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Viterbo, guida e itinerari alla scoperta della città della Tuscia

La città di Viterbo sorge nel Nord del Lazio e, più precisamente, in una zona che, per l’appunto, viene chiamata Tuscia Viterbese. È una città antica, molto probabilmente di origini etrusche, che affascina tutti i suoi visitatori per la presenza di preziosi vicoli, monumenti di varie epoche, casette in pietra e per i dintorni ricchi di natura e luoghi di interesse da non perdere. Scopriamo insieme cosa visitare in questo gioiello del Lazio.

Viterbo, informazioni utili

Posta a circa 320 metri sul livello del mare, Viterbo è una città di arte e di cultura ma anche di natura: prende vita a ridosso dei Monti Cimini e tra il Lago di Bolsena e quello di Vico (a poca distanza c’è pure il mare). Il suo centro storico è un piccolo capolavoro, talmente tanto ben conservato che pare catapultare direttamente nel Medioevo.

La sua è una storia antichissima e che fonda le radici ai tempi degli Etruschi, che qui hanno lasciato numerose tracce, alcune visibili nel Museo cittadino e altre in giro per la città e nelle zone circostanti. Nel corso dei secoli è stata anche una realtà ricca e potente, tanto che tra il 1200 e il 1300 controllava quasi 50 castelli e divenne persino la sede preferita di molti papi. Non vi sorprenderà sapere, quindi, che uno dei suoi appellativi è “Città dei Papi”.

Una piccola curiosità: è proprio a Viterbo che nacque la parola “conclave” e per un fatto molto curioso. Tale termine, infatti, deriva dal latino cum clave, cioè “(chiuso) con la chiave” o “sottochiave”, e fu utilizzato a causa delle divergenze dell’epoca tra i cardinali che dovevano eleggere il successore di papa Clemente IV: il popolo viterbese, esasperato dalla situazione, decise di rinchiudere tutti all’interno del palazzo (clausi cum clave) finché non si fosse trovato un accordo, arrivando a scoperchiare il tetto e a razionare i rifornimenti di cibo per i religiosi.

Ma non è di certo finita qui, perché Viterbo è anche città termale e detentrice di una delle delle feste tradizionali più belle del nostro Paese e più emozionanti del mondo intero: la Macchina di Santa Rosa.

Viterbo, Lazio

Fonte: iStock

Veduta di Viterbo

Cosa vedere nel centro storico di Viterbo

Una visita a Viterbo non può che partire dal suo affascinante centro storico, pieno di torri, fontane e palazzi che allietano, passo dopo passo, il visitatore. E poi ci sono le architetture tipiche del Medioevo, gli scorci mozzafiato e tanti piccoli punti di interesse racchiusi in una cinta muraria perfettamente conservata e che si estende per circa 4 chilometri.

Chiesa di San Sisto

Entrando dall’imponente Porta Romana, la prima cosa da visitare a Viterbo è l’affascinante Chiesa di San Sisto. È una delle più antiche della città e offre un interno che riempie di stupore tanto che Andrè Maurel, autore francese, nel suo “Petites villes d’Italie” del 1911 ne parlò come di “una chiesa che possiede solo la propria meraviglia”. Straordinario, per esempio, è l’altare che sorge sulla cima di una lunga scalinata.

Piazza Fontana Grande

Piazza Fontana Grande ha questo nome perché proprio qui si fa spazio un’importante fontana antica. È una delle tante che impreziosiscono la città, ma senza ombra di dubbio è una meraviglia. Realizzata da Pietro e Bertoldo di Giovanni, si distingue per essere rialzata da una gradinata rispetto al piano stradale e per una prima vasca a croce greca sui cui innalza una colonna che sorregge due tazze sovrapposte e un elegante pinnacolo.

Piazza del Plebiscito

I viterbesi la chiamano Piazza del Comune, ma qualunque sia l’appellativo scelto non rimarrete di certo delusi. Come dice il nome, qui è oggi concentrato centro politico e amministrativo della città che ha sede in edifici storici che lasciano senza fiato. Uno di questi è il Palazzo del Podestà con la sua lunghissima torre, mentre l’altro è il Palazzo dei Priori che una volta varcata la sua soglia regala scorci emozionanti, una fontana del 1600 con una palma sorretta da due leoni, una cappella con grandi affreschi e sale piene di opere preziose.

Piazza del Gesù

Piazza del Gesù è piccolina, ma permette di ammirare un angolo cittadino davvero incredibile. Proprio qui, infatti, svettano nei cieli la Chiesa di San Silvestro (detta del Gesù), dotata di un campanile a vela, la Fontana di Piazza del Gesù e una delle numerosissime torri di Viterbo, la Torre detta del Borgognone risalente al XIII secolo.

Piazza del Gesù, Viterbo

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Uno scorcio di Piazza del Gesù

Piazza della Morte

Il nome, Piazza della Morte, potrebbe risultare un po’ oscuro ma nei fatti si tratta di un angolo della città pieno di luce e di piccole meraviglie da visitare. Il nome deriva dal fatto che proprio qui, verso il  XVI secolo, all’interno della chiesa di San Tommaso – oggi non più esistente – venne ospitata la Confraternita dell’Orazione e della Morte. Tra le cose da non perdere vi consigliamo la bella fontana tipica viterbese al centro della piazza e Viterbo Sotterranea, un reticolo di gallerie che si estendono sotto il centro storico.

Polo Monumentale Colle Del Duomo

Il Polo Monumentale Colle Del Duomo, ovvero Piazza San Lorenzo con le sue meraviglie, è probabilmente uno degli angoli più straordinari di tutta la città. È proprio da queste parti, infatti, che prendono vita il Palazzo dei Papi, più importante monumento storico e vero simbolo cittadino, e la straordinaria Cattedrale di San Lorenzo, ovvero il Duomo di Viterbo, con un’imponente struttura romanica risalente al XII secolo e le spoglie mortali di Papa Alessandro IV.

Il quartiere di San Pellegrino

Visitare il quartiere di San Pellegrino di Viterbo vuol dire camminare in un vero capolavoro antico: è uno dei quartieri medievali meglio conservati d’Italia. Qui è praticamente impossibile non rimanere incantati da torri, vicoli, archi, piazzette, strade tortuose e caratteristici profferli, quindi delle peculiari scale esterne che creano un’incredibile armonia. Vi basti sapere che viene considerato unicum nel panorama mondiale dell’arte.

Quartiere di San Pellegrino; Viterbo

Fonte: iStock

La piazza principale del quartiere di San Pellegrino

Valle Faul

Valle Faul è un grande giardino, un notevole parcheggio gratuito e un luogo da dove ammirare Viterbo da un punto di vista più che privilegiato: da una parte si può scorgere il complesso papale, la loggia dei Papi e il dismesso Ospedale Grande degli Infermi, dall’altra l’imponente Chiesa della Trinità dei Pellegrini – che vi consigliamo assolutamente di visitare. Ma non è tutto, perché qui si trova anche un’opera ciclopica dello scultore americano Seward Johnson che prende il nome di “Awakening”, ovvero “Risveglio.

Piazza Giuseppe Verdi

I viterbesi hanno un nome affettuoso anche per Piazza Giuseppe Verdi, vale a dire Piazza del Teatro. Il motivo è molto semplice: proprio qui si fa spazio il Teatro del’Unione, nel quale si svolgono stagioni di musica lirica e concerti, pieno di pilastri ed archi a tutto sesto e con un interno assolutamente affascinante.

Chiesa di Santa Rosa

Santa Rosa (insieme a San Lorenzo) è patrona della città e a lei è dedicata la festa del 3 settembre e anche una bellissima chiesa. L’edifico religioso, l’annesso monastero e la vicina casa dove è nata la Santa sono un grande centro di spiritualità per tutta la città. Al suoi interno, inoltre, è conservata l’urna con il corpo delle giovane ragazza.

Piazza della Rocca

Piazza della Rocca è così chiamata per via della presenza della Rrocca Albornoz, monumento concepito come fortezza. Bellissimi sono è il Palazzo Grandori, progettato dall’architetto Luigi Grandori; la Fontana della Rocca, monumentale e formata da due coppe sovrapposte; Porta Fiorentina, una delle 13 porte della cinta muraria della città.

I musei di Viterbo

Viterbo si rivela una meta ideale anche per gli amanti della cultura, che qui possono scoprire storia e tradizioni in diversi musei:

  • Museo Civico di Viterbo: si trova nel convento della Chiesa di Santa Maria della Verità ed è ricco di sarcofagi del III sec a.C., di reperti archeologici di varie epoche e di opere di artisti illustri;
  • Museo Colle del Duomo: vanta tre differenti sezioni che ospitano manufatti, opere ed oggetti sacri;
  • Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa: si sviluppa su due piani e vi sono esposti alcuni modellini delle Macchine di Santa Rosa (dal 1690 fino ai giorni nostri) e anche proiezioni dei filmati dei trasporti delle macchine avvenuti nel corso degli anni;
  • Museo della Casa di Santa Rosa: con paramenti ed arredi sacri, ex-voto dipinti su tela, su tavoletta o in forma di bozzetti, raffiguranti la vita di Santa Rosa;
  • Museo della Ceramica della Tuscia: contiene circa 200 reperti medievali e rinascimentali di particolare interesse. Unico in Italia è il corredo di una spezieria viterbese databile alla fine del Quattrocento;
  • Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz: per un vero e proprio viaggio in epoca etrusca, poiché particolare attenzione è rivolta alla ricostruzione della vita quotidiana di questo antico popolo;
  • Museo Storico dei Cavalieri Templari: ricco di teche espositive con molti elementi originali, plastici rifiniti nei minimi dettagli, riproduzioni fedeli di cimeli del tempo e molto altro ancora;
  • Sala Museale dell’Aviazione dell’Esercito: con alcuni velivoli storici ed un percorso guidato attraverso 5 sale principali e tre spot tematici.
Piazza San Lorenzo, Viterbo

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La bellissima Piazza San Lorenzo

I siti archeologici di Viterbo

Viterbo, frazioni e località offrono davvero numerosi spunti interessanti per coloro che vogliono “camminare” nella storia. A pochissima distanza dalla città, per esempio, sorge la magnifica Ferento che ancora oggi conserva interessanti vestigia di epoca etrusca, romana e medievale, e un teatro romano in buono stato di conservazione nel quale si svolgono ancora  spettacoli teatrali e musicali estivi.

Molto interessanti sono anche la Necropoli di Castel d’Asso, la prima a essere scoperta e probabilmente la più vasta della zona e la Necropoli di Norchia, sito archeologico preistorico, etrusco, romano e medievale.

Viterbo, città termale

Viterbo non è grande, eppure non ha nulla da invidiare a tantissime altre realtà del mondo ben più estese di lei: è persino una città termale. Sono numerose le sorgenti termali naturali che sgorgano nella zona, conosciute fin dall’antichità e molto apprezzate persino dai Papi.

Le proprietà delle acque termali sono notevoli, come per esempio effetti benefici per la pelle e per la circolazione. Diversi sono invece gli stabilimenti termali: Terme dei Papi, Terme Salus, Tuscia Terme, Therma Oasi e poi ci sono le terme libere del Bagnaccio (attualmente chiuse) e del Bullicame.

Gli eventi da non perdere a Viterbo

Come vi abbiamo accennato, Viterbo è una città antichissima a ricca di tradizioni. Durante l’anno sono tantissimi gli appuntamenti che animano la città e che richiamano turisti che provengono da ogni parte del mondo. Noi di SiViaggia ne abbiamo selezionati tre che sono davvero imperdibili.

Macchina di Santa Rosa

Non si può die Viterbo senza esclamare con fierezza “Macchina di Santa Rosa” (e viceversa) perché sono un tutt’uno. Si tratta di una magica festa tradizionale che va in scena in più giornate ma che vede il picco massimo il 3 settembre, ovvero la sera del trasporto della Macchina di Santa Rosa.

Si tratta di una sorta di campanile illuminato da fiaccole e luci elettriche che viene portato a spalla da 100 uomini – chiamati Facchini di Santa Rosa – tra le viuzze in saliscendi e strette della città. Alta circa trenta metri, pesa più o meno cinquantuno quintali e rievoca simbolicamente la traslazione della salma di Santa Rosa, avvenuta nel 1258. Una festa davvero emozionante, tanto che nel 2013  è stata inclusa nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità nell’ambito della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

San Pellegrino in Fiore

Un altro appuntamento molto sentito dai viterbesi e dai turisti è San Pellegrino in Fiore, un evento che si svolge tra fine aprile e inizio maggio e che vede le vie e le piazze del centro ornate dai fiori e delle piante più belle: il visitatore può scoprire la città compiendo un itinerario che racconta la storia, l’arte e l’architettura locale, ammirando fiori alle finestre, sui balconi, sotto i portici, nelle vie e nelle piazzette, nei vicoli e intorno alle fontane “a fuso”.

La Calza della Befana più lunga del mondo

Con si suoi 52 metri la Calza della Befana di Viterbo è la più lunga del mondo. Viene trasportata da 100 befane nel centro storico insieme all’ausilio di Fiat 500, rendendo i giorni dell’Epifania davvero unici e speciali.

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Grenoble: cosa vedere della cittadina francese

In Francia si trova una città affascinante e dinamica, ai piedi delle Alpi e nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi, dove si incontrano i fiumi Drac e Isère. Si tratta della città di Grenoble, una delle città più pianeggianti d’Europa, ma circondata da maestose montagne che offrono un panorama mozzafiato. È una cittadina ricca di storia, caratterizzata da una vivace scena culturale ed una forte connessione con la natura, che la rendono la destinazione perfetta per chi è alla ricerca di una vacanza che combina cultura, avventura e, soprattutto, relax. Una città che va visitata a piedi e con lentezza, ammirando ogni sua attrazione.

Cosa vedere a Grenoble?

La Bastiglia di Grenoble ed il Téléphérique

Uno dei luoghi più iconici della città francese e che, senza dubbio, rientra fra le prime attrazioni assolutamente da scoprire a Grenoble, è la Bastiglia. Una fortezza del Diciannovesimo secolo, costruita in antichità per proteggere la città ed i suoi cittadini e che si trova su una collina a 476 metri di altezza. Da qui i visitatori possono godere di una delle viste più spettacolari sulla città e sulle montagne circostanti. Per raggiungere la cima di questa collina, è possibile utilizzare la famosa e suggestiva funivia Grenoble-Bastille, che fu inaugurata nel lontano 1934 e che rappresenta la scelta giusta per tutti quei visitatori che vogliono vivere un’esperienza indimenticabile durante la salita, ammirando il paesaggio.

Una volta arrivati a destinazione alla Bastiglia, i turisti possono esplorare la fortezza, ma anche partire alla scoperta di numerosi sentieri escursionistici attraverso boschi e montagne. Gli appassionati di trekking, qui possono trovare percorsi dai vari livelli di difficoltà che consentono di esplorare l’area a piedi, a stretto contatto con la natura.

La famosa funivia Grenoble-Bastille di notte, che dal centro della città porta sulla collina della Bastiglia

Fonte: iStock

La funivia Grenoble-Bastille, attrazione turistica di Grenoble

Arte e cultura: i musei da non perdere

La città francese di Grenoble è una località culturalmente vivace, con una vasta e ampia offerta museale. Il museo di Grenoble è uno fra i più rinomati della Francia, probabilmente meno conosciuto rispetto ai più famosi musei di Parigi, ed ospita al suo interno una ricca collezione che spazia dall’arte antica a quella contemporanea. Per gli appassionati di arte, qui è possibile ammirare opere di famosi artisti di fama mondiale, come Picasso, Matisse e Chagall.

Inoltre, per chi desidera approfondire la storia locale di Grenoble, il museo Stendhal è qualcosa di unico, da non perdere. Il museo è stato dedicato allo scrittore Henry Beyle, noto con il nome di Stendhal, ed è ospitato all’interno della casa del nonno paterno, abitazione della sua infanzia. La visita a questo museo permette di immergersi nella vita di Stendhal e di comprendere tutto il contesto che ha influenzato le sue opere più famose.

Il centro storico di Grenoble

Durante una della città, sicuramente non si può ignorare il centro storico di Grenoble, caratterizzato da strette vie e vicoli pittoreschi e suggestivi, che invitano i visitatori a perdersi e a scoprirne gli angoli più nascosti. Una delle attrazioni principali che è facilmente raggiungibile a piedi è la Cattedrale di Notre Dame di Grenoble, un capolavoro architettonico in stile romanico e gotico. Questa struttura così importante per Grenoble ha la caratteristica di presentare una stratificazione storica ed artistica, grazie a numerosi interventi di ristrutturazione subiti e che raccontano, in un certo senso, la sua storia.

Proseguendo a piedi nel centro storico, ci si trova di fronte ad una delle piazze più eleganti della città, ovvero la piazza Saint-André, dove è possibile ammirare il palazzo del Parlamento del Delfinato, che un tempo ospitava la corte civile della regione, oggi monumento storico. Tra le altre cose, i visitatori non possono assolutamente perdere Rue Jean-Jacques Rousseau, dove si trovano numerose botteghe artigiane, caffetterie storiche e antichi e suggestivi cortili interni nascosti.

Relax nei parchi verdi della città

Durante la visita in questi meravigliosa città ai piedi delle Alpi Francesi non è difficile imbattersi in vasti e numerosi spazi verdi, luoghi dove i visitatori possono rilassarsi e praticare attività all’aperto. Uno fra tutti il Jardin de Ville, che si trova nel cuore della città francese e che rappresenta un’oasi di pace dove gli abitanti di Grenoble si recano per rilassarsi e fare attività all’aperto. Questo parco, circondato da alberi secolari e numerosi fiori colorati, diventa in estate teatro di eventi e concerti all’aperto.

Un altro parco cittadino di grande bellezza è sicuramente il Jardin des Dauphins, un parco che si trova ai piedi della Bastiglia, in collina, e che si estende per oltre 30 ettari, offrendo sentieri panoramici perfetti per una passeggiata in mezzo alla natura e lontano dal caos cittadino. Qui gli amanti della fotografia potranno trovare il luogo adatto per uno scatto incantevole sulla città e sulle montagne circostanti.

Infine, per gli amanti della storia, il parco Paul Mistral rappresenta il luogo ideale. Si tratta di un ampio spazio verde che ospita la Torre Perret, ovvero una torre in cemento armato che venne costruita nel lontano 1925, quando a Grenoble si tenne l’Esposizione Internazionale dell’energia idroelettrica e del turismo, e che oggi rappresenta del patrimonio architettonico della città.

Veduta aerea della città francese di Grenoble, con montagne francesi sullo sfondo

Fonte: iStock

Veduta aerea della città di Grenoble, in Francia

Cosa fare a Grenoble e dintorni?

Grazie alla sua posizione decisamente privilegiata, incastonata fra le montagne, la città di Grenoble rappresenta il punto di partenza per chi ama fare sport ed attività all’aria aperta. Soprattutto durante l’inverno, da qui gli appassionati di sci possono raggiungere facilmente le località sciistiche più famose delle Alpi, come la famosa località Les Deux Alpes o Alpe d’Huez, entrambe non molto lontane da Grenoble, con piste per sciatori di tutti i livelli.

In estate, invece, la città si trasforma in un paradiso per gli amanti di trekking ed hiking. I sentieri che attraversano il parco naturale della Chartreuse, ad esempio, sono cammini molto apprezzati per la loro bellezza paesaggistica. Qui, infatti, è possibili scegliere fra diversi percorsi immersi nella natura, dalle passeggiate più tranquille a quelle più impegnative. Inoltre, Grenoble è attraversata da una fitta rete di piste ciclabili, ben sviluppata, che permette di esplorare la città in modo sostenibile e salutare.

Grenoble è una città che sa sorprendere, ricca di storia, che sa ammaliare i suoi visitatori grazie alle sua attrazioni ed al paesaggio suggestivo che la circonda. Una meta forse lontana dal turismo di massa, ma che rappresenta sicuramente una destinazione da non perdere.

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Tutte le zone d’Italia dove andare a funghi

Quando arriva la stagione autunnale gli amanti dei funghi sono pronti a partire a caccia nelle varie zone consigliate per la raccolta. In Italia ci sono vari posti in ogni regione dove poter mettersi sulle tracce di questi frutti dei boschi per poi gustarli in vari modi. I funghi sono un ottimo condimento per un primo piatto, ma anche per un secondo di carne e come contorno in solitaria. Chi ama il trekking e le passeggiate immerso nella natura, potrebbe unire le due attività e tornare a casa con un prezioso bottino gastronomico. Ma dove andare per raccogliere funghi lungo lo stivale? Ecco alcuni posti che i ricercatori di funghi conoscono bene e dove vale la pena fare un salto.

Lazio

Le zone del Terminillo, Filettino, Parco dei Monti Simbruini e la Valgranara sono i luoghi della regione Lazio dove è possibile raccogliere funghi. Ma anche l’Alta Valle del Velino, in provincia di Rieti, merita una menzione speciale.

Campania

I boschi campani custodiscono anche funghi, oltre ai tartufi di Laceno in Irpinia. Non è possibile raccoglierne più di 3kg a persona ogni giorno e si deve pulire il fungo sul posto prima di portare via il bottino.

Basilicata

I sentieri intorno a Potenza e Aliano offrono boschi ideali per andare per funghi.

Funghi

Fonte: 123RF

Funghi in Italia

Molise

Per raccogliere i funghi in Molise basta andare sui Monti della Meta, al Parco del Matese o a Sannio.

Piemonte

In Piemonte se volete raccogliere funghi potete dirigervi al Castello di Masino, un bene del Fai dove si trovano tantissimi porcini. Con l’occasione di fare una bella passeggiata nella natura e godersi paesaggi suggestivi, si possono portare a casa alcuni funghi di qualità. In particolare le zone migliori sono il Canavese e il cuneese con Val Casotto.

Valle d’Aosta

La Valle D’Aosta è un paradiso per i fungaioli, soprattutto grazie ai boschi di La Thuile che sono ricchi di funghi porcini e finferli. Nei dintorni delle cascate del Lutor è possibile imbattersi in qualcosa di interessante, oltre a godersi il paesaggio suggestivo mano a mano che ci si addentra tra le conifere. In questa regione si può raccogliere anche al Parco Nazionale del Gran Paradiso, anche se è meglio controllare le regole che prevedono una quantità giornaliera non superiore a 1kg a persona per la raccolta di funghi.

Trentino Alto Adige

All’interno del Parco Naturale dell’Adamello si possono esplorare l’Altopiano della Paganella e il Lago di Molveno se si è alla ricerca di funghi in Trentino. In questa regione le varietà che si trovano solitamente sono gallinacci, prataioli e porcini, numerosi anche nella Val di Sole, Val Rendena, Val di Fiamme e Val di Non. Inoltre nella provincia di Trento è possibile raccogliere ben 2 kg di funghi al giorno, ma non dalle 19 alle 7 del giorno dopo.

Veneto

Le montagne venete sono ricche di funghi, basta organizzare una passeggiata nei boschi del Cadore, nella Val fiorentina del Cansiglio o sull’Altopiano di Asiago e, oltre a godere di panorami mozzafiato, potrete raccogliere tante specie diverse.

Friuli Venezia Giulia

Tarvisiano e le valli di Tolmezzo sono i posti più famosi per raccogliere funghi in Friuli Venezia Giulia, però serve un’autorizzazione precisa per poterlo fare. Infatti è richiesta una quota a seconda della zona di raccolta per poter prendere i funghi e portarli via con se.

Lombardia

Non molto distante da Milano ci sono diversi posti per raccogliere funghi in Lombardia, come il Parco delle Groane, la Val Brembana, l’Alta Brianza, l’area tra Milano e Pavia e la Bassa Valtellina. Qui il tetto massimo al giorno a persona è di 3kg, ma in diverse zone serve l’autorizzazione rilasciata dai comuni locali.

Liguria

Non distante da Genova, a Bargagli, basta andare a pochi km dal centro per andare a caccia di funghi. In provincia di Savona, anche Sassello è una meta conosciuta dai fungaioli, a testimonianza che anche una regione vicina al mare ha tanto da offrire per i prodotti della terra.

Emilia Romagna

Nelle valli parmensi, la Val Baganza, la Val Trebbia, la Val Nure e la Val Ceno c’è persino una Strada del Fungo Porcino e la Val di Taro offre l’opportunità di trovare un fungo IGP, ovvero il fungo di Borgotaro. Le valli appenniniche dell’Emilia Romagna sono una fonte ricca di funghi e non si può raccogliere più di 3kg di prodotto. Tra le specie della zona sono il Calocybe gambosa, il Prugnolo e l’Amanita caesarea.

Toscana

La Maremma toscana è uno dei posti più ricchi di funghi nei boschi di querce lungo la strada che collega Civitella Marittima con Roccastrada, soprattutto per la varietà dei porcini. Ma anche la strada da Castel del Piano fino al Monte Amiata regala soddisfazione ai fungaioli con boschi di castagno che offrono funghi B. reticolatus, B. aereus e C. Cibarius.

Funghi autunno

Fonte: 123RF

Raccogliere funghi in autunno

Marche

Il Monte Catria, in provincia di Pesaro, è una zona famosa per i funghi, insieme al Monte Nerone e il Parco della Gola della Rossa con i pinaroli. Pensate che una volta è stato raccolto un porcino di circa 1,5 kg. Tuttavia la raccolta dei funghi in questa regione è consentita solo agli over 14 e un massimo di 3kg al giorno.

Abruzzo

In Abruzzo si possono cercare i funghi sui Monti della Laga e la Marsica per una quantità massima giornaliera di 3kg per contrastare la raccolta di funghi immaturi.

Umbria

Nelle zone montuose e collinari di Spoleto, Serano, Subasio e sui Monti Martani si possono raccogliere funghi in Umbria. Ma nei boschi di Montebibico, nella zona della Vallocchia e di Pompagnano anche ci possono essere belle sorprese, come i dintorni di Umbertide, Orvieto, Terni e Perugia. Al confine con la Toscana, nell’area di Preggio e Lisciano Niccone, come a Foligno e Sellano, la raccolta dei funghi viene fatta da diversi appassionati, dall’alba al tramonto per un massimo di 4kg di merce al giorno.

Puglia

Se pure non si tratta di una Regione nota per i funghi, la Murgia e il Salento offrono qualche bella sorpresa. Basti pensare al Cardoncello della Murgia e dei Marieddhri salentini.

Calabria

In Calabria il Parco della Sila è uno tra i più ricchi sia come quantità che come diversità di funghi, a partire dal porcino. Ma anche l’Aspromonte è un vero scrigno di prelibatezze d’autunno, tanto che un gruppo di fungaioli ha dedicato un sito intero ai suoi funghi. La raccolta è consentita entro il limite massimo giornaliero di 3 Kg ed è vietata la raccolta all’interno delle riserve naturali.

Sardegna

In Sardegna la zona target per i fungaioli è la Gallura dove si trovano molti prataioli, ovuli, porcini, gallinacci, finferli e mazze di tamburo. La raccolta consentita è di quantità giornaliera non superiore a 4 kg per i funghi epigei e non superiore a un chilogrammo per i funghi ipogei.

Sicilia

Non viene mai in mente la Sicilia se si parla di raccolta di funghi, ma il Parco dei Nebrodi e il Parco dell’Etna sono Zoe da setacciare per ricredersi. La raccolta massima consentita è di 4kg a persona per ogni giorno, quindi leggermente maggiore alle altre regioni.

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Cayo Levisa, cosa sapere e cosa vedere

Immerso nelle acque cristalline del Mar dei Caraibi, al largo della costa settentrionale di Cuba, Cayo Levisa è una delle destinazioni più affascinanti della provincia di Pinar del Río. Conosciuta per la sua bellezza incontaminata e le spiagge paradisiache, questa piccola isola è diventata negli ultimi anni una delle mete preferite per i turisti in cerca di tranquillità e contatto con la natura.

A pochi chilometri dalla costa, Cayo Levisa è raggiungibile solo in barca dal molo di Palma Rubia, con un viaggio di circa 30 minuti che già preannuncia l’inizio di un’avventura unica. Lunga circa 3 chilometri e con una larghezza che raramente supera i 200 metri, l’isola custodisce un ambiente naturale ancora selvaggio e quasi del tutto intatto, contornato da spiagge di sabbia bianca che si affacciano su un mare turchese.

Un paradiso di biodiversità

Parte dell’arcipelago de Los Colorados, l’isola si estende su una superficie di circa 4 chilometri quadrati e fa parte del Sistema Nazionale delle Aree Protette di Cuba, classificata come Paesaggio Naturale Protetto di Significato Locale. Cayo Levisa è infatti un prezioso scrigno di biodiversità e questo riconoscimento ne sottolinea l’importanza ambientale e la necessità di preservarne l’integrità ecologica.

Il paesaggio è caratterizzato da una varietà di ecosistemi che coesistono in perfetta armonia. A nord si trovano meravigliose barriere coralline, considerate tra gli ecosistemi più diversificati al mondo, dove oltre 120 specie di pesci e 47 specie di coralli danno vita a uno spettacolo subacqueo senza eguali. Le acque intorno all’isola ospitano anche specie rare e di grande valore come le tartarughe marine, l’aragosta spinosa e il corallo nero, offrendo ai sub e agli appassionati di snorkeling esperienze indimenticabili.

Ecosistemi di Cayo Levisa

Oltre alle barriere coralline, Cayo Levisa è circondata da una varietà di ecosistemi marini di grande importanza. A sud si estendono i pastizales (praterie marine), fondamentali per la sopravvivenza di molte specie ittiche, alle quali offrono rifugio e nutrimento, ma che rappresentano anche una risorsa essenziale per la pesca locale. In queste acque si possono avvistare occasionalmente esemplari di lamantino, una specie in via di estinzione.

Gli ecosistemi palustri occupano circa il 78% della superficie dell’isola e sono vitali per la riproduzione e la crescita di pesci e invertebrati marini. Questi ambienti supportano una biomassa considerevole di specie mature che spesso finiscono anche nelle reti dei pescatori locali.

Il fascino della tranquillità

Per chi è alla ricerca di pace e tranquillità, Cayo Levisa rappresenta un rifugio idilliaco. Le sue spiagge di sabbia fine, incorniciate da rigogliose palme e pini che arrivano fino alla riva, creano un’atmosfera di serenità che pochi altri luoghi al mondo possono eguagliare. La calma che pervade l’isola è tale che l’unico suono predominante è quello delle onde che si infrangono dolcemente sulla spiaggia e del fruscio delle foglie mosse dal vento.

La fauna dell’isola, con la sua grande varietà di uccelli, offre ulteriori momenti di meraviglia per gli amanti della natura. Tra le specie più numerose ci sono i pellicani, che si librano in volo sopra le acque turchesi in cerca di cibo, e gli hutias, piccoli roditori che si nascondono tra le mangrovie. E proprio un’escursione a piedi tra le foreste di mangrovie e pini è un’esperienza che permette di esplorare gli angoli più nascosti e suggestivi.

Cayo Levisa, Cuba

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Barche sulla spiaggia di Cayo Levisa, Cuba

Le spiagge da non perdere

Cayo Levisa è soprattutto sinonimo di spiagge sensazionali, e non c’è da stupirsi se molti visitatori trascorrono gran parte del tempo stesi al sole sulla sabbia impalpabile o nuotando nelle cristalline acque caraibiche.

La spiaggia più lunga e spettacolare è Playa Punta Arena, un luogo perfetto dove rilassarsi lasciandosi cullare dalla bellezza naturale e dalla quiete di questo angolo di paradiso. Si trova sulla costa settentrionale, dove un tempo l’unico hotel presente sull’isola accoglieva gli ospiti desiderosi di trascorrere qualche giorno in questo paradiso incontaminato. Sebbene l’albergo non sia più in funzione, il piccolo ristorante, il centro di immersioni e i servizi da spiaggia permettono comunque ai visitatori di godersi la giornata senza la necessità di portare molto con sé.

Il noleggio di lettini e ombrelloni è altamente consigliato per chi sceglie di trascorrere la giornata in spiaggia, sebbene ci siano anche alcune aree ombreggiate dalle palme. L’esplorazione di Cayo Levisa non può dirsi completa senza una puntata all’incantevole spiaggia di Punta Gorda, situata nella parte più incontaminata e selvaggia dell’isola, raggiungibile con una piacevole passeggiata lungo la costa.

Immersioni spettacolari

Considerato uno dei migliori siti per immersioni di tutta Cuba, Cayo Levisa è una destinazione imperdibile per i sub. Presso il locale centro di immersioni, tra i più rinomati di Cuba, si può noleggiare l’attrezzatura per lo snorkeling e ogni genere di equipaggiamento necessario per le attività marine. Il centro offre anche corsi di immersione per tutti i livelli, tenuti da istruttori certificati, e organizza attività di esplorazione dei fondali marini ricchi di vita e di bellezze naturali.

L’area di immersione si estende lungo la barriera corallina che circonda l’isola, con una ventina di spot debitamente segnalati. I punti di maggior richiamo si trovano sul lato settentrionale dell’isola, dove la barriera corallina è particolarmente integra e oltre alla consueta varietà di coralli, spugne e gorgonie, ci sono anche numerosi relitti di secoli passati che rendono l’esperienza ancora più emozionante.

Tra gli spot più popolari spicca La Corona de San Carlos, una formazione corallina mozzafiato, dove è possibile incontrare razze, tartarughe marine e una grande varietà di pesci colorati. Altri punti molto apprezzati includono La Cadena Misteriosa, La Espada del Pirata e El Infierno, un’impressionante parete verticale che si estende fino a 1.000 metri di profondità, dove non è raro imbattersi in banchi di pesci tropicali, aragoste e perfino squali, che rendono ogni immersione un’avventura entusiasmante. Queste formazioni coralline, con i loro colori vivaci e la diversità di specie che ospitano, offrono agli appassionati di immersioni e snorkeling esperienze uniche e memorabili.

Paesaggi ancora intatti e meraviglie naturali in abbondanza fanno di Cayo Levisa un luogo davvero paradisiaco. Le spiagge incontaminate, la ricca biodiversità e la tranquillità che offre la rendono una destinazione perfetta per chi cerca una fuga di relax e un’immersione totale nella natura.

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Viaggi avventurosi, ecco le destinazioni ideali

Se siete amanti dell’adrenalina e sognate esperienze fuori dall’ordinario, sappiate che è possibile trascorrere le proprie vacanze non solo esplorando le classiche capitali europee o le mete più gettonate al mondo. Infatti, i viaggi avventurosi esistono, nel senso che ci sono davvero molteplici destinazioni che permettono ai viaggiatori più intraprendenti di vivere esperienze fuori dal comune, come camminare su altissimi ponti sospesi oppure scalare montagne incredibilmente alte e molto altro ancora.

I viaggi avventurosi sono infatti la scelta perfetta per coloro che desiderano esplorare luoghi remoti, affrontare sfide emozionanti e immergersi nella natura più wild. Dalle cime impervie delle montagne alle foreste pluviali incontaminate, ci sono tantissime mete che offrono emozioni indimenticabili e paesaggi da ammirare dopo aver raggiunto un traguardo, magari davvero adrenalinico. In questo articolo, vi guideremo attraverso alcune delle destinazioni più affascinanti per un’avventura indimenticabile all’insegna dei viaggi più avventurosi di sempre.

Le isole Fiji e le avventure sottomarine

Il mondo sottomarino ha sempre molte sorprese da regalarci. Ad esempio, le isole Fiji sono un paradiso per gli amanti delle immersioni, grazie alla ricca biodiversità della loro barriera corallina. Perfette, dunque, come destinazione per chi desidera intraprendere viaggi avventurosi e ha voglia di alzarsi dalla sedia a sdraio e interrompere la sessione di relax sotto l’ombrellone, per tuffarsi tra le acque cristalline e scoprire che qui alle Fiji c’è una vera e propria foresta rigogliosa di coralli dai colori incredibili, dove tartarughe e pesci di ogni forma e dimensione trovano il loro habitat ideale.

Spiaggia, Isole Fiji

Fonte: iStock

Le spiagge e il mare cristallino alle Isole Fiji

Il trekking più estremo

Per gli amanti della montagna e delle esperienze estreme, nulla può paragonare il brivido di scalare l’Everest, la vetta più alta al mondo. L’Himalaya offre un’altra possibilità, più accessibile ai trekker esperti: si tratta del Kala Patthar, un picco al confine tra Nepal e Cina dal quale si gode una panoramica completa dell’Everest, dal campo base alla sua cima. Si tratta tuttavia di un’avventura davvero per pochi, perché per avventurarsi sulle cime dell’Himalaya occorre davvero essere esperti e non principianti nel trekking.

Il Parco Nazionale del Serengeti

Un viaggio avventuroso nel Parco Nazionale del Serengeti è un’esperienza che se deciderete di fare vi rimarrà impressa nella mente per tutta la vita. Nel cuore dell’Africa orientale, tra la Tanzania e il Kenya, il Serengeti offre uno degli spettacoli naturali più straordinari del pianeta: la Grande Migrazione che ogni vede milioni di gnu, zebre e antilopi spostarsi attraverso le vaste pianure della savana alla ricerca di pascoli più verdi, seguiti da predatori come leoni, leopardi e iene, in una danza primordiale che esprime appieno tutta la straordinaria potenza della natura.

Il consiglio è di vivere l’avventura partecipando a un safari in jeep, all’alba o al tramonto, per godere dei momenti in cui la fauna selvatica è più attiva. Guidare attraverso le immense praterie dorate, con il sole che si alza o cala all’orizzonte, ti farà sentire parte di un paesaggio infinito e senza tempo. Inoltre, potete fare anche il safari a piedi oppure, per un’esperienza ancora più unica, potete godervi la vista dall’alto su una mongolfiera.

Safari, Serengeti

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Un emozionante safari nel Parco Nazionale del Serengeti

Camminando “sulla luna” nel deserto di Atacama

Il paesaggio lunare del deserto di Atacama è incredibile: un’ampia vallata desertica dai colori dorati accoglie rocce di moltissime forme diverse, monumenti della natura creati da secoli di lavorio ininterrotto degli agenti atmosferici. Siamo nella Valle della Luna, dove ci sono incantevoli panorami come la bianca superficie di sale fossilizzato di un antico lago ormai prosciugato o i colori cangianti delle pietre. Esplorare questa suggestiva distesa di rocce è un’esperienza che rimarrà indelebile tra i ricordi dei vostri viaggi più avventurosi.

In crociera tra i ghiacciai dell’Antartide

I ghiacci dell’Antartide sono tra gli ambienti meno esplorati del pianeta: è possibile esplorarli salendo a bordo di una crociera per godere di questa sorpresa incredibile, per poi concedersi qualche altra avventura come un giro in elicottero o una discesa nelle acque più profonde in sommergibile. Per esplorare i ghiacciai della penisola antartica è consigliabile scegliere il Sudamerica, dato che le navi da crociera salpano spesso da Ushuaia, in Argentina.

Alla scoperta di Timor Est

Nonostante i suoi paesaggi da sogno e una natura affascinante, Timor Est è ancora una meta poco apprezzata dai turisti. Ecco perché proprio qui è possibile vivere avventure incredibili: potrete immergervi per scoprire la bellezza dei suoi fondali marini, andare in mare aperto per ammirare le balene che migrano o conoscere nuove culture esplorando le più antiche città portoghesi dal ricchissimo passato.

Rafting sul fiume Zambesi

Attraversando sei Paesi e dando vita a cascate mozzafiato, il fiume Zambesi è il quarto più lungo in Africa ed è senza alcun dubbio perfetto per chi vuole provare l’adrenalina del rafting. Le sue acque impetuose sono ideali per un’avventura in gommone, della quale non potrà che restarvi un ricordo indelebile. D’altronde, la vista suggestiva delle Cascate Vittoria sarà la ricompensa migliore.

La grande traversata delle Ande

Volete prendere parte ad un trekking unico al mondo? La grande traversata delle Ande è un’avventura decisamente da provare, alla scoperta del territorio incontaminato della Patagonia. Un lungo itinerario impervio, da compiere a piedi e a cavallo, vi porterà tra paesaggi suggestivi: attraverserete passi montani, ampie steppe e fiumi impetuosi, ma anche laghi cristallini e vaste foreste pluviali.

Trekking con i gorilla in Uganda

L’Uganda cela, tra le sue bellezze, un luogo davvero unico al mondo: si tratta della Foresta Impenetrabile di Bwindi, il cui nome è fin troppo sibillino. Gran parte del suo territorio è infatti raggiungibile con molta difficoltà, oltre ad essere ovviamente impenetrabile con alcun mezzo di trasporto. Ma è qui che potrete ammirare da vicino i gorilla di montagna, una specie a rischio. Nel parco ve ne sono quattro gruppi, di cui tre in completa libertà.

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In montagna coi bambini: 10 consigli per una gita senza problemi

Una vacanza in montagna con i bambini può essere un’esperienza memorabile, che unisce natura, avventura e relax, praticamente tutto l’anno. Tuttavia, ci sono aspetti importanti da considerare e non sminuire, come l’altitudine, la protezione dal sole e l’alimentazione. Ecco dieci consigli essenziali per assicurare una vacanza sicura e divertente per tutta la famiglia.

1. Altitudine e bambini: cosa considerare

Il primo fattore da considerare è l’altitudine. Nei neonati e nei bambini sotto i due anni, il sistema respiratorio è ancora in via di sviluppo, e altitudini elevate possono risultare difficili da gestire. In genere, è meglio evitare di portare bambini molto piccoli sopra i 2000 metri. Dai due anni in poi, possono affrontare altitudini moderate, intorno ai 2000-2500 metri, ma è importante procedere gradualmente. Un acclimatamento progressivo riduce il rischio di malesseri. I bambini più grandi, dai 7 anni in su, solitamente si adattano più facilmente, ma è comunque essenziale monitorare eventuali segnali di disagio, come stanchezza e irritabilità.

2. Attenzione alle orecchie

Un altro aspetto spesso trascurato è la pressione che si accumula nelle orecchie durante la salita, soprattutto se si viaggia in auto o funivia. I bambini possono provare dolore o fastidio a causa dei rapidi cambiamenti di quota. Per evitare disagi, è utile incoraggiarli a fare piccoli movimenti che alleviano la pressione, come masticare o bere, e nei neonati l’uso del ciuccio o l’allattamento possono risultare molto efficaci. Per i bambini al di sotto dei tre anni è sconsigliato prendere la seggiovia, poiché questa effettua un cambio di altitudine repentino che potrebbe tappare l’orecchio e addirittura provocare una lesione al timpano. L’altitudine, inoltre, potrebbe acuire i problemi dei bambini che soffrono spesso di otite.

3. Protezione dai raggi solari

In montagna, l’esposizione ai raggi solari è più intensa rispetto alle aree a bassa quota, a causa della minore densità dell’atmosfera. Questo significa che la protezione solare deve essere una priorità. I bambini hanno una pelle particolarmente sensibile, quindi è importante applicare una crema solare con un fattore di protezione elevato, rinnovando l’applicazione regolarmente, soprattutto dopo giochi d’acqua o sudorazione intensa. Un cappellino con visiera e occhiali da sole con lenti adatte alla protezione UV completano la protezione, evitando scottature e danni causati dai raggi ultravioletti.

Se la vacanza si svolge in una località innevata, il rischio di esposizione ai raggi UV aumenta a causa della riflessione della luce sulla neve. Anche nelle giornate nuvolose, il riflesso può essere intenso. È importante ricordare che la protezione solare non deve mai essere trascurata, così come l’uso degli occhiali da sole per proteggere gli occhi dai riflessi, che possono provocare danni anche a lungo termine.

4. Idratazione adeguata

In montagna, l’aria è più secca e i bambini tendono a disidratarsi più velocemente. A questo si aggiunge lo sforzo fisico che richiede una maggiore richiesta di liquidi. È fondamentale assicurarsi che bevano regolarmente, anche se non sentono la sete. Offrire acqua o bevande leggermente zuccherate, calde o fredde a seconda delle temperature, che reintegrano anche i sali minerali persi, aiuta a mantenere un livello di idratazione corretto durante tutta la giornata.

5. Alimentazione equilibrata

In montagna, l’attività fisica aumenta e, con essa, il fabbisogno energetico. Tuttavia, è importante mantenere un’alimentazione leggera ma nutriente. I pasti devono includere carboidrati complessi per dare energia a lungo termine e proteine magre per supportare l’attività muscolare. Frutta e verdura fresche forniscono vitamine essenziali, mentre gli spuntini dovrebbero essere facilmente digeribili e pratici da trasportare, come frutta secca o barrette di cereali.

6. Vestirsi a strati

In montagna, il tempo può cambiare rapidamente e le temperature variano notevolmente tra giorno e notte, sia in inverno che in estate. Per questo motivo, vestirsi a strati è la soluzione ideale per adattarsi facilmente ai cambiamenti climatici. Un primo strato traspirante, uno strato isolante come un pile, e un’ultima protezione impermeabile e antivento offrono la giusta combinazione per mantenere il corpo caldo e asciutto. Anche guanti, cappelli e sciarpe sono essenziali per proteggere dal freddo, specialmente in alta quota e durante la stagione invernale. In ogni caso e sempre, ma in montagna più che altrove e specialmente con la neve: ricordare sempre un cambio completo, mutande e calzini inclusi, perché è un attimo che una palla di neve…!

7. Piedini santi

Un dettaglio spesso sottovalutato, ma essenziale, è la scelta delle scarpe. In montagna, il terreno può essere irregolare, scivoloso o fangoso, e i bambini hanno bisogno di calzature che offrano stabilità e protezione. È importante optare per scarpe da trekking impermeabili e con una buona suola antiscivolo, in grado di sostenere bene il piede durante le escursioni. Scarpe leggere ma resistenti permettono ai più piccoli di camminare comodamente e in sicurezza, riducendo il rischio di cadute o distorsioni. Inoltre, assicurarsi che siano ben allacciate e della giusta misura eviterà fastidi o vesciche durante le passeggiate. In estate? Via libera ai sandali che abbiano i laccetti per tenere ferma la caviglia e permettere il movimento libero ma protetto.

8. Prevenire mal di montagna e altre problematiche

Alcuni bambini possono essere più sensibili agli effetti dell’altitudine, manifestando sintomi come mal di testa, nausea o difficoltà respiratorie. In caso di mal di montagna, è consigliabile scendere a quote più basse e permettere al corpo di acclimatarsi. Oltre al mal di montagna, è importante essere consapevoli che l’aria fredda e secca può aggravare alcune condizioni di salute, come l’asma o problemi respiratori. In questi casi, consultare il pediatra prima di partire è sempre una buona idea.

9. Quando evitare la montagna

Ci sono alcune situazioni in cui è meglio evitare la montagna, soprattutto se i bambini soffrono di determinate patologie. Per esempio, l’aria fredda e secca può aggravare i sintomi dell’asma o di bronchiti frequenti. I bambini con problemi cardiaci o respiratori possono trovare difficoltà a respirare in alta quota, poiché l’ossigeno disponibile diminuisce man mano che si sale. Anche con l’otite è meglio evitare la montagna. In questi casi, comunque, è sempre importante consultare il pediatra prima di pianificare una vacanza in montagna.

10. Kit di farmaci da viaggio: cosa portare

Quando si viaggia in montagna con i bambini, è sempre prudente avere con sé un piccolo kit di pronto soccorso. La montagna può riservare imprevisti, e avere i farmaci giusti a portata di mano può fare la differenza. Un kit di base dovrebbe includere antipiretici e antidolorifici per febbre e dolori, cerotti e disinfettante per eventuali tagli o abrasioni, una crema per punture di insetti e un prodotto lenitivo contro le scottature solari. Se il bambino soffre di mal d’auto o mal di montagna, è utile portare farmaci specifici, dopo aver consultato il pediatra. Anche soluzioni saline per il naso e farmaci per eventuali allergie possono essere utili, soprattutto per affrontare l’aria secca e gli allergeni presenti in montagna. Infine, non dimenticare di portare con sé qualsiasi farmaco prescritto per condizioni particolari, soprattutto se ci sono patologie croniche come l’asma.

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Baviera con i bambini: 10 cose da non perdere

La Baviera, regione della Germania meridionale, è una meta ideale per famiglie che desiderano un mix di natura, storia e divertimento. Grazie ai suoi castelli fiabeschi, parchi a tema, musei interattivi e meravigliosi paesaggi alpini, la Baviera offre esperienze per tutte le età e in ogni stagione, dalle passeggiate nei boschi in primavera ed estate, fino ai mercatini natalizi nelle città in inverno. Ecco dieci attrazioni da non perdere in viaggio con i bambini nella Germania del sud.

1. Castello di Neuschwanstein: un sogno che diventa realtà

Il castello di Neuschwanstein, noto come l’ispirazione per il castello della Bella Addormentata della Disney, è un vero e proprio sogno ad occhi aperti. Situato su una collina che domina il villaggio di Hohenschwangau, questo castello attira ogni anno migliaia di famiglie. I bambini rimarranno affascinati dall’architettura fiabesca e dalle leggende che circondano il re Ludovico II, che lo fece costruire. Il percorso che porta al castello è accessibile e sicuro anche per i più piccoli, e per un tocco ancora più magico, è possibile arrivarci in carrozza.

Castello di Neuschwanstein

Fonte: iStock

Il Castello di Neuschwanstein incanta grandi e piccini

2. Legoland Deutschland: il paradiso dei mattoncini colorati

Legoland Deutschland, a Günzburg, è una tappa imperdibile per le famiglie. Questo parco a tema è interamente dedicato ai celebri mattoncini Lego, con attrazioni e attività che vanno dalle montagne russe ai laboratori creativi. I bambini possono costruire i loro modelli, esplorare mondi in miniatura e vivere avventure con draghi, pirati e cavalieri. Anche i più piccoli trovano aree gioco dedicate e tranquille. Legoland è perfetto per trascorrere una giornata di divertimento, stimolando la creatività e l’immaginazione.

3. Il Parco Nazionale della Foresta Bavarese

Il Parco Nazionale della Foresta Bavarese è una delle destinazioni naturali più belle e accessibili per le famiglie in Baviera. Situato al confine con la Repubblica Ceca, offre una varietà di attività all’aria aperta che permettono di esplorare uno degli ecosistemi forestali più intatti d’Europa. Le famiglie possono scegliere tra oltre 350 km di sentieri segnalati, molti dei quali sono adatti anche ai bambini e passeggini, con percorsi più brevi e facili, ideali per chi viaggia con i più piccoli.

Una delle attrazioni più spettacolari del parco è il Baumwipfelpfad, un sentiero sospeso tra le cime degli alberi, che si snoda per 1,3 km e culmina in una torre panoramica alta 44 metri. Dalla cima, si gode di una vista mozzafiato sulla foresta e sulle montagne circostanti. Il sentiero è accessibile e sicuro per tutta la famiglia, con pannelli informativi lungo il percorso che spiegano l’ecologia del parco e le specie animali che lo abitano.

Per i bambini, il parco è allestito con diverse aree gioco in cui possono divertirsi, tra cui il parco giochi Waldspielgelände, con percorsi avventura e spazi pensati per l’interazione con la natura. C’è anche un sentiero delle fiabe che li guida attraverso storie e leggende legate alla foresta, stimolando la loro immaginazione e curiosità.

Per chi desidera scoprire di più sugli animali selvatici, il parco ospita il Tierfreigelände, un’area dedicata all’osservazione della fauna locale. Qui si possono vedere da vicino linci, orsi bruni, lupi e bisonti, tutti in ampi spazi naturali che riproducono il loro habitat. Inoltre, all’interno del parco ci sono centri educativi come la Haus zur Wildnis, che offre esposizioni interattive sulla fauna e flora della regione, ideali per i bambini curiosi di apprendere divertendosi.

Le famiglie più avventurose possono partecipare alle escursioni guidate organizzate dai ranger del parco, che propongono itinerari tematici alla scoperta di piante, animali e segreti della foresta.

Infine, durante l’inverno, il Parco Nazionale della Foresta Bavarese diventa una meta ideale per le famiglie amanti della neve. Con percorsi per ciaspolate e piste da sci di fondo, i bambini possono godersi la neve in un ambiente naturale incontaminato.

4. Il Museo della Scienza e della Tecnologia di Monaco e il Mondo BMW

Il Deutsches Museum di Monaco è il più grande museo della scienza e della tecnologia al mondo ed è una tappa obbligata per famiglie con bambini curiosi. Le esposizioni interattive permettono ai piccoli esploratori di scoprire il funzionamento delle macchine, delle tecnologie e dei fenomeni naturali. Dalla navigazione agli esperimenti chimici, tutto è spiegato in modo accessibile e coinvolgente. Inoltre, ci sono aree specifiche pensate per i bambini, dove possono giocare e imparare allo stesso tempo. Sempre a Monaco di Baviera, per chi ha un po’ di tempo a disposizione, c’è il Museo della BMW storico marchio tedesco: situato nei pressi del parco olimpico, Mondo BMW comprende un museo, due ristoranti e uno shop. Le visite guidate consentono di attraversare gli stabilimenti che producono più di 950 auto al giorno. Per i bambini ci sono tante attività della durata di circa due ore e mezzo (in inglese o tedesco) pensate per avvicinarli ai temi della tecnologia del veicolo in un’ottica di sostenibilità, sicurezza e rispetto dell’ambiente.

Monaco di Baviera coi bambini

Fonte: iStcok

Monaco di Baviera dedica tantissime attività e attrazioni alle famiglie con bambini

5.Il Tierpark Hellabrunn

Per chi ama i genere, il Tierpark Hellabrunn di Monaco è uno degli zoo più antichi d’Europa e si distingue per il suo concetto di “geo-zoo”, dove gli animali sono suddivisi per continenti. I bambini possono scoprire la fauna del mondo intero, passeggiando attraverso ambienti che riproducono i loro habitat naturali. Lo zoo ospita oltre 19.000 animali di 700 specie diverse e offre numerose attività interattive come i feeding tour, dove i bambini possono assistere al momento del pasto di alcune specie.

6. I musei di Norimberga 

Tappa a Norimberga per due musei, quello dei giocattoli e quello dei treni. Lo Spielzeugmuseum, il museo del giocattolo è accessibile a tutte le età. Grazie all’audioguida o alla visita guidata (anche in lingua italiana) si scoprono tutti i segreti e le tradizioni sull’artigianato del giocattolo antico e moderno: bambole, soldatini e…giochi elettronici, mentre gli animatori del museo intrattengono i bambini con attività a loro dedicate. Il DB Museum è il museo di Norimberga dedicato al mondo dei treni e delle ferrovie. In questa città della Baviera, infatti, fu inaugurato il sistema ferroviario tedesco nel 1835. Antichi modelli di locomotive a vapore e automotrici moderne vi lasceranno senza fiato, inoltre, il museo ha dedicato ai piccoli ferrovieri un’intera sezione chiamata Kibala di oltre 1.000 metri quadri con un piccolo trenino a scartamento ridotto, tunnel e passaggi a livello, un angolo giochi e un simulatore di guida.

7. Il Parco delle Fiabe (Märchenwald im Isartal)

Per un’esperienza incantata, il Märchenwald im Isartal è un parco tematico dedicato alle fiabe tradizionali tedesche. I bambini possono esplorare il mondo di Biancaneve, Cappuccetto Rosso e Hansel e Gretel, tra scenari animati e percorsi interattivi. Il parco è immerso in un contesto naturale e tranquillo, ideale per una giornata di relax e divertimento. Ci sono anche giostre, trenini e aree pic-nic per prendersi una pausa in famiglia.

8. Playmobil FunPark: un mondo in miniatura

Il Playmobil FunPark, vicino a Norimberga, è un parco interamente dedicato ai celebri personaggi in miniatura Playmobil. Le varie aree tematiche permettono ai bambini di vivere avventure ambientate nel medioevo, tra pirati o nei villaggi western. Il parco offre molte opportunità di gioco libero, con spazi sicuri e coinvolgenti per stimolare la fantasia dei più piccoli. Anche i genitori possono partecipare alle attività o rilassarsi mentre i bambini esplorano i vari scenari.

9. Therme Erding: relax e divertimento in acqua

Per una giornata all’insegna del relax e del divertimento acquatico, le terme di Erding, vicino a Monaco, offrono piscine, scivoli d’acqua e un’ampia area wellness. I bambini possono divertirsi nella zona dedicata a loro, con giochi acquatici e piscine con onde, mentre i genitori si rilassano nelle aree termali. La struttura è adatta a tutta la famiglia e rappresenta una valida alternativa nelle giornate di pioggia, nei periodi più freddi o semplicemente per concedersi un po’ di relax.

10. Chiemsee: un’avventura in barca

Il lago Chiemsee, spesso chiamato il “mare della Baviera”, è una destinazione perfetta per una gita in famiglia. I bambini ameranno prendere il traghetto per raggiungere l’isola di Herreninsel, dove si trova il magnifico palazzo di Herrenchiemsee, un altro dei castelli di re Ludovico II. Oltre alla visita al palazzo, è possibile esplorare i giardini e fare una rilassante passeggiata lungo il lago. D’estate, si possono fare anche escursioni in pedalò o giri in barca a vela.

Consigli pratici per viaggiare in Baviera con i bambini

Come arrivare

La Baviera è facilmente raggiungibile dall’Italia sia in aereo che in treno. Gli aeroporti principali sono quelli di Monaco e Norimberga, ben collegati alle principali città italiane con voli diretti. In alternativa, i treni offrono un’opzione comoda per chi preferisce viaggiare via terra, specialmente dal Nord Italia, ma sono anche tantissimi i viaggiatori che arrivano qui in camper o in auto per spostamenti più flessibili e autonomi, specialmente con bambini. Una volta arrivati, il sistema di trasporti pubblici è efficiente e adatto alle famiglie, con servizi di treni, autobus e metropolitane che collegano le principali attrazioni.

Quando andare

La Baviera è una destinazione che si può visitare tutto l’anno, ma il periodo migliore per le famiglie è la primavera e l’estate, quando le temperature sono più miti e le attrazioni all’aperto sono a pieno regime. Anche l’autunno, con i suoi colori caldi e i festival tradizionali, è un’ottima scelta. L’inverno, invece, è il momento perfetto per chi vuole immergersi nell’atmosfera natalizia o dedicarsi agli sport invernali.

Consigli di viaggio

Quando si viaggia con bambini, è sempre utile pianificare tappe brevi e variegate, alternando visite culturali a momenti di svago all’aria aperta. Da questo punto di vista la Baviera è un’ottima meta, perché offre numerose aree attrezzate per le famiglie, con parchi giochi, servizi per bambini nei musei e attrazioni interattive. Inoltre, la cucina bavarese, con i suoi piatti semplici e gustosi, è apprezzata anche dai più piccoli, dai Würstel che non hanno bisogno di presentazione ai classici pretzel bavaresi, grandi e soffici, uno snack perfetto e divertente per i bambini; dai Spätzle, i piccoli gnocchetti di pasta all’uovo serviti con formaggio fuso (Käsespätzle), alla Schnitzel, l’immancabile cotoletta impanata servita con patatine fritte o insalata.

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Funicolare Sant Joan, cosa devi sapere per programmare una visita

Tra le montagne, nel cuore della natura selvaggia, ammirando panorami che levano il fiato: c’è un luogo in Catalogna che regala una vista spettacolare, di quelle che è difficile dimenticare. Per godere di tanta bellezza basta salire sulla funicolare Sant Joan, per un viaggio che dura pochi minuti ma che resterà impresso per sempre tra i ricordi di viaggio più indelebili.

E se il percorso è importante e va goduto appieno, anche la destinazione è affascinante: arrivati in cima la vista abbraccia il mondo intorno a sé, si può visitare un piccolo museo, oppure partire per una delle tante escursioni possibili tra queste montagne.

Tutto quello che c’è da sapere per una giornata a Montserrat, a bordo di una funicolare con vista da favola e nel cuore autentico della Catalogna.

La funicolare Sant Joan, un viaggio vertiginoso verso la vetta

Tra le montagne, nel cuore della natura, osservando il mondo spalancarsi intorno a sé. Succede in SpagnaCatalogna, poco distante da Barcellona, dove si può salire sulle montagne e ammirare tutto dall’alto. Per farlo si deve raggiungere il monastero di Montserrat e da lì salire ancora sulla funicolare Sant Joan. Una volta su questi vagoni si vivrà un’esperienza unica, vertiginosa e da sogno.

Il viaggio dura poco e la funicolare si inerpica sul fianco della montagna fino a raggiungere la cima, da dove la vista spazia sulla Catalogna regalando agli occhi uno scenario pazzesco e unico.

Vale assolutamente la pena salire anche solo per poter colmare lo sguardo di tanta meraviglia, ma la vista spettacolare non è l’unica cosa che si può fare una volta raggiunta la cima della montagna. Infatti dalla stazione (inaugurata nel 1918) vi è un edificio che ospita il museo Aula de la Natur, all’interno del quale si può approfondire la conoscenza di quali specie animali e vegetali vivono nel parco naturale della zona, ma non solo dal momento che raccoglie anche nozioni sul clima e sulla storia.

E poi da qui partono tante escursioni, per poter vedere con i propri occhi la meraviglia di questo paesaggio montano, conoscerlo meglio e tornare arricchiti dal viaggio.

La stazione a monte della funicolare di Sant Joan

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Sant Joan, la stazione a monte

Funicolare Sant Joan, cosa c’è da sapere

Alcuni dati interessanti in merito a questo percorso riguardano i numeri. A partire dalla distanza che si percorre una volta saliti sulla funicolare Sant Joan, che ammonta di 503 metri, con una pendenza che arriva a toccare il 65 %. Una volta terminato il viaggio si arriva a circa 1000 metri di altitudine, sul Piano delle Tarantole.

Questo percorso è stato inaugurato nel 1918 con l’obiettivo di unire il monastero sottostante con l’eremo di Sant Joan, nel punto in cui vi è anche il belvedere da cui la vista abbraccia il territorio circostante.

Nel corso del tempo questo impianto è stato oggetto di ammodernamenti ed è stato dotato di veicoli che permettono ai passeggeri di ammirare al meglio il paesaggio anche durante il viaggio.

Come raggiungere il monastero di Montserrat

Ma per intraprendere questo viaggio bisogna prima compierne un altro ed è quello per raggiungere il monastero di Montserrat. Si parte da Barcellona per raggiungere la stazione di Monistrol de Montserrat e da lì si sale sulla ferrovia a cremagliera, che porta nel cuore della montagna, dove si trova l’edificio religioso anche meta di pellegrinaggio.

La salita lungo il pendio dura circa 15 minuti e, grazie ai vetri panoramici, si può assaporare la bellezza della natura. Inoltre, è bene sapere che il treno parte circa ogni 20 minuti, ma è bene informarsi prima in base al periodo.

La storia di questo impianto è abbastanza antica e affonda le sue radici nella necessità di rendere più facile l’accesso al monastero. E questo è un luogo in cui si fondono la storia, la cultura e la bellezza naturale, creando un sito che vale la pena raggiungere per potersi immergere nell’anima della Catalogna.

Montserrat da dove parte la funicolare Sant Joan

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Montserrat, da qui parte la funicolare che porta a Sant Joan

Cosa vedere una volta raggiunto Montserrat

Una volta arrivati con la cremagliera a Montserrat, e prima di procedere con la salita grazie alla funicolare Sant Joan, ci sono tantissime cose da ammirare per poter rendere questa gita ancora più speciale.

Qui, infatti, si trova il santuario della Vergine Maria di Montserrat, ma anche il monastero benedettino che ha circa 1000 anni. Qui giungono anche i pellegrini per poter pregare la Madonna Nera, celebre scultura romanica del XII secolo che ha una grandezza di circa 95 centimetri. Legata alla figura della Madonna, inoltre, c’è una antica leggenda secondo la quale la prima immagine della Vergine Maria sia stata trovata da un gruppo di bambini con un gregge in una grotta. Visto che questa statua era impossibile da trasportare, il vescovo avrebbe ordinato la costruzione del santuario.

Da non perdere anche il museo all’interno del quale si possono ammirare opere di celebri artisti come Caravaggio, Degas, Picasso e Dalì, oltre a una collezione di resti archeologici e a mostre temporanee.

Un sito importante dal punto di vista culturale, storico, religioso e naturalistico e da cui partire per un’altra tappa, quella lungo la funicolare Sant Joan.

Le escursioni dalla funicolare

Raggiunta la stazione della funicolare di Sant Joan si possono intraprendere delle interessanti escursioni alla scoperta della bellezza selvaggia di queste cime.

Una di queste porta nel punto più alto: Sant Jeromi che è a 1236 metri sopra il livello del mare. La durata di questo percorso è di circa 2 ore e mezza. Dura, invece, solo 20 minuti quella che porta all’eremo di Santa Magdalena da cui godere di una vista altrettanto favolosa. Questi sono solo alcuni dei percorsi che si possono intraprendere, per poter vivere da vicino il paesaggio e scoprire scorci nuovi.

Ma se si decide di tornare indietro, si può ripartire dal monastero e successivamente salire su un’altra funicolare che permette di raggiungere un altro luogo altrettanto affascinante. Stiamo parlando della funicolare di Santa Cova che, infatti, fa da collegamento tra il santuario di Montserrat e la grotta proprio quella dove, secondo, la leggenda i pastorelli hanno trovato l’immagine della Vergine Maria. Si può raggiungere anche a piedi, ma la comodità del mezzo è impareggiabile. Per raggiungere questo luogo speciale, inoltre, non si sale in maniera vertiginosa verso l’alto ma si scende lungo un percorso di 262 metri.

La vista da Sant Joan

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La splendida vista da Sant Joan
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Viaggio d’autunno a Taormina, un weekend tra storia e natura

L’autunno, seppur con alcune giornate di pioggia, è una stagione che potremmo definire magica: il merito è dei suoi colori, degli odori, degli ottimi prodotti che produce la terra, delle giornate fresche ma calde allo stesso tempo, tanto da rivelarsi ideali per visitare molte mete del nostro Paese prese d’assalto dai turisti durante l’estate. Una di queste è Taormina, in provincia di Messina, città sospesa tra il mare e il Monte Tauro.

Taormina, info utili

Taormina si affaccia su un limpido Mar Ionio, quasi come fosse una terrazza naturale nata lì per farci contemplare la bellezza del suo territorio. Chiamata anche Perla dello Ionio, offre un centro storico ricco di monumenti e scorci dai panorami mozzafiato che spaziano dal mare turchese all’imponente profilo dell’Etna.

Nel corso dei secoli è stata amata ed elogiata da artisti e illustri di tutto il mondo. Ne sono degli esempi Goethe, che la definì “il più grande capolavoro dell’arte e della natura” e Guy de Maupassant, che ne parlò come di un “quadro nel quale si ritrova tutto ciò che sembra esistere sulla Terra per sedurre occhi, spirito ed immaginazione”.

Non vi sorprenderà sapere, quindi, che è una delle destinazioni italiane più amate dai viaggiatori, tanto che in estate si rischia di perdere la sua essenza più pura. Per questo motivo, un bel weekend d’autunno da trascorrere a Taormina è uno dei regali più belli che vi possiate fare.

Taormina in autunno

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Veduta panoramica di Taormina

Perché passare un weekend autunnale a Taormina

La verità nuda e cruda è che ogni momento è quello giusto per visitare Taormina, ma è altrettanto vero che l’autunno le dona un volto difficile da scoprire durante le altre stagioni. Un punto a favore di questo periodo dell’anno è certamente il clima che da afoso si trasforma in mite, e quindi ottimale per scoprire tutte le sue meraviglie storiche (ma anche per fare un bel bagno nel caldo Mar Ionio).

Le passeggiate si rivelano più piacevoli, colazioni e pranzi si possono ancora fare all’aperto (ma con più relax), e poi ci sono i panorami, tutti impreziositi  delle tinte di questa stagione speciale. Ma non è di certo finita qui, perché a rendere il weekend ancor più suggestivo è anche il minore afflusso turistico rispetto all’estate, che fa vivere un’esperienza ben più autentica e difficile da dimenticare.

In autunno tutto costa meno e, anzi, molti dei luoghi più belli della città diventano persino gratuiti: ne sono degli esempi i lidi, poiché smontate le strutture balneari sono fruibili per tutti. Infine gli eventi, che tra tradizioni tipiche e imperdibili appuntamenti di ogni genere, trasformano ogni giornata in un’occasione unica.

Fine settimana d’autunno a Taormina, cosa vedere

Due (o tre) giorni possono essere abbastanza (ma anche pochi) per visitare Taormina. La città siciliana, infatti, offre diverse meraviglie storiche e naturali che, senza ombra di dubbio, vale la pena conoscere. Per questo motivo, noi di SiViaggia abbiamo selezionato alcune delle sue attrazioni più belle, quelle che d’autunno non bisogna perdere assolutamente.

Teatro Greco-Romano

Simbolo indiscusso di Taormina, il Teatro Greco-Romano è un vero capolavoro antico che ancora vive ai giorni nostri: la sua arena è intatta, e le terrazze e i muri di pietra sono perfettamente conservati. Situato al centro della città, è il secondo teatro per dimensioni di tutta la Sicilia e persino uno dei più belli d’Italia. Ma non è di certo finita qui, perché questo sito dalla bellezza unica offre anche una vista mozzafiato sull’Etna e sulla costa dell’isola.

Teatro Greco-Romano, Taormina

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Il bellissimo Teatro Greco-Romano

Palazzo Corvaja

Affacciato da una parte su Piazza Badia e Corso Umberto (la via dello shopping) e dall’altra su Piazza Santa Caterina, il Palazzo Corvaja è uno dei monumenti più rappresentativi di tutta la città. La sua storia è lunghissima, al punto che sulla sua facciata si possono ancor ammirare le tante e diverse incisioni che evidenziano le scelte morali e religiosi dei signori che lo abitarono nel corso degli anni. Bellissimi sono anche gli interni, che conservano un magnifico grande salone pieno di opere preziose.

Duomo di Taormina

Situato nell’omonima piazza, il Duomo di Taormina risale al Medioevo e affascina per le sue merlature che lo fanno assomigliare più a una fortezza che a un edificio religioso. Tra le sue mura, invece, si possono osservare opere di età bizantina, rinascimentale e barocca.

Santuario Madonna della Rocca

Il Santuario Madonna della Rocca ha le particolarità di sorgere nel punto più alto di Taormina e di essere stata edificato interamente nella roccia. Raggiungerlo non è facilissimo (ma vale sicuramente la pena), perché occorre salire una scalinata di 300 gradini. I più “pigri”, tuttavia, possono arrivarci anche con la propria auto per mezzo della Circonvallazione. Emozionante, invece, è il panorama che vi si può ammirare.

Santuario della Madonna della Rocca, Taormina

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L’interno del Santuario della Madonna della Rocca

Via Giardinazzo

Una perla di Taormina, ma molto meno visitata rispetto alle altre attrazioni della città: Via Giardinazzo offre un bellissimo palazzo decorato in pieno stile siciliano. Si chiama Palazzo Giammonarte ed è la sede di tantissime opere davvero particolari.

Via Pirandello

Via Pirandello è una bellissima strada panoramica da cui scorgere una vista emozionante sull’Isola Bella, il profilo dell’Etna e persino la Baia di Naxos. Alla fine della strada c’è anche il Belvedere di Taormina, ovvero una piazzetta a strapiombo sulla costa dove ammirare un tramonto davvero speciale.

Chiesa di San Pancrazio

La Chiesa di San Pancrazio è dedicata al patrono della città e, pur essendo in stile barocco, conserva resti di epoca bizantina e saracena accompagnati da una statua del santo piena di doni che i fedeli gli offrono. Straordinario è anche il portale, che a sua volta si affaccia su un chiostro circondato da colonne.

Piazza IX Aprile

Piazza IX Aprile è dotata di una curiosa pavimentazioni a scacchi, ma anche di un magnifico punto panoramico che si apre sul Mar Ionio ed edifici storici, tra cui la chiesa barocca di San Giuseppe, la chiesa di Sant’Agostino e l’eccezionale torre dell’orologio con il suo campanile merlato.

La natura di Taormina e dintorni

L’autunno è certamente un momento magico per scoprire la natura di Taormina, sia quella visibile in pieno centro città, sia quella che impreziosisce i suoi dintorni. Le escursioni, tra le altre cose, in questo periodo sono molto più piacevoli per via del clima mite.

Isola Bella

Altro simbolo indiscusso di Taormina, l’Isola Bella è un’affascinante riserva naturale e area protetta che per il suo valore e la sua bellezza è conosciuta come la Perla del Mediterraneo. Presa d’assalto in estate, durante l’autunno offre il suo volto più suggestivo, poiché si trasforma in un vero e proprio museo naturale a cielo aperto in cui ammirare anche due edifici in stile vittoriano.

Isola Bella, Taormina

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La magica Isola Bella

Villa Comunale

La pace più pura si può sperimentare presso i giardini della Villa Comunale di Taormina: piante, arbusti, palme e una grande varietà di fiori fanno credere di essere stati catapultati in un angolo dedito al relax. Bellissima è anche la villa stessa, costruita per volontà della nobildonna scozzese Lady Florence Trevelyan sposata con l’allora sindaco della città, Salvatore Cacciola.

Etna

Se si ha del tempo a disposizione, un fine settimana a Taormina può rivelarsi ottimale anche per andare ad ammirare uno dei più grandi tesori naturali d’Italia: il vulcano Etna. Con i suoi 3.357 metri, è perfetto per chi vuole fare un po’ di trekking mozzafiato ma anche per i semplici viaggiatori che desiderano vivere la sensazione di camminare tra paesaggi lunari. In più, l’Etna è meta da considerare anche per gli amanti del buon vino e delle migliori cantine.

Le spiagge di Taormina e dintorni, ideali anche in autunno

L’autunno, in Sicilia, può rivelarsi ancora una buona stagione per prendere un po’ di sole e fare dei bagni, poiché il Mar Ionio in questo periodo mantiene una temperatura piuttosto calda. Meteo permettendo, le spiagge di Taormina e dintorni da non perdere sono:

  • Spiaggia di Isola Bella: visibile solo con la bassa marea, è la più famosa della città anche a causa della presenza della Grotta Azzurra, dove si rimane stregati dalla luce che filtra attraverso l’ingresso e che in contatto con l’acqua regala delle tonalità uniche. Si tratta di una graziosa striscetta di ciottoli chiari e dorati lambita da un mare cristallino;
  • Spiaggia di Mazzarò: non molto distante dalla città, è incastonata tra due promontori rocciosi e composta di ghiaia e sabbia bagnate da un mare limpido e pulito;
  • Spiaggia di Spisone: è di ampie dimensioni e caratterizzata da due profili diversi poiché a sud vede la presenza di rocce a strapiombo e panorami incantevoli, mentre a nord offre una lunga distesa di sabbia priva di scogli;
  • Spiagge di Giardini Naxos: sono di diversi tipi, da quelle sabbiose a quelle con insenature di rocce vulcaniche. Tutte, ovviamente, accarezzate da un mare che lascia senza fiato.
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Provenza, cosa vedere e quando andare

Probabilmente una delle regioni più amate della Francia, la Provenza conquista chiunque con i suoi paesaggi variegati che caratterizzano e donano una propria personalità a ogni sua area. Da nord a sud, dalle alpi alle vallate, fino alla costa, mentre città fortificate proteggono i suoi antichi confini e innumerevoli borghi si mostrano in tutta la loro incantevole bellezza. 

L’atmosfera della Provenza è unica e nell’immaginario collettivo include sole, cibo e vino, il tutto immerso nei profumi inebrianti della vegetazione mediterranea, ma non solo. Oliveti, vigneti e file di vibranti campi di lavanda si trasformano in canyon e gole naturali dove gli amanti dell’avventura possono mettere da parte i bicchieri di vino e i cappelli di paglia per andare alla scoperta dell’anima più selvaggia della regione. 

Scegliere dove andare in Provenza, come avrete capito, non è semplicissimo. Per questo abbiamo deciso di scrivere un articolo completo con tutte le informazioni utili per aiutarvi a organizzare al meglio il vostro viaggio, da cosa vedere a quando andare. 

Guida pratica alla Provenza 

Prima di raccontarvi cosa fare e cosa vedere in Provenza, partiamo da una guida pratica e generale che vi supporterà nella pianificazione dell’itinerario. 

Dove si trova

Regione storica del sud della Francia, la Provenza confina a est con l’Italia, a nord con l’Alvernia-Rodano-Alpi e a ovest con l’Occitania, dalla quale è separata dal Rodano. Bagnata dal Mar Mediterraneo, offre un clima mite durante i mesi invernali (tranne nella zona delle Alpi) e caldo d’estate, ponendosi come meta ideale da visitare tutto l’anno. Più avanti in questo articolo troverete un paragrafo intero dedicato a quando andare in Provenza e perché. 

Come arrivare 

Per raggiungere la Provenza avete a disposizione diverse opzioni. Se viaggiate in aereo, gli aeroporti principali sono quello di Marsiglia-Provence e quello di Nizza. Se preferite una modalità di spostamento lenta e sostenibile, il treno è la soluzione che fa per voi perché la rete ferroviaria francese è ben sviluppata con collegamenti diretti da Parigi e da altre grandi città francesi.

Infine, se viaggiate in auto dall’Italia, arriverete in Provenza attraversando la Liguria e percorrendo l’A10 Genova-Ventimiglia che, oltre il confine con la Francia, diventa l’Autoroute du Soleil. Da qui percorrerete un tratto di Costa Azzurra per poi raggiungere Marsiglia e Aix-en-Provence. 

Strada tipica Provenza

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Una strada tipica della Provenza

Cosa vedere in Provenza

Chi non ha mai sognato di perdersi tra i vigneti baciati dal sole della Provenza o nei campi di lavanda? Il sud della Francia, come abbiamo accennato all’inizio, è questo e molto altro e creare l’itinerario perfetto non è semplicissimo. Questo dipende anche dal tempo che avete a disposizione e dal periodo che scegliete per visitare questa splendida regione francese. 

Qui vi raccontiamo tutto ciò che c’è da vedere in Provenza, dai paesini imperdibili ai tesori naturali, fino alle spiagge più belle dove godere appieno della dolce vita offerta dalla riviera e ai luoghi diventati iconici anche grazie ad artisti quali Cézanne e Van Gogh. Prendete ispirazione per creare un mix di esperienze ideale oppure, se avete poco tempo, per concentrarvi su una sola zona. 

I borghi più belli da visitare

Tra le cose da vedere in Provenza non possono mancare i suoi borghi più belli cominciando da Valensole, un piccolo, incantevole villaggio da visitare non solo durante i mesi estivi quando la valle circostante è ricoperta di lavanda. Passeggiate tra le labirintiche stradine e non dimenticate di scattare qualche foto dei balconi in ferro battuto, delle persiane dipinte e delle antiche porte.

Storia, arte e folklore si incontrano, invece, nel paesino di Arles, riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità sia per il suo centro storico che per i tanti monumenti romani. Il suo fascino è tangibile tanto che in passato ha conquistato Van Gogh e oggi continua ad attirare a sé tantissimi visitatori. Situato a 35 chilometri a sud di Avignone, Arles vanta un ambiente naturale eccezionale grazie alla presenza del Rodano, della pianura della Crau, della Camargue e de Le Alpilles. 

Se è un autentico assaggio della vita provenzale che state cercando, segnate nella mappa il borgo di Saint-Rémy-de-Provence. Circondata da montagne, è la meta perfetta per chi vuole immergersi nelle bellezze della campagna francese amata anche da Van Gogh, che proprio qui trovò ispirazione per tantissime opere come “La notte stellata”.  Non solo pittori, anche molti registi hanno subìto il fascino dei borghi provenzali, in particolare di Gordes, con le sue case in pietra illuminate dal sole e con vista sulla valle sottostante. 

Tra i borghi da vedere in Provenza c’è anche Roussillon, situato accanto a un profondo canyon, dove un tempo si estraeva l’ocra. Non è un caso, infatti, se qui vedrete case con facciate di questo colore perché gli abitanti utilizzavano anche l’ocra per personalizzare la propria dimora, con tonalità che vanno dagli aranci terracotta ai rossi scuri.

Infine, non perdete Moustiers-Sainte-Marie, dove incantevoli case di pietra sembrano emergere dal fianco della roccia e passeggiando lungo le rive del fiume che attraversa la città vedrete altre case dipinte con colorate persiane: un vero e proprio scenario da cartolina. E, se siete alla ricerca di una gemma nascosta della Provenza, segnate sulla mappa Cotignac, un borgo relativamente sconosciuto dalla maggior parte dei turisti. 

Gordes Provenza

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Il borgo di Gordes in Provenza

Le spiagge migliori 

Il sud della Francia vanta tante spiagge splendide e, se dovessimo consigliarvene una sola, questa sarebbe la spiaggia di Notre Dame, situata a nord dell’isola di Porquerolles. Qui troverete sabbia fine e bianchissima, oltre che un mare calmo e trasparente dal fondale poco profondo. Inoltre, sull’isola non sono ammesse le auto e sulla spiaggia non sono presenti servizi quindi, se amate i paesaggi incontaminati, questa è la location perfetta per voi. 

Perfetta per gli amanti della natura è anche l’insenatura Calanque d’En-Vau, raggiungibile a piedi o via mare. Questa zona, infatti, è famosa per gli amanti della pesca e delle immersioni, oltre che per chi vuole trascorrere qualche ora su percorsi di trekking dagli scenari mozzafiato. Se invece preferite comfort e relax potete optare per Garoupe, seppur molto affollata durante l’estate. Qui, oltre all’acqua cristallina, troverete anche uno spazio pubblico attrezzato dove noleggiare lettini e ombrelloni, oltre che un grosso parcheggio gratuito e le toilette pubbliche. 

Chi desidera respirare la tipica atmosfera provenzale della costa dovrà dirigersi nel borgo di Villefranche-sur-Mer, incastonato tra Monaco e Nizza. Qui si trova Plage des Marinieres, una mezzaluna di sabbia e acque di una bellezza travolgente. E, se non resistete al fascino dell’esclusività, fate tappa ad Antibes, la splendida località frequentata da tantissime celebrità. Non è necessario alloggiare in un hotel di lusso per godere della bellezza delle sue spiagge, vi basterà andare a Plage de la Salis, adatta anche alle famiglie grazie alle sue acque calme e all’atmosfera rilassata. 

Plage des Marinieres

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Plage des Marinieres a Villefranche-sur-Mer

Dove trovare i campi di lavanda in Provenza

La stagione della lavanda è uno dei periodi più attesi da chiunque sogni di visitare la Provenza, ma dove trovare i campi di lavanda migliori? 

Tra gli spot più belli, uno si trova a circa un’ora a nord di Aix-en-Provence, dove decine di campi di lavanda si dispiegano sulle colline del Plateau di Valensole. Tuttavia, se volete godervi appieno questo periodo, dovete dirigervi nella città di Sault dove viene organizzato il festival della lavanda: qui i campi dalle tonalità viola appaiono infiniti e sognanti.  

Per ottenere lo scatto fotografico da cartolina, invece, dovete andare a Notre-Dame de Sénanque dove un’abbazia del XII secolo è circondata da file e file di lavanda. Essendo una location molto gettonata, può risultare particolarmente affollata durante l’alta stagione, per questo vi consigliamo di visitarla di prima mattina. 

Abbazia Senanque Provenza

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L’Abbazia di Senanque e i suoi campi di lavanda

I parchi naturali

Non solo borghi, località balneari e campi di lavanda, questa regione della Francia conquista anche con il suo lato più selvaggio che può essere scoperto attraverso i tanti parchi naturali. Uno dei più belli è sicuramente il Parco naturale dei Calanchi, situato alle porte di Marsiglia. 

Questa è una vera e propria oasi di pace e natura ricca di flora, fauna e calette nascoste. Le Calanques lungo la costa sono tante e tra le migliori citiamo Calanque de Sormiou e Calanque de Morgiou. Potete visitare il parco in diversi modi, optando per avventure sportive come trekking, arrampicata o kayak, oppure partecipando a un comodo tour in barca. 

Un altro scenario unico è offerto dal Colorado di Rustrel, situato nel cuore del Lubéron, a due passi dal villaggio omonimo. Con i suoi grandi massicci color ocra ricorda i paesaggi del Grand Canyon e vi permetterà di camminare in una meraviglia che, seppur bellissima, non è proprio naturale: questa, infatti, è stata modellata dalla mano dell’uomo sfruttando le cave. 

L’interno della Provenza è uno scrigno di tesori naturali. Uno di questi è rappresentato dalle gole del Verdon, considerate il canyon più grande d’Europa. Qui potete percorrere strade panoramiche spettacolari come la Route des Gorges e la Route de la Corniche Sublime, fare sport acquatici, trekking e arrampicate o visitare antichi borghi come Moustiers-Sainte-Marie, il villaggio divenuto famoso nel XVII secolo grazie alle sue manifatture in ceramica destinate alla nobiltà francese. 

Impossibile chiudere questo paragrafo sui parchi naturali senza citare il territorio di Camargue, un lembo di terra dove sabbia, paludi, stagni e risaie ospitano animali meravigliosi come fenicotteri rosa, tori indomiti e cavalli bianchi. Sembra un vero paradiso incontaminato, vero? E nella realtà lo è: questa zona conquista con il suo animo selvaggio, dove gli abitanti tramandano di generazione in generazione antichi usi e costumi. In particolare, qui troverete i guardians (i butteri) col cappello di feltro nero, camicia a fiori e foulard al collo e gitani con la chitarra in mano. Siamo lontani dalla raffinata eleganza dei borghi costieri, ma la Provenza è anche questa, dove la vita scorre in base ai ritmi della natura.

Gole Verdon

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Gole del Verdon

Non solo borghi: le città della Provenza

Fa parte della Provenza, ma possiede un carattere e una personalità tutta sua: stiamo parlando di Marsiglia, una città affascinante dall’anima marinara che conquista con la sua vivacità e con le tante cose da fare e da vedere, anche solo per un weekend. In particolare, a renderla unica è la sua atmosfera multietnica. Grazie alla presenza del porto, oggi meta imperdibile per chiunque visiti la città, nei secoli ha visto arrivare persone provenienti da ogni parte del mondo. Durante i suoi 2600 anni di storia, qui sono arrivati Greci, Romani, ebrei, armeni, italiani, corsi, spagnoli, pieds noir, ovvero nordafricani, magrebini, vietnamiti, cambogiani, comoriani, abitanti delle Antille, di Réunion e turchi.

Se avete un solo giorno per visitare Marsiglia, noi consigliamo di fare tappa a Notre Dame de la Garde, la chiesa che veglia su tutta la città, il castello di Château d’If, diventato celebre grazie al romanzo “Il conte di Montecristo” di Alexandre Dumas padre, Le Panier, il quartiere più antico della città, e il Palazzo Longchamp, un capolavoro del 1800.  

Un’altra città di grande importanza storica è Avignone, contraddistinta da una particolare atmosfera medievale e conosciuta come la Città dei Papi. Questo perché fu per quasi un secolo sede della corte papale fino allo scisma del 1377: qui regnarono ben nove papi, ognuno dei quali ampliò e abbellì il suo grandioso palazzo papale, oggi simbolo della città. Se invece sono i profumi ad attirarvi, allora è Grasse la meta da inserire nel vostro itinerario. 

Qui l’arte della profumeria è stata riconosciuta Patrimonio UNESCO nel 2018 e potete scoprirla intraprendendo un viaggio tra le stradine della cittadina, decorata con davanzali fioriti e piccole botteghe, o visitando i campi dove, da generazioni, le famiglie locali coltivano i fiori destinati alla creazione delle fragranze più amate.  

Infine, se è il lusso e le celebrità che state cercando, Cannes vi aspetta con la sua atmosfera maestosa ed elegante, soprattutto durante il Festival Internazionale del Cinema. 

Quando andare in Provenza

Scegliere il periodo giusto per andare in Provenza è molto importante perché vi permetterà di fare esperienza di questa regione in modo diverso a seconda soprattutto dei vostri interessi. Chi vuole visitare i campi di lavanda, per esempio, dovrà organizzare il proprio viaggio allo sbocciare dell’estate. 

In generale, il periodo migliore per visitare la Provenza è la primavera (da marzo a maggio) o l’autunno (da settembre a novembre) quando le temperature sono miti e non si contribuisce all’overtourism che sta affliggendo questa regione francese negli ultimi anni. 

Siamo consapevoli che la Provenza è famosa anche e soprattutto per i suoi campi di lavanda. Questi iniziano a fiorire a partire da metà giugno quindi, se volete ammirarli in tutta la loro bellezza, dovrete pianificare il viaggio tra fine giugno e luglio. In questo periodo, inoltre, tanti borghi organizzano feste dedicate alla lavanda, permettendo ai visitatori di immergersi totalmente nell’atmosfera speciale di questo periodo. 

D’estate, invece, le temperature sono elevate e, seppur perfette per godersi la costa, diventano sinonimo di folla e costi elevati. Chi non è interessato al mare, può valutare di visitare la Provenza in autunno: in questo periodo la natura si mostra al meglio nelle vesti del foliage e le temperature, ancora non troppo fredde, vi permetteranno di scoprire la bellezza dei parchi naturali.

Infine arriviamo all’inverno, dove le temperature fredde e le Alpi diventano lo scenario ideale per chi ama sciare e vuole godersi i mercatini di Natale all’interno dei borghi più belli. 

Provenza Autunno

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Provenza in autunno