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Il Cammino Celtico, tra Irlanda e Galles a caccia di luoghi sacri

Negli ultimi anni, un numero crescente di viaggiatori sta riscoprendo l’antica arte del camminare, rivolgendosi a un turismo lento che valorizza il percorso tanto quanto la destinazione.

I cammini, spesso legati a rotte storiche e spirituali, offrono l’opportunità di esplorare luoghi sacri e immersi nella natura, lontano dai ritmi frenetici della vita moderna. Il pellegrinaggio a piedi, un tempo pratica di fede e introspezione, sta tornando in auge, attirando non solo i credenti, ma anche chi cerca un’esperienza autentica e rigenerante.

Tra l’Irlanda e il Galles, terre misteriose per eccellenza e contraddistinte da un passato millenario, è nato il Cammino Celtico, che unisce il pozzo sacro di Maedoc a Ferns, nel sud-est dell’Irlanda, con quello di St Non, vicino alla città cattedrale del Pembrokeshire di St Davids, per un totale di circa 260 chilometri, più il viaggio in traghetto di tre ore e mezza tra Rosslare e Fishguard.
Si tratta, probabilmente, della via percorsa dallo sciamano irlandese Saint Aidan (alias Maedoc), quando partì per studiare seguendo il mago gallese Saint David.

Come per ogni cammino che si rispetti, è disponibile un libretto da timbrare presso i punti di sosta e il suggerimento è quello di riempire una bottiglia al pozzo di Maedoc e portarla con sé.

Una magica esperienza da “pellegrino solitario” in Irlanda

La partenza è da Our Lady Island, antico luogo di pellegrinaggio nell’angolo sud-orientale dell’Irlanda, nella diocesi di Ferns, per dirigersi, lungo la costa, a Carnsore Point, la punta sud-orientale dell’Irlanda dove si incontrano l’Oceano Atlantico e il Mare d’Irlanda. In questo tratto, è possibile sperimentare la magica esperienza del “pellegrino solitario”, senza incontrare altre persone sulle ampie spiagge di ciottoli.

Gran parte del percorso in Irlanda si svolge su asfalto rurale e offre l’occasione di vivere esperienze autentiche e arricchenti: ad esempio, a Oulart Hill, in una sala del villaggio con il tetto di paglia, House of Stories, vanno in scena regolarmente spettacoli di poesia e canzoni.

Inoltre, in questa zona, risuona ancora l’eco della ribellione del XVIII secolo contro il dominio britannico che aveva portato alla breve repubblica di Wexford e della leggenda secondo cui Sant’Aidan portò con sé delle api quando tornò da St Davids: il miele era vitale a quei tempi.
Le leggi medievali in Irlanda regolamentavano nel dettaglio l’apicoltura fino al risarcimento dovuto se si veniva punti dall’ape di un vicino. Per celebrare i legami del Cammino con le api, verranno presto installate tre gigantesche arnie di legno che amplificheranno il suono delle colonie al loro interno.

L’arrivo in Galles

Whitesands Bay, Galles

Fonte: iStock

La spiaggia di Whitesands Bay in Galles

La seconda parte del pellegrinaggio inizia dal Pembrokeshire e il sentiero gallese segue per lo più la strada costiera, con alcune deviazioni per visitare i luoghi sacri, come salire sulla scogliera di Fishguard e attraversare vari siti neolitici e un’antica croce prima di raggiungere il pozzo sacro di Llanwnda.

Proseguendo, il paesaggio è plasmato da scogliere intervallate da profonde insenature isolate: si cammina attorno a Strumble Head, suggestivo promontorio sul Mare d’Irlanda, per poi arrivare a Trefin, affascinante e storico villaggio con una piccola spiaggia di ciottoli e un antico mulino.

La tappa successiva è la spiaggia di Whitesands Bay, ampia distesa di sabbia bianca verso il remoto promontorio roccioso di St Davids Head, ideale per il surf. Qui spiccano una cappella in rovina del VI secolo e, alle spalle, la collina dove si narra che San Patrizio abbia sentito la “chiamata” a tornare in Irlanda.

Il termine del sentiero è il pozzo di San Non sulla scogliera fuori St Davids (Non era la madre di San David che fu violentata e poi abbandonata a partorire da sola, così narra la leggenda, sulla scogliera durante una tempesta).

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La Foresta di Białowieża, alla scoperta dell’oasi dei bisonti

Tra la Bielorussia e la Polonia, la Foresta di Białowieża è un’antichissima foresta vergine: migliaia di anni fa, si estendeva su tutta l’Europa, e oggi è considerata uno dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. La parte presente sul territorio polacco è protetta come parco nazionale, mentre in quello bielorusso la riserva copre 1.771 km². La zona di confine tra i due stati è chiusa ai turisti. Uno degli aspetti da conoscere è che è considerata un’oasi per i żubr, ovvero bisonti europei.

Foresta di Białowieża in Bielorussia, cosa sapere

Il patrimonio della foresta primordiale? Inestimabile: persino gli antichi Re polacchi ne ammiravano la bellezza e la potenza della natura sconfinata. Questo territorio ci porta alla scoperta di una foresta che ha assistito alla storia dell’uomo e dell’Europa: soprattutto, tra i boschi muschiosi, quasi impenetrabili, sembra di ritrovarsi in una di quelle favole che leggevamo da piccoli. L’area naturale della Foresta di Białowieża, che si suddivide, come abbiamo visto, tra la Bielorussia e la Polonia, si estende per circa 500mila ettari. Dal punto di vista della biodiversità, è un luogo unico al mondo.

Il Parco della Foresta di Białowieża si trova in Polonia, mentre nella parte bielorussa è possibile osservare diversi laboratori, tra cui una zona in cui i bisonti sono nel loro habitat naturale (sono stati reintrodotti nel 1929), e tra gli altri animali da vedere ci sono i cavalli allo stato quasi semi-selvaggio (konik), oltre a cinghiali, alci e animali indigeni. Alcune delle attrazioni da non perdere, invece, sono il museo regionale e il museo del Capodanno, oltre alla residenza di Dzied Maróz, ovvero “Nonno Gelo”, il Babbo Natale slavo. Se la parte polacca della foresta è visitata da circa 100mila turisti l’anno, sono molti meno, invece, quelli che si avventurano in Bielorussia.

L’antica foresta è l’oasi dei bisonti

Per comprendere l’importanza della Foresta di Białowieża, dobbiamo fare un punto importante: il bisonte europeo, fatta eccezione per le zone meridionali, era enormemente diffuso nel Vecchio Continente. Molte culture europee hanno testimoniato la presenza di questo animale lungo la storia: la specie andò incontro a un’estinzione piuttosto rapida a causa di due fattori, il primo dovuto al disboscamento (ricordi quando abbiamo detto che la foresta si estendeva per gran parte d’Europa?), il secondo per la caccia incontrollata.

La specie si è “salvata” dall’estinzione grazie a cinque mandrie di bisonti presenti nei giardini zoologici europei, fino a quando non è stata istituita la Società Europea per la Protezione del Bisonte, che ha in seguito reintrodotto i bisonti nel loro habitat naturale, ovvero la Foresta di Białowieża. Ci sono voluti anni per scongiurare (solo in parte, a dire il vero) il pericolo di estinzione.

Visitare il Parco Nazionale Belovezhskaya Pushcha in Bielorussia è sicuramente un regalo da farsi: una gita in giornata, per andare alla scoperta di un territorio antichissimo quanto potente, in cui la natura è sempre stata al centro di tutto. Oltretutto, qui sono presenti molti alberi secolari, con querce che superano i 500 anni: lungo i sentieri, ci si imbatte in abeti, pini, tigli e frassini.

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Escursione a Cajon del Maipo, cosa sapere (e le attività da non perdere per nessuna ragione)

Cajon del Maipo è uno dei luoghi più amati al mondo dagli escursionisti: questo canyon comprende il bacino superiore del fiume Maipo, oltre ai fiumi confluenti El Volcàn, Yeso e Colorado. Come destinazione turistica per escursionisti e campeggiatori, ci sono molte cose da sapere: prima di tutto, bisogna prenotare un tour, per un viaggio unico tra i villaggi tipici, dove è possibile osservare la riserva circondata dalle maestose montagne. I tour durano circa 10 ore – impegnano una giornata – e ciascuno offre attrazioni specifiche. Ti portiamo alla scoperta di Cajon del Maipo in Cile.

Cosa sapere prima di prenotare un’escursione a Cajon del Maipo

Cajon del Maipo è un canyon abbastanza stretto, ma il panorama è a dir poco pittoresco e mozzafiato: per chi vuole fuggire dalla frenesia di Santiago del Cile per un giorno, non possiamo non suggerire una visita in questa landa selvaggia, tra le cittadine di montagna. Il suggerimento che ti diamo per non perdere nulla è di prenotare l’escursione che più si addice ai tuoi interessi: per esempio, c’è la possibilità di andare alle sorgenti termali di Cajon del Maipo da Santiago del Cile.

L’aspetto più interessante del territorio è che offre delle opzioni su misura di tutti: da chi è amante del brivido e dell’avventura, fino a chi preferisce un’escursione più misurata. Tra fiumi e passi di montagna, le valli di Cajon del Maipo si trovano a un’ora dalla Capitale del Cile: ti attendono attività di rafting, escursionismo, alpinismo. Se ami gli sport all’aria aperta, è decisamente la gita in giornata da non perdere.

Cosa vedere a Cajon del Maipo

Iniziamo da El Morado National Monument: è un’area che comprende il canyon Rio Morales e le colline adiacenti: flora e fauna sono pronti a stupirti con specie vegetali ed esemplari di uccelli, ma ricorda che il parco è chiuso da maggio e settembre per le condizioni climatiche. Il periodo migliore per visitarlo è da dicembre a marzo.

San José de Maipo è uno di quei pittoreschi villaggi di montagna dove l’identità è forte: cultura, cucina locale, panorami immersi nella natura. Questa destinazione è particolarmente amata dai turisti per il cibo (tra cui le empanadas cotte nei forni di argilla) e la presenza di vigneti e birrifici.

El Yeso, invece, si trova nelle profondità di Cajon del Maipo: fare un’escursione ammirando le sue acque turchesi è un’opportunità da non perdere. Il sentiero non è difficile ed è adatto anche a coloro che non sono soliti fare trekking. Si può persino pescare, oppure fare un pic nic con tutta la famiglia. Si percorre la strada El Volcàn, passando per la città di San Gabriel: qui poi ci sarà ad attenderti il bacino di acqua cristallina e colline innevate. Un modo per connettersi con il Cile più “segreto” e autentico.

Le sorgenti termali del Cajon del Maipo rimangono una delle attrazioni più famose: il panorama è idilliaco, c’è la possibilità di rilassarsi e dimenticare qualsiasi stress o tensione, ed è possibile persino ammirare la cascata Velo de la Novia. Ovviamente, ti attende un pranzo cileno genuino, per scoprire i sapori del territorio.

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Idee per il weekend: le mete consigliate da SiViaggia

In cerca di ispirazione per il prossimo weekend? SiViaggia ha selezionato per voi quattro idee perfette per una fuga all’insegna di natura, arte e storia. Dalla Sardegna selvaggia, dove l’autunno svela i segreti millenari della civiltà nuragica, agli scenari incantati del lago di Como, con i suoi borghi pittoreschi, fino ai vigneti del Barbaresco, da esplorare sulle tracce dei romanzi di Beppe Fenoglio.

Se invece preferite un viaggio tra arte e cultura, Parma vi aspetta con un itinerario immersivo che vi porterà alla scoperta dei capolavori del Correggio, celebri in tutto il mondo. Ogni meta offre esperienze uniche per chi desidera scoprire luoghi autentici, lontani dalle solite rotte turistiche, ideali per un weekend ricco di emozioni.

In Barbagia tra antichi nuraghi

Nella Barbagia del Barigadu, l’autunno promette esperienze indimenticabili. Questo angolo autentico della Sardegna custodisce meraviglie, come il nuraghe Losa, uno dei meglio conservati e più importanti dell’isola, e il tempio a pozzo di Santa Cristina a Paulilatino, un capolavoro architettonico nuragico risalente a circa 3000 anni fa. Si tratta di testimonianze straordinarie della civiltà nuragica, che offrono un’immersione nella storia antica della Sardegna.

Per gli amanti della natura, l’area intorno al fiume Tirso e al lago Omodeo è ideale per escursioni a cavallo o a piedi. Dal punto ricreativo Sas Olias di Sedilo o dall’agriturismo Sa Tanchitta di Ula Tirso, è possibile organizzare passeggiate lungo sentieri che si inoltrano verso il lago Omodeo. Formato dalla diga Santa Chiara, e in seguito ampliato dalla diga Eleonora d’Arborea, questo specchio d’acqua custodisce veri e propri tesori sommersi come tombe di giganti, domus de janas, un insediamento prenuragico e persino una foresta fossile con alberi di 20 milioni di anni.

In autunno, quando il livello del lago si abbassa, riemerge la suggestiva “Casa del custode”, l’edificio che ospitava il capo della centrale della diga di Santa Chiara, ormai sommerso da anni. Questo fenomeno offre un’opportunità unica per ammirare un pezzo di storia nascosta e riflettere sul passato di questa terra affascinante.

Lago di Omodeo

Fonte: Ufficio stampa: Sardegna, il Cuore

Casa Custode Diga Santa Chiara sul Lago di Omodeo in Sardegna

Bellano, turismo slow sul lago di Como

Bellano, pittoresco comune affacciato sul lago di Como in provincia di Lecco recentemente entrato a far parte del circuito delle Cittaslow, è meta di un turismo lento, attratto soprattutto dall’Orrido di Bellano, una gola naturale formata 15 milioni di anni fa dall’erosione del torrente Pioverna e dal Ghiacciaio dell’Adda. Questo spettacolare canyon, con le sue gigantesche marmitte, tetri anfratti e suggestive spelonche, offre ai visitatori un’esperienza di visita altamente suggestiva grazie a un sistema di passerelle sospese che permettono di esplorare le alte pareti rocciose a picco sull’acqua in tutta sicurezza.

Un altro punto di interesse del paese è il Museo del Latte e della storia della Muggiasca (MUU), situato nella frazione di Vendrogno. Inaugurato nel 2008, è dedicato alla conservazione e alla valorizzazione delle tradizioni e della cultura materiale locale, con particolare attenzione alla lavorazione del latte. Ospitato negli spazi della ex-latteria turnaria, che per quasi un secolo ha servito la comunità nella trasformazione del latte, il MUU rappresenta un perfetto esempio di connubio tra economia locale e cultura.

Oltre all’itinerario sul latte, il museo propone quattro percorsi tematici che esplorano la vita rurale della Muggiasca: il bosco, i campi, il lavoro nella stalla, la casa e i lavori femminili di una volta, che consentono di immergersi nella storia e nelle tradizioni di un territorio che ha saputo mantenere intatta la sua autenticità.

Tra i vigneti del Barbaresco sulle orme del Partigiano Johnny

Le colline del Barbaresco, inserite nel sito Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, rappresentano una delle culle della produzione di vini di eccellenza italiani. In questo territorio nasce il Barbaresco, vino rosso a lungo invecchiamento, rinomato a livello internazionale per la sua qualità superiore. Oltre a essere amati per la loro bellezza naturale, questi paesaggi sono stati celebrati anche nella letteratura del Novecento, in particolare nei romanzi di Beppe Fenoglio, come “Il partigiano Johnny”, che descrive con grande vividezza le rocche a picco sul fiume Tanaro, simbolo di resistenza e mistero.

Oltre alla straordinaria produzione vinicola, il territorio offre itinerari suggestivi, come la Strada Romantica, un percorso di 130 km tra paesaggi mozzafiato e citazioni letterarie, e il trekking panoramico da Barbaresco a Neive, che attraversa filari di vigne ed è parte del celebre percorso “Bar to Bar”. Tra le attrazioni del borgo di Barbaresco spicca la maestosa torre medievale, simbolo riconoscibile delle Langhe, che domina il paesaggio circostante e il fiume Tanaro.

Anche Neive, riconosciuto tra “I borghi più belli d’Italia”, merita una visita per le sue stradine acciottolate e il suo ricco patrimonio architettonico, testimonianza di una storia secolare. Qui, nelle cantine del Municipio, si trova la storica Bottega dei Quattro Vini, fondata nel 1983, che continua a essere un punto di riferimento per la degustazione dei pregiati vini locali.

A Parma per i 500 anni della cupola del Correggio

Parma celebra i 500 anni della cupola affrescata da Antonio Allegri, meglio conosciuto come Correggio, nella Basilica di San Giovanni Evangelista con un innovativo itinerario multimediale. Dal 27 al 29 settembre, i visitatori possono vivere un’esperienza unica grazie al progetto “Correggio 500 anni dopo”, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma e il Monastero Benedettino di San Giovanni.

Il fulcro della celebrazione è l’installazione “Il Cielo per un istante in terra”, una riproduzione fotografica realizzata da Lucio Rossi, che permette di ammirare da vicino i dettagli degli affreschi della cupola, normalmente invisibili a occhio nudo. Questa straordinaria opera immersiva, allestita nel Refettorio del monastero, rivela particolari raffinati che Correggio ha dipinto pur sapendo che sarebbero stati impossibili da apprezzare dal basso, tra cui alcune porzioni riservate alla vista dei soli monaci.

Il percorso multimediale non si limita alla cupola: i visitatori potranno anche esplorare la celebre Camera della Badessa nel Monastero di San Paolo, arricchita da un’esperienza immersiva che racconta la storia e i significati degli affreschi. Il progetto offre, inoltre, l’opportunità di scoprire i grandiosi chiostri del Monastero di San Giovanni e la sua antica Biblioteca monastica, che conserva tesori inestimabili.

L’evento non è solo un omaggio all’arte del Rinascimento, ma anche un’occasione per valorizzare il patrimonio storico e culturale di Parma, rendendo accessibili capolavori spesso nascosti o difficilmente fruibili. Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte e della storia, che celebra il genio di Correggio attraverso tecnologie innovative e suggestive installazioni.

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Monte Bianco: dormire in un rifugio con la stanza tutta per sé a 3mila metri

Sul tetto d’Europa, fra le cime della montagna, con un tappeto di stelle e la natura vera, imperiosa e affascinante a fare da scenografia: siamo sul Monte Bianco in un rifugio in cui si può mangiare e dormire, dove si è circondati da una bellezza che sembra qui replicarsi all’infinito.

E, più precisamente, siamo nel Rifugio Torino, realizzato nei primi anni Cinquanta e poi successivamente sottoposto a lavori di ammodernamento nel 2015. Oggi è un luogo magico in cui fermarsi, per vivere un’esperienza immersiva nella montagna, da conservare negli occhi e, soprattutto, nel cuore. Lì su una delle cime più amate si può soggiornare in una camera privata con vista mozzafiato, oppure scegliere sistemazioni più grandi con stanze che possono ospitare anche gruppi di 4 e 16 persone.

Alla scoperta del rifugio sul Monte Bianco, tappa imperdibile per chi desidera conoscere da vicino il tetto d’Europa.

Il rifugio Torino sul Monte Bianco

Salire sul tetto d’Europa e circondarsi di natura: rocce, cielo e quella bellezza sorprendente che regala la montagna offrendo allo sguardo panorami che levano il fiato. Succede con il Rifugio Torino, che si trova sul massiccio del Monte Bianco a 3375 metri di altitudine.

Un luogo dal grande fascino in cui vengono coinvolti tutti i sensi: se la vista viene appagata da uno scenario di incomparabile bellezza, il gusto viene coccolato dai piatti che si possono assaggiare nel ristorante dove vengono servite pietanze gustose, autentiche e che arricchiscono l’esperienza. Ad esempio, si possono assaggiare valpeullenentze, salsiccia, polenta e spezzatino. Nel rifugio è presente anche un bar con birre artigianali, vini, ma anche prodotti per colazione e merenda, come cappuccini e torte fatte in casa.

Una favolosa terrazza panoramica, poi, permette alla vista di spaziare sulle vette che circondano il rifugio per godere della bellezza di essere lì tra cielo e rocce, a dominare l’infinito.

Monte Bianco il rifugio dall'alto

Fonte: iStock

Monte Bianco: da qui si gode di una vista favolosa

La stanza a 3375 metri d’altezza

Si chiama Camera 31 ed è un alloggio esclusivo all’interno del rifugio: pensata per due persone è una stanza in cui ci riposare comodamente ma – soprattutto – godere di un’esperienza preziosa. Infatti, la vista da qui spazia sulle vette del Grandes Jorasses, del Cervino, del Monte Rosa e del Gran Paradiso che, ammirate all’alba, sono uno spettacolo indimenticabile.

Comfort, un arredamento studiato, che restituisce una sensazione avvolgente e un ambiente tipico di montagna, ma senza dimenticare l’accessibilità: infatti la Camera 31 è adatta anche a ospiti con disabilità ed è perfetta per vivere momenti speciali e che resteranno per sempre tra i ricordi più belli.

Le altre camere del rifugio sul Monte Bianco

La Camera 31 non è l’unica che si trova all’interno del rifugio sul Monte Bianco; infatti, ci sono diverse sistemazioni che possono ospitare più persone: da quelle per 4, fino a spazi pensati per 16 persone. I bagni sono in comune e si trovano sui piani.

Gli ospiti vengono stimolati a un uso coscienzioso delle risorse idriche e al rispetto dell’ambiente circostante.

Come si raggiunge il rifugio sul Monte Bianco

Raggiungere il rifugio sul Monte Bianco è davvero semplice basta salire sul Skyway del Monte Bianco, da lì si arriva alla stazione di Punta Helbronner, dove due ascensori portano al rifugio a cui si accede percorrendo un tunnel di 150 metri. Al termine del percorso la splendida terrazza che regala una vista spettacolare, il ristorante, il bar e la possibilità di dormire nella struttura (è consigliata la prenotazione). Il rifugio Torino è un luogo indimenticabile, con una stanza privata per due per vivere il fascino selvaggio delle Alpi, ma con tutti i comfort.

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Tortuguero National Park, alla scoperta di un territorio selvaggio e naturale

Ti portiamo alla scoperta di un luogo magico al mondo, unico sotto molti aspetti: siamo in Costa Rica, esattamente nella Provincia di Limón. Il Tortuguero National Park, che si trova sulla costa caraibica, è un territorio che copre 76.937 ettari, ma non cadiamo nel tranello di credere di poterlo visitare tutto, perché solamente l’1% della superficie del parco è visitabile. Proprio così: tra canali, paludi e l’affaccio sul mare, possiamo recarci con un’imbarcazione: ecco cosa vedere al Tortuguero National Park, nei dintorni di San Josè.

Tortuguero National Park, cosa sapere prima di partire

Il Tortuguero National Park, che è stato istituito nel 1970, è il posto ideale per chi adora le tartarughe: lo scopo per cui è stato fondato, in effetti, è proprio questo, offrire una tutela aggiuntiva a una delle zone in cui nidifica la tartaruga verde. Oggi, qui nidificano anche le tartarughe liuto, embricata e comune.

Questo posto ricorda molto la selvaggia Amazzonia: lungo la discesa di acqua, c’è un’avventura che attende i turisti coraggiosi. Una fittissima rete di canali, corsi d’acqua, paludi, foresta pluviale: questa è una delle zone più piovose della Costa Rica, ed è il motivo per cui la biodiversità è tanto ricca. Il consiglio che diamo è di prenotare il viaggio per almeno 3 giorni in questo luogo, poiché è il modo migliore per non perdersi nulla. Il periodo ideale per visitarlo va da dicembre a maggio, ma ad agosto e settembre è possibile assistere alla nidificazione e alla schiusa delle uova di tartaruga: uno spettacolo che lascia senza fiato per la magia della natura, semplice quanto complessa.

Tortuguero National Park, le attività da non perdere: cosa fare e cosa vedere

Naturalmente, l’esperienza di visita al parco va fatta con una guida esperta, che di solito non ha troppi clienti alla volta: così abbiamo la possibilità di vivere la giornata ed esplorare il territorio godendoci ogni minuto. Il tour per osservare le tartarughe è l’attrazione principale, è vero: ogni anno quattro specie giungono fino a qui per la nidificazione di massa. I periodi cambiano in base alla specie, ma in genere vanno da marzo a metà ottobre.

Non può mancare una visita al Villaggio Tortuguero, che un tempo era un remoto villaggio di pescatori, tra piantagioni di cocco e cacao, e oggi è il punto nevralgico per la conservazione della zona. A Tortuguero non ci sono solo tartarughe, in ogni caso: è un luogo fantastico per il birdwatching (ci sono oltre 300 specie diverse di uccelli, tra cui falchi, gabbiani, gufi).

Per quanto riguarda le attività disponibili in ogni momento dell’anno, sono diverse, in realtà: c’è chi sceglie di fare un bel giro in canoa, o ancora prendere parte a un trekking, e infine di concedersi persino una camminata notturna. In questo paradiso remoto, da molti soprannominato come “l’Amazzonia della Costa Rica”, ti attende davvero un’avventura: kayak, escursionismo, birdwatching, pesca sportiva. E si pone molto l’accento sulla sostenibilità, perché le guide stesse cercano di organizzarsi per proporre esperienze educative e coinvolgenti ai turisti. Il posto ideale da vedere per chi si trova nei dintorni di San Josè.

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Viaggio in Alabama, su 25 nuovi straordinari itinerari

Nel 1974 il Presidente Nixon si dimetteva in seguito allo scandalo del Watergate e Lynyrd Skynyrd cantava “Sweet home Alabama”, criticando il razzismo degli stati americani del Sud. Il celebre brano country infatti non ha niente a che fare con la nostalgia per i cieli e i paesaggi suggestivi del posto ma, nonostante le sue contraddizioni e ombre del passato, questo angolo nel sud degli Stati Uniti ha il suo fascino e vale la pena visitarlo almeno una volta nella vita.

Il 2025 sarà l’Anno degli Itinerari, un’iniziativa che promuove ben 25 percorsi disponibili da Gennaio del prossimo anno per attraversare gli USA esplorando le varie anime che caratterizzano il continente. Un evento a Milano ha svelato in anteprima i primi tre della lista, invitando gli italiani ad ampliare i propri orizzonti fino a raggiungere luoghi iconici che celebrano la natura e il patrimonio artistico-culturale del profondo sud con le sue varie sfumature.

Alla scoperta dell’Alabama: primi itinerari consigliati

Il 2025 è un anno in cui si celebrano alcuni anniversari importanti oltreoceano come 60 anni della “Bloody Sunday” del 7 Marzo e della marcia da Selmba a Montgomery il 25 Marzo. Inoltre il 1° Dicembre ricorrono i 70 anni del boicottaggio di Rosa Parks. Pertanto un viaggio in Alabama si arricchisce di ricorrenze sicuramente tristi e violente, ma che è bene ricordare nella speranza che non si ripetano mai più.

Infatti, tra i primi itinerari consigliati sono stati promossi l’itinerario dei diritti civili, quello dei ristoranti storici e dei personaggi famosi che interesseranno posti come la Chiesa Battista che sorge sulla 16° strada a Birmingham, il ristorante Wintzell’s Oyster House attivo da 85 anni a Mobile, e il Rosa Parks Museum di Montgomery. L’itinerario dei diritti civili porterà i visitatori anche all’Edmund Pettus Bridge a Selma e il Dexter Avenue King Memorial Baptist Church a Montgomery, luoghi dove è ancora viva la memoria di lotta e resistenza in nome di un cambiamento.

Panorama Alabama

Fonte: 123RF

Tramonto su un ponte in Alabama

Provare la cucina locale

Come ogni viaggio che si rispetti, la curiosità di provare la cucina locale c’è e va soddisfatta. L’Alabama vanta alcuni ristoranti con una lunga tradizione come il Chris’ Hotdogs a Montgomery che è attivo da oltre un secolo. Tra i piatti tipici di questo stato del Sud si trovano il crawfish etouffèe ovvero uno stufato di gamberi di fiume servito con riso, il gumbo che è una zuppa a base di carne, frutti di mare o pesce gatto con verdura. Poi si può provare il bread pudding, ovvero un budino di pane dolce con una salsa di vaniglia e whiskey, e la jambalaya, simile alla paella. Se ricordate la passione di Forrest Gump per i gamberi è semplice collegare le cose.

Città e natura

Oltre alla storia, la cucina e la musica che definiscono il cuore e l’anima dell’Alabama, anche il paesaggio e le bellezze naturali non sono da sottovalutare. Lungo gli itinerari proposti si potranno esplorare le spiagge di Golf Stores e Orange Beach, le città di Montgomery e Mobile, Birmingham, Little River Canyon National Preserve, la valle degli alligatori, il Cathedral Caverns State Park. Tanti posti da vedere per conoscere meglio la cultura e l’anima dell’Alabama tra luci e ombre.

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Esiste una spiaggia caraibica a due passi da Milano. Ecco dov’è

Sabbia e ciottoli bianchi, l’acqua cristallina e che restituisce allo sguardo le tante sfumature di azzurro. E poi, intorno a noi, la natura che crea uno scenario spettacolare.

Al primo sguardo potrebbe sembrare di essere su una spiaggia caraibica, ma in realtà ci troviamo vicino a Milano, in provincia di Piacenza nella Val Trebbia. Un luogo da sogno che nulla ha da inviadiare a mete lontane: qui si possono fare bagni immersi in acque bellissime con, a fare da sfondo, il verde della natura e la bellezza selvaggia delle rocce.

A dominare dall’alto, poi, il suggestivo borgo medievale di Brugnello dalla cui chiesa si gode di una vista spettacolare sul fiume e su questa spiaggia e che, per questa ragione, le ha dato il nome. Tutto quello che c’è da sapere sulla spiaggia caraibica poco distante da Milano.

La Chiesetta, la spiaggia che ricorda i Caraibi

La conformazione e l’aspetto possono un po’ variare, ma questo non intacca per nulla il fascino di una spiaggia favolosa che si trova poco distante da Milano.

Non siamo al mare, ma nel cuore della Val Trebbia che ha fatto innamorare anche Hemingway dove – lungo l’omonimo fiume – si possono trovare piccole spiagge spettacolari. Come La Chiesetta che con i suoi colori ricorda i lidi di luoghi lontani: qui a dominare, infatti, sono l’azzurro sorprendente delle acque del fiume, in contrasto con il bianco della riva, circondata a sua volta dal verde lussureggiante della natura. Nei suoi pressi si trova la spiaggia naturista chiamata Spiaggia del Secchiello.

Uno scrigno di bellezza che si trova ai piedi del borgo medievale di Brugnello, vicino a Bobbio in provincia di Piacenza. Ma anche un luogo di relax, dove si può prendere il sole e fare un bagno immersi in uno scenario differente.

Le cose da fare qui sono tantissime, perché oltre a bagni e tintarella, si possono visitare i paesi nelle vicinanze o lasciarsi affascinare dalla natura circostante, magari con una bella camminata. La cosa importante – ovviamente – è sempre quella di rispettare l’ambiente circostante.

A guardare questa zona dall’alto si nota come il fiume faccia alcune curve che hanno dato vita a queste piccole spiagge dai colori meravigliosi e che sembrano voler replicare quelli di luoghi lontani. E anche in altre aree lungo il corso d’acqua si trovano altri posti bellissimi in cui rilassarsi e prendere il sole, come la spiaggia di Case Marchesi poco distante da Piacenza, oppure quella di Dorba, solo per citarne un paio.

Il Trebbia e le sue spiagge

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Lungo il fiume Trebbia ci sono diverse spiagge mravigliose come quella caraibica

Cosa fare vicino alla spiaggia caraibica

Oltre a una giornata di sole e relax vicino a Milano, questa zona in cui si trova la spiaggia caraibica regala molte altre cose che si possono fare.

Ad esempio, si può visitare Bobbio, che è poco distante e regala ai suoi visitatori tantissime bellezze che vale la pena visitare come – ad esempio – il Ponte Gobbo con la paurosa leggenda che narra sia stato realizzato dal Diavolo. Oppure l’antica abbazia di San Colombano che risale ai tempi più antichi e, ancora, il Castello Malaspina Dal Verme.

Bobbio località da visitare vicino alla spiaggia caraibica

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Bobbio è vicino alla spiaggia caraibica

Vale la pena fare un giro anche a Brugnello, che fa parte del comune di Corte Brugnatella e in cui si respira l’aria del passato con i suoi edifici medievali. Come se non bastasse, poi, da qui si gode di una vista impareggiabile.

Come raggiungere la spiaggia caraibica

Dista solamente 110 chilometri da Milano la spiaggia caraibica che si trova in Val Trebbia ed è il sito da raggiungere se si cerca un luogo di pace e bellezza.

Per raggiungerla si deve uscire a Piacenza Sud e proseguire verso Bobbio, fino a raggiungere Brugnello. Si deve poi percorrere un breve sentiero al termine del quale si spalanca d’innanzi ai nostri occhi la meraviglia della spiaggia caraibica di questo angolo della val Trebbia.

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Sulle pendici del Vulcano Arenal: una sentinella di fuoco in Costa Rica

Con i suoi 1670 metri di altitudine, il Vulcano Arena è una sorta di sentinella di magma e roccia che osserva alcuni dei più bei posti del Costa Rica. Sicuramente, è uno dei luoghi da vedere assolutamente quando si fa un viaggio da queste parti. Situato nel Parco Nazionale che prende il nome dal vulcano stesso, nella regione settentrionale del paese, l’Arenal è un’icona sia per i locali che per i turisti.

Chiunque ami la natura oppure ami mettere un po’ di attività outdoor nei propri viaggi può essere considerato il visitatore ideale dell’Arenal. Cosa bisogna sapere per visitare un luogo del genere, dove la natura si esprime sempre con grande forza? Ecco alcune informazioni e consigli per regalarti una giornata sulle pendici del Vulcano Arenal in Costa Rica.

Come raggiungere il Vulcano Arenal

Raggiungere il Vulcano Arenal, durante il tuo viaggio in Costa Rica, è relativamente semplice grazie sia alla sua popolarità che alla vicinanza di La Fortuna, una piccola città che è diventata il principale punto di accesso alle pendici del vulcano.

Se ti trovi a San José e hai noleggiato un’auto, arrivare nel Parco Nazionale del Vulcano Arenal sarà molto facile, anche se richiede una certa organizzazione per via delle distanze. La capitale, infatti, si trova a circa tre ore di strada. La distanza è di poco meno di 130 chilometri ma, da quelle parti, le strade sono spesso impegnative e richiedono tempi più dilatati per essere percorse in tutta sicurezza.

È consigliato, infatti, noleggiare un’auto 4×4 per arrivare fino a qui e munirsi di GPS e di mappe stradali. Sebbene le strade principali siano asfaltate e ben mantenute, alcune strade secondarie possono essere sterrate o in cattive condizioni, soprattutto durante la stagione delle piogge.

Se, invece, non noleggi l’auto e vuoi girare il Costa Rica con i mezzi pubblici, ci sono degli autobus che collegano San José in circa 5 ore di strada. Come puoi bene immaginare, è meglio progettare di restare a dormire nella zona del Vulcano per almeno un paio di giorni, in modo da goderti l’esperienza con più calma e tempo. A La Fortuna si trovano molte guesthouse e posadas aperte apposta per ospitare i viaggiatori che vogliono raggiungere le pendici dell’Arenal.

Molti turisti preferiscono utilizzare servizi di shuttle o trasferimenti privati, che offrono una più comoda opzione di trasporto. Questo tipo di trasporto viene prenotato e pagato in anticipo e consente anche di farsi prelevare al proprio alloggio a San José o in altre località e di farsi riportare lì, una volta finita l’avventura sul Vulcano. Ci sono molte compagnie che organizzano questo tipo di trasporto, con tanto di pernottamento, e che portano i viaggiatori dalle principali destinazioni turistiche del Costa Rica fino a qui.

Se stai pensando di visitare questa zona del Costa Rica, la cosa migliore sarebbe di dedicarle come minimo due giorni pieni, ai quali va aggiunto il tempo del viaggio per arrivare fino a qui. Questo vulcano ha generato un ambiente eccezionale, che dà possibilità da vendere a chi ama esplorare e che regala anche dei momenti di relax totalmente invidiabili. In poche parole, la zona dell’Arenal non è adatta a escursioni mordi-e-fuggi in giornata: con il giusto tempo a disposizione, quest’area sarà una gemma del tuo itinerario in Costa Rica.

Vista panoramica su lago e vulcano Arenal

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Il panorama sul Lago Arenal

La storia del Vulcano Arenal

L’Arenal è stato, per moltissimo tempo, ritenuto spento. Questo è accaduto perché non erano state registrate eruzioni per molto tempo. Questa convinzione si diffuse ampliamente da quando, nel 1937, si iniziarono a scalare le sue pendici, proprio con la convinzione che si trattasse di un vulcano estinto.

Nel 1968, successivamente a un grosso terremoto, l’Arenal si risvegliò, cambiando totalmente la prospettiva su tutto ciò che lo riguardava. L’eruzione fu di grande portata e distrusse i villaggi vicini di Tabacón e Pueblo Nuevo L’attività vulcanica intensa è proseguita per decenni, con regolari emissioni di lava e cenere.

Esso fa parte dell’ampia e importante cintura di vulcani attivi del Centro America ed è uno stratovulcano con una forma conica quasi perfetta, il che lo rende altamente ammirabile e fotografabile.

L’Arenal è stato uno dei vulcani più attivi del mondo fino al 2010, anno in cui è entrato in una fase di quiescenza. Anche se al momento il vulcano non sta eruttando, resta un punto di riferimento e di studio per i geologi che ne osservano l’attività giorno dopo giorno.

Alla fine degli Anni ’70, inoltre, è stato creato artificialmente il Lago Arenal, situato ai piedi del vulcano. Si tratta di un bacino idrico artificiale utilizzato per generare energia idroelettrica.

Come raggiungere il Vulcano Arenal

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Il profilo perfetto del Vulcano Arenal

Fare escursioni a piedi sul Vulcano Arenal

In condizioni di normalità – ovvero non quando c’è un’eruzione o quando i geologici avvisano di un’imminente attività – il Vulcano Arenal è un paradiso per chi ama camminare e fare escursioni. I sentieri che si possono percorrere, a diversi livelli di difficoltà, sono innumerevoli.

Il Sendero Coladas de Lava è uno dei più conosciuti e dove la maggior parte dei viaggiatori decide di camminare. Si tratta di un’escursione relativamente breve che conduce direttamente alle colate di lava dell’eruzione del 1992. Dalla zona delle colate, si può ammirare il Lago Arenal e tutta la zona circostante. Questo sentiero è lungo poco più di 2 chilometri ed è stato creato appositamente per avvicinare i viaggiatori all’ambiente del Vulcano, con facilità e sicurezza.

Il Sendero de los Tucanes, invece, unisce ambiente vulcanico a quello della foresta pluviale, tanto generosa in Costa Rica. Questo percorso offre la possibilità di osservare l’eterogenea e varia flora e fauna del Costa Rica, tra cui troverai anche i tucani, da cui prende il nome. Il Sendero de Tucanes è lungo circa 4 chilometri e resta uno dei percorsi meno impegnativi e adatto a tutti.

Il Sendero di Ceiba, invece, prende il nome da un enorme albero che si trova proprio nel punto finale del percorso. Si cammina per poco meno di 2 chilometri per trovarsi al cospetto di un qualcosa che è diventato un vero e proprio simbolo della vegetazione del Costa Rica.

La domanda ora sorge spontanea: con tutti questi sentieri dal carattere esplorativo, ce ne sono anche che portano fino alla vetta dell’Arenal? No. Sulla vetta non è concesso arrivare. L’attività del vulcano è sempre sotto controllo e la parte alta di questa montagna piena di lava è riservata solo ai geologi e ai ricercatori.

Al di là di questo, camminare nell’area del Vulcano Arenal è bello e possibile. La cosa importante è arrivare con la giusta attrezzatura e delle scarpe con delle suole in grado di affrontare le rocce vulcaniche. Se non vuoi avventurarti da solo lungo i sentieri, sappi che in zona troverai molte guide autorizzate ad accompagnare i viaggiatori in questo mondo naturale.

Le sorgenti naturali del Vulcano Arenal

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Le sorgenti naturali del Vulcano Arenal

Relax nelle sorgenti termali dell’Arenal

Grazie alla sua storia vulcanica, la zona di Arenal è famosa per le sue sorgenti termali naturali, ricche di minerali e perfette per il relax. Le sorgenti di Tabacón sono le più famose, ma ci sono molte altre opzioni, come quelle di Baldi e Ecotermales.

Queste sorgenti sono alimentate dalle acque riscaldate naturalmente dal calore geotermico del vulcano, che scorrono attraverso formazioni rocciose vulcaniche, creando piscine naturali immerse nella giungla tropicale. Queste piscine naturali, ovviamente, sono ad accesso libero, salvo dove espressamente vietato.

Tabacon, invece, si trova a circa 15 minuti da La Fortuna e lì troverai una vera e propria esperienza di benessere Made in Costarica da vivere. Ci sono delle piscine di diversa misura e con acqua a temperatura differente così come ci sono dei luoghi in cui sono state create delle vere e proprie cascata di acqua termale.

In zona di sono anche dei resort che offrono dei pacchetti di Day Spa da circa 80/100 dollari americani al giorno. Solitamente sono disponibili due turni: mattina e sera. Nel prezzo, salvo eccezioni, è compreso anche un pasto.

Zip line e passerelle al Vulcano Arenal

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Zip line e passerelle al Vulcano Arenal

Attività a contatto con la natura nei pressi dell’Arenal

La Natura è la vera e propria regina di un luogo come il Parco Nazionale del Vulcano Arenal. E non potrebbe essere altrimenti.

Molti viaggiatori scelgono di raggiungere le pendici del vulcano per dedicarsi ad attività di pura esplorazione naturale. Come il birdwatching, per esempio. Ma non solo: vengono organizzate delle vere e proprie escursioni per osservare molte specie endemiche nel loro ambiente naturale. Queste escursioni coprono spesso la lunghezza di tutta la giornata e richiedono di inoltrarsi nella foresta con una guida.

Passeggiare a cavallo è un’altra delle attività a contatto con la natura possibili in quel della zona dell’Arenal. Si tratta di un modo molto tranquillo e totalmente alla portata di tutti per scoprire quest’area del Costa Rica piena di fascino e bellezza.

Nell’area ci sono anche delle Zip Line per chi desidera sfrecciare volando attraverso la foresta. Decisamente una scelta adrenalinica, ma totalmente sicura, per entrare in contatto con la foresta pluviale e l’ambiente del parco nazionale e osservare il tutto da una prospettiva diversa. Oltre a questo, sono disponibili ponti e passerelle sospese per chi desidera camminare, letteralmente, tra la folta giungla costaricana.

Infine, anche il Lago Arenal è diventato un vero e proprio collettore di esperienze da fare in questa zona. Benché si tratti di un bacino artificiale, è possibile navigare le sue acque in barca, con un wirndsurf, con un kitesurf oppure le si può affrontare semplicemente nuotando. Il Lago è decisamente il posto più ricreativo e facilmente affrontabile di tutta l’area del Parco Nazionale del Vulcano Arenal. Lungo le sue rive non mancano di certo anche i luoghi in cui gustare il meglio della gastronomia del Costa Rica. In quest’area, si delizia la vista ma lo stomaco non resta di certo vuoto.

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Le gite da fare in giornata per stare all’aria aperta con la famiglia

Per staccare dalla routine quotidiana, non c’è niente di meglio che una gita in famiglia per ritrovare energia e serenità. L’Italia, con la sua infinita ricchezza di luoghi incantevoli, offre l’occasione perfetta per esplorare destinazioni straordinarie anche in una sola giornata.

Che siate appassionati di storia e arte, o preferiate perdervi tra paesaggi naturali mozzafiato, non mancano di certo le mete pronte a sorprendervi. Preparatevi a vivere momenti indimenticabili, capaci di unire grandi e piccini in un’esperienza unica e coinvolgente!

In Valle Adamè per ammirare le cime più maestose dell’Adamello

Gli amanti delle mete green e della fauna montana non possono non rimanere stregati da Valle Adamè, una delle zone più caratteristiche e incantevoli che abbracciano il massiccio dell’Adamello, a un’ora e mezza da Brescia.

Attraversata dal Torrente Poglia che scorre sinuoso tra le piane alluvionali e precipita in fragorose cascate cristalline lungo i gradini glaciali, rappresenta un vero e proprio capolavoro in cui la sapiente opera della natura si manifesta in tutta la sua imponenza, dalla maestosa seraccata che domina la testata della valle, fino alle cime rocciose che compongono le catene delle Levade e del Salarno. I segni delle antiche glaciazioni sono chiaramente visibili in ogni angolo, dalla tipica forma a ‘u’ della valle ai “coster” su cui si ergono i contrafforti montuosi.

Un prezioso spettacolo per gli occhi e per il cuore, dove si alternano cime rocciose, ghiacciai, fiumi e altre bellezze naturali tra cui fiori e cespugli di rododendro che in estate e primavera colorano l’intera valle, ideale per respirare aria sana, oltre a godere di una vista incredibile.

In Garfagnana, tra borghi, laghi e riserve naturali

Adatta per una gita di una giornata anche la Garfagnana, incastonata tra le Alpi Apuane e la catena principale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Non a caso, i punti di interesse sono davvero molti: tra fortezze, borghi, grotte e riserve naturali c’è soltanto l’imbarazzo della scelta.

Qualche esempio? Il Parco dell’Orecchiella, per fare un giro tra i suoi rifugi, oppure la Grotta del Vento, per scoprire le rocce calcaree, l’Eremo di Calomini, santuario grotta a strapiombo sulla vallata della Turrite, o il leggendario Ponte del Diavolo nelle vicinanze di Borgo a Mozzano.

Senza contare poi tutti i borghi toscani, sempre ricchi di fascino e storia, come Castelnuovo di Garfagnana, Bagni di Lucca, Barga e Coreglia Antelminelli. Per stare all’aria aperta, un’ottima scelta è anche il Lago di Vagli, sotto le cui acque si nasconde il suggestivo “paese fantasma” di Fabbriche di Carragine.

A Catinaccio, tra panorami e tramonti mozzafiato

Tra la Val di Tires in Alto Adige e la Val di Fassa in Trentino si nasconde una gemma poco conosciuta ma perfetta per gli amanti della natura e dell’avventura: il Catinaccio, fiabesca località che vanta un territorio incredibile con ben 10 cime, 11 rifugi, 10 passi e 5 vie ferrate, così da offrire agli escursionisti e agli appassionati di trekking un’esperienza diversa ogni giorno.

Immersa in un’atmosfera di pace e quiete, è altresì avvolta da un’aura leggendaria. Infatti, si narra che le montagne siano in realtà le rose incantate del giardino del re degli gnomi, Laurino, pietrificate ma che al tramonto riprendono vita tingendosi di rosa e rosso. Il Catinaccio è davvero un luogo magico, dove provare un contatto profondo con la natura incontaminata.

Caorle, borgo marinaro senza tempo

Caorle, Veneto

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Caorle, famosa località balneare veneta

Caorle, antico borgo dall’anima marinara lungo l’Alto Adriatico, è imperdibile per chi desidera immergersi in un mix di storia, natura, folclore e sapori autentici.

Ancora oggi, la tradizione della pesca scandisce le giornate: nel pomeriggio, le barche cariche di pesce fresco vi approdano per rifornire il mercato ittico e la cucina locale, ovviamente basata sui doni del mare, è una delizia da gustare con calma, ma solo dopo aver esplorato il pittoresco centro storico o la suggestiva Chiesa della Madonna dell’Angelo, un santuario che si erge su un promontorio roccioso affacciato sul mare.

Ma non è tutto: la vicina laguna di Caorle è un’area protetta ricca di fascino: qui si possono ancora ammirare le tipiche abitazioni in legno e canna dove un tempo vivevano i pescatori con le famiglie, un tuffo nel passato che rende la visita ancora più speciale.

Riva del Garda, la località perfetta per rigenerarsi

Riva del Garda, incastonata sulla sponda settentrionale del Lago di Garda, è la destinazione perfetta per chi desidera fare il pieno di energia e benessere, ma anche per ritrovarsi al cospetto di panorami difficili da descrivere a parole.

Qui, tra corsi di yoga, massaggi rigeneranti e attività di sport dolce, ogni occasione è quella giusta per ricaricare corpo e mente, il tutto plasmato dalla bellezza naturale del lago e delle montagne tutt’intorno. Le passeggiate lungo le sponde del lago o sui sentieri montani donano momenti di relax e avventura da condividere con tutta la famiglia.

Tra monti e lago, ecco la bellezza della Conca dell’Aviolo

Nel cuore ell’Alta Val Paghera, la Conca dell’Aviolo è uno dei gioielli più affascinanti della provincia di Brescia e del massiccio dell’Adamello.

Tale angolo pittoresco regala innumerevoli percorsi per chi desidera esplorare la sua straordinaria bellezza. Il lago Aviolo, con le sue acque cristalline, è la tappa da mettere in lista per una pausa rilassante, magari mentre si osservano i camosci che popolano le vette.

Ma la Conca dell’Aviolo custodisce anche un’importante testimonianza storica: poco sotto il rifugio spicca un’area fortificata con trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale, in particolare alla Guerra Bianca, il conflitto alpino. Un’opportunità unica per gli appassionati di storia e montagna, che qui trovano un connubio perfetto tra natura e memoria storica.

Nel regno delle Dolomiti per scoprire lo Stelvio

Stelvio

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Magnifico Passo dello Stelvio

Raggiungere lo Stelvio, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è un’esperienza che ripaga appieno ogni chilometro percorso lungo la spettacolare strada panoramica: l’aria pura sembra avvolgervi, invitandovi a respirare profondamente e a lasciare andare ogni pensiero.

Il Parco Nazionale dello Stelvio offre un’ampia scelta di sentieri, ideali anche per i più piccoli. Inoltre, ogni giorno si possono vivere momenti unici partecipando a laboratori interattivi, visite guidate e molte altre attività pensate per avvicinare grandi e piccini alla natura. È un’occasione preziosa per scoprire il territorio e ammirarne le meraviglie, in un contesto idilliaco.

Gita a tutta fantasia al parco di Bomarzo

Se desiderate trascorrere una giornata fuori dall’ordinario con la famiglia dirigetevi verso Bomarzo, in provincia di Viterbo, e visitate il curioso Parco dei Mostri, incantevole giardino le antiche sculture in basalto, sparse tra il verde, narrano storie di tempi lontani.

È un luogo affascinante e surreale, dove creature mitologiche, divinità e mostri fantastici prendono forma nella pietra, regalando a chi lo visita un viaggio magico attraverso leggende e simbolismi. Il top per chi cerca una meta originale, capace di stupire.

Tra architettura e natura: Rovigo e il Delta del Po

Siete appassionati di arte e cultura? Allora scegliete Rovigo dove, ogni anno, i musei si animano con mostre d’arte e fotografia e le strade del centro storico, con le loro antiche porte, chiese e monumenti, nascondono tesori che meritano di essere scoperti passo dopo passo.

Ma la città non è l’unico richiamo: a breve distanza si estende il meraviglioso Delta del Po, che ha ispirato grandi registi come Antonioni, Rossellini, Avati e Mazzacurati e che, con i suoi paesaggi sconfinati, è ideale per essere esplorato con escursioni in barca, alla scoperta della fauna autoctona e delle case rurali che raccontano la storia del territorio. Per rendere l’esperienza ancora più indimenticabile, attendete l’ora del tramonto, quando i colori del cielo dipingono la natura di tonalità calde e avvolgenti: la magia è assicurata.

La Cascata delle Marmore, un vero spettacolo della natura

Cascata delle Marmore, Umbria

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Le spettacolari Cascata delle Marmore

A pochi chilometri da Terni, la Cascata delle Marmore, una delle meraviglie naturali più celebri d’Italia e la cascata più alta d’Europa, è perfetta per fuggire dalla routine e svagarsi a contatto con la lussureggiante vegetazione del parco naturale.

Passeggiando lungo i sentieri, avrete la possibilità di ammirare non solo lo spettacolo maestoso delle acque, ma anche di scorgere le tracce di antiche civiltà grazie ai resti archeologici e industriali, nonché opere idrauliche che testimoniano il profondo legame tra l’uomo e l’ambiente circostante.

In Valtellina, all’aria aperta tra i vigneti

Infine, un’altra idea per una giornata originale è la visita ai vigneti della Valtellina, dove l’arte vitivinicola si sposa con panorami unici.

I terrazzamenti che caratterizzano la splendida valle alpina si estendono per chilometri e danno vita a un paesaggio incantevole che sembra non avere fine. Qui, nelle cantine più rinomate, vengono organizzate visite guidate per vedere da vicino come nasce il pregiato “Valtellina Superiore“.

Ad esempio, luoghi come Carmine di Poggiridenti e Calvario, a Tresivio, propongono un’immersione totale nei segreti della produzione vinicola, permettendo di assaporare la storia e la tradizione di queste terre. Dopo aver apprezzato i sapori locali, perché non approfittarne per una passeggiata rigenerante tra le montagne tutt’intorno, dove la natura diventa il perfetto sfondo per una pausa di relax e benessere? Una fuga in famiglia tra vigneti e montagne, che unisce il piacere del buon vino alla bellezza incontaminata del paesaggio valtellinese.