Categorie
vacanza natura Vacanze natura Viaggi

Friuli: la Cascata Plera è un gioiello della Carnia

Non è rimasto molto di antico a Invillino, uno dei borghi più vecchi della Carnia.

Il terremoto del 1976 ha distrutto quasi tutto, e quasi tutto è stato ricostruito. Ma se l’architettura umana ha dovuto pagare dazio, le antichità della natura hanno resistito alla prova del tempo.

Basta guardare vicino al centro del paese, nel letto del Tagliamento, che scorre in continuo mutamento dalla notte dei tempi, convogliando tutte le acque dei tanti torrenti che scendono dalle valli laterali della Carnia.

E proprio oltre il ponte sul fiume, vegliato da una piccola chiesetta arroccata su uno sperone di roccia, si trova il sentiero che porta alla Cascata Plera.

Cascata Plera Friuli Carnia

Fonte: Lorenzo Calamai

Tutta la bellezza dell’imponente Cascata Plera

Si tratta di un imponente, magnifico salto. Una vera e propria architettura naturale costruita nel corso dei millenni dall’azione erosiva delle cristalline acque dell’omonimo Rio Plera, nient’altro che un torrentello di montagna che si getta nel Tagliamento, che qui si assume presunzioni aristocratiche dando grande mostra di sé attraverso la cascata.

Nascosta agli occhi dei più, la Cascata Plera è un luogo di pellegrinaggio per gli amanti dell’acqua dolce, del relax, dello stare a contatto con la natura. Un’area per il picnic, con tanto di griglia in muratura, sorge a margine dell’anfiteatro naturale dove si trova il salto. La meta ideale, insomma, per un gita fuori porta in estate, un rifugio contro il solleone e la canicola.

Come arrivare alla Cascata Plera

La Cascata Plera si trova nei pressi di Villa Santina, comune in provincia di Udine di cui il succitato borgo di Invillino fa parte a livello amministrativo.

Siamo in Carnia, la regione montana che occupa la propaggine nord-occidentale del Friuli. Tolmezzo ne è il centro più importante ed anche il crocevia per raggiungere pressoché ogni località, una sorta di portale sulle rive del fiume Tagliamento.

Per raggiungere la Cascata Plera si deve passare proprio da Tolmezzo e proseguire verso ovest lungo la Strada statale 52. Prima di raggiungere l’abitato di Villa Santina, si oltrepassa il Tagliamento nei pressi della Madonna del Ponte, la piccola chiesa lambita dal greto del Tagliamento citata poco sopra.

Cascata Plera Friuli Carnia

Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata si scorge da lontano

Passato il fiume, a metà del primo tornante compiuto successivamente dalla strada, si apre sulla destra della sede stradale un ampio sentiero sterrato, ma carreggiabile.  Una volta imboccato, in circa 500 metri si trova un ampio spiazzo dove si può parcheggiare l’auto.

Da qui, prima di imboccare il sentiero per la cascata, possibile minima deviazione: seguendo una traccia contrassegnata dal cartello MTB, dunque frequentata dagli appassionati di mountain bike, e mantenendo la sinistra si accede in appena qualche centinaio di metri di cammino ad un punto panoramico con vista sulla confluenza tra Rio Plera e Tagliamento e sul maestoso letto di quest’ultimo, che si espande verso le cime delle montagne carniche.

Dal parcheggio il sentiero prosegue per circa 15 minuti in leggera discesa, accessibile a tutti. Una piacevole passeggiata in una strada ampia, tra tratti in ombra e altri esposti al solo. Quando si incontra un’area attrezzata con tavolo da picnic e barbecue in muratura sulla destra, si prosegue ancora dritto per poche centinaia di metri per arrivare alla cascata.

L’imponente salto si vede da lontano: l’acqua resa bianca dalla velocità con cui scende sbatte sulla roccia scura all’interno di una sorta di anfiteatro naturale. Un ponticello in legno consente di attraversare il Rio Plera, le cui modeste dimensioni contrastano in maniera eclatante con quelle della cascata da cui provengono. Sono tre i colori che dominano la scena: il verde intenso della rigogliosa vegetazione che ricopre ogni angolo; l’azzurro quasi elettrico della polla di acqua purissima che si è formata ai piedi della cascata; il grigio scuro delle rocce che contornano la stessa e che fanno da piccola spiaggia, tormentata dalle piccole gocce di acqua nebulizzata dallo scroscio.

Cascata Plera Friuli Carnia

Fonte: Lorenzo Calamai

Un tuffo nella fredda polla

L’imperioso salto della cascata comporta che la polla che si crea ai suoi piedi sia in ombra per la maggior parte del giorno, in particolare nel pomeriggio, con il sole che si rintana dietro il costone del colle soprastante. L’acqua è molto fredda, tanto da indurre la maggior parte dei visitatori a desistere dal bagno, ma assai rigenerante. I più abili possono arrampicarsi per qualche metro sul lato destro della cascata per effettuare un tuffo. Dopo il bagno, lo spazio migliore per passare un po’ di tempo in relax è nei pressi dell’area attrezzata che si incontro in precedenza della cascata, sulle rive del Rio Plera.

Al di là dell’opportunità del wild swimming alla Cascata Plera si è al cospetto di un vero e proprio gigante: un titano d’acqua, roccia e foglie, che canta una antichissima, melodiosa canzone che si ode nel fragore del suo infinito cadere.

Il Vallo Alpino del Littorio

Nei dintorni dello spiazzo che funge da parcheggio per la visita alla Cascata Plera, in corrispondenza del succitato punto panoramico, si nota che la zona è disseminata di bunker e di altri edifici bellici nascosti tra la vegetazione e le rocce.

Si tratta di strutture realizzate nella seconda metà degli Anni Trenta al fine di costituire quello che l’Italia fascista battezzò il Vallo Alpino del Littorio, ovvero un sistema difensivo organizzato tramite una imponente serie di fortificazioni volte a salvaguardare le linee di confine con i paesi vicini. D’altra parte il confine con l’Austria si trova soltanto a qualche decina di chilometri di distanza.

Sulla destra orografica del Tagliamento, fra gli abitati di Preone e Verzegnis, passando per Villa Santina, si trovano tantissimi edifici di questo tipo. Un articolato sistema posto a difesa del corso del fiume e delle valli corrispondenti.

Quelle presenti nei pressi del Rio Plera, alla confluenza proprio con il Tagliamento, sono bunker per artiglieria dotati di tre piani, che scendono fino a 30 metri sotto il livello del terreno, da cui affiorano solamente le casematte.

Costruite e attrezzate con gran dispendio di risorse e con gran profusione di energie ingegneristiche, queste strutture non furono praticamente mai al centro dell’azione durante la Seconda Guerra Mondiale. La maggior parte fu abbandonata nel corso degli Anni Cinquanta ed è oggi in disuso e in rovina, ad eccezion fatta di qualche ambiente recuperato a fini espositivi e museali.

 

Categorie
Appennini Emilia Romagna escursioni lago montagna Notizie trekking vacanza natura vacanze avventura Viaggi

I laghi dell’Emilia: un’idea per vacanze ed escursioni tra panorami mozzafiato

In Emilia, la Terra dello Slow Mix tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, le cime dell’Appennino Tosco – Emiliano svelano gioielli acquatici incastonati tra paesaggi mozzafiato ad alta quota, spesso nei pressi di bellissimi rifugi di montagna, dove non serve assolutamente l’aria condizionata e le giornate trascorrono piacevoli tra passeggiate nelle foreste, itinerari e trekking spettacolari, circhi glaciali, torbiere, praterie e meravigliosi laghi.

Ecco allora qualche stuzzicante e rigenerante idea su dove andare per chi resta in città durante l’estate o per rendere più dolce il rientro dalle vacanze.

Lago Calamone, un brillante gioiello

Per cominciare, il giusto refrigerio è assicurato a oltre 1300 metri di altitudine, ai piedi del Monte Ventasso, dove il Lago Calamone brilla nella regione di Ventasso Laghi, molto apprezzata dagli amanti del trekking che qui scoprono i magnifici sentieri dell’Appennino Reggiano e possono ammirare i cavalli pascolare in libertà.

Nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e all’interno della Riserva MaB Unesco, nota per la sua ricca biodiversità, lo specchio lacustre incanta con il suo fascino indiscusso e l’ambiente montano dove spiccano rarità botaniche oltre a una varietà di alberi tra cui faggi secolari, querce, castagni, abeti bianchi, tigli e aceri.

E per rigenerare il palato, sulle rive del lago, il Rifugio Venusta è il luogo ideale per assaporare specialità locali, a base di ricette tramandate da generazioni, godendosi un paesaggio straordinario.

Tutto il fascino dei laghi cerretani

Paesaggi montuosi da togliere il fiato, ma dove il respiro si riempie dei profumi e delle essenze dell’Appennino e il caldo è un lontano ricordo, si svelano al Lago del Cerreto, di origine glaciale. È
all’interno di un’importante stazione turistica dell’Appennino Reggiano, densa di ristoranti e alberghi e meta di escursioni in mountain bike ed e-bike, ma anche di trekking e camminate.

Il sistema dei laghi cerretani è composto da altri tre bellissimi specchi d’acqua raggiungibili da facili sentieri: il Lago Gore, il Lago Scuro e il Lago Pranda, il più grande ed evocativo da un punto di vista paesaggistico.

Per una pausa lungo gli itinerari ci si può fermare in una delle aree attrezzate per un picnic oppure organizzare una gustosa grigliata in famiglia o con gli amici approfittando delle zone barbecue attorno al lago, fruibili gratuitamente. Ai Laghi Cerretani è anche possibile dedicarsi alla pesca sportiva, in particolare alla trota e luccio. Attorno al Lago Pranda si trovano ampie piazzole che permettono di pescare in tutta comodità.

Gli amanti delle escursioni possono invece raggiungere i Prati di Sara, il Lago del Caricatore, il Lago del Capriolo e il Lago della Bargetana, che si trova nella conca del Monte Prado e offre una vista imperdibile sul Monte Cusna. Da qui si può arrivare all’Alta Via dei Parchi: un emozionante percorso di 500 chilometri che si snoda tra Emilia-Romagna, Toscana e Marche.

Il paradiso del Parco dei Cento Laghi

Lagdei (PR)

Fonte: Credit Rifugio Lagdei – Foto di Massimo Calzamiglia

Rifugio Lagdei (PR)

Nel Parmense il fresco non manca al Parco dei Cento Laghi, un vero paradiso per gli appassionati di trekking e paesaggi lacustri, ma anche di bicicletta. La nuova Cento Laghi Bike è un percorso cicloturistico entusiasmante, che inizia a Lagdei, nel comune di Corniglio, e arriva a Prato Spilla, nel comune di Monchio delle Corti, scovando laghi molto suggestivi, di cui circa 20 di origine glaciale.

Dal grande Lago Santo, il più vasto lago glaciale dell’Appennino Tosco-Emiliano al pittoresco Lago del Bicchiere, dalle vaste aree dei Lagoni ai tranquilli riflessi dei Laghi del Sillara, dal Lago Ballano al Lago Verde e molti altri, l’area protetta offre una varietà di gemme naturali, con piccoli insediamenti, borghi arroccati, pascoli, boschi e una notevole biodiversità floreale, tutti attraversati dal percorso dell’Alta Via dei Parchi.

Il cammino può iniziare da Prato Spilla, un punto focale per il trekking, e proseguire verso il Lago Ballano e il Lago Verde lungo il sentiero CAI, fino a raggiungere il piccolo Lago Frasconi, ombreggiato da una faggeta fiabesca.

Una seconda tappa può essere Monchio delle Corti, lungo il Percorso delle Frazioni, che si dirama in due direzioni: la blu, dedicata al tema dell’acqua e dell’energia, esplorando l’uso delle risorse idriche nelle vallate dei torrenti Cedra ed Enza; e la verde, che si concentra sull’ambiente, la cultura locale e l’architettura rurale, alla scoperta di borghi montani e tradizioni autentiche.

In zona vi sono poi rifugi in cui è possibile dormire e gustare specialità enogastronomiche, come il Rifugio Lagdei, situato nella piana omonima a 1250 metri di altitudine, nell’abbraccio di boschi di faggi e conifere, da cui partono numerosi sentieri ed escursioni guidate per trekking, equitazione e mountain bike. Per i più pigri, una comoda seggiovia porta direttamente da Lagdei al Lago Santo.

L’esperienza unica del Sentiero del Tidone

 Lago Bino, Piacenza

Fonte: Visit Emilia – Foto efeftrefotostudio

Il Lago Bino, Piacenza

Infine, sui Colli Piacentini, il Sentiero del Tidone regala un’esperienza indimenticabile tra ciclismo, trekking ed equitazione lungo 69 chilometri di percorso. Qui, a partire dalla sua foce nel Grande fiume Po, il torrente Tidone è protagonista e conduce alla Diga del Molato, una struttura imponente (la parte esterna è aperta al pubblico e visitabile), che ha creato il Lago di Trebecco, un bacino artificiale lungo chilometri inserito in un paesaggio di rara bellezza.

L’Alta Val Nure, il cuore verde della provincia di Piacenza, è un vero e proprio comprensorio outdoor con oltre 560 chilometri di sentieri che si snodano in un ambiente naturale unico tra i comuni di Ponte dell’Olio, Bettola, Farini e Ferriere. Qui fanno bella mostra di sé alcuni suggestivi laghi di origine glaciale, gioielli dell’Appennino Piacentino e tra le mete escursionistiche più popolari.

Un panoramico sentiero conduce al Lago Nero, un’oasi glaciale circondata da una verde valle. Un altro sentiero rivela il piccolo e pittoresco Lago Moo, ormai quasi interamente coperto dalla vegetazione, e il Lago Bino, un’eccezionale creazione della natura che in estate lo decora con ninfee gialle, per terminare a Prato Grande, vasto piano erboso anch’esso un tempo lago.

Spostandosi in Val d’Arda sentieri panoramici circondano il Lago di Mignano, creato artificialmente dall’omonima diga per la produzione di energia idroelettrica a Vernasca: svariate le aree pic-nic e i percorsi per passeggiare, come quello che lo costeggia fino alla strada provinciale che da Case Bonini sale a Gazzola e Monastero di Morfasso.

Categorie
lago Lago Di Como Notizie trekking vacanza natura vacanze avventura Viaggi viaggiare

Il New York Times consiglia i monti del Lago di Como e del Lecchese

Per i turisti americani, viaggiare in Italia durante i mesi estivi è come un rito di passaggio e ci sono alcune mete che non mancano mai nei loro itinerari. Una di queste è sicuramente il Lago di Como, una destinazione amata soprattutto dalle celebrità holliwoodiane del calibro di George Clooney. Non tutti, ovviamente, hanno lo stesso budget e, come viaggiatori coscienziosi, sono sempre alla ricerca di una strada diversa per fare esperienza di un luogo famoso che chiunque, almeno una volta nella vita, vuole vedere.

Ecco che il New York Times viene incontro a questa tipologia di viaggiatori consigliando una realtà del Lago di Como e del Lecchese meno conosciuta, almeno tra gli stranieri: i suoi monti, in particolare i piani d’Erna, Canzo e Brunate. Si tratta di scenari unici dove trascorrere giornate all’insegna della natura e dei trekking, con sentieri adatti a tutte le età e livello di preparazione.

L’anima montana del Lago di Como

Come ha evidenziato anche il NYT all’interno del suo articolo, è possibile fare esperienza del Lago di Como senza neanche utilizzare l’auto perché il territorio ha messo a disposizione diverse soluzioni per permettere ai turisti di scoprire quest’area in modo facile e semplice. Il lago, infatti, è ricco di funicolari e funivie pensate per raggiungere sia punti panoramici spettacolari, come Brunate e il suo Faro Voltiano, sia percorsi di trekking tra boschi rigogliosi e prati alpini, come il Sentiero Spirito del Bosco.

Non mancano anche i consigli gastronomici: nell’articolo viene dato spazio a realtà autentiche dove il fatto in casa offre esperienze culinarie uniche, tra agriturismi e rifugi.

Il Lago di Como dall’alto: le esperienze da non perdere

Sono diverse le esperienze da vivere ai piani alti del Lago di Como per godersi il panorama e per trascorrere giornate a contatto con la natura, adatte sia ai camminatori più esperti che alle famiglie con bambini.

Il Sentiero Spirito del Bosco

Un sentiero e laboratorio che stimola l’immaginazione e la meraviglia di chi lo percorre. Il Sentiero Spirito del Bosco è un’opportunità unica per trascorrere un’oretta in famiglia: partendo dal Primo Alpe, a un’altitudine di 725 metri, arriverete al Terzo Alpe a 800 metri, scoprendo di passo in passo tante sculture curiose. La particolarità del percorso, infatti, risiede proprio nella presenza di opere in legno che raffigurano gli abitanti della foresta – spiriti del bosco, appunto – come elfi e gnomi.

Brunate, il balcone delle Alpi

A dominare sul Lago di Como c’è il borgo di Brunate, conosciuto anche come il ‘balcone delle Alpi’ grazie alla sua posizione privilegiata che offre scorci panoramici unici. Qui potete perdervi tra le stradine cittadine e ammirare diverse ville in stile eclettico e liberty, oltre che visitare alcune attrazioni come il Faro Voltiano. Non mancano sentieri escursionistici da percorrere a piedi, come quello che raggiunge il Monte Boletto e la vetta del Monte Bolettone, o in sella alla propria bici o e-bike.

Brunate può essere raggiunto comodamente con la storica funicolare che, in circa 6-7 minuti partendo da viale Geno, raggiunge in linea retta la sommità della collina, oppure a piedi. Sono presenti diverse opportunità di risalita percorribili in una o due ore come la Via delle Scalette o il Sentiero per Brunate.

Vista Lago di Como Brunate

Fonte: iStock

Vista del Lago di Como da un punto panoramico di Brunate

Escursione ai Piani d’Erna

Una delle località montane più suggestive della zona è sicuramente rappresentata dai Piani d’Erna, la terrazza naturale affacciata su Lecco e sul Lago di Como. Anche questa meta è facilmente raggiungibile con la funivia e rappresenta il luogo perfetto per una classica gita fuori porta da fare in ogni stagione: in estate per sfuggire al caldo e in inverno per godere della neve a bassa quota.

Qui, gli appassionati di trekking troveranno tanti itinerari adatti a tutti i livelli di allenamento, oltre che rifugi dove assaggiare le specialità tipiche.

Categorie
Idee di Viaggio litorali mare Sardegna vacanza natura Viaggi

Cala Pira, un piccolo angolo di paradiso in Sardegna

Tra le perle della Sardegna, la costa sud-orientale dell’isola cela un angolo di paradiso che incanta con la sua bellezza mozzafiato. È Cala Pira, una piccola baia nel territorio di Castiadas che brilla come una gemma preziosa per la sua sabbia impalpabile e bianchissima che, illuminata dai raggi del sole, si tinge di delicate sfumature rosa, grazie alla presenza di minuscoli frammenti corallini.

Situata tra Villasimius e Costa Rei la baia si estende per circa 400 metri, abbracciata da soffici dune coperte di ginepri secolari, che conferiscono all’area un aspetto selvaggio e incontaminato. Il mare, con le sue acque turchesi e sfumature verde smeraldo, è un invito irresistibile a immergersi nella natura più autentica della Sardegna.

Meravigliosa scenografia naturale

Cala Pira non è solo una meraviglia naturale, ma anche un luogo ricco di storia. Sul piccolo promontorio a nord della spiaggia, noto come la Roccia del Cappuccino, sorge una torre d’avvistamento cinquecentesca in granito. Un tempo fondamentale per la difesa della costa dagli attacchi dei nemici, offre oggi ai visitatori una vista spettacolare sulla baia e sull’isola di Serpentara all’orizzonte. Dalla terrazza della torre, è possibile scorgere la Torre di San Luigi sull’isola di Serpentara, aggiungendo un tocco di fascino storico a un paesaggio già di per sé straordinario.

Alle spalle di Cala Pira si ergono le cime del Parco dei Sette Fratelli, creando una scenografia naturale che rende questa baia una meta quanto mai suggestiva. La conformazione della baia, che protegge le acque dalle correnti, rende il mare di Cala Pira quasi sempre calmo, con un fondale che degrada dolcemente, ideale per le famiglie con bambini. La spiaggia è anche un punto di approdo e ormeggio sicuro per le imbarcazioni da diporto, rendendo Cala Pira una scelta eccellente per chi desidera esplorare la costa via mare.

Nonostante la sua popolarità, soprattutto nei mesi estivi, Cala Pira conserva un’atmosfera intima e rilassata, particolarmente apprezzabile nei mesi di maggio, giugno, settembre e ottobre, quando la folla si dirada e la bellezza del luogo può essere goduta in tutta la sua pienezza.

La stupenda costa di Castiadas

Cala Pira è solo l’inizio di un viaggio lungo i tredici chilometri di costa di Castiadas, un litorale che offre una varietà di scenari spettacolari, con spiagge bianchissime e acque cristalline. A nord di Cala Pira si trovano altre perle della costa sarda, come Cala Sinzias, una distesa di sabbia soffice che si immerge in un mare segnalato da Legambiente tra i più limpidi dell’isola. Mentre alle spalle della spiaggia, una rigogliosa vegetazione di ginepri, lentischi, olivastri, pini ed eucalipti crea un contrasto cromatico unico.

Proseguendo verso nord, si incontra la Marina di San Pietro, tre chilometri di sabbia fine dai riflessi dorati, perfetta per lo snorkeling e le immersioni. Ancora oltre si svela la splendida Cala di Monte Turno, una deliziosa baia caratterizzata dal contrasto tra l’azzurro dell’acqua, il verde della vegetazione e il nero delle rocce vulcaniche che la circondano. Amata dagli appassionati di windsurf e kitesurf, offre uno spettacolo naturale indimenticabile.

La costa di Castiadas è un continuo alternarsi di spiagge paradisiache e oasi naturalistiche nel sud-est della Sardegna dove sono ancora vive le tradizioni locali, da scoprire attraverso l’esposizione del Museo del Territorio ambientato nell’ex colonia penale di Castiadas.

Come arrivare a Cala Pira

Da Cagliari percorrere la SS 125 fino al bivio Castiadas-Costa Rei, quindi seguire la strada provinciale 18 fino a una strada sterrata che conduce al parcheggio in prossimità della spiaggia.

Categorie
Basilicata Idee di Viaggio itinerari culturali mare Policoro spiagge vacanza natura Viaggi

Basilicata, alla scoperta delle spiagge di Policoro e del Metapontino

Spiagge paradisiache dai fondali bassi e un mare turchese che non ha nulla da invidiare alle lontane oasi tropicali. Sono quelle che caratterizzano un tratto di costa della Basilicata che, affacciata allo Ionio, comprende le località di Policoro e del Metapontino, fino a raggiungere le spiagge che confinano con la Calabria.

In un viaggio tra l’entroterra Lucano tutt’oggi incontaminato e quelle località di mare che più volte, negli anni, sono state premiate con la rinomata Bandiera Blu, non resta che lasciarsi conquistare totalmente dalla bellezza di questi luoghi fatti di storia, di natura, di una bellezza rara e selvaggia. Nel territorio che un tempo fu abitato dagli antichi greci, che qui costruirono templi e necropoli, scopriamo tutte le più belle spiagge dell’area che va dall’area del Metapontino fino a Nova Siri, un nome che riporta alle origini del territorio appartenuto alla Siritide.

Le spiagge più belle di Policoro

Più volte riconfermata Bandiera Blu, la località di Policoro, comune della provincia di Matera, ha uno splendido lungomare che introduce spiagge ampie e ben curate. La principale è il Lido di Policoro: qui, tratti liberi si alternano agli stabilimenti balneari, dinnanzi ad un mare limpido che digrada dolcemente verso il largo. La lunga distesa di sabbia bianca e finissima, compresa tra le foci dell’Agri e del Sinni, è abbracciata da suggestive dune e da una verdeggiante macchia mediterranea.

Confinante con l’oasi WWF Policoro Herakleia, il Lido non è l’unica spiaggia della città. Una visita la merita anche la Spiaggia del Bosco Pantano di Policoro, chiamata così per il bosco con cui confina. Sito di Importanza Comunitaria per il suo valore naturalistico, scientifico e paesaggistico, qui il mare è talmente pulito che persino le tartarughe Caretta Caretta lo scelgono per riprodursi.

Spiaggia di Policoro, in Basilicata

Fonte: iStock

Spiaggia di Policoro

Bernalda e il Lido di Metaponto

La Basilicata ha collezionato altre Bandiere Blu grazie alla località di Bernalda, resa famosa dal regista Francis Ford Coppola, che spesso torna qui in omaggio alle origini dei nonni paterni. È qui, in questo piccolo borgo posto su di un altopiano scosceso verso il mare e capace di regalare una vista straordinaria, che si è sposata nel 2011 la figlia di Francis, Sofia Coppola, con Thomas Mars.

Proprio sotto al comune di Bernalda, distante circa 15 chilometri dal mare, si trova una delle spiagge più belle della Basilicata: il Lido di Metaponto. Un’estesa lingua di sabbia dorata che offre sia zone completamente libere, sia aree attrezzate adatte a tutta la famiglia, oltre a un fondale basso e un’acqua cristallina dalle sfumature turchesi.

Spiaggia di Metaponto, in Basilicata

Fonte: iStock

Spiaggia di Metaponto

Marina di Pisticci e il Porto degli Argonauti

Poco distante dal Lido di Metaponto spicca un’altra area naturalistica di grande valore e bellezza unica: Marina di Pisticci e il Porto degli Argonauti. Anche qui, a Marina di Pisticci, una distesa di sabbia candida e fine si allunga per 7 km e ospita sia aree libere che lidi attrezzati che offrono tutti i comfort. Le principali località balneari che si susseguono in questo tratto di costa ionica sono: Lido San Basilio, Lido La Spiaggetta, Lido 48 e Lido Macchia.

Poco più a Nord sorge il Porto degli Argonauti, una zona moderna con l’omonimo resort che sembra a tutti gli effetti un borgo raccolto attorno ad una piazza. Tutt’attorno, la natura più selvaggia e incontrastata, con un’infinità di piante e arbusti della profumata macchia mediterranea e una spiaggia Bandiera Blu tra le più belle della Basilicata e d’Italia.

La spiaggia di Marina di Nova Siri

Il tratto di costa ionica della Basilicata non smette di stupire, partendo da Metaponto fino a raggiungere il borgo Nova Siri, poco più a Sud e quasi al confine con la Calabria. In particolare, è Marina di Nova Siri a conquistare gli amanti del mare calmo dalle sfumature celesti. Più volte Bandiera Blu, la spiaggia dorata vicina a Torre Bollita è una delle preferite dai turisti. Alle sue spalle si espandono fitte pinete e un paesaggio incontaminato tutto da contemplare.

Spiaggia Marina di Nova Siri, in Basilicata

Fonte: iStock

Spiaggia Marina di Nova Siri
Categorie
Favignana Idee di Viaggio Isole Egadi itinerari culturali litorali mare vacanza natura Viaggi

Cala Rossa, la spiaggia più bella dell’Isola di Favignana

Favignana è la più grande delle isole Egadi, una delle destinazioni più affascinanti d’Italia e dell’intero Mar Mediterraneo. Si tratta di un piccolo angolo di paradiso al largo delle coste trapanesi, dove i visitatori possono godere di un mare cristallino, fra natura e storia. Tra le sue meraviglie da visitare si può senza ombra di dubbio considerare Cala Rossa.

Cala Rossa è la spiaggia più iconica e fotografata dell’intera isola, tanto da essere spesso considerata fra le più belle d’Italia.

L’isola di Favignana nel cuore del Mediterraneo

L’isola di Favignana forma l’arcipelago delle Egadi insieme alle isole di Levanzo e Marettimo. È la più grande fra le tre ed è caratterizzata da una forma che ricorda quella di una farfalla adagiata sul mare. Qui è possibile trovare delle cave di tufo e coste bellissime, che creano un contrasto affascinante con il mare turchese che circonda l’isola.

La storia di Favignana è molto legata alla sua posizione nel Mediterraneo. Sono presenti, infatti, diverse tracce che vanno dal periodo del Paleolitico fino alle famose tonnare, costruzioni tradizionali importanti per la pesca del tonno. Oggi Favignana è una meta turistica importante, l’ideale per chi desidera immergersi in un paesaggio naturale mozzafiato e nelle tradizioni locali.

Cala Rossa, una meraviglia naturale

Sono numerose le bellezze naturali di Favignana e fra queste, come già accennato in precedenza, c’è la spiaggia di Cala Rossa. Una spiaggia bellissima che è stata eletta più volte fra le località più belle di tutto il nostro Paese.

Oltre alla sua bellezza, a rendere speciale Cala Rossa c’è altro. A partire dalla sua conformazione geografica: quest’isola è incastonata tra le scogliere di tufo ed offre un panorama mozzafiato sul mare così limpido, creando un incredibile contrasto degno di uno scatto altrettanto affascinante.

C’è poi la sua storia, che ha dato vita anche al nome Cala Rossa. Si narra, infatti, che il nome deriva da un episodio storico avvenuto durante l’antica Prima Guerra Punica. In questa baia, infatti, si sarebbe svolta una sanguinosa battaglia navale tra l’esercito romano e quello cartaginese, in seguito al quale leggenda narra che il mare si tinse addirittura di rosso per il sangue dei caduti. Uno storia che dona un certo fascino e mistero alla spiaggia di Cala Rossa.

Come raggiungere la spiaggia di Cala Rossa

Una volta arrivati a Favignana, isola accessibile solo via mare da Trapani, i visitatori verranno ammaliati dalla bellezza unica dell’isola. A partire proprio dal centro abitato, dal porto e dal colore delle sue acque in contrasto con le piccole barche di pescatori colorate.

Sull’isola di Favignana si respira un’aria rilassante e ciò lo dimostra anche il fatto che è possibile esplorare l’isola anche in bicicletta, rispettando un ritmo lento di vita, che aiuterà sicuramente ogni visitatore a vivere a pieno l’esperienza in terra siciliana.

Molti visitatori, proprio per questo, scelgono di noleggiare una bici per spostarsi da una spiaggia all’altra, godendo del paesaggio e fermandosi nei punti panoramici per scattare foto mozzafiato, proprio come la spiaggia di Cala Rossa.

Raggiungere questa località è una vera e propria esperienza. Infatti, dopo aver superato il centro abitato di Favignana, bisogna dirigersi verso la parte settentrionale dell’isola, lungo una strada che ad un certo punto diventa sterrata. Una volta arrivati qui, per raggiungere Cala Rossa è necessaria una camminata di circa 10 minuti, che condurrà ad un’incantevole caletta, per una vista che ripagherà ogni sforzo.

Una modalità alternativa per raggiungere Cala Rossa è sicuramente via mare. Molti visitatori, infatti, scelgono di raggiungere Cala Rossa noleggiando una barca o partecipando ad escursioni guidate per esplorare la costa di Favignana. Arrivare su questa favolosa spiaggia in barca vuol dire godere di una vista unica sulla baia, ammirando le diverse baie e spiagge da un’angolazione assolutamente privilegiata.

Vista della spiaggia di Cala Rossa a Favignana, con mare cristallino e barche a vela sullo sfondo

Fonte: iStock

Spiaggia di Cala Rossa a Favignana

Cosa fare a Favignana?

Oltre alla spiaggia di Cala Rossa, sull’isola sono imperdibili anche Cala Azzurra, un’altra splendida spiaggia famosa per il colore del mare che ne bagna la sabbia, e Lido Burrone, una delle poche spiagge sabbiose presenti sull’isola di Favignana.

Per chi ama le escursioni e le camminate, invece, non può mancare una visita al castello di Santa Caterina. Si trova sulla cima del monte omonimo, che è anche il punto più alto dell’isola, e dal quale si può godere di una vista spettacolare sul mare e le isole circostanti. La salita può essere faticosa, ma allo stesso tempo darà soddisfazioni uniche una volta raggiunta la vetta.

La tradizionale pesca del tonno e le prelibatezze di Favignana

L’isola di Favignana è famosa non solo per le sue bellissime spiagge e le sue suggestive cave di tufo, ma anche per la tonnara, un’antica tradizione di pesca del tonno che ha origini antiche, addirittura nel periodo arabo-normanno.

La tonnara di Favignana è una delle più importanti nella storia dell’interno Mar Mediterraneo e ancora oggi il tonno rimane un elemento importante per la tradizione culinaria dell’isola.

Quindi, cosa c’è di meglio di una giornata trascorsa a Cala Rossa se non assaporando uno dei piatti tipici a base di tonno?

Tra le specialità locali spiccano sicuramente piatti tipici come: la ventresca, una parte particolarmente pregiata del tonno, la bottarga, uova di tonno essiccate, il mosciame, filetti di tonno essiccato, ma anche il lattume, che sono le gonadi del tonno, e la sosizzella, una salsiccia di tonno deliziosa. Questi sono piatti che rappresentano un vero e proprio tributo alla tradizione marinara dell’isola di Favignana e il cui assaggio deve rientrare assolutamente nell’itinerario alla scoperta del territorio e della sua cultura.

La spiaggia di Cala Rossa e l’isola di Favignana rappresentano una destinazione imperdibile per chi è alla ricerca di un’esperienza autentica e rigenerante, lontani dal caos cittadino. Un’avventura tra mare, storia e gastronomia, dalle spettacolari spiagge, passando per le prelibatezze a base di tonno, in grado di raccontare le tradizioni siciliane dell’isola di Favignana.

Si tratta di una destinazione adatta a tutti i tipi di visitatori. Insomma, non resta altro che preparare le valige e raggiungere questa fantastica isola siciliana e godere della bellissima spiaggia di Cala Rossa, un gioiello nascosto del Mar Mediterraneo.

Cava di tufo presente sull'isola di Favignana, in Sicilia, che si affaccia sul mare

Fonte: iStock

Cava di tufo tipica dell’isola di Favignana
Categorie
camping Europa Francia Idee di Viaggio spiagge vacanza natura Viaggi

Il paradiso dei nudisti in Francia

La Francia, con i suoi oltre 150 campeggi e 70 spiagge dedicate alla pratica del naturismo, è il paese più famoso per questa tipologia di turismo. Cap d’Adge è sicuramente la meta più ambita perché è qui che si trova il più grande villaggio naturista d’Europa: si tratta di un campeggio recintato che appare come una cittadina vera e propria dove ci sono sia appartamenti, hotel e villette che tutti i servizi necessari per i suoi residenti come ristoranti, bar, locali notturni e negozi.

Qui tutti praticano il naturismo e vige una sola regola: vietato vietare. Negli ultimi anni, alla filosofia naturista si è aggiunta anche una particolare libertà sessuale che l’ha reso un luogo descritto come ‘bizzarro’ ed ‘eccessivo’. Se Cap d’Adge è troppo per voi, c’è un’altra destinazione considerata come un piccolo paradiso per chi vuole praticare naturismo in Francia: Montalivet. Anche qui troverete campeggi, ristoranti, locali, supermercati e spiagge in cui muoversi e stare a proprio agio con altri naturisti, ma in scala più piccola e meno trasgressiva.

Il naturismo in Francia

Partiamo dalle basi: il movimento naturista promuove la nudità a contatto con la natura, beneficiando dei vantaggi della pratica sulla salute e sul benessere generale delle persone. Per il naturista “puro”, il corpo nudo non ha niente a che vedere con la sessualità e la nudità in pubblico non è vista come erotica o indecente. Questo movimento si formò alla fine dell’Ottocento in diverse parti d’Europa come la Germania e il Regno Unito, per poi ottenere un grande successo soprattutto in Francia.

Nel 1931, per esempio, due medici fondarono sull’isola Le Levant il primo villaggio in Europa dedicato alla pratica del naturismo, con tanto di scuola e stazione di polizia. Non c’è da stupirsi, quindi, se la Francia continua a primeggiare: ancora oggi sono presenti tante strutture ben organizzate e un numero sempre più alto di turisti che le utilizzano (secondo i dati raccolti dalla Federazione francese del naturismo, sarebbero 4 milioni di persone che lo praticano regolarmente, di cui la metà straniere).

Montalivet, meta per naturisti e non solo

Montalivet non è un villaggio totalmente votato al naturismo, ma una destinazione molto amata per chi desidera semplicemente praticarlo in totale tranquillità all’interno di luoghi che hanno contribuito a scrivere la storia del movimento. Qui, infatti, è nato negli anni ’50 uno dei centri più importanti d’Europa, il Centre Helio Marin, il primo villaggio familiare nel suo genere che al tempo ha ospitato anche la fondazione della Federazione Naturista Internazionale, oggi con sede a Bonn.

Il comune di Montalivet è situato nella Regione del Medoc (in Aquitania) e significa letteralmente terra di mezzo, in quanto sorge proprio tra l’oceano Atlantico e l’estuario della Gironde (Golfo di Biscaglia), al centro di un’eccezionale riserva ambientale. Situato a soli 80 chilometri da Bordeaux, possiede 12 chilometri di spiagge sulla Costa d’Argento, 6 mila ettari di foresta, 40 chilometri di sentieri da percorrere a piedi e una trentina di chilometri di piste ciclabili.

Un vero paradiso per sportivi e famiglie con un ricco e colorato mercato, sempre aperto in tutte le stagioni, campeggi, hotel e villaggi vacanza per tutte le tasche. Le spiagge sono particolarmente apprezzate da chi pratica carro a vela, disciplina ancora poco conosciuta in Italia, oltre che per tanti altri sport acquatici. Fondata lungo una strada romana, ha origini ben più antiche: il suo stesso nome nasce dalla contrazione di due parole galliche vindos e ialo, ossia radura bianca, mentre Montalivet le arriva dal nome del conte che qui soggiornava nelle estati del 1700.

Mentre in Italia sono ancora poche le spiagge consentite (quelle ufficiali sono una ventina), in Francia vedere vacanzieri nudi che chiacchierano al bar o scelgono le riviste in edicola, nonni che passeggiano mentre i bambini sfrecciano con le loro biciclette è del tutto normale.

Mercato Montalivet

Fonte: iStock

Negozi lungo la strada principale di Montalivet
Categorie
Consigli itinerari culturali mare Parchi Nazionali Sardegna vacanza natura Viaggi

Come arrivare e cosa vedere sull’Isola dell’Asinara

Un gioiello nascosto nel nord della Sardegna, dove trovare un mix perfetto tra natura incontaminata e storia. Ecco, questa è l’isola dell’Asinara. Si tratta di un paradiso naturale, che fa parte del territorio di Porto Torres ed è conosciuto non solo per i suoi paesaggi spettacolari e le acque cristalline che lo circondano, ma anche per la sua particolare storia.

L’Asinara, infatti, ha una storia affascinante, che ha visto passare quest’isola dall’essere un lazzaretto all’essere un carcere di massima sicurezza, motivo per il quale venne chiuso al pubblico per 112 anni. Nel 1997 è stata riconosciuta come Parco nazionale e area marina protetta ed aperta al pubblico solo sotto specifiche condizioni, così da preservare la sua bellezza naturale. Ad esempio, non possono essere introdotti animali, prelevare elementi storici o naturali, come le conchiglie, e utilizzare droni senza autorizzazione dell’ente regolatore.

Come arrivare sull’isola dell’Asinara

È possibile raggiungere l’isola dell’Asinara solo via mare e sono presenti due tratte principali per raggiungere questo fantastico paradiso naturale. Una di queste è coperta dal traghetto da Porto Torres, da dove partono viaggi regolari per l’isola e con arrivo a Cala Reale. La traversata dura circa un’ora e mezza e durante l’alta stagione è possibile scegliere fra due corse giornaliere, mentre durante l’anno sono presenti tre corse a settimana.

L’altra tratta è quella che parte da Stintino, che si trova sulla costa nord della Sardegna e da dove diverse compagnie offrono la possibilità di raggiungere l’isola dell’Asinara in circa un’ora. Soprattutto in estate, presso queste compagnie private è possibile scegliere tra diverse tratte. Da qui è possibile anche prenotare un taxi boat, un servizio personalizzato che offre maggiore flessibilità, ma ad un costo più elevato rispetto ai traghetti tradizionali.

È anche possibile raggiungere l’Asinara con la propria barca a vela, anche se in questo caso è necessario rispettare le regole imposte per la salvaguardia dell’area marina protetta, ormeggiando solo negli spazi autorizzati a Fornelli, Cala Reale e Cala d’Oliva,  mantenendosi al di fuori della riserva marina segnalata. Una volta ormeggiati è possibile raggiungere la terra ferma per visitare l’Isola con un tender. È un’opzione che consente di vivere un’esperienza esclusiva e la possibilità di esplorare l’isola in totale libertà.

Negli ultimi anni, inoltre, non è raro vedere gente che raggiunge l’Asinara dalla spiaggia della Pelosa utilizzando una canoa. La distanza non è eccessiva ed è possibile attraversando lo stretto di Fornelli, considerato uno dei tratti di mare più suggestivi al mondo, grazie alle sue acque limpide.

Per chi, invece, preferisce un’esperienza organizzata ed approfondita, esistono diverse escursioni guidate verso l’isola dell’Asinara che partono sia dalla cittadina di Porto Torres, che da Stintino. In questi tour è compreso il trasporto andata e ritorno, le visite guidate ai diversi punti di interesse storico e naturale presenti sull’isola ed altre attività, come lo snorkeling e brevi trekking.

Cosa vedere sull’isola dell’Asinara?

Una volta arrivati sulla splendida isola dell’Asinara si rimane ammaliati dalla bellezza naturale del posto e delle acque che lo circondano, ma anche dei luoghi ricchi di storia che la caratterizzano.

Cala Reale, ad esempio, è il porto principale dell’isola, nonché punto di partenza di diverse escursioni alla scoperta dell’Asinara. Qui è possibile visitare diversi edifici storici, come il Palazzo Reale, che un tempo apparteneva ai Savoia e che ora è la sede del Parco nazionale dell’Asinara.

C’è poi Cala d’Oliva, un piccolo borgo dove è possibile trovare diversi servizi, come un ristorante e bar, un ostello, che un tempo ospitava il personale di sicurezza del carcere dell’isola, ed un servizio di noleggio di bici elettriche. Questo piccolo centro è diventato molto famoso soprattutto per essere stato il centro operativo della ormai ex-colonia penale dell’Asinara.
Nei dintorni del borgo di Cala d’Oliva si trovano diverse calette fra le più belle dell’isola, come Cala dei Detenuti, Sa Murighessa, Cala Giordano e Punta Sabina

Infine, Fornelli, una delle aree più affascinanti dell’Asinara e dove era situato l’ex penitenziario di massima sicurezza, struttura che non è più visitabile dal 2016. Qui è possibile visitare i dintorni ed ammirare i resti del Castellaccio, ovvero una rocca medievale che domina la zona, e che è raggiungibile da un bellissimo e suggestivo sentiero dal quale poter ammirare panorami spettacolari sul mare circostante.

Vista di Cala d'Oliva, piccolo borgo dell'isola dell'Asinara, con case bianche sullo sfondo e mare turchese

Fonte: iStock

Borgo di Cala d’Oliva, isola dell’Asinara

Le spiagge dell’Asinara

Le spiagge dell’Asinara sono tra le più belle spiagge della Sardegna e dell’intero Mar Mediterraneo. Cala Sabina, ad esempio, è una delle più famose grazie al contrasto spettacolare tra la sua sabbia bianca e le acque turchesi che la bagnano. Un’altra spiaggia imperdibile è sicuramente Cala d’Arena, che è accessibile solo con visite guidate e che è in grado di regalare paesaggi unici. L’isola è ricca di calette uniche, in grado di offrire ai propri visitatori un’esperienza indimenticabile, lontano dal turismo di massa e dove è possibile rilassarsi e godere della natura dell’isola in totale tranquillità.

L’area marina protetta

Le acque cristalline che circondano l’isola dell’Asinara rappresentano il luogo ideale per numerose specie di pesci, coralli ed altri organismi viventi marini che abitano il Mediterraneo. Grazie alla loro particolarità, le aree che fanno parte di questo grande ecosistema sono la destinazione perfetta per chi ama gli sport acquatici, come lo snorkeling e le immersioni subacquee.

In quest’ultimo caso, soprattutto, ci sono diverse compagnie che offrono escursioni guidate per l’esplorazione dei fondali dell’isola e diversi punti particolarmente suggestivi come, ad esempio, il relitto di una nave mercantile affondata durante la Seconda Guerra Mondiale e che oggi è popolato da una ricca vita marina.

Visitare l’isola dell’Asinara è un’esperienza in grado di lasciare il segno nel cuore e nella mente di ogni visitatore, grazie alla combinazione fra paesaggi unici ed edifici storici, che ne hanno segnato il passato. Si tratta di una destinazione imperdibile del Mar Mediterraneo, dove disconnettersi dal mondo esterno, lasciandosi affascinare dalla sua bellezza.

Per vivere al meglio un’escursione di una o più giorni sull’isola dell’Asinara è sempre consigliabile prenotare con largo anticipo non solo il trasporto, ma anche eventuali escursioni e visite guidate, oppure un posto letto nell’unico ostello presente sull’isola. In questo modo sarà possibile vivere un’esperienza di viaggio irripetibile a diretto contatto con la natura.

Categorie
Croazia Europa Idee di Viaggio isole itinerari culturali patrimonio dell'umanità spiagge vacanza natura Viaggi viaggiare

Arbe, la meravigliosa isola felice della Croazia

Vorreste scoprire un luogo incantato, dove il tempo sembra essersi fermato e la bellezza della natura regna sovrana, a pochi km dalle coste italiane? Benvenuti ad Arbe, conosciuta anche come Rab in croato, un’isola paradisiaca nel cuore dell’Adriatico, facente parte delle tante isolette degli arcipelaghi della Croazia.

Situata al largo della costa della Croazia del Nord, Arbe è un gioiello nascosto e poco noto al turismo di massa, ma capace di far innamorare chi la visita grazie al patrimonio naturalistico che possiede e alla ricca cultura del luogo: con le sue spiagge di sabbia dorata, le acque cristalline e i paesaggi straordinari, Arbe si contraddistingue per essere un’oasi di relax dove però fare anche un salto indietro nel tempo alla scoperta di un passato che risale all’epoca romana, passeggiando tra antiche chiese, palazzi medievali e stradine tortuose che si intrecciano tra loro nei centri storici delle cittadine principali.

Cosa vedere ad Arbe

Arbe, chiamata dagli antichi romani “Felix Arba”, è conosciuta dai croati come “l’isola felice”: d’altronde, questa splendida isoletta costeggiata da spiagge dorate e mare straordinariamente limpido e turchese appare proprio come un angolo di paradiso in terra dove scoprire le meraviglie di Madre Natura e non solo (non perdete l’opportunità, se passate da qui, di scoprire una delizia quale la Rapska torta, un dolce tradizionale a forma di spirale a base di mandorle e liquore al maraschino!).

Arbe ha un passato davvero millenario: la Fiera di Arbe, ad esempio, è uno degli eventi che celebra il suo glorioso e remoto passato, in estate, focalizzandosi sul periodo medievale. Ma questa ridente isola del Golfo del Quarnaro è davvero una mix esplosivo che conquista i viaggiatori con il blend unico di paesaggi mozzafiato e cultura.

Tra le cose da vedere ad Arbe sicuramente c’è il centro storico della più grande città dell’isola, l’omonima Rab: una delle caratteristiche distintive dell’isola e dei suoi borghi è la sua architettura affascinante, che vive di influenze veneziane, romaniche e gotiche. Il centro storico di Arbe, infatti, è ancora “difeso” da mura di epoca medievale ben conservate ad oggi, da raggiungere dopo essersi persi tra vicoli pittoreschi e botteghe di prodotti tipici. Situata nel centro storico, anche la Torre Civica di Arbe è una tappa da non trascurare perché offre una vista panoramica sull’isola e sul mare. Risalente al XII secolo, questa torre medievale è ancora oggi un simbolo dell’antica storia di Arbe.

Un luogo davvero incantevole

Da non perdere. inoltre, una visita ai borghi marinai dei dintorni, dove trovare spiagge davvero spettacolari: stiamo parlando di posti quali Lopar, Mundanije, Supetarska Draga, Kampor, Barbat e Banjol. Le spiagge di Arbe sono non a caso tra le più belle della Croazia, un vero paradiso per gli amanti del mare e della tintarella: tra le più famose ci sono la Spiaggia di Rajska Plaža (Paradise Beach), con la sua sabbia dorata e le acque poco profonde ideali per le famiglie, e la Baia di Kandalora, una spiaggia nudista immersa nella natura più selvaggia.

Per gli amanti del trekking nella natura, invece, è consigliabile optare per una visita al Parco Forestale Komrcar: si tratta di un imponente e fitto bosco di pini secolari che offre al viaggiatore un rifugio tranquillo e ombreggiato per passeggiate rigeneranti e picnic all’aperto.

Categorie
Gallura Idee di Viaggio litorali mare Sardegna vacanza natura Viaggi

Rena Majori, la spiaggia variopinta della Sardegna

La spiaggia di Rena Majori è uno dei segreti meglio custoditi della Sardegna. Incastonato nell’estremo nord dell’isola, lontano dai circuiti turistici più affollati, questo gioiello naturale di soffice sabbia bianca, acque cristalline e fondali ricchi di vita marina, rappresenta una delle mete più ambite della Gallura da chi cerca un angolo di vero paradiso.

Situata nel comune di Aglientu, Rena Majori fa parte del più ampio sito naturalistico di Monti Russu, e anche la vicina località di Rena Majore, che dà il nome alla spiaggia, è un piccolo angolo di pace immerso in un ambiente naturalistico di rara bellezza. Oltrepassata un’ombrosa pineta e camminando attraverso cespugli di ginepro e macchia mediterranea, il paesaggio si apre rivelando un nastro di sabbia bianca e impalpabile che si tuffa in un mare dalle sfumature mozzafiato, circondato da scogliere e rocce granitiche.

Non c’è da stupirsi che con la sua selvaggia bellezza questa spiaggia sia stata scelta come set per diversi spot pubblicitari. Impossibile non rimanere folgorati dalla meraviglia di questo mare dalle tonalità che spaziano dal celeste al blu intenso, che insinuandosi tra gli scogli crea piccole piscine naturali che sono un richiamo irresistibile per i bambini. Mentre il fondale dolcemente digradante è ideale anche per chi non è un nuotatore esperto.

Meta ideale per gli sport marini

La linea di costa è interrotta dalle foci dei torrenti Cantaru e Ciuchesa, che dividono la spiaggia in tre parti, creando un ambiente davvero suggestivo. Le scogliere brulicanti di vita marina che fiancheggiano la spiaggia e la parte centrale dell’arenile offrono scenari sottomarini affascinanti, che attirano appassionati di diving, snorkeling e in generale chi ama esplorare le meraviglie sommerse.

Una delle peculiarità di Rena Majori è la posizione rivolta verso ovest, quindi al riparo dai venti di levante, che la rende una scelta perfetta per chi cerca una spiaggia tranquilla anche nelle giornate ventose. Mentre invece, quando soffia il maestrale, la spiaggia diventa il terreno di gioco ideale per gli amanti del surf, windsurf e kitesurf, che trovano qui onde perfette per le loro acrobazie. È comunque importante prestare sempre attenzione alle condizioni del vento, che possono variare rapidamente.

Alle spalle di Rena Majori, una vasta pineta offre riparo dal vento e un’oasi d’ombra nelle giornate più calde. I più romantici non possono lasciarsi sfuggire l’occasione di fare una passeggiata lungo il bagnasciuga al tramonto, quando il cielo si tinge di colori spettacolari, creando un’atmosfera magica e rilassante. Per rendere più piacevole la giornata in spiaggia, in zona non mancano servizi per i visitatori, tra cui parcheggi, campeggi e noleggio di attrezzature balneari.

Le meraviglie nei dintorni

Rena Majori si trova a soli otto chilometri da Santa Teresa di Gallura, un’altra perla della costa sarda, famosa per la sua spiaggia Rena Bianca, una cala di 700 metri caratterizzata da sabbia soffice e bianchissima e un mare limpido dai colori brillanti. Non lontano, prima di arrivare a Rena Majori, il promontorio di Capo Testa merita una visita con lo spettacolare scenario della Valle della Luna e le strepitose spiagge di Rena di Ponente (o Taltana) e Rena di Levante. Proseguendo verso Aglientu lungo la litoranea, si incontrano altre gemme nascoste come le calette rocciose di Santa Reparata e l’affascinante spiaggia di Lu Pultiddolu.

Come raggiungere Rena Majori

In auto
Da Santa Teresa di Gallura seguire la SP90 in direzione Castelsardo, dopo il camping La Liccia si scorgono le indicazioni per il parcheggio pubblico di Rena Majori dove lasciare l’auto.

In barca
Arrivando dal mare a bordo di una piccola barca o un gommone, è possibile approdare a Rena Majori utilizzando l’apposito corridoio di lancio presente sulla spiaggia.