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Monti Tien Shan, viaggio nel regno segreto di ghiaccio, fuoco, leggende

Il silenzio che avvolge la catena dei Tien Shan ha qualcosa di assoluto. Non è soltanto il vento che sibila tra le creste rocciose, né l’aria rarefatta che taglia il respiro. È la consapevolezza di trovarsi in un angolo del mondo dove la distanza dal mare si misura in migliaia di chilometri, dove la presenza umana si dirada fino a scomparire, e dove ogni cima sembra sfiorare il cielo.

I Tien Shan (“Montagne Celesti”, come suggerisce la traduzione dal cinese) disegnano un confine naturale tra l’Asia centrale e la Cina, curvandosi verso sud-ovest e incrociando le titaniche strutture del Pamir e dell’Himalaya.

È proprio tra queste valli del Kirghizistan meridionale, a meno di venti chilometri dalla Cina, che si cela uno dei luoghi più straordinari del pianeta: il polo dell’inaccessibilità continentale. In altre parole, il punto dell’intero continente eurasiatico più distante da qualsiasi mare o oceano.

Intorno, a più di duemila chilometri, solo montagne, steppe e deserto. E nel cuore di tutto questo, le Tien Shan brillano come un miraggio di pietra e ghiaccio, regine incontrastate di un paesaggio che sa di isolamento e potenza primordiale.

Un gigante che attraversa l’Asia

Si estendono per oltre 2.500 chilometri attraverso Cina, Kirghizistan, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan, e raggiungono in larghezza anche i 500 chilometri: i Tien Shan sono molto più di una catena montuosa. Sono un continente nel continente, un universo di creste, valli e nodi orografici che si irradiano dal centro dell’Asia come “vene su una mappa millenaria”. Dalle pianure del bacino di Junggar a nord alle distese desertiche del bacino di Tarim a sud-est, fino alla valle di Fergana dove le montagne si intrecciano con le catene del Pamir Alay, la colossale struttura si impone con una bellezza feroce e incontaminata.

Nel cuore del complesso montuoso si ergono due giganti. Il Jengish Chokusu, che con i 7.439 metri è la vetta più alta dei Tien Shan, si trova in un’area inospitale al confine tra Cina e Kirghizistan, irraggiungibile per la maggior parte dei viaggiatori.

Più accessibile ma non meno maestoso è il Khan Tengri, un triangolo perfetto di marmo rosato che sfiora i 7.010 metri e attira ogni anno alpinisti da tutto il mondo.

Un clima di contrasti estremi

Esplorare i Tien Shan significa anche confrontarsi con un clima che può cambiare in maniera repentina nel giro di poche ore. Le estati, seppur brevi, possono essere calde, ma non c’è da illudersi: gli inverni arrivano rapidi e violenti, con temperature che scendono ben sotto lo zero. Un clima continentale, scolpito dall’altitudine e dalla lontananza dal mare, che disegna un mosaico di condizioni estreme. Se le colline pedemontane respirano un’aria desertica e asciutta, le vette più alte sono spesso sferzate da venti gelidi e carichi di neve.

A ovest, i venti umidi che arrivano da lontano riescono a portare un po’ più di pioggia e un clima più mite, mentre le regioni orientali restano più secche e aride. Una tale varietà crea una serie di microclimi che si riflettono sul paesaggio e sulla biodiversità della catena montuosa, regalando scenari differenti nel giro di pochi chilometri.

La forza di una biodiversità millenaria

Le vaste aree di foreste di frutta e noci Arslanbob

Fonte: iStock

La grande foresta di noci selvatiche nella regione di Jalal-Abad in Kirghizistan

I Tien Shan non sono solo un monumento geologico: sono anche un santuario naturale. Le loro pendici ospitano una biodiversità straordinaria, frutto di millenni di evoluzione in un ambiente difficile ma protetto. Alla base delle montagne, tra pianure e colline, dominano le piante xerofite, l’assenzio e le specie più resistenti alla siccità. Ma salendo di quota, il paesaggio si trasforma: prima le praterie alpine, poi le foreste di conifere, fino ai limiti estremi della vegetazione.

Uno dei luoghi più emblematici è Arslanbob, nel sud-ovest del Kirghizistan, dove si estende la più grande foresta di noci al mondo nata spontaneamente. Qui crescono pistacchi, noci, ginepri e frutteti selvatici che raccontano di un passato in cui l’uomo viveva in simbiosi con la montagna.

Le foreste di aceri e pioppi, miste ad alberi da frutto come meli e albicocchi, punteggiano le valli, mentre più in alto svettano gli abeti rossi asiatici, custodi silenziosi delle cime innevate.

Un regno per creature selvatiche

In un paesaggio così variegato, anche la fauna ha trovato il modo di prosperare. I deserti pedemontani sono l’habitat di volpi, lupi, donnole, furetti e una miriade di piccoli roditori, ma è salendo verso le altitudini più impervie che si possono incontrare i veri protagonisti di queste montagne: il leopardo delle nevi, silenzioso e inafferrabile, regna sulle cime più alte, mentre argali e pecore selvatiche si muovono agili tra i dirupi.

L’importanza ecologica del Tien Shan ha un riconoscimento internazionale: il settore occidentale della catena è stato inserito tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO proprio per la sua biodiversità straordinaria, in particolare per la presenza di foreste di frutta selvatica tra le più estese e intatte del pianeta, fondamentali per la conservazione genetica delle specie.

Il paradiso degli uccelli e dei suoni della natura

Ma è forse l’avifauna che più sorprende chi si avventura nel cuore dei Tien Shan. Le valli e i versanti montuosi risuonano dei richiami del Cuculo comune, della Cutrettola grigia e dell’Usignolo verdastro, mentre il cielo è spesso attraversato dalla maestosità dell’Aquila reale o dal volo silenzioso del Nibbio bruno. I birdwatcher più esperti inseguono il canto dell’ibisbiglio nei pressi dei laghi d’alta quota, mentre nella foresta di Turanga si aggirano il raro Piccione dagli occhi gialli, il Picchio dalle ali bianche e lo Shikra.

Gli uccelli d’alta montagna, come il Gipeto, il Gracchio alpino e il Picchio muraiolo, sembrano danzare tra le rocce e le nevi eterne. Alcune specie, come il codirosso di Guldenstadt o il fringuello di Brandt, rappresentano autentiche rarità per gli ornitologi. E ancora, il canto acuto dell’Himalayan Rubythroat echeggia tra le gole, mescolandosi ai versi degli avvoltoi delle nevi, custodi antichi di un regno che sfida il tempo.

Dove il cielo incontra la terra

Cacciatore di aquile nel territorio dei Tien Shan in Kirghizistan

Fonte: iStock

Cacciatore di aquile in costume tradizionale

Chiamarle semplicemente montagne sarebbe riduttivo. I Tien Shan sono un confine e un ponte, una barriera naturale e al tempo stesso una via di passaggio antica. Sono il cuore geologico dell’Eurasia, ma anche un simbolo spirituale per le popolazioni che vi abitano. Il loro nome, “Montagne Celesti”, racchiude l’aura mistica che da sempre le avvolge. Un nome che parla di altezza, di reverenza, di legame tra l’uomo e l’universo.

Per chi le osserva da lontano, sono solo cime innevate. Ma per chi ha il privilegio di perdersi tra i loro sentieri, i Tien Shan rivelano la loro anima: quella di un mondo lontano da tutto, dove il tempo si è davvero fermato e la natura regna incontrastata. Un mondo che esiste ancora, in una valle remota del Kirghizistan, dove il cielo si riflette sulle rocce e ogni respiro sa di libertà.

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Chiang Dao, viaggio tra la natura e il misticismo di una Thailandia poco nota

La Thailandia è una destinazione molto nota, una terra amata a tutte le età e che ogni anno attira milioni di visitatori che desiderano scoprire quante più meraviglie possibili. Il Paese del sorriso, tuttavia, per fortuna conserva ancora dei luoghi che possiamo definire segreti, lontani dai circuiti di massa e per questo particolarmente misteriosi e autentici. Uno dei posti in questione si chiama Chiang Dao, e coloro che decidono di raggiungerlo hanno l’opportunità di fare un viaggio in una natura rigogliosa e ricca di misticismo, ma anche di tuffarsi in numerose (e interessanti) tradizioni antiche.

Dove si trova e come arrivare a Chiang Dao

Chiang Dao si trova nel Nord della Thailandia e, più precisamente, nella Provincia di Chiang Mai. Si tratta di una zona eccezionale, piena di montagne foreste, grotte, cascate e villaggi tribali. Qui, tra le altre cose, si produce un ottimo vino che, con i suoi poetici paesaggi, crea un connubio che le vale il soprannome di “Piccola Toscana della Thailandia”.

Pur essendo una zona del Paese non ancora invasa dai turisti, arrivarci è piuttosto semplice. I viaggiatori, infatti, hanno a disposizione diverse opzioni:

  • Auto o moto: la strada principale è la Highway 107 (Chiang Mai – Fang);
  • Autobus o minivan: partono dalla Chang Phuak Bus Station di Chiang Mai;
  • Taxi: prenotabili tramite applicazioni.

L’aeroporto più vicino è il Chiang Mai International Airport, ma a disposizione ci sono anche autobus notturni e treni in partenza da Bangkok.

Cosa fare a Chiang Dao

Chiang Dao in sé non è niente di sorprendente: se si cercano templi stravaganti o architetture pazzesche non è qui che si deve venire. Si raggiunge questa zona della Thailandia per avere un contatto intimo e profondo con la natura, per salire sui fianchi di montagne impervie e per avere a che fare in maniera ancora più profonda con lo spirito accogliente e gentile dei thailandesi. Aria fresca, pulita, e il silenzio sono gli ingredienti fondamentali di una sosta da queste parti, ma anche cieli stellati e privi di inquinamento luminoso.

Birdwatching (e non solo) al Doi Luang Chiang Dao

La bellissima località di Chiang Dao non sarà la più incredibile in fatto di strutture uniche nel loro genere, ma senza ombra di dubbio incanta per la sua imponente natura: è proprio qui che sorge la terza montagna più alta del Paese (circa 2270 metri), il Doi Luang Chiang Dao. Parte del Chiang Dao Wildlife Sanctuary, è l’ideale per gli amati del birdwatching, tanto che è uno degli spot più visitati della Thailandia grazie alla presenza di oltre 300 specie di uccelli, tra cui alcune piuttosto rare.

Doi Luang Chiang Dao, Thailandia

Fonte: iStock

Tipico panorama di Chiang Dao

È bene sapere, tuttavia, che l’accesso a questo gigante della natura  è consentito solo nella stagione secca, e non tutti gli anni. Per questo motivo, è importante informarsi sui siti ufficiali di riferimento e/o direttamente in loco. A disposizione ci sono anche diverse escursioni, tra cui:

  • Percorso Den Yah Chad-Ang Saloong: lungo circa 8,5 chilometri (e con un punto di sosta per la notte);
  • Percorso Pang Wua-Ang Saloong: con quasi le stesse identiche caratteristiche dell’altro sentiero ma con una lunghezza di 6,5 chilometri.

Trekking nel Parco Nazionale Sri Lanna

Il meraviglioso Parco Nazionale Sri Lanna è l’ottavo, in termini di grandezza, della Thailandia. Ospita animali selvatici, foreste lussureggianti e sorgenti d’acqua che ipnotizzano con il loro fruscio. Dedicandosi al trekking è possibile ammirare diverse meraviglie della natura, da scoprire con tutta la calma che si desidera perché al suo interno vi sono anche possibilità di campeggio.

Famoso per le sue foreste sempreverdi, i sentieri panoramici e la possibilità di esplorare la cultura delle tribù locali, richiede un paio di giorni minimo per essere visitato al meglio.

Scoprire i villaggi tribali

Nella zona di Chiang Dao si trovano alcuni villaggi tribali, in cinque dei quali dimorano sette delle principali minoranze etniche del Nord del Paese. Per la precisione sono Akha, Lisu, Lahu, Karen e Palong (Dara-Ang) e raggiungendoli si ha l’occasione di conoscere la loro antichissima (e particolare) cultura, i tessuti tradizionali, abiti tipici e persino partecipare a tour fotografici specializzati.

Andare in kayak sul Lago Mae Ngat

Il Lago Mae Ngat sorge all’interno del sopracitato Parco Nazionale Sri Lanna e si tratta di un bacino artificiale creato dalla costruzione della diga Mae Ngat Somboon Chon, nell’ormai lontano 1986. Attualmente è una vera e propria area ricreativa, dove si può andare in kayak, nuotare e anche soggiornare in curiose case galleggianti, simili a quelle che si trovano nell’altrettanto affascinante Parco nazionale di Khao Sok.

Lago Mae Ngat, Chiang Dao

Fonte: iStock

Casa galleggiante del Lago Mae Ngat

Fare un bagno nella piscina della Sticky Waterfall

Il nome, Sticky Waterfall, dice già tutto: la cascata scorre su una superficie di rocce calcaree che non è scivolosa, e che quindi consente alle persone di arrampicarsi senza rischiare di scivolare. Il suo nome può essere infatti tradotto come “Cascata Appiccicosa”, grazie alla composizione delle rocce abbastanza ruvide.

Qui è possibile fare anche un bagno, poiché l’acqua è piuttosto pulita. In più, durante la stagione secca non ci sono forti correnti. È sempre importante tenere a mente, però, che occorre fare molta attenzione alle condizioni meteorologiche a quelle del terreno.

Rilassarsi alle “terme” di Chiang Dao

Chiang Dao offre anche la possibilità di rilassarsi nelle sue sorgenti termali, con acque ricche di minerali, che si dice abbiano effetti benefici per la pelle e per la salute generale. Anche qui serve molta prudenza, perché in alcune zone la temperatura dell’acqua può raggiungere persino gli 80°C . Dotate di strutture turistiche, è presente anche un’area per il picnic e sono anche il punto di partenza ideale per fare escursioni o trekking nelle vicinanze, godendo di una vista sontuosa sulle montagne.

Cosa vedere a Chiang Dao

Come accennato in precedenza, Chiang Dao è la meta ottimale per chi desidera fare esperienze a contatto con la natura, ma non mancano di certo alcuni punti di interesse che vale la pena conoscere.

Wat Tham Chiang Dao

Se cercate fascino e spiritualità non dovete assolutamente perdervi il Wat Tham Chiang Dao. Si trova ai piedi del Doi Luang Chiang Dao, e colpisce per la sua posizione spettacolare e per l’atmosfera mistica che lo circonda.

Sorge infatti all’interno di un complesso di grotte naturali che si estendono lungo la montagna, utilizzate dai monaci per la meditazione e per pratiche spirituali. La cavità principale è la culla di una grande statua del Buddha, ma anche di stalattiti e stalagmiti che creano un’atmosfera davvero sorprendente.

Wat Tham Chiang Dao, Thailandia

Fonte: iStock

Il bellissimo Wat Tham Chiang Dao

Wat Tham Pha Plong

Non lontano dal tempio precedente sorge il Wat Tham Pha Plong. Si trova in cima a una collina dalla quale si gode di una vista affascinante, e per arrivarci è necessario salire una lunga scalinata (impreziosita da statue di draghi e altre decorazioni religiose) attraverso una fitta vegetazione di foresta tropicale.

Costruito in uno stile tradizionale, con statue di Buddha e ornamenti che riflettono la spiritualità della scuola Theravada, è anch’esso noto per essere un centro di meditazione, tanto da rappresentare uno dei luoghi migliori per trovare tranquillità e pace interiore.

Wat Phra That Doi Mon Ching

C’è poi il Wat Phra That Doi Mon Ching, un altro tempio interessante (non molto facile da raggiungere) che incanta per la presenza di una “roccia d’oro”: è simile alla celebre Golden Rock della Pagoda Kyaiktiyo in Myanmar.

Wat Mae Eed

Poi ancora il Wat Mae Eed, con una splendida vista sulla montagna e sulla città, dove prende vita il particolarissimo Giardino del Purgatorio che raffigura il destino di coloro che non seguono le cinque principali regole del Buddismo. Parliamo perciò di un’area riflessiva e simbolica, il cui scopo è quello di invitare i visitatori a riflettere sul loro comportamento e sulle conseguenze karmiche delle loro azioni.

Mercato del martedì mattina

Se vi trovate a Chiang Dao il martedì mattina non saltate una visita al suo mercato settimanale: è frequentato da persone di diversi gruppi etnici, ed è quindi l’occasione ideale per conoscere (e magari acquistare) i loro prodotti tipici e osservare i loro coloratissimi abiti tradizionali.

Tribù Chiag Dao

Fonte: Getty Images

Alcuni abiti tradizionali

Phra That Doi Chiang Dao

Infine il Phra That Doi Chiang Dao, un tempio molto venerato dalla popolazione locale. Per raggiungerlo è necessario percorrere una strada stretta e ripida (sì, serve un po’ di impegno, ma i panorami fanno passare in secondo piano la fatica).

Dalle origini molto antiche, sfoggia un chedi dorato che ospita una reliquia sacra e una statua enorme che raffigura il Phra Narasabho Mahathera, un monaco che ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione del Buddismo.

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Monte Tre Pizzi, il balcone affacciato sulla Costa dei Gelsomini

Esiste un angolo della Calabria dove la montagna si trasforma in palcoscenico naturale e lo sguardo si perde tra cielo e mare. Si tratta del Monte Tre Pizzi, che svetta maestoso tra i comuni di Antonimina e Ciminà, nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, e lo fa con una forma inconfondibile: tre vette che si ergono fiere come dita di una mano che indicano l’infinito. E non è soltanto la struttura a renderlo affascinante, ma anche la sua doppia identità.

C’è chi sostiene che la vetta centrale, chiamata Monte di Mezzo, raggiunga i 1.426 metri, mentre altre fonti la collocano più in basso, intorno ai 720 metri. Una cosa, però, è certa: da quassù la vista abbraccia l’intera Riviera dei Gelsomini e arriva fino allo Jonio, con una delle vedute più suggestive dell’intera regione.

Le tre punte che danno il nome al monte (Monte S. Michele, Monte di Mezzo e Monte Catiello) sembrano dialogare tra loro in un eterno equilibrio roccioso. Alcuni dicono che “Tre Pizzi” significhi semplicemente “tre cime”, altri preferiscono credere che derivi da “monte bianco”, un appellativo evocativo come le nuvole che talvolta si adagiano sulle sue sommità. In ogni caso, il Monte Tre Pizzi è una meta perfetta per chi ama camminare, respirare a pieni polmoni e sentirsi parte della natura.

Escursioni al Monte Tre Pizzi

Salire al Monte Tre Pizzi significa ritrovarsi in un “mosaico naturale” che cambia colore e consistenza a ogni passo. I percorsi invitano a lasciarsi sorprendere dalla bellezza autentica dell’Aspromonte per un’esperienza visiva, sensoriale e quasi spirituale.

Dalla vetta, il panorama si apre come una mappa incantata: le pendici ondulate dell’Aspromonte accompagnano lo sguardo verso le fiumare, quelle distese bianche e increspate che solcano la terra come vene d’acqua. Poi, d’improvviso, la vista si spalanca sul mare, sulla Costa dei Gelsomini che brilla sotto il sole. Da qui si distinguono chiaramente Roccella Ionica, il castello che la sovrasta, e le vette più alte che disegnano l’orizzonte calabrese. Uno spettacolo che regala la sensazione di aver raggiunto la cima del mondo.

Escursione da Antonimina (Reggio Calabria)

Partendo da Antonimina si entra subito in un paesaggio rurale che racconta la vita di chi abita questi luoghi. I primi passi si muovono tra campi coltivati a cereali, foraggi per il bestiame e colline addolcite da muretti a secco che sostengono uliveti e appezzamenti ordinati. Salendo, la macchia mediterranea comincia a farsi più fitta e profumata: erica, mirto, ginestra e corbezzoli disegnano un quadro che cambia, fino a lasciare spazio al bosco, fatto di lecci, querce e pini che si alternano in un gioco di ombre e luci.

Quando si raggiunge quota 752 metri, il sentiero diventa più dolce, con qualche saliscendi che anticipa l’arrivo alla cima. E da lassù, dalla cosiddetta “Terrezza”, si apre una visione che lascia senza fiato: Gerace con la sua rocca, Pietra Cappa che emerge come un gigante di pietra, la cima di Montalto e la Limina. È un susseguirsi di vertici, creste e promontori che compongono la vasta sinfonia dell’Aspromonte Ionico.

Nel viaggio di ritorno si cambia versante e si attraversa una zona ancora più selvaggia. La macchia mediterranea torna a farsi protagonista, insieme ad alcuni allevamenti di capre e pecore che pascolano in libertà. Passando per la “Grutta du mutu”, rifugio leggendario di un pastore eremita, il sentiero conduce fino alla località Zefrò, con i suoi campi coltivati a ulivi e cereali. Da lì, un’ultima discesa riporta ad Antonimina, dove si chiude il cerchio di un’escursione lunga circa sei ore, impegnativa ma colma di meraviglia.

Escursione da Ciminà (Reggio Calabria)

Chi preferisce una versione più breve e immediata dell’escursione può scegliere di partire da Ciminà. Si arriva in auto fino alla Strada Provinciale SP36 e, dopo circa dieci minuti, si lascia la macchina in uno spiazzo segnalato.

Poco distante, nei pressi di un’edicola votiva, inizia il sentiero CAI 213, ben indicato dai cartelli. Da qui il cammino richiede poco più di un’ora per l’andata e il ritorno, donando comunque la possibilità di godere di panorami spettacolari e della pace che solo la montagna sa donare.

Escursione da Piano di Moleti

Infine, se desiderate allungare il piacere del cammino, la partenza da Piano di Moleti è la scelta giusta. Il sentiero CAI 213 in questo tratto lambisce le fragorose Cascate Caccamelle, per un tocco di magia alla camminata.

La durata complessiva dell’escursione si aggira intorno alle cinque ore, per un totale di otto chilometri, in un susseguirsi di paesaggi che affascinano passo dopo passo.

I punti di interesse del Monte Tre Pizzi

Il Monte Tre Pizzi non è solo natura: è anche memoria, spiritualità e testimonianze di un tempo che fu. Le tre punte, che si stagliano come sentinelle granitiche, si affacciano su un paesaggio che è insieme ruvido e poetico. Le fiumare di Condoianni, Antonimina e Gerace serpeggiano sotto lo sguardo attento del monte, che le domina con la calma solenne di chi ha visto passare secoli.

Salire alla cima significa conquistare una delle vedute più spettacolari della regione: da Capo Spartivento a Punta Stilo, passando per la Rocca di Gerace, Pietra Castello, Pietra Lunga, fino a Montalto e alla Limina, l’Aspromonte si svela in tutta la sua maestosità. Un panorama a 360 gradi che scalda il cuore.

Ma ai piedi del gigante roccioso si cela anche una storia antica, di preghiera e pellegrinaggi. Alcuni ruderi, ancora visibili, testimoniano la presenza di un convento di frati eremiti, forse risalente al XII secolo. Un tempo, la montagna era meta di devoti provenienti da tutta la Locride che si radunavano qui per l’annuale fiera di bestiame in onore di San Pietro.

Ancora oggi i suoi sentieri raccontano antiche memorie, tra il profumo di lentisco e il fruscio delle foglie di leccio.

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Charco de los Clicos è un lago tutto verde, un qualcosa di surreale

Se città come Barcellona e Madrid sono mete predilette degli appassionati d’arte e Ibiza è l’isola del divertimento e delle good vibes estive, Lanzarote è invece la destinazione che preferiscono i viaggiatori più avventurosi.

Parliamo infatti di un’isola selvaggia, dalle mille sfaccettature, dove la natura scolpisce scenari quasi irreali e ricchi di luoghi incredibili. Tra le meraviglie più sorprendenti di Lanzarote c’è senza ombra di dubbio il Charco de los Clicos, un piccolo lago verde smeraldo incastonato nel cratere di un antico vulcano, a pochi passi dall’oceano. Scopriamo insieme alcune curiosità su questo peculiare e affascinante luogo di Lanzarote.

Dove si trova e perché è verde

Il Charco de los Clicos è ciò che resta di un antico cratere vulcanico parzialmente eroso dall’oceano. Le sue acque, di un verde intenso e brillante, devono il loro colore alla presenza di un’alga microscopica che prospera in condizioni di elevata salinità. Questo fenomeno, che si unisce poi anche alla profondità del lago stesso e alla luce che si riflette sulla superficie, crea un effetto ottico straordinario, rendendo per l’appunto le acque verdissime.

Tale meraviglia si trova sulla costa occidentale dell’isola, vicino al villaggio di El Golfo, un sito che è stato dichiarato Riserva Naturale per la sua unicità e il valore ecologico, diventando una delle attrazioni più spettacolari dell’isola.

Il contrasto tra il nero della sabbia vulcanica, il blu profondo del mare e il verde brillante delle acque del Charco de Los Clicos mettono in mostra uno scenario da sogno, quasi alieno, che attira visitatori da tutto il mondo.

Charco de los Clicos, Lanzarote

Fonte: iStock

Il lago verde e il contrasto con la spiaggia di lava nera

Come vedere il lago verde di Lanzarote?

Per godersi al massimo questa meraviglia naturale di Lanzarote, il punto di partenza ideale è il belvedere di El Golfo, un posto perfetto per ammirare il panorama e scattare foto incredibili. Da qui si ha una vista spettacolare sul lago verde, sulla spiaggia di sabbia nera e sull’oceano che si estende all’orizzonte. Il momento migliore per andarci? Al tramonto, senza dubbio, quando il cielo si infiamma di rosso e arancione. Il paesaggio, infatti, diventa magico e la luce crea riflessi incredibili sull’acqua del lago e sulle rocce vulcaniche circostanti.

Se si ha voglia di esplorare da vicino questo scenario incredibile della Spagna, invece, dal belvedere si può imboccare il sentiero panoramico che scende fino alla spiaggia. Qui si può camminare sulla sabbia vulcanica, osservare le particolari formazioni rocciose modellate dal vento e dal mare e sentire l’energia primordiale di questo posto unico.

A soli 100 metri dal lago, inoltre, ci si può godere i raggi del sole e prendere un po’ di tintarella lungo il tratto di spiaggia che si chiama Playa de El Golfo, un pezzo di litorale di sabbia nera formata da frammenti di lava solidificata. Qui il paesaggio sembra realmente essere uscito da un’altra dimensione: la scogliera rossa e nera che circonda il lago racconta milioni di anni di storia geologica, testimoniando la potenza delle eruzioni che hanno plasmato questa splendida isola delle Canarie.

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Le Terme di Colà sono un’oasi di pace a due passi dal Lago di Garda

Immerso tra le dolci colline moreniche ricoperte da vigneti e uliveti, a due passi dalle sponde veronesi del Lago di Garda, sorge un luogo in cui l’acqua termale si unisce a un paesaggio incantevole e a servizi di alta qualità: le Terme di Colà, ovvero il Parco Termale del Garda Villa dei Cedri. Una SPA naturale formata da un ampio parco da 13 ettari con piante secolari, laghi d’acqua calda che raggiungono i 39°C, idromassaggi, fontane, cascate e molto altro. Un ambiente che sembra fatato, in cui rilassare corpo e mente, coccolati dai servizi di benessere offerti.

L’acqua termale di Colà (frazione del grazioso Comune di Lazise) è caratterizzata da bicarbonato, calcio e magnesio, oltre che da una significativa presenza di silicio e di altri minerali. Caratteristiche che la rendono ricca di proprietà terapeutiche riconosciute anche dal ministero della Sanità: l’acqua minerale naturale delle Terme di Colà, infatti, è ottima per la “balneoterapia e per l’utilizzo nella cura delle malattie artro-reumatiche, nella riabilitazione motoria, nei postumi di flebopatie e nelle malattie cutanee”. Non solo, questo parco è una meta ideale anche per tutti coloro che cercano semplicemente un’oasi di pace immersa nella natura e a due passi dal Lago di Garda, dove trascorrere alcune ore in totale relax cullati dalle calde acque termali.

Come arrivare alle Terme di Colà

Il Parco Termale del Garda di Villa dei Cedri, si trova a Colà, frazione di Lazise a circa 25 km da Verona e a soli 11 km da Peschiera del Garda. In particolare, l’ingresso al Parco Termale di Colà e alla reception si trova in via Madonna n.23.

Per raggiungere le Terme di Colà in auto, con provenienza da Nord, si prende l’A22 e si esce ad Affi, direzione Lago di Garda Sud. Arrivando da Verona o da Milano, si percorre l’A4 con uscita Peschiera del Garda.

In alternativa, si possono raggiungere anche con i mezzi pubblici: in treno, da Nord si prende la linea Brennero fino a Rovereto e da lì si prosegue in pullman per circa 40 km, mentre se si arriva da Sud si può optare per la stazione di Peschiera o di Desenzano, proseguendo anche in tal caso in bus o in taxi.

In autobus, dalla stazione di Verona Porta Nuova parte la linea 163, mentre da Lazise la linea 164. Per consultare tutte le corse disponibili, consigliamo di controllare il sito del gestore Atv Verona.

Giorni apertura e orari Terme di Colà

Le Terme di Colà sono aperte al pubblico tutto l’anno, con orari diversi in base alla zona della struttura e ai giorni:

  • Parco Termale: 9:30 – 23:00 dal lunedì al venerdì e la domenica, 9:30-01:00 il sabato;
  • Centro benessere: 9:30 – 13:30 / 14:00 – 18:00 dal lunedì al venerdì e la domenica, 9:30 – 13:30 / 14:00 – 18:00 / 18:30 – 22:30 il sabato;
  • Piscina Termale semi-coperta: 9:30 – 22:00 tutti i giorni.

Prezzi Terme di Colà

L’ingresso giornaliero al Parco Termale delle Terme di Colà ha un costo di 40 euro per adulti, che scendono a 33 euro in caso di ingresso pomeridiano, dopo le 17:00. Per ragazzi da cm 120 cm a 150 cm di altezza è prevista una tariffa ridotta di 25 euro (sia giornaliero che pomeridiano). I bambini sotto ai 120 cm di altezza, invece, non pagano l’ingresso.

L’ingresso al Centro Benessere del Parco Villa dei Cedri, che include anche il noleggio di accappatoio e telo e che è riservato solo ai maggiori di 18 anni, prevede invece il pagamento di un biglietto di 40 euro, scontato a 38 se si acquista online.

È possibile scegliere anche il biglietto combinato Parco + Centro Benessere a un costo di 70 euro a persona. La tariffa è ridotta per bambini tra i 120 e i 150 cm di altezza, e gratuita per quelli inferiori a 120 cm.

Se si vuole accedere alla sola Piscina Termale semi-coperta, infine, il biglietto di ingresso costa 25 se giornaliero, 20 euro se pomeridiano (dalle 16:00).

I biglietti d’ingresso possono essere acquistati nella biglietteria in loco oppure online. Se si desidera accedere al Centro Benessere, è necessaria la prenotazione anticipata (chiamando il numero 045 64 900 24).

Trattamenti e servizi Terme di Colà

L’acqua di Villa dei Cedri, nelle Terme di Colà, sgorga da due falde situate ad una profondità di 160 e 200 metri. Fuoriesce rispettivamente a 37° e 42° gradi, e una volta raggiunte le piscine termali si assesta a una temperatura di circa 33° C tutto l’anno. Nel Lago Termale Grande, inoltre, si trovano immerse 3 vasche all’interno delle quali le temperature sono superiori e raggiungono i 37°-39°C. Nel Lago Piccolo del Parco Termale, invece, la temperatura dell’acqua è attorno ai 29°-30°C.

Se siete curiosi di scoprire tutti i servizi e le opportunità offerti dalle Terme di Colà di Lazise, tra le terme più belle d’Italia, ecco tutto quello che non dovete perdervi:

  • Parco Termale: composto da un Lago Termale Grande con vasche a temperatura differenziata, cascate cervicali, geyers e idromassaggi, collegato al Pantheon Termale con accesso dalla Grotta Antica (una suggestiva conca naturale e intima, illuminata da luci soffuse durante la sera e in cui rilassarsi con i getti degli idromassaggi). Completano il Parco le ampie zone relax immerse nel verde, il Lago Termale Piccolo (con vasca a temperatura differenziata e idromassaggi – accessibile solo in estate) e la suggestiva serra del Giardino d’Inverno (ampia area relax totalmente in vetro e ferro, come una vera serra d’altri tempi, che offre lettini al coperto, spogliatoi e servizi);
  • Centro Benessere: composto dal percorso saune (2 saune finlandesi, bio-sauna, grande bagno turco con cromo e aromaterapia, stanza del sale e grande bio-sauna esterna), Piscina Termale, Centro Estetico per trattamenti e massaggi, e servizi (accappatoio, armadietti, spogliatoi);
  • Piscina Termale semi-coperta: comprende la balneazione nella piscina coperta/scoperta alimentata con acqua termale, dotata di idromassaggi, vasca a temperatura differenziata e cascate cervicali, oltre a spogliatoi e servizi.

Info utili Terme di Colà

Tutti coloro che arrivano alle Terme di Colà in auto possono lasciare il mezzo in uno dei due grandi parcheggi a pagamento (5 euro per i clienti) a due passi dall’entrata (si trova in via dei Miniscalchi n. 6).

Il Parco Termale Villa dei Cedri è accessibile anche per le persone con disabilità (che possono usufruire anche di un prezzo agevolato mostrando alle casse della biglietteria la documentazione adeguata). È possibile anche richiedere il trasporto dalla biglietteria alla Serra – Giardino d’Inverno con una golf car, se si hanno difficoltà deambulatorie. Nel lago principale, inoltre, è presente il sollevatore che permette l’accesso all’acqua.

Nella Serra – Giardino d’Inverno, situata di fronte al lago principale esterno delle terme, si trovano tutti i servizi utili: dagli spogliatoi al noleggio armadietti (3 euro al giorno), zona relax riscaldata con lettini, e infine l’area ristorazione. Quest’ultima è composta da una tavola calda self-service e da un bar.

Nel Parco Termale di Villa dei Cedri e nel Centro Benessere, infine, non è obbligatorio indossare la cuffia (lo è invece per l’accesso alla Piscina Termale Semi-coperta). Tutte le informazioni aggiornate sono consultabili sul sito ufficiale della struttura, oppure chiamando al numero 045 7590988 o inviando una mail a villadeicedri@villadeicedri.com.

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Dove andare in montagna in primavera? I luoghi migliori in Italia e in Europa

Nella stagione in cui la natura torna a rivivere e le ultime nevi salutano l’inverno, sulle montagne più suggestive d’Italia e d’Europa prende vita la danza delle fioriture più colorate e profumate, cullate dalla brezza tiepida e dai primi raggi di sole primaverili. Ci si ritrova così immersi in panorami meravigliosi in cui fare piacevoli escursioni e toccare con mano tutta la forza della natura.

Ecco una selezione dei migliori luoghi di montagna da raggiungere in primavera, da soli, in coppia o in famiglia, tra le vette più incantevoli del Bel Paese e di altre destinazioni europee facilmente raggiungibili anche dal confine italiano.

Dove andare in montagna in primavera in Italia

Quanto scoppia la primavera, in Italia, inizia il periodo perfetto per esplorare i sentieri che si snodano tra alpeggi e valli fiorite, dove la natura veste un nuovo abito profumato e l’aria fresca invita a respirare a pieni polmoni. Ecco la nostra selezione di mete montane italiane ideali per escursioni, avventure, relax e momenti unici da condividere con chi amiamo.

San Vito di Cadore (Veneto)

Cercate una meta alternativa (e bellissima) alla celebre Cortina d’Ampezzo? Vi consigliamo San Vito di Cadore, da cui dista solo 10 km: un piccolo comune incastonato in una conca nel cuore delle Dolomiti bellunesi. A sorvegliarlo ci sono le cime delle Marmarole Occidentali, dell’Antelao, del Pelmo e della Croda Marcora. Il paesaggio montano è immerso in boschi di conifere e latifoglie e in primavera sembra uscire direttamente da una favola.

Cosa fare in Cadore in primavera? Innanzitutto, passeggiare immersi nei prati fioriti e i pascoli, ammirando da vicino il risveglio della natura. Raggiungendo il Lago di Mosigo, poi, si possono trascorrere piacevoli momenti in famiglia, con un chiosco e una zona barbecue attrezzata con tavoli per una grigliata in compagnia. Non può mancare la passeggiata attorno al lago, facilmente percorribile anche con passeggini.

A caratterizzare questo luogo è anche la lunga tradizione enogastronomica: non possono mancare momenti conviviali in cui potrete assaggiare, ad esempio, dei vini con le spezie molto particolari, formaggi e gelato. Ebbene sì, proprio a Pieve di Cadore (dove tra l’altro nacque e visse il pittore d’arte rinascimentale Tiziano), sarebbe nato il gelato.

Lago di San Vito di Cadore, Veneto

Fonte: iStock

Lago di San Vito di Cadore in Veneto

Trekking ed escursioni: i percorsi che si snodano sui pendii di San Vito di Cadore sono diversi e adatti a tutti. Tra i migliori sentieri da percorrere in primavera segnaliamo:

  • Sentiero delle Orchidee: in 1 ora e mezza di facile camminata con numerose finestre panoramiche sulle Dolomiti, incontrerete diverse specie di orchidee spontanee più o meno rare;
  • Escursione a Socol: adatta alle famiglie con passeggini, il percorso si snoda tra i boschi di San Vito e di Cortina, sul versante destro del fiume Boite. Si percorre in circa 2 ore e mezza;
  • Escursione a Taulà de la regoietes: sentiero CAI n. 458, sterrato, che si immerge nel bosco e dona scorci meravigliosi sulle Dolomiti per circa 3 km.

Attività per bambini: oltre alle passeggiate facili tra i sentieri alla scoperta di prati fioriti e boschi rigogliosi, i bambini possono divertirsi nel parco giochi del Lago di Mosigo.

Come arrivare: in auto, da Sud si percorre l’A27 fino a Pian di Vedoja (Belluno), si continua sulla SS51 d’Alemagna e si seguono le indicazioni fino a San Vito. Chi viene da Nord deve prendere l’autostrada del Brennero fino a Bressanone, poi la SS49 direzione Dobbiaco. Giunti a Cortina d’Ampezzo si segue la SS51 fino a destinazione.

Bormio (Lombardia)

È uno dei luoghi più affascinanti d’Italia, immerso in un territorio, quello della Valtellina, molto amato anche fuori dai confini italiani: Bormio, in provincia di Sondrio, è un gioiello ricco di attrattiva che in primavera veste il suo abito più colorato.

Dalle lunghe passeggiate ammirando panorami mozzafiato sulle Alpi Retiche ai momenti di relax coccolati dalle calde acque termali, Bormio promette esperienze memorabili per tutti, dagli adulti ai bambini. Non solo. Qui gli amanti degli sport invernali possono continuare a sciare anche a fine aprile nei comprensori posti sulle cime più alte.

Le sue terme sono le più famose d’Italia: da quelle più antiche (i Bagni Vecchi di Bormio) fino ai due centri più recenti (i Bagni Nuovi e Bormio Terme) in cui i bambini possono divertirsi nelle piscine a loro dedicate. Infine, per gli appassionati, è possibile anche visitare la cantina Braulio, che produce uno degli amari più famosi del Bel Paese, durante una camminata tra le viuzze che attraversano il centro storico del Comune.

Trekking ed escursioni: Le cime che abbracciano Bormio sono un vero incanto da esplorare durante la primavera. Tra i percorsi facili, adatti a tutti, vi suggeriamo 3 esperienze da provare:

  • Panoramica sulla Val Viola: seguendo i sentieri n. 148, n. 128 e n. 290, tra boschi e pascoli, si attraversano paesaggi incontaminati che aprono la vista sulla Val Viola e sulle cime circostanti. Percorso adatto anche ai meno esperti;
  • Passeggiata al parco dei Bagni: facile camminata di circa 1 ora che dai Bagni Nuovi di Bormio conduce alla Fonte Pliniana, in cui sgorga acqua termale custodita da una grotta naturale;
  • Tour delle chiese: passeggiata (da fare anche in bici) che unisce la natura della Valfurva alle testimoniante culturali e storiche. Il percorso dura 1 ora e tocca: Chiesa del Santo Crocifisso, Chiesa Beata Vergine del Sassello, Chiesa di S. Rocco, Chiesa della Madonnina della Misericordia e Chiesa parrocchiale di Bormio.

Attività per bambini: dalle camminate facili alle giornate sull’ultima neve della stagione, fino al relax alle Terme. Ma c’è un’attività ancor più curiosa: qui vengono organizzate anche camminate con i tenerissimi Alpaca per tutta la famiglia.

Come arrivare: in auto, da Milano, Lecco o Como, si imbocca la SS38, mentre da Bergamo o Brescia, si passa dal Passo Aprica o dal Passo Gavia. Dal Trentino si arriva dal Passo Stelvio o dal Tunnel Munt La Schera di Livigno. Con i mezzi pubblici, si può prendere il treno Trenord che ferma a Tirano e da lì si prende il bus di linea Perego fino a Bormio.

Parco Naturale Locale del Monte Baldo (Veneto)

Quali migliori mete in primavera se non quelle che permettono di ammirare la rinascita della natura dopo l’inverno e di respirare a pieni polmoni i profumi delle fioriture? Tra i luoghi imperdibili che vi consigliamo c’è anche il Parco Naturale Locale del Monte Baldo, sempre in Veneto, chiamato il “Giardino d’Italia”.

Situato tra la Vallagarina e il Lago di Garda, a poca distanza da Torbole, è un’oasi famosa tra i botanici di tutta Europa grazie alla sua straordinaria biodiversità con numerose specie endemiche. Tra maggio e giugno, qui, è tutto un tripudio di fioriture che creano bellissime distese colorate sui pendii: arnica, gigli, genziane, orchidee, botton d’oro e gerani argentati sono i protagonisti indiscussi. Una destinazione ottima per il turismo lento e sostenibile, e ideale per fare camminate primaverili anche con i bambini, vista la facilità dei percorsi.

Trekking ed escursioni: ecco gli itinerari più belli per scoprire questa perla sul Monte Baldo.

  • Trekking delle malghe e dei fiori del Baldo: composto da 4 percorsi (rosso, verde, giallo, azzurro), che permettono di ammirare distese dorate di botton d’oro, tappeti di bucaneve e tanti altri colorati prati tra i boschi del monte;
  • Trekking Torbole – Altissimo: sentiero (n.601) che in circa 5 ore di camminata da Nago porta a uno dei punti panoramici sul Lago di Garda più incredibili, sul monte più alto del Baldo trentino (2.090 metri). Lungo il percorso si avvistano i resti delle trincee della Prima Guerra Mondiale.

Attività per bambini: oltre ai piacevoli picnic in famiglia da organizzare tra i piati fioriti del Monte Baldo, i più piccoli possono provare bellissime avventure cimentandosi nell’arrampicata assistita e facile ai Massi delle Traole, oppure possono emozionarsi al Busatte Adventure Park, un parco avventura con diversi percorsi a varie altezze con piattaforme, carrucole, corde..pronti a per mettere alla prova abilità e coraggio?

Come arrivare: in auto, da Nord si esce dall’A22 a Rovereto Sud – Lago di Garda Nord e si prosegue fino a Nago-Torbole seguendo le indicazioni; da Sud si esce dall’A4 a Sirmione e si segue la SR 249 che risale lungo il Lago di Garda. A Torbole si seguono le indicazioni per la frazione di Nago-Torbole. Con i mezzi pubblici, si può scendere alla stazione ferroviaria di Rovereto e da lì si prende un autobus di Trentino Trasporti fino a Torbole. Da Sud, si può scendere alle stazioni ferroviarie di Desenzano, Peschiera del Garda o Verona e poi proseguire con l’autobus dell’Azienda Trasporti di Verona.

Parco delle Madonie (Sicilia)

Anche la Sicilia, in Sud Italia, ha luoghi montani splendidi da raggiungere, meno conosciuti, ma che non hanno nulla da invidiare alle più famose catene montuose dello Stivale. Tra questi troviamo il Parco delle Madonie, un’area naturale protetta che comprende quindici comuni della città metropolitana di Palermo e il massiccio montuoso delle Madonie, sulla costa settentrionale siciliana.

In questo contesto naturale, la primavera trasforma le pendici montuose in spettacolari distese di fiori selvatici, che si possono ammirare facendo trekking ed escursioni in mountain bike, oppure da una prospettiva diversa: dalla seduta dell’altalena più alta d’Europa. Dondola tra cielo e terra a 1.050 metri di altitudine e 300 di strapiombo ed è un’attrazione che lascia senza fiato. Da lassù, lo sguardo si apre verso le Madonie a ovest, le Nebrodi a est, mentre a nord il Mar Tirreno si perde all’orizzonte.

Trekking ed escursioni:

  • Sentiero ai ruderi dell’Abbazia di San Giorgio: 1,7 km di sentiero facile che parte da Gratteri, nei pressi dei ruderi del castello, e va verso Sud fino ai resti dell’Abbazia di San Giorgio immersi nella vegetazione;
  • Sentiero Geologico Rocca di Sciara: escursione di 2 km ricca di spunti naturalistici, geologici e storico culturali, come la Rocca di Sciara, un imponente massiccio calcareo che sovrasta l’abitato di Caltavuturo.

Attività per bambini: anche i più piccoli possono vivere l’esperienza dell’altalena più alta d’Europa (a partire dagli 8 anni) e della zip line con viste mozzafiato. In località Petralia Sottana, inoltre, possono divertirsi nel Parco avventura, con percorsi acrobatici, piste per mountain bike, sensazionali percorsi tattili e gare di orientamento.

Come arrivare: in auto, da Palermo si segue l’A19 e da Messina l’A20 e si seguono le indicazioni in base al punto di accesso al grande Parco delle Madonie. In treno si può arrivare comodamente da Palermo, Catania e Messina, scendendo alle stazioni di Cefalù e Castelbuono.

Dove andare in montagna in Primavera in Europa

Anche sulle montagne europee confinanti, o facilmente raggiungibili dall’Italia, la primavera tinge tutto dei colori della meraviglia. Scopri le destinazioni consigliate per una vacanza in montagna in Europa adatta a tutti, dagli sportivi a chi cerca il puro relax, fino ai bambini più avventurieri.

Bohinj (Slovenia)

Tra ripide montagne della Slovenia e le acque color smeraldo, spicca la paradisiaca valle Bohinj, che ospita l’omonimo lago glaciale, il più grande del Paese.

Se d’inverno gli appassionati della neve vi si recano per raggiungere il comprensorio sciistico, durante la primavera il paesaggio si tinge di colori vividi e sono tante le attività che si possono svolgere in questa perla slovena, dal trekking sui pendii alla pesca sulle sponde del lago (qui si trova la rinomata trota di Bohinj), fino agli eventi più imperdibili. Tra questi, l’annuale Festival Internazionale dei Fiori Selvatici, che ogni anno nei mesi di maggio e giugno offre tour botanici, eventi unici ed esperienze culinarie dedicate alla ricchezza floreale di Bohinj.

Bohinj, luogo splendido in primavera in Slovenia

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Bohinj e il suo lago, in Slovenia

Trekking ed escursioni: a Bohinj si possono ammirare panorami sorprendenti durante le escursioni a piedi o in bicicletta. Ecco alcuni dei migliori sentieri.

  • Percorso Savica Waterfall: itinerario ad anello abbastanza facile e lungo poco più di 1 km;
  • Giro del Lago di Bohinj: percorso facile ad anello di circa 12 km;
  • Mostnica Gorge: percorso di circa 12 km con un dislivello di più o meno 300 metri;
  • Trekking al Monte Vogel: a bordo della funivia del Lago di Bohinj, si raggiunge a 1.500 metri di altezza il Vogel Sky Resort, che regala una vista mozzafiato su Bled, Bohinj e tutte le Alpi Giulie. Da qui proseguono diversi sentieri di trekking.

Attività per bambini: per i più piccoli, Bohinj è una sorta di paradiso in terra, soprattutto grazie alla presenza dello splendido lago, che in primavera merita di essere esplorato a bordo di una barca. Un’altra idea è quella di noleggiare delle biciclette per fare il giro del lago (con la possibilità di aggiungere seggiolini per bambini), per godere pienamente nel paesaggio.

Come arrivare: in auto, si percorre la strada 209 fino a Ribčev Laz, villaggio che si trova all’ingresso del Lago di Bohinj, immerso nel Parco nazionale del Triglav.

Hintersee (Germania)

Tra le più pittoresche zone montane delle Alpi bavaresi (e d’Europa), quella del Lago Hintersee, in primavera, è un tripudio di fiori sbocciati, colori vividi e un paesaggio mozzafiato, dove la natura sembra uscire direttamente da un dipinto perfetto.

Situato a Ramsau, in Germania, ai piedi del Reiter-Alm, Hintersee è abbracciato da vette imponenti e promette momenti indimenticabili da vivere in compagnia e in famiglia. Trekking, picnic nella natura, viaggi in funivia e panorami unici: sono tante le esperienze che si possono vivere in questo luogo paradisiaco.

Lago Hintersee, meta montana in primavera in Germania

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Lago Hintersee, in Germania

Trekking ed escursioni: 

  • Escursione nel Bosco di Hintersee: camminata facile adatta a tutti che attraversa la foresta incantata;
  • Percorso facile alla Cascata di Golling: da lì si può raggiungere il Rifugio di Golling;
  • Giro del lago Hintersee: percorso ad anello che parte da Ramsau, immerso nel verde.

Attività per i bambini: oltre alle passeggiate attorno al lago e lungo i pendii circostanti ammirando la flora e la fauna locali, i bambini possono divertirsi con una divertente gita in barca sul lago.

Come arrivare: in auto, arrivando dal Nord Italia, si prende la A4 e poi da Brescia la A22 verso Verona/Bolzano fino all’uscita per Brennero. In Austria, si continua sulla A13 verso Salisburgo e poi si prende la B311 in direzione di Fuschl am See, seguendo infine le indicazioni per Hintersee. In treno, con un Frecciarossa o Eurocity, si scende a Verona o a Bolzano, poi si prende un treno per Innsbruck, dove si cambia con un treno per Salisburgo. Infine, si prenede un autobus o un treno fino a Hallein o Fuschl am See, e un altro autobus fino a Hintersee.

Zermatt (Svizzera)

Famosa perché baciata dal sole per ben 300 giorni all’anno e completamente pedonale (sì, qui non circolano auto e mezzi a motore), Zermatt è la meta da raggiungere in primavera a due passi dall’Italia.

Situata in Svizzera, ai piedi del Monte Cervino (Matterhorn), questa meta green del Canton Vallese offre a chiunque attività, escursioni e avventure unite a paesaggi da cartolina. Da qui partono 400 km di sentieri escursionistici e ci si può rilassare sulle sponde del Lago Schwarzsee (o Lago Nero), da raggiungere con una comoda e suggestiva funivia. Consigliata è anche la visita al Museo del Cervino (Zermatlantis Matterhorn Museum) sulla storia del borgo e del monte che gli conferisce il nome. In primavera, gli amanti dello sport sulla neve possono anche sfruttare le ultime piste imbiancate per sciare.

Trekking e percorsi:

  • Escursione alle Gole del Gorner (Gornergrat): sentiero ad anello di 2,3 km facile, percorribile in circa 40 minuti;
  • Trekking al Matterhorn glacier paradise (3.883 metri): adatto anche a famiglie con bambini. La vetta permette di sciare anche durante la primavera e l’estate nella stazione di montagna più alta d’Europa. Qui in cima si trova la Galleria del Breithorn, dove è situato il Cinema Lounge;

Attività per bambini: i più piccoli avventurieri non si annoiano di certo a Zermatt. Tra le varie attività, possono cimentarsi nell’avvistamento delle marmotte seguendo un percorso adatto alle famiglie, oppure esplorare il tunnel di ghiaccio del Cervino Glacier Paradise, ammirando diverse sculture di ghiaccio.

Come arrivare: essendo pedonale, il Comune di Zermatt è raggiungibile tramite auto fino al vicino borgo di Täsch, mentre gli ultimi 7 km si percorrono in treno o in taxi. Da lì, infatti, parte un treno navetta h24 che impiega 15 minuti. In treno, invece, dall’Italia il collegamento ferroviario più comodo è quello da Milano Centrale: un treno diretto vi porterà a Visp, da cui potrete proseguire verso Zermatt.

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Come in una fiaba, il giardino Villa Giulia a Palermo sembra magico

Ci sono luoghi nel mondo in cui natura, storia e bellezza si intrecciano dando vita a scenari fiabeschi, affascinanti e che sembrano magici. Sono quelli che vale la pena raggiungere per fare il pieno di meraviglia e per conoscere di più i posti che si visitano.

Il viaggio di oggi ci porta in Sicilia e nel suo straordinario capoluogo, la città di Palermo: lì, infatti, sorge un parco che è un vero e proprio sogno per gli occhi. Si tratta del giardino Villa Giulia, dove andare per immergersi in una scenografia composta da piante, fiori, sculture, viali dove passeggiare, fontane e padiglioni.

Un posto lussureggiante, da esplorare, perfetto per una sosta nel verde, per lasciare che lo sguardo si colmi della bellezza e della meraviglia che la natura e la mano dell’uomo sanno regalare.

Tutto quello che c’è da sapere sul giardino Villa Giulia: dagli orari di apertura, a come raggiungerlo fino alla sua unicità che lo rende davvero speciale.

Dov’è il giardino Villa Giulia a Palermo

Per ammirare con i propri occhi la bellezza di Villa Giulia, meraviglioso giardino pubblico siciliano, bisogna raggiugere Palermo.

Questo spazio verde è stato realizzato vicino al quartiere Kalsa e all’orto botanico, in via Lincoln. In quel luogo, dove oggi sorge il parco, un tempo i pescatori ponevano le reti affinché si potessero asciugare, dopo – sempre lì – avevano luogo le esecuzioni capitali. La sua storia è antica, infatti a volerlo è stato il Pretore e Governatore della città Antonio La Grua e ha visto la luce tra il 1777 e il 1778. A dare il nome allo spazio verde è stata Giulia d’Avalos, che era la moglie del vicerè di Sicilia Marcantonio Colonna.

E da allora il giardino accoglie i visitatori con tutta la sua meraviglia, progettata dall’architetto Nicolò Palma. Non si tratta solo di un luogo in cui ammirare la bellezza della natura, ma anche di un posto che custodisce diversi tesori da vedere, perfetto per una passeggiata nel verde o per una sosta circondati dallo splendore.

Il luogo ideale da raggiungere se si visita Palermo, per conoscere un pezzo di storia di questa affascinante città della Sicilia. Un luogo che ha una sua precisa peculiarità che lo rende davvero speciale: infatti è stato il primo giardino pubblico d’Italia.

Villa Giulia, splendido giardino

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Villa Giulia, splendido giardino a Palermo

 Villa Giulia, cosa vedere nel suggestivo giardino a Palermo

Quando si visita una città, quando si va in esplorazione di un luogo, non si scoprono solo i suoi monumenti, i palazzi, l’arte e la cultura. Vale la pena, infatti, conoscere i parchi e giardini che sono delle vere e proprie attrazioni, non solo della nostra Penisola, ma anche nel resto d’Europa e del mondo.

Così, se si decide di raggiungere Palermo, tra le tappe di viaggio si deve inserire anche Villa Giulia: uno spazio verde che presenta un perimetro quadrato, con schema di giardino all’italiana che si traduce in viali simmetrici che si intrecciano andando a costruire un altro quadrato e una piazza rotonda e centrale. Una struttura geometrica ben precisa che si arricchisce di tante meraviglie da vedere.

A partire dalla recinzione in ferro datata 1855, senza dimenticare l’ingresso verso il mare con il suo portale che presenta alcune decorazioni: l’aquila, simbolo di Palermo, e due leoni ai lati.

Passeggiare lungo il viale permette di osservare tutte le gemme preziose che custodisce il giardino come le sculture datate 1763 e realizzate da Ignazio Marabitti, ovvero l’Abbondanza e la Gloria. A queste si aggiunge la celebre fontana del Genio di Palermo, con la statua che rappresenta il nume tutelare della città.

Nella piazza, invece, si possono vedere quattro padiglioni in stile neopompeiano il cui progetto è stato firmato da Giuseppe Damiani Almeyda: sono presenti a Villa Giulia dal 1866.

Sempre di Marabitti, infine, è la fontana con l’Atlante con un dodecaedro in marmo: questo serviva da orologio solare.

Il luogo ideale per una passeggiata nel mezzo della bellezza, quella che la mano dell’uomo ha plasmato con l’aiuto della natura, ma anche il luogo ideale per una sosta e un po’ di relax su una panchina. Da inserire nelle tappe di una vacanza a Palermo.

Quando andare a Villa Giulia

Il periodo migliore per visitare Villa Giulia a Palermo è senza dubbio la primavera quando le temperature non sono troppo calde e la natura esplode in tutta la sua bellezza. In alternativa si può raggiungere in autunno, poiché anche in questo caso il clima è più mite.

Le informazioni utili su Villa Giulia

Il parco è facilmente fruibile, i viali sono abbastanza ampi e sul sito ufficiale del comune di Palermo viene segnalato che è accessibile ai non vendenti e anche ai disabili con accompagnatore. Tra le informazioni utili il fatto che è aperto, con ingresso libero, dalle 7 alle 20.

Inoltre, è possibile programmare delle visite guidate su prenotazione.

Nella medesima area del giardino Villa Giulia vi è l’Orto botanico, istituzione museale e didattico scientifica che ospita circa 12mila specie diverse di piante. Anche questo luogo ha origini antiche, infatti ha preso il via nel 1779 quando è stata istituita la cattedra di Botanica e Materia medica all’interno dell’Accademia dei Regi Studi.

Sempre nella zona si trova il Foro Italico Umberto I, area verde che va a costituire uno dei lungomari della città. Insomma, un posto da conoscere di pace e bellezza, da visitare per carpire un po’ del fascino e della storia di Palermo.

Giardino Villa Giulia a Palermo

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Giardino Villa Giulia a Palermo: le info utili
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I luoghi dell’inquietante The Monkey, il nuovo horror basato sul libro di Stephen King

Il Canada fa da sfondo al film horror folle e imprevedibile di Osgood Perkins, figlio del celebre Anthony Perkins che molti conoscono come l’inquietante Norman Bates del film Psycho di Alfred Hitchcock. Con i suoi paesaggi suggestivi, spesso avvolti dalla natura e lontani dalla civiltà, il Canada offre molte location perfette per un film finalizzato a terrorizzare lo spettatore. Tra fitti boschi, strade incastrate tra una ricca vegetazione, laghi spettrali e cittadine apparentemente tranquille che spesso nascondono oscuri segreti sul grande e piccolo schermo, si sviluppa The Monkey.

Dopo l’applaudito Longlegs con Nicolas Cage, il regista si misura con una comedy horror splatter e irriverente ispirata all’omonimo racconto breve di Stephen King. Prodotto da James Wan, The Monkey racconta la storia di due fratelli gemelli che trovano una misteriosa scimmietta a molla, il cui arrivo scatena una serie di morti inspiegabili distrugge la loro famiglia. Venticinque anni dopo, il giocattolo maledetto riappare, dando inizio a una nuova scia di sangue e costringendo i due fratelli, ormai separati, a fare i conti con il loro oscuro passato. Nel cast Theo James, Tatiana Maslany, Elijah Wood e Christian Convery.

Vancouver Stanley park

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Vancouver Stanley park

Dove è stato girato

Le riprese di The Monkey sono state realizzate tra febbraio e marzo del 2024 a Vancouver, Maple Ridge, la British Columbia e altri luoghi del Canada. In un’intervista con il Vancouver Sun, il produttore Chris Ferguson di Oddfellows Entertainment ha elogiato il forte ambiente di produzione cinematografica collaborativa di Vancouver. Perkins ha condiviso questo sentimento, rivelando che il suo prossimo progetto sarà girato anche a Vancouver con la stessa troupe di talento. Questa città canadese è un’attrice importante nell’industria cinematografica, infatti non è un caso che sia nota come “North Hollywood”.

The Monkey non è solo un’altra commedia horror, è un viaggio cinematografico che trascina il pubblico in un mondo in cui la modernità urbana incontra paesaggi naturali inquietanti. Paesaggi urbani, vicoli grintosi e strutture di produzione all’avanguardia rendono Vancouver una location perfetta per l’atmosfera inquietante di The Monkey. Tra le città più popolate e multiculturali del Canada, Vancouver offre molti giardini da vedere come lo Stanley Park, il Queen Elizabeth Park, il VanDusen Botanica Garden, ma anche le montagne, le foreste e l’oceano intorno sono da non perdere.

Baia Maple Ridge

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La baia di Maple Ridge

A pochi km in auto da Vancouver si trova Maple Ridge, una cittadina pittoresca nota per la sua bellezza naturale. Tra il fiume Fraser e la maestosa Golden Ears Mountain, Maple Ridge ospita una comunità boscosa nelle terre storiche delle Prime Nazionali Katzie e Kwantlen. Ci si può perdere nella natura, assaggiare le specialità della zona in alcuni ristoranti e fattorie ed esplorare i dintorni con suggestive passeggiate e percorsi trekking per visitatori esperti o meno esperti. Nelle vicinanze si trovano il Kanaka Creek Regional Park, il lago Alouette e la UBC Research Forest.

The Monkey, tuttavia, è stato girato anche in altri angoli della British Columbia, la provincia più occidentale del Canada che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Il nome fu dato nell’800 dalla regina Vittoria quando la “terraferma” divenne una colonia britannica nel 1858. La sovrana voleva distinguere il settore britannico del Columbia District dagli Stati Uniti e il nome Columbia deriva dalla nave americana che prestò il nome al fiume omonimo e poi alla regione.

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19 marzo 2025, festa del papà, gli eventi dove andare in Italia

In occasione della prossima festa del papà 2025 sono tanti gli eventi in giro per l’Italia da condividere in allegria con i propri figli. Per rendere il 19 marzo una giornata indimenticabile, potete scegliere uno di questi appuntamenti e prepararvi a passare momenti spensierati in compagnia dei vostri cuccioli.

Musei con ingressi speciali, parchi con tariffe ridotte, iniziative in giro per le città, spettacoli, eventi in mezzo alla natura, laboratori creativi. Tantissime idee da nord a sud per celebrare la giornata del papà in Italia. Una festa che ha origini medievali ma che solo a metà del 1500 è stata calendarizzata. La data scelta fa riferimento alla tradizione ecclesiastica. Il 19 marzo è infatti il giorno in cui, secondo le credenze, morì San Giuseppe, padre di Gesù, simbolo di amore e protezione.

Festa del papà a Torino tra musei e opere d’arte

Anche la città di Torino si prepara a celebrare la giornata del papà 2025 con iniziative nei musei da condividere con i bambini.

  • Il prossimo 19 marzo 2025, per la festa del papà, il Museo Egizio di Torino propone una speciale iniziativa per le famiglie. Ingresso gratuito per tutti i papà che visiteranno il museo in compagnia dei propri figli. Un’occasione unica per trascorrere una giornata insieme tra storia e cultura alla scoperta dell’Antico Egitto.
museo egizio torino

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Ingresso del Museo Egizio di Torino
  • Anche le Gallerie d’Italia di Torino propongono un evento per la festa del papà. Visita guidata alla mostra “Olivo Barbieri. Spazi Altri.” e laboratorio creativo per creare un ricordo emozionante di questa giornata. All’interno di un atelier fotografico interattivo si condividerà un’attività laboratoriale alla scoperta della luce nella fotografia. Il laboratorio è consigliato per bambini 7-12 anni e costa €5 a persona.

Eventi per la festa del papà a Milano

Se desiderate sorprendere il vostro papà con un evento culturale o un’attività da condividere, Milano offre tanti spunti per celebrare insieme la festa del papà 2025.

  • Museo Nazionale della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” propone esperienze interattive su spazio, scienza e invenzioni di Leonardo. Apprendere divertendosi con tutta la famiglia. Al suo interno c’è anche una nuova area dedicata ai bambini dai 3 ai 6 anni: Playlab dove vivere il museo in modo inedito e inventare il proprio mondo.
  • Pinacoteca di Brera invita a una visita guidata tra i capolavori di Caravaggio, Raffaello e Tintoretto. I tour pensati per le famiglie saranno un piacevole momento di condivisione e apprendimento.
  • Gallerie d’Italia con ingresso ridotto per i papà accompagnati dai propri figli e la proposta di un laboratorio per conoscere più da vicino il mondo della fotografia.

Passeggiata dei papà a Villa Arconati (MI)

Villa Arconati Milano

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Fontana del Delfino del Giardino all’italiana e Teatro di Diana

Una passeggiata guidata dedicata a tutti i papà (e non solo). Appuntamento alle ore 15 a Villa Arconati, una delle più belle ville di delizia a Milano. Il programma prevede la scoperta degli ambienti più ricchi, dal punto di vista storico-artistico e architettonico, del giardino all’italiana. I teatri dedicati ai miti classici e alle stagioni, le statue e le fontane con i giochi d’acqua costruiti partendo dallo studio del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, fino ad arrivare al parterre, uno dei pochissimi giardini “alla francese” della Lombardia. Un’occasione speciale in cui i papà con i propri figli potranno scoprire uno dei giardini più belli e ricchi di storia della Lombardia.

  • Durata circa 60 minuti
  • Costo €10 a persona
  • Tariffa speciale dedicata ai papà €8 (da solo e/o con un bambino fino a 10 anni), €16 (papà con un ragazzo da 11 a 18 anni)
  • Prenotazione consigliata
  • Posti limitati

Festa del papà 2025 in provincia di Padova

In occasione della giornata del papà nel territorio di Padova ci sono tante iniziative per trascorrere una giornata in allegria con i propri figli.

  • Musei gratis – i papà accompagnati dai propri figli al di sotto dei 18 anni possono accedere gratuitamente ai Musei Civici Eremitani, al Palazzo Zuckermann,  al Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea e al Palazzo della Ragione.
  • Festa del papà sopra le mura: una passeggiata panoramica a 15 metri d’altezza sopra le Mura di Cittadella.
  • Visita guidata al Palazzo del Bo, sede storica dell’Università di Padova
  • Apertura lavandeto del Santo a Camposanpiero: passeggiata tra i campi di tulipani e spazio area giochi bimbi.

Siena, festa del papà al museo

Al Museo Santa Maria della Scala di Siena i papà, accompagnati dai propri figli, avranno diritto all’ingresso gratuito in occasione del 19 marzo 2025. Il museo, aperto dalle ore 10 alle ore 19 (con ultimo ingresso alle ore 18,15), è anche sede del Museo d’Arte per bambini. Al suo interno si trovano contenuti tematici mirati e attività creative che hanno lo scopo di stimolare la curiosità conoscitiva ed esperenziale dei più piccoli.

19 marzo 2025 al Bioparco di Roma

bioparco roma

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Esemplare di cicogna bianca all’interno del Bioparco di Roma

Per celebrare la festa del papà 2025 il Bioparco di Roma offre l’ingresso gratuito a tutti i papà (e anche ai nonni) accompagnati dai propri figli. Una sorpresa anche per i più piccoli che in quella giornata speciale avranno ingresso ridotto a €10. La promozione è valida solo per i biglietti acquistati direttamente in biglietteria e non online. Il Bioparco di Roma, nato come Giardino Zoologico, si trova in Viale del Giardino Zoologico 20.

Giornata del papà al Parco Zoo Falconara Marittima

Il Parco Zoo di Falconara Marittima, nelle Marche, propone una promozione speciale per la festa del papà. Ingresso ridotto al parco per condividere con i propri figli una giornata in mezzo alla natura tra scoperte e divertimento, per conoscere gli okapi e tante altre specie.

  • La promozione è riservata ai papà in compagnia dei propri figli
  • Offerta valida solo il 19 marzo 2025, dalle 10 alle 18:30 (la biglietteria chiude alle 17)
  • Biglietti da acquistare in loco

Il Falò di San Giuseppe per la festa del papà a Vallesaccarda (AV)

Musica e stand gastronomici in occasione della festa del papà 2025 a Vallesaccarda in provincia di Avellino. Dalle ore 19 in piazza M. Addesa si potrà assistere a una serata legata alla tradizione con il Falò di San Giuseppe, evento che celebra un antico rito, simbolo di protezione e aggregazione per la comunità. Folklore locale, stand gastronomici ed esibizioni musicali della band Tribù Sonore: questo il programma della serata.

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Alla scoperta della foresta di Brocéliande, il regno incantato di Mago Merlino

Nel cuore della Bretagna, avvolta da mistero e leggende, si estende la foresta di Brocéliande, un luogo senza tempo dove la magia si fonde con la natura. Conosciuta come la foresta di Mago Merlino e della fata Morgana, si dice oggi che sia la dimora di spiriti antichi e custodisca, tra le sue fronde, il passato glorioso di un’epoca lontana oltre alla tomba di Merlino e al sentiero che richiama la dama del lago. Ogni angolo di questa zona della Francia ha qualcosa di magico da scoprire. Vediamo insieme cosa c’è da sapere e come visitare la foresta di Brocéliande, il regno incantato di Mago Merlino.

Dove si trova la foresta di mago Merlino e della fata Morgana

Si chiama foresta di Brocéliande ma è conosciuta anche come foresta di Paimpont e si trova in Bretagna, nella zona nord-ovest della Francia. Il luogo, avvolto da mistero, ha ispirato numerose leggende legate al ciclo arturiano. Oggi è meta per gli amanti del folklore e della storia medievale. Si dice che qui abbiano vissuto Merlino, Morgana e la fata Viviana, personaggi intramontabili della mitologia bretone.

foresta di Brocéliande in Bretagna

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La foresta di Brocéliande, conosciuta per il legame con il Mago Merlino e la Fata Morgana

La leggenda della foresta di Brocéliande

La foresta di Brocéliande è un luogo in cui realtà e leggenda si intrecciano: secondo la tradizione il bosco era il regno della fata Viviana che custodiva qui il suo palazzo sommerso. Qui avrebbe incontrato Merlino, il potente mago che si innamorò di lei insegnandole i suoi segreti. La località è anche sede del Centre de l’Imaginaire Arthurien, situato presso lo château de Comper. Motivo in più per visitarla? È possibile attraversare la “porta dei segreti”, un’esperienza interattiva che conduce alla scoperta degli abitanti della foresta e delle credenze popolari ad essa associata.

La Valle Senza Ritorno

Tra i luoghi da non perdere nella foresta di Brocéliande c’è la Valle senza Ritorno. Si tratta di un’area geologica ricca di fascino, con rocce porpora che regalano un’atmosfera surreale. Il luogo è legato alla figura della fata Morgana (sorellastra di re Artù). La leggenda narra che Morgana, tradita dal suo amato cavaliere Guiomar, decise di vendicarsi imprigionando nella valle tutti coloro che si macchiavano di infedeltà. Il solo capace di rompere l’incantesimo fu Lancillotto del Lago, il più fedele tra i cavalieri della Tavola Rotonda, che riuscì a liberare gli sventurati prigionieri.

Lo Specchio delle Fate

All’interno della foresta è custodito anche lo Specchio delle Fate, un luogo che sembra uscito da un libro fantasy. Il nome deriva proprio da una leggenda che racconta qui vivessero sette fatine. La più giovane si innamorò di un umano e per un po’ visse con lui un amore segreto. Le sorelle, una volta scoperto il legame, la punirono severamente condannando anche l’umano coinvolto. Si dice che le fate, non sempre benevole, abbiano lasciato un’eco del loro potere in questo specchio d’acqua, e che, osservandolo con attenzione, si possano scorgere ancora i loro volti riflessi tra le increspature della superficie.

Tra le altre leggende che riguardano la foresta di Brocéliande c’è la presenza di siti come la fontana di Barenton definita “magica” per le acque gorgoglianti che avrebbero potere curativo.