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Sapevate che in Italia esiste il ponte naturale più grande d’Europa?

Non un semplice raccordo tra due luoghi: il ponte è molto di più di un elemento architettonico, ma può rendere unico e inconfondibile un paesaggio. Chi costruisce e progetta queste strutture cerca sempre di lasciare il segno, ma spesso il miglior “ingegnere” in assoluto è proprio la natura. C’è infatti un ponte che si trova in Italia che non ha nulla da invidiare a quelli più ammirati di tutto il mondo: è il ponte di Veja, un vero e proprio arco naturale che sorge nei pressi di Sant’Anna d’Alfaèdo (provincia di Verona), all’interno del Parco Naturale della Lessinia.

La pietra piegata alla forza dell’acqua

Non è solo la bellezza del ponte a renderlo unico e affascinante, ma anche il modo in cui si è formato. Ci sono molte leggende sulla sua origine, ma quella più accreditata è che sia nato dall’erosione della roccia carsica. Inizialmente, infatti, il ponte non era altro che una caverna e nel corso dei secoli i fiumi e i ruscelli di cui ancora oggi c’è traccia hanno insinuato le pareti. Giorno dopo giorno la pietra non ha resistito alla forza dell’acqua fino a crollare mantenendo solo l’arcata dell’ingresso che oggi è la vera essenza del ponte.

La caverna sotto il Ponte di Veja

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Uno scorcio del ponte di Veja

Se la sua formazione è certa, meno lo è la datazione su cui si sono fatte molte ipotesi. Secondo una leggenda, Dante per la creazione delle Malebolge si è ispirato proprio al ponte di Veja che aveva potuto ammirare durante il suo soggiorno presso gli Scaligeri a Verona. Alcuni critici, invece, sono sicuri che il ponte raffigurato da Andrea Mantegna nell’affresco “L’incontro” dipinto all’interno della Camera degli Sposi dei Gonzaga (da ammirare presso il Palazzo Ducale di Mantova) sia proprio quello di Veja. Molti altri invece ritengono che la teoria più accreditata sulla sua origine sia quella di don Alberto Benedetti. L’esperto della Lessinia, in base ad alcuni documenti, fa risalire l’origine alla prima metà del ‘200 a seguito di un terremoto che avrebbe fatto crollare definitivamente la caverna.

Un luogo incantevole con una storia millenaria

La natura incontaminata che circonda il ponte di Veja è solo uno degli aspetti che lo hanno reso un luogo da visitare assolutamente. Alto circa 50 metri e largo 17, può essere ammirato in tutto il suo splendore passeggiandovi al di sopra. Infatti, a differenza di altri ponti di origine naturale, in passato veniva percorso dai viandanti tanto da essere chiamato anche Ponte de Weg (der weg in tedesco significa strada) o “La Strada”.

Il ponte di Veja e la neve

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Il ponte di Veja imbiancato dalla neve

Il ponte di Veja affonda le sue radici in epoche lontane al punto da essere considerato un sito archeologico a tutti gli effetti. Sotto l’arcata, infatti, sono state scoperte una serie di grotte utilizzate come rifugio in epoca preistorica. La caverna più grande (lunga circa 180 metri), detta “dell’Orso”, per molti secoli è stata abitata e a testimoniarlo sono stati i ritrovamenti di utensili, frecce e ossa di animali preistorici, reperti che rendono ancora più intrigante la visita di questo luogo.

Questo ponte circondato da un ambiente incontaminato e l’importanza storica che porta con sé, sono la testimonianza di come la natura possa creare capolavori inimmaginabili anche dalle menti più eccelse.

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Cinque parchi da scoprire tra Italia e Svizzera

Tra l’Italia e la Svizzera c’è una rete di parchi tutti collegati tra loro che si possono scoprire in qualunque stagione dell’anno. Sono uno scrigno di bellezza fatta di boschi, montagne (le cime delle Prealpi), di tanti laghi e di aree umide, oltre che di flora e fauna autoctone.

Il progetto, voluto dall’Unione europea, dal Fondo europeo di sviluppo regionale, dalla Confederazione elvetica e Cantoni che lo hanno finanziato, si chiama Insubriparks e comprende cinque parchi nel territorio tra Nord Italia e Svizzera. Tre dei parchi si trovano in Lombardia mentre gli altri due nel Mendrisiotto e sono rispettivamente il Parco regionale Spina Verde, il Parco regionale Campo dei Fiori, il Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, il Parco del Penz e il Parco delle Gole della Breggia.

I cinque parchi insubrici sono collegati tra loro da sei itinerari tematici. Si possono scoprire bellezze naturali e biodiversità, ma anche fortificazioni, confini e affascinanti informazioni sui modi di abitare nella storia. Ogni itinerario è contrassegnato da un simbolo diverso che accompagna tutte le tappe del percorso, rendendolo così più semplice.

Parco regionale Spina Verde

La forma che si insinua come una “spina”, da Est a Ovest nella fascia collinare di Como, dà il nome al Parco regionale Spina Verde, mille ettari di superficie verde attraversata da ben 80 chilometri di sentieri che costituiscono un museo all’aperto.

I sentieri si possono percorrere in autonomia facendosi guidare dalla cartellonistica didattica o prendere parte a visite guidate. Si scoprono così siti archeologici dell’era protostorica, monumentali resti medievali, la torre del Castello Baradello e le trincee della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Spina Verde è particolarmente amato dalle famiglie, dai ciclisti e da molti escursionisti per le sue bellezze, per il piacere della scoperta storica che si unisce alla passeggiata a contatto con la natura e per la vicinanza con Como. Il parco offre straordinari punti panoramici e di interesse naturalistico, siti di importanza archeologica, medievale, punti di ristoro, oltre a un ponte tibetano e ad aree attrezzate per percorsi ginnici e per il relax.

Parco regionale Campo dei Fiori

Tantissimi sono i sentieri che attraversano questo parco che si trova in provincia di Varese e che è chiamato proprio “la montagna dei varesini “. Si tratta di un’area naturale protetta che si estende sui territori occupati dal Massiccio del Campo dei Fiori e dal Massiccio del Monte Martica, sulle Prealpi varesine.

Si possono percorrere diversi tipi di sentieri, tematici o meno, con indicazioni e tappe in luoghi che raccontano la storia della zona, comprese alcune fortificazioni costruite lungo il confine italo-svizzero ai tempi della Prima guerra mondiale. Ma il parco è anche attraversato da due dei cammini più importanti d’Europa. Il primo è il Sentiero Europeo “E-1”, un percorso internazionale che parte da Capo Nord in Norvegia e che termina a Capo Passero in Sicilia. Il secondo, invece, è il “Sentiero del Giubileo” che parte al Passo dello Spluga, al confine con il Cantone Grigioni, e che scende lungo le rive del Lago di Como seguendo la vecchia via “Regina” per poi raggiunge la provincia di Varese.

Nel parco ci sono laghi, stagni, torbiere e sorgenti, ma anche alcuni luoghi piuttosto famosi per la loro bellezza naturale. Tra questi, il Masso erratico di Brinzio, un grosso masso in gneiss trasportato e depositato dai ghiacciai nella valle di Intrino, sul versante Nord del Campo dei Fiori, le Marmitte dei giganti del torrente Vellone, la Fontana del Ceppo, una sorgente attiva tutto l’anno, e ben 130 grotte, le Grotte del Campo dei Fiori, con gallerie che si estendono per 30 km sottoterra.

Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile

Tanti i sentieri che si possono percorrere in questo grande parco di circa 50 km quadrati a cavallo tra la provincia di Varese e quella di Como. È talmente ampio da comprendere al proprio intero addirittura 15 Comuni, uno dei quali completamente dentro il Parco, Castelnuovo Bozzente. Ed è proprio al suo interno che si trova anche la famosa “Pinetina” dove si allena la squadra dell’Inter. A parte questi luoghi popolati, la maggior parte del parco è fatto di foreste di pini, querce e castagni.

Il parco è attraversato da tanti sentieri escursionistici, molti dei quali anelli nei quali è praticamente impossibile perdere la strada. Alcuni durano poco più di un’altra, altri una giornata intera, ciascuno può scegliere l’itinerario che più gli aggrada.

Parco del Penz

Ci troviamo in Svizzera. Il Parco del Penz, nei pressi di Chiasso, si estende su una superficie di 245 ettari tra pianura e collina attraversata da piccole valli dove scorrono i ruscelli che sfociano nel torrente Faloppia e puntellate da vigneti, attraverso i quali si può passeggiare seguendo alcuni sentieri ben indicati.

Tanti gli itinerari che si possono percorrere a piedi o in bicicletta nel parco svizzero per 25 km, con collegamenti alla rete dei sentieri del Mendrisiotto e del Parco Spina Verde, in Italia. Sicuramente i più belli sono quelli che conducono ad alcuni punti panoramici, come il Dosso Pallanza con la “Terrazza Belvedere” e l’area dell’Oratorio di S. Stefano e S. Lorenzo. Il punto di estremo Sud della Svizzera si trova nel parco segnalato con la pietra di confine 75B, in zona Moreggi.

Parco delle Gole della Breggia

Quest’area naturale protetta svizzera è ubicata all’estremo Sud del Ticino e, come dice il nome, comprende una serie di gole scavate dal torrente Breggia nel coso di 200 milioni di anni. Sono tanti gli itinerari che si possono percorrere in autonomia o in compagnia di guide esperte nel Parco della Breggia.

A partire dall’itinerario geologico per scoprire la diversità delle rocce del parco, quello storico, che tocca i luoghi legati alle attività dell’uomo come il Mulino del Ghitello, la Torre dei Forni della Saceba e alcuni edifici storici e opifici. Si visita anche un’imponente struttura, quella dell’ex cementificio, testimonianza di un passato industriale che oggi può essere approfondito partecipando al Percorso del cemento con la visita delle gallerie di estrazione.

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Lago di Caldaro, autentico gioiello della natura

Natura incontaminata, paesaggi meravigliosi e tante attività outdoor: il lago di Caldaro, perla dell’Alto Adige, è una meta turistica molto amata per il suo fascino incredibile. Si trova incastonato tra i vigneti, con le montagne che spuntano in lontananza, e offre un panorama davvero splendido. Ed è la tappa ideale per una gita fuori porta in ogni stagione, sia per chi ama i rigidi e candidi paesaggi invernali che per chi invece preferisce i colori primaverili o le calde giornate estive in cui tuffarsi in acque rinfrescanti.

Il lago di Caldaro, bellezza incredibile

Situato nell’Alto Adige, a pochissima distanza dalla città di Bolzano, il lago di Caldaro è un vero gioiello. Si tratta di uno dei bacini naturali più grandi di tutta la regione, incastonato tra una rigogliosa vegetazione e deliziosi vigneti – qui si producono alcuni vini rinomati in tutto il mondo. Il lago, di origine alluvionale, è alimentato quasi interamente da sorgenti subacquee. Si trova a poco più di 200 metri di quota, dunque non possiede il fascino dei tanti laghetti alpini che caratterizzano le Dolomiti.

Ma questo non lo rende meno speciale, anzi: le temperature qui sono spesso molto gradevoli, ed è dunque la destinazione perfetta per chi vuole immergersi nella natura. Questo luogo non è solamente molto bello, ma anche ricco di storia. Ci sono diverse leggende che raccontano la nascita del lago di Caldaro. Secondo una delle più suggestive, qui un tempo sorgeva una città i cui abitanti avevano il cuore colmo di cattiveria. A pochi passi dalla città, si trovava invece un vecchio maso abitato da un anziano uomo molto generoso.

Un giorno, il Signore bussò alla sua porta sotto le spoglie di un vagabondo, cercando qualcosa da bere e da mangiare. Essendo molto povero, l’uomo gli diede solo dell’acqua e gli consigliò di andare in città a chiedere del cibo. Ma nessuno ebbe pena del vagabondo: il Signore, deluso da tanta cattiveria, iniziò a piangere e le sue lacrime travolsero ben presto l’intera città, ad eccezione del maso. E così ebbe origine il lago.

Cosa fare sul lago di Caldaro

Il lago di Caldaro è splendido in ogni stagione. Ma è durante i mesi più caldi che i turisti lo prendono d’assalto. È infatti uno dei più grandi laghi balneabili dell’Alto Adige, l’ideale per un tuffo rinfrescante dopo aver esplorato i dintorni. Lungo le sue rive sorgono diversi stabilimenti balneari, ma anche campeggi, alberghi e ristoranti pronti ad accogliere i visitatori. Sul lago è poi possibile praticare molti sport come il surf e il nuoto e concedersi un’avventura in pedalò o in barca a remi, per ammirare il paesaggio da un punto di vista diverso.

Chi ama il trekking non può invece perdersi un’escursione alla scoperta delle rovine dell’antichissima Basilica di San Pietro, a poca distanza dal borgo di Caldaro sulla Strada del Vino. Per raggiungerla, occorre affrontare la suggestiva gola del Rastenbach, scavata dal Rio Pausa: si tratta di un sentiero costellato di passerelle sospese e scalinate ripidissime, lungo il quale si possono osservare cascate spumeggianti e irte pareti rocciose. Non è un trekking particolarmente difficile, ma regala emozioni incredibili.

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Scoperta in un Parco romano una statua che ha sorpreso tutti

Un incredibile reperto è stato ritrovato nel Parco Scott a Roma, a circa 20 metri di profondità, durante un intervento di bonifica dell’area. Una scoperta eccezionale, che ha lasciato a bocca aperta anche gli addetti ai lavori, e che va ad aggiungersi alle meraviglie infinite riportate alla luce nella Capitale.

Scoperta una statua di Ercole a grandezza naturale

Un’antichissima statua marmorea a grandezza naturale è stata ritrovata nell’area del Parco Scott, tra la Cristoforo Colombo e la via Appia Antica, durante un intervento di bonifica del condotto fognario da parte di Gruppo Acea e Bacino Sud. A renderlo noto, il Parco Archeologico dell’Appia Antica, che ha spiegato in un post su Facebook come sono arrivati al prezioso ritrovamento. Si apprende così che i lavori, cominciati dopo che la vecchia conduttura è collassata in più punti, provocando anche l’apertura di pericolose voragini nel Parco e smottamenti della collina, hanno comportato grandi movimentazioni di terra, cui seguirà il ripristino del profilo altimetrico dell’area e la piantumazione di nuove alberature.

Oltre a vantare un enorme pregio naturalistico, l’area è di grande interesse archeologico, vista la prossimità con il Sepolcro di Priscilla, al secondo miglio della via Appia Antica. Per questo motivo, gli interventi di sbancamento, che hanno raggiunto la quota di 20 metri sotto il livello di piano di calpestio, sono stati costantemente seguiti dall’archeologa Federica Acierno, coordinata dai funzionari del Parco Archeologico dell’Appia Antica.

Poi la sorpresa: dopo settimane di lavori è emersa una statua marmorea a grandezza naturale che, “per la presenza della clava e della leontè – la pelle di leone che ne copre il capo – possiamo senz’altro identificare con un personaggio in veste di Ercole”, si legge nel post del Parco Archeologico dell’Appia Antica.

Stando a quanto riporta “Il Corriere della Sera”, la statua potrebbe essere stata inavvertitamente collocata sotto Parco Scott durante i lavori di costruzione del condotto fognario, nella prima metà del Novecento. “Abbiamo spostato il reperto in uno dei nostri depositi e stiamo vagliando diverse ipotesi per ricostruirne la provenienza e la datazione – ha dichiarato al quotidiano la funzionaria Francesca Romana Paolillo – La statua deve essere lavata, dopodiché procederemo per confronti. Quel che ci pare già evidente dalle caratteristiche del volto, comunque, è che rappresenti una figura vestita da Ercole, non l’eroe mitologico stesso”.

Le strade di Roma regalano sorprese senza fine

La statua di un Ercole a grandezza naturale è solo l’ultima delle grandi scoperte avvenute a Roma, dopo quella regalataci recentemente dall’antica Via Salaria. Un’altra buona notizia è che la Via Appia ha ufficialmente iniziato il suo cammino per diventare un bene riconosciuto dall’Unesco. Con il nome completo di Via Appia – Regina Viarum, la strada consolare di novecento chilometri che connette Roma a Brindisi è stata candidata a entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale, di cui potrebbe diventare il 59esimo sito italiano, con un progetto promosso dal Ministero della Cultura.

L’affascinante Cammino dell’Appia Antica è stato anche inserito dal “Guardian” tra i viaggi da fare nel 2023. Il progetto, in itinere, è finalizzato alla valorizzazione e messa a sistema dell’antico tracciato romano, ed è nato dall’esperienza di Paolo Rumiz, Irene Zambon, Alessandro Scillitani e Riccardo Carnovalini che, nel 2015, hanno percorso a piedi – e poi raccontato – il tragitto dimenticato di questa antica strada, che non smette mai di stupire.

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Sono aperte le prenotazioni per visitare un santuario della natura

In Italia, nel bel mezzo delle limpide acque del Mar Tirreno, prende vita un luogo straordinario ma allo stesso tempo estremamente fragile. Per questo motivo, è necessaria la prenotazione per visitarlo. Parliamo dell’Isola di Montecristo, un vero e proprio santuario della natura che per scoprirlo richiede il rispetto di specifiche regole di comportamento e modalità organizzative. Tutte norme gestite dall’Ente Parco, in accordo con il Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Follonica.

Cosa sapere sulle prenotazioni per visitare l’Isola di Montecristo

A partire da sabato 28 gennaio alle ore 9.00 sarà possibile riservare un posto (attenzione, sono molto ambiti) per visitare l’Isola di Monte Cristo nel 2023, meraviglia dell’altrettanto incantevole Arcipelago Toscano.

Essendo tutelata sia in mare che in terra, bisogna assolutamente affrettarsi in quanto gli accessi sono a numero chiuso. Per farlo vi basterà visionare online il calendario delle visite, consapevoli però che ogni data prevede la presenza di un massimo di 75 persone, con un’età minima di 12 anni.

In totale sono previsti 23 giorni aperti alle visite a partire dal 18 marzo, e quest’anno i posti a disposizione sono 1795, di cui 100 riservati (a costi agevolati) ai residenti nei Comuni delle isole dell’Arcipelago Toscano. I residenti possono accedere ai posti riservati prenotando entro – e non oltre – il 6 marzo 2023. Mentre agli studenti, con priorità per i residenti nelle isole dell’Arcipelago Toscano, è destinata una fruizione educativo-ambientale nel numero massimo di 275 accessi all’anno.

Per approdarvi (ma ricordiamo che non è possibile in autonomia) si può partire da Piombino, Porto Santo Stefano, Porto Azzurro (Isola d’Elba) e Isola del Giglio.

Oltre a questo, è importante sapere che non è possibile muoversi in autonomia e che per la permanenza sulla spiaggia di Cala Maestra è obbligatorio seguire le indicazioni delle Guide.

montecristo isola

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Un angolo dell’Isola di Montecristo

In cosa consiste la visita

A livello generale, la visita consiste in escursioni lungo itinerari specifici. È fondamentale sapere che si possono effettuare solamente se si è in possesso di scarpe da trekking, vale a dire con suola scolpita e preferibilmente a caviglia alta. Attenzione, non è un dettaglio da sottovalutare in quanto il giudizio sull’adeguatezza delle calzature è a carico della Guida ed è insindacabile. Ciò vuol dire che in caso di abbigliamento non considerato opportuno la Guida può decidere di non farvi partecipare.

Durante le escursioni ogni gruppo conterà un massimo di 12 persone, ognuno accompagnato da un’esperta Guida. È bene sapere, inoltre, che le visite non sono gratuite, ma che le quote sono comprensive di viaggio in motonave (andata e ritorno) e accompagnamento con la Guida del parco.

Nell’eventualità in cui le visite previste siano annullate a causa di condizioni meteo marine avverse, ai visitatori sarà proposta una data alternativa. Nel caso in cui la data alternativa non venga accettata, a quel punto verrà effettuato il rimborso.

Inoltre, la prenotazione è nominativa, non cedibile e non è possibile sostituire i nominativi e i dati indicati in fase di prenotazione.

Alcuni consigli per la visita

L’Isola di Montecristo è spettacolo puro, ma i percorsi proposti per la visita sono abbastanza impegnativi poiché si sviluppano lungo profili altimetrici caratterizzati da forti pendenze e da dislivelli di una certa rilevanza, su fondo naturale spesso scivoloso.

È possibile, inoltre, che le condizioni meteo non siano del tutto confortevoli: potrebbero esserci vento forte, pioggia, elevati valori di temperatura e/o umidità.

clima isola di montecristo

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L’Isola di Montecristo in un giorno con un clima non troppo favorevole

Pertanto è meglio organizzarsi con un abbigliamento comodo e leggero. In primavera e in autunno è consigliato l’uso di una giacca antivento ed impermeabile. Altre buone norme sono portare con sé bastoncini da trekking, un cappellino per il sole, crema solare e occhiali da sole.

Il pranzo, invece, deve essere al sacco e organizzato in autonomia in quanto sull’isola non è possibile acquistare bevande di alcun genere e cibo. I più curiosi, infine, possono dotarsi di binocolo e di taccuino.

I percorsi sull’Isola di Montecristo

Sono in totale 3 i percorsi a disposizione. Uno di questi parte da Cala Maestra e la sua lunghezza totale è di 2.031 metri, con un dislivello di 230 metri e un tempo di percorrenza previsto di 2 ore. La difficoltà, invece, è media.

Grazie a questo itinerario potrete scoprire Cala Maestra, l’unico approdo dell’isola dove prende per l’appunto vita una piccola spiaggia di sabbia e ciottoli protetta ai lati da due scogli (con divieto di balneazione). Qui potrete anche ammirare la Villa Reale e il Museo di storia naturale. La prima è l’unica costruzione dell’isola, un’antica palazzina dove oggi risiede il Corpo forestale dello Stato, mentre il secondo, vale a dire il museo, si trova in piccola parte della stessa villa.

Il secondo itinerario vanta una lunghezza di 3.610 metri e un dislivello di 460. In questo caso la difficoltà è elevata e ci vogliono circa 3 ore e 30 minuti. Tuttavia, grazie ad esso potrete scoprire il Monastero di San Mamiliano che è posto a 320 metri d’altezza. Si distingue per essere uno dei simboli dell’intera isola e perché, secondo la tradizione, pare essere stato costruito su un antico tempio dedicato a Giove.

Molto interessante è anche la Grotta di San Mamiliano, per molti soprannominata la “grotta del drago”. In questo caso, quello che vi ritroverete di fronte è luogo sacro, non distante dal monastero, legato a una suggestiva leggenda: da queste parti San Mamiliano avrebbe ucciso un terribile drago.

Il terzo e ultimo itinerario ha una lunghezza di 1.000 metri e un dislivello di 42. Questi numeri fanno capire che è un percorso più facile degli altri, anche se il tempo di percorrenza previsto è di circa 2 ore.

Qualunque sia il percorso che sceglierete, a Montecristo avrete la possibilità di scoprire l’isola forse più misteriosa dell’Arcipelago Toscano. Uno scrigno di biodiversità, un patrimonio naturale universale che si traduce anche in un qualcosa di abbastanza esclusivo.

In sostanza, se si riesce ad assicurarsi uno dei tanti ambiti posti, lo spettacolo è più che certo, anche perché condito da una quiete estrema dove si possono udire solo i magici suoni della natura. Poi i profumi, i colori e gli incredibili paesaggi montuosi che si mescolano con quelli marini. Senza dimenticare la sua particolare fauna, come le graziose capre di Montecristo.

Insomma, questa meravigliosa perla italiana rispecchia il vero significato della parola autentico. Un gioiello da scoprire almeno una volta nella vita, senza dimenticare di rispettare le diverse regole utili alla sua corretta conservazione.

Cala Maestra montecristo

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Cala Maestra, Isola di Montecristo
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Notte nella foresta, sotto il cielo stellato più bello del mondo

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti plasmati sapientemente da Madre natura che con le loro forme, i lineamenti e i colori ci ricordano tutta la meraviglia che appartiene al nostro pianeta.

Sono le montagne che hanno preso in prestito i colori all’arcobaleno, i deserti che fioriscono inaspettatamente, le sabbie bianche che sfavillano il sole. E poi, ancora, le foreste verdeggianti e lussureggianti e i boschi che sembrano usciti da un libro di fiaba. Sono proprio questi paesaggi a spingerci a metterci in cammino, invitandoci a perderci e immergerci in quelle visioni sublimi e mozzafiato che ci ricordano quanto è bello il mondo che abitiamo.

Ed è ancora Madre Natura a fare da cornice a quello che è, con tutta probabilità, il cielo stellato più bello del mondo. Per ammirarlo in tutto il suo splendore, dobbiamo recarci in Namibia, proprio lì dove esiste una foresta dalla bellezza disarmante.

Quiver Tree Forest

Il suo nome è Quiver Tree Forest ed è, con tutta probabilità, la foresta più suggestiva e straordinaria del mondo intero. Chi è già stato in Namibia, per esplorare tutte le bellezze che si snodano nel Paese dell’Africa Sud-occidentale, probabilmente conoscerà già questo luogo, dato che si tratta di una delle attrazioni turistiche più amate e raggiunte nel sud del Paese.

La Quiver Tree Forest, conosciuta anche con il nome di Foresta degli alberi faretra, è situata a circa 14 chilometri dalla città di Keetmanshoop, sulla strada che conduce al villaggio di Koes. Proprio qui, sul terreno che appartiene alla fattoria di Gariganus, si snodano oltre 200 esemplari di Aloidendron dichotomum, un albero appartenente alla famiglia delle aloe diffusa appunto in Africa e in Sudafrica. I rami, e le sue foglie, sono utilizzati da secoli dalle popolazioni indigene del paese per costruire le faretre per le loro frecce, da qui il nome di Foresta degli alberi faretra.

La foresta, che vanta esclusivamente la mano di Madre Natura, ospita esemplari straordinari che svettano verso il cielo creando un paesaggio surreale. La loro età anagrafica, che corrisponde a 2 o a 3 secoli di vita, rende questi alberi un patrimonio naturalistico da proteggere e celebrare. La Quiver Tree Forest, infatti, è stata dichiarata monumento nazionale della Namibia già dal 1 giugno del 1995.

Quiver Tree Forest

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Quiver Tree Forest

Raggiungere questo sito africano è un’esperienza al di fuori dell’ordinario. Davanti agli occhi degli avventurieri che si spingono fin qui, infatti, si apre una distesa di alberi maestosi che si districano tra le tra le rocce nere di dolerite e che sfiorano i 9 metri d’altezza.

Durante il giorno è possibile ammirare tutti i dettagli che caratterizzano gli alberi. Le loro chiome, le cortecce e le sfumature particolari. I colori e i lineamenti. Ma è quando il sole lascia spazio al crepuscolo, e la notte più nera avvolge completamente il territorio che prende vita la magia.

Il cielo stellato più bello del mondo

Trascorrere la notte nella Quiver Tree Forest, circondati da alberi maestosi e secolari, è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Lontano dall’inquinamento luminoso, e avvolto nel silenzio, il sito si configura come un luogo privilegiato per ammirare quello spettacolo grandioso che si perpetua, ogni sera, sopra di noi.

Quando gli ultimi raggi del sole scompaiono al tramonto, e la Foresta degli alberi faretra sprofonda nel buio, milioni di stelle iniziano a illuminare tutta l’area circostante. Sopra le nostre teste prende vita uno show di infinita bellezza, Protagonista assoluta è la Via Lattea, che taglia il cielo con il suo fascio di luce e inizia a brillare. E allora sì che comincia la magia.

Quiver Tree Forest

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Quiver Tree Forest
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Relax vista natura: è “saunamania” in questo Paese

È arrivato il momento di pianificare i viaggi grandi e straordinari di questo 2023 che, come le tendenze confermano, sono all’insegna del relax e del benessere, meglio ancora se con vista natura.

Sempre di più, infatti, i viaggiatori si mettono in movimento per lasciarsi alle spalle il caos e il disordine cittadino e raggiungere tutte quelle destinazioni dove la natura regna sovrana, per riconnettersi ad essa, per ritrovare le energie e rigenerare i sensi.

E se è un viaggio così che sognate quest’anno, allora l’Estonia è il luogo giusto da raggiungere. Non solo perché il Paese è un concentrato di meraviglie culturali, artistiche, storiche e naturalistiche, ma anche e soprattutto perché questo 2023 è l’anno della sauna, e le proposte da vivere e da condividere, ve lo anticipiamo, sono estasianti.

Bentornati in Estonia

Organizzare un viaggio in Estonia è sempre un’ottima idea. Questo Paese dalle mille sfaccettature, infatti, ospita tantissime bellezze naturali che si trasformano, in ogni stagione, nella cornice ideale di vacanze all’insegna del relax e della bellezza. Ci sono le aree boschive, che occupano il 51% del territorio del Paese, e c’è il mare, al quale si aggiungono corsi d’acqua e laghi.

Non mancano i paesaggi incantati, quelli bianchi e candidi in inverno, e quelli prismatici in primavera, quando le fioriture colorano di bellezza le sterminate distese del territorio. La voglia di perdersi nella natura incontaminata, poi, si alterna al desiderio di scoprire le bellezze storiche e culturali del Paese, come quelle conservate a Tallinn, la cui città vecchia è stata inserita nei siti del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Insomma, organizzare un viaggio in Estonia è davvero un’idea grandiosa, e lo è ancora di più quest’anno. Il Paese, infatti, ha deciso di dedicare questo 2023 alla tradizione della sauna, un elemento della cultura locale che affonda le radici in secoli lontani, nonché attività imprescindibile per gli estoni e per i viaggiatori.

Smoke Sauna

Fonte: Martin Mark

Smoke Sauna

L’anno della sauna: cosa fare e cosa vedere in Estonia

Sono tante le cose da fare nel Paese, ma se chiedete a un local quali sono le esperienze imperdibili non abbiamo dubbi sulla risposta: la sauna. Questo rituale di benessere, infatti, è parte integrante della vita estone da centinaia di anni. Inserite nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, le saune estoni sono una tradizione unica e antica.

Considerate da sempre un luogo di purificazione fisica e spirituale, nei secoli scorsi le saune venivano utilizzate dagli antenati per curarsi attraverso bagni, massaggi con le erbe e rituali magici.

Per celebrare questo importante elemento culturale locale, l’Organizzazione del Turismo Rurale Estone ha deciso di istituire “L’anno della Sauna” che è stato inaugurato proprio in questo 2023, e che prevede tutta una serie di eventi che raccontano e celebrano rituali, storia e folklore.

Sono tante le saune che popolano il territorio estone, così come le tipologie, ma tutte hanno in comune la stessa missione: rigenerare il corpo e la mente. Nel Paese si possono provare differenti esperienze: ci sono le saune solitarie immerse nella campagna, e quelle che ampliano l’offerta di strutture ricettive, hotel e agriturismi. Ci sono quelle create all’interno di capanne o grotte nella foresta e con vista mare. C’è poi la smoke sauna, quella che completa il rituale con un bagno nel lago ghiacciato. Non mancano neanche proposte più particolari, come la sauna nell’igloo a Kõrvemaa, o quelle di ghiaccio.

Quello che conta, come abbiamo già detto, è lasciarsi i problemi e le preoccupazioni alle spalle per godersi un’esperienza di puro relax. Non vi resta che preparare le valigie e scegliere la vostra sauna preferita.

AQVA Hotel & Spa, Estonia

Fonte: Priidu Saart

AQVA Hotel & Spa, Estonia
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Puoi dormire in un castello di neve nella natura artica

Sono tante, tantissime, le esperienze che possiamo vivere in questo periodo dell’anno, proprio ora che i territori del mondo si sono trasformati nel palcoscenico di uno spettacolo di immensa bellezza, quello della natura. Grande protagonista della stagione è la neve, proprio lei che con il suo abbraccio candido e soffice ha avvolto e imbiancato strade, quartieri e città, trasformandole in cartoline invernali che lasciano senza fiato.

È questo il momento migliore per mettersi in viaggio, per esplorare territori vicini e lontani che in inverno ci regalano visioni straordinarie. Luoghi che, per forme, colori e lineamenti, assomigliano proprio a tutte quelle immagini che abbiamo visto, fino a questo momento, solo nelle favole.

E se è un’esperienza da fiaba, che volete vivere questo inverno, allora la Lapponia è davvero il posto giusto da raggiungere. Qui, infatti, è stato costruito un castello di neve nella natura artica, destinato a far vivere ai viaggiatori l’esperienza più incantata di sempre. Preparate le valigie: si parte!

Una fiaba invernale a Kemi

Il nostro viaggio di oggi ci conduce a Kemi, in una città finlandese situata nella regione della Lapponia. Situata in prossimità del circolo polare articolo, a meno di 100 chilometri da questo, la città è il perfetto punto di partenza per tutti i viaggiatori che vogliono vivere avventure sotto lo zero, ed esplorare gli sconfinati territori della regione finlandese.

Ma c’è un altro motivo per raggiungere Kemi, lo stesso che ha reso questo luogo la meta prediletta di tutti gli amanti dei paesaggi invernali. Si tratta dello SnowCastle che, come il nome stesso suggerisce, è un castello completamente realizzato con neve e ghiaccio, ricavati dall’acqua del mare che bagna la città.

Il castello, solitamente aperto da fine gennaio a metà aprile, si trova in un’area che garantisce un’esperienza ghiacciata a 365 gradi. Il grande parco, infatti, ospita diverse strutture davvero spettacolari. Oltre all’edificio da fiaba, all’interno del quale è possibile ammirare tutta una serie di opere e sculture di ghiaccio e neve, qui è possibile anche mangiare all’interno del ristorante ghiacciato più grande del mondo che può ospitare fino a 200 persone.

L’esperienza, però, non finisce qui. Lo SnowCastle, infatti, offre ai viaggiatori anche tutta una serie di alloggi immersi nella natura circostante, come le glass villas, dimore caratterizzate da pareti e soffitti in vetro che affacciano direttamente sul mare e sulle meraviglie naturali della Lapponia.

SnowCastle, il ristorante Lumihiutale

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SnowCastle, il ristorante Lumihiutale

Dormire nel castello di neve nella natura artica

Costruito nel 1996, lo SnowCastle viene inaugurato ogni anno in concomitanza dell’arrivo del mese di gennaio. Utilizzando la neve e il ghiaccio dell’acqua di mare, il castello prende forma tra pareti innevate che incorniciano sentieri bianchissimi e conducono i visitatori al cospetto di scenari da favola. Qui, infatti, ci sono diverse stanze che ospitano sculture di ghiaccio e neve e decorazioni straordinarie.

L’esperienza sotto zero, però, non finisce qui, dato che nell’area che circonda il castello di neve sono stati costruiti il ristorante di ghiaccio più grande del mondo, il Lumihiutale, e degli alloggi spettacolari: le Seaside Glass Villas.

Queste ville, caratterizzate da ampie vetrate trasparenti, affacciano direttamente sul mare e sulla neve che invade la città ogni inverno. La vista è mozzafiato, a ogni ora del giorno e anche di notte. Il soffitto di questi alloggi, infatti, è trasparente, così da permettere agli ospiti di ammirare dalla propria stanza la meraviglia del cielo stellato illuminato dai colori dell’aurora boreale.

Glass Villas, gli alloggi dello SnowCastle di Kemi

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Glass Villas, gli alloggi dello SnowCastle di Kemi
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Cina, una rotonda sul vuoto: il ponte di vetro è spettacolare

Chiudete gli occhi e immaginate di essere sospesi a un’altezza mozzafiato, proprio lì dove è possibile sfiorare il cielo con un dito, sempre lì circondati tutto intorno da natura incontaminata e selvaggia che pulsa di vita. Sotto di voi, invece i zampilli di una cascata maestosa che si diffondo in ogni dove e che bagnano gli arbusti e la terra.

Ora apriteli, perché questo sogno è una realtà. Per viverlo dovete recarvi nel territorio della Cina Meridionale, e più precisamente nella provincia del Guangdong. È qui che è stato creato un hotspot panoramico unico al mondo che vi permetterà di vivere l’esperienza più straordinaria e incredibile di una vita intera.

Molto più di un semplice ponte di vetro, il Gulongxia Glass Grand Canyon è una rotonda sul vuoto sospesa tra cielo e terra, e immersa completamente nella natura più selvaggia. Pronti a vivere l’avventura più adrenalinica di sempre?

Gulongxia Glass Grand Canyon: chi ha il coraggio di salire quassù?

Sono tanti i motivi che spingono i viaggiatori ad attraversare il globo, a raggiungere destinazioni lontane per vivere esperienze straordinarie e mozzafiato. E se è un po’ di adrenalina che volete aggiungere al vostro viaggio, accompagnata dalla possibilità di godere di una vista privilegiata sulla natura più selvaggia, allora la Cina è davvero il luogo giusto da raggiungere.

Qui esistono dei percorsi sospesi nel vuoto, ponti meravigliosi che hanno attirato l’attenzione e la curiosità degli avventurieri più temerari e di tutti coloro che hanno desiderato, almeno una volta, di provare quella sensazione di stare sulla cima nel mondo.

Ed è proprio nella provincia del Guangdong che si può vivere questa esperienza. Qui, infatti, esiste una piattaforma di osservazione che affaccia direttamente sulla Gulong Gorge (Gulongxia), una gola profondissima piena di alberi e di arbusti, sulla quale si staglia una meravigliosa e maestosa cascata. Da qui è possibile ammirare la natura che fa il suo corso da un punto di vista privilegiato: una passerella di vetro che culmina con una rotonda sospesa nel vuoto, tra cielo e terra, a un’altezza vertiginosa che supera i 72 metri.

Gulongxia Glass Grand Canyon

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Gulongxia Glass Grand Canyon

La rotonda sospesa nel vuoto

Il Gulongxia Glass Grand Canyon, conosciuto anche con il nome di Yuntian Boba, è uno dei punti di osservazione più spettacolari del mondo. Si tratta di una piattaforma di vetro sospesa a 72 metri di altezza sopra la gola, che si dirama in due passerelle parallele e che culminano proprio in una rotonda mozzafiato. Osservare il panorama da qui si traduce in un’esperienza senza uguali destinata a incantare e ad emozionare.

La lunghezza totale del percorso sospeso è di 1300 metri, mentre l’area del Gulong Canyon si snoda per 12000 metri quadrati, tra i quali si alternano diversi punti di osservazione. Il più spettacolare è, ovviamente, quello del Gulongxia Glass Grand Canyon. Percorrendo questo chilometro delle meraviglie, infatti, è possibile ammirare cascate, rocce e alberi, e poi ancora quella gola profondissima sulla quale si staglia una natura rigogliosa e selvaggia. Un’esperienza, questa, destinata solo ai cuori impavidi, e a chi non soffre di vertigini.

Per raggiungere la piattaforma sospesa, i viaggiatori hanno due possibilità. La prima è quella di percorrere le numerose scale che partono dal fondo e conducono fino in cima, la seconda invece è destinata solo ai più coraggiosi, ed è quella che prevede di attraversare il vuoto con la zipline.

Gulongxia Glass Grand Canyon

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Gulongxia Glass Grand Canyon
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Bryce Canyon, un capolavoro della natura

Non molto tempo fa vi abbiamo parlato di un tour che per molti è il viaggio della vita: un itinerario alla scoperta della Costa Ovest degli Stati Uniti. E c’è una delle tappe che, più di altre, vi lascerà incantati e a bocca aperta: il Bryce Canyon.

Bryce Canyon, cosa sapere

Il Bryce Canyon National Park è uno dei parchi nazionali più sorprendenti di tutti gli Stati Uniti d’America. Al di là della costa, infatti, vale sempre la pena fare una deviazione per questo luogo maestoso che senza ombra di dubbio è uno dei più affascinanti parchi dello Utah.

Visitarlo vuol dire scoprire alcune delle rocce più colorate della Terra. Sono chiamati “hoodoos“ e si distinguono per essere dei pinnacoli del tutto singolari. Inoltre, vi sembrerà di ritrovarvi all’interno di una serie di anfiteatri a forma di cavallo.

Come visitare il Bryce Canyon

La visita al Bryce Canyon può essere fatta sia in una mezza giornata che in più giorni. Sta a voi scegliere quanto dedicarvi in base ai vostri piani e all’interesse per un sito del genere. Ciò che dovete assolutamente considerare, però, è che il punto più alto del parco è a più di 2700 metri sul livello del mare.

In sostanza, salvo in casi eccezionali, le temperature estive raramente superano i 30° C, mentre durante l’inverno non è atipico sfiorare i -10°. Luglio e agosto, oltre a essere mesi caldi, possono anche rivelarsi particolarmente piovosi a causa di temporali che tendono a essere brevi ma piuttosto intensi, soprattutto durante il pomeriggio.

Se a disposizione avete un solo giorno, quello che vi conviene fare è salire a bordo della vostra automobile o sui vari autobus a disposizione che conducono alla scoperta di punti panoramici da sogno:

  • Bryce Point: meraviglioso soprattutto all’alba, ed è uno dei punti più alti che si affaccia lungo il bordo dell’anfiteatro e che consente di ammirare moltissimi hoodoos dalle forme più stravaganti;
  • Inspiration Point: tra i siti più scenografici in quanto le formazioni rocciose si sono naturalmente disposte con una precisione che ha dell’incredibile;
  • Sunset Point: si raggiunge seguendo il sentiero Navajo Loop che scende in una stretta gola ripida fra delle pareti di roccia;
  • Queen’s Garden Trail: una passeggiata che conduce attraverso affascinanti formazioni rocciose e alberi;
  • Natural Bridge: un punto panoramico da cui ammirare un meraviglioso arco naturale di pietra di ben 85 metri di lunghezza e 125 metri di altezza;
  • Agua Canyon: in questa zona potrete scoprire alcuni degli hoodoos più articolati che si mescolano al panorama delle Pink Cliffs e della Navajo Mountain;
  • Rainbow Point: l’ultimo ed emozionante punto panoramico, anche se il consiglio è quello di visitarlo per primo in quanto, per molti, è il meno interessante di tutti.

Cosa fare al Bryce Canyon in più giorni

Se avete la fortuna di avere più giorni per visitare il Bryce Canyon National Park sappiate che le attività da fare sono moltissime. Numerosi, infatti, sono i sentieri di diverse lunghezze e per diversi livelli di preparazione che conducono alla scoperta delle viscere di questo parco fuori dal comune.

Inoltre, a disposizione ci sono diversi programmi che variano a seconda della stagione come la Full Moon Hikes, della camminate al chiar di luna; l’ Astronomy & Night Sky, per osservare il meraviglioso cielo stellato che si apre sopra ai propri occhi; escursioni a cavallo e molto altro ancora.