Categorie
itinerari itinerari culturali mete storiche Notizie Parma turismo enogastronomico Viaggi viaggiare

Il Times celebra Parma come meta ideale per l’autunno

La città di Parma ha conquistato il Times, lo storico quotidiano britannico rimasto ammaliato non solo dall’ottimo cibo (come si fa a non amare il famoso parmigiano o il prosciutto?), ma anche per la sua atmosfera colta e rilassata, per l’elegante centro storico e per l’interessante passato che ne ha plasmato storia e identità. La città, infatti, fu fondata dai Romani e prima dell’unificazione d’Italia fu prima di proprietà dei francesi, poi degli spagnoli e degli austriaci e nel XIX secolo fu governata da Maria Luigia, la seconda moglie di Napoleone.

Ma soprattutto, quello che la giornalista Julia Brookes ha apprezzato di più della città di Parma è il suo essere compatta, facilmente visitabile a piedi o in bicicletta, ma soprattutto non è invasa dal classico turismo di massa che invece interessa sempre più le città vicine, in primis Bologna. Ai suoi lettori, l’articolo consiglia un itinerario di 48 ore da trascorrere in città durante il periodo autunnale, con tanti suggerimenti su cose da vedere e, soprattutto, su cosa e dove mangiare.

L’itinerario per una perfetta fuga autunnale

L’articolo consiglia di affidarsi a una guida locale per scoprire i segreti storici della città di Parma. Dal Duomo romanico riccamente decorato (la cupola è affrescata con il capolavoro dell’Assunzione della Vergine di Correggio) e il vicino battistero, realizzato in marmo rosa di Verona e ricoperto di dorati affreschi bizantini, al Palazzo della Pilotta, un magnifico complesso costruito per i duchi Farnese nel XVI e XVII secolo e che oggi ospita diversi musei.

Tra questi, imperdibile è il vasto Teatro Farnese, il primo teatro moderno dell’Occidente. Quasi del tutto distrutto dalle bombe del 1944, venne ricostruito in epoca moderna restituendoci una delle più straordinarie architetture teatrali del Seicento. Le altre tappe consigliate sono Palazzo Ducale e il Teatro Regio, quest’ultimo costruito nel 1829 in stile neoclassico e considerato uno dei teatri più importanti d’Italia.

I souvenir gastronomici

Non stupisce che una giornalista straniera si innamori del cibo italiano, soprattutto quello delizioso prodotto a Parma. Ecco perché ai suoi lettori suggerisce di acquistare un souvenir diverso, dal profumo inebriante e dal gusto indimenticabile. Ovviamente si tratta del parmigiano, da comprare rigorosamente nei negozi di gastronomia locali, e del prosciutto.

Per restare in tema di cibo, oltre a consigliare diversi indirizzi dove mangiare i piatti tipici locali e della zona, consiglia anche di partecipare a un’esperienza: quella che racconta il processo di produzione del Parmigiano Reggiano. All’interno dell’articolo vengono citati dei caseifici situati fuori città, dove fare un tour delle diverse fasi di preparazione, compreso di degustazione.

D’altronde, l’Emilia Romagna è la Food Valley d’Italia per eccellenza, un territorio ricco di prelibatezze gastronomiche amate in tutto il mondo. Parma e le sue colline, dove si produce il famoso Prosciutto di Parma DOP, è una tappa irrinunciabile in questa regione per chiunque ami il buon cibo. Noi di SiViaggia, in aggiunta ai consigli della rivista britannica, vi consigliamo di allungare la vostra visita e di scoprire anche i dintorni, come l’antico borgo di Felino o alcuni percorsi di trekking come il Percorso del Gallo e il Percorso La Costa.

Categorie
Borghi Idee di Viaggio Toscana turismo enogastronomico Viaggi viaggiare

10 cose da fare in Toscana almeno una volta nella vita

Sarà scontato, ma un viaggio in Toscana offre davvero ricordi indimenticabili. Pianificarlo può essere difficile perché le cose da fare e da vedere sono talmente tante che potreste essere travolti da un’emozione confusionaria che rischia di farvi perdere le esperienze più belle! Tutti conosciamo le classiche immagini da cartolina offerte dalla Val d’Orcia, con i suoi cipressi e le dolci colline. Sbagliereste, però, a focalizzarvi solo su questo.

Seppur questa tipologia di paesaggi rientra a tutti gli effetti tra le 10 cose da fare in Toscana almeno una volta nella vita, il territorio ne offre anche di altre altrettante splendide e speciali. Questa regione è rinomata anche per le acque color smeraldo delle sue coste, per il cibo delizioso e per i piccoli borghi, dove tra le viuzze strette e le case in pietra il tempo sembra essersi fermato. Ecco perché, qui di seguito, abbiamo raccolto alcune delle cose preferite da fare in Toscana per aiutarvi a scegliere l’esperienza giusta per voi.

Fare una degustazione di vini

Tra le 10 cose da fare in Toscana almeno una volta nella vita non poteva certo mancare una deliziosa degustazione di vini. Sono diverse le aree da segnare: per esempio, potreste seguire la strada del vino creata dal Chianti Classico, il consorzio che da 100 anni promuove e valorizza le eccellenze vinicole del territorio specifico del Chianti. Vi basterà fare attenzione al simbolo del Gallo Nero per capire se siete nel posto giusto, la cui zona di produzione specifica va da Firenze a Siena e comprende i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi e San Casciano in Val di Pesa.

Se siete nella zona della Val d’Orcia, invece, una tappa irrinunciabile per una perfetta degustazione di vini è Montepulciano, dove viene prodotto il Montepulciano DOGC. Solitamente, le degustazioni prevedono anche una visita della cantina e/o del vigneto.

Rilassarsi nei bagni termali

Tra le grandi città termali d’Europa considerate Patrimoni UNESCO, una si trova proprio in Toscana. Stiamo parlando di Montecatini Terme che, in passato, ha rappresentato il salotto liberty della classe benestante toscana. Questo aspetto può essere ammirato nell’eredità architettonica giunta fino a noi, dagli edifici Belle Époque ai giardini, ai viali e alle fontane. Rilassarsi alle terme rappresenta quindi un must da fare in Toscana almeno una volta nella vita, non solo a Montecatini Terme, ma anche a Saturnia, in provincia di Grosseto, ai Bagni di San Filippo o alle terme di Chianciano.

Terme Toscana

Fonte: iStock

Le famose terme in provincia di Grosseto

Tour in barca tra le calette dell’Argentario

L’Argentario è sicuramente uno dei luoghi più belli d’Italia. Il modo ideale per scoprirlo? Partecipando a un tour in barca che vi permetterà di raggiungere le sue calette più nascoste. Il promontorio, infatti, vanta una costa rocciosa e frastagliata, ricca di insenature e di una macchia mediterranea incontaminata e selvaggia. Le calette più famose che ammirerete da un punto di vista privilegiato sono Cala Grande, Cala Piccola, Cala del Gesso, la Spiaggia delle Cannelle, la Spiaggia Lunga e l’Acqua Dolce. I tour partono solitamente da Porto Ercole e da Porto Santo Stefano, entrambi antichi borghi fortificati: dopo aver scoperto la bellezza della costa, vi consigliamo di perdervi tra le loro strade e di immergervi nella loro storia.

Ammirare le bellezze della Val d’Orcia

Una delle zone più famose della Toscana è la Val d’Orcia, da vedere almeno una volta nella vita perché i suoi paesaggi sembrano uscire direttamente da un dipinto. Sono diverse le tappe da fare per godervi al meglio questo territorio: dai meravigliosi borghi di Montepulciano, Pienza e San Quirico d’Orcia, quest’ultimo di origini etrusche, ai cipressi da fotografare. I viali con i cipressi, infatti, sono uno dei simboli di questa zona, insieme alle famose Crete Senesi, terreni argillosi erosi dal tempo.

Val d'Orcia

Fonte: iStock

Classico paesaggio della Val d’Orcia

Perdersi tra i musei di Firenze

Impossibile parlare della Toscana senza nominare Firenze, culla del Rinascimento e scrigno di tesori artistici imperdibili. Almeno una volta nella vita è d’obbligo una visita alla Galleria degli Uffizi, uno dei musei più famosi al mondo grazie alle sue straordinarie collezioni di sculture antiche e di pitture che vantano grandi nomi quali Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Mantegna, Correggio e Leonardo, per citarne solo alcuni. Tra gli altri musei segnaliamo anche la Galleria dell’Accademia o il Museo di Michelangelo, chiamato così perché espone il maggior numero di statue dell’artista, in primis il David, e Palazzo Pitti, una reggia che contiene al suo interno 6 musei.

Partecipare al Palio di Siena

Siena è una gemma medievale e ogni periodo è quello giusto per visitarla. Tuttavia, tra le cose da fare in Toscana almeno una volta nella vita c’è partecipare al suo Palio, organizzato due volte l’anno: il 2 luglio in onore della Madonna di Provenzano, e il 16 agosto, in onore dell’Assunta. Il Palio è uno degli eventi cittadini più attesi, durante il quale le diverse Contrade senesi, ovvero le “zone” in cui è divisa la città, si sfidano in un’appassionata corsa a cavallo in Piazza del Campo. Le Contrade sono 17 e si distinguono le une dalle altre per stemmi e colori unici, che potrete ammirare anche semplicemente camminando tra le vie della città. Si tratta di un evento antichissimo le cui origini risalgono almeno al Seicento, da vedere almeno una volta per capirne l’importanza e per essere trasportarti dall’emozione e dall’entusiasmo generale.

Palio di Siena

Fonte: iStock

Il Palio di Siena

Visitare i borghi medievali

Non solo una volta nella vita, perché vi serviranno almeno altre due, tre e quattro volte (se non di più) per visitare i meravigliosi borghi medievali toscani. Con le loro antiche case in pietra e le strade acciottolate, rappresentano il modo migliore per immergersi nella bellezza e nella ricca storia della regione. Passeggiate per le strade medievali di San Gimignano, dove le antiche torri perforano l’orizzonte, e nella vicina Volterra, sede del municipio più antico della Toscana, ricoperto di affreschi del XIX secolo. E come non citare Pitigliano, arroccato drammaticamente su ripide scogliere di roccia, così come anche Capalbio, il cui Giardino dei Tarocchi è davvero una chicca da visitare con la sua rappresentazione artistica delle 22 carte dei Tarocchi maggiori attraverso un caleidoscopio di sculture colorate.

Provare la cucina povera toscana

Quando arrivano in Toscana, tutti i viaggiatori vogliono provare determinate specialità, come la Fiorentina, ma una volta nella vita dovete regalarvi il piacere del gusto e della semplicità offerte dalla cucina povera. La particolarità di questa cucina è che si basa su una filosofia che prevede l’utilizzo intelligente e creativo degli ingredienti disponibili, senza sprechi e con un grande rispetto per la natura e la terra. I piatti della cucina povera conquistano con la loro grande varietà di sapori e con le loro diverse consistenze: dalle zuppe rustiche ai piatti di pasta, come i pici, che nella loro semplicità non tralasciano certamente il gusto. Questa è da provare nelle trattorie tipiche, dove si respira un’atmosfera familiare e genuina.

Pici toscani

Fonte: iStock

Piatto tipico con i pici toscani

Tour sulle tracce delle Ville Medicee

I Medici sono un po’ il sinonimo della Toscana: è praticamente impossibile visitare il territorio senza che vengano nominati. Per seguirne le tracce vi basterà partecipare a un tour che passa attraverso le tante Ville Medicee dislocate a Firenze e nei suoi dintorni. Quello che andrete a vivere è un itinerario dove arte, storia e cultura si incontrano per mostrarvi le meraviglie della civiltà italiana tra il XV e il XVII secolo. Le diverse ville, 14 in totale, sono veri e propri gioielli perfettamente conservati solitamente arricchiti da splendidi giardini. Molto belle, per esempio, sono Villa Petraia, tipica dimora rinascimentale raggiungibile facilmente dal capoluogo toscano, e la Villa Medicea di Poggio a Caiano, la preferita di Lorenzo Il Magnifico e la meglio conservata.

Scoprire il Parco della Maremma in bicicletta

Infine, l’ultima esperienza che vi consigliamo di fare in Toscana almeno una volta nella vita è scoprire il Parco Regionale della Maremma in bicicletta. Si tratta di un paradiso naturale di immensa bellezza, con numerosi affacci sul mare e spiagge. Pedalando entrerete a contatto con il paesaggio in modo sostenibile e, se siete fortunati, potrete anche avvistare alcuni dei suoi abitanti come daini, caprioli e cinghiali. Lungo il percorso vi addentrerete nei profumi e nei colori tipici della macchia mediterranea, dove la fatica del pedalare verrà ripagata da viste spettacolari, come quella su Cala di Forno.

Il Parco della Maremma è stato istituito nel 1975 ed è il secondo Parco Regionale in Italia. Nel 1992 è stato insignito del Diploma Europeo, ossia un riconoscimento speciale dal punto di vista della conservazione ambientale conferito dal Consiglio d’Europa, rinnovato ogni anno e che riguarda solo altre 6 aree protette italiane. All’interno del parco, oltre a quello che vi abbiamo raccontato, esistono anche altri percorsi da fare in bici, alcuni facili e altri più difficili. Chi non è interessato alla bici, invece, può scoprire il parco tranquillamente a piedi perché sono presenti tantissimi percorsi escursionistici.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali mare resort Sharm El-sheikh turismo enogastronomico vacanze Viaggi

Perché l’autunno è il periodo giusto per una vacanza a Sharm El-Sheikh

Se si sognano temperature miti, mare fantastico e scorci indimenticabili, allora la meta da raggiungere in autunno è Sharm El-Sheikh: infatti qui si può prolungare la sensazione d’estate e vivere una vacanza da sogno, non troppo distante dall’Italia.

Nella località di mare egiziana si trovano tantissimi servizi, per una vacanza piena di comodità grazie ai tanti resort presenti. Ma non solo, perché la natura è magnifica e si tratta anche di una zona ricca di storia, in cui respirare la cultura e il passato: insomma un mix vincente e un luogo in cui colmare lo sguardo di colori e bellezza, in cui assaggiare piatti tipici, ma anche scappare se si cercano temperature calde e se si sogna di fare il bagno anche durante l’autunno. Poi, aspetto non da poco, nonostante l’estate di Sharm sia notoriamente molto calda, è anche possibile che durante i mesi più freddi ci siano meno turusti e questo permette di apprezzare di più di questa bellezza.

Sharm El-Sheikh, il periodo migliore per andarci

C’è chi ama l’autunno, i suoi tanti tesori gustosi o i suoi colori che sono la perfetta paletta di stagione, ma c’è anche chi sogna l’estate se non tutto l’anno, almeno quando vuole programmare una vacanza. Senza dover raggiungere posti lontani, c’è un luogo a circa quattro ore di volo dall’Italia in cui godere di un clima prettamente estivo, anche quando da noi si devono indossare i primi cappotti.

Stiamo parlando di Sharm El-Sheikh in Egitto, la meta da raggiungere in autunno perché qui le temperature oscillano tra una massima di 30 gradi e una minima di 23, quindi sono davvero perfette per godere ancora di un clima caldo e per prendere il sole. Ma anche per fare il bagno, perché l’acqua del Mar Rosso è gradevole e in questi mesi potrebbe essere tra i 27 e i 25 gradi, scendendo intorno ai 24 a dicembre. Temperature che permettono ancora di immergersi senza problemi in quella tavolozza di sfumature di blu.

Sharm el-sheikh destinazione da raggiungere in autunno

Fonte: iStock

Sharm el-sheikh è la destinazione perfetta d’autunno

Un’altra caratterista che riguarda il clima di Sharm El-Sheikh, e ciò che ci si deve aspettare, è il khamsin: si tratta di un vento molto caldo con tanto di tempeste di sabbia che si può intercettare nel periodo primaverile e, in particolare, tra marzo e maggio.

Insomma, il clima è subtropicale desertico, le piogge praticamente assenti e – tra tutti i periodi dell’anno – l’autunno e la primavera sono le stagioni ideali per raggiungere questo luogo che è perfetto per godersi una vacanza estiva anche quando in Italia le temperature sono decisamente più basse. E così Sharm El-Sheikh diventa una di quelle mete da raggiungere se si cerca un mare caldo tutto l’anno (o quasi).

Cosa fare a Sharm El-Sheikh in autunno

Sharm El-Sheikh è una località di mare che si affaccia sul Mar Rosso, nella penisola del Sinai ed è la destinazione di viaggio ideale per tutti coloro che amano praticare immersioni e fare snorkeling. Sotto la superficie dell’acqua, infatti, si cela un tesoro di inestimabile bellezza: qui si trova la barriera corallina, una tra le più vaste e variegate di tutto il mondo. La lunghezza supera i 100 chilometri e ci si può imbattere in una diversità straordinaria, tantissimi animali e colori che levano il fiato: inoltre non si deve essere esperti per poter godere di tanta bellezza con i propri occhi, dal momento che è facilmente visibile.

Sharm el-sheikh quando andare

Fonte: iStock

Sharm el-sheikh quando andare: i periodi migliori

In questa località egiziana, poi, ci sono moltissime cose da vedere e luoghi da esplorare per riuscirne a catturare le tante anime. Vale la pena visitare la zona più moderna, ovvero Naama Bay, anche per il suo mare favoloso, tanto quanto è straordinaria e vale la pena una visita la spiaggia di Ras Um Sid. Merita una visita anche l’Old Market, dove fare acquisti e respirare un’atmosfera autentica anche grazie alla presenza di una Moschea affascinante.

Un’escursione da fare, invece, è quella per raggiungere il parco nazionale di Ras Mohammed che si estende su circa 480mila chilometri quadrati: si tratta di un ecosistema marino in cui ammirare tantissime specie animali e vegetali. E poi tappa immancabile è il deserto, dove programmare escursioni di diverso tipo.

Le attività che si possono fare a Sharm El-Sheikh in autunno sno tante e varigate, per una vacanza al mare ma anche alla scoperta di una cultura affascinante come quella egiziana.

Categorie
Borghi castelli Europa Germania itinerari culturali turismo enogastronomico Viaggi vini

Cochem, il borgo della Germania con scorci da cartolina

Camminare tra le stradine di Cochem, favoloso borgo lungo il corso del fiume Mosella a una cinquantina di chilometri da Coblenza, è come varcare la soglia di un mondo incantato.

Ogni angolo trasuda storia e poesia, dalle case a graticcio abbracciate l’una all’altra, alle maestose torri del Castello che vegliano dall’alto, fino ad arrivare alle dolci colline ricoperte di vigneti da cui nasce l’eccezionale vino Riesling, cornici perfette per escursioni e passeggiate, ma anche per semplici momenti di assoluto relax, laddove il tempo appare sospeso.

Il Castello di Reichsburg: un tuffo nel Medioevo

A dominio di Cochem con la sua silhouette imponente, il Castello di Reichsburg è la quintessenza del fascino medievale: le alte torri e le mura possenti lo rendono degno di un racconto cavalleresco.

Salire la collina che lo ospita dall’Anno Mille è un’esperienza da non perdere: passo dopo passo, la vista si allarga e la Mosella brilla lontano, avvolta dai vigneti. Distrutto nel 1869 durante la guerra della Lega di Asburgo e ricostruito nell’Ottocento in stile neogotico, è stato reso visitabile a fine Anni Settanta: le 50 stanze arredate narrano ancora oggi di leggende e battaglie epiche.

Il cuore di Cochem: un labirinto di storia e fascino

centro storico Cochem, Germania

Fonte: iStock

Case colorate a graticcio a Cochem

I vicoletti lastricati del centro storico di Cochem invitano a perdersi e ad ammirare scorci da cartolina, proprio quelli che ci si aspetterebbe di trovare sfogliando un libro di fiabe.

La trecentesca Enderttor, un tempo dimora del guardiano della torre, si erge imponente, con la fiera struttura in pietra viva a ricordare un’epoca antica, così come la Porta di Baldovino  dall’architettura difensiva e la Porta di San Martino, che conserva intatto il cammino di ronda coperto.

E siamo appena all’inizio: l’autentica magia di Cochem la si scopre passeggiando senza fretta all’ombra delle pittoresche e colorate case a graticcio dai neri e lucenti tetti in ardesia fino a ritrovarsi dinanzi al pozzo di San Martino e alla suggestiva Chiesa di San Martino, che già da lontano si impone alla vista con il campanile che svetta orgoglioso verso il cielo, fulcro spirituale del borgo.

Non può poi mancare una tappa al municipio barocco, gioiello architettonico che porta con sé sfarzo e raffinatezza e allo storico mulino della senape (tra i più antichi della Germania) risalente agli inizi del XIX secolo: si tratta di un’interessante struttura a conduzione familiare dalla lunga tradizione dove è possibile partecipare a una visita guidata per conoscere da vicino tutto il processo di lavorazione e vedere anche l’originale ruota ad acqua. In più, sono a disposizione ben 18 varietà di senape differenti nonché golose specialità regionali a chilometro zero.

Paesaggi che lasciano senza fiato

Un’atmosfera senza eguali tra la meraviglia del Castello e quella del centro storico, certo. Ma Cochem è anche paesaggi che lasciano senza fiato, a partire dalla Mosella Promenade, una passerella panoramica che corre lungo le rive del placido fiume, fiancheggiato da alberi, prati e un’ampia scelta di ristoranti e bar. Un altro ottimo modo per esplorare la passeggiata della Mosella da un punto di vista inedito è prenotare una crociera fluviale con audioguida.

Altrettanto spettacolare si rivela il Pinnerkreuz Lookout Point, luogo ideale per godere di viste uniche sul borgo e sulla splendida vallata, caratteristico ponte di osservazione a Pinnerberg, collina a nord di Cochem, la cui cima può essere facilmente raggiunta con la funivia Cochemer Sesselbahn. Una volta arrivati, si può prevedere una sosta presso il piccolo ristorante per un piacevole spuntino.

Categorie
itinerari culturali Notizie turismo enogastronomico Viaggi viaggiare vini

L’Italia è leader del turismo enogastronomico ed esperienziale

Ormai, il turismo italiano ha subito una trasformazione significativa. Non si tratta più solo di ammirare monumenti storici o paesaggi di rara bellezza: i viaggiatori, oggi, desiderano vivere esperienze autentiche, immergendosi nelle tradizioni locali e nei sapori del territorio con un occhio di riguardo per l’ambiente.

Secondo i dati di Coldiretti, il numero degli eco-turisti è in continua crescita e l’Italia, con il suo patrimonio enogastronomico unico, sta diventando un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza a 360 gradi tra natura, cibo e cultura. Il vino e l’olio d’oliva, in particolare, sono le nuove stelle di questa rinascita turistica e aprono la strada a vacanze che valorizzano il meglio del territorio.

Il boom dell’eco-turismo: un nuovo modo di viaggiare

Basti pensare che, negli ultimi dieci anni, il numero di eco-turisti in Italia è raddoppiato, con una crescente attenzione alla sostenibilità durante la pianificazione delle ferie: il 25% dei vacanzieri si orienta ormai verso scelte più green, preferendo strutture che garantiscono cibo a chilometro zero e riducono i consumi energetici.

Questa tendenza è emersa chiaramente dall’analisi di Coldiretti, presentata durante l’inaugurazione del TTG Travel Experience di Rimini, la principale fiera del settore. Protagonisti dell’evento sono stati anche gli agriturismi di Terranostra Campagna Amica, con la presenza della presidente nazionale Dominga Cotarella.

Vino e olio: le nuove frontiere del turismo esperienziale

Il cibo ha assunto un ruolo centrale nelle scelte vacanziere, tanto che la buona tavola è diventata la prima motivazione per visitare l’Italia, superando cultura e divertimento, come indicato dai dati Noto Sondaggi.

Ma la nuova frontiera dei viaggi è rappresentata soprattutto dal turismo esperienziale legato ai singoli settori, dall’oleoturismo, all’enoturismo, dal turismo della birra a quello dei formaggi. Solo per l’enoturismo, l’estate 2024 ha superato il record delle sei milioni di notti trascorse tra le vigne registrate lo scorso anno, secondo Coldiretti.

Non a caso siamo il Paese leader per numero di posti letto nelle aree rurali grazie al contributo della multifunzionalità e dell’agriturismo, altro comparto su cui siamo leader mondiali. Un primato fondato su un’offerta turistica altamente diversificata e differenziata, dove l’agricoltura – il settore primario – gioca un ruolo fondamentale, per la cucina, per i paesaggi per le proposte esperienziali” ha sottolineato la presidente nazionale di Terranostra Campagna Amica, Dominga Cotarella.

Gli agriturismi: baluardi del turismo enogastronomico

L’Italia si conferma leader nel settore grazie alla multifunzionalità delle aziende agricole, un primato che la rende il Paese con il maggior numero di posti letto nelle aree rurali. Gli agriturismi sono il cuore pulsante di questa offerta diversificata e sanno unire ospitalità ed esperienze legate alla terra.

Attualmente, sono quasi 26.000 le aziende agrituristiche attive in Italia, un numero che è quasi raddoppiato rispetto al 2014 (+84%), e il loro valore economico ha raggiunto 1,5 miliardi di euro, con 15,5 milioni di presenze nel 2023. Di queste, ben il 58% proviene da turisti stranieri, con una permanenza media di 4,6 giorni, a fronte dei 3,1 giorni per gli italiani.

Un futuro sempre più green

Il futuro del turismo in Italia sembra sempre più orientato verso una visione sostenibile ed esperienziale. L’aumento degli eco-turisti conferma che la richiesta di vacanze autentiche, incentrate sulla natura e sui prodotti locali, è in forte crescita. Coldiretti prevede che il trend continuerà a crescere, rafforzando il ruolo del Belpaese come destinazione privilegiata per chi cerca un’esperienza di viaggio che sia non solo piacevole, ma anche rispettosa dell’ambiente.

Il vino e l’olio, colonne portanti della tradizione, si pongono come i protagonisti di questa nuova frontiera del turismo. Un viaggio tra vigneti e oliveti diventa così un bagaglio indimenticabile, capace di lasciare un segno profondo nel cuore dei viaggiatori e di promuovere uno sviluppo turistico consapevole.

Categorie
Langhe Monferrato Notizie Piemonte roero turismo enogastronomico Viaggi viaggiare vini

I paesaggi vitivinicoli del Piemonte, patrimonio Unesco da dieci anni

Il territorio delle Langhe-Roero e Monferrato è uno dei più belli al mondo e uno dei luoghi più visitati in Italia: quest’anno è il decimo anniversario che le colline di vigneti del Piemonte sono Patrimonio dell’Unesco. Infatti, lo scorso 22 giugno 2024 è stato celebrata l’iscrizione de “I Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La società formules è stata incaricata di studiare l’impatto a lungo termine di questo evento, a dieci anni di distanza, esaminando come abbia influenzato il territorio a livello di percezioni, decisioni degli stakeholder locali, indicatori economici e benefici in termini di reputazione e attrattività turistica delle località interessate.

I risultati della ricerca sono stati presentati da Guido Guerzoni, fondatore e CEO di formules, insieme a Giovanna Quaglia e Bruno Bertero, rispettivamente Presidente e Direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, durante il TTG Travel Experience a Rimini il 9 ottobre 2024, alla presenza di Alessandra Priante, Presidente di Enit.

Come è stata condotta l’indagine di formules

Lo studio, condotto su 200 comuni, ha analizzato l’impatto della designazione Unesco sui Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, valutando tre tipi di effetti: sociale, economico-occupazionale e comunicativo. Oltre ai 101 comuni direttamente interessati (29 nelle aree di eccellenza o Core Zones e 72 nelle Buffer Zones), l’indagine ha coinvolto 99 comuni limitrofi.

Il questionario ha coinvolto 512 persone tra amministratori locali, operatori turistici, imprenditori vinicoli, ristoratori e altre figure professionali, con l’obiettivo di sondare come l’iscrizione a sito Unesco abbia influenzato le loro attività. Due focus group, con una trentina di partecipanti, hanno ulteriormente esplorato le opinioni e percezioni sugli effetti della nomina Unesco. In parallelo, sono stati analizzati 51 serie storiche in ambiti come mercato immobiliare, turismo e occupazione.

Neive, Langhe

Fonte: iStock

Il borgo di Neive nelle Langhe

Tre aspetti che hanno influenzato il territorio

L’indagine di formules ha rivelato che il 96% dei partecipanti è consapevole dell’esistenza del Sito Unesco, ma solo il 49% conosce la sua precisa geografia. Sorprendentemente, il 27% non è consapevole del motivo per cui il sito è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità, e la coltivazione dei vitigni autoctoni è stata sottovalutata come valore distintivo.

Il 78% degli intervistati ritiene che l’impatto della designazione Unesco sia percepito più dagli esterni che dai residenti. Tuttavia, solo una minoranza (5,1%) crede che i turisti non riconoscano il valore del sito. La promozione internazionale della cultura enogastronomica piemontese e il miglioramento della reputazione nazionale e internazionale sono riconosciuti come i benefici principali della nomina.

D’altra parte, emergono preoccupazioni legate alla tutela del territorio e ai rischi di overtourism. I focus group hanno infatti evidenziato la necessità di sinergie locali più forti e di linee guida più chiare da parte dell’Associazione, per allineare le politiche locali con il piano di gestione Unesco e affrontare meglio le sfide future.

L’analisi economica ha esaminato sei ambiti: mercato immobiliare, fondiario, turismo, imprese, occupazione e inflazione. I dati dimostrano che la nomina Unesco ha avuto un impatto positivo in circa il 73% delle variabili analizzate. Complessivamente, l’effetto economico stimato è stato un ritorno di circa 121 milioni di euro.

Una delle problematiche principali riscontrate circa il mercato immobiliare è stata l’aumento dei prezzi delle abitazioni per i residenti. Tuttavia, tra il 2014 e il 2020, i prezzi delle case sono aumentati nelle aree Core, come Langhe e Grinzane Cavour, mentre altre zone hanno visto una riduzione.

Calliano, Monferrato

Fonte: iStock

Il villaggio di Calliano, nel Monferrato

Il settore turistico ha registrato una crescita in tutte le sei aree del sito Unesco. L’incremento delle visite internazionali, confermato dal 92% degli intervistati, ha interessato in particolare le zone di Nizza Monferrato e Canelli, mentre Langa ha attratto il maggior numero di visitatori complessivi.

La domanda turistica ha rivelato tendenze opposte tra italiani e stranieri: i turisti italiani preferiscono soggiornare nelle zone Buffer, mentre gli stranieri prediligono le aree Core, maggiormente conosciute a livello internazionale. L’offerta turistica è cresciuta significativamente, in particolare nel settore extra-alberghiero, con un aumento del 93% di camere disponibili in zone come Nizza Monferrato, contrastato da un calo dell’offerta di alloggi tradizionali in altre aree.

La ricerca ha evidenziato anche un notevole aumento della visibilità mediatica dei territori Langhe-Roero e Monferrato sia a livello nazionale che internazionale.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali mete storiche Rimini turismo enogastronomico Viaggi

Rimini fuori stagione: viaggio sulle tracce di Federico Fellini

Rimini non è solo una meta estiva, ma una città dal ricco patrimonio storico e culturale da scoprire in qualsiasi stagione. Gli itinerari per visitarla sono diversi, da quelli pensati per approfondire il suo passato romano a quelli gastronomici (impossibile lasciare la città senza aver prima assaporato una delle sue piadine), fino ai viaggi culturali che vedono protagonista uno dei suoi figli d’arte: Federico Fellini.

Sogno e realtà si incontrano nel rapporto tra il regista e la sua città, un rapporto complesso, fatto di amore e odio che, se da una parte ha portato Fellini a non girare mai nessuna scena dei suoi film a Rimini, dall’altra la città, attraverso simboli e raffigurazioni oniriche, era una figura sempre presente. Quella che compare nella maggior parte dei suoi film, infatti, è la Rimini dei suoi ricordi giovanili, “una dimensione della memoria” come la definì durante un’intervista.

Guardando i suoi film, da Amarcord (Mi ricordo in dialetto romagnolo) a I Vitelloni, si ritrovano comunque molti luoghi di Rimini riprodotti a Cinecittà o in location reali che, a detta di Fellini, “sono più Rimini della vera Rimini“. Se state programmando un viaggio nella splendida città romagnola e siete fan del regista, segnatevi queste tappe in un itinerario da vivere rigorosamente con lentezza, a piedi o in bicicletta.

Chi era Federico Fellini

Prima di raccontarvi i luoghi del regista nella sua città d’origine, scopriamo chi era. Federico Fellini nacque a Rimini nel 1920, dove trascorse la sua infanzia. Il suo rapporto con il cinema comincia fin dagli anni del liceo, seppur in modo indiretto. Dalle grandi doti come caricaturista, venne richiesto dal cinema Fulgor per la realizzazione delle caricature dei divi utilizzate per promuovere i film proiettati.

Una volta trasferitosi a Roma, e dopo un periodo di lavoro presso la redazione del Marc’Aurelio, cominciò a collaborare come sceneggiatore con registi quali Roberto Rossellini e Alberto Lattuada. Nel 1952 diresse il suo primo film, “Lo sceicco bianco”, che non ebbe molto successo, a differenza del successivo. Nel 1953 girò “I Vitelloni”, che gli valse il Leone d’Argento a Venezia e che sancì il successo definitivo di Alberto Sordi.

Seguirono tutta una serie di film premiati e acclamati dalla critica, da “La Strada”, “Le notti di Cabiria” e ” 8½” premiati con l’Oscar, a “La Dolce Vita”, che invece vinse la Palma d’Oro a Cannes. Fellini continuò a vincere premi su premi fino alla sua morte, nel 1993.

Federico Fellini

Fonte: GettyImages

Federico Fellini a Venezia

I luoghi di Federico Fellini a Rimini

Sono diversi i luoghi del regista da scoprire a Rimini, che si tratti di posti affettivi, i quali hanno ricoperto un ruolo importante nell’universo creativo di Fellini, o delle location riprodotte all’interno dei suoi film.

Il Grand Hotel

Il viaggio a Rimini sulle tracce di Fellini parte da uno dei luoghi più iconici: il Grand Hotel, descritto dal regista come “una favola della ricchezza, del lusso, dello sfarzo orientale. Gli giravamo attorno come topi per darci un’occhiata dentro; ma era impossibile”. Con la sua facciata liberty e le stanze che ospitarono personaggi illustri (compreso lo stesso Fellini) era considerato il simbolo della dolce vita riminese. Un luogo ricco di fascino, diventato famoso in tutto il mondo grazie soprattutto al film Amarcord. Eletto monumento nazionale nel 1994, il Grand Hotel sorge nel Parco Federico Fellini, dove troverete anche la Fellinia, la gigantesca macchina fotografica costruita da Elio Guerra.

Il molo e il lungomare

A poca distanza dal Grand Hotel c’è il mare, dove venne girata una delle scene più surreali del cinema italiano di quegli anni. Stiamo parlando del passaggio del Rex in Amarcord, una sequenza notturna che lo vede emergere misteriosamente dal buio, interamente girata nella piscina di Cinecittà. Il lungomare riminese compare sia ne I Vitelloni, dove la palata (passeggiata sul porto) diventa l’emblema del film, che in Amarcord, teatro delle scorribande motociclistiche di Scurèza ad Corpolò.

Inoltre, le traverse che collegano il lungomare con Viale Vespucci e Viale Regina Elena portano i nomi dei film di Fellini. In tutto sono ventisei le strade situate nel cuore della Marina di Rimini dedicate al regista, a cui va aggiunta la via che attraversa il Parco Federico Fellini dedicata a Giulietta Masina.

Luoghi Fellini Rimini

Fonte: 123RF

Via Amarcord tra i luoghi dedicati a Fellini

Piazza Cavour e Piazza Tre Martiri

Amarcord è il film che, più di tutti gli altri, mostra la Rimini della memoria. Fellini la racconta attraverso due piazze: la prima è Piazza Cavour, con la scalinata esterna di Palazzo dell’Arengo “utilizzata” per la sequenza delle celebrazioni fasciste e la Fontana della Pigna, elemento ricorrente nella pellicola. La seconda fu interamente ricostruita a Cinecittà, frequentata da Fellini nella realtà e riprodotta nel film per la sequenza della benedizione degli animali.

Cinema Fulgor

Non lontano da Piazza Cavour si trova il luogo dove tutto ebbe inizio: il famoso Cinema Fulgor. È “il luogo dove da piccolo scoprii i film” disse Fellini, il posto che divenne come una seconda casa segnando definitivamente il suo destino. Nato nel 1914, il Cinema Fulgor vanta interni bellissimi dai colori caldi, con volute di legno incurvato e la bellissima scala che conduce in galleria. Il Fulgor propone due sale (Sala Federico e Sala Giulietta) ed è stato ridisegnato da Dante Ferretti in stile anni Trenta e Quaranta e qui, se avete tempo, vi consigliamo di omaggiare il regista sedendovi e guardando un film.

I murales di Borgo San Giuliano e il Memoriale

Terminiamo questo viaggio con due luoghi. Il primo è il pittoresco Borgo di San Giuliano, dove troverete tantissimi murales dedicati al regista e ai suoi film. Borgo di pescatori, la sua atmosfera fu raccontata da Fellini nei film “I Clown” e ovviamente “Amarcord”, oggi ricordati con i tanti disegni impressi sulle facciate delle case color pastello che risplendono di massima vitalità soprattutto durante la festa, organizzata ogni due anni, chiamata Festa de’ Borg.

Infine, terminate il vostro itinerario porgendo un ultimo saluto al regista, che riposa insieme alla moglie Giulietta Masina e al figlio Pier Federico nel Cimitero Monumentale di Rimini dove, all’ingresso principale, sorge La Grande Prua, il monumento dello scultore Arnaldo Pomodoro in ricordo di Fellini.

Categorie
Idee di Viaggio Lazio trekking turismo enogastronomico vacanza natura vacanze avventura Viaggi

Tutte le zone d’Italia dove andare a funghi

Quando arriva la stagione autunnale gli amanti dei funghi sono pronti a partire a caccia nelle varie zone consigliate per la raccolta. In Italia ci sono vari posti in ogni regione dove poter mettersi sulle tracce di questi frutti dei boschi per poi gustarli in vari modi. I funghi sono un ottimo condimento per un primo piatto, ma anche per un secondo di carne e come contorno in solitaria. Chi ama il trekking e le passeggiate immerso nella natura, potrebbe unire le due attività e tornare a casa con un prezioso bottino gastronomico. Ma dove andare per raccogliere funghi lungo lo stivale? Ecco alcuni posti che i ricercatori di funghi conoscono bene e dove vale la pena fare un salto.

Lazio

Le zone del Terminillo, Filettino, Parco dei Monti Simbruini e la Valgranara sono i luoghi della regione Lazio dove è possibile raccogliere funghi. Ma anche l’Alta Valle del Velino, in provincia di Rieti, merita una menzione speciale.

Campania

I boschi campani custodiscono anche funghi, oltre ai tartufi di Laceno in Irpinia. Non è possibile raccoglierne più di 3kg a persona ogni giorno e si deve pulire il fungo sul posto prima di portare via il bottino.

Basilicata

I sentieri intorno a Potenza e Aliano offrono boschi ideali per andare per funghi.

Funghi

Fonte: 123RF

Funghi in Italia

Molise

Per raccogliere i funghi in Molise basta andare sui Monti della Meta, al Parco del Matese o a Sannio.

Piemonte

In Piemonte se volete raccogliere funghi potete dirigervi al Castello di Masino, un bene del Fai dove si trovano tantissimi porcini. Con l’occasione di fare una bella passeggiata nella natura e godersi paesaggi suggestivi, si possono portare a casa alcuni funghi di qualità. In particolare le zone migliori sono il Canavese e il cuneese con Val Casotto.

Valle d’Aosta

La Valle D’Aosta è un paradiso per i fungaioli, soprattutto grazie ai boschi di La Thuile che sono ricchi di funghi porcini e finferli. Nei dintorni delle cascate del Lutor è possibile imbattersi in qualcosa di interessante, oltre a godersi il paesaggio suggestivo mano a mano che ci si addentra tra le conifere. In questa regione si può raccogliere anche al Parco Nazionale del Gran Paradiso, anche se è meglio controllare le regole che prevedono una quantità giornaliera non superiore a 1kg a persona per la raccolta di funghi.

Trentino Alto Adige

All’interno del Parco Naturale dell’Adamello si possono esplorare l’Altopiano della Paganella e il Lago di Molveno se si è alla ricerca di funghi in Trentino. In questa regione le varietà che si trovano solitamente sono gallinacci, prataioli e porcini, numerosi anche nella Val di Sole, Val Rendena, Val di Fiamme e Val di Non. Inoltre nella provincia di Trento è possibile raccogliere ben 2 kg di funghi al giorno, ma non dalle 19 alle 7 del giorno dopo.

Veneto

Le montagne venete sono ricche di funghi, basta organizzare una passeggiata nei boschi del Cadore, nella Val fiorentina del Cansiglio o sull’Altopiano di Asiago e, oltre a godere di panorami mozzafiato, potrete raccogliere tante specie diverse.

Friuli Venezia Giulia

Tarvisiano e le valli di Tolmezzo sono i posti più famosi per raccogliere funghi in Friuli Venezia Giulia, però serve un’autorizzazione precisa per poterlo fare. Infatti è richiesta una quota a seconda della zona di raccolta per poter prendere i funghi e portarli via con se.

Lombardia

Non molto distante da Milano ci sono diversi posti per raccogliere funghi in Lombardia, come il Parco delle Groane, la Val Brembana, l’Alta Brianza, l’area tra Milano e Pavia e la Bassa Valtellina. Qui il tetto massimo al giorno a persona è di 3kg, ma in diverse zone serve l’autorizzazione rilasciata dai comuni locali.

Liguria

Non distante da Genova, a Bargagli, basta andare a pochi km dal centro per andare a caccia di funghi. In provincia di Savona, anche Sassello è una meta conosciuta dai fungaioli, a testimonianza che anche una regione vicina al mare ha tanto da offrire per i prodotti della terra.

Emilia Romagna

Nelle valli parmensi, la Val Baganza, la Val Trebbia, la Val Nure e la Val Ceno c’è persino una Strada del Fungo Porcino e la Val di Taro offre l’opportunità di trovare un fungo IGP, ovvero il fungo di Borgotaro. Le valli appenniniche dell’Emilia Romagna sono una fonte ricca di funghi e non si può raccogliere più di 3kg di prodotto. Tra le specie della zona sono il Calocybe gambosa, il Prugnolo e l’Amanita caesarea.

Toscana

La Maremma toscana è uno dei posti più ricchi di funghi nei boschi di querce lungo la strada che collega Civitella Marittima con Roccastrada, soprattutto per la varietà dei porcini. Ma anche la strada da Castel del Piano fino al Monte Amiata regala soddisfazione ai fungaioli con boschi di castagno che offrono funghi B. reticolatus, B. aereus e C. Cibarius.

Funghi autunno

Fonte: 123RF

Raccogliere funghi in autunno

Marche

Il Monte Catria, in provincia di Pesaro, è una zona famosa per i funghi, insieme al Monte Nerone e il Parco della Gola della Rossa con i pinaroli. Pensate che una volta è stato raccolto un porcino di circa 1,5 kg. Tuttavia la raccolta dei funghi in questa regione è consentita solo agli over 14 e un massimo di 3kg al giorno.

Abruzzo

In Abruzzo si possono cercare i funghi sui Monti della Laga e la Marsica per una quantità massima giornaliera di 3kg per contrastare la raccolta di funghi immaturi.

Umbria

Nelle zone montuose e collinari di Spoleto, Serano, Subasio e sui Monti Martani si possono raccogliere funghi in Umbria. Ma nei boschi di Montebibico, nella zona della Vallocchia e di Pompagnano anche ci possono essere belle sorprese, come i dintorni di Umbertide, Orvieto, Terni e Perugia. Al confine con la Toscana, nell’area di Preggio e Lisciano Niccone, come a Foligno e Sellano, la raccolta dei funghi viene fatta da diversi appassionati, dall’alba al tramonto per un massimo di 4kg di merce al giorno.

Puglia

Se pure non si tratta di una Regione nota per i funghi, la Murgia e il Salento offrono qualche bella sorpresa. Basti pensare al Cardoncello della Murgia e dei Marieddhri salentini.

Calabria

In Calabria il Parco della Sila è uno tra i più ricchi sia come quantità che come diversità di funghi, a partire dal porcino. Ma anche l’Aspromonte è un vero scrigno di prelibatezze d’autunno, tanto che un gruppo di fungaioli ha dedicato un sito intero ai suoi funghi. La raccolta è consentita entro il limite massimo giornaliero di 3 Kg ed è vietata la raccolta all’interno delle riserve naturali.

Sardegna

In Sardegna la zona target per i fungaioli è la Gallura dove si trovano molti prataioli, ovuli, porcini, gallinacci, finferli e mazze di tamburo. La raccolta consentita è di quantità giornaliera non superiore a 4 kg per i funghi epigei e non superiore a un chilogrammo per i funghi ipogei.

Sicilia

Non viene mai in mente la Sicilia se si parla di raccolta di funghi, ma il Parco dei Nebrodi e il Parco dell’Etna sono Zoe da setacciare per ricredersi. La raccolta massima consentita è di 4kg a persona per ogni giorno, quindi leggermente maggiore alle altre regioni.

Categorie
Andalusia Borghi Idee di Viaggio itinerari culturali Movida turismo enogastronomico Viaggi

Viaggio a Cadice, la città più antica del mondo occidentale

Anche se forse meno considerata durante un tour in Andalusia, la splendida città costiera di Cadice, incastonata su un promontorio che si affaccia sull’Oceano Atlantico, conserva un’atmosfera unica, frizzante e vivace, nonché una gloriosa storia che affonda le radici nel lontano 1100 a.C., quando i Fenici la fondarono con il nome di Gadir.

Le numerose culture che si sono avvicendate nel corso dei secoli, hanno lasciato un’impronta indelebile e lo spirito accogliente e festoso dei suoi abitanti, i gaditanos, non è mai venuto meno: ancora oggi, è famosa per la sua vibrante vita notturna, i suoi bar animati e la deliziosa cucina locale.

Cosa vedere a Cadice

Iniziare la visita di Cadice dalla Porta Tierra è come varcare la soglia tra due mondi: da una parte si dispiega la Cadice moderna, dagli ampi viali che conducono a favolose spiagge quali La Victoria, Santa María e La Cortadura, e dall’altra si svela la Cadice storica, con i suoi quartieri ricchi di tradizione e fascino. Ed è proprio qui che ogni angolo racconta una storia, dai vicoli medievali di El Pópulo, fino a La Viña, quartiere di pescatori per eccellenza, famoso per la musica chirigota, e Santa María, dove il flamenco risuona ancora tra le strade.

Il lungomare, che si specchia nell’immensità dell’Atlantico, regala una vista mozzafiato sulla Cattedrale, la cui cupola, rivestita di azulejos gialle, brilla al sole. Affacciata su Campo del Sur, è un autentico gioiello architettonico che mescola stile barocco e neoclassico. Al suo interno riposano le spoglie del celebre compositore Manuel de Falla, mentre nelle vicinanze svettano altrettanto preziosi testimoni della storia cittadina come l’antico teatro romano e la vecchia Cattedrale.

Proseguendo il tour di questa incantevole città della Spagna, vi accorgerete che le stradine di Cadice conducono a una miriade di piazze affollate, veri e propri “cuori pulsanti”. La maestosa Piazza España, dominata dal Palazzo dell’Amministrazione Provinciale e dal Monumento al Parlamento Liberale, si trova a due passi dal porto, mentre in piazza San Juan de Dios si erge il neoclassico Municipio, simbolo della città. Piazza Mina, ombreggiata da alberi secolari, invita a una pausa di riflessione prima di entrare nel Museo Archeologico e di Belle Arti, dove i reperti fenici raccontano un passato lontano. In Piazza San Francisco, l’omonima chiesa rappresenta invece un’oasi di pace lontano dal caos.

E non è ancora tutto.

Il centro storico di Cadice ha in serbo altre meraviglie: il Museo Storico Municipale, la Torre Tavira, una delle più antiche e rappresentative, e l’Oratorio di San Felipe Neri, luogo di discussione della Costituzione liberale del 1812, oggi dichiarato Monumento Nazionale. Non può poi mancare una visita alla Chiesa di Santa Cruz, dove i dipinti di Francisco Goya raccontano la grandezza dell’arte spagnola.

Infine, noterete come l’architettura gotica, barocca e moresca si uniscano in un incantevole gioco di forme e stili. Tra i simboli più affascinanti di tale fusione non si può non citare il Gran Teatro Falla, caratterizzato da mattoni rosa e archi in stile mudejar, che racconta la storia multiculturale di Cadice, una sorprendente realtà tutta da vivere tra cultura, mare e tradizioni.

Spiagge dorate ed emozionanti panorami sull’Atlantico

Tarifa, Cadice, Andalusia

Fonte: iStock

Splendida spiaggia a Cadice

Ma Cadice non conquista solamente con il fascino del centro storico e con un patrimonio culturale di grande rilievo: per immergersi nei panorami sublimi sull’Oceano Atlantico, una passeggiata lungo i viali alberati dell’Alameda de la Apodaca rappresenta un’esperienza imperdibile.
Si tratta di un suggestivo percorso nel Parco Genovés che culmina alla spiaggia della Caleta, l’unica situata nel cuore del centro storico, tra i castelli di Santa Catalina e San Sebastián, dall’ atmosfera intima e pittoresca. A due passi, il Balneario de la Palma y del Real aggiunge un ulteriore tocco di poesia.

Continuando la passeggiata verso la Cadice moderna, la vista si apre sul lungomare di Campo del Sur, dove i baluardi di Mártires, Capuchinos e San Roque donano vedute ancora più ampie e suggestive sull’Atlantico: i colori cangianti del mare si fondono con quelli del cielo e danno vita a una scenografia indimenticabile.

Arrivati alla Playa de la Victoria, ecco l’emozione di trovarsi di fronte a una delle più belle spiagge atlantiche di Cadice: la distesa di sabbia dorata si estende per circa quattro chilometri, dalla Porta Tierra fino alla punta estrema della penisola e, durante i mesi estivi, diventa il rifugio preferito dai gaditanos, che la scelgono per la sua ampiezza e il mare limpido. È il luogo ideale sia per chi desidera rilassarsi sia per chi ama camminare lungo la riva, apprezzando la brezza marina che accarezza la pelle.

Categorie
Notizie Sagre tradizioni turismo enogastronomico Viaggi

Sagre del tartufo, le più belle dove andare in Italia

In Italia, il tartufo non è soltanto un ingrediente prezioso, è un simbolo di tradizione, di legame profondo con la terra, e di piaceri antichi che si rinnovano anno dopo anno. E le sagre dedicate a questo tesoro nascosto nel folto dei boschi sono molto più di semplici feste: possiamo paragonarle a veri e propri viaggi sensoriali dove l’olfatto e il gusto si fondono in un’esperienza unica, sullo sfondo di borghi storici e nel calore dell’ospitalità locale.

Noi di SiViaggia abbiamo selezionato le sagre del tartufo più belle per trascorrere una giornata all’insegna di profumi inebrianti e sapori intensi.

Piemonte, l’eccellenza del tartufo

Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta delle sagre dal Piemonte e, in particolare, dalla famosa Fiera Internazionale del Tartufo d’Alba, che quest’anno si terrà dal 12 ottobre all’8 dicembre con apertura tutti i sabati e le domeniche e anche il 1 novembre, nella sede storica del Cortile della Maddalena. Giunta alla 94esima edizione, si tratta di una delle manifestazioni di spicco della regione nonché uno delle più quotate d’Italia: evento clou il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba.

Ancora, da non perdere è la Fiera del Tartufo Bianco di Moncalvo, scrigno del Monferrato, che si svolgerà domenica 20 e domenica 27 ottobre per la sua 70esima edizione. Cuore pulsante è Piazza Carlo Alberto dove sono in programma degustazioni gratuite di prodotti locali, mercatini d’artigianato e i classici vini piemontesi quali Freisa, Grignolino, Malvasia, Barbera d’Asti e del Monferrato.

In Liguria, la Festa Nazionale del Tartufo della Val Bormida

Millesimo, Liguria

Fonte: iStock

Veduta di Millesimo, Borghi Più Belli d’Italia

Dal 4 al 6 ottobre, Millesimo, uno dei Borghi Più Belli d’Italia in provincia di Savona, ospita la 32esima edizione della Festa Nazionale del Tarfufo della Val Bormida, una tre giorni di tradizioni, musica, spettacoli e buon cibo.

Da sempre, la Festa ha come obiettivo principale la tutela e la sensibilizzazione verso uno dei prodotti cardine del territorio: il tartufo, appunto.

Emilia Romagna, il vanto della stagione autunnale

Anche in Emilia Romagna non mancano le sagre che celebrano il tartufo, vanto dell’autunno, a cominciare da Tartòflà – Festival Internazionale del Tartufo Bianco di Savigno (Bologna), una delle più apprezzate in Italia, che per la sua 41esima edizione andrà in scena il 26-27 ottobre, 1-2-3, 9-10, 16-17, novembre. La Mostra mercato nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, un Museo del Tartufo a cielo aperto, stand gastronomici con le migliori specialità locali e i tradizionali mercatini delizieranno i quattro weekend.

Gli appassionati e i curiosi non potranno rinunciare all’appuntamento con Tartufesta a Sasso Marconi, giunto alla 35esima edizione e previsto per il 26-27 ottobre e il 1-2-3 novembre.
Il protagonista è il tartufo bianco dei colli bolognesi con il fulcro in Piazza Martiri dove assaporare le squisite specialità ma vi saranno inoltre bancarelle ed espositori di formaggi, salumi e altre prelibatezze.

Appuntamento goloso in Toscana

San Miniato, Toscana

Fonte: iStock

Panorama di San Miniato, Toscana

Da segnalare l’appuntamento goloso in Toscana con la 53esima Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato che pone al centro il pregiato tubero con bancarelle per la vendita e stand per degustazioni e assaggi il 16-17, 23-24 e 30 novembre e 1 dicembre.

Non soltanto tartufo comunque: saranno presenti numerose eccellenze di questa terra, a simboleggiare autenticità e tradizione: formaggi, salumi, vini, olio extravergine di oliva.

Marche, un punto di riferimento

Le Marche rappresentano un altro punto di riferimento per gli estimatori del tartufo: ecco la 59esima Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna (Pesaro e Urbino), l’occasione perfetta per gustare sublimi piatti a tema, acquistare prodotti tipici e conoscere da vicino il tartufo, le sue caratteristiche e il sapore.
Si svolge il 26-27 ottobre e l’1-2-3-9-10 novembre.

A Sant’Angelo in Vado (Pesaro e Urbino), ottobre è il mese del tartufo con la 61esima Mostra del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche il 12-13, 19-20, 26-27 e domenica 3 novembre con la fiera merceologica dei tartufai. Stand gastronomici e show di cucina con rinomati chef.

Umbria, puntuale ogni autunno

Gubbio, Umbria

Fonte: iStock

Veduta sul centro storico di Gubbio

In Umbria, puntuale ogni autunno, torna il classico appuntamento nel centro di Gubbio con “Gubbio Terra di Tartufo – Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco e dei prodotti agroalimentari“, quest’anno dal 31 ottobre al 3 novembre, in Piazza 40 Martiri.

Lazio, all’insegna della solidarietà

Il 12-13 e il 19 e 20 ottobre a Canterano, alle porte di Roma, si festeggia la XI Sagra del Tartufo, tappa fissa per gli amanti dell’oro nero.

Un evento intramontabile all’insegna della solidarietà, della cultura, del divertimento, dello slow food e di piatti che “profumano di bosco e di cucina della nonna“.

In Campania due weekend con il tartufo nero e le castagne

Nel centro storico di Bagnoli Irpino (Avellino) va in scena il 18-19-20 e il 25-26-27 ottobre la 45esima edizione della Sagra del Tartufo Nero e della Castagna, un momento ricco di sapore e profumi che invade tutto il centro abitato.

Oltre a degustare tartufi e castagne, sarà possibile partecipare a visite guidate, convegni, escursioni nonché conoscere le eccellenze locali e l’artigianato dell’Irpinia.

In Sicilia tra i sapori d’autunno

Voliamo in Sicilia per ricordare la X edizione de “Il Tartufo tra i sapori d’autunno” – Sagra del Tartufo dei Nebrodi” che si tiene a Capizzi (Messina) il 18, 19 e 20 ottobre.

Un ricco programma scandito da degustazioni, convegni, spettacoli, mostra-mercato, escursioni, laboratori, visite guidate e mostre dedicate al tartufo.