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Eguisheim, il più bel villaggio della Francia è in Alsazia

Eguisheim è un piccolo borgo francese che conta poco più di 1500 abitanti che si trova in Alsazia, nel Nord Ovest della Francia, a pochi chilometri dalla più famosa Colmar, una cittadina di 70mila abitanti tra le mete più visitate della regione. Il villaggio di Eguisheim è considerato uno dei più affascinanti della Francia ed è infatti stato spesso premiato come il “più bel villaggio della Francia”, per via dell’incanto che suscita nei visitatori con le sue case a graticcio, le stradine acciottolate e l’atmosfera fiabesca che lo caratterizza. Se vi trovate a visitare l’Alsazia, dedicare una giornata a esplorare Eguisheim vi regalerà un’esperienza indimenticabile, tra storia, architettura e sapori locali.

Oltre a essere inserito nella lista dei borghi più belli di Francia, però, Eguisheim ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Molti sono legati al vino prodotto nei vigneti sulle colline circostanti e alle sue coltivazioni di fiori che non mancano mai alle finestre delle case a graticcio. Poiché Eguisheim è molto piccolo, il turista ha l’impressione di essere entrato in un parco a tema. Invece non è così: si tratta di un vero e proprio villaggio abitato da vere persone e non da folletti e fatine.

Cosa vedere in un giorno a Eguisheim

Passeggiare per le vie del villaggio in Francia vi farà sentire come se foste tornati indietro nel tempo. Le case color pastello, decorate con fiori, sono un tratto distintivo di Eguisheim. Il villaggio ha una struttura circolare unica, e percorrere la sua via principale, Rue des Remparts, vi condurrà in un percorso ad anello attorno alle mura medievali. Uno dei luoghi da non perdere è sicuramente la Piazza del Castello, dove si erge la fontana centrale e la suggestiva chiesa di San Pietro e Paolo. Qui potrete ammirare anche la statua di papa Leone IX, nativo proprio di Eguisheim: questa piazza è il cuore della città vecchia, passeggiando a piedi si possono ammirare belle case rinascimentali e il Castello dei Conti di Eguisheim dove nacque Papa Leone IX. La fontana di papa Leone IX, tra l’altro, è una delle più grandi dell’Alsazia.

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La fontana di Papa Leone IX a Eguisheim

Un altro punto di interesse è, come sopracitato, il castello dei Conti d’Eguisheim. Nel Medioevo la necessità di difendersi ha reso fondamentale la costruzione di una cinta muraria a doppia parete attorno al villaggio e al suo castello. Oggi, invece, il castello è circondato da un recinto ottagonale del XIII secolo. Le stanze, invece, sono utilizzate per mostre ed eventi.

La cappella è stata costruita sul sito del vecchio mastio del castello, in stile neoromanico. Dalla metà del XVI secolo molte case sono state costruite appoggiate contro queste alte pareti difensive poste attorno al castello, così che la città appare un anello di case antiche, quasi tutte con il telaio di legno. Pur essendo in parte in rovina, le torri del castello sono ancora imponenti e raccontano la lunga storia di questo luogo, che affonda le radici nel Medioevo.

La chiesa principale si trova nel centro storico di Eguisheim, all’interno delle mura della città. Al suo interno si può ammirare il vecchio portico, con quattro colonne scolpite e un bellissimo timpano. Il portale ospita una scultura di legno policromo d’eccezionale bellezza, chiamata “la Vergine che s’apre”, risalente al XIV secolo e unico esempio di questo tipo in Alsazia.

Salendo verso la parte alta del borgo, potrete godere di una vista panoramica sulla campagna alsaziana, ricca di vigneti e dolci colline. Eguisheim, infatti, si trova al centro della Strada dei Vini d’Alsazia, una delle più celebri regioni vinicole della Francia. Durante la vostra visita, non potete rinunciare a una sosta in una delle tante cantine del villaggio, dove potrete degustare i famosi vini alsaziani, come il Gewürztraminer e il Riesling. Molte di queste cantine si trovano in edifici storici che contribuiscono al fascino del borgo.

Le feste da non perdere a Eguisheim

Oltre alla bellezza architettonica e paesaggistica, Eguisheim è anche un villaggio che vive delle sue tradizioni. Infatti, tre volte l’anno il villaggio alsaziano diventa ancora più pittoresco in occasione delle feste. L’ultimo fine settimana di agosto si svolge la festa del vino per cui Eguisheim è famosa: è la festa più antica di tutta l’Alsazia. A settembre si svolge il festival dei sapori musicali, un connubio di musica e vino. A dicembre l’appuntamento è con il mercatino di Natale, che rende ancora più magico questo villeggio delle favole. In tutte queste tre occasioni, le stradine di Eguisheim si riempiono di bancarelle, musica e profumi che raccontano la storia e la cultura dell’Alsazia. Gli artigiani locali espongono le loro creazioni e potrete trovare prodotti tipici della zona, come i famosi bretzel o i biscotti alsaziani, da portare con voi come ricordo.

Eguisheim, piazza

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La piazza principale di Eguisheim

Al termine della vostra visita, prendetevi un momento per rilassarvi in uno dei tanti caffè che punteggiano il villaggio. Qui potrete assaporare una fetta di kougelhopf, un dolce tipico alsaziano, mentre vi godete la tranquillità di questo angolo di paradiso fiabesco. Se amate l’arte e la fotografia, Eguisheim offre innumerevoli scorci da catturare: le sue stradine deliziose, le facciate delle case che sembrano uscite da una fiaba, le finestre adornate di fiori e le antiche insegne delle botteghe saranno lo scenario perfetto per ricordi indimenticabili da immortalare per sempre.

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Piatti tipici della Nuova Zelanda che dovresti assolutamente provare

Da sempre, sono le influenze a rendere unica e riconoscibile una cucina nel mondo: in Nuova Zelanda, si fa sentire, in particolare, l’influsso della cucina maori, oltre che di quella moderna, a seguito dell’immigrazione degli europei (prima dei britannici e poi del Sudest Asiatico). La cucina neozelandese è pronta a stupire i viaggiatori con manicaretti e specialità d’eccezione: qui il pesce è tra gli ingredienti fondamentali, insieme alle patate dolci, alle costolette d’agnello, alle spezie e alla carne. Ti sveliamo i piatti tipici della Nuova Zelanda da provare.

Kiwi breakfast

Cosa si mangia per colazione in Nuova Zelanda? Non potevamo non iniziare dal pasto più importante della giornata, che farai in vacanza esplorando questo territorio unico: il pasto mattutino neozelandese permette (davvero) di fare un carico extra di energie. Non facciamoci trarre in inganno dal nome: alla fine, è molto simile a quella inglese, poiché è composta da uova, pancetta, tortino di patate (ovvero hash brown), salsicce, funghi e fagioli.

Fish and chips

Come anticipato, la tradizione britannica si fa sentire a tavola in Nuova Zelanda: la contaminazione inglese è piuttosto forte, quindi puoi ordinare a pranzo o cena molti piatti che già ti suonano familiari, come l’iconico fish and chips, ovvero pesce fritto e patatine. Non è, però, il più amato dai neozelandesi, che infatti prediligono un regime alimentare a base di carne.

Meat pie

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una delle ricette che, per eccellenza, è di derivazione inglese: il meat pie, ovvero il tortino di carne, è ovunque. Bar, ristoranti, localini: tutti si sfidano a chi prepara il tortino migliore, più gustoso e saporito. Viene realizzato con carne di manzo e l’immancabile salsa gravy, ma non mancano varianti vegetariane, come con formaggio e funghi. Oppure con uova e bacon. Come contorno, un buon purè di patate.

Rewena

Abbiamo anticipato che le patate rientrano tra gli ingredienti più usati in Nuova Zelanda. Quindi, non è possibile perdersi il Rewena, il tradizionale pane Maori. Viene preparato usando la patata fermentata al posto del lievito, ed è questo a renderlo tanto particolare: oltre alla nota acidula, c’è quel tocco di “dolcezza”. Rewena, del resto, significa proprio “pane fatto con lievito di patate”, a cui vengono aggiunte farina e zucchero. La pagnotta, nonostante il retrogusto dolciastro, viene comunque usata per preparare gli hamburger.

Agnello arrosto

Come anticipato, la carne in Nuova Zelanda è tra gli ingredienti preferiti, e in particolare l’agnello neozelandese è conosciuto per l’altissima qualità, oltre che per il sapore prelibato. La carne è tenerissima: da più di 150 anni, i neozelandesi si dedicano all’allevamento con pratiche naturali e sostenibili (i costi, infatti, sono elevati). Qui l’agnello viene proposto arrosto, alla griglia o fritto, accompagnato da contorni a base di verdure e pochi condimenti (come rosmarino).

Paua

Sono una vera e propria istituzione in Nuova Zelanda: la lumaca di mare commestibile viene cucinata in tantissimi modi, per esempio insieme al curry, una spezia che completa il piatto con un sapore deciso, oppure in brodo. O persino in omelette, in alcuni ristoranti. I gusci delle lumache di mare vengono poi impiegati in bigiotteria. E per chi lo desidera, per provare l’autentica cucina di mare neozelandese, consigliamo i bianchetti, che sono sottoposti a una stagione di pesca specifica (dal primo settembre fino al 30 ottobre). Vengono proposte in frittella, esattamente come in alcune zone d’Italia.

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Piatti tipici della Repubblica Dominicana, un viaggio tra sapori esotici e tropicali

La cucina della Repubblica Dominicana rappresenta fedelmente l’identità del Paese, e viene definita come un “sentimento nazionale” in cui le influenze si sono mescolate nel corso del tempo. La cultura gastronomica si è fusa in sapori esotici e tropicali: mangiando i piatti tipici della Repubblica Dominicana, si avverte sin da subito il passato etnico, spagnolo, africano, aborigeno. Quasi – purtroppo – sconosciute ai più, se hai in programma un viaggio qui, non puoi perderti queste specialità pronte a solleticare il tuo palato in una danza dai sapori antichi e genuini.

Mangú

Possiamo forse non iniziare dalla colazione ufficiale della Repubblica Dominicana? Questo piatto, estremamente umile a dire il vero, viene realizzato con yuca o platano (tra gli ingredienti base della gastronomia del territorio): una volta ridotti a purea, come condimento viene servito un delicato burro cremoso, oppure un goccio di olio d’oliva. Immancabili uova fritte, formaggio fritto, salame, cipolle rosse sottaceto. “Los tres golpes”, non a caso, è questo il soprannome dato dai local al piatto: la colazione, qui, è una cosa seria. Sicuramente particolare, diversa dalla tradizione italiana, ma molto buona, perfetta per un carico di energia per visitare il luogo.

Sancocho

Questo piatto è tipico dei paesi latino-americani: puoi trovarlo, in viaggio, nella Repubblica Dominicana, ma anche in Venezuela, Cuba, Panama… nella variante della Repubblica Dominicana, non solo ne esistono diverse tipologie, ma in alcune zone è chiamato con il termine salcocho. Rappresenta l’identità del Paese (un po’ come noi italiani difendiamo la pizza): questa zuppa (che, in realtà, è anche un po’ uno stufato) si prepara con ogni tipo di tubero, legumi e carni. Generalmente, gli ingredienti base sono yuca, platano, patata, coriandoli, aromi e carne bovina.

Bandera

Piatto nazionale, è conosciuto con il nome di bandera dominicana ed è a base di riso bianco, carne di pollo, fagioli rossi e insalata. Lo abbiamo anticipato, del resto: la gastronomia della Repubblica Dominicana è il frutto di un incontro di culture, di influenze che provengono dal passato. Questa specialità è in particolare legata all’incrocio della cucina spagnola ed europea. Proprio come la pasta per noi italiani, si mangia quasi tutti i giorni.

Moro de guandules con coco

Il moro de guandules con coco, ovvero il riso con fave verdi e cocco, è un altro piatto tipico della Repubblica Dominicana da mettere in lista per assaggiarlo in vacanza. Ci sono due varianti del piatto, ovvero il moro è quella “classica”, riso cucinato insieme ai fagioli neri o rossi. Poi, il moro de guandules con coco è maggiormente diffuso nella zona nord del Paese.

Locrio

La tavola dominicana si imbandisce con una specialità che ricorda vagamente la paella spagnola, ovvero un piatto a base di riso con gamberoni, gamberi, sardine, merluzzo, aringhe, olive e mais. Una sorta di lontano parente caraibico che ti sorprenderà per i sapori stuzzicanti e che è possibile trovare nei localini del Paese.

Asopao

Qualcuno avanza l’ipotesi che la preparazione dell’asopao assomigli vagamente al risotto italiano. Ma, ovviamente, non è mantecato né è presente il formaggio. Un piatto assolutamente versatile, che si presta a tantissime rivisitazioni: non è cremoso, ma, anzi, somiglia quasi a una zuppa, ed è preparato con riso, pollo, pomodoro e quel tocco in più è dato dal coriandolo.

Empanaditas e bollitos di yuca

Abbiamo un certo languorino? Uno street food al volo? Un frittino per rendere più frizzante il viaggio? Impossibile perdere le empanaditas di yuca, simili alle empanada ma con carne, origano, menta o cumino, oppure i bollitos di yuca, che sono delle palline ripiene di yuca e formaggio, oppure polpa di granchio a seconda di dove si ordinano. Persino in spiaggia, sì. Osservando le bellezze della Repubblica Dominicana.

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Cosa mangiare a L’Avana? Questi piatti tipici di Cuba ti conquisteranno

La cucina cubana? Un tripudio di sapori, colori e abbondanza. Cuba è un territorio che tutti riconosceremmo a una prima occhiata, pur non essendoci mai stati: la sua è un’identità forte, in cui le influenze si sono mescolate nel corso dei secoli. La cultura spagnola, africana, statunitense, o ancora il retaggio caraibico, si uniscono in un mix di gusti che lasciano il palato soddisfatto. Molti gli ingredienti che vengono riproposti nei piatti tipici cubani, tra cui il riso, il mais, il pesce, la frutta tropicale, i legumi. Se hai in programma un viaggio a Cuba, ti raccontiamo cosa mangiare a L’Avana: un itinerario gastronomico fatto di spezie, di semplicità e talvolta, sì, persino di “domenica”.

Arroz con pollo

Sarebbe stato un errore non iniziare la nostra lista di piatti tipici cubani con il piatto che rappresenta la cultura gastronomica di L’Avana nel mondo, ovvero l’arroz con pollo. Questa specialità è unica per un motivo: non la mangerai mai simile in ogni posto. Ogni famiglia ha la sua “ricetta”, un po’ come avviene in Italia con i grandi classici: deriva dalla denominazione spagnola e ricorda vagamente la paella. Il riso viene condito solitamente con cipolla, aglio, pezzi di pollo e verdure, in base alla stagionalità.

Ropa Vieja

A L’Avana, la Capitale di Cuba, non puoi perderti assolutamente questa prelibatezza: piatto tipico che deriva dal riciclo, dai momenti difficili che il popolo cubano, nel corso della storia, si è ritrovato ad affrontare. “Panni vecchi” – Ropa Vieja – è quello che comunemente definiamo specialità identitaria: nata nel territorio, diffusa in ogni parte dell’America Latina, si compone dagli scarti di carne che in passato venivano insaporiti per mettere in tavola un piatto invitante. Accompagnato da riso bollito o platano fritto, oggi è realizzato con la carne da bollito e tanto – ma tanto! – peperoncino.

Moros y Cristianos

Questo piatto tipico di Cuba è conosciuto anche con un altro nome, ovvero Congrì, ma, stando agli esperti della gastronomia cubana, è un errore! Il riso moresco, in effetti, allude proprio al periodo della dominazione araba in Spagna: è un piatto che si prepara con riso a grani lunghi, fagioli neri, brodo dei fagioli, cipolla, aglio, peperoni e spezie, come origano e alloro. Accompagnato da pollo o carne di maiale, alla fine quel twist in più lo dà una salsa piccante, Mojo Picón, realizzata con peperoni rossi, cumino e aglio.

Ajiaco Criollo

Tra i piatti nazionali di Cuba, l’Ajiaco Criollo è nato proprio nelle zone rurali e racchiude in sé l’identità del popolo cubano e della cultura spagnola, con influenze africane. Nonostante sia una zuppa, quindi un cibo tipico invernale, in realtà è consumata in ogni momento dell’anno, proprio per la sua bontà: parliamo di una minestra con banane, mais, pollo, carne e patate. Ma sono solo alcuni degli ingredienti, perché vengono impiegati anche peperoni, zucca, carote, pomodoro. Non farti ingannare dalla lunga lista di ingredienti: è una vera tentazione.

Picadillo Habanero

Diffuso enormemente in Sud America, il Picadillo Habanero esprime particolarmente la cucina cubana attraverso dei sapori forti: ancora una volta è presente il riso bianco (o le patate al forno, a scelta), accompagnato stavolta dalla carne macinata di manzo e maiale, con peperoni rossi e verdi, cipolle, aglio, pomodoro, l’immancabile peperoncino e quel tocco di lime che fa la differenza.

Sandwich cubano

Infine, non possiamo non suggerirti uno street food cubano da mangiare per le strade de L’Avana durante la visita (magari da provare con un buon Cuba Libre al bar, invece): il sandwich cubano. Come tutti i piatti che abbiamo visto finora, parliamo di un prodotto sostanzioso, pensato per saziare: non a caso, è super farcito con arrosto di lonza, prosciutto cotto e formaggio, a cui si aggiunge della semplice senape e un po’ di cetriolo per un tocco di freschezza.

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Per il secondo anno Lisbona è la migliore destinazione d’Europa

Negli ultimi anni, Lisbona è stata protagonista di una trasformazione guadagnando sempre più popolarità per le sue incantevoli strade, gli iconici tram, l’architettura e il cibo delizioso, entrando così in competizione con altre città dal fascino più longevo come Barcellona o Parigi. Ci sono così tante cose da fare e da vedere che è quasi impossibile scoprirla in un solo weekend: le sue attrazioni storiche sono considerate importanti tanto quanto le nuove scene culturali e gastronomiche.

Chef provenienti da tutto il mondo stanno aprendo alcuni dei migliori ristoranti del Portogallo e non solo, per non parlare degli stilisti e degli artisti emergenti che contribuiscono a rendere Lisbona una capitale sempre più interessante sotto ogni punto di vista. Non stupisce, quindi, la notizia che vede la città come migliore destinazione Mice d’Europa per il secondo anno alla quinta edizione dei World Mice Awards, tenutasi a Ho Chi Minh City, in Vietnam.

World Mice Awards: Lisbona al primo posto

Lisbona continua a essere una città che valorizza e promuove la sua identità unica e le sue tradizioni e questo aspetto, insieme ad altri fattori positivi, le ha permesso di vincere per la seconda volta consecutiva il prestigioso premio dei World Mice Awards. Questi premi riconoscono l’eccellenza nell’industria MICE e incoronano le destinazioni, le compagnie aeree, gli hotel, gli organizzatori e le infrastrutture che si distinguono in questo settore.

Il segmento MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions) contribuisce in modo significativo alle entrate provenienti dal turismo e al conseguente sviluppo urbano. Lisbona si è distinta per la sua posizione strategica, per le infrastrutture moderne e versatili e per la variegata offerta culturale tanto da essere considerata una delle principali destinazioni europee per l’organizzazione di eventi. Questo premio non solo riconosce il passato, ma stimola anche il futuro turistico di Lisbona in quanto permette di ottenere diversi incentivi che possono essere utilizzati per promuovere la propria destinazione.

In gara nella categoria dedicata all’Europa c’erano anche Atene, Berlino, Istanbul, Londra, Madrid, Milano, Parigi e Vienna, ma è solo la capitale del Portogallo che ha surclassato tutte le altre città con ben 151 eventi associativi inclusi nella classifica dell’Icca.

Cosa vedere a Lisbona

Orgogliosa del premio ricevuto, la direttrice esecutiva di Lisbon Tourism Association, Paula Oliveira, ha dichiarato: “La vittoria di questo premio è il riconoscimento del lavoro collettivo per posizionare Lisbona come destinazione di riferimento globale che contribuisce in modo significativo alla creazione di reddito e di occupazione, nonché al sostegno del patrimonio artistico e culturale”. Se state organizzando un viaggio in città, lasciatevi ispirare da alcuni dei nostri consigli.

Ci sono alcune esperienze fondamentali per capire il fascino di Lisbona. Una visita in città non è completa senza una passeggiata nei quartieri storici di Alfama e Mouraria, senza aver ascoltato almeno un concerto di fado (musica tradizionale dai toni nostalgici) o senza aver provato i deliziosi pastel de nata. Ovviamente non può mancare un giro sull’iconico tram giallo, considerato simbolo della città: la linea più famosa, quella che offre la migliore panoramica per chi scopre Lisbona per la prima volta, è la 28.

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La Thailandia è tra le mete più amate dagli italiani

Nel mese di agosto 2024, la Thailandia ha registrato un numero record di arrivi dall’Italia, superando persino i dati pre-pandemia con 41mila ingressi (rispetto ai 39.000 del 2019).
Questo segnale positivo evidenzia la crescente attrattiva del Paese come meta turistica per gli italiani, non soltanto per le indiscusse bellezze naturalistiche, ma anche per la ricca offerta culturale, gastronomica e di intrattenimento.

Le parole di soddisfazione del marketing manager

Sandro Botticelli, marketing manager dell’Ente nazionale per il turismo thailandese, ha sottolineato: “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti ad agosto. Questo traguardo non solo segna una ripresa significativa del turismo, ma evidenzia anche l’attrattiva continua della Thailandia come destinazione di viaggio preferita. La recente riattivazione del volo diretto Thai Airways da Milano a Bangkok ha sicuramente contribuito a questo successo, facilitando l’accesso per i turisti italiani”.

Grande attesa per il volo diretto Roma – Bangkok

Non soltanto la riattivazione del volo diretto da Milano a Bangkok. È iniziato anche il countdown per il volo diretto da Roma, come evidenziato dallo stesso Botticelli: “Siamo anche entusiasti per la prossima partenza del volo Ita Airways da Roma a Bangkok, prevista per novembre. Questa nuova rotta non solo rafforzerà i collegamenti tra Italia e Thailandia, ma contribuirà ad ampliare la possibilità di scelta per i viaggiatori che torneranno ad avere diverse opzioni di volo per raggiungere e scoprire il Paese del sorriso“.

Una nazione che non finisce di stupire

Phuket, Thailandia

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La Spiaggia tropicale Laem Singh, Phuket

Insomma, la Thailandia continua a esercitare un forte fascino, grazie alla sua combinazione unica di cultura, paesaggi spettacolari e un’ospitalità calorosa. I templi storici di Bangkok, come il Wat Phra Kaew e il Wat Arun, sono tra le attrazioni più visitate, mentre le spiagge incontaminate di Phuket, Koh Samui e Krabi donano momenti di relax e bellezza assoluti. Pattaya, invece, rimane una meta vivace per chi cerca un’esperienza più dinamica, tra locali notturni e divertimento.

L’Ente Nazionale per il Turismo Thailandese gioca un ruolo chiave nella promozione del Paese, assicurando ai viaggiatori una destinazione sicura e accogliente: infatti, la collaborazione con compagnie aeree e operatori turistici ha migliorato notevolmente l’accessibilità e la qualità dei servizi offerti. Inoltre, la cucina thailandese, conosciuta per i suoi sapori ricchi e aromatici, rappresenta un altro elemento centrale dell’esperienza turistica, con piatti iconici come il pad thai, il tom yum e il curry verde, che deliziano i palati dei turisti provenienti da ogni parte del mondo.

Superato l’obiettivo di 35mila visitatori per il 2024

La Thailandia si prepara a raggiungere un traguardo notevole nel 2024, con la possibilità di accogliere fino a 36 milioni di turisti stranieri, superando l’obiettivo iniziale di 35 milioni, un afflusso che dovrebbe generare entrate per ben 53 miliardi di dollari.

Secondo la Tourism Authority of Thailand (TAT), solo negli ultimi quattro mesi dell’anno, si prevede l’arrivo di 12,2 milioni di visitatori, che contribuiranno con quasi 20 miliardi di dollari in entrate. La maggior parte dei turisti proviene dall’Asia orientale, dall’Europa e dall’Asia meridionale.

Dall’inizio del 2024 fino al 25 agosto, oltre 23 milioni di turisti hanno visitato il Paese, con una spesa totale di 31,5 miliardi di dollari. La Cina rimane il principale mercato turistico, seguita da Malesia, India, Corea del Sud e Russia, a conferma di quanto la Thailandia sia amata a livello globale.

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Cosa mangiare in Costa Rica: scopri le migliori ricette

Il cibo in Costa Rica è secondo solo alla bellezza del Paese. La cucina costaricana è molto diversa da quella di altri Paesi latinoamericani, in particolare da quella messicana, famosa per un grande uso di spezie piccanti. Quella del Costa Rica invece è conosciuta in particolare per l’uso di ingredienti freschi, come frutta e verdura, e risulta generalmente delicata e piacevole al palato.

Ingredienti freschi per una tradizione grastronomica davvero piacevole

La frutta esotica cresce spontaneamente nell’ambiente tropicale del Costa Rica, quindi c’è sempre qualcosa che rende il cibo unico e invitante. I pasti tipici del Paese contengono spesso sia riso che fagioli neri, o almeno uno o l’altro. Ecco quindi una lista di alcuni dei piatti più popolari in Costa Rica. Scegliere il migliore è davvero molto difficile perchè ognuna delle ricette che ti presentiamo e che sperimenterai durante un viaggio alla scoperta delle meraviglie di questo Paese, potrà risultare la tua preferita. A te la scelta!

Gallo Pinto – colazione tradizionale costaricana

Il Gallo Pinto è un piatto per la colazione a base di riso e fagioli che ha radici sia nella cultura costaricana che in quella nicaraguense e viene tipicamente chiamato “pinto” dalla gente del posto. Gli ingredienti principali del piatto (riso e fagioli) vengono mescolati insieme e abbinati ad altri ingredienti per dare un po’ di pepe, come peperoni rossi, coriandolo, cipolle e, soprattutto, la Salsa Lizano (talmente popolare che ormai si può acquistare su Amazon). Quando i fagioli e il riso vengono mescolati insieme, si creano delle variazioni di colore che fanno sembrare il riso macchiato. È da questo che il piatto ha preso il suo nome, perché gallo pinto significa “gallo macchiato”.

Casado

Il Casado è probabilmente la ricetta più tradizionale della cucina costaricana. Non si tratta di un piatto unico, ma di una ricetta composta da molti alimenti. In effetti, si potrebbe pensare che il casado sia un matrimonio tra i cibi che vengono serviti insieme, dato che matrimonio è proprio il senso della parola casado. Se si ordina un casado in un ristorante in Costa Rica, ci si può aspettare che venga servito un piatto contenente riso, fagioli, insalata, tortillas, platano maduro fritto e carne (manzo, maiale, pollo o pesce). La posizione all’interno del Paese determinerà quale carne o pesce ricevere o quelli tra cui poter scegliere. Il casado include in genere anche un succo di frutta fresco. Nella maggior parte dei casi i ristoranti hanno anche una bottiglia di salsa Chilero sul tavolo. Si tratta di una delle salse piccanti più popolari in Costa Rica. Anche l’ingrediente della salsa Chilero, che in passato difficile da trovare, ora è disponibile su Amazon.

CASADO COSTA RICA

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Prova il tradizionale Casado del Costa Rica, un matrimonio di sapori

Tamal costaricano avvolto in una foglia di banano

Il tamal costaricano non è paragonabile al tamale messicano. Anche se a prima vista i ripieni possono sembrare uguali, ci sono alcune enormi differenze nella preparazione. In primo luogo, i costaricani hanno l’abitudine di usare l’aglio, ma ci vanno molto, molto piano con le altre spezie. I tamal messicani vantano invece un sapore molto più piccante di quelli costaricani.
L’altra grande differenza sta nell’involucro: i tamal messicani sono avvolti in pula di mais; quelli costaricani sono avvolti in foglie di banano. I tamal possono costituire un pasto a sé stante, ma spesso vengono anche abbinati ai fagioli e serviti a colazione.

Sopa Negra

La Sopa Negra è una zuppa tradizionale molto ricca e appetitosa, sicuramente saziante. Questa zuppa è un’ottima opzione per i vegetariani e alcune ricette soddisfano altre restrizioni dietetiche, come quella senza glutine. Gli ingredienti principali sono fagioli neri, cipolla, peperoni, coriandolo, pomodori, uova sode o alla coque e spezie, oltre alla salsa Tabasco opzionale.

Olla de Carne

Lo stufato di manzo può essere considerato una zuppa? In Costa Rica, sì! La sostanziosa Olla de carne è uno dei piatti preferiti del fine settimana che troverai preparato in molte case del Paese in ogni mese dell’anno. Sebbene lo stufato possa essere paragonato a quelli tradizionali di altri Paesi, c’è, ovviamente, una serie di ingredienti che contribuiscono a renderlo unico nell’aspetto e nel gusto. Come abbiamo già visto, il Costa Rica è una mecca per gli ingredienti freschi, che vengono sfruttati per la ricetta dell’Olla de carne. Questi ingredienti includono manioca, carote, mais, piantaggine e radice di taro. Combinato con altre verdure, questo stufato è ricco di sapori. È probabile che non ci sia spazio per i contorni, ma l’Olla de carne viene spesso servita con riso e fagioli.

Chifrijo

Se sei alla ricerca di un ottimo pasto o di uno spuntino, il Chifrijo è quello che fa per te. Viene servito in occasione di eventi locali e mercati contadini, oltre che nei ristoranti. Il nome è una combinazione dei due ingredienti principali: chicharrones e frijoles.
I chicharrone sono cotenne di maiale fritte, mentre i frijole sono i fagioli (scommetto che non ti sorpreden più vedere i fagioli nella lista degli ingredienti). Il piatto è un incredibile insieme di alimenti che viene servito con tortilla chips fritte, tortillas di mais o pane. Gli ingredienti a strati comprendono i due principali, il riso e i pomodori o il pico de gallo.

Chifrijo Costa Rica

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Il Chifrijo, tutto da provare

Patacones con avocado e salsa di fagioli neri

I patacone sono una delizia fritta. Vengono serviti principalmente come spuntino e consistono essenzialmente nell’appiattire delle banane e friggerle due volte. Vengono rifiniti con un po’ di sale marino e serviti con pico de gallo o purè di fagioli neri  e sono in genere considerati un ottimo antipasto.

Arroz con Leche

Il modo più semplice per descrivere l’Arroz con leche è dire che si tratta di riso mescolato al latte. Ma il sapore è molto più complicato e delizioso di quanto possa sembrare. La ricetta prevede anche l’aggiunta di zucchero, sale, scorza di limone e bastoncini di cannella: è un dolce davvero delizioso.

Flan al caramello

Ancora un dessert: il Flan è un dolce che mescola latte, vaniglia, zucchero e uova, ottenendo una deliziosa crema! Pur essendo cotto in una padella rivestita di caramello, viene raffreddato prima di essere servito. Si ritiene comunemente che provenga dai Romani e che la ricetta di oggi sia una variante dell’originale, che prevedeva l’uso del miele al posto dello zucchero.

Flan al caramello

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Per chiudere un pasto in dolcezza, ordina un Flan al caramello

Spero che questo ti aiuti a scegliere cosa ordinare durante un viaggio in Costa Rica e che tu possa provare ognuno di questi piatti almeno una volta nella vita. Qualunque sia la tua scelta, non te ne pentirai sicuramente!

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I piatti tipici di Boa Vista: cosa mangiare in vacanza a Capo Verde

Se ami le vacanze enogastronomiche devi sapere che la cucina tradizionale di Capo Verde ti farà esclamare “wow”: un mix equilibrato di sapori e influenze cosmopolite che uniscono elementi portoghesi, brasiliani e tocchi africani. A favorire questo equilibrio ci pensa la posizione: l’arcipelago si trova nell’Oceano Atlantico ed è conosciuto per i tantissimi piatti ma ricchi di gusto che raccontano al 100% quella che è l’anima del popolo. Il pesce fresco, i frutti di mare, il mais e i legumi sono gli ingredienti protagonisti di molte ricette, che spesso variano da isola a isola, aggiungendo un tocco locale a ogni pietanza. Se visiti Capo Verde non puoi non esplorare i sapori local attraverso i piatti tipici di Boa Vista: ecco i migliori che non puoi farti sfuggire.

Cachupa

Se c’è un piatto che rappresenta l’anima di Boa Vista, quello è sicuramente la cachupa. Considerata il piatto nazionale, è un ricco stufato di mais, fagioli e carne o pesce, preparato attraverso una cottura lenta di alcune ore che dà modo ai sapori di amalgamarsi in un abbraccio perfetto. A Boa Vista, potrai assaggiarla in diverse varianti, a seconda degli ingredienti disponibili e della creatività del cuoco.

La cachupa rica è la versione più sostanziosa, a cui vengono aggiunte carne di maiale, salsiccia e in alcuni casi pesce, mentre la cachupa pobre è più semplice, composta principalmente da mais e fagioli. Ciò che rende la così speciale è la sua versatilità: c’è chi la mangia a colazione, pranzo o cena. Non è raro vedere local iniziare la giornata con una cachupa refogada, una versione ripassata in padella con uova fritte, un modo delizioso per sfruttare gli avanzi del giorno prima.

Lagosta suada

Ami i piatti di pesce? Non farti sfuggire l’occasione di assaggiare la lagosta suada. Si tratta di un’aragosta cucinata molto lentamente in un sugo ricco di verdure. Pomodoro, cipolle e un pizzico di vino bianco creano un sugo intenso e denso dovuto alla lunga cottura; una volta assaggiato ti renderai conto di non aver mai mangiato un’aragosta così tenera e allo stesso tempo gustosa. Succulenta e davvero godereccia, te la consiglio per una cena in riva al mare.

Pastéis de Milho

Non può mancare lo street food e ti suggerisco assolutamente di provare i pastéis de Milho: si tratta di una vera istituzione da queste parti e viene spesso utilizzato come snack spezza fame o spuntino. Si tratta di fagottini di farina di mais, fritti fino a diventare dorati e croccanti; al loro interno è custodita una gustosa farcitura che varia leggermente dal quartiere e dalla tradizione familiare. Molte volte è di tonno e verdure ma c’è chi lo prepara di carne di maiale in versione super spicy. Te li consiglio rigorosamente da passeggio mentre scopri le stradine più caratteristiche di Boa Vista alla ricerca degli scorci più autentici o prima di raggiungere la spiaggia.

Xerém

Un’altra leccornia da non perdere è un piatto che trova le sue radici nella vita contadina di Boa Vista a Capo Verde: si chiama xerém e da molti local è considerato un autentico comfort food. Un piatto ricco e davvero sostanzioso che sprigiona la tradizione del luogo. Potremmo paragonarla ad una polenta di farina di mais cotta molto lentamente con brodo e acqua. Ad arricchirne il gusto le tradizioni familiari che cambiano ma in linea di massima si trovano salsiccia, pancetta o pesce.

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Cremona e dintorni in bicicletta, itinerari lungo l’Adda, l’Oglio e il Po

In un periodo in cui viaggiare lentamente è diventato sempre più necessario per salvaguardare le bellezze del mondo che ci circondano, il cicloturismo aumenta di popolarità trovando spazio in tanti programmi di promozione territoriale. Uno di questi riguarda Cremona e i suoi dintorni dove, in occasione del festival Terra Fiume, sono stati presentati diversi itinerari pensati con cura per aiutare i viaggiatori a scoprire i paesaggi lungo l’Adda, l’Oglio e il Po.

A scoprirli in un modo unico e gentile possibile solo con la bicicletta, un mezzo che ci concede il tempo necessario per ammirare i panorami che ci circondando in modo sostenibile, riducendo il nostro impatto sulla destinazione che stiamo visitando. Il programma ideato per i mesi di settembre e ottobre propone quattro fine settimana dedicati alla campagna lombarda dove i partecipanti potranno esplorare paesaggi incantevoli, visitare cascine e pievi storiche e partecipare a eventi culturali e gastronomici che valorizzano le eccellenze locali.

Il Festival Terra Fiume

Che siate ciclisti esperti o meno, il Festival Terra Fiume è l’occasione giusta per regalarvi un’esperienza di slow tourism in paesaggi splendidi come quelli di Cremona e dintorni. Ideato da Ortofficine Creative APS, il festival nasce per valorizzare il ricco patrimonio della regione attraverso diversi percorsi ciclabili sportivi, turistici e ricreativi. Il programma, che si svolgerà a settembre e ottobre, vi permetterà di pedalare tra borghi, ville, cascine e lungo le rive dei fiumi Adda, Oglio e Po immergendovi non solo nelle bellezze paesaggistiche del territorio, ma anche in quelle enogastronomiche e culturali.

L’assessora al turismo Mazzalli racconta il progetto sottolineando che “pedalare insieme significa non solo esplorare nuovi luoghi, ma anche imparare valori importanti come la conoscenza del proprio territorio e il rispetto per le comunità attraversate”. L’inaugurazione del festival delle ciclovie si terrà il 7 e l’8 settembre con il tour ‘Tra Oglio e Postumia’, seguito da altri itinerari nei weekend successivi: ‘Le vie dell’Adda’ (21-22 settembre), ‘Tra Ville e Cascine’ (5-6 ottobre), e ‘Tra Po, Pievi e Cascine’ (19-20 ottobre).

Non solo pedalate, il programma del festival è ricco anche di altri eventi come le visite a mostre e riserve naturali, la partecipazione a spettacoli e agli eventi locali, oltre a piacevoli degustazioni dei sapori più tipici per scoprire il territorio attraverso la sua gastronomia.

Fiume Adda

Fonte: iStock

Il fiume Adda in autunno

L’app per creare il vostro itinerario

Il Festival Terra Fiume si inserisce all’interno di un progetto strategico che ha come obiettivo quello di valorizzare circa 1000 chilometri di itinerari cicloturistici. Ma come scegliere quello più adatto a voi? Per aiutarvi è stata sviluppata un’app, con il contributo della Regione Lombardia e in collaborazione con Confcommercio Provincia di Cremona, chiamata SellaGo.

L’app permetterà ai cicloturisti di pianificare il loro viaggio in base alle proprie esigenze, fornendo anche informazioni aggiornate su alloggi, ristoranti, stazioni di servizio e luoghi di interesse culturale e storico che incontreranno lungo il percorso. Questo strumento contribuisce a promuovere un turismo sostenibile e di qualità.

Se siete interessati, consigliamo di prenotare i tour sul sito ufficiale di Terra Fiume, dove troverete anche il programma completo del festival.

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Le più belle sagre gastronomiche nei borghi d’Italia

L’Italia è un paese ricco di tradizioni, le quali prendono vita soprattutto in occasione delle sagre, eventi unici dove respirare appieno l’essenza e l’autenticità del territorio in cui ci troviamo. Queste feste popolari rappresentano anche un’opportunità per scoprire piccoli borghi che, per un motivo o per un altro, non compaiono nelle classiche rotte turistiche, ma non per questo meno meritevoli di essere visitati.

Le sagre possono nascere per festeggiare eventi diversi, da quelli legati all’agricoltura come il raccolto a quelli di matrice religiosa, organizzati per omaggiare il santo patrono. Non mancano le sagre più deliziose, ossia quelle nate per raccontare un determinato prodotto gastronomico scelto come simbolo del territorio. Il tutto in un’atmosfera unica dove si crea un senso di comunità davvero speciale.

Queste sono le più belle sagre gastronomiche nei borghi d’Italia selezionate da SiViaggia.

XVI Festival Nazionale dei Borghi più belli d’Italia, Calabria

Dal 6 all’8 settembre, i borghi di Oriolo e Rocca Imperiale saranno i protagonisti della manifestazione annuale più importante dell’Associazione Borghi più belli d’Italia. L’evento, sostenuto dalla Regione Calabria, sarà ricco di convegni, dibattiti, mostre e degustazioni. Si tratta di un appuntamento molto importante perché permette non solo di far conoscere l’enorme patrimonio artistico, culturale e ambientale dei 362 borghi che fanno parte dell’Associazione, ma offre anche un’occasione per affrontare le problematiche relative alla vita dei piccoli borghi.

Festa dell’amaretto di Sassello, provincia di Savona

Qual è una delle specialità dolci più amate della Liguria? Sicuramente l’amaretto! E dove provarlo se non nel borgo dov’è nato nella seconda metà dell’800? Stiamo parlando di Sassello, in provincia di Savona, dove la produzione dell’amaretto è una cosa seria: si fa come una volta, utilizzando semplicemente zucchero, mandorle e uova. Tra le strade del centro storico di uno dei Borghi più belli d’Italia, l’8 settembre, potrete assaporare il celebre dolcetto dagli stand delle fabbriche più famose come Virginia o La Sassellese. Non mancano altre prelibatezze tipiche che potrete provare nei ristoranti locali.

Festival della Bottarga a Cabras, Oristano

Anche fuori stagione, la Sardegna offre tante opportunità per scoprirla e, una di queste, è sicuramente il festival dedicato a uno dei suoi prodotti più pregiati: la bottarga di muggine. Il 14 e 15 settembre, il borgo di Cabras, in provincia di Oristano, ospiterà grandi chef per condividere con i visitatori la cultura e le eccellenze del territorio con un occhio di riguardo alla sostenibilità. In questa occasione, i ristoranti vi accoglieranno nelle piazze principali del paese con menù speciali a base di bottarga e prodotti locali.

Bottarga muggine Cabras

Fonte: iStock

La bottarga di muggine tipica di Cabras

Sagra della Varola a Melfi, Potenza

Dal 18 al 20 ottobre, il borgo storico di Melfi, una delle cittadine della Basilicata più importanti sia dal punto di vista economico che turistico e storico, organizza la Sagra della Varola. Durante queste giornate, la castagna sarà la vera protagonista insieme a tante altre iniziative pensate per far divertire i partecipanti come musica, balli e stand gastronomici dedicati anche ad altre specialità del territorio.

Sagra del Fungo Cardoncello a Minervino Munge, Barletta-Andria-Trani

Il 26 e 27 ottobre, nel borgo autentico di Minervino Murge, si terrà la sagra di sua maestà il “fungo cardoncello”, un appuntamento fisso e irrinunciabile per moltissimi degustatori. Quella di Minervino è una delle tappe del più ampio evento Cardoncello on the Road che interesserà anche i paesi pugliesi di Poggiorsini, Spinazzola, Gravina in Puglia e Ruvo di Puglia. Durante questa sagra avrete anche l’opportunità di scoprire i luoghi d’interesse del borgo come la Grotta di San Michele o il Museo Civico Archeologico.

Sagra del cinghiale a Chianni, provincia di Pisa

Il borgo di Chianni organizza dal lontano 1976 la rinomata sagra del cinghiale, nata per far conoscere l’antica cucina contadina delle origini. Quest’anno si terrà nel mese di novembre, dal 7 al 10 e dal 14 al 17. L’evento non rappresenta solo l’occasione di provare questa specialità attraverso tante ricette diverse, ma anche un’opportunità per scoprire il paese e il suo territorio, ricco di natura, itinerari paesaggistici ed enogastronomici con radici ben affondate nella terra degli Etruschi.

Sagra dell’Oliva Dolce a Bitetto, provincia di Bari

Torna a Bitetto, borgo autentico della Rete Puglia, la Sagra dell’Oliva Dolce: dal 20 al 22 settembre, in occasione della XXXI edizione della manifestazione, si terranno due giorni dedicati alla cultura enogastronomica del territorio. In particolare, l’attenzione sarà riservata all’oliva baresana nella varietà Térmite di Bitetto, raccontata attraverso la passione e la professionalità dei maggiori produttori olivicoli locali, dei ristoratori e dei commercianti.

Chiesa Bitetto

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Cattedrale romanica a Bitetto

Sagra della Polenta di Arborea

Si svolgerà il 19 e il 20 ottobre, nel borgo sardo di Arborea, l’attesa Sagra della Polenta. La sagra rappresenta un’occasione unica per conoscere la storia e la cultura della Sardegna attraverso un piatto che unisce l’isola alle tradizioni gastronomiche di altri paesi italiani, con i quali è gemellato. In programma sono previsti anche tanti altri stand e attività pensate per divertire i partecipanti.