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Dove trovare le migliori spiagge selvagge della Costa Azzurra

Per ritrovare un po’ di tranquillità e relax non è necessario andare lontano e neanche in luoghi poco conosciuti. A volte, anche quelli più famosi riservano delle sorprese, come il sud della Francia. L’abbondanza di spiagge in questa regione dimostra come sia ancora possibile trovare degli angoli nascosti e, se da una parte la Costa Azzurra è famosa soprattutto per il suo sfarzo, l’intera zona custodisce anche meravigliose spiagge selvagge ancora tutte da scoprire.

Questa la nostra selezione dedicata alle migliori spiagge selvagge della Costa Azzurra.

Spiaggia Jean Blanc, Le Lavandou

Scoprire luoghi nuovi, di questi tempi, è quasi impossibile. Ciò non significa che non sia possibile stendersi al sole in spiagge dall’animo selvaggio come quella di Jean Blanc a Le Lavandou. L’odore dei pini e l’alternanza di rocce e sabbia bianca rappresentano lo scenario perfetto in cui rilassarsi senza che la vista venga oscurata da sdraio e ombrelloni. A completare il tutto, il mare color smeraldo. Per accedere alla spiaggia dovrete scendere degli scalini e, se avete voglia di allungare la camminata, potete percorrere il sentiero litoraneo tra Le Lavandou e Cavalière per arrivare a un’altra perla nascosta: la caletta selvaggia dell’Elefante, frequentata soprattutto da nudisti.

Spiaggia del Pellegrin, Bormes-les-Mimosas

Pur sapendo che ogni angolo della Costa Azzurra è un vero e proprio paradiso, per provare a evitare la folla potete immergervi nei colori della spiaggia di Pellegrin. Con alle spalle una rigogliosa pineta, questa spiaggia di sabbia fine è custodita all’interno di una riserva naturale (l’accesso con l’auto è a pagamento) e, oltre a offrire un’opportunità unica per rilassarsi, permette di scoprire una zona della riviera dove il vino e il cibo di qualità sono i veri protagonisti. Dopo una giornata di mare, infatti, potete visitare le aziende vinicole dei dintorni per assaporare alcuni dei migliori vini di tutta la Provenza.

Cala de L’Escalet, Ramatuelle

Se è alta stagione non sperate nella solitudine, ma durante gli altri periodi dell’anno questa è la cala perfetta dove stendere l’asciugamano in un contesto selvaggio con servizi nelle vicinanze. Stiamo parlando della cala de L’Escalet, al riparo da rocce di granito e di scisto che la proteggono da sguardi veloci, non lontana da Saint-Tropez. Questo è anche il luogo ideale per chi ama scoprire i fondali marini quindi, se prevedete di farci un salto, non dimenticate tutto il necessario per fare snorkeling.

Cala de L'Escalet Costa Azzurra

Fonte: 123RF

Cala de L’Escalet in Costa Azzurra

Spiagge nel Massiccio dell’Esterel

Roccia rossa che si tuffa nel blu del mare: un paesaggio scenografico quello offerto dalle spiagge del Massiccio dell’Esterel. Qui troverete tutta una serie di piccole insenature e anse chiamate calanques che si susseguono lungo i 40 chilometri della Corniche d’Or e offrono alcune delle ultime spiagge selvagge della Costa Azzurra. Le più belle sono sicuramente le calanques Maupas, accessibile attraverso una scalinata nascosta dalla vegetazione, la calanque Aurelle, contraddistinta da un’atmosfera intima e tranquilla, e la calanque di Maubois, riparata dal vento e ideale per gli appassionati di snorkeling.

Spiaggia di Pierres-Hautes, Isola di Santa Margherita

In questa piccola isola situata al largo di Cannes c’è una spiaggia dove è consentita la pratica del naturismo: quella di Pierres-Hautes. La zona si contraddistingue per un terreno roccioso ricoperto da una fitta vegetazione mediterranea e permette sia di rilassarsi concedendosi ore di relax che di andare in esplorazione percorrendo i diversi sentieri che conducono nell’entroterra. Inoltre c’è una curiosità per i cinefili: su quest’isola sono state girate alcune scene del film ‘La maschera di ferro’ con Leonardo di Caprio.

Spiaggia Isola Margherita

Fonte: iStock

Spiaggia sull’Isola di Santa Margherita

Spiaggia di Buse, Roquebrune-Cap-Martin

Situata nella baia di Cabbé a Roquebrune-Cap-Martin, questa spiaggetta è composta soprattutto da ciottoli e rappresenta un luogo speciale e preservato. Lontana dalla strada e dal traffico, offre acque cristalline ed è raggiungibile unicamente a piedi scendendo delle scale che partono dalla stazione. Seppur il percorso sia di soli 5 minuti, consigliamo di percorrerlo in leggerezza senza portare con voi troppe cose.

Spiaggia Mala, Cap d’Ail

Una delle spiagge più belle e meno frequentate della Costa Azzurra è Plage Mala. Nonostante la sua vicinanza a Monaco, questa spiaggia rimane relativamente tranquilla anche durante l’alta stagione grazie al suo accesso non proprio semplicissimo: per raggiungerla dovrete percorrere un sentiero impegnativo in discesa partendo da Avenue Princesse Grace. Qui sono presenti anche due ristoranti abbastanza esclusivi quindi, se non volete spendere una fortuna, consigliamo di portarvi qualcosa da mangiare.

Spiaggia Notre Dame, Porquerolles

Bagnata da acque azzurre trasparenti e incorniciata da pinete, la spiaggia di Notre Dame, situata sull’isola di Porquerolles, è considerata un piccolo paradiso tutto da scoprire. La sua posizione isolata e la distanza dal porto principale la rendono meno visibile alla maggior parte delle persone che arrivano qui in traghetto. La spiaggia è un misto di ciottoli e sabbia e i bassi fondali la rendono perfetta soprattutto per le famiglie che viaggiano con bambini piccoli.

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Una crociera speciale Windstar alle Isole Marchesi nuovo Patrimonio Unesco

Un riconoscimento prestigioso come l’inserimento nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco merita celebrazioni all’altezza della situazione. Per festeggiare questo importante traguardo recentemente raggiunto dalle Isole Marchesi, la compagnia di crociere Windstar Cruises ha lanciato una crociera speciale che salperà il 26 settembre 2024, con a bordo anche tre sindaci del meraviglioso arcipelago polinesiano.

Una seconda crociera celebrativa è inoltre programmata per il 27 marzo 2025, a dimostrazione dell’impegno della compagnia di velieri e yacht di lusso nella promozione di questo favoloso patrimonio culturale e naturale, dove è presente da oltre trent’anni con le sue navi. “Siamo onorati di ospitare i sindaci di queste incredibili isole a bordo di Star Breeze per questa celebrazione dello status di patrimonio mondiale dell’Unesco”, ha dichiarato Stijn Creupelandt, vicepresidente delle operazioni alberghiere di Windstar Cruises. “Questa designazione è una testimonianza del loro lavoro per preservare la loro cultura e il loro ambiente”.

Isole Marchesi, paradiso polinesiano

L’Unesco ha deciso di includere le Isole Marchesi nella sua prestigiosa lista non solo per il loro straordinario valore naturalistico e la ricca cultura indigena, testimonianza di un’antica civiltà, ma anche per gli eccezionali fondali che le circondano, definiti “tra le ultime aree selvagge marine del mondo”. Nel tempo, Windstar Cruises ha instaurato forti legami con le comunità locali, ampliando le sue rotte nel Pacifico meridionale, dove offre crociere durante tutto l’anno nella Polinesia francese, visitando non solo le Isole Marchesi, ma anche le Isole della Società e le Tuamotu.

Sulle navi Windstar, i passeggeri possono immergersi nella cultura locale grazie alla presenza di un ambasciatore culturale che condivide tradizioni e storie delle isole. Un’esperienza unica per i viaggiatori è rappresentata dal Bora Bora Celebration Destination Discovery Event, un evento gratuito che prevede una festa privata su una spiaggia con spettacoli tradizionali, musica e danze tipiche, come la suggestiva danza del fuoco. A bordo la cultura polinesiana è presente anche nella cucina, con piatti locali e bevande tipiche, mentre le escursioni a terra sono curate e guidate dagli abitanti delle isole, garantendo un’immersione autentica nella vita locale.

La crociera celebrativa Windstar

Con la crociera celebrativa, Windstar Cruises non solo permette ai viaggiatori di esplorare una delle destinazioni più remote e affascinanti del mondo, ma contribuisce anche a promuovere la conservazione della cultura e dell’ambiente dell’arcipelago. Uno degli aspetti più significativi del viaggio sarà la partecipazione dei sindaci di Ua Huka, Fatu Hiva e Tahuata, che si uniranno ai passeggeri durante il viaggio di 14 giorni con partenza da Papeete.

Durante la navigazione i sindaci racconteranno il lungo processo che ha portato le Isole Marchesi a essere riconosciute come sito dell’Unesco, condividendo storie e leggende legate alle tradizioni locali. Si discuterà anche di rahui, un metodo tradizionale di gestione delle risorse naturali basato sulla comunità. Un approccio che è al centro delle politiche di conservazione delle isole e rappresenta un modello di sostenibilità che le autorità locali stanno cercando di trasmettere alle future generazioni. La cooperazione tra i sindaci delle diverse isole e l’importanza di tramandare queste tradizioni sono altri argomenti chiave che saranno trattati durante la crociera.

Workshop e attività culturali a bordo

La crociera non offrirà soltanto momenti di riflessione culturale, ma anche attività pratiche che permetteranno ai passeggeri di immergersi completamente nelle tradizioni delle Isole Marchesi. Tra i workshop proposti ci saranno lezioni di artigianato tradizionale, corsi di Haka Manu (la danza degli uccelli), dimostrazioni culinarie sulla preparazione di piatti tipici come l’I’a mito, versione locale del poisson cru simile al ceviche, e il Keukeu, un piatto tradizionale a base di capra e latte di cocco. Inoltre, i fotografi professionisti Pat e Rosemarie Keough terranno laboratori di fotografia volti a catturare la bellezza naturale delle isole e della loro fauna marina.

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Come viaggiare in barca a vela: consigli utili per la prossima vacanza

Le infinite sfumature di blu che si uniscono tra cielo e mare, il profumo di salsedine, l’aria tra i capelli: viaggiare in barca a vela è un’esperienza incantevole che trasporta in un altro mondo, al di fuori della vita frenetica del quotidiano. Siete voi e l’immensità della natura e questo non può che portarvi quel senso di pace interiore che sempre più spesso si fatica ad incontrare.

La vostra prossima vacanza sarà a bordo di una barca? Che stiate per salpare per un week-end alla volta del porticciolo incastonato nella vostra isola dei sogni o per una lunga vacanza alla scoperta delle più recondite e affascinanti insenature del Mediterraneo è importante prepararvi al meglio per vivere un’esperienza indimenticabile a bordo di una barca a vela. Ecco cosa dovresti sapere prima di partire, dall’abbigliamento ideale ai comportamenti più adatti a questo tipo di avventura.

Cosa indossare in barca a vela

Partiamo dall’abbigliamento che dovreste portare con voi in valigia per una vacanza in  barca a vela. La prima regola riguarda le scarpe: esistono calzature apposite per la barca o i mocassini da vela, ma possono bastare anche delle normali scarpe da ginnastica pulite e con suola non liscia e chiara. L’ideale è utilizzarle soltanto a bordo dell’imbarcazione, per poi cambiarle quando si scende a terra. L’importante è evitare di restare a piedi nudi o in infradito, quindi con i piedi scoperti, poiché la superficie esterna della barca ha vari ostacoli e sporgenze che potrebbero causare infortuni e dolori che potrebbero rovinare la vacanza, soprattutto se ci si vuole cimentare insieme allo skipper in alcune manovre.

Il resto dell’abbigliamento è chiaramente da mare: spazio quindi a costume, telo mare, abiti estivi comodi e sportivi, biancheria, ma anche a una giacca anti-vento e felpa o maglioncino, poiché le temperature notturne possono calare anche di molti gradi se ci si trova in mezzo al mare. La distesa d’acqua, poi, ha una superficie riflettente che potenzia gli effetti della rifrazione dei raggi, rendendo fondamentale avere con sé gli occhiali da sole, una buona crema solare e un cappello per proteggervi.

Dimenticatevi trolley e valigie rigide: mettete tutto in una borsa morbida (uno zaino capiente, un borsone da palestra o una sacca) che si adatti agli spazi stretti. Dovrà infatti essere inserita in appositi gavoni (spazi per stivare provviste e borse tipici delle barche, che hanno apertura a pozzetto) o in armadietti dalle misure ridotte.

Barca a vela: consigli per la prossima vacanza in mare

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Dettagli della barca a vela

Ottimizzare gli spazi e la spesa

Come potrete immaginare, gli spazi su una barca a vela sono ristretti, anche se sufficienti. L’importante è ottimizzarli lasciando a casa il superfluo e tenendo in ordine ciò che si utilizza durante la giornata. Anche la spesa con i viveri deve essere fatta pianificando tutto ciò che verrà consumato nei giorni di permanenza a bordo e calcolando le tappe di rifornimento. Verrà stivato tutto nei gavoni che non hanno una capienza infinita perciò la fase di programmazione risulta essenziale perché tutto trovi il suo posto ed evitando gli sprechi.

È un ottimo esercizio per voi stessi: scoprirete che potrete liberarvi dagli agi della vita sulla terraferma, assaporando pienamente l’esperienza della semplicità e dell’arrangiarsi con quel che si ha a disposizione, che sarà il minimo indispensabile.

Vacanza in barca a vela tra amici: divertimento e relax

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Vacanza in barca a vela tra amici

Come usare l’acqua sulla barca a vela

Anche quando si parla di acqua è fondamentale uno spirito collaborativo e un senso di responsabilità nei confronti degli altri, ma anche verso la sostenibilità ambientale.

L’acqua dolce è contenuta in appositi serbatoi posti sotto le cuccette o nei gavoni, ed hanno una capienza limitata, proporzionata alla grandezza dell’imbarcazione. Sarà quindi essenziale misurarsi nell’utilizzarla , soprattutto se si devono affrontare molte ore vi viaggio, e valutare i casi nei quali si può alternativamente utilizzare l’acqua salata filtrata. Ad esempio, per lavare le stoviglie si potrebbe sfruttare l’acqua salata, mentre per lavarsi è indispensabile quella dolce per rimuovere il sale dalla pelle (puntando a fare docce molto brevi per non consumarne troppa).

A proposito di sostenibilità ambientale e buon senso, anche sulla gestione dei rifiuti è bene porre molta attenzione, attuando comportamenti responsabili. Vietato quindi gettare sporcizia in mare. Anche su una barca sarebbe ideale effettuare la raccolta differenziata che andrà poi gettata negli appositi contenitori una volta tornati sulla terraferma.

Prevenire il mal di mare

Anche ai più esperti navigatori è capitato di soffrire di mal di mare. Quindi che tu sia alla tua prima esperienza in barca o che tu abbia già molte ore di viaggio alle spalle, il consiglio è sempre quello di prevenire malesseri che potrebbero tramutare una piacevole vacanza in un’odissea. Affidatevi allora ai braccialetti o ai cerotti antinausea, oppure alle apposite gomme da masticare che limitano i primi sintomi della nausea. Un altro consiglio è quello di non esagerate con il cibo, evitando se possibile quelle pietanze difficili da digerire e che appesantiscono lo stomaco.

Seguite sempre tutte le indicazioni che vi fornisce l’equipaggio e non gettate nulla in mare. Il rispetto dell’ecosistema marino non è oggetto di discussone. Lasciatevi andare al relax ma non fatevi rapire dall’ozio, su una barca a vela ognuno deve dare il proprio contributo, se non c’è nulla da fare fatevi insegnare dallo skipper qualche nodo o i segreti della strambata, vi sentirete dei veri lupi di mare.

Collaborare e vivere l’esperienza con spirito positivo

Collaborare è la parola d’ordine per un viaggio in barca a vela. Coordinarsi con gli altri inquilini e decidere insieme a loro come organizzare tutti gli aspetti del viaggio è importante per vivere serenamente e trascorrere piacevoli momenti in compagnia. Fare la spesa, cucinare, pulire e tenere in ordine gli spazi comuni, diventerà un’impegno che è parte integrante del viaggio. Infine, un’altra cosa molto importante: ascoltate le indicazioni e i suggerimenti dello skipper che vi guiderà con tanti consigli e suggerimenti utili in questa avventura tra i mari.

Vacanza in barca a vela: i consigli utili prima di partire

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Vacanza barca a vela, tra divertimento e relax
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Vacanze in Tanzania: cosa vedere e quale periodo scegliere

Sono luoghi che sembrano appartenere a un altro mondo, quelli che caratterizzano la Tanzania. Un Paese dove i colori si fanno più vividi ed il paesaggio è un incantevole unione tra terra e mare, ma anche tra uomo, animali e natura incontaminata.

Se il vostro viaggio dei sogno prevede di raggiungere queste incantevoli terre dell’Africa Orientale, qui trovate alcuni consigli che possono chiarire i principali dubbi sulla programmazione della vacanza: qual è il clima e il periodo migliore per andare in Tanzania? E quali luoghi valgono veramente la pena di essere visti (e vissuti)?

Tanzania: clima e temperature

Chi ci è stato ha assicurato di aver provato quella nostalgia che viene chiamata “mal d’Africa“, al proprio ritorno, proprio come cantava Franco Battiato tra le note di una sua celebre canzone. Meravigliosa e suggestiva la Tanzania è un mondo di tesori da scoprire, che offre una diversità di ambienti e di climi che la rendono ancor più attrattiva, anche se è bene informarsi prima della partenza per scegliere il periodo e il luogo migliore in base al tipo di viaggio che si ha intenzione di intraprendere.

La Tanzania, affacciata sull’Oceano Indiano in corrispondenza dell’arcipelago delle Seychelles e a nord delle Isole Comore, si trova poco più a sud dell’Equatore e tra i due tropici. È per questo che presenta un clima tropicale, influenzato però dall’altitudine. Alcune aree, infatti, sono più elevate di altre, presentando così temperature diverse: gli altipiani (come il Parco Nazionale di Ngorongoro) e le zone di montagna (come il Kilimanjaro), godono di temperature più basse rispetto alla media nazionale, toccando anche i 10° in inverno, oltre a un tasso di umidità inferiore rispetto a pianure, zone costiere ed isole.

Le stagioni in questo territorio africano sono differenti da quelle a cui siamo abituati in Europa, ovvero l’estate opposta all’inverno. La distinzione principale qui è tra la stagione verde (da metà novembre a metà maggio) e la stagione secca (da metà maggio a metà novembre, con temperature che si attestano attorno dai 25°C ai 31°C). Ma anche al loro interno presentano periodi piovosi che spezzano tali stagioni, creando quindi quelle che vengono chiamate la stagione delle piogge breve e la stagione delle piogge lunga. La prima, chiamata Vuli, va generalmente da metà ottobre all’inizio di dicembre, con rovesci deboli e poco frequenti, mentre la seconda, la stagione delle piogge lunga (Masikatra) va da fine marzo ai primi di giugno ed è quella soggetta ai monsoni, grandi a frequenti rovesci soprattutto nelle ore pomeridiane.

Alla scoperta dei grandi parchi nazionali della Tanzania

La Tanzania è la patria dei parchi nazionali: se ne contano ben sedici in questo Paese in cui il 30% del territorio è tutelato all’interno di aree naturali protette. I parchi nazionali più famosi? Il Parco del Serengeti, la riserva naturale di Ngorongoro, il Tarangire National Park e il Parco Nazionale del Kilimangiaro.

Il Parco Nazionale del Serengeti permette di assistere, nei mesi che vanno da fine dicembre a marzo, allo spettacolo della Grande Migrazione, la transumanza della fauna selvatica che si sposta verso sud. Si possono ammirare anche gli spostamenti degli gnu tra maggio e settembre, o ancora le nascite vicino alle pianure Ndutu, a febbraio.

Parco nazionale del Serengeti, in Tanzania

Fonte: iStock

Parco nazionale del Serengeti, Tanzania

Anche la Riserva naturale di Ngorongoro merita una visita (durante tutto l’anno). Sorge vicina al Kilimangiaro e presenta un grande cratere vulcanico al cui interno si trova un lago, ed è la casa di elefanti e rinoceronti neri. Tanti non rinunciano anche a fare percorsi naturalistici sui pendii della montagna più alta dell’Africa, ovvero il Kilimangiaro.

Non mancano poi i safari al Parco nazionale del Tarangire, nella Tanzania settentrionale, caratterizzata da secolari baobab e popolata da branchi di elefanti e, durante la stagione secca, anche da bufali, giraffe, gazzelle, leoni e ghepardi.

Altri preziosi parchi nazionali protetti sono: Lake Manyara National Park, Riserva di caccia del Selous, Ruaha National Park e Mikumi National Park. Nella regione occidentale del Paese si trova anche il Parco nazionale del Gombe Stream, fondato per la tutela e lo studio degli scimpanzé.

Cratere Ngorongoro, parco della Tanzania

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Riserva naturale Ngorongoro, Tanzania

Zanzibar e le altre spiagge della Tanzania

Non si può nominare la Tanzania senza che la mente vada subito a Zanzibar. La costa di questa perla africana è un tripudio di spiagge paradisiache e isolette altrettanto splendide in cui trascorrere piacevoli momenti di puro relax in ambientazioni dalle mille e una notte.

Zanzibar, tra queste, è la regina indiscussa: splendide spiagge con acque turchesi e sabbia bianchissima, caratterizzata da un pittoresco centro storico. Il luogo perfetto per immersioni subacquee, per fare snorkeling e per nuotare insieme ai delfini.

Zanzibar, paradiso terrestre in Tanzania

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Zanzibar, Tanzania

Ma ci sono altre isolette che non hanno nulla da invidiare alla più celebre Zanzibar (che in realtà si chiama Unguja e che prende il nome dall’arcipelago di Zanzibar essendo quella principale): sono le isole di Mafia, angolo di paradiso a soli 25 km dalla costa del continente africano, e Pemba, il cui entroterra è ricco di piantagioni di chiodi di garofano e noci di cocco.

Altre località frequentate dai numerosi turisti che scelgono la Tanzania come meta per le loro vacanze sono Dar Es Salam, corrispondente alla città principale del Paese, Bagamoyo, di fronte a Zanzibar, e più a nord Pangani, meno conosciuta ma formata da finissima sabbia candida, pochi affollamenti turistici e resort tranquilli in cui soggiornare.

Altri consigli utili prima di partire per la Tanzania

Programmando la prossima vacanza in Tanzania è bene tenere a mente che è necessario presentare un visto d’ingresso per poter visitare il Paese. Il documento deve essere richiesto per tempo seguendo una procedura esclusivamente online gestita dal Consolato Onorario di Milano. Inoltre per entrare nel Paese è necessario che il vostro passaporto abbia almeno sei mesi di validità residua. Per evitare spiacevoli imprevisti controllate quindi per tempo i vostri documenti facendo bene i conti con il programma del viaggio e le date di validità del passaporto.

Secondo quanto riportato dalla Farnesina, è obbligatorio inoltre stipulare prima della partenza, sia per la Tanzania che per Zanzibar, una “Certificazione Internazionale di Assicurazione Sanitaria”, che copra le spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario del paziente.

Per ogni altra informazione in merito ad eventuali vaccinazioni e ai luoghi in Tanzania nei quali la sicurezza non è garantita, è importante informarsi tramite il sito ufficiale ViaggiareSicuri della Farnesina.

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Eco turismo alle Seychelles: iniziative sostenibili nel cuore dell’Oceano Indiano

Le Seychelles sono una delle mete di eco turismo più interessanti in assoluto. A favorire questo primato una natura incontaminata abbondante e generosa sviluppatasi nei secoli con il favore dell’isolamento e che oggi potrebbe essere messa a dura prova dai flussi turistici, non fosse per l’impegno e la costanza delle istituzioni locali e l’interesse dei visitatori responsabili. Ecco allora alcune delle iniziative sostenibili più interessanti tra quelle promosse sull’arcipelago, una mini-guida a un turismo a basso impatto ambientale e finalmente amico della natura.

Cos’è il Coral Gardening e perché fa la differenza

Se non avete mai sentito parlare di coral gardening, un viaggio alle Seychelles sarà l’occasione giusta per approfondire il tema, oramai irrimandabile. Si tratta, infatti, di una pratica all’avanguardia che mira alla tutela e al ripristino delle barriere coralline messe a dura prova dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento ambientale. Ed è proprio a Praslin, la seconda isola più popolata dell’arcipelago, che si potrà ammirare l’impianto di acquacoltura rigenerativa curato da Nature Seychelles. La struttura, nota come Assisted Recovery of Corals, sarà alimentata interamente da energie rinnovabili. Qui verranno coltivati migliaia di coralli grazie a una tecnica all’avanguardia nota come microframmentazione. Queste produzioni andranno a integrare i vivai oceanici già in uso come quello presente nel Parco Nazionale Marino di Curieuse. Questa attività innovativa andrà a supportare quella già in atto da sei anni grazie alla quale vengono recuperai frammenti di corallo staccati dalle onde per essere collocati nei vivai e, in seguito, trapiantati sulle barriere coralline.

Fonte: Jean Marie Croguennec

Barriera corallina, Seychelles

Il sito UNESCO Vallée de Mai

Le Seychelles non offrono solo un mare mozzafiato a chi le visita, lo avrete capito. A renderle attraenti sono anche le proposte per gli amanti dell’avventura e del trekking: la presenza di un cuore verde che pulsa forte nel bel mezzo dell’Oceano e che è tutelato dal governo e dalla popolazione locale. Ne è l’emblema la Vallée de Mai, dal 1983 sito naturale Patrimonio dell’Umanità UNESCO più piccolo al mondo, ma anche tra i più interessanti. Favorita da milioni di anni di isolamento, questa valle ha consentito l’evoluzione di specie uniche sulla terra e custodisce oltre 1400 esemplari del mitico Coco de Mer, la palma con la più grande noce di cocco al mondo. Qui, gli amanti del bird watching potranno osservare il Vasa Minore, un raro pappagallo nero presente ormai solo in questo Giardino dell’Eden e in Madagascar.

Fonte: Tourism Seychelles

Cascate nella Vallée De Mai , Praslin, Seychelles

Il cuore del progetto Green Footprint

Affrontare un lungo viaggio aereo rappresenta una fonte di inquinamento, lo sappiamo. E proprio per compensare queste impronte lasciate dal passaggio dei turisti, la Seychelles Parks and Gardens Authority (SPGA) e  l’Alta Commissione Britannica delle Seychelles ha ideato il progetto Green Footprint che coinvolge i visitatori in un’emozionante attività di piantumazione di alberi. Basta utilizzare il calcolatore di rotte aeree disponibile sul sito web della SPGA per scoprire quanti alberi è necessario piantare per cancellare le proprie tracce (in media si va dai 10 ai 13 alberi, con un costo di 50 rupie a pianta). Partecipando a questa attività, si collabora al ripristino forestale e si tutela la meravigliosa biodiversità delle isole Seychelles.

Le restrizioni sull’uso della plastica

Il Ministero dell’Ambiente delle Seychelles è molto attivo sul tema dei rifiuti di plastica, dal momento che sono tra le prime cause globali del soffocamento dei mari. Dall’anno 2017 sono vietate l’importazione e la vendita di sacchetti e utensili di plastica alla quale sono seguiti divieti su altri prodotti come cannucce e palloncini. Ma non solo. I viaggiatori più responsabili possono scegliere per il loro soggiorno un hotel plastic free, incoraggiando un impegno importante per tutti.

Il rivoluzionario progetto di Denis Island

Su Denis Private Island si trova un immenso e meraviglioso parco solare che è triplicato negli ultimi anni e supporta l’isola nella produzione di circa 720.000 KWh di elettricità all’anno proveniente quasi esclusivamente da fonti rinnovabili. I turisti che desiderano cancellare le proprie impronte di carbonio, ameranno soggiornare in una delle 25 eco ville costruite con legni locali e palme e che si fondono armoniosamente nella natura verde di Denis Island. Queste strutture ecologiche offrono un accesso privilegiato a una barriera corallina di una bellezza unica.

La valorizzazione della cultura locale

A rendere le Seychelles una meta davvero speciale è anche la possibilità di immergersi in una cultura locale vivace e presente, tutta da scoprire. Per farlo responsabilmente, è possibile appoggiarsi alle iniziative promosse dall’associazione Seychelles Cultural Encounters curata dai Segretari alla Cultura Cecile Kalebi e David Andre. Visitando il sito è possibile accedere ad esperienze straordinarie come un’intera giornata a contatto con le “nonne” delle Seychelles pronte a rivelare i loro segreti culinari e le tradizioni artigiane, visitare gli edifici governativi o i musei nazionali.

Fonte: Tourism Seychelles

Artigianato locale, Val des Prés, Seychelles
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Campeggio in Sardegna tutto l’anno, ecco dove andare

Al Camping Cala D’Ostia, vivi un’esperienza di campeggio in un ambiente familiare e accogliente, immerso nella natura. Con il mare di fronte a te e le montagne alle tue spalle, ogni giorno dell’anno è un’opportunità per rilassarti e goderti il paesaggio circostante. La posizione del campeggio è privilegiata, situato tra un lungo litorale di spiagge bianche e l’incanto delle montagne, offrendo un equilibrio perfetto tra mare e montagna.

Un campeggio aperto tutto l’anno

Il Camping Cala D’Ostia è aperto tutto l’anno, consentendoti di visitare la Sardegna in qualsiasi stagione. L’autunno, l’inverno e la primavera sono periodi ideali per camperisti pensionati, lavoratori in smart working e famiglie che cercano una fuga nel fine settimana. Durante questi mesi, il clima mite rende piacevoli le passeggiate lungo la spiaggia, le escursioni in montagna e le visite ai siti culturali.

Un viaggio tra natura e cultura

La posizione strategica del Camping Cala D’Ostia ti permette di esplorare alcune delle attrazioni più affascinanti della Sardegna. Le meravigliose spiagge della zona, come la famosa spiaggia di Chia, sono perfette per chi ama il mare e il sole. Le acque cristalline e la sabbia dorata offrono un ambiente ideale per nuotare, fare snorkeling o semplicemente rilassarsi al sole. Oltre alle spiagge, la Sardegna è ricca di siti storici e culturali. Gli scavi della città fenicio-punico-romana di Nora, situati nelle vicinanze, sono un tesoro archeologico che offre uno sguardo affascinante sul passato. Qui, puoi esplorare antiche rovine, tra cui un teatro, terme e mosaici ben conservati. Le torri spagnole lungo la costa sono un altro esempio della ricca storia della regione. Si tratta di affascinanti testimonianze storiche di un periodo in cui l’isola era sotto il controllo della Corona di Spagna. Costruite tra il XVI e il XVII secolo, queste strutture facevano parte di un complesso sistema di difesa costiero, progettato per proteggere la Sardegna dalle incursioni dei pirati barbareschi e da altri invasori. Le torri erano strategicamente posizionate lungo la costa, in punti elevati e ben visibili, consentendo una sorveglianza ottimale del mare. Ogni torre era presidiata da una guarnigione di soldati, che avevano il compito di avvistare eventuali navi nemiche e segnalare la loro presenza mediante segnali di fumo durante il giorno e fuochi di notte. Questa rete di comunicazione permetteva una rapida mobilitazione delle forze difensive locali.

Escursioni nel Parco Naturale del Sulcis

Le montagne del parco naturale del Sulcis, che colorano le spalle del campeggio, offrono opportunità infinite per escursioni e avventure all’aria aperta. I boschi del Sulcis, con la loro flora e fauna variegata, sono perfetti per gli amanti della natura. Sentieri ben segnalati ti permettono di esplorare questo paradiso naturale, godendo di panorami mozzafiato e dell’aria fresca di montagna.

Servizi e comfort al Camping Cala D’Ostia

Il Camping Cala D’Ostia offre una vasta gamma di servizi per rendere il tuo soggiorno il più confortevole possibile. Le piazzole per camper, roulotte e tende sono dotate di tutti i servizi essenziali, come il camper service e l’attacco luce. Inoltre, il campeggio dispone di roulotte a noleggio per chi preferisce una soluzione abitativa più comoda. Per soddisfare tutte le necessità degli ospiti, il campeggio offre un mini market e un bar/tabacchi, dove puoi reperire tutto il necessario senza doverti spostare. La pizzeria del campeggio è il luogo ideale per trascorrere una serata in allegria con gli amici, gustando deliziose pizze cotte al forno. Tante anche attività ricreative per tutta la famiglia. Gli amanti dello sport possono divertirsi nel campo da calcetto o noleggiare mountain-bike per esplorare i dintorni. Un parco giochi è disponibile per i bambini, garantendo loro ore di divertimento in sicurezza. Durante il fine settimana, il campeggio organizza serate di intrattenimento musicale e animazione per bambini, rendendo le serate ancora più speciali. Questi eventi sono pensati per creare un’atmosfera conviviale e divertente, dove gli ospiti possono socializzare e godersi il tempo libero.

A soli 6 km dal campeggio si trova la vivace cittadina di Pula, un autentico gioiello della Sardegna che merita di essere esplorato. Pula offre una vasta gamma di servizi utili, come uffici postali, banche e farmacie, che possono facilitare la vostra permanenza. Inoltre, la cittadina è rinomata per la sua variegata offerta gastronomica, con numerosi ristoranti, pizzerie, bar e pub che soddisfano ogni tipo di palato. Le piazze di Pula sono spesso animate da eventi e manifestazioni che celebrano la cultura e le tradizioni sarde, creando un’atmosfera vivace e accogliente. Un’opportunità unica per immergersi nella vita locale, divertirsi in compagnia e scoprire le usanze della Sardegna. Ogni visita a Pula diventa un’esperienza arricchente e memorabile.

Il Camping Cala D’Ostia è la scelta ideale per una vacanza in Sardegna tutto l’anno. La combinazione di mare, natura e cultura rende ogni soggiorno un’esperienza indimenticabile. Che tu sia un amante del relax, un appassionato di storia o un avventuriero in cerca di nuove scoperte, il Camping Cala D’Ostia ha qualcosa da offrire a tutti.

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Viaggio in Namibia, esplorando il Fish River Canyon

Orizzonti lontani, spazi infiniti, paesaggi con pochi eguali al mondo e la vivacità dell’Africa che ti arriva dritta al cuore: stiamo parlando della Namibia. Terra di armoniosi contrasti i cui scenari sembrano appena usciti da un dipinto. I colori predominanti del rosso della terra e dell’azzurro dei cieli tersi africani si mischiano insieme regalando una fotografia di straordinaria bellezza. Tra l’incredibile quantità di bellezze naturali che questo Paese ha da offrire ce n’è una che non può essere lasciata fuori dal proprio itinerario di viaggio: il Fish River Canyon, secondo al mondo per grandezza superato solo dal Grand Canyon degli Stati Uniti. Con un’estensione di circa 160 km e una profondità che può superare i 500 metri è davvero una tappa imperdibile che vale il viaggio. Con questa guida potrai ottenere tutte le informazioni che ti servono per scoprire come visitare il Fish River Canyon.

Il gigante della Namibia: caratteristiche del Fish River Canyon

Prima di scoprire come visitare questa splendida riserva è fondamentale conoscere la storia geologica del Fish River Canyon e di come quelle che oggi sono le rocce più antiche della Namibia abbiano visto la luce. Per farlo, dobbiamo tornare a circa 650 milioni di anni fa, quando una possente catena montuosa venne plasmata da fenomeni erosivi. Protagonista di questi fenomeni è proprio il Fish River che, all’epoca, portava ingenti volumi d’acqua. Oggi, invece, il bacino idrico resta secco per la maggior parte dell’anno. Il Canyon adesso si presenta come un’enorme distesa rocciosa capace di togliere il fiato a chiunque si appresti ad ammirarne la vastità. Inoltre, il Fish River Canyon ospita una ricchissima fauna di mammiferi, rettili e uccelli.

Visitare il Fish River Canyon in Namibia: come organizzarsi

Il Fish River Canyon, oltre alla straordinaria bellezza, mette a disposizione dei suoi visitatori molte cose da fare o da vedere tra cui anche il celebre Fish River Trail, un percorso escursionistico che attira ogni anno moltissimi esploratori. È dunque fondamentale pianificare in anticipo questa splendida esperienza. Ecco tutto quello che devi sapere su questa imperdibile perla nel cuore dell’Africa.

Periodo migliore per visitarlo

Il clima del Canyon è di tipo semi-desertico con temperature che variano molto tra l’estate all’inverno. Le minime e le massime sono così distribuite:

  • Estate: le temperature massime durante il giorno possono arrivare anche a 48 gradi centigradi, mentre quelle notturne arrivano anche a 30 gradi centigradi.
  • Inverno: le temperature restano alte durante il giorno oscillando tra i 20 e i 28 gradi centigradi mentre, durante la notte, possono scendere anche di parecchio sotto lo zero.

Dunque, il momento maggiormente consigliato per visitare il Fish River Canyon è quello che va da maggio a settembre. In questo periodo le temperature sono più fresche e rappresentano la condizione ideale per le escursioni, inoltre, quando le temperature sono più miti, è più facile osservare gli animali che popolano il canyon.

Come raggiungere il Canyon

Il Fish River Canyon si trova in una zona abbastanza remota a nord della Namibia, pertanto questa perla è spesso fuori dalle rotte dei turisti che si concentrano maggiormente nelle zone più celebri di questa regione. Per raggiungerlo devi sapere che non ci sono mezzi pubblici, quindi puoi scegliere tra tre opzioni:

  • Partire da Windehoek, capitale della Namibia, con un viaggio in auto di circa 8 ore.
  • Partire da Swakopmund, con un viaggio in auto dalla durata di circa 10 ore.
  • Aderire a un tour guidato, in questo caso potrai affidarti completamente alle guide esperte che ti porteranno direttamente al Fish River Canyon.

Il consiglio è quello di noleggiare un 4×4 in modo da affrontare tranquillamente anche i tratti di strada più scoscesi. Qualunque sia il punto da cui decidi di partire, durante il viaggio ti troverai davanti a scenari suggestivi e, in alcuni casi, incontrerai anche piccoli villaggi e centri abitati. Una volta arrivato nella zona del canyon potrai scegliere tra due punti d’accesso: quello settentrionale di Hobasil più facile da raggiungere – o quello di Ai-Ais a sud.

Come visitare il Canyon: trekking e punti panoramici

Cartello per la partenza del Fish River Trail in Namibia

Fonte: iStock

Punto di partenza del Fish River Trail, il trekking in Namibia

Ci sono due modi per esplorare il Fish River Canyon, uno più turistico e uno più per esploratori esperti delle attività outdoor. Che tu scelga di esplorarlo come visitatore o come viaggiatore esperto, non importa… in qualunque caso resterai a bocca aperta.

Esplorare il Fish River Canyon come visitatore

Se fai parte della prima categoria, ciò che devi sapere è che puoi tranquillamente lasciarti incantare da questa meraviglia naturale osservandone la maestosità dal suo bordo e fermandoti nei suoi punti panoramici. Per farlo, il punto migliore da cui partire è Hobas, dove dovrai acquistare un pass di 24 ore per poter guidare all’interno della riserva. Partendo da qui puoi scegliere tra vari punti panoramici:

  • Main View Point: principale punto panoramico del parco. Qui la Hell’s Bend, una delle anse scavate dal fiume Fish, si apre alla vista in tutta la sua spettacolarità. In quanto punto principale è anche quello più affollato.
  • Hikers Viewpoint: poco distante dal Main Viewpoint c’è l’Hikers Viewpoint, un punto panoramico la cui bellezza fa venire i brividi. Il punto è raggiungibile sia in auto che a piedi ed è da qui che parte il celebre Fish River Trail.
  • Sulphur Spring Viewpoint: si trova nella zona a sud del parco e offre una vista spettacolare – soprattutto all’alba – sulla Sulphur Spring, una sorgente termale naturale che si trova sul fondo del canyon.
  • Eagles Rock: sempre a sud del Fish River Canyon, questo viewpoint è famoso per gli avvistamenti di aquile che nidificano sulle pareti del canyon. L’Eagles Rock è raggiungibile solamente con un’auto 4×4.

Esplorare il Fish River Canyon come viaggiatore esperto

Se appartieni alla categoria dei viaggiatori esperti e ami cimentarti nei trekking e nelle attività outdoor, allora il consiglio è quello di dedicare a questo canyon almeno 4-5 giorni per provare l’esperienza unica del Fish River Trail, un percorso di circa 85 chilometri che parte dall’Hikers Point e termina ad Ai-Ais attraversando il parco in tutta la sua grandezza. Prima di cimentarti in questa magnifica avventura ci sono però delle cose che devi assolutamente tenere a mente poiché questo trekking non è per niente facile e lo può fare chi è veramente allenato e abituato a lunghi percorsi.

  • Quando: il Fish River Trail è aperto solo dal 1 Maggio al 15 Settembre, durante il resto dell’anno, a causa delle temperature elevate, non è possibile accedervi.
  • Prenotazione: possono intraprendere il trail un massimo di 30 persone al giorno, pertanto è obbligatorio prenotarsi e il consiglio è di farlo largo in anticipo. Per prenotare devi contattare gli uffici NWR di Windhoek telefonando o mandando un’e-mail.
  • Costo: l’escursione costa circa 25 dollari a persona e va saldato entro 30 giorni dal trekking.
  • Obblighi: oltre alla prenotazione e al pagamento, è obbligatorio presentare ai ranger del parco un certificato medico che attesti attesti la buona salute.
  • Rischi e difficoltà: una volta iniziato il trekking, non è possibile uscire dal canyon, dunque è fondamentale avere un’assicurazione di viaggio che copra anche da eventuali infortuni. Qualora dovesse essere necessario abbandonare il percorso, l’unico modo per farlo è richiedere l’intervento dell’elisoccorso. Inoltre, all’interno del Canyon, non ci sono punti di ristoro, dunque è fondamentale equipaggiarsi con cibo, acqua e medicinali che possano coprire 5 giorni.

Cosa aspettarsi dal Fish River Canyon

Che tu abbia scelto di esplorare il Fish River Canyon come visitatore o come viaggiatore esperto, quello che ti troverai davanti lascerà un segno indelebile nel tuo cuore. Le viste panoramiche sulle rocce del canyon sapranno sorprenderti da qualsiasi angolazione e potrai avvistare moltissimi animali che popolano il canyon tra cui:

  • Mammiferi: le rare Zebre di montagna saranno l’avvistamento più fortunato di tutto il viaggio ma ci sono anche altri mammiferi che puoi incontrare come il kudu maggiore, i babbuini chacma e le Springbok.
  • Rettili: il parco fa da casa a molti varani del deserto, gechi e lucertole.
  • Uccelli: paradiso per gli amanti del birdwatching, il Fish River Canyon ospita molte aquile nere, corvi bianchi e, alle volte, anche struzzi.

Ma Il canyon non offre solo grandi camminate e splendidi paesaggi, qui potrai anche rilassarti alle terme di Ai-Ais, le cui acque calde sapranno rigenerarti completamente, soprattutto dopo aver intrapreso il lungo trekking.

Il Fish River Canyon è una meraviglia naturale che conquista i cuori di chiunque abbia la fortuna di esplorarlo. Le sue dimensioni imponenti, i paesaggi mozzafiato e la sfida del trekking, rendono il canyon un’esperienza unica da provare almeno una volta nella vita, soprattutto se sei un amante delle attività all’aria aperta. Tuttavia, è fondamentale ricordare che affrontare il canyon con il suo celebre Trail non è per tutti poiché richiede un’ottima preparazione fisica ma, soprattutto, mentale. Pertanto, l’accurata pianificazione di questo viaggio è necessaria e ti invitiamo a controllare sempre il sito ufficiale del canyon e dell’ente turistico della Namibia per avere informazioni sempre aggiornate. Ora che sai tutto quello che devi sapere per affrontare questo incredibile viaggio, non ti resta che caricarti lo zaino in spalla e lasciarti conquistare da un’esperienza che va oltre la semplice scoperta di un paesaggio, per abbracciare una profonda scoperta di sé stessi nel cuore di una splendida terra chiamata Namibia.

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Fiumalbo, il piccolo borgo in Emilia-Romagna immerso nella natura

Bandiera Arancione del Touring Club e inserito a pieno titolo nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, Fiumalbo, seppur poco noto a livello nazionale, è una di quelle mete da segnare in lista per un piacevole weekend o una gita fuori porta.

Sull’Alto Appennino Modenese, nel cuore del Parco del Frignano, in suggestiva posizione al confine con la Toscana e alla confluenza dei torrenti Rio Acquicciola e Rio delle Pozze (che danno vita al fiume Scoltenna), è uno dei gioielli del territorio che ha saputo preservare in modo autentico il suo centro storico e le tradizioni secolari, che lo rendono una località davvero affascinante per chi desidera riscoprire il passato.

Cosa vedere a Fiumalbo

Passeggiare per le strade di Fiumalbo è come compiere un salto indietro nel tempo, in un’atmosfera magica che si sprigiona dalle case in pietra e dai vicoli tortuosi che si intrecciano tra la rigogliosa natura dell’Appennino Tosco-Emiliano. Borgo medievale incastonato tra le verdi colline, incanta con un fascino senza tempo e un significativo patrimonio culturale e artistico.

Suo fiore all’occhiello è la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, Santo Patrono, la cui costruzione, avviata nel XII secolo, raggiunse l’attuale imponenza soltanto dopo l’ampliamento del 1592. All’interno, custodisce affreschi e opere scultoree del celebre Wiligelmo, il primo scultore a firmare le proprie opere, lo stesso che contribuì alla decorazione del Duomo di Modena.

Ma ciò che rende davvero unico Fiumalbo è la presenza dei “casoni“, antiche abitazioni in pietra e terra risalenti all’epoca celtica, che ne testimoniano le origini millenarie, ben prima del Medioevo: situate nella località di Valdare lungo la strada per la frazione di Doccia, ai piedi del Monte Cimone, trasportano i visitatori in un paesaggio che ricorda le colline d’Irlanda e Scozia. Passeggiando tra i prati che ospitano tali antiche case celtiche, si viene pervasi da un senso di pace e meraviglia, in un contesto naturalistico straordinario.

Nonostante le dimensioni ridotte, il borgo vanta un sorprendente numero di edifici religiosi: ben sette tra chiese e oratori. Di fronte alla Chiesa di San Bartolomeo ecco la Chiesa dell’Immacolata Concezione, risalente al 1516, che per secoli ha ospitato la Confraternita dei Bianchi. La Confraternita dei Rossi, invece, aveva sede nella splendida Chiesa di Santa Caterina da Siena, oggi sede del Museo permanente dell’Arte Sacra, dove si possono ammirare pregevoli testimonianze della devozione locale tra cui spiccano un cinquecentesco dipinto dell’Ultima Cena e la Tavola di Sacaccino Sacaccini da Carpi “Madonna col Bambino in Trono”, i Santi Bartolomeo e Giovanni Battista della prima metà del XVI secolo.

Un’altra tappa imperdibile è la Chiesa di San Michele Arcangelo, la cui struttura ha subito varie modifiche nel corso dei secoli: caratterizzata da un’impronta romanica con abside semicircolare e navata unica, è un tesoro artistico che conserva affreschi risalenti al Quattrocento, emersi durante il restauro del 1931 per la costruzione del campanile.

Un paradiso per la vita all’aria aperta

Il piccolo borgo di Fiumalbo, con le case in sasso incastonate in un paesaggio incontaminato, è un vero rifugio per chi cerca pace e desidera godersi appieno la vita all’aria aperta. Durante le calde giornate estive, diventa il paradiso degli escursionisti che possono esplorare sentieri selvaggi e angoli nascosti dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Quando arriva l’inverno, si trasforma invece nella scelta ideale per gli appassionati di sport invernali. Gli amanti dello sci-alpinismo e del trekking con racchette da neve hanno l’occasione di cimentarsi in percorsi emozionanti, mentre chi vuole emozioni più forti può avventurarsi in motoslitta ad alta quota o sfidare la neve fresca con il free ride.
La Val di Luce è facilmente raggiungibile dal paese, e gli snowboarder e skier più esperti troveranno discese mozzafiato, con un dislivello di 800 metri, in totale libertà.

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Cosa vedere in Tasmania: le tappe imperdibili

L’Isola ai confini del mondo. Così viene chiamata spesso la Tasmania, un’isola dalla bellezza disarmante che si trova a largo della costa sud-orientale dell’Australia. Così piccola nelle dimensioni ma così immensamente grande nelle cose da offrire; il fascino di quest’isola risiede nella bellezza dei suoi parchi naturali, riserve protette, spiagge incontaminate e foreste pluviali, ma anche nella sua vivace capitale e nei suoi altri centri urbani. L’identità culturale dell’isola è affascinante e ricca di cose da raccontare: dalla convivenza tra tradizioni aborigene ed eredità coloniali, alla scena artistica contemporanea, passando per i pittoreschi villaggi poco abitati e per la briosità di Hobart, la sua capitale. Insomma, la Tasmania è una terra magica da scoprire in tutte le sue sfaccettature ma ha così tanto da offrire che organizzare l’itinerario potrebbe essere complicato. Ecco, quindi, alcuni consigli su cosa vedere in Tasmania e, nello specifico, le migliori attrazioni e luoghi interesse che meritano il viaggio.

Tasmania: il lato storico e culturale

Come avrai intuito, la Tasmania è celebre per le sue meraviglie naturali. Tuttavia, i suoi tesori culturali non sono da meno. Ecco due luoghi da appuntarsi assolutamente per un itinerario dell’isola ai confini del mondo perfettamente organizzato.

A spasso per Hobart, la capitale della Tasmania

Se hai deciso di esplorare la Tasmania, è fondamentale un passaggio nella sua capitale: Hobart. Situata sulle sponde del Derwent, Hobart possiede tutte le caratteristiche di una città portuale la cui storia risale agli inizi del XIX secolo. Con una fisionomia urbana che mescola l’architettura georgiana e post-industriale – con edifici storici che raccontano radici marittime e manifatturiere – Hobart è molto più di una semplice porta che permette di accedere alle meraviglie dell’isola, ma un piccolo ecosistema dove tradizione e avanguardismo convivono influenzandosi continuamente in una costante evoluzione. Tra le cose da vedere assolutamente nella capitale della Tasmania troviamo:

  • MONA (Museum of Old and New Art), un museo d’arte contemporanea che sfida le convenzioni e attira visitatori da tutto il mondo.
  • Il Salamanca Market, un mercato che riflette l’anima culinaria e artistica della Tasmania. Prodotti agricoli, abiti e libri second-hand, antiquariato e chi più ne ha più ne metta!
  • Il Museo Marinaro della Tasmania, un piccolo scrigno che racchiude la storia e la cultura dell’isola. In questo luogo sono conservati antichi strumenti di navigazione e testimonianze storiche sugli indigeni e sui coloni europei che plasmarono l’isola.​​
  • Il Giardino Botanico Reale della Tasmania: costruito nel 1818, i suoi 14 ettari sono punteggiati da numerose specie botaniche molte delle quali risalgono a ben prima del diciannovesimo secolo.

Port Arthur

Tra le cose da vedere in Tasmania c’è, senza ombra di dubbio, Port Arthur: una delle principali attrazioni dell’isola. Questa ex-colonia penale fondata nel 1830 dall’Impero Britannico è stato uno dei carceri più severi di tutto l’Impero. Qui vennero incarcerati alcuni dei più temibili criminali dell’epoca. Oggi è possibile visitare il sito nella sua totalità passando per la temutissima prigione (costruita per punire i detenuti tramite l’isolamento assoluto e la deprivazione sensoriale), gli edifici amministrativi e la chiesa. In contrasto con la lugubre storia di questo luogo c’è ciò che lo circonda: uno scenario naturale di estrema bellezza. Non dimentichiamoci che Port Arthur è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Cosa vedere in Tasmania per chi cerca il contatto con la natura

Dai parchi nazionali alle splendide spiagge, dalle zone montuose ai campi di lavanda. Per quanto la Tasmania abbia delle dimensioni ridotte è davvero in grado di offrire una vastissima gamma di cose da vedere e da fare per tutti i gusti e le attitudini di viaggio. Di seguito trovi la nostra selezione per quanto riguarda le principali attrazioni di carattere naturale da non perdere.

3 parchi nazionali in Tasmania da esplorare

Camminare, andare in bici, fare birdwatching o semplicemente ritrovare il contatto con la natura. I parchi nazionali della Tasmania sono un sogno per chi ama i viaggi ad alto tasso di attività outdoor. Ne abbiamo selezionati tre:

  • Parco Nazionale di Southwest: se ami la natura selvaggia e incontaminata e sei un esploratore esperto, allora questo parco fa per te. Inserito tra le aree più remote della Tasmania, il Parco Nazionale di Southwest fa parte del più vasto Tasmanian Wilderness World Heritage Area. Oltre 6000 chilometri quadrati di paesaggi che variano dalle montagne frastagliate a foreste impenetrabili, da valli profonde a laghi mozzafiato come il Lago Pedder e il Picco di Federation. Questo è il luogo ideale se vuoi prendere le distanze dalla civiltà e ritrovare te stesso nella natura.
  • Freycinet National Park: sulla costa est della Tasmania si trova questa perla di una sconfinata bellezza. Un susseguirsi di spiagge incontaminate e di foreste di eucalipto che regalano viste incredibili sull’Oceano Pacifico. Tra i punti di interesse in questo parco ci sono la famosissima Wineglass Bay e il Monte Amos. Se sei fortunato, in quest’area è possibile avvistare molte specie selvatiche come wallaby, delfini e, a volte, balene.
  • Abel Tasman: spostandoci a nord della Tasmania, invece, troviamo un’altra splendida area protetta caratterizzata da spiagge dorate e foreste rigogliose di felci e faggi. Gli amanti del trekking possono cimentarsi nel l’Abel Tasman Coast Track, un percorso che si snoda tra baie nascoste e promontori rocciosi. Anche qui è possibile avvistare molti esemplari di fauna selvatica come foche, pinguini e uccelli di mare.

Per gli amanti dei trekking: due monti da esplorare in Tasmania

Le zone montuose della Tasmania godono del primato di zone più affascinanti e selvagge dell’intera Australia e sono caratterizzate da paesaggi sublimi capaci di incantare e spaventare nello stesso istante. L’altitudine delle catene montuose della Tasmania è relativamente bassa, tuttavia è importante non sottovalutarne la pericolosità poiché le condizioni climatiche possono cambiare rapidamente e manifestarsi fenomeni meteorologici estremi. Se sei un amante dei trekking in montagna allora non puoi non esplorare questi due monti:

Monte Cradle: icona naturale della Tasmania

Protagonista indiscusso di tutte le fotografie di chi visita la Tasmania, il Monte Cradle (che si trova nel Parco Nazionale di Cradle Mountain-Lake St Clair), è una vera e propria icona. Destinazione imperdibile per gli appassionati di trekking, è proprio qui che si snoda il famoso Overland Track, un percorso di circa 65 chilometri da affrontare zaino in spalla e con una buona dose di spirito d’avventura. Il percorso attraversa panorami mozzafiato che spaziano da splendidi laghi a foreste lussureggianti. Il periodo migliore per intraprenderlo è l’estate, mentre l’inverno è appannaggio degli escursionisti più esperti.

Monte Wellington: il trono sulla città di Hobart

Un altro monte da segnalare per tutti gli appassionati di escursioni ad alta quota è il Monte Wellington, una montagna a sud-est della Tasmania e a pochi chilometri dalla capitale Hobart. Alta circa 1200 metri, regala splendide viste panoramiche sulla città e sul fiume Derwent. Anche qui ci sono sentieri che si differenziano per livelli di difficoltà. Una volta raggiunta la cima è possibile accedere a un belvedere che regala vedute mozzafiato e rappresenta il legame ancestrale della città di Hobart con la natura incontaminata che la circonda.

Spiagge imperdibili da vedere in Tasmania

Per tutti quelli che, quando viaggiano in luoghi lambiti dalle acque salate, sentono il forte richiamo del mare e dell’Oceano, la Tasmania rappresenta un vero e proprio Eden terrestre. Dalle spiagge circondate da scogliere rosa a quelle più selvagge e ispide, passando per quelle con chilometri di sabbia bianca e finissima… chiunque voglia trovare un po’ di pace osservando l’orizzonte avrà l’imbarazzo della scelta. Abbiamo raccolto le migliori spiagge e baie protette da vedere assolutamente durante il tuo viaggio in Tasmania.

  • Wineglass Bay: uno dei luoghi più desiderati della Tasmania, raggiungibile solo attraverso un trekking. Wineglass Bay si trova all’interno della riserva naturale del Freycinet National Park, incastonata in una meravigliosa cornice rocciosa di granito rosa. Con la sua sabbia bianchissima e le sue acque turchesi è davvero una destinazione ad alto impatto emozionale dove è possibile godere di una pace dei sensi senza eguali.
  • Baia dei Fuochi: una seconda lingua di terra da esplorare in lungo e in largo è, sicuramente, la Baia dei Fuochi, considerata una delle meraviglie naturali più sorprendenti al mondo. Punteggiata da spiagge di straordinaria bellezza merita assolutamente una visita.
  • Isola di Bruny: ultima ma non ultima, Bruny Island. Un’isola formata da due isole unite da un istmo sabbioso di circa 5 chilometri. Questo è un luogo ideale per chi vuole avvistare la fauna selvatica; gli incontri con pinguini, echidne e berte codacorta sono, infatti, molto frequenti. Mentre a nord dell’isola si concentrano le varie spiagge, a sud si trova il South Bruny National Park, una riserva con diversi percorsi escursionistici per tutti gli amanti delle passeggiate in mezzo alla natura. L’isola è raggiungibile prendendo un traghetto da Kettering. 

Bonus Track: il paradiso della Lavanda per gli amanti dei fiori

Campo di lavanda in Tasmania

Fonte: iStock

Una distesa di lavanda mozzafiato in Tasmania

Se è vero che quando pensiamo ai campi di lavanda la prima cosa che ci viene in mente è la Provenza, è anche vero che la Tasmania non ha niente da invidiare alle campagne francesi quando si tratta di lasciare a bocca aperta tutti gli amanti di questa profumatissima pianta officinale. Se sei tra questi, allora tra le cose da vedere in Tasmania devi aggiungere una visita ai campi di lavanda. Ce ne sono due enormi in Tasmania:

  • Il Bridestowe Lavender Estate: una delle piantagioni più grandi al mondo, è stata fondata nel 1920. Visitarla nel periodo di fioritura estiva significa scontrarsi con uno scenario degno dei migliori quadri impressionisti, con i fiori di lavanda che si rincorrono a perdita d’occhio per oltre 260 acri. In questa riserva è possibile acquistare prodotti a base di lavanda come prodotti cosmetici, profumi e chi più ne ha più ne metta.
  • Il Port Arthur Lavender Farm Tasmania: situata nelle vicinanze di Port Arthur, si affaccia placida sulla baia offrendo un ambiente che regala subito pace e tranquillità. Anche qui è possibile acquistare prodotti artigianali a base di lavanda. Inoltre, nel ristorante con vista che si trova in questa piantagione, è possibile gustare un pasto creativo con abbinamenti che prevedono le lavanda come ingrediente speciale.

Viaggio in Tasmania: quanti giorni dedicarle

Non c’è mai una regola precisa per stabilire quanti giorni servono per visitare un determinato luogo, molto dipende anche dai ritmi che ognuno di noi vuole adottare in viaggio. In linea di massima, per visitare la Tasmania e godere di un’esperienza completa si consiglia di dedicare circa 10 giorni di viaggio, che si possono ridurre a 6 nel momento in cui si è disposti a rinunciare a qualche tappa e concentrarsi sui luoghi di interesse principali.

Per raccontare tutte le meraviglie che la Tasmania ha da offrire, si potrebbe facilmente scrivere un libro intero. Quelle che abbiamo raccolto in questa guida sono solo alcune delle tappe davvero imperdibili da inserire nel proprio itinerario di viaggio, per lasciarsi coinvolgere e stupire da una terra di rara bellezza e unica al mondo. L’isola nasconde, in ogni singolo angolo, qualcosa di sorprendente regalando la sensazione di trovarsi in un luogo dalle atmosfere magiche, dove la natura è capace di manifestarsi in mille forme diverse ma, soprattutto, nella sua forma più pura e incontaminata. Dalle spiagge di sabbia bianca e acque cristalline come Wineglass Bay o la Baia dei Fuochi, alle sue zone montuose come Cradle Mountain, passando per le sue suggestive distese di campi di lavanda che possono essere tranquillamente uscite da un dipinto di Renoir o di Monet, la Tasmania è uno quei viaggi da fare almeno una volta nella vita. Un vero e proprio paradiso per chi cerca avventure ma anche tranquillità e bellezza e che lascia segni indelebili nel cuore di chi lo visita. Che tu sia un amante del trekking, un beach lover o, semplicemente, alla ricerca di una fuga dalla vita frenetica, la Tasmania potrebbe essere il tuo nuovo posto del cuore, basta solo concederle la possibilità di sorprenderti.

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Giornata del Panorama: i luoghi del FAI aperti domenica 8 settembre

Domenica 8 settembre torna l’undicesima edizione della Giornata del Panorama dedicata ai migliori paesaggi italiani, ossia 14 beni tutelati dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) più l’Oasi Zegna. Da nord a sud, questa è l’occasione perfetta per osservare, conoscere ed esplorare luoghi di grande fascino sia storico che culturale: ville, castelli, abbazie millenarie, oltre che splendidi parchi e giardini. Perché visitarli proprio questo weekend? Perché per tutta la giornata di domenica verranno proposte tante attività per aiutarvi a conoscerli, come visite guidate, trekking al tramonto e passeggiate naturalistiche.

Questo grande progetto di valorizzazione ambientale e sociale voluto da Ermenegildo Zegna e patrocinato dal FAI nasce nel 2014 per promuovere e diffondere la conoscenza dei multiformi panorami italiani. Dal Castello di Avio in Trentino al Bosco di San Francesco in Umbria, fino alle Saline Conti Vecchi in Sardegna, scopriamo insieme cosa riserva il programma di quest’anno e quali sono i luoghi protagonisti.

Le iniziative organizzate in tutta Italia

Durante la giornata di domenica potrete partecipare a diverse attività ricreative e culturali accompagnati da guide ambientali specializzate: saranno loro a raccontarvi le storie che rendono ancora più speciali questi paesaggi. L’obiettivo è offrirvi una vera e propria esperienza immersiva in quattordici affascinanti luoghi dalle peculiarità uniche, che potranno essere osservati “da lontano” ma anche scoperti “da vicino” seguendo, se lo si vorrà, gli itinerari guidati o suggeriti per i principali luoghi di interesse di ciascun territorio.

Nord Italia

Cominciamo a scoprire le iniziative partendo dal nord Italia. In Trentino Alto Adige, il Castello di Avio a Sabbionara di Avio vi accoglierà con visite guidate, passeggiate nei dintorni del castello per ammirare la fortezza da un punto di osservazione inedito e con una divertente caccia al tesoro perfetta per le famiglie con bambini. In Piemonte, invece, guide escursionistiche esperte vi accompagneranno alla scoperta del Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) con una passeggiata panoramica all’interno del giardino storico. Le famiglie e i ragazzi potranno partecipare anche a un laboratorio per la realizzazione di un piccolo libro con disegni, collage e ricordi raccolti in questa giornata.

Sempre incastonata tra le montagne eporediesi è Villa Flecchia a Magnano (BI), dove si propone un pomeriggio dedicato all’osservazione dei panorami del Canavese. Domenica 8 settembre sarà possibile scegliere tra una visita guidata alle collezioni pittoriche e una visita seguita da una lezione teorica e pratica di acquerello dal vero, per realizzare la propria veduta da portare con sé in ricordo dell’esperienza vissuta (la prenotazione è obbligatoria).

Spostiamoci sulla fortezza medievale del Castello della Manta a Manta (CN) dove potrete dedicare l’intera giornata all’osservazione consapevole del panorama circostante o partecipando a percorsi di trekking nei dintorni del maniero. Luogo d’elezione di questa giornata è l’Oasi Zegna a Trivero Valdilana (BI) dove, oltre alle mostre “From sheep to shop” e “Atmosferica. Stagioni e temperamenti” allestite in Casa Zegna, sarà possibile visitare, guidati dai volontari del FAI, il giardino del fondatore Ermenegildo Zegna. Non mancano esibizioni dal vivo come l’orchestra d’archi che si cimenterà in uno dei capolavori di Verdi.

Palazzo Moroni a Bergamo proporrà una passeggiata nel verde in compagnia di un esperto ambientale, mentre Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD) aprirà le porte della prima tra le ville venete. In Liguria, infine, sarà l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE) ad aprire le sue porte per una giornata alla scoperta dell’evoluzione storica del complesso abbaziale, del borgo e del suo paesaggio.

Oasi Zegna

Fonte: Ufficio Stampa

Lo splendido paesaggio offerto da Oasi Zegna

Centro Italia

Passiamo alle iniziative organizzate dalla Giornata del Panorama nel Centro Italia partendo dall’Orto sul Colle dell’Infinito a Recanati (MC), che accoglierà i visitatori per una visita guidata, e dal Bosco di San Francesco ad Assisi (PG), che propone un viaggio tra simboli, arte e natura lungo un percorso che unisce arte, paesaggio e spiritualità. Il tutto insieme alla guida medievista Monica Lupparelli, la quale condurrà i visitatori in un cammino che attraversa il bosco. Spostiamoci nel Lazio, dove al Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM) verrà svelata la storia di questo luogo unico e incontaminato grazie a un racconto a tre insieme a una storica dell’arte, una biologa e un giardiniere.

Sud Italia e Isole

Infine, arriviamo al programma dedicato ai paesaggi del Sud Italia partendo dalla Baia di Ieranto a Massa Lubrense (NA), la quale propone trekking guidati sui sentieri della Baia, di Monte San Costanzo e del territorio di Massa Lubrense, oltre che esplorazioni marine nell’Area Marina Protetta “Punta Campanella”. La camminata terminerà con un tuffo nei meravigliosi colori del mare della Baia, per un’immersione in kayak o con maschera e pinne. Inoltre, si potrà partecipare a un trekking sul sentiero delle Sirenuse e alle due visite speciali nel paesaggio rurale di Ieranto.

Nelle Isole, sarà il Giardino della Kolymbethra nel Parco Naturale della Valle dei Templi (AG) a celebrare questa giornata con un laboratorio di acquerelli per grandi e bambini. In Sardegna, infine, i luoghi protagonisti saranno le Saline Conti Vecchi ad Assemini (CA), che accoglieranno i visitatori per un tour in trenino tra le vasche salanti allungando il percorso consueto per permettere a fotografi e appassionati di riprendere angoli meno noti della Laguna di Santa Gilla, e la Batteria Talmone a Palau (SS). Quest’ultima proporrà una serie di attività dedicate alle famiglie e adatta anche ai più piccoli per scoprire la flora e la fauna tipiche della macchia mediterranea e gli angoli nascosti della ex zona militare.

Giardino della Kolymbethra in Sicilia

Fonte: Ufficio Stampa

Giardino della Kolymbethra ad Agrigento