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Questo castello italiano apre in via del tutto eccezionale un solo giorno

Apre in occasione della prima domenica di primavera e per un solo giorno è possibile visitare uno dei castelli più belli e meno conosciuti d’Italia. Si tratta del Castello di San Salvatore che si trova vicino a Treviso. Emblema inconfondibile del panorama trevigiano, nel cuore del Veneto, circondato dalle dolci colline del Prosecco, domina incontrastato da ben otto secoli la pianura fino a Venezia. Inespugnabile fortezza in età medievale, elegante dimora signorile nel Rinascimento, vivace salotto letterario e artistico di fama europea (è nel Cinquecento che Monsignor Giovanni Della Casa, ospite della famiglia Collalto, scrive il suo celebre Galateo), ecclettico nella forma e nell’anima, oggi come allora è un luogo speciale.

La storia del Castello di San Salvatore

Il castello, di proprietà della principessa Isabella Collalto de Croÿ, è una residenza privata che apre le porte al pubblico solamente in rarissime occasioni. È un antico complesso fortificato che si trova a Susegana, in provincia di Treviso. La sua costruzione fu iniziata tra la fine del XIII e l’inizio del XV secolo. Di antichissima origine longobarda, la famiglia Collalto affonda le radici della sua storia nella Marca Trevigiana, dove attorno all’anno Mille, governa con il titolo di Conti di Treviso, la città stessa. Tra il XII e il XIII Secolo si stabilisce tra le Prealpi e il fiume Piave fondando i Castelli di Collalto e di San Salvatore.

Il Castello San Salvatore, situato in posizione strategica a controllo dei guadi, si espande velocemente e arriva ad essere con i suoi trentamila metri quadrati di superficie, tra la rocca dedicata alla corte e il Borgo abitato da contadini e artigiani, uno dei complessi fortificati più estesi d’Europa. Il castello poteva infatti controllare gli abitati circostanti, le principali vie di comunicazione e i traffici sul Piave. Fu per questo coinvolto nelle lotte che nel tardo medioevo coinvolsero Treviso, Padova e Venezia. Attualmente, il Castello di San Salvatore si articola nella cinta muraria merlata, nel blocco di Palazzo Odoardo e nella torre grande assieme alla chiesa di Santa Croce, elementi raccordati ai ruderi di altri edifici. Tra le suggestive rovine medievali di Palazzo Ottaviano e dei Palazzi Comitali si estendono terrazze verdi spettacolari, mentre il magnifico Palazzo Odoardo si erge maestoso, offrendo un’esperienza immersiva che ci trasporta in un’atmosfera sospesa nel tempo.

L’apertura eccezionale del castello

Quest’anno, l’apertura del Castello di San Salvatore è resa ancora più speciale dalla possibilità di visitare la celebre “Terrazza delle statue“, da cui è possibile ammirare uno splendido panorama collinare, con ampi pascoli, boschi e vigneti che caratterizzano un paesaggio unico e incantevole. La terrazza, oltre a offrire una vista mozzafiato, è un autentico capolavoro architettonico arricchito da storie affascinanti. Come la disposizione insolita delle statue che, anziché essere rivolte verso il visitatore, come è consuetudine, ignorano il committente e volgono lo sguardo verso la grandiosità del paesaggio circostante.

Il Castello San Salvatore è uno dei fortilizi tardomedievali più affascinanti e imponenti d’Europa, qui sembra che il tempo si sia fermato. Un romantico viale lastricato conduce all’imponente porta Nord, attraversando il borgo tra mura merlate e torri difensive. Superato il ponte levatoio si arriva al cuore del castello. La salita invita a lasciare alle spalle la frenesia quotidiana, immergendosi nel silenzio e nella straordinaria bellezza del panorama circostante.

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Fonte: Ufficio stampa

La Terrazza delle statue del Castello del San Salvatore

Come visitare il Castello di San Salvatore

Il castello sarà aperto il 23 marzo dalle 11:00 alle 18:00 e sarà possibile svolgere la propria visita in autonomia, ammirando senza limiti di tempo i tanti angoli affascinanti – e misteriosi – di questo maniero. Grazie al proprio smartphone, i visitatori potranno seguire un percorso narrato dalla Principessa Isabella Collalto de Croÿ, scoprendo passo dopo passo le curiosità legate alla storia e alla vita di questo straordinario luogo, nonché alla dinastia che lo ha costruito e che ancora oggi lo abita. Al termine della visita, ci si potrà concedere un momento di relax sorseggiando il cocktail “San Salvatore”, un drink a chilometro zero realizzato con ingredienti locali, dal vino allo sciroppo di sambuco. Il biglietto d’ingresso costa 15 euro, ridotto 12 euro. I bambini tra i 6e i 12 anni pagano 5 euro. Non sono ammessi cani.

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L’ispettore Stucky, quali sono le location della nuova fiction di Rai 2

Il 30 ottobre in prima serata su Rai 2, ecco pronta a debuttare sul piccolo schermo la nuova serie poliziesca tratta dai romanzi di Fulvio Ervas, “L’ispettore Stucky”. Diretta da Valerio Attanasio e composta da sei episodi, la serie include anche Barbora Bobulova, Alessio Praticò e Laura Cravedi nel cast.

Tra i protagonisti della serie Giuseppe Battiston e Barbora Bobulova, che fanno bene la loro parte in un ventaglio di episodi non solo in grado di catturare il pubblico con la loro trama intrigante, ma anche con le atmosfere uniche di Treviso, che fanno da sfondo ideale alle avventure del protagonista.

Girata a partire da marzo 2024, la serie esplora alcuni dei luoghi più suggestivi della città e delle zone circostanti del Veneto, regalando un quadro autentico e misterioso della regione. Ecco quali sono le principali location in cui è stata girata la nuova serie in onda su Rai 2 “L’ispettore Stucky”.

Galleria Manin e il centro storico di Treviso

Il protagonista della nuova fiction di Rai 2 è l’ispettore italo-persiano Giuseppe Stucky, interpretato da Giuseppe Battiston: un investigatore dal temperamento riflessivo, dotato di una curiosità filosofica che lo rende unico nel suo genere.

Al suo fianco troviamo Marina, il medico legale con cui Stucky ha un rapporto complesso, e l’amico oste Secondo, interpretato da Diego Ribon, la cui osteria diventa un rifugio dove l’ispettore riordina i vari indizi e riflette sui casi.

Uno dei set principali della serie girata in Veneto è Galleria Manin, uno degli edifici storici più caratteristici della città. Situata nell’omonima via, questa galleria è un passaggio frequentato e amato dai cittadini, simbolo architettonico di Treviso e perfetta cornice per un poliziesco.

La scelta della Galleria Manin come set non è per nulla casuale: la sua architettura e l’atmosfera particolare conferiscono un fascino unico alle scene, rafforzando l’identità storica della città e il suo ruolo di personaggio secondario nella serie, al pari di un attore vero e proprio.

Tra le altre location del centro storico troviamo anche Piazza dei Signori, cuore pulsante della città, e il Palazzo del Trecento, monumento simbolo di Treviso che si impone maestoso nella piazza. Le riprese qui mettono in risalto la maestosità e l’eleganza dei luoghi, e l’attenzione ai dettagli architettonici permette al pubblico di immergersi completamente nell’atmosfera di Treviso.

Treviso è infatti una città caratterizzata da uno charme autentico e discreto, perfetta per essere percorsa lentamente anche in bicicletta, una città a misura d’uomo. Tutta la sua essenza riesce a essere catturata, in modo raffinato, dalla cinepresa negli episodi de L’Ispettore Stucky.

Luoghi di ritrovo e la trattoria dell’amico

Un altro elemento distintivo della serie girata in Italia è la trattoria frequentata dall’ispettore Stucky, gestita dal personaggio Secondo (interpretato da Diego Ribon). Questa trattoria, ambientata in un locale realmente esistente nel centro di Treviso, offre uno scenario autentico e confortevole in cui Stucky si ritrova spesso per riflettere sui suoi casi. È uno spazio che rappresenta un legame affettivo per l’ispettore, un luogo sicuro e di confronto, inserito in un contesto autentico che riflette il legame della città con la vita quotidiana dei suoi abitanti.

Corsi d'acqua, Treviso

Fonte: iStock

Treviso e i suoi corsi d’acqua alla sera

Altri luoghi di interesse per la serie includono il Lungosile Mattei, una passeggiata panoramica lungo il fiume che attraversa la città. È qui che spesso vediamo Stucky mentre riflette sui suoi casi o cammina immerso nei suoi pensieri, catturando la tranquillità e la bellezza naturale di Treviso. Le riprese lungo il Sile mettono in risalto il rapporto tra la città e i suoi corsi d’acqua, donando una dimensione ulteriormente contemplativa alla storia.

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Wonderwallà Fest: il festival italiano dedicato alla street art

C’era una volta un paese. In mezzo ci passava una strada senza colori. È la storia di molti luoghi. Non è la storia che vogliamo noi.” Potrebbe essere l’incipit perfetto di un libro, in realtà è il manifesto di The Wallà, il progetto di rigenerazione artistica urbana nato e sviluppatosi a Vallà, piccolo paesino in provincia di Treviso. Dal 2021, le strade del paese sono diventate un’occasione per riscrivere l’identità di un luogo: rovesciando il modo in cui viene visto e vissuto, il paese si trasforma in soggetto attivo capace di raccontarsi e riqualificarsi.

Ed è proprio la riqualificazione degli spazi urbani di Vallà il cuore di un progetto che ha richiamato l’attenzione di appassionati di street art e turisti. Negli ultimi quattro anni sono molte le persone che hanno fatto visita al paese per ammirare dal vivo le opere realizzate da artisti di livello internazionale quali EricailCane, Stenlex, Millo e Agostino Iacurci. Oggi, questo progetto è diventato un festival che si terrà dal 29 agosto al 1 settembre e che permetterà di assistere alla realizzazione dei nuovi murales e a tante performance live.

Wonderwallà Fest – La strada è un luogo di incontri

Negli ultimi anni, gli edifici delle strade di Vallà sono diventati una galleria d’arte a cielo aperto grazie alla presenza di numerose opere permanenti realizzate da alcuni tra i più noti street artist. Il Wonderwallà Fest – La strada è un luogo di incontri che si terrà in paese dal 29 agosto al 1 settembre sarà l’occasione perfetta per scoprirli immersi in un contesto culturale e artistico ricco e stimolante. Durante queste giornate sarà possibile partecipare a tour guidati, a incontri dedicati alla cultura con esperti del settore, a laboratori o ai concerti di musica dal vivo.

Negli ultimi mesi sono stati realizzati nuovi murales: il primo cantiere a concludersi è stato quello di Tellas, pseudonimo di Fabio Schirru, artista sardo, seguito dall’opera di Pixel Pancho, artista torinese, classe 1984, dove il protagonista è il rapporto tra uomo-animale e natura, il conformismo della società contemporanea e l’assenza di pensiero critico. Anche Franco Fasoli, artista argentino di origine italiana, ha terminato la sua opera narrando le contraddizioni della società argentina attraverso simbolici riferimenti all’attuale situazione politica.

Dal 25 al 30 settembre, invece, sarà Joys & Orion ad arricchire il paese con un nuovo murales che sarà realizzato presso l’Officina De Marchi di Via Montello.

Murales EricailCane

Fonte: Ufficio Stampa

Murales realizzato da EricailCane a Vallà

La storia del progetto The Wallà

Nato nel maggio del 2021, The Wallà rappresenta un progetto molto interessante dedicato alla rigenerazione urbana creato dall’associazione di promozione sociale “Collettivo BocaVerta APS”, in collaborazione con il Comune di Riese Pio X e con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Treviso. Il nome è un gioco di parole che unisce il termine inglese wall (muro) con Vallà, ossia il paese in cui tutto questo ha inizio.

L’obiettivo del progetto è quello di riqualificare gli spazi pubblici attraverso il linguaggio potente della street art, creando allo stesso tempo opportunità culturali ed economiche per il territorio. Sono 17 le opere che valorizzano sia edifici pubblici che privati dando vita a un vero e proprio museo permanente a cielo aperto. Ogni opera, in media, supera i 60 metri quadri e si stima che, ad oggi, siano stati riqualificati oltre mille metri quadri di pareti.