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È iniziata la vendemmia: le più belle esperienze da fare nelle vigne quest’anno

Arriva settembre e con lui il piacere di andar per vigne alla ricerca dei vini più buoni e di giornate da trascorrere in mezzo alla natura. Sono diversi gli eventi organizzati in Italia dedicati al settore enologico e alla gastronomia, con la partecipazione delle migliori realtà vitivinicole che, in occasione delle belle giornate che precedono l’arrivo dell’autunno, contribuiscono a rendere meno nostalgica la fine dell’estate. Queste sono le date da segnare in agenda e la selezione di eventi scelti per voi da SiViaggia.

Barbera d’Asti Wine Festival ad Asti

Alla sua prima edizione, il Barbera d’Asti Wine Festival porterà nel cuore del Monferrato incontri tematici, degustazioni e masterclass dedicate al vino e non solo. Dal 6 al 15 settembre, potrete partecipare a un programma ricco di cultura, arte e tradizione vinicola, pensato in collaborazione esclusiva con Guido Martinetti, famoso per aver rivoluzionato il mondo del gelato con Grom e oggi stimato viticoltore con la sua cantina Mura Mura, fondata insieme all’amico e socio Federico Grom. Durante questa edizione, infatti, potrete provare la variante di gelato alla Barbera DOCG creata proprio da Martinetti.

Durante il festival, gli ospiti potranno partecipare a diverse attività che includono incontri con esperti, serate musicali e degustazioni guidate, pensate per deliziare ogni palato e arricchire e far scoprire la magia del Monferrato, tra storia, cultura e innovazione gastronomica.

Barbera d’Asti Wine Festival ad Asti

Fonte: Ufficio Stampa

Vino Barbera d’Asti DOCG

Un Chilometro di Tela a Erbusco, in provincia di Brescia

Il 15 settembre, la vigna “Breda”, custodita nel parco di un’antica villa palladiana, Villa Lechi, si trasformerà in quadro vivente in occasione dell’evento “Un chilometro di Tela” e dell’annuale Festival in Cantina. Grazie all’impegno della Pro Loco di Erbusco, che ha immaginato questa vigna come un grande dipinto a cielo aperto, tutti potranno trasformarsi in artista per un giorno e contribuire a quest’opera collettiva. Nel dettaglio, si tratta di un intero chilometro di tela steso lungo le direttive principali della vigna che, nel corso dell’evento, metterà l’espressione creativa al centro della natura. Per partecipare è necessaria la prenotazione sul sito ufficiale della Pro Loco di Erbusco.

Vigneto Breda

Fonte: Pro Loco Erbusco

Vigneto Breda, dove si terrà l’evento Un Chilometro di Tela

La Festa in Cantina a Santo Stefano Belbo, nel Monferrato

La vendemmia è sempre stata un’occasione unica per condividere un momento speciale con la propria famiglia. Ed è proprio questa l’atmosfera che si respirerà alla Cascina Fontanette in occasione de La Festa in Cantina che si terrà ogni weekend del mese di settembre. In programma ci sono tante attività didattiche, degustazioni di vino e prodotti tipici, nonché intrattenimento per grandi e piccini. Chiunque, per esempio, potrà provare l’esperienza della pigiatura, oppure partecipare a una visita guidata della cantina e delle vigne seguita da un pranzo o una cena dove al vino è accompagnato un ricco menù di prelibatezze tipiche.

Cantine aperte in vendemmia a Varignana

Il 15 settembre, in occasione della vendemmia, potrete trascorrere una domenica a contatto con la natura alla scoperta del ciclo produttivo dei vini Palazzo di Varignana. Durante questa giornata vivrete un’esperienza completa, dalla raccolta dell’uva alla degustazione, un’opportunità unica per immergersi nel mondo vinicolo. Bambini e adulti potranno partecipare alla raccolta manuale dell’uva nei vigneti accompagnati dai vignaioli esperti, i quali spiegheranno nel dettaglio le varie fasi della produzione. Infine si passerà alla degustazione vera e propria.

Morbegno in Cantina in Valtellina

Uno degli eventi più attesi in Valtellina torna anche quest’anno sabato 28 e domenica 29 settembre, sabato 5 e domenica 6 ottobre e sabato 12 e domenica 13 ottobre. In quest’occasione potrete immergervi nell’atmosfera unica e suggestiva delle antiche cantine e dei luoghi più caratteristici di Morbegno, degustando e scoprendo i migliori vini della Valtellina oltre che tanti altri prodotti tipici del territorio. Il programma dettagliato è ancora in fase di elaborazione, quindi consigliamo di tenere d’occhio il sito ufficiale dell’evento.

Festival Franciacorta in Cantina, in provincia di Brescia

Anche quest’anno torna il Festival Franciacorta in Cantina nelle date 13, 14 e 15 settembre. Si tratta di un appuntamento imperdibile per chiunque desideri trascorrere una giornata diversa all’insegna di buon vino, cultura e natura. Le cantine saranno aperte per accogliere gli ospiti, i quali potranno assaporare gustose proposte gastronomiche e partecipare a coinvolgenti iniziative culturali e sportive. Questo weekend rappresenta anche l’occasione perfetta per scoprire un territorio ricco di monasteri, castelli e dimore storiche immerse tra i vigneti, dai quali nasce un vino che potrete provare in tutta la sua unicità.

100 Miglia sulla Strada del Conegliano Valdobbiadene

Il 4 e 5 ottobre salite sulle vostre auto d’epoca e percorrete la famosa Strada del Conegliano Valdobbiadene, nata per festeggiare l’anniversario dell’istituzione della Strada del Prosecco. I partecipanti avranno la possibilità di visitare in modo alternativo le Colline di Conegliano e Valdobbiadene, Patrimonio Unesco, regalandosi emozionanti visite guidate, soste in cantina per provare i vini del territorio e divertendosi con le corse tra i vigneti. Durante queste due giornate sono presenti anche molti altri eventi collaterali, aperti a tutti e non solo ai guidatori delle auto d’epoca.

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Il più bel viaggio da fare nel weekend a settembre è nel Monferrato

Italics, la prima rete istituzionale nata per riunire settantaquattro gallerie d’arte moderna e contemporanea attive sul territorio nazionale, ha scelto il Monferrato come location del suo progetto Panorama, alla sua quarta edizione. Una decisione che non stupisce considerando la bellezza di questa terra, contraddistinta da un paesaggio dolce composto da collineborghicastelli e vigneti. Ed è proprio in questo scenario che si terrà la mostra itinerante e diffusa che, coinvolgendo 15 sedi, 4 paesi, 63 artisti e 62 gallerie, ha l’obiettivo di mettere in relazione arte, architettura, antichità e contemporaneo con il territorio e le sue comunità.

Settembre diventa quindi il mese ideale per scoprire il Monferrato: situato tra Asti e Alessandria, rappresenta una meta turistica molto amata da chi desidera staccare la spina e scoprire un’area riconosciuta Patrimonio UNESCO che vanta un ricco patrimonio artistico, culturale e vinicolo. Ecco un assaggio del programma Panorama e cosa fare e vedere durante un weekend in questo territorio.

Panorama 2024: una mostra itinerante

A cura di Carlo Falciani, storico dell’arte, insegnante e curatore indipendente, la quarta edizione di Panorama trasformerà Monferrato in un museo a cielo aperto da scoprire con lentezza. Dal 4 all’8 settembre, i paesi di Camagna, Vignale, Montemagno e Castagnole ospiteranno un percorso espositivo pensato per riscoprire il paesaggio attraverso un viaggio artistico creato con le diverse opere e installazioni sparse per i borghi. Quello creato da Panorama, infatti, è un racconto inedito che unisce antico, moderno e contemporaneo nei luoghi più belli d’Italia.

Sono 15 le sedi scelte, dall’Ex Cottolengo al Palazzo Comunale di Camagna, da Palazzo Callori alla Chiesa dei Battuti a Vignale, dal Castello ai Voltoni Scalea Barocca a Montemagno all’Ex Asilo Regina Elena a Castagnole. In particolare, l’edizione di quest’anno si ispira ai principi de La civil conversazione, un testo scritto da Stefano Guazzo e pubblicato nel 1574, scelto perché mostra come alcune idee nate in Monferrato siano state fondamentali per l’Europa tra il Cinquecento e Seicento.

Weekend nel Monferrato a settembre: cosa vedere

All’itinerario artistico offerto da Panorama, potete aggiungere una visita alle altre zone del Monferrato, un paesaggio unico da scoprire sia a piedi che in bicicletta. Qui potete trascorrere un’intera giornata a spasso fra borghi e castelli: dalle architetture barocche di Casale Monferrato agli Infernot di Rosignano Monferrato, termine piemontese che fa riferimento a un luogo sotterraneo utilizzato come cantina. Per gli amanti dei castelli, invece, da non perdere sono sicuramente il Castello di Tagliolo, considerata una delle fortezze meglio conservate di tutto l’Alto Monferrato, il Castello Malaspina a Cremolino, quello di Razzano e il castello di Gabiano.

Infine, impossibile organizzare l’itinerario perfetto nel Monferrato senza regalarsi una degustazione dei suoi vini. Settembre, mese della vendemmia, è il periodo ideale per scoprire la cultura vinicola del territorio perché viene organizzata la Festa del Vino: un’occasione unica per scoprire gli 11 vitigni locali dai quali nascono i vini D.O.C. del Monferrato, apprezzati in tutto il mondo. A rendere questa esperienza ancora più speciale ci penserà la natura, che proprio in questo periodo farà spazio alle splendide tonalità dei paesaggi autunnali che in questo territorio si mostrano in tutta la loro bellezza.

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Estate nei Borghi Sibillini delle Marche, tra sagre, escursioni e notti sotto le stelle

Un fitto calendario di oltre 100 eventi, che spaziano tra sagre, concerti, escursioni e notti stellate, accende l’estate negli antichi Borghi Sibillini, situati tra le province di Ascoli Piceno e Fermo. Da Amandola a Montefortino, passando per Force, Montemonaco e Rotella, è un susseguirsi di appuntamenti che animano le antiche piazze e celebrano tradizioni millenarie. Un’occasione imperdibile per scoprire e immergersi nell’anima di un territorio che unisce storia, cultura e natura.

Il progetto “Borghi Sibillini” nasce dall’iniziativa congiunta dei dieci comuni dell’Unione Montana dei Sibillini – Amadola, Force, Montedinove, Montefalcone, Montefortino, Montelparo, Montemonaco, Rotella, Santa Vittoria, Smerillo, – con l’obiettivo di creare una rete territoriale coordinata che metta in risalto la bellezza e l’identità unica di quest’area. Un territorio che si distingue per un paesaggio di grande fascino, caratterizzato da colline verdeggianti che si estendono tra le maestose montagne appenniniche e il Mar Adriatico.

In particolare, la porzione di territorio che comprende i comuni di Amandola, Montefortino e Montemonaco rappresenta il versante nordorientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ricoperto da magnifiche faggete, dove si possono trovare specie rare come la stella alpina e la genziana, e non è raro avvistare il lupo, l’astore e l’aquila reale

Ci troviamo in quello che è considerato il “versante magico” del parco, ritenuto nel Medioevo come un regno misterioso, popolato da demoni, negromanti e fate. Tra le numerose leggende che avvolgono questa zona, spiccano quelle legate alla Sibilla, la “Illustre profetessa” che si dice vivesse in una grotta sul monte omonimo, e quella di Ponzio Pilato, secondo cui il corpo senza vita del funzionario romano fu trascinato da bufali fino alle acque rosseggianti del Lago di Pilato, situato nella profonda valle che attraversa il massiccio del Monte Vettore.

Estate nei Borghi Sibillini delle Marche

Ultimamente, i Borghi Sibillini delle Marche si stanno impegnando a promuovere le peculiarità di ciascun borgo, valorizzandone al contempo i tratti comuni. L’iniziativa punta a far conoscere i Monti Sibillini attraverso una narrazione che ne evidenzi le caratteristiche uniche, attraendo un pubblico sempre maggiore. L’obiettivo è trasformare quest’area in una meta turistica di primo piano, con un’offerta culturale e sportiva ricca e variegata, preservando al tempo stesso l’autenticità e l’essenza del territorio.

Ecco alcuni degli eventi in programma ad agosto nei Borghi Sibillini:

Rievocazioni storiche ad Amandola

  • 18 e 19 agosto 2024: Festa di San Ruffino – Una storica fiera mercato con stand gastronomici presso l’Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale.
  • 20-25 agosto 2024: Festa del Beato Antonio – Il più importante evento estivo di Amandola, con una settimana ricca di concerti e iniziative che attirano ospiti illustri.
  • 25 agosto 2024: Rievocazione Storica “Processione delle Canestrelle” – Un sentito evento che simboleggia i pellegrinaggi dei proprietari terrieri per portare un’offerta al Beato in segno di ringraziamento per il raccolto; a seguire il Concerto di Paolo Belli Big Band in Piazza Risorgimento.

Antichi sapori a Force

  • 16-18 agosto 2024: Antichi Sapori per le Vie del Borgo – Un festival che anima Force con stand gastronomici e artisti di livello internazionale. Inoltre, fino a settembre 2024, si potrà visitare una Mostra Egizia in onore dell’architetto Ernesto Verrucci Bey nel 150° anniversario della nascita, curata dall’egittologo Maurizio Damiano.

La sagra di Montefortino

  • 31 agosto – 1 settembre 2024: 50^ Sagra della Cucciola – La più antica sagra del paese, dove si celebra un piatto tradizionale con una ricetta unica di Montefortino.

Il festival di Montemonaco

  • 25 agosto 2024: Spensieralto – Festival dei Borghi di Montagna.

Feste religiose a Rotella

  • 13-15 agosto 2024: Festa di Montemisio – Un appuntamento religioso presso il Santuario di Montemisio.
  • 17-18 agosto 2024: Beata Assunta Pallotta – Con il tradizionale Miracolo della Fontana che butta Vino a Castel di Croce.
  • 30-31 agosto 2024: Festa di S. Viviana – La festa più importante di Rotella, con la processione delle spoglie di S. Viviana.
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Bogotà Idee di Viaggio itinerari culturali turismo enogastronomico Viaggi

Visita La Candelaria, il quartiere più amato di Bogotà

Ogni discorso sul quartiere La Candelaria di Bogotà è una conversazione sulla storia della città. E se ti stai chiedendo cosa significhi Candelaria, devi sapere che è il luogo in cui fu fondata Bogotà nel 1538 e prende il nome da una cappella cattolica dedicata alla Virgen de la Candelaria. Le sue ripide strade di pietra, che sembrano raggiungere il cielo, hanno visto scorrere la storia del Paese. Molto prima che Gonzalo Jiménez de Quesada fondasse questa città in una valle di fortezze e costruisse dodici capanne nel Chorro de Quevedo, era un luogo sacro per i Muiscas, l’antica comunità indigena. La Candelaria, pur essendo il quartiere più piccolo della capitale della Colombia, offre una grande offerta culturare che si respira in ognuna delle sue strade acciottolate, dove troverai sicuramente un motivo per innamorarti ancora di più della città.

Strada La Candelaria

Fonte: iStock

I colori delle strade de La Candelaria

Cosa vedere a La Candelaria

I musei e le attrazioni culturali

La Candelaria ospita alcuni dei musei e delle attrazioni culturali più popolari di Bogotà. Il quartiere è un’eclettica commistione tra vecchio e nuovo, storico e moderno. Gli splendidi edifici sono tipici dell’architettura coloniale spagnola, mentre le strade vantano alcuni dei murales più unici che si possano vedere. È difficile non notarli, coloratissimi e in contrasto con l’architettura coloniale di La Candelaria. Ogni murale è diverso dall’altro e raffigura temi che riguardano l’ambiente urbano e la gente.

Il modo migliore per visitare La Candelaria è passeggiare e ammirarne l’architettura. Nelle case con grondaie ottocentesche e balconi coloniali si nascondono i fantasmi dei viceré che un tempo abitavano patii e corridoi. Gran parte delle case, molte delle quali in stile coloniale e repubblicano, sono conservate e sono state dichiarate beni di interesse storico e culturale. In questa zona del centro storico della città si trovano circa 500 istituzioni, tra cui i migliori musei di Bogotà, centri di ricerca, teatri, biblioteche e università.

Oggi, queste grandi case sono teatri (La Candelaria, Seki Sano, El Tecal, García Márquez, ecc.) e musei (Coloniale, del Florero, Casa de la Moneda, Quinta de Bolívar, Militare, ecc.) oppure sono scomparse per lasciare il posto ai moderni edifici delle Università (La Salle, Externado, Andes, ecc.) e alla biblioteca più frequentata del continente, la Biblioteca Luis Ángel Arango, uno dei migliori luoghi da visitare a Bogotà che offre, oltre ai suoi due milioni di volumi, una collezione d’arte che, dalla fine degli anni Cinquanta, espone opere di artisti colombiani, latinoamericani ed europei. Questo mix di stili antichi e moderni è visibile non solo nell’architettura, ma anche nella vita di questa zona. Artisti, studenti e visitatori di tutto il mondo si mescolano nelle sue strade con gli abitanti originari di alcune di queste case.

Senza dubbio, il nostro primo consiglio è quello di immergersi nel mondo della cultura che questa zona offre. Potresti farlo, ad esempio, attraverso un tour in bicicletta a La Candelaria, visitando alcuni dei migliori musei di Bogotà, come il Museo Botero, che non solo ospita più di cento opere del maestro Fernando Botero, ma anche dipinti di artisti di fama mondiale come Renoir, Money, Degas, Picasso e Miró, solo per citarne alcuni. Questa collezione è stata donata dal famoso artista colombiano e l’ingresso è gratuito.

Piazza Bolivar

Fonte: iStock

In piazza Bolivar potresti anche incontrare un alpaca

Plaza Bolívar è la piazza principale nel cuore di La Candelaria e al centro di alcuni degli edifici e degli uffici più importanti della città. Prende il nome da una delle figure storiche più importanti della Colombia, Simón Bolívar. L’importanza di Bolívar nell’indipendenza della Colombia dalla dominazione spagnola è visibile in tutta la piazza, nella città e nell’intero Paese. Intorno alla piazza si trovano il Palazzo di Giustizia, il Campidoglio Nazionale, la Cattedrale di Bogotà e il Museo del 20 de Julio (Giorno dell’Indipendenza). A dicembre, molte persone riempiono la piazza per vedere le luci e gli alberi di Natale che addobbano l’area per celebrare le festività.

L’elenco dei musei di Bogotà è molto ampio, ma ne consigliamo anche alcuni che raccontano la storia colombiana, come la Casa del Florero, il Museo di Arte Coloniale e il Museo di Bogotà. Da non perdere anche il moderno Centro Culturale Gabriel García Márquez, progettato dal famoso architetto Rogelio Salmona. Potrai gustare una tazza di caffè, vedere le mostre d’arte o visitare la libreria della casa editrice messicana Fondo de Cultura Económica. Il Teatro Colón è un altro degli edifici più emblematici del quartiere. In stile neoclassico, è un monumento nazionale colombiano. Controlla la sua programmazione per assistere a un concerto, ammirare la sua architettura e gli artisti che vi si esibiscono. Per questo motivo è considerato uno dei migliori luoghi da visitare a Bogotà.

Il lato religioso de La Candelaria

Seguendo la tradizione spagnola, questa zona ospita numerose chiese e cappelle di grande valore architettonico partendo, ovviamente, con quella che ha dato il nome al quartiere, la Chiesa di Nuestra Señora de La Candelaria. Costruita alla fine del XVII secolo, conserva ancora alcune delle tecniche utilizzate per la sua costruzione in epoca coloniale. Verso ovest, incorniciate nella Plaza de Bolívar, si trovano la Cattedrale Primada di Bogotá e la Capilla del Sagrario. Se la prima è imponente per le sue dimensioni ed è una tappa obbligata per i visitatori, la seconda conserva grandi tesori di arte coloniale, come la collezione del pittore coloniale Gregorio Vásquez de Arce y Ceballos.

Chiesa di Nuestra Senora de la Candelaria

Fonte: iStock

L’interno della chiesa di Nuestra Señora de la Candelaria

Il lato gastronomico di La Candelaria

La storia gastronomica di Bogotà è in mostra nel centro storico. Anche se qui si trovano ristoranti con menu moderni e cosmopoliti, ti consigliamo di visitare i luoghi tradizionali. La Puerta Falsa è il ristorante più antico della città, con oltre duecento anni di storia. Qui troverai i piatti principali della cucina della capitale, come i tamales, gli ajiacos, i dolci e, naturalmente, il cioccolato di Santa Fe (cioccolato Santafereño). Oltre a questo locale storico, ti consigliamo altri ristoranti come la tradizionale Casa Vieja, La Scala e Origen Bistró. La popolarità della tradizione gastronomica locale è cresciuta a tal punto che ogni anno si tiene il Festival e Congresso Gastronomico “Sabor Candelaria”, che mira a valorizzare le tradizioni e i piatti ancestrali della città. Oltre a conoscere i nuovi locali, questo festival prevede eventi come degustazioni di caffè e vino, nonché conferenze e workshop con i principali chef della città.

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Le Blue Mountains, il gioiello nascosto della Giamaica

La Giamaica non è solo spiagge e palme da cocco ma custodisce un fantastico segreto, un luogo incantato dove osservare incredibili panorami montani, dedicarsi all’approfondimento culturale, fare attività sportiva e gustare dell’ottimo cibo: stiamo parlando delle Blue Mountain, la zona d’origine fresca e nebbiosa di uno dei caffè più pregiati e costosi del mondo. Le Blue Mountain formano la catena montuosa più lunga dell’isola, al confine orientale della Giamaica e presentano scenari maestosi, un’area ancora poco esplorata che è anche la fonte del profumatissimo Blue Mountain Coffee, famoso in tutto il mondo. Visitare la Giamaica non sarebbe un’esperienza completa senza trascorrere qualche giorno alle Blue Mountain e ricorda di portare con te dell’abbigliamento pesante, visto che ti troverai sulla quinta vetta più alta di tutti i Caraibi e nelle giornate più limpide, dalla cima potrai vedere persino Haiti e Cuba. Per chi cerca di scaricare l’adrenalina o per chi cerca un’esperienza più intima e rilassante, la montagna offre proprio tutto questo. Qui l’aria è un po’ più frizzantina, l’acqua un po’ più fresca e il cielo un po’ più blu. Andare alle Blue Mountain significa lasciarsi sorprendere e trasportare oltre i sentieri battuti.

blue mountains

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Panorama sulla catena delle Blue Mountains

Scoprire le Blue Mountain

Quest’area della Giamaica difficilmente viene raggiunto dai turisti stranieri, eppure è un vero gioiello. La vetta più alta delle Blue Mountain supera di quasi 500 metri la più grande stazione sciistica della Francia. Qui, i maiali selvatici e il coniglio, simile a un porcellino d’India, si aggirano nella “foresta elfica” sotto i pini avvolti nella nebbia. Viste panoramiche, cascate e foreste pluviali lussureggianti: le Blue Mountain offrono un ambiente rilassato ideale per gli amanti della natura che desiderano vivere un’esperienza al di fuori dei sentieri battuti (o del trambusto della città), e per chi vuole conoscere meglio la Giamaica.

La montagna offre la possibilità di godere della natura al suo massimo splendore sia per gli spiriti più avventurosi che per coloro che desiderano un’esperienza più rilassata. Potrai provare l’adrenalina dei sentieri escursionistici a piedi o in bicicletta, oppure rilassarti con un picnic in vetta ascoltando le fresche cascate che scendono dalle cime. Sali in bicicletta e scendi dolcemente di 1200 metri: ti troverai accanto a mandarini e alberi di soursop, senza quasi pedalare, fino a raggiungere una cascata nella giungla e una piscina. Assaggia il caffè giamaicano e tocca i chicchi che crescono nei campi. Consuma un abbondante pranzo e per finire, percorri la zipline più alta e più lunga della Giamaica. La montagna è una bellezza assoluta e un tesoro che aspetta di essere esplorato e vissuto.

uccellino giamaica

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Il Todu della Giamaica che potrai osservare durante la tua escursione alle Blue Mountain

Andare in bicicletta sulle Blue Mountain

Si dice che i modi migliori per vivere questa zona siano a piedi e in bicicletta. Le Blue Mountain ti offrono la splendida opportunità di vedere la Giamaica attraverso un tour in bicicletta in discesa che ti terrà con il fiato sospeso, letteralmente! Immergiti nella ricca storia e cultura dei Caraibi e crea ricordi straordinari mentre pedali attraverso il terreno montuoso. Catturerai momenti bellissimi con le persone che ami in un’avventura unica nella vita, che mette in mostra i panorami della Giamaica che si possono ammirare solo dalla vetta più alta del Paese.

Escursioni sulle colline

Si dice che l’escursionismo offra numerosi benefici a chi cerca di mantenere uno stile di vita sano. Inoltre, rilassa e concentra la mente e offre l’opportunità di godere di una vista panoramica sulle vette e sui pendii della valle. Esplora i fitti sentieri boscosi, respira l’aria fresca e pulita ascoltando il cinguettio delle oltre cento specie di uccelli che incontrerai lungo il sentiero e goditi l’avventura. Ci sono percorsi escursionistici per diversi livelli di abilità. I sentieri brevi sono adatti a coloro che desiderano una passeggiata facile tra la flora e la fauna e i sentieri più lunghi per coloro che desiderano qualcosa di più impegnativo dal punto di vista fisico. Si può anche scegliere di fare un’escursione notturna. È molto più tranquilla, completamente al buio tranne che per le torce dei partecipanti, e ti porterà in cima in tempo per assistere a un’alba mozzafiato. Una volta arrivati in cima, ci si rende conto che il viaggio ne è valso la pena. Questa attività non è adatta a tutti: non è necessario essere degli sportivi di alto livello per completare questo tour, ma preparati a camminare per circa 3 o 4 ore per raggiungere la vetta e altrettante per il ritorno.

Cascate meravigliose

In Giamaica si dice che sia possibile lavare via le preoccupazioni presso una qualsiasi delle cascate situate nelle Blue Mountain. Dopo aver fatto escursioni a piedi o in bicicletta tra le montagne, bagnati i capelli tuffandoti nelle cascate e goditi la freschezza dell’acqua. Forse farà un po’ freddo, ma vivrai la natura nella sua forma più pura e incontaminata, mentre l’acqua batte e massaggia via tutti i tuoi dolori e problemi.

Blue Mountains cascate

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Fai un tuffo negli specchi d’acqua delle Blue Mountains

Picnic in vetta

Un po’ di buon cibo e una splendida vista: un’esperienza perfetta. Sulla vetta della Blue Mountain, a circa 2000 metri, potrai goderti un bellissimo picnic. Le montagne offrono lo spazio necessarui per srotolare i teli da picnic e diventare un tutt’uno con la natura, respirando l’aria fresca di montagna, guardando il cielo azzurro e gustando del buon cibo. Prenditi un momento di relax, di distensione e, come dicono i giamaicani, di “full yuh belly” (pancia piena), crogiolandoti nella splendida flora e fauna che vi circonda. Difficile trovare di meglio.

caffè blue mountains

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Osserva da vicino la famosa varietà di caffè Blue Mountains

Caffè e conversazione

Blue Mountains è sinonimo di caffè: famoso in tutto il mondo, viene coltivato tra i 2.000 e i 3.000 metri di altitudine in un terreno molto ricco di sostanze nutritive. I pendii più alti sono invece mantenuti allo stato naturale di foreste. Il caffè normalmente consumato in tutto il mondo è il frutto di miscele di caffè di qualità diversa. Quello delle Blue Mountain della Giamaica è conosciuto ovunque perché è un caffè monorigine. Che tu ci creda o no, non sono in molti ad aver bevuto un caffè monorigine e un caffè di questa natura fa davvero la differenza.
Ciò che lo rende così eccezionale sono l’altitudine, la copertura forestale e il clima, che forniscono le condizioni ideali per la coltivazione del miglior caffè del mondo. Alle Blue Mountain potrai partecipare ai vari tour delle piantagioni di caffè: ce ne sono molte in giro, alcune grandi e altre piccole. Potrai osservare i chicchi di caffè prima della loro lavorazione sulle piante che costeggiano i sentieri escursionistici, ma anche passeggiare tra i terreni coltivati e ascoltare il racconto dei contadini di prima mano nei loro campi. È incredibile vedere quei piccoli chicchi rossi e immaginare come possano essere trasformati nel ricco caffè giamaicano, amato e gustato da molti in tutto il mondo. I visitatori possono vedere come i chicchi di caffè vengono raccolti e lavorati per ottenere la preziosa bevanda. Assicurati di portare via con te un po’ di caffè per il tuo picnic in vetta e di acquistarne un po’ anche da riportare a casa.

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Cosa mangiare a Tunisi, i piatti tipici da non perdere

La cucina tunisina è un’esplosione di sapori e aromi, un viaggio sensoriale attraverso la storia e la cultura di un paese che ha sempre saputo accogliere e fondere le influenze di diverse civiltà nel corso dei secoli. La sua unicità è tutta nella capacità di combinare semplicità e raffinatezza, creando piatti che sono al contempo robusti e delicati, speziati e armoniosi. Scopriamo i piatti tipici da assaggiare assolutamente durante un viaggio in Tunisia.

Couscous

Senza dubbio il piatto più rappresentativo della cucina tunisina, ma diffuso comunque in tutto il Maghreb, il couscous è a base di granelli di semola di grano duro cotti a vapore in una speciale pentola chiamata couscoussiera, fino a diventare soffici e leggeri.

Tradizionalmente viene servito con uno stufato di verdure, in genere carote, zucchine, zucca e ceci, e carne d’agnello o di pollo, oppure con una zuppa di pesce. Il tutto cotto in un ricco brodo aromatizzato con spezie, tipo cumino, coriandolo e zafferano.

L’ingrediente distintivo del couscous tunisino è l’harissa, la tipica pasta piccante a base di peperoncini rossi, aglio e olio d’oliva, che aggiunge una nota di colore e un gusto più deciso al piatto. Simbolo di convivialità e tradizione, in Tunisia il couscous viene mangiato anche più volte alla settimana, ma è spesso preparato per celebrare eventi speciali e riunioni familiari.

Brik

Generalmente servito come antipasto o come spuntino, il brik è uno dei cibi più amati e distintivi della cucina tunisina, particolarmente apprezzato per la sua croccantezza e il ripieno saporito. Si tratta di una sfoglia sottile di pasta fillo, chiamata malsouka, ripiegata e farcita con un composto che solitamente include tonno, uova, cipolle, prezzemolo e capperi.

Una volta riempito, il brik viene fritto fino a raggiungere una doratura perfetta, risultando croccante all’esterno e morbido e saporito all’interno. L’uovo al suo interno è spesso lasciato con il tuorlo liquido, che si fonde con il resto degli ingredienti quando viene morso. La sua preparazione, seppur semplice, richiede una certa dose di abilità per evitare che la pasta si rompa durante la frittura.

Le origini del brik risalirebbero all’antica Grecia, ma nel tempo è diventato a tutti gli effetti una specialità tunisina, consumata con tutti i pasti, anche a colazione, e particolarmente popolare nel mese del Ramadan.

Lablabi

Un vero comfort food gustoso e sostanzioso, il lablabi è una zuppa tradizionale tunisina a base di ceci, che vengono cotti in un brodo aromatico arricchito da spezie, tra cui cumino, aglio e talvolta coriandolo, alle quali viene aggiunta la harissa per conferire al tutto una nota piccante.

La zuppa viene poi versata su pezzi di pane raffermo, che assorbono il brodo caldo, e su tutto viene versato un filo di olio d’oliva, succo di limone, talvolta anche un uovo sodo o in camicia. Particolarmente apprezzato durante i mesi invernali, il lablabi rappresenta un perfetto equilibrio tra sapori semplici e complessi e occupa un posto speciale nelle tradizioni culinarie tunisine.

Harissa

Anche se è più una salsa che un piatto vero e proprio, la harissa è una componente fondamentale della cucina tunisina. Questa pasta piccante a base di peperoncini rossi, aglio, coriandolo, cumino e olio d’oliva, con il suo sapore intenso e la sua versatilità è il cuore della cucina nordafricana.

Ogni famiglia tunisina ha la propria ricetta, spesso tramandata di generazione in generazione, variando la proporzione delle spezie e l’aggiunta di ingredienti come il succo di limone. La harissa viene utilizzata in una vasta gamma di piatti, dal couscous agli stufati, dalla marinatura di carni e pesce fino a essere spalmata semplicemente sul pane caldo. Il suo gusto pungente e il profumo aromatico aggiungono profondità e carattere a ogni piatto.

Insalata Mechouia

Una fresca insalata di verdure grigliate, tra cui peperoni, pomodori e cipolle, condite con olio d’oliva, succo di limone e spezie, la salade mechouia è apprezzata per il suo sapore affumicato e aromatico. In alcune versioni può essere ulteriormente arricchita con tonno, uova sode, olive nere e capperi, creando così un contrasto di consistenze e sapori.

Servita fredda o a temperatura ambiente, l’insalata mechouia non è solo una celebrazione dei sapori mediterranei, ma anche un esempio perfetto della semplicità e della genuinità della cucina tunisina, dove con pochi ingredienti freschi e di qualità si crea un piatto straordinariamente delizioso.

Insalata tunisina Mechouia

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Insalata Mechouia con tonno e uova

Chorba

Uno dei piatti popolari del Ramadan, la chorba è un brodo aromatico preparato con carne, solitamente agnello o pollo, e verdure, tra cui pomodori, carote, zucchine e patate. L’aggiunta di varie spezie, come coriandolo, cumino, zafferano, cannella, e una manciata di erbe fresche, come prezzemolo e menta, donano alla chorba il suo caratteristico sapore e un aroma avvolgente.

Spesso, per dare consistenza e maggior nutrimento, si aggiungono anche ceci o grano spezzato che rendono la zuppa ancora più sostanziosa. Servita calda, la chorba è un vero e proprio comfort food, perfetto per iniziare il pasto con una nota di calore e accoglienza.

Ojja

Un piatto tradizionale che delizia i sensi con la sua semplicità e il suo sapore robusto, l’ojja è una pietanza a base di uova cotte in una salsa di pomodoro densa e piccante, arricchita con peperoni, aglio e spezie aromatiche, tra cui cumino e paprika. Spesso, viene aggiunta anche della salsiccia piccante di merguez, tipica del Nord Africa, che dona una maggiore intensità al piatto.

L’ojja è un piatto semplice da preparare, ma richiede attenzione per cuocere perfettamente le uova, lasciando il tuorlo leggermente morbido in modo che si amalgami con la salsa. Spesso consumato come pasto principale, servito caldo con il pane, l’ojja è un piatto nutriente e pieno di carattere, esempio perfetto della cucina casalinga tunisina che combina abilmente ingredienti freschi e spezie.

Mloukhia

Apprezzato per il suo sapore unico e la preparazione meticolosa, che richiede tempo e pazienza, la mloukhia è un piatto profondamente radicato nella cultura culinaria tunisina. Prende il nome dall’ingrediente principale, la polvere di foglie di corchorus essiccate, che conferiscono al piatto il caratteristico colore verde scuro e la consistenza densa e vellutata.

Si prepara facendo cuocere lentamente questa polvere con olio d’oliva e acqua, creando una sorta di stufato ricco e aromatico, al quale si aggiungono pezzi di carne, come manzo o agnello, cotti a fuoco lento fino a diventare teneri e impregnati dei sapori della salsa, ulteriormente aromatizzata con coriandolo, aglio e cumino.

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Gazcue, il quartiere delle belle arti di Santo Domingo

Cerchi un bel quartiere da cui partire per visitare Santo Domingo? Gazcue potrebbe essere quello che fa per te. Questo verdeggiante sobborgo residenziale di Santo Domingo offre musei di prim’ordine, centri per le arti dello spettacolo e ottimi ristoranti lungo un tratto della ventilata spianata della città.
Gazcue è un quartiere molto frequentato, adiacente alla storica Zona Coloniale di Santo Domingo. Qui potrai visitare i suoi rinomati musei, dove scoprire la storia e i movimenti artistici della Repubblica Dominicana, assistere a uno spettacolo in uno dei suoi magnifici teatri, provare la ricca offerta gastronomica dei suoi tanti ristoratni e divertirti fino all’alba grazie alla sua frizzante vita notturna.

Santo Domingo

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Panorama su Santo Domingo

Scopri Gazcue, il sobborgo più cool di Santo Domingo

Il fulcro delle attività culturali di Gazcue è Plaza de la Cultura. Questa piazza alberata sorge su un terreno un tempo di proprietà del dittatore Rafael Trujillo. Oggi ospita affascinanti mostre museali ed è sede dell’annuale Fiera Internazionale del Libro di Santo Domingo.

Per trascorrere un pomeriggio diverso, tra una giornata in spiaggia e l’altra, passeggia sul lungomare Malecon. Di giorno è un luogo dove godersi la vista del mare, vedere i monumenti e rilassarsi nei parchi sul lungomare. Cerca El Obelisco, un pilastro decorato con un murale che onora le sorelle Mirabal che si opposero alla dittatura di Trujillo. Di notte, sul Malecon si respira un’atmosfera vivace, creata da una serie di bar, casinò, cigar lounge e discoteche.

Plaza de la cultura

Centro culturale di Santo Domingo, questa piazza verdeggiante ospita un gruppo di musei, il Teatro e la Biblioteca nazionale.
Plaza de la Cultura è una piacevole piazza aperta, ricca di fontane, verde e sculture. Ospita alcuni dei più importanti musei della Repubblica Dominicana. Punto focale della città, la piazza è una destinazione popolare per tutti quei visitatori che desiderano conoscere in profondità la storia di Santo Domingo. Questa striscia di terra apparteneva al tirannico dittatore della Repubblica Dominicana Trujillo, ma dopo il suo assassinio è stata restituita al pubblico. Oggi è un complesso grazioso e relativamente tranquillo, dedicato a istituzioni culturali e storiche.

Il Museo de Arte Moderno, situato vicino al Teatro Nacional, permette di conoscere la scena artistica dominicana. Questo interessante museo espone le opere di artisti moderni locali, come Luís Desangles e Adriana Billini.

Osserva gli impiegati governativi che entrano ed escono dal grandioso Palazzo Nazionale. Le sale di questo capolavoro neoclassico sono state utilizzate come location per le riprese de Il Padrino Parte II. Un altro bellissimo punto di riferimento neoclassico è il Palazzo delle Belle Arti. Controlla il programma della sede per le mostre d’arte, gli spettacoli di danza e le rappresentazioni teatrali.

A est si trova il Museo del Hombre Dominicano, dedicato alla storia della Repubblica Dominicana. Vi si trovano utensili e oggetti Taíno, nonché esposizioni che si concentrano sulle celebrazioni del Carnevale e sull’influenza africana sulla vita dominicana. La piazza ospita anche il Museo Nacional de Historia Natural, dove dominano due enormi scheletri di balena, una megattera e rocce millenarie e una mostra di tassidermia.

Fermati al Museo de Historia y Geografía per curiosare tra le interessanti esposizioni relative allo spietato ex sovrano Trujillo. Qui si possono ammirare molti dei suoi oggetti personali e un’auto con i segni dei proiettili del suo assassinio.

Gazcue museo arte

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L’ingresso del museo delle Belle Arti di Gazcue

La piazza ospita anche due importanti istituzioni culturali: la Biblioteca Nacional e il Teatro Nacional. Se parli spagnolo, potrebbe essere una bella idea quella di prenotare un biglietto per assistere a uno spettacolo teatrale o musicale al Teatro Nacional. L’imponente sala principale può ospitare 1.800 persone. Rimani fino a sera per osservare la gente che arriva in piazza per assistere a uno spettacolo e poi visitate i bar e i ristoranti nelle vicinanze.

Plaza de la Cultura è uno spazio pubblico e quindi l’ingresso è gratuito. Tuttavia, per tutti i musei, che sono chiusi il lunedì,  è richiesto il pagamento di un biglietto d’ingresso. Per arrivare qui da un’altra zona della città, dovrai prendere la metropolitana fino a Estación Casandra Damirón.

Palazzo delle Belle Arti

Il Palazzo delle Belle Arti ospita mostre di danza, teatro e arte a Santo Domingo. Prenditi un momento per apprezzare la ricchezza culturale della città passeggiando per l’ampio parco del palazzo o partecipando a uno dei tanti eventi e mostre che si tengono durante l’anno.

Il palazzo fu costruito nel 1956, e oggi è un imponente monumento al centro della scena artistica della città.

Porta con te la macchina fotografica per immortalare la bella facciata neoclassica dell’edificio. Le semplici colonne, le finestre moderne e il tetto a cupola conferiscono un sapore caraibico alla combinazione di colori pastello, beige e blu brillante. La vista migliore dell’edificio si ha dai prati antistanti, ornati da palme e roseti.

Il Palazzo delle Belle Arti ospita alcune delle principali istituzioni artistiche di Santo Domingo, tra cui la Scuola di Arti Visive. Qui potrai ammirare mostre e retrospettive degli artisti più influenti dei Caraibi o anche prenotare un biglietto per uno spettacolo di danza del Balletto Folclorico o della Scuola Nazionale di Danza. Se ti appassione la musica classica, acquista un biglietto per uno dei concerti del Coro Nazionale o dell’Orchestra Sinfonica Nazionale. Spettacoli, eventi e concerti sono molto apprezzati quindi considera di dover acquistare in anticipo i biglietti per assistere a uno di questi appuntamenti per non rischiare di rimanere a bocca asciutta.

El Malecon

Il Palazzo delle Belle Arti si trova a pochi passi da El Malecon, il lungomare della città. Qui potrai fare una bella e lunga passeggiate, prima o dopo la tua visita  al Palazzo delle Belle Arti, per gustare un gelato in un parco, vedere un film in un cinema locale o cantare nei karaoke organizzati dai locali quando scende la sera. Sul lungomare si affacciano molti ristoranti e bar che servono piatti locali e cucina internazionale.

Obelisco Macho

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Il controverso Obelisco Macho di Gazcue

Obelisco Macho

Non si trova propriamente a Gazcue ma è molto vicino e vale la pena di farci un salto. Ogni monumento ha una storia da raccontare: El Obelisco Macho custodisce quella di Santo Domingo.Fu eretto nel 1937, durante il regime dittatoriale di Rafael Leónidas Trujillo, per celebrare il cambio di nome della città da Santo Domingo a Ciudad Trujillo. Alto 40 metri, era il simbolo del potere e dell’ambizione smisurata di Trujillo. Il soprannome  “Macho” gli fu dato dalla popolazione, in riferimento alla sua forma fallica e al carattere autoritario del dittatore. Considerato il simbolo di un periodo oscuro della storia dominicana, negli anni si sono susseguite diverse proposte per abbattere l’obelisco ma per il momento rimane parte integrante del patrimonio storico della città.

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Le sagre e gli eventi imperdibili di agosto in Italia

Finalmente è arrivato agosto, per molti italiani sinonimo di vacanze, relax e divertimento. C’è chi le trascorrerà in montagna e chi invece non vede l’ora di abbronzarsi sotto il sole e tuffarsi nelle acque splendide del nostro mare godendosi appieno la vera estate italiana. Tra un morso d’anguria e l’altro, perché non cominciare a dare un’occhiata ad alcune delle serate imperdibili che faranno ballare e divertire tutte le zone d’Italia?

“Le notti d’agosto hanno sempre un sapore di festa” cantava Loretta Goggi e, infatti, sono molte le sagre e gli eventi che animeranno le prossime settimane! Per questo noi di SiViaggia vi veniamo incontro selezionando le migliori da Nord a Sud, passando dal Centro e dalle Isole, così da aiutarvi a pianificare il mese più attivo e frenetico dell’estate.

Le sagre e gli eventi più belli di agosto nel Nord Italia

Dal 9 all’11 agosto, gli spazi suggestivi del parco e della Rocca Visconteo Veneta di Lonato del Garda, in provincia di Brescia, faranno da cornice a un evento molto amato sia dagli adulti che dai bambini: Lonato in Festival. Uno dei monumenti più importanti del Nord Italia ospiterà per tre giorni questo evento interamente dedicato all’arte durante i quali si esibiranno artisti di strada, circo contemporaneo e musicisti provenienti da più parti del mondo. Il tutto sarà arricchito da diversi stand dedicati alla degustazione di prodotti tipici e non solo. Biglietto adulti 10 euro, bambini (dai 4 ai 14 anni) 5 euro, meno di 4 anni gratis.

Andiamo ora in Piemonte, dove dal 16 al 19 agosto si terrà la 24° edizione della Sagra del Tajarin Cun l’Oca a San Candido di Murisengo, in provincia di Alessandria. Il programma è ricco di gusto e divertimento tra stand gastronomici, DJ set, raduni d’auto d’epoca, tributi musicali e ospiti speciali come Wender, direttamente dallo Zoo di 105. Ingresso gratuito.

Nostalgici degli anni ’90, questo evento è per voi: il 14 agosto arriva al Plodarfest di Sappada, in Friuli-Venezia Giulia, quello che viene considerato come uno degli show itineranti più amati d’Italia: Voglio Tornare negli Anni ’90. Tutte le hit che hanno fatto ballare in quegli anni, da Gigi D’Agostino agli 883, ritorneranno in un’unica grande notte mixati da diversi performer. L’ingresso è totalmente gratuito e sono presenti anche diversi stand gastronomici.

In Liguria, invece, uno dei borghi più belli della regione sarà immerso in un’atmosfera magica durante la festività religiosa dedicata alla Madonna Bianca. Stiamo parlando di Porto Venere, che il 17 agosto celebrerà un dipinto miracoloso su pergamena custodito nell’attuale chiesa di San Lorenzo. Oltre alle diverse cerimonie liturgiche che verranno organizzate durante il giorno, è la sera il momento imperdibile perché l’intero borgo verrà costellato di lumini, la cui luce accompagnerà la processione dell’immagine miracolosa.

Le sagre e gli eventi di agosto da non perdere nel Centro Italia

Borgo Volterra

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Il borgo medievale di Volterra

Sono molte le sagre e gli eventi organizzati anche nel Centro Italia per un agosto all’insegna del divertimento, della musica e delle tradizioni. Partiamo dalla Toscana, dove Volterra tornerà indietro nel tempo in occasione della Giornata di festa dell’Anno Domini 1398. Per due domeniche, quelle dell’11 e del 18 agosto, il centro storico e il Parco di Castello saranno lo scenario dove verrà rievocato il Medioevo con tutte le figure tipiche dell’epoca come cavalieri, nobili e signore, monaci, frati, artigiani e commercianti, e, naturalmente, contadini, sbandieratori, arcieri, soldati, giocolieri, musicisti e giullari. L’ingresso è a pagamento.

Arriviamo nel Lazio, dove il 2, il 3 e il 4 agosto si terrà Tolfarte nel borgo di Tolfa, il festival internazionale dedicato all’arte di strada e all’artigianato artistico che festeggerà i suoi 20 anni. Per celebrare questo traguardo, il festival sarà ricco di spettacoli con artisti di strada provenienti da tutto il mondo, musica, stand dedicati ai prodotti artigianali e allo street food. Il tema di questa edizione è dedicato al sogno, il quale verrà trattato attraverso diverse espressioni artistiche quali circo, danza acrobatica, musica, poesia, letteratura, teatro e improvvisazione.

Nelle Marche, invece, si celebrerà uno dei prodotti più amati della cucina tradizionale regionale: l’oliva fritta all’ascolana. Dal 2 al 6 agosto Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, ospiterà la 49° Sagra dell’Oliva Fritta all’Ascolana con tanti stand gastronomici dedicati alle olive fritte e agli altri prodotti locali, il tutto in un’atmosfera festosa composta da musica, spettacoli e tanto divertimento per grandi e piccini.

Evento imperdibile per gli amanti del vino è sicuramente quello che si terrà il 7 e l’8 agosto in uno dei borghi più belli d’Italia: Torgiano, in Umbria. L’appuntamento estivo Calici di Stelle vi permetterà di provare i migliori vini delle cantine della Strada dei Vini del Cantico e di assaporare i piatti tipici del territorio proposti dai ristoranti e dalle proloco presenti lungo l’itinerario.

Le sagre e gli eventi più interessanti nel Sud Italia

Nduja Calabria

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Nduja, l’insaccato tipico calabrese

Tra gli eventi più interessanti che si svolgeranno in Puglia ad agosto c’è sicuramente il festival La Notte della Taranta che, per tutto il mese, movimenterà le serate estive pugliesi con spettacoli imperdibili. L’evento finale sarà il 24 agosto a Melpignano, dove viene organizzato ogni anno il famoso concertone: qui, artisti di fama internazionale si esibiscono insieme ai musicisti locali, creando un’atmosfera davvero magica.

Chi non teme il piccante, non può mancare l’evento che si terrà a Spilinga, in Calabria, dal 5 all’8 agosto. La Sagra della ‘Nduja è una manifestazione gastronomica, folkloristica e culturale tutta dedicata all’insaccato a base di peperoncino piccante e carne di maiale. In occasione della sagra ci saranno anche concerti dal vivo e DJ set.

Restiamo in tema di prodotti tipici, ma dirigiamoci in Basilicata, precisamente nella “capitale europea del fagiolo”. Stiamo parlando di Sarconi e della sagra dedicata a questo legume, che si terrà il 18 e il 19 agosto. Durante l’evento ci saranno stand di artigianato e prodotti tipici, showcooking, concerti, DJ set e tanti ospiti come Bianca Guaccero e Angelo Sabatelli.

Le sagre e gli eventi top nelle Isole

Terminiamo il nostro viaggio alla scoperta degli eventi di agosto in Italia con quelli organizzati nelle isole. Partiamo dalla splendida Sardegna, dove dal 14 al 17 agosto si terrà a Olbia uno degli eventi più attesi dell’anno: il Red Valley Festival. In queste giornate si esibiranno artisti della scena italiana e internazionale per un weekend all’insegna di musica, sole, divertimento e condivisione. Sempre in Sardegna, per chi non vuole perdersi un evento molto atteso della tradizione sassarese, ricordiamo che il 14 agosto ci sarà la discesa dei Candelieri.

Ogni anno si ripete a Sassari un rituale antichissimo risalente al XIII secolo. Durante questa festa tradizionale, tredici ceri di legno di grandi dimensioni e molto pesanti, quasi 4 quintali di peso, sono trasportati a spalla lungo le vie cittadine fino alla Chiesa di Santa Maria di Betlem. Questo rituale fa parte della Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane, diventata nel 2013 patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO.

In Sicilia, invece, sono i colori del carnevale a garantire il divertimento tra le giornate dell’1 e il 4 e dall’8 all’11 agosto. Il carnevale estivo di Acireale è uno spettacolo che conquista locali e turisti che avranno l’opportunità di vedere sfilare i migliori costumi e i carri realizzati dai più grandi Maestri Cartapestai locali, sintesi del carnevale svoltosi nel mese di febbraio.

Dal 10 al 15 agosto, invece, la città di Rosolini celebra uno dei cibi più amati dello street food siciliano: l’arancino. La Sagra dell’Arancino propone tanti stand, spettacoli comici, esibizioni di ballo e musica dal vivo con gruppi quali Eiffel 65 e i Sud Sound System. L’ingresso è gratuito.

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Le delizie di Città del Capo: un viaggio nella cucina del Sudafrica

Pochi paesi sanno essere dei veri e propri puzzle culturali più del Sudafrica, un luogo dove la cultura africana si mescola con altre, come quella britannica, orientale e boera. Come se questo non bastasse, il fatto di essere un punto di passaggio fisico e geografico tra due oceani, rende luoghi come Città del Capo ancora più sfaccettati e interessanti. Lo si vede benissimo passeggiando per strada così come sedendosi a tavola.

I piatti tipici del Sudafrica sono molti e tutti capaci di raccontare le mille anime che compongono questo paese. Prendere in mano un menù di un ristorante o trovarsi davanti alla blackboard di un truck di street food sono delle esperienze capaci di aggiungere – è proprio il caso di dirlo – il giusto sapore a un viaggio in Sudafrica. Con una proposta gastronomica capace di mescolare così tante provenienze, cosa mangiare a Città del Capo? Ecco qualche consiglio.

Le influenze della cucina sudafricana a Città del Capo

I piatti tipici di un luogo si differenziano a seconda della zona in cui ci troviamo. Niente è come Città del Capo per assaggiare la gastronomia sudafricana: l’affaccio sul due oceani, le montagne alle spalle della città e una varietà di genti che ne compongono la cittadinanza fanno di questa città del Sudafrica un vero e proprio piatto ricco nel quale i viaggiatori buongustai si tuffano più che volentieri. Guardando le proposte gastronomiche di Città del Capo si notano molte influenze tipiche dell’Oceano Indiano: l’uso delle spezie è stato portato in città in secoli di scambi commerciali con altri luoghi importanti dell’Impero britannico.

Oltre a questo, Città del Capo porta a tavola anche molta della tradizione zulu tipica di questo paese del continente africano. La lunga cottura delle carni e la mescolanza di proteine e riso è proprio tipica di molte cucine tipiche africane. Come se ciò non bastasse, i primi coloni del Sudafrica furono gli olandesi. Chiamati storicamente Boeri, gli olandesi che colonizzarono la zona del Capo di Buona Speranza portarono con sé cibi e pietanze che ancora oggi si trovano in Sud Africa.

Biltong: un piatto tipico da assaggiare a Città del Capo

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Biltong: da piatto tradizionale a snack tipico del Sudafrica

Il Biltong: lo snack per eccellenza da mangiare in Sudafrica

Trovare un buon Biltong da mangiare a Città del Capo è tutt’altro che difficile. Questo piatto si deve proprio all’arrivo dei Boeri in questa parte dell’Africa e la sua origine ci porta dritti nei Paesi Bassi del XVII Secolo. Il Biltong nasce come alimento base da portare in lunghe navigazioni. Si tratta di carne essiccata, originariamente di manzo, condita con spezie varie. In oltre quattro secoli di presenza in Sudafrica, il Biltong non ha modificato la sua essenza ma sono state create diverse varianti, con carni tipiche del luogo, oltre a quella di manzo.

Il Biltong si mangia come semplice snack oppure lo si può condire e accompagnare con altro. Un altro regalo degli olandesi è, per esempio, l’uso del formaggio che, col Biltong , sta proprio bene. Non ti sarà difficile trovarlo al supermercato così come nei banchi dei vari mercati di Città del Capo. Per non parlare delle varianti approdate fino al mondo dello street food, in cui il Biltong diventa il ripieno per deliziosi panini.

Il Bobotie: il piatto delle feste delle famiglie sudafricane

Un altro piatto di totale origine boera è proprio il Bobotie, un vero e proprio must da assaggiare durante un viaggio nella regione del Capo di Buona Speranza. A differenza del Bitong, il Bobotie è composto da carne di manzo macinata, speziata, mescolata con frutta secca e cotto dentro una base fatta di latte vaccino. Ne risulta una sorta di sugo denso e molto cremoso che viene messo in una pirofila, coperto di besciamella e formaggio e messo in forno. Un po’ come se fosse una lasagna ma senza la pasta. La versione più comune del Bobotie è l’espressione gastronomica del Sudafrica: nel corso dei secoli si è arricchito di spezie come il curry e la besciamella è stata resa preziosa dall’aggiunta dello zafferano.

Proprio come le nostre lasagne, il Bobotie è un piatto che si prepara nei giorni di festa o durante le occasioni da passare in famiglia. Non manca mai, però, sui menù dei ristoranti di Città del Capo, compresi quelli del celebre Waterfront della città. Un tempo si accompagnava col pane ma, nel corso dei secoli, quest’ultimo è stato sostituito dal riso.

Il Braai: paese che vai, grigliata che trovi

Molti piatti sudafricani da assaggiare a Città del Capo portano nomi in Afrikaans, la lingua tipica della popolazione bianca stanziatasi in questa zona dell’Africa. È il caso del Braai, parola che designa la carne alla griglia. Trattasi davvero della tipica grigliata alla quale tutti pensiamo, con una predominanza dell’uso delle salsicce rispetto a quelle di tagli di carne molto più importanti e nobili. Spesso si utilizzando anche alcuni pesci e del pollo. Nel Braai non mancano mai le Boerewors, le salsicce tipiche della tradizione gastronomica boera in Sudafrica.

Cosa mangiare a Città del Capo. Cape Malay Curry

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Cape Malay Curry: l’influenza malese in Sudafrica

Il Cape Malay Curry: l’influenza orientale nella cucina del Sudafrica

Il fatto di trovarsi sul punto di incontro tra Oceano Atlantico e Oceano Indiano ha fatto di Città del Capo un porto fondamentale dove le navi, sia olandesi che inglesi, si fermavano durante i loro viaggi di ritorno dall’Oriente più lontano verso la madrepatria. Questo ha portato un grande commercio di beni diversi in Sud Africa, compresi i vari tipi di curry disponibili a quei tempi. Nasce così il Malay Cape Curry, un piatto di origine malese – come dice il suo nome – che, nell’arco di poco, è diventato una pietanza tipica da mangiare a Città del Capo. Altro non è che uno stufato al curry, con verdure varie.

La parte proteica è, solitamente, fatta di agnello o pesce. Il tutto viene, come è facile pensare, accompagnato da riso. Questo piatto è, solitamente, piccante. Informati sempre sul grado di piccantezza prima di assaggiarlo. Si può mangiare praticamente ovunque e non mancano i chioschi che lo vendono direttamente per strada.

Il Potjiekos: da piatto povero a simbolo gastronomico nazionale

Un’altra parola Afrikaans ma per raccontare, stavolta, un piatto che ha più a che fare con il lato zulu del Sudafrica. Potjiekos è il nome di una pentola in ghisa, solitamente utilizzata per la preparazione di questo piatto. Gli ingredienti principali sono vari tipi di carne, verdure, molte spezie e solitamente del brodo ottenuto dalla bollitura di tagli di scarto e ossa. Cosa ti troverai nel piatto se ordini del Potjiekos a Città del Capo? Come molte delizie tipicamente africane, il risultato finale è una sorta di spezzatino dal sugo denso, gustoso e piccante.

Non esiste una ricetta ufficiale del Potjiekos: veniva spesso preparato con gli scarti delle cucine degli abitanti ricchi di Città del Capo. La sua vera e propria caratteristica peculiare, oltre all’uso di una grossa pentola di ghisa posta direttamente sul fuoco all’aperto, è il fatto di dover cucinare per moltissime ore. Anche il Potjiekos può essere considerato una vera e propria icona del Sudafrica a tavola. A Città del Capo non mancherai di poterlo gustare in modalità popolari e per strada, così come alla tavola di grandi chef, pronti ad attingere dalla tradizione per creare qualcosa di grandioso e degno di qualche stella.

Cosa mangiare a Città del Capo: Gatsby Sandwich

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Il Gatsby Sandwich

Il Gatsby Sandwich: il panino più originale del Sudafrica

Nasce, invece, negli Anni ’70, un sandwich che, oggi, è un vero e proprio signature food del Sudafrica. Si chiama Gatsby e venne inventato da un sudafricano di origine indiana che gestiva una piccola gastronomia in un sobborgo di Città del Capo chiamato Athlone. Questa zona era un quartiere che gravitava attorno alla presenza di varie industrie e la necessità era quella di inventare un panino molto sostanzioso, che potesse essere il pranzo ideale per i molti operai presenti in quell’area. Ne risultò un panino con dentro davvero molti ingredienti. In origine veniva usato un pane al latte, rotondo e morbido, simile al pane degli hamburger.

Attualmente, si usa una piccola baguette. Al suo interno, ci sono almeno quattro tipi di carne diversa o di pesce diverso. Il tutto condito con una salsa di curry masala. Come se questo non bastasse, si aggiungono le patatine fritte condite con l’aceto, come si fa in Inghilterra. La particolarità? Le patatine non sono l’accompagnamento ma entrano di diritto proprio nel panino. Questo sandwich, negli anni, è diventato molto celebre e ora è riprodotto ovunque in città. Il nome Gatsby fu attribuito a questo sandwich da uno degli operai che era solito acquistarlo come suo pranzo.

Il Malva Pudding: non è un budino e ha un ingrediente segreto

Non può di certo mancare un dolce da assaggiare durante il tuo viaggio a Città del Capo, vero? La gastronomia sudafricana è generosa anche in quanto a dolcezze, quasi tutte, però, importante dall’Europa. Lo è anche la versione originaria del Malva Pudding, arrivato nella regione del Capo di Buona speranza con i primi coloni olandesi. Nel tempo, ha subito diverse variazioni dovuti al fatto che, ogni tanto, mancavano alcuni ingredienti oppure ce n’erano di totalmente diversi. Il Malva Pudding, malgrado il nome, non è un budino ma assomiglia di più a una torta con poca lievitazione.

Il nome “Malva” deriva dalla soluzione trovata al fatto che, spesso, mancavano gli aromi per dargli un gusto particolare. È pur vero che, in Sud Africa, arrivavano un sacco di spezie diverse ma, spesso, si andava ad attingere al proprio giardino. Fu così che venne usato il geranio, chiamato Malva dai Boeri. Un vero mistero, invece, rappresenta il fatto che una delle caratteristiche principali di questo dolce sia l’uso dell’aceto nella sua composizione. Non lasciarti impressionare da questo fatto e vai oltre l’apparenza. Lo troverai ovunque a Città del Capo.

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I piatti tipici di Bratislava: un viaggio gastronomico nel cuore della Slovacchia

Bratislava è una capitale giovane, dal punto di vista politico, dato che è diventata tale dopo la caduta del muro di Berlino. La città, però ha storia da vendere, così come vanta una grande quantità di tradizioni culinarie.  Situata sul Danubio, a cavallo tra l’Austria e l’Ungheria, Bratislava rappresenta la perfetta contaminazione gastronomica tipica della Mitteleuropa, ovvero quell’insieme di tendenze di gusto che si sono consolidate in molte zone d’Europa durante il periodo dell’Impero Austro-Ungarico. Le bontà tipiche da mangiare a Bratislava sono, quindi, un riflesso della sua storia e della sua posizione geografica.

I piatti tipici della città combinano influenze ungheresi, austriache, ceche e non solo, creando una tavolozza di sapori unica e peculiare. Decisamente intrigante dal punto di vista del gusto. Scegliere cosa mangiare a Bratislava talvolta è arduo perché, fatta eccezione per i gusti personali, tutto è buono, fragrante, ben preparato e racconta una storia di tradizioni, famiglia e voglia di celebrare i giorni belli. Un viaggio gastronomico a Bratislava non è solo un’esperienza culinaria, ma anche un’opportunità per scoprire la ricca cultura e il calore della Slovacchia, magari proprio seduti a tavola.

Bryndzové Halušky: il simbolo gastronomico della Slovacchia

Il Bryndzové Halušky è considerato il piatto nazionale e va gustato, prima o poi, durante un viaggio in Slovacchia. Quel nome viene usato per definire dei gnocchetti di patate serviti con la bryndza, un formaggio di pecora morbido e cremoso, e pancetta resa croccante perché tagliata a cubetti e saltata in padella. Questo piatto rappresenta una perfetta combinazione di sapori: la dolcezza delle patate, la cremosità del formaggio e la sapidità della pancetta.

Il Bryndzové Halušky ha origini antiche e rurali. Era, infatti, un pasto comune tra i pastori delle montagne slovacche. La bryndza rappresenta in pieno la bontà e la versatilità delle risorse casearie della regione.

Cosa mangiare a Bratislava: Kapustnica

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Kapustnica, un piatto tipico di Bratislava

 Kapustnica: la zuppa che scalda l’anima dei viaggiatori

La Kapustnica è una zuppa di crauti che viene spesso preparata durante le festività natalizie, ma si trova comunque in quasi tutti i ristoranti dove assaggiare i piatti tipici di Bratislava. Gli ingredienti di base includono crauti, salsiccia affumicata, funghi, prugne secche e spezie come paprika e semi di cumino. Come per molte ricette popolari, ogni famiglia e ogni ristorante ha la propria versione.

Una delle caratteristiche peculiari della Kapustnica è la lunghezza della sua preparazione, che inizia con la cottura dei crauti in un brodo molto speziato. A questi vengono aggiunti i funghi e prugne secche, per conferire alla zuppa un sapore unico e quasi dolce. La salsiccia affumicata viene tagliata a pezzi e aggiunta come ultimo ingrediente, per poi lasciare cuocere il tutto lentamente per sviluppare tutti i sapori. Come per molte zuppe, la Kapustnica è ancora più buona se mangiata il giorno dopo la sua preparazione.

Zemiakové Placky: le tradizionali frittelle di patate

I Zemiakové Placky sono delle frittelle di patate, simili ai latkes della tradizione ebraica. Si trovano, con lo stesso nome, anche nella cucina tipica da assaggiare a Varsavia, in Polonia. Gli ingredienti principali includono patate grattugiate, farina, uova, aglio e spezie. Molti piatti tradizionali di Bratislava contengono glutine e non sono vegetariani ma altri possono essere adatti anche a esigenze alimentari particolari. Solitamente, la lista degli ingredienti e degli allergeni è presente su ogni menù

Le Zemiakové Placky sono popolari in tutte le case della Slovachia e rappresentano un qualcosa di importante che, in epoche passate, ha fatto la differenza tra il riuscire a mettere qualcosa in tavola e non farlo. La storia di questa pietanza tradizionale si perdono nella notte dei tempi, come spesso accade con i piatti ricchi di storia e che attingono alla cucina popolare. Queste frittelle sono un esempio di come ingredienti semplici possano essere trasformati in un piatto delizioso e capace di nutrire e riempire. Si possono gustare in molte occacioni diverse e non mancherai di trovare anche dei chioschi che le preparano in giro per le strade di Bratislava.

Slovenská Kapusta: il cavolo dal sapore deciso

La Slovenská Kapusta è un piatto a base di cavolo fermentato e carne di maiale. Quando si dice “cavolo fermentato” si intende qualcosa di molto simile ai crauti. Gli ingredienti includono anche cipolla a volontà e spezie come paprika e pepe nero, molto comuni nella cucina di Bratislava. La Slovenská Kapusta è spesso servita con pane fresco o patate.

Questo piatto è un altro classico esempio di cucina slovacca, che utilizza tecniche di conservazione tradizionali come la fermentazione per far durare nel tempo qualcosa che, altrimenti, andrebbe a male nell’arco di qualche settimana dal raccolto.  Se ti stai chiedendo cosa mangiare a Bratislava per portare con te il ricordo di un sapore davvero deciso, la Slovenská Kapusta è la scelta giusta.

Divina pečeně: il piatto tipico per chi ama la selvaggina

La selvaggina è molto apprezzata in Slovacchia e il Divina pečeně, ossia il cervo arrosto, è uno dei piatti più prelibati che si possono gustare tra i più tradizionali dei menù di Bratislava, soprattutto se il tuo viaggio si svolge nel periodo giusto per la caccia al cervo. Questo tipo di carne, nota per il suo sapore forte ma anche per la sua capacità di essere tenera se cucinata a dovere, viene spesso marinata in vino rosso e spezie prima di essere arrostita, esaltando così gli aromi tipici di questa carne. Il Divina pečeně viene spesso servito con contorni di stagione come cavolo rosso e degli gnocchi di pane che sembrano dei piccoli canederli.

Piatti tipici di Bratislava: Jaternice

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Jaternice, le salsicce tipiche di Bratislava

Jaternice e le salsicce: una vera e propria arte gustosa

Le Jaternice sono salsicce tradizionali fatte con carne di maiale, fegato, riso e spezie. Queste salsicce sono spesso servite come antipasto o come parte di un piatto principale, accompagnate da crauti e patate. Hanno un sapore davvero unico, che non può essere confuso con altre salsicce da assaggiare in questa parte d’Europa. Oltre a questo, la loro consistenza, rende questo piatto un must per chi vuole provare qualcosa di totalmente autentico tra le molte cose da mangiare a Bratislava. Se pensi che il mix che compone le Jaternice sia troppo forte per i tuoi gusti, sappi che tra i piatti tipici di Bratislava ci sono un’infinità di salsicce diverse, preparate con carni differenti, anche non di maiale, e con un uso molto sapiente delle spezie. Assaggiane più di un tipo perché ti stupiranno.

Bratislavský rožok: il pane dolce tipico di Bratislava

Cosa mangiare a Bratislava se non un po’ di Bratislavský rožok? Chiamato anche, soprattutto per i turisti, Bratislava Roll, è una delizia che mette insieme tradizione e bontà. Questo pane tipico di Bratislava è facilmente riconoscibile per la sua forma distintiva a mezzaluna e la sua superficie dorata e lucida, ottenuta grazie a una spennellata di uovo prima della cottura. Questo pane dolce è realizzato con un impasto molto ricco composto da burro e farcito con due tipi di ripieno tradizionali: pasta di semi di papavero o pasta di noci. Questi ripieni conferiscono al pane un gusto aromatico del tutto speciale, rendendolo perfetto sia per una colazione bella ricca che per una merenda pomeridiana.

Il Bratislavský rožok è più di un semplice pane; è un simbolo del patrimonio culturale e culinario di Bratislava. Nel 2012, la Commissione Europea ha riconosciuto il Bratislavský rožok come prodotto a Indicazione Geografica Protetta (IGP), un riconoscimento importante che protegge e celebra l’autenticità e la qualità di questo prodotto slovacco.

Cosa mangiare a Bratislava: Bratislavský rožok

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Bratislavský rožok, il pane dolce di Bratislava

Trdelník: un dolce capace di conquistare tutti

Il Trdelník è un dolce tipico, anche se non esclusivo della Slovacchia, ma sicuramente parte integrante della lista che elenca cosa mangiare a Bratislava. Questa bontà è, infatti, molto popolare nelle strade di Bratislava e si può acquistare praticamente ovunque, sia nel centro che fuori città. Gli ingredienti che lo compongono farina, zucchero, lievito, latte, burro e cannella.

Si tratta di un impasto lievitato,  che, una volta avvolto attorno a un cilindro di legno, viene cotto sulla brace. Durante la cottura, viene cosparso di zucchero e cannella, creando una crosta croccante e dolce. Il Trdelník viene servito caldo e può essere riempito con vari ingredienti come gelato o crema.

Questo dolce è originario della Romania e, quindi, potresti gustarlo anche durante un viaggio in Transilvania. Il Trdelník ha trovato una seconda casa a Bratislava, dove è giunto seguendo le ondate migratorie delle popolazioni dell’Impero Austro-Ungarico. In Slovacchia è diventato un dolce amato dai locali e dai turisti. La sua preparazione molto laboriosa sembra, a tratti, uno spettacolo da guardare e il suo gusto delizioso lo rendono decisamente qualcosa che si fa ricordare.

Palacinka: una crêpe dal sapore mitteleuropeo

La Palacinka è un altro dolce da assaggiare in Slovacchia che, a livello tradizionale, viene considerato un piatto tipico di Bratislava e che, in realtà, è presente sui menù di molte nazioni dell’ex Impero Austro-Ungarico. La sua storia, infatti, ci dice che nacque in Slovacchia e conquistò successivamente altre nazioni legate al governo di Vienna. Che cos’è? Si tratta di una crêpe dolce, riempita con marmellata di albicocche. In Slovacchia la si trova spesso anche ripiena di ricotta di pecora e cioccolato fondente.

Il cibo di strada da mangiare a Bratislava

Una delle sorprese gastronomiche della Slovacchia è la folta presenza di cibo di strada tradizionale. Non ti sarà difficile decidere cosa mangiare a Bratislava, passeggiando tra le vie del centro e seguendo, con l’olfatto, tutti i profumi che sentirai. La presenza del cibo di strada nelle città europee che visitiamo non è un’invenzione importata da altre zone oltreoceano e nemmeno un qualcosa di totalmente moderno. Tutte le nazioni che, un tempo, facevano parte dell’Impero Austro-Ungarico presentano delizie di strada da assaggiare.

Soprattutto le città lungo i fiumi importanti, come il Danubio, l’offerta è molto ampia. Tra i piatti tradizionali di Bratislava troviamo, per esempio, i Lokše. Sono sempre delle frittelle di patate, simili ai Zemiakové Placky, ma molto più sottili e cotti su una piastra rovente e non fritti. Si usano spesso per accompagnare delle salsicce o degli insaccati locali, con tanto di crauti.

Un’altra delizia da assaggiare Bratislava sono le Lángoš: sono delle piccole pagnottine piatte fritte che potrebbero assomigliare a delle pizzette bianche. Si accompagnano con panna acida o formaggio di capra e aglio. La loro terra d’origine è l’Ungheria ma sono diventate a tutti gli effetti un piatto tradizionale di Bratislava.

Se sei un appassionato di panini o vuoi qualcosa da portare con te come pranzo al sacco, senza rinunciare ad assaggiare un piatto tradizionale di Bratislava, la tua scelta deve cadere sulla Cigánska Pečienka. Il slovacco è un termine femminile ma descrive un panino carne di maiale (solitamente viene usato un taglio come la coppa) e tante spezie. Potrebbe assomigliare a una sorta di hamburger dei tempi passati. Viene, infatti, guarnito con cipolle e senape.