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Treno del ricordo: viaggio nella memoria degli esuli giuliano-dalmati

Dal 10 al 25 febbraio 2025, un treno storico attraverserà l’Italia portando con sé una mostra multimediale dedicata alla memoria dell’esodo giuliano-dalmata e delle vittime delle foibe. L’iniziativa, denominata “Il Treno del Ricordo”, rappresenta un’occasione importante per ripercorrere una delle pagine più dolorose della storia italiana, troppo spesso dimenticata.

Organizzato nell’ambito delle commemorazioni ufficiali per il Giorno del Ricordo, il convoglio storico partirà da Trieste e farà tappa in sette città italiane, tra cui Padova, Roma e Napoli, accogliendo a bordo studenti, cittadini e istituzioni per un’esperienza immersiva e toccante.

Un viaggio nella storia: il percorso del Treno del Ricordo

L’itinerario del Treno del Ricordo segue simbolicamente quello degli esuli istriani, fiumani e dalmati, costretti a lasciare la propria terra nel secondo dopoguerra. Con partenza da Trieste, il convoglio sosterà in diverse città italiane secondo il seguente calendario:

  • Trieste Centrale: 10-11 febbraio 2025, binario 1
  • Padova: 12-13 febbraio 2025, binario 10
  • Bologna Centrale: 14-15 febbraio 2025, binario 6 ovest
  • Roma Ostiense: 16-17 febbraio 2025, binario 1
  • Napoli Centrale: 18-19 febbraio 2025, binario 14
  • Lecce: 20-21 febbraio 2025, binario 1
  • Sassari: 24-25 febbraio 2025, binario 2

In ogni città, il convoglio rimarrà per due giorni, così da permettere a un vasto pubblico di visitare la mostra a bordo e partecipare agli eventi commemorativi. L’accesso sarà gratuito e regolamentato per gruppi, con orari di apertura dalle 9:00 alle 18:00.

Una mostra immersiva tra documenti, immagini e testimonianze

All’interno del treno storico è allestita una mostra multimediale suddivisa in quattro sezioni, ognuna delle quali racconta un aspetto della tragedia vissuta dagli esuli giuliano-dalmati:

  • Italianità: un approfondimento sulle radici culturali e storiche delle terre istriane, fiumane e dalmate, appartenenti all’identità italiana per secoli;
  • Esodo: la narrazione delle persecuzioni e delle violenze che costrinsero centinaia di migliaia di italiani ad abbandonare le loro case, lasciandosi ogni cosa alle spalle;
  • Viaggio del dolore: il tragitto dei fuggiaschi verso l’Italia, spesso affrontato in condizioni drammatiche, e l’accoglienza nei campi profughi;
  • Ricordi di una vita: oggetti, fotografie e testimonianze dirette che raccontano le storie personali di chi ha vissuto l’esilio.

Grazie alla collaborazione con l’Archivio dell’Istituto Luce e Rai Teche, lungo il percorso espositivo sarà possibile visionare filmati di repertorio, interviste e documenti dell’epoca. Inoltre, l’Istituto Regionale per la Cultura Istriana-Fiumana-Dalmata (IRCI) ha fornito fotografie e masserizie appartenute agli esuli, contribuendo a rendere la mostra ancora più toccante e autentica.

Un momento istituzionale per ricordare

Oltre alla mostra, ogni tappa del Treno del Ricordo prevede un momento istituzionale, con la partecipazione di autorità locali, rappresentanti delle associazioni degli esuli e delegazioni scolastiche. A Padova, ad esempio, l’evento ufficiale si terrà mercoledì 12 febbraio alle ore 11:00, con la presenza di studenti delle scuole locali, invitati a prendere parte alla commemorazione.

L’iniziativa, curata dal Gruppo FS e dalla Fondazione FS Italiane, è stata co-finanziata dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, tramite la Struttura di missione che si occupa degli Anniversari Nazionali.

Il Giorno del Ricordo e l’importanza della memoria

Il Giorno del Ricordo, istituito con la legge n.92 del 30 marzo 2004, ha lo scopo di conservare e rinnovare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Si tratta di un capitolo della storia italiana spesso trascurato, che ha segnato la vita di oltre 300.000 italiani costretti a lasciare l’Istria, Fiume e la Dalmazia dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Il successo dell’edizione 2024 del Treno del Ricordo, che ha visto 20.000 visitatori nonostante una limitata copertura mediatica, dimostra quanto sia forte il desiderio di conoscere e ricordare i drammatici eventi. Anche nel 2025, l’iniziativa si propone di sensibilizzare il pubblico e di coinvolgere in particolare le nuove generazioni affinché la memoria della tragedia non vada perduta.

Mediante un viaggio simbolico e un percorso espositivo coinvolgente, il Treno del Ricordo rappresenta un’opportunità per riflettere sulla storia, sull’identità e sulla sofferenza di migliaia di famiglie italiane, nel rispetto della verità storica e del valore della memoria.

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Mercatini di Natale a Trieste: quando partono e gli eventi collegati

Gli italiani amano i mercatini di Natale e a dimostrarlo è il numero incredibilmente alto di appuntamenti sul territorio, tra i più apprezzati? I mercatini di Natale a Trieste. Nonostante la città comunichi sempre tendenzialmente all’ultimo date e informazioni, gli appassionati sanno che dopo la fiera di San Nicolò prende il via l’ormai immancabile tradizione.

Si classificano tra i mercatini d’Italia più belli e a due passi dal confine attirano turisti non solo del Belpaese; con un fascino unico, che mescola l’atmosfera mitteleuropea alle tradizioni italiane si svolgono principalmente lungo le vie e le piazze centrali. Qui tra luci, profumi e sapori si trovano idee regalo ma soprattutto si gusta il delizioso street food del periodo.

Dove si svolgono i mercatini di Natale a Trieste

I mercatini di Natale a Trieste si svolgono in pieno centro, in prossimità della chiesa di Sant’Antonio nuovo. Le casette sono solitamente dislocate tra Piazza Sant’Antonio e Piazza della Borsa ma coinvolgono anche via Ponchielli e via delle Torri. Con una bella passeggiata è possibile partire ad esplorare la zona, facendo acquisti di artigianato e non solo.

Trieste, premiata con una delle piazze più belle d’Italia, ha incantato scrittori come Svevo, Joyce e Stendhal e durante le feste, non possiamo negarlo, acquisisce ancora più magia. Sarà il fascino mitteleuropeo, sarà la bellissima piazza Unità d’Italia diventata centro nevralgico della socialità oppure il calendario ricco d’appuntamenti ma non si resiste al suo richiamo.

  • Mercatino di viale XX Settembre. Qui c’è il primo vero e proprio mercatino di Natale che alterna casette da Largo Bonifacio vino a via Ireneo della Corte con ben 100 espositori in cui trovare dolci tipici triestini e idee regalo;
  • Mercato di piazza Sant’Antonio Nuovo. Tra specialità gastronomiche e proposte artigianali ogni anno acquisisce consensi questo appuntamento in una cornice suggestiva che si affaccia direttamente sul Canal Grande. L’evento coinvolge le vie circostanti di Ponchielli, delle Torri fino a piazza della Borsa includendo il Marché Francais, un mercato tipico di prodotti francesi e della Provenza;
  • Mercato di Portopiccolo. I local lo chiamano “il Borgo del Natale” e sembra proprio ricreare un paesino festivo a due passi dal centro. Immancabili caldarroste e vin brulè, canti natalizi e performance artistiche oltre alle numerose bancarelle.
mercatini natalizi a Trieste sul Canal Grande

Fonte: iStock

Trieste, mercatini di Natale sul Canal Grande

Quando si svolgono i mercatini di Natale a Trieste

Partono ufficialmente dopo la fiera di San Nicolò che solitamente copre fino al giorno dell’8 dicembre e rimangono aperti fino attorno all’epifania. Per il 2024 l’apertura è attesa il weekend dell’8 dicembre con un’inaugurazione ufficiale per proseguire fino al weekend del 6 gennaio. L’apertura è prevista tutti i giorni dalle 10 alle 20, con chiusura possibile il giorno di Natale.

Come raggiungerlo

Si può raggiungere il mercatino di Natale a Trieste in auto, parcheggiando in una delle soluzioni silos e multipiano nei pressi del centro oppure in aree di sosta apposite. Chi preferisce muoversi con i mezzi può prendere un treno e arrivare in stazione a Trieste proseguendo a piedi per circa 850 metri. Bastano poco più di 10 minuti di passeggiata per arrivare al centro storico e quindi ai mercatini; in alternativa si possono utilizzare i mezzi pubblici come il bus numero 5 o il numero 8.

Mercatini di Natale a Trieste date

Fonte: iStock

Trieste addobbata a Natale in occasione dei mercatini

Altre info utili

A differenza dei mercatini di Natale europei, quelli di Trieste sono piuttosto recenti; negli ultimi anni hanno acquisito consensi unendo le tradizioni made in Italy con le influenze austriache e slovene facendo trapelare il riflesso di questo mix culturale tra le bancarelle gastronomiche e di artigianato. Alberi addobbati, luminarie e bancarelle riempiono le piazze di un calore che contrasta con il freddo tipico del periodo.

Tra le occasioni da non perdere c’è quella di acquistare idee regalo handmade: dai gioielli fatti a mano alle decorazioni in legno, al vetro e alla ceramica senza dimenticare le candele, i capi in lana o altre meraviglie che diventano pezzi unici. Tra le opzioni top? I giocattoli in legno: una tradizione che arriva dal Nord Europa e conquista tutti i bambini.

Chiaramente da non perdere l’aspetto food: le bancarelle vantano tante proposte tradizionali spaziando dalla gubana (una torta friulana a base di frutta secca, noci e spezie) ai biscotti speziati, senza dimenticare proposte salate quali cevapcici (salsicciotti alla griglia) e stinco di maiale. Da bere rigorosamente vin brulè ma non mancano te e cioccolata calda.

Mercatini di Natale a Trieste: Eventi natalizi a Trieste

Poco prima della partenza ufficiale dei mercatini di Natale la città ospita la tradizionale Fiera di San Nicolò: si svolge in Viale XX Settembre e come mercatino propone regali e dolciumi di tutti i tipi offrendo numerose idee regalo. L’opzione è davvero molto sentita, dopotutto sul territorio a portare i regali ai bambini non è Babbo Natale il 24 dicembre ma proprio San Nicolò e fino all’8 dicembre è possibile passeggiare e restare incantati da profumi come quelli di mandorle tostate e zucchero filato.

Immancabile un bel giro sulla pista di pattinaggio: viene solitamente inaugurata ad inizio dicembre per restare aperta tutti i giorni fino a dopo l’Epifania: si trova in un contesto speciale, quello di piazza Ponterosso. Tra le curiosità da non perdere durante l’appuntamento c’è la scoperta di alcuni dei presepi più belli della città: molte chiese e cattedrali offrono la possibilità di vederne di molto belli. Tra i più interessanti? Quello di San Giacomo o di San Vito.

Concerti, cori natalizi e performance di artisti di strada animano le piazze e le vie del centro spesso intonando proprio grandi classici delle feste. Chiaramente non mancano attività pensate per i più piccoli: tra queste spicca la possibilità di incontrare Babbo Natale e confidargli come si sono comportati richiedendo il regalo dei propri sogni magari proprio imbucando una letterina.

Cosa ne pensi di organizzare un bel weekend natalizio alla scoperta di Trieste? Oltre a poter visitare la città che ha davvero tanto da offrire e soffermarsi ai mercatini di Natale, da qui si può partire alla scoperta dei mercatini natalizi di Lubiana che si trovano a poca distanza e sono davvero facili da raggiungere sia in auto sia con i mezzi pubblici.

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La meravigliosa Trieste è tra le mete più trendy al mondo del 2025

Trieste, incantevole città portuale ricca di storia e tra le più cosmopolite d’Italia, è entrata ufficialmente tra le dieci destinazioni più ambite al mondo per il 2025.

Un prestigioso traguardo decretato da Booking.com, che ha analizzato con attenzione i dati della propria piattaforma per scoprire le gemme nascoste e i luoghi pronti a diventare i nuovi hotspot: i risultati mostrano un incremento del 349% nella ricerca di soggiorni a Trieste rispetto all’anno precedente, segno di un crescente interesse non solo da parte dei viaggiatori italiani, ma anche dei turisti internazionali.

Trieste conquista il cuore dei turisti di tutto il mondo

Il capoluogo friulano ha saputo far innamorare i viaggiatori provenienti dai più svariati Paesi.

Le ricerche dall’Austria sono aumentate del 156%, mentre quelle dalla Germania del 144%. Ancora più sorprendenti sono i numeri di Serbia (+1630%), Croazia (+1313%) e Australia (+598%), che dimostrano quanto la città stia diventando sempre più popolare a livello mondiale.

Grazie alla sua posizione invidiabile, tra la costa adriatica e le rocce carsiche, è altresì amata da chi è alla ricerca di vacanze avventurose, con un +404%. Ma non solo: le coppie (+399%) e le famiglie (269%) sono irrimediabilmente attratte dalla sua atmosfera romantica e accogliente.

La nuova frontiera del turismo: benessere e notti sotto le stelle

Inoltre, Trieste abbraccia anche le nuove tendenze di viaggio. Il cosiddetto “turismo notturno” sta attirando un cospicuo numero di visitatori: il 62% dei viaggiatori italiani è alla ricerca di destinazioni con cieli poco illuminati per osservare fenomeni naturali e proprio Trieste è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile assistere a spettacoli straordinari come l’aurora boreale.

Ma non solo: il benessere sarà un tema centrale per il 2025, con il 62% dei turisti italiani pronti a investire in vacanze che promuovano la salute e il prolungamento della vita. Le acque termali delle Sorgenti Timavo rappresentano una delle punte di diamante per chi desidera un soggiorno all’insegna del wellness.

Cosa vedere assolutamente a Trieste

Piazza Unità d'Italia Trieste

Fonte: iStock

Scorcio di Piazza Unità d’Italia a Trieste

Trieste è, lo abbiamo visto, una meta che affascina per l’incredibile combinazione di storia, cultura e natura. Tra i luoghi imperdibili va citato innanzitutto il maestoso Castello di Miramare, l’elegante residenza imperiale affacciata sul blu e adornata da un rigoglioso parco, costruita per l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo.

Il cuore cittadino è invece Piazza Unità d’Italia, una delle piazze più ampie d’Europa aperte sul mare, incorniciata da edifici monumentali quali il Palazzo del Municipio e il Palazzo del Lloyd Triestino: al tramonto, dona una vista superba sul Golfo di Trieste e una vibrante atmosfera che unisce l’eco del passato alla vita contemporanea.

Trieste è anche famosa per i suoi caffè storici, veri e propri templi della cultura letteraria. Tra questi, il Caffè San Marco è il più iconico, frequentato nel passato da scrittori del calibro di James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba. Qui si può respirare l’aria intellettuale che ha fatto di Trieste una delle città simbolo della letteratura europea.

Un altro luogo emblematico è poi la Cattedrale di San Giusto, sull’omonimo colle, dagli elementi romanici e gotici, che domina la città e vanta un panorama mozzafiato. Il colle di San Giusto è anche sede della fortezza che ospita musei ed esposizioni sulla storia triestina e del suo porto.

Non lontano da San Giusto, merita una sosta il suggestivo Teatro Romano, risalente al I secolo d.C. Scoperto nel XIX secolo, testimonia l’importanza di Trieste già in epoca romana e rappresenta un tuffo indietro nel tempo.

Per chi ama la natura e le escursioni, una visita al Carso Triestino è d’obbligo: caratterizzato da grotte e sentieri immersi nella natura, propone autentiche chicche come la Grotta Gigante, una delle più grandi al mondo aperte al pubblico. Per i più avventurosi, il Sentiero Rilke, che si snoda lungo la costa, regala scorci mozzafiato sul mare Adriatico.

Non si può concludere il tour a Trieste senza una passeggiata sul Molo Audace, simbolo del legame indissolubile tra la città e il porto: si protende in mare per circa 250 metri ed è il posto perfetto per una passeggiata rilassante e per godere dell’idilliaco panorama del golfo e delle colline tutt’intorno.

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7 nuovi musei da visitare in Italia a settembre

Dopo le vacanze al mare, perché non concedersi un po’ di tempo per l’arte e la cultura? Sono tantissimi i musei da visitare, ben distribuiti in tutta Italia: di recente, inoltre, ci sono state alcune inaugurazioni interessanti che offrono nuovi spunti per scoprire il nostro prezioso patrimonio culturale. Dall’allestimento di una nuova sala del Museo Egizio al curioso Museo Letterario di Trieste appena aperto, scopriamo quali sono le novità da non perdere per il mese di settembre.

La sala di Nefertari al Museo Egizio

Iniziamo proprio dal Museo Egizio di Torino, il secondo più importante al mondo (dopo quello del Cairo) per grandi e piccini che vogliono scoprire qualcosa in più sulla sconfinata cultura egizia. Lo scorso 9 agosto 2024, è stata finalmente aperta la sala dedicata al corredo funerario di Nefertari, con tantissimi reperti tornati “a casa”. Nel corso degli ultimi 8 anni, infatti, la collezione ha compiuto un tour mondiale che l’ha portata dall’Olanda alla Russia, sino agli Stati Uniti e al Canada. Ora i cimeli sono di nuovo esposti al Museo Egizio: vi si possono ammirare calzari, antichi amuleti e preziosi monili, nonché una fedele riproduzione in miniatura della tomba di Nefertari.

Il nuovo Museo Archeologico di Capri

Risale invece alla fine di luglio 2024 l’inaugurazione del nuovo Museo Archeologico di Capri, allestito negli spazi della Certosa di San Giacomo. Vi sono custoditi 120 oggetti e opere d’arte che raccontano la storia dell’isola durante il periodo degli imperatori Augusto e Tiberio, distribuiti in 8 sale che compongono un percorso museale innovativo. Alcuni di questi cimeli erano già conservati presso la Certosa, altri arrivano invece dal Museo Archeologico di Napoli e dai Parchi Archeologici dei Campi Flegrei, di Paestum e Velia e di Ostia Antica.

Il Museo Letterario di Trieste

Manca pochissimo all’inaugurazione di LETS, il nuovo Museo Letterario di Trieste, che si terrà il prossimo 12 settembre 2024. Ospitato all’interno di Palazzo Biserini, vedrà come protagonisti alcuni degli scrittori più influenti dei secoli scorsi, i quali hanno tratto ispirazione proprio dalla città di Trieste, raccontandone il calore della gente e le bellezze del mare. Il nuovo allestimento sarà dedicato a Italo Svevo, James Joyce e Umberto Saba, oltre che ad altri esponenti della letteratura italiana e internazionale. Ma parlare di museo potrebbe essere fuorviante: le sue sale custodiranno non solo la Libreria, ma anche il Cinematografo delle Storie e una postazione dedicata agli audiolibri de Le voci sulle onde.

Il Grand Tour Italia di Bologna

A partire dal 5 settembre 2024, Bologna inaugura il Grand Tour Italia: si tratta di una straordinaria esperienza che celebra la biodiversità culturale ed enogastronomica delle 20 regioni italiane su una superficie di 50.000 mq. Il parco offrirà un viaggio attraverso cibo, arte, tradizioni e intrattenimento, unendo educazione, divertimento e sostenibilità.

Ogni regione avrà uno spazio dedicato con paesaggi, osterie tipiche, mercati regionali e aree didattiche. Partner come la Scuola Holden, Coldiretti e Slow Food narreranno storia, cultura, agricoltura e biodiversità enogastronomica di ciascuna delle regioni dell’Italia.

L’ingresso e il parcheggio a questo particolare museo saranno gratuiti. Durante le prime due settimane dall’apertura, saranno offerti gratuitamente corsi in ambito food e laboratori del gusto, insieme a un tour multimediale di prodotti tipici. L’offerta di intrattenimento, inoltre, includerà musica, spettacoli ed eventi per tutte le età, come giovedì letterari e lezioni di filosofia condotte da Matteo Saudino.

Grand Tour Italia, Bologna

Fonte: Ufficio Stampa

Gli spazi di Grand Tour Italia a Bologna

Le attrazioni permanenti includono invece uno spazio espositivo dedicato all’arte e alla fotografia, una libreria, un parco divertimenti per bambini, un parco avventura e prossimamente un karting indoor.

Aperto dal giovedì alla domenica, Grand Tour Italia offre un’opportunità coinvolgente per scoprire e vivere la ricca tradizione italiana. Il plus? Un servizio navetta è disponibile per i visitatori per agevolare l’arrivo a Grand Tour Italia.

Le altre novità di settembre

Ci sono poi altre interessanti novità per gli amanti dell’arte. Come ad esempio l’inaugurazione del Museo Mitoraj di Pietrasanta, dedicato allo scultore scomparso ormai 10 anni fa: l’esposizione dovrebbe aprire al pubblico entro il 2024. Alloggiato presso l’ex mercato coperto della cittadina toscana, sarà un museo dalla visione contemporanea. “Persegue un doppio obiettivo. Non solo luogo di conservazione e contemplazione, punta infatti a divenire un polo con una funzione sociale di aggregazione. Vuole creare comunità” – ha affermato l’architetto Paolo Brescia in un’intervista ad ArtTribune.

A Piana degli Albanesi, invece, il 29 agosto 2024 ha riaperto il Museo della Cultura Arbereshe con tante nuove installazioni, dopo un lungo intervento di restauro e manutenzione. Vi si possono ammirare le numerose testimonianze storiche, culturali e artistiche della comunità albanese che in questi territori ha trovato accoglienza, dopo la migrazione del XV secolo dalla Turchia. Infine, durante l’estate si è quasi completata la riqualificazione del Museo Sant’Orsola di Firenze, un antico convento che ospita la tomba della presunta Gioconda. Per il termine dei lavori dovremo attendere il 2026, ma alcuni spazi sono già aperti.

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6 nuovi musei da visitare in Italia a settembre

Dopo le vacanze al mare, perché non concedersi un po’ di tempo per l’arte e la cultura? Sono tantissimi i musei da visitare, ben distribuiti in tutta Italia: di recente, inoltre, ci sono state alcune inaugurazioni interessanti che offrono nuovi spunti per scoprire il nostro prezioso patrimonio culturale. Dall’allestimento di una nuova sala del Museo Egizio al curioso Museo Letterario di Trieste appena aperto, scopriamo quali sono le novità da non perdere per il mese di settembre.

La sala di Nefertari al Museo Egizio

Iniziamo proprio dal Museo Egizio di Torino, il secondo più importante al mondo (dopo quello del Cairo) per grandi e piccini che vogliono scoprire qualcosa in più sulla sconfinata cultura egizia. Lo scorso 9 agosto 2024, è stata finalmente aperta la sala dedicata al corredo funerario di Nefertari, con tantissimi reperti tornati “a casa”. Nel corso degli ultimi 8 anni, infatti, la collezione ha compiuto un tour mondiale che l’ha portata dall’Olanda alla Russia, sino agli Stati Uniti e al Canada. Ora i cimeli sono di nuovo esposti al Museo Egizio: vi si possono ammirare calzari, antichi amuleti e preziosi monili, nonché una fedele riproduzione in miniatura della tomba di Nefertari.

Il nuovo Museo Archeologico di Capri

Risale invece alla fine di luglio 2024 l’inaugurazione del nuovo Museo Archeologico di Capri, allestito negli spazi della Certosa di San Giacomo. Vi sono custoditi 120 oggetti e opere d’arte che raccontano la storia dell’isola durante il periodo degli imperatori Augusto e Tiberio, distribuiti in 8 sale che compongono un percorso museale innovativo. Alcuni di questi cimeli erano già conservati presso la Certosa, altri arrivano invece dal Museo Archeologico di Napoli e dai Parchi Archeologici dei Campi Flegrei, di Paestum e Velia e di Ostia Antica.

Il Museo Letterario di Trieste

Manca pochissimo all’inaugurazione di LETS, il nuovo Museo Letterario di Trieste, che si terrà il prossimo 12 settembre 2024. Ospitato all’interno di Palazzo Biserini, vedrà come protagonisti alcuni degli scrittori più influenti dei secoli scorsi, i quali hanno tratto ispirazione proprio dalla città di Trieste, raccontandone il calore della gente e le bellezze del mare. Il nuovo allestimento sarà dedicato a Italo Svevo, James Joyce e Umberto Saba, oltre che ad altri esponenti della letteratura italiana e internazionale. Ma parlare di museo potrebbe essere fuorviante: le sue sale custodiranno non solo la Libreria, ma anche il Cinematografo delle Storie e una postazione dedicata agli audiolibri de Le voci sulle onde.

Le altre novità di settembre

Ci sono poi altre interessanti novità per gli amanti dell’arte. Come ad esempio l’inaugurazione del Museo Mitoraj di Pietrasanta, dedicato allo scultore scomparso ormai 10 anni fa: l’esposizione dovrebbe aprire al pubblico entro il 2024. Alloggiato presso l’ex mercato coperto della cittadina toscana, sarà un museo dalla visione contemporanea. “Persegue un doppio obiettivo. Non solo luogo di conservazione e contemplazione, punta infatti a divenire un polo con una funzione sociale di aggregazione. Vuole creare comunità” – ha affermato l’architetto Paolo Brescia in un’intervista ad ArtTribune.

A Piana degli Albanesi, invece, il 29 agosto 2024 ha riaperto il Museo della Cultura Arbereshe con tante nuove installazioni, dopo un lungo intervento di restauro e manutenzione. Vi si possono ammirare le numerose testimonianze storiche, culturali e artistiche della comunità albanese che in questi territori ha trovato accoglienza, dopo la migrazione del XV secolo dalla Turchia. Infine, durante l’estate si è quasi completata la riqualificazione del Museo Sant’Orsola di Firenze, un antico convento che ospita la tomba della presunta Gioconda. Per il termine dei lavori dovremo attendere il 2026, ma alcuni spazi sono già aperti.

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Cosa sono le osmize e perché andarci è un’esperienza unica

Sono luoghi in cui si respira la tradizione enogastronomica ma anche una tipologia di accoglienza che affonda le radici nel passato. Stiamo parlando delle osmize, luoghi di ristoro dell’altopiano carsico nella zona di Trieste, che conservano questa tradizione centenaria e in cui gustare vere e proprie prelibatezze del luogo.

Per sapere quali sono le osmize aperte nella zona di Trieste bisogna verificare sul sito dedicato in cui vengono elencate quelle disponibili quotidianamente. Cosa sono, la loro storia e cosa si può mangiare in questi luoghi della tradizione.

Osmize, cosa sono e come sapere quali sono aperte

Per capire cosa sono le osmize bisogna fare un deciso salto indietro nel tempo e più precisamente al 1784. È in quell’anno, infatti, che l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo – tramite un editto – dava l’opportunità ai contadini di commercializzare i loro prodotti; per farlo bastava segnalare la possibilità esponendo una frasca, ovvero un ramo con foglie. Anche adesso le osmize sono riconoscibili proprio per quello, mentre una differenza con il passato sta nei giorni di apertura. In precedenza, infatti dovevano limitarsi a otto giorni (osem significa 8) o ai loro multipli. Oggi le regole sono leggermente diverse e dipendono dai regolamenti dei comuni che si trovano nella zona dell’altopiano carsico.

Ma, a quanto pare, l’origine di questa tradizione va ricercata nella storia ancora più antica, che indicherebbe la genesi delle osmize all’epoca di Carlo Magno, quando il re – e poi imperatore – diede il permesso ai viticoltori di vendere il prodotto in maniera diretta, segnalando il commercio esponendo una frasca d’edera. Tradizione che, pare, sia stata mantenuta anche nel periodo medievale, per essere poi riportata in auge da Giuseppe II d’Asburgo. Secondo la sua ordinanza vi doveva essere una frasca appesa in maniera visibile per indicare l’attività, vi era il limite dei giorni di apertura e si poteva scegliere quanto far pagare.

È possibile conoscere quali sono le osmize aperte in uno specifico giorno grazie all’apposito portale osmize.com che segnala quotidianamente i locali accessibili della provincia di Trieste. Si tratta, in genere, di case o cantine che vengono aperte appositamente.

Come scovare le osmize aperte nei dintorni di Trieste

Fonte: Osmize.com

I contadini aprono le proprie case: le osmize sono luoghi di tradizione nella zona di Trieste

Cosa si mangia nelle osmize

Luoghi di tradizione, in cui sperimentare la cultura enogastronomica dell’altopiano carsico: le osmize sono posti davvero speciali così come quello che si può assaggiare.

La cosa importante da sapere è che qui si possono mangiare solamente prodotti già pronti, che non necessitano di una cucina. Quindi spazio a salumi, come prosciutti, pancetta e salame, uova sode, formaggio, diverse tipologie di alimenti sottaceto, pane e vino. Possono essere proposti anche liquori e qualche dolce come lo strudel.

Una cosa è certa: quelle che vengono portate in tavola sono specialità di questa terra, si tratta infatti di prodotti tipici del territorio che regalano agli avventori la possibilità di arricchire il proprio viaggio attingendo a gusti, sapori e tradizioni del passato che sono giunti sino a noi.

Vale la pena provare le osmize perché regalano a chi le visita l’anima più vera di questi luoghi e quando si viaggia, in fondo, si cerca proprio quello: un’esperienza autentica che rimane tra i ricordi più belli.

Se si sta programmando un viaggio in Friuli Venezia-Giulia, prima di tutto bisogna verificare quali sono le osmize aperte in provincia di Trieste, per selezionare quale raggiungere. E poi vivere pienamente l’esperienza, immergendosi in questa tradizione del passato in cui sperimentare i gusti tipici del territorio.

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Mahmood a Trieste con la sua ‘Tuta Gold’: ecco dove è stato girato il video

Due imponenti strutture a forma di L che coprono una superficie di 89 mila metri quadrati, 648 appartamenti che misurano dai 45 ai 100 metri quadrati e circa 2500 abitanti. Sono numeri impressionanti e non stiamo parlando di un hotel, ma della location suggestiva in cui Mahmood ha scelto di girare il video della sua canzone “Tuta gold” presentata al Festival di Sanremo 2024.

Ci troviamo a Trieste, e più precisamente nel quartiere di Rozzol Melara, a soli 4 chilometri dal centro cittadino. Qui spicca un complesso di edifici imponenti nati negli anni ’80 e che esprimono pienamente l’idea di un passato fiorente che si mescola con la vita odierna della periferia e con tutti i suoi contrasti.

Il quadrilatero di Melara a Trieste: la location perfetta

Escluso per un soffio dalla top five dei finalisti di Sanremo 2024, Mahmood si è classificato sesto con la canzone “Tuta gold”. Alla sua terza partecipazione alla kermesse canora il cantante ha presentato un brano che racchiude le immagini della sua vita tra presente e passato, con le difficoltà del bullismo, il complicato rapporto con il padre e la vita non sempre semplice di periferia.

Ma quando si parla di musica non ci si riferisce solamente a voci e suoni. Anche l’estetica vuole la sua parte e lo possiamo constatare negli abiti e look dei cantanti e nelle immagini dei video di ciascun brano. Proprio per raccontare al meglio le suggestioni musicali, Mahmood ha scelto una location davvero particolare per realizzare la clip ufficiale del suo ultimo capolavoro, diretta da Attilio Cusani.

Stiamo parlando del comprensorio Ater di Melara, meglio conosciuto come il Quadrilatero, nella città di Trieste (che spesso è stata ambientazione di serie tv e film). Costruito tra il 1969 e il 1982 da un team composto da 29 affermati architetti e ingegneri triestini, l’imponente complesso in stile brutalista è nato secondo le teorie socio-architettoniche di Le Corbusier, uno dei padri dell’urbanistica contemporanea.

I numeri della struttura sono impressionanti e rendono l’idea dell’imponenza e anche dell’importanza che ha avuto negli anni ’80 e ’90 per la popolazione triestina. Il colpo d’occhio iniziale della clip di “Tuta gold” mostra i corpi cementizi a forma di L composti da un numero di piani che vanno da 7 a 15, con 648 appartamenti di varie dimensioni che ospitano ben 2500 persone. Ma non ci sono solo abitazioni, perché il complesso era stato pensato per risultare molto simile a un vero e proprio quartiere, con stradine coperte che collegavano le varie aree, unite da una piazza centrale che fungeva da luogo di incontro, negozi, bar, ristoranti e anche scuole. Un ambizioso progetto architettonico e sociale che voleva essere un esempio di villaggio autosufficiente.

Non solo Mahmood: chi ha scelto il Quadrilatero per i video musicali

I primi appartamenti del Quadrilatero furono consegnati tra il 1979 e il 1981 principalmente a coppie giovani, segno della volontà di creare qualcosa di nuovo e  fresco sia da un punto di vista architettonico che socio-culturale.

L’ambientazione è diventata con gli anni un set musicale, non solo per la riuscita del videoclip di Mahmood. Infatti, altri artisti prima di lui si sono recati al Quadrilatero per le riprese dei propri video ufficiali, proprio per il suo stile eclettico e senza tempo. Parliamo di Piero Pelù con il suo brano “Dea Musica” e Tiziano Ferro con il suo capolavoro “Sere Nere”.

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Questa è la porta d’accesso di una città sotterranea. È in Italia

Organizzare un viaggio a Trieste, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Il capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia che corre lungo l’altipiano del Carso, e si affaccia sulla Slovenia, è un concentrato di meraviglie che meritano di essere scoperte passo dopo passo.

Meraviglioso è il centro storico medievale, quello che conserva le preziose testimonianze delle diverse influenze che hanno dato il volto alla città, così come lo è il quartiere neoclassico che affonda le origini in epoca austriaca. Le cose da fare e da vedere qui, lo abbiamo già detto, sono tantissime. Ma non accontentatevi solo di ciò che è visibile in superficie, perché Trieste nasconde un incredibile segreto sotto le viscere della città.

Una passeggiata lungo il muraglione di Via Romagna svela in parte ciò che lo sguardo non ha ancora visto. Qui, infatti, esiste la porta d’accesso a quella che sembra una città sotterranea: un dedalo di intricate gallerie costruito nella Seconda Guerra Mondiale e adesso trasformato in un museo. Benvenuti a Kleine Berlin.

C’era una volta un rifugio antiaereo

Non è un semplice museo, Kleine Berlin è molto di più. È la testimonianza di un passato che non si può dimenticare, nonché il più grande complesso di gallerie antiaeree sotterranee ancora esistenti. Un vero e proprio tesoro celato che si nasconde all’ombra dei luoghi iconici della città, e che si snoda proprio sotto il suo centro nevralgico.

La struttura, costruita negli anni precedenti al conflitto bellico, è stata realizzata in due settori divisi tra loro ma comunicanti. La parte italiana ha funzionato come rifugio antiaereo per la popolazione civile, mentre l’area costruita dai militari tedeschi veniva utilizzata come deposito, magazzino e ricovero. Ancora oggi le due parti sono ben visibili e sono visitabili attraverso visite guidate.

Kleine Berlin, il museo sotterraneo

All’interno del complesso sotterraneo tutto è rimasto immutato, sospeso nel tempo. Le pareti, per esempio, conservano il colore originario di oltre 60 anni fa così come le disposizioni degli ambienti sono le stesse. Ecco perché visitare le gallerie del Kleine Berlin è un’esperienza estremamente suggestiva e affascinante, un viaggio nel tempo e nella storia di Trieste che merita di essere compiuto dai cittadini e dai viaggiatori.

Il complesso, la sua manutenzione e la valorizzazione, è gestito da un gruppo di volontari ed è aperto l’ultimo venerdì del mese dalle 17.30 alle 20.00. Tutte le visite guidate possono essere effettuate solo previa prenotazione. È possibile, inoltre, prenotare visite di gruppo (per almeno 12 persone) dal lunedì al venerdì.

Il costo d’ingresso è di 5 euro a persona, 3 euro per ragazzi e studenti. L‘accesso al complesso sotterraneo consente di visitare la galleria antiaerea pubblica costruita come rifugio per i triestini e il ricovero antiaereo dei militari tedeschi.

All’interno della Klein Berlin, inoltre, sono state allestite due mostre permanenti che consentono di comprendere al meglio il periodo storico della costruzione delle gallerie. I due percorsi espositivi raccontano, rispettivamente, la storia dei bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale e tutte le cavità naturali e artificiali che sono state realizzate, invece, dagli eserciti durante il primo conflitto bellico.

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Bloomsday, da Dublino a Trieste sulle orme di Joyce

Il 16 giugno è una data speciale in Irlanda, perché si celebra il Bloomsday, la festa nazionale in onore dello scrittore James Joyce. Chi non avrà la possibilità di vivere a Dublino la festività che rievoca gli eventi dell’”Ulisse” il romanzo più celebre dello scrittore, potrà godersi la speciale atmosfera di questa giornata e un pizzico di Irlanda in occasione del Bloomsday a Trieste. Ecco gli appuntamenti imperdibili del fitto calendario di iniziative nella città in cui l’autore irlandese visse quasi ininterrottamente dal 1904 fino al 1920, con Nora Barnacle, che sarebbe diventata sua moglie, e dove nacquero i loro figli Giorgio e Lucia Anna.

Bloomsday nell’anno di Zeno a Trieste

Le celebrazioni del Bloomsday in terra giuliana avranno inizio venerdì 16 giugno, giorno in cui, nel 1904, si svolgono tutte le vicende narrate nel romanzo, e andranno avanti fino a domenica 18 giugno. Nell’edizione del 2023, ci sarà un po’ d’Irlanda in più, grazie a Turismo Irlandese che quest’anno ha voluto unirsi ufficialmente alla festa, ospitando due eventi interessanti e originali, in occasione del centesimo compleanno de “La coscienza di Zeno” dell’autore triestino Italo Svevo, grande amico e sostenitore di Joyce, che segue a un anno di distanza quello dell’”Ulysses”.

L’incontro tra Joyce e Svevo risale al 1907, quando il primo divenne insegnante d’inglese suo e di sua moglie. Svevo è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, protagonista dell’”Ulisse”, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.

Bloomsday a Trieste: gli appuntamenti imperdibili

Bloomsday Trieste approfondirà anche in questa edizione un singolo episodio del capolavoro di Joyce, indagando le modalità, il significato, il senso attuale e le diverse suggestioni di “Circe”, quartultimo capitolo del romanzo, ultimo della sezione centrale denominata “Odissea”, l’episodio più lungo di tutto il libro, ricchissimo e visionario.

Ecco alcuni degli appuntamenti da non perdere in occasione del Bloomsday nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.

Calipso. La colazione “immersiva”

Alle ore 9.00 dei giorni 16, 17 e 18 giugno, all’Adriaco Yacht Club (Molo Sartorio 1) – il più antico e prestigioso yacht club triestino – avrà luogo Calipso. La colazione “immersiva”, formula lanciata nel 2022 con grande successo in occasione dei 100 anni del romanzo di Joyce. Il menu sarà una combinazione tra lo stile continentale e quello tipicamente irlandese, con l’immancabile rognone descritto nel capitolo “Calipso”, e la messa in scena delle pagine della celebre colazione con frattaglia, da parte della compagnia teatrale “L’Armonia”.

Trieste chiama Dublino

Il 16 giugno, alle ore 17.00, si svolgerà il secondo evento che vede il coinvolgimento di Turismo Irlandese in collaborazione con Boscolo Viaggi: Trieste chiama Dublino. Itinerario a piedi, curato dall’ente del turismo dell’isola di Smeraldo.

Nel corso di una passeggiata di joyciana memoria, in compagnia di una guida, i partecipanti vivranno un intrigante parallelismo tra luoghi chiave triestini e dublinesi, facendo un viaggio nel capoluogo giuliano che rievoca una simile esperienza in quello irlandese e che unisce le due città fonte di ispirazione per lo scrittore: il porto di partenza irlandese, luogo dell’anima in cui sono ambientate quasi tutte le sue opere, e il porto adriatico, luogo di sosta, di maturazione e di creatività, dove parte delle opere sono state concepite e scritte. Il punto di ritrovo è Piazza Ponterosso, vicino alla statua di James Joyce, e la partecipazione è gratuita, con prenotazione fino a esaurimento posti.

Itinerario a piedi sulle orme di Svevo

Per celebrare il centenario de “La Coscienza di Zeno”, Riccardo Cepach, curatore dei musei Svevo e Joyce guiderà i visitatori lungo una piacevole passeggiata nel centro di Trieste, alla scoperta dei luoghi specialmente legati alla vita e all’opera di Italo Svevo. L’appuntamento è in piazza Hortis alle ore 11 di sabato 17 giugno, davanti alla statua dello scrittore e drammaturgo triestino (In caso di maltempo, il tour verrà ripreso domenica 18, con partenza dal medesimo luogo e orario).

Tour a piedi nella città di Joyce

Domenica 18 giugno, è invece la volta del tour guidato da Laura Pelaschiar con la partecipazione di Paolo Quazzolo (Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici). Un’occasione per scoprire la “bella Trieste” di Joyce, la città delle sue lezioni di inglese, delle amate chiese e delle non meno amate osterie, la Trieste dei bordelli, dei teatri, della Berlitz School, patria dei cripto-triestini Leopold e Molly Bloom.

Bloomsday Festival a Dublino

A Dublino le celebrazioni del Bloomsday non sono di certo da meno. Anche quest’anno, fino al 18 giugno, le occasioni per divertirsi o approfondire alcuni aspetti della scrittura joyciana sono davvero numerose. Tra spettacoli di strada, conferenze, teatro, musica, letture, laboratori, tour a piedi ed eventi gastronomici, il festival farà rivivere ancora una volta i personaggi e i luoghi resi famosi dal celebre romanzo.

La festività prende il nome da Leopold Bloom, uno dei protagonisti del romanzo (l’altro è Stephen Dedalus, alter ego letterario di Joyce). L’opera segue la vita e i pensieri di Bloom – così come quelli di Stephen e di una serie di altri personaggi, reali e immaginari – dalle 8 del mattino fino alle prime ore del mattino successivo. La data del 16 giugno 1904 venne scelta dallo scrittore irlandese perché fu il giorno del primo appuntamento tra James Joyce e Nora Barnacle, sua futura sposa.

Anche nel capoluogo irlandese si comincia con la colazione molto ricca in ricordo di quella che Leopold prepara nel romanzo per la moglie Molly. Luogo scelto per l’appuntamento è Sandycove, a sud di Dublino, dove si trova il Joyce Museum. Dopo la colazione hanno inizio le peregrinazioni letterarie.

Dublino fa da sfondo a quasi tutte le opere di Joyce. Le tappe del tour guidato includono l’alma mater di Joyce, il Belvedere College; North Hardwicke Street, l’ambientazione del racconto “The Boarding House”; il Gresham Hotel, l’ambientazione della scena finale e più memorabile del racconto “The Dead”; la statua di James Joyce in North Earl Street. L’itinerario include anche una visita al numero 7 di Eccles Street e ripercorre i passi del celebre viaggio di Leopold Bloom per acquistare un rognone nel quarto episodio dell’”Ulysses”.

Una delle peculiarità delle celebrazioni del Bloomsday è imbattersi nelle persone vestite come i personaggi in stile edoardiano. Tra i capi di abbigliamento caratteristici che si vedono per le strade del capoluogo irlandese quel giorno c’è la paglietta, un cappello estivo alla moda e iconico indossato da molti all’epoca, tra cui lo stesso Joyce.

Tanti gli eventi organizzati per il Bloomsday Festival al James Joyce Centre, che ospita la manifestazione dal 1994, collaborando con diversi teatri, musei, biblioteche, mostre d’arte, collettivi e altre istituzioni di Dublino per far rivivere l’eterna opera di Joyce.

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La Trieste della fiction “La porta rossa”

Giunta alla terza stagione, la fiction Tv RAI “La porta rossa” piace per la trama davvero inusuale. Non è il solito giallo. In questo caso, l’ispettore di polizia, Leonardo Cagliostro (interpretato da Lino Guanciale), che è rimasto ucciso in modo misterioso, torna sotto forma di fantasma per indagare sul proprio assassinio. Lui vede tutto e tutti – inclusi i propri familiari – ma nessuno è in grado di scorgerlo, se non attraverso l’aiuto di una medium.

Le vicende fra thriller e mistero si svolgono in una delle città più belle d’Italia: Trieste. La co-protagonista della serie infatti è proprio lei, con le sue piazze, i suoi palazzi storici e i suoi scorci sul mare unici.

Le location della fiction “La porta rossa”

Innanzitutto, il Commissariato, dove sono state girate tantissime scene della fiction, è stato ricavato nel Palazzo Carciotti, ben riconoscibile anche dall’esterno. Si trova a Riva Tre Novembre, 13 (che un tempo prendeva il nome dallo stesso palazzo), nel centro storico di Trieste, all’inizio del Canal Grande. L’edificio settecentesco prende il nome dal suo primo proprietario, il commerciante greco Demetrio Carciotti, il cui nome è inciso sulla facciata e vi soggiornò per un breve periodo persino il Cancelliere austriaco Metternich.

Per la sua architettura e il portico che anticipa l’ingresso a palazzo spesso viene confuso per un teatro (il vicino Teatro Verdi gli somiglia molto). La cupola di rame con un’aquila napoleonica che sovrasta l’edificio però è inconfondibile. Gli ambienti interni sono riccamente decorati, con colonne, sculture, bassorilievi e pareti affrescate.

Cagliostro osserva ciò che accade in città da un punto panoramico, icona di Trieste. Nelle prime due serie si trattava dell’Ursus, un pontone-gru degli Anni ’30 del Novecento dichiarato Bene di interesse culturale come pezzo di archeologia industriale della città.

Nella terza stagione della serie la location è stata sostituita con il Faro della Vittoria, ben visibile e riconoscibile da chiunque giunga a Trieste. Non è soltanto un faro fondamentale per chi arriva via mare, ma è anche la commemorazione dei caduti e un simbolo della rinascita di Trieste dal dopoguerra.

Oltre che dal faro, l’ex ispettore ama guardare la propria città anche dalla cima della Torre dell’orologio che si trova nel Municipio affacciato sulla famosissima piazza dell’Unità d’Italia, la più grande e celebre di Trieste.

Ma chi seguen la serie riconoscerà altri luoghi del Capoluogo friulano. Come lo storico Palazzo Vivante, con la sua facciata gialla, dimora prestigiosa dell’alta borghesia triestina e oggi sede dell’ “Opera Figli del Popolo”; la Centrale Elettrica di Opicina che si trova sull’altopiano del Carso, lo stabilimento balneare Ausonia e la Cava di Sgonico.