde, prima di incontrare i 7 nani. C’è oggi quello stesso bosco, o almeno a lui sembra somigliare per bellezza e la magia, che si snoda proprio ai piedi di un castello e che si trova in Italia.

Ci troviamo a Torre Alfina, un piccolo borgo situato nel cuore della Tuscia, a pochi chilometri da Roma. È qui che, grazie a uno scenario straordinariamente unico, dove la natura regna incontrastata, si può vivere un’esperienza magica e surreale, diventando i protagonisti di una delle favole più belle.

Proprio ai piedi del castello, infatti, si snoda su una superficie di 60 ettari il Bosco del Sasseto, che per la sua biodiversità unica, e quegli scenari che sembrano usciti da un racconto fatato, è stato ribattezzato dal National Geographic il Bosco di Biancaneve.

Bosco del Sasseto

Fonte: iStock

Bosco del Sasseto

Dentro il Bosco del Sasseto

In Bosco del Sasseto è un vero e proprio microcosmo di biodiversità che non ha eguali che sorge su un terreno ricoperto di rocce vulcaniche che affondano le loro radici in oltre 300000 anni di storia. Si tratta di un Monumento Naturale, di nome e di fatto, nonché area protetta della regione.

Qui la natura regna incontrastata da secoli, ed è stata proprio lei a creare uno degli scenari più suggestivi della Tuscia e di tutto il Paese.

Numerosi gli esemplari floristici che qui vivono e convivono, ospitando altrettante specie faunistiche. Ci sono i faggi, gli olmi e gli aceri, e poi ancora più di 30 esemplari di arbusti che si aggrovigliano tra di loro, che si sfiorano e che incorniciano incredibili sentieri che attraversano la radura.

L’atmosfera è surreale, lo è perché gli alberi assumono forme inedite, bizzarre e incantate, mentre si intrecciano tra di loro creando dei veri e propri labirinti fatati. Ai loro piedi, invece, una distesa di muschi e felci, incornicia quelli che sono i sentieri da seguire per esplorare il bosco progettati da Henry e Achille Duchêne, paesaggisti francesi.

L’area è meravigliosa in ogni stagione dell’anno. Sia quando il sottobosco fiorisce in primavera, sia quando gli alberi si tingono degli straordinari colori dell’autunno.

Passeggiando nel Bosco di Biancaneve, tra profumi, colori e suoni della natura, le sorprese non finiscono mai. All’interno dell’area, infatti, è presente un mausoleo in stile neo gotico che rende l’atmosfera ancora più straordinaria. Si tratta della tomba del marchese Edoardo Cahen che, proprio all’interno di questo bosco incantato, volle far costruire la casa del suo eterno riposo.

Bosco del Sasseto

Fonte: iStock

Bosco del Sasseto
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Topolò, il borgo di confine su un ripido pendio

Qui è dove l’asfalto finisce, nell’estrema parte orientale della provincia di Udine, a pochi passi dal confine con la Slovenia: disperso tra i boschi delle valli del Natisone, arroccato su un pendio a 580 metri di altitudine tra i monti Colovrat e San Martino, ecco Topolò, frazione del comune di Grimacco.

Una ventina di abitanti dei 400 che furono (ma ne stanno arrivando di nuovi, chi per l’estate chi per viverci tutto l’anno), nessun bar o negozio: il ritmo della vita scorre lento, sospeso nel tempo, in un silenzioso e verde paesaggio plasmato, nel corso dei secoli, dai torrenti Patok, Za Traunim e Za Velin Čelan.

Il nome del borgo deriva dallo sloveno “topol”, ovvero pioppo, a indicare un territorio ricco di questi alberi.

Topolò

Fonte: iStock

Veduta di Topolò

I punti di interesse del borgo di confine

Sono un centinaio le case, molte delle quali vuote, e l’abitazione più tipica di Topolò è la “casa izba“, di origine medievale, caratterizzata dall’architettura spontanea della Slavia veneta: a pianta rettangolare, con scale esterne e ballatoi, si eleva su tre livelli e presenta due stanze per piano.
Il pianoterra ospitava la cucina, chiamata in passato “stanza del fumo” poiché priva di camino, e un tinello (“izba”) riscaldato dalla stufa- forno, la cosiddetta “pec”.
Salendo la scala esterna, si raggiungono le camere del primo piano e il ballatoio dove, anticamente, venivano essiccati il mais e i funghi per il consumo familiare.

Di recente, grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, molte case sono state restaurate e oggi si propongono come “albergo diffuso“, soprattutto per una comunità internazionale, giovane, nomade e creativa che aiuta il borgo a rivivere nonostante il massiccio spopolamento iniziato a fine Ottocento e proseguito dopo la metà del XX secolo.

Passeggiando tra le strette stradine pedonali lastricate, in una dimensione “altra” lontana dalla frenesia e dai rumori della vita di città, lo sguardo si posa poi sulle “kozolec“, costruzioni in pietra e legno adibite a ricovero per gli attrezzi agricoli e utilizzate per fare seccare il fieno e i prodotti dei campi.

Ma non solo: di sicuro interesse è la Chiesa di San Michele, costruita direttamente dagli abitanti nel 1847 con materiale estratto dalle cave locali: sulla facciata spicca il mosaico raffigurante San Cristoforo mentre l’interno ospita tre altari, il maggiore intitolato a San Michele e i due laterali alla Santa Vergine e a San Giuseppe.
Da vedere anche gli affreschi a opera del pittore friulano Antonio Gentilini e la pala in terracotta dedicata alla Natività, realizzata nel 2006 dallo scultore Isidoro Dal Col.

Topolò fontana

Fonte: iStock

Fontana a Topolò

Un tuffo nella natura tra percorsi e sentieri

Trovarsi da queste parti significa anche immergersi in un contesto paesaggistico tutto da esplorare grazie a sentieri e percorsi ideali per gli amanti del trekking, delle escursioni e delle piacevoli passeggiate: un sentiero conduce, ad esempio, al vicino paese sloveno di Luico (Livek) costeggiando dodici installazioni artistiche a opera di artisti di differenti nazionalità.

Più impegnativo, ma davvero suggestivo, è l’itinerario lungo il torrente Codariana, dalle acque limpidissime: durante la passeggiata, si arriva al cospetto della forra del Velik Suopota, con le ripidissime pareti scavate dalla forza dell’acqua nel corso dei millenni e due favolose cascate.
La minore, “Mali Suopota”, si ammira al termine del canalone.
Lungo la riva sinistra del ruscello, più a monte, si ergono tuttora le rovine di una casa padronale e dell’antico mulino annesso, complesso che rimase attivo fino al 1956.

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In questa antica oasi nel deserto esiste un lago a forma di mezza Luna

Esistono luoghi nel mondo che sono così straordinariamente belli da non sembrare reali. Visioni magiche e suggestive che si palesano all’improvviso quasi come se fossero un miraggio, e invece sono vere e per questo ancora più incredibili.

Molti di questi scenari, che sono gli stessi che invitano ad attraversare il mondo intero, portano la firma indelebile di Madre Natura. È proprio lei che, con sapiente abilità, crea quelli che sono i paesaggi più straordinari del pianeta. Molto più di attrazioni turistiche, questi luoghi si trasformano in vere e proprie esperienze immersive e sensoriali che lasciano senza fiato.

Ed è quello che succede a tutti i viaggiatori che osano spingersi fino al Crescent Moon Lake. Un lago naturale a forma di mezza Luna situato nel cuore di un’oasi nel deserto che è un vero e proprio sogno a occhi aperti.

Il lago nell’oasi di Yueyaquan

È un viaggio unico, quello di oggi, che ci porta alla scoperta di una delle meraviglie naturali più incredibili del nostro pianeta. Una visione suggestiva, magica e romantica che è destinata a lasciare senza fiato e a incorniciare i ricordi indelebili del viaggio di una vita.

Ci troviamo nel deserto del Gobi, una vasta regione dell’Asia orientale che si snoda tra la Mongolia e la Cina, e più precisamente nella parte cinese, nella provincia del Gansu, un tempo meta di passaggio dell’antica Via della Seta.

È qui che sorge un’oasi immersa nel deserto e incorniciata da alte dune sabbiose che sembrano colline dorate. Si tratta del Crescent Lake, una sorgente naturale di acqua dolce che alimenta la natura circostante che a sua volta crea un piccolo paradiso naturalistico che sopravvivere da oltre 2000 anni in una zona desertica.

La visione di questa oasi è straordinaria, non solo perché il verde della natura rigogliosa fa da contrasto all’oro del deserto che brilla tutto intorno, ma anche e soprattutto perché a campeggiare al centro del paesaggio c’è un lago che ha la forma di una mezza Luna. Ed è spettacolare.

Il lago nel deserto a forma di mezza Luna

Fonte: Getty Images

Il lago nel deserto a forma di mezza Luna

Crescent Lake: il lago che è uno spicchio di Luna

Chiunque osi spingersi fino al deserto del Gobi sarà ripagato dalla visione di un miraggio. In questa vasta area il cui nome tradotto vuol dire “luogo senza acqua”, il Crescent Moon Lake è un vero e proprio miracolo della natura. Non solo perché nutre l’oasi, ma anche perché crea uno degli scenari naturali più straordinari dell’intero pianeta.

Il nome originale del lago, che assume la caratteristica forma di uno spicchio di luna, è Yueyaquan, anche se è stato ribattezzato dai viaggiatori di tutto il mondo come Crescent Moon Lake, proprio in onore delle sembianze che lo accomunano alla Luna crescente.

Bellissimo di giorno, magico di notte, il lago è sospeso in un’atmosfera da favola, accentuata ancora di più dai giochi di luce creati rispettivamente dal Sole e dalla Luna. A completare quella che è un’immagine idilliaca ci pensa un’alta pagoda in legno che sovrasta l’oasi e che restituisce uno scenario da cartolina.

Sono tanti gli avventurieri che giungono fin qui per immergersi in questo gioiello della natura. Attraversano il deserto e le grandi montagne di sabbia per ammirare quello che è, con tutta probabilità, uno degli spettacoli più belli messi in scena da Madre Natura.

Il consiglio è quello di restare qui anche di notte. Quando il sole lascia spazio al crepuscolo, infatti, il lago a forma di Luna viene illuminato tutto intorno da una serie di luci artificiali, mentre la bianca e candida Luna si riflette dentro le sue acque. Èd è allora che comincia la magia.

Crescent Moon Lake

Fonte: Getty Images

La notte al Crescent Moon Lake