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Il sentiero che attraversa una piccola e meravigliosa piscina naturale

Una piccola piscina naturale è la meravigliosa sorpresa che attende chi attraversa questo bellissimo sentiero di montagna. Il luogo ideale per chi ama le gite all’aria aperta, anche in famiglia, dove poter fare una sosta ristoratrice e rilassarsi su spiaggette di sassi rinfrescandosi, d’estate, con le acque gelide delle sorgenti montane e divertirsi sugli scivoli naturali.

Questo piccolo paradiso si trova in provincia di Lecco. Si tratta delle Pozze di Erve, alimentate dal torrente Gallavesa. Ce ne sono di piccole e di grandi e sono un angolo incantato della Lombardia che pochi conoscono.

Le pozze di Erve

Per raggiungerle si deve arrivare nel Comune di Calolziocorte, nella Valle San Martino, a cavallo tra le province di Lecco e di Bergamo. Da qui si imbocca il sentiero che, almeno all’inizio, è piuttosto ripido e non semplice, ma si tratta solo di un breve tratto, poi il sentiero è assolutamente praticabile.

Le prime pozze che s’incontrano lungo il sentiero sono poco profonde e sono quindi perfette per le famiglie con bambini (si può percorrere anche con il passeggino). Chi cerca percorsi più impegnativi e dove trovare anche meno folla deve proseguire lungo l’itinerario, attraversando boschi e radure.

Un paradiso naturale

È più avanti, infatti, che si trovano le pozze più profonde, vere e proprie piscine naturali scavate nella roccia dalle acque trasparenti. Qui, il paesaggio bucolico è una cartolina vivente.

Volendo cercare un’area ancor più isolata e silenziosa, si può proseguire fino a raggiungere dapprima la località Gnett (a circa 600 metri di quota), dove si apre un verdissimo scorcio sul Resegone e poi, attraversando il torrente sul Ponte del bruco costruito dagli alpini, la sorgente San Carlo che si trova a 750 metri di altitudine.

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Le Pozze di Erve, una piscina naturale

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In cammino seguendo le tracce dei lupi

“Un trekking lungo per conoscere: i luoghi che attraverseremo, gli uomini dei borghi ammirati, il lupo che avremo accanto”. Si presenta così la Via dei Lupi, affascinante cammino di conoscenza di questo splendido animale che porta alla scoperta della natura dell’Appennino centrale e dei tesori che custodisce. Un percorso ricco di suggestioni che si snoda da Tivoli fino a Civitella Alfedena, attraversando quattro aree protette in 14 tappe per una lunghezza complessiva di 210 chilometri.

La finalità di questo magico percorso è quella di promuovere il ritorno allo stato selvatico e naturale di alcune aree, attraverso politiche mirate alla salvaguardia del territorio e alla conservazione del  lupo appenninico, nonché alla promozione della biodiversità e di uno sviluppo locale sostenibile. Vivere, quindi, l’esperienza di un turismo slow, ecologico e consapevole, seguendo le tracce di questi meravigliosi predatori.

Come prepararsi per la nuova Via dei Lupi

Ideata alla fine degli anni Novanta, la Via dei Lupi è promossa da un’organizzazione no-profit sostenuta dalle Aree Protette attraversate, da una Associazione Culturale, una Rete di Imprese Turistiche, un Dipartimento di una Università, una sezione CAI e i Volontari del Servizio Civile Universale che hanno unito le forze per rilanciare, sostenere, occuparsi e promuovere il percorso modificato di recente, così da raggiungere un totale di 14 tappe.

Tra le principali novità c’è l’inserimento del sentiero ad anello all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in 5 tappe. Con questo trekking si esplorano, in diverse giornate, ben 4 Aree Protette Regionali che tutelano il pre-Appennino e l’Appennino Laziale ed Abruzzese, giungendo a uno dei più antichi Parchi nazionali d’Italia.

Cosa serve, dunque, per immergersi in questa avventura? A rispondere sono gli organizzatori che, sul sito, ricordano che oltre a un buona preparazione fisica e mentale e un equipaggiamento idoneo alle escursioni in montagna, è fondamentale avere con sé alcuni strumenti utili. Si tratta di: una cartografia escursionistica dei luoghi attraversati, una bussola, una lampada e/o frontale con batterie di ricambio, un fischietto, un’applicazione con cui poter leggere sui propri smartphone i percorsi georiferiti(scaricabili dal sito), o in alternativa uno strumento di rilevazione satellitare GPS.

Parco Regionale Monti Simbruini

Il suggestivo Parco Regionale Monti Simbruini

Le principali tappe della Via dei Lupi

La lunga avventura sulle tracce dei lupi parte da Tivoli, custode di ville Patrimonio UNESCO. Questa prima tappa, dolce e non molto impegnativa, si sviluppa per buona parte lungo il crinale della Riserva di Monte Catillo, attraversando la singolare Sughereta di Sirividola, e toccando diverse cime.

La seconda tappa attraversa una delle aree più belle e visitate del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili. Qui si può scegliere tra due sentieri: uno impegnativo e piuttosto lungo porta sulla vetta di Monte Gennaro, mentre l’altro, più breve, porta a scoprire i resti della Villa di Orazio, nel borgo di Licenza.

Il cammino prosegue portando alla scoperta di buona parte del versante orientale del Parco dei Monti Lucretili, con l’incantevole Laghetto del Fraturno, e da qui fino a Riofreddo, al confine tra Lazio e Abruzzo. Con la quarta tappa si attraversa su di un fianco il Monte San Fabrizio, per poi ammirare l’estesa Piana dei Cavalieri con i suoi innumerevoli paesi. Alternando radure e faggete, si entra nel territorio del Parco Regionale dei Monti Simbruini per arrivare a Cervara di Roma, il borgo che sembra nato dalla tela di un artista, dove si può visitare l’area faunistica del cervo.

Proseguendo, si passa su un antico tratturu, fino al Piano di Camposecco. Da lì, tra verdi pascoli e un belvedere panoramico, si arriva nella frazione di Livata. Inizia, quindi, la sesta tappa, nell’insieme breve e con un dislivello principalmente in discesa, che lambisce delle aree del Parco dei Monti Simbruini di estrema suggestione, come la Piana di Fondi e le faggete circostanti, e la Piana di Frassigno e i suoi boschi misti di querce, frassini e carpini.

La settima tappa conduce, invece, al borgo di Trevi, con la sua bella Torre Caetani, mentre con l’ottava lasciamo il Lazio per andare ad esplorare le perle naturalistiche i borghi dell’Abruzzo. Questo sentiero è il più lungo e impegnativo dell’intera Via dei Lupi, e permette di entrare e attraversare buona parte della Riserva naturale di Zompo lo Schioppo, che prende il nome dalla cascata naturale più alta dell’Appennino centrale, dopo quella del Rio Verde di Borrello.

La Riserva naturale di Zompo lo Schioppo

Si giunge, quindi, a Civita d’Antino, dove, abbandonato il fondovalle, si possono ammirare gli antichi ruderi di Morino Vecchio. Il percorso conduce nel bosco, attraversando la strada che risale l’ampio versante della catena spartiacque tra la Val Roveto e la Valle di Collelongo e Villavallelonga, nell’area della Marsica, e regalando emozioni a ogni scorcio.

Con la tappa numero 10 si entra, infine, nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove lungo il sentiero si affaccia sui bellissimi Prati d’Angro e sull’ampia conca della Val di Sangro, cuore del Parco, che ospita lil grazioso borgo di Pescasseroli. Circondato da montagne e boschi centenari di faggi, pini, abeti, aceri e querce, il rinomato paese abruzzese sorge in una delle zone montane più suggestive d’Italia, per la selvaggia bellezza paesaggistica e per la straordinaria varietà della flora e della fauna.

Una volta giunti qui, si può scegliere se proseguire per una delle nuove tappe del percorso ad anello proposto per la Via dei Lupi, e quindi concludere il trekking sul ramo orientale, arrivando così al piccolo borgo antico di Civitella Alfedena, un vero e proprio gioiello architettonico arroccato a 1123 metri d’altitudine nel cuore dei Monti Marsicani. Qui, negli anni ’70 del secolo scorso, fu costruita una delle prime Aree Faunistiche che ospitò il lupo.

In alternativa, si può optare per attraversare e conoscere tante altre zone del Parco Nazionale, scegliendo la tappa che conduce al borgo di San Donato Val di Comino, nel versante laziale del Parco, e proseguendo per il ramo sud fino al Santuario di Madonna di Canneto, interamente immerso nel bosco. A questo punto, si può optare per la tappa molto lunga del ramo est, che offre una incredibile varietà di panorami e ambienti naturali, conducendo nella meravigliosa Valle Iannanghera e nella tappa finale di Civitella Alfedena. Oppure, si può raggiungere il borgo dagli altrettanto emozionanti sentieri che si sviluppano dal Rifugio e Passo di Forca Resuni. Insomma, qualunque sia il sentiero che deciderete di percorrere, preparatevi a fare il pieno di emozioni senza fine.

Civitella Alfedena, il borgo dei lupi

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Trekking in sicurezza: le regole più importanti

Scoprire il mondo camminando è un’emozione che, di certo, non passa indifferente. Esplorare, conoscere e fare proprie le sfaccettature dei luoghi che si visitano passo dopo passo è uno dei modi di viaggiare che è più in voga. Ma come fare trakking in sicurezza? Ecco a voi una piccola guida con le regole essenziali da seguire.

Le regole principali per fare trekking in sicurezza

La prima cosa da fare per incamminarsi senza avere troppe preoccupazioni è pianificare attentamente l’itinerario che si vuole intraprendere. Che sia un percorso da seguire in montagna o in altre meraviglie della natura, il rischio zero non esiste. È fondamentale, quindi, definire per bene il percorso da seguire controllandone i sentieri, compresa l’individuazione dei primi punti di sosta e la presenza o meno di precise indicazioni. Importante rendersi conto anche di quanti sono i chilometri da fare, l’eventuale presenza di animali selvatici, piante velenose locali e così via.

Da non sottovalutare per nessuna ragione al mondo è il meteo che potrebbe esserci il giorno in cui vi metterete in cammino. In montagna, soprattutto, questo cambia molto più rapidamente che altrove. Le previsioni a tal proposito non sono mai corrette al 100%, ma fortunatamente oggigiorno ci sono molti  siti che offrono previsioni alle volte anche piuttosto dettagliate e curate. Controllare il meteo si rivela fondamentale anche per capire quale attrezzatura e abbigliamento è necessario portare.

Sì, perché un altro aspetto da prendere in considerazione quando si fa trekking è ciò che bisogna portare con sé. Bisogna avere, quindi, il giusto equipaggiamento come attrezzatura e vestiario, elementi che non possono prescindere l’uno dall’altro. Prima di uscire in escursione è importante, pertanto, accertarsi di avere tutto quello che serve per poter svolgere l’attività prevista e non solo.

Monte Lussari cammino

Un tratto del Cammino Celeste

È buona norma, inoltre, avere del materiale in più per affrontare eventuali situazioni impreviste che si potrebbero verificare. Ad ogni modo, è fondamentale avere sempre con voi quanto segue:

  • zaino;
  • borraccia d’acqua;
  • viveri;
  • kit di primo soccorso;
  • scaponcini da trekking;
  • pantaloni lunghi;
  • maglietta a maniche corte;
  • giacca a vento.

Nonostante i notevoli miglioramenti della tecnologia, il solo navigatore del telefono non basta: internet potrebbe non funzionare ovunque, ma non è solo questo il problema. Anche in caso di mappe offline il dispositivo potrebbe spegnersi per qualsiasi ragione. È quindi buona norma portare con sé una mappa cartacea della zona che si va a esplorare. In questa, inoltre, conviene sempre segnare il sentiero da seguire o appuntare altre informazioni importanti.

Infine, ma di certo le regole da seguire per fare trekking in sicurezza non sono finite qui, vi consigliamo di avventurarvi di giorno poiché è molto meno pericoloso di farlo in oscurità e, soprattutto, è sempre meglio avvisare qualcuno del percorso che andrete a percorrere.  Conviene sempre dare il numero maggiore di informazioni possibili a familiari e/o ad amici che restano a casa. In caso di problemi, potrebbero essere loro stessi ad allertare i soccorsi nel caso di un mancato rientro.

I migliori cammini da fare in Italia

L’Italia è ricca di cammini e percorsi di trekking interessanti che conducono a scoprire angoli del nostro Paese autentici e dove la natura è al massimo del suo splendore.

Al Nord, per esempio, poteste fare il Cammino Celeste in Friuli-Venezia Giulia, un sentiero lungo circa 200 km che passa per strade sterrate e sentieri di montagna, fino a raggiungere il faibesco monastero sul Monte Lussari, a 1790 m s.l.m.

Al Centro, invece, da non perdere è il Cammino di San Benedetto che attraversa il cuore dell’Italia: partendo dall’Umbria, percorre la fascia interna del Lazio, per giungere a Montecassino, al confine con la Campania. 300 chilometri da Norcia, alle propaggini dei Monti Sibillini, a Subiaco, nell’alta valle dell’Aniene, fino a Cassino, nella valle del Liri.

Per chi vuole scoprire il Sud della Penisola a piedi, consigliamo il Tratturo Magno che con ben 224 chilometri. Porta da L’Aquila arriva a Foggia facendo un vero e proprio viaggio nella storia e nella natura incontaminata. Il cammino si snoda tra Abruzzo e Puglia passando per il Molise.

Tratturo Magno cammino

Un tratto del Tratturo Magno

Nelle Isole, infine, da non perdere è il Cammino delle 100 Torri in Sardegna, uno degli itinerari più spettacolari e panoramici della regione che attraversa spiagge dune, chiese, fari e luoghi inaccessibili.

I cammini migliori da fare nel mondo

Per chi invece vuole avventurarsi a piedi alla scoperta dell’estero c’è ancora più scelta. Da non perdere è certamente il Cammino di Santiago di Compostela, forse il pellegrinaggio più famoso del pianeta che è un insieme di percorsi interamente tracciati. Il più frequentato è il cosiddetto Cammino Francese, un tragitto lungo circa 800 km e percorribile in approssimativamente un mese.

Meraviglioso anche il Great Himalaya Trail che porta a scoprire quella che possiamo definire la montagna più bella del mondo. Certo, è lungo e impegnativo, ma alla fine vi farà giungere in quello che è il tetto della Terra. Villaggi sperduti, scenari montani mai visti prima, l’aria rarefatta e cieli trasparenti renderanno il tutto un’esperienza davvero unica.

Da fare almeno una volta nella vita anche il Cammino Inca, un sentiero che ha più di 500 anni e che porta a Machu Picchu. Ma non solo, questo si snoda dalla Colombia meridionale al Cile centrale passando per le città di Quito in Ecuador, Cajamarca, Huanuco, Jauja, Huamanga, Cusco e Puno; La Paz e Cochabamba in Bolivia.

sentiero Inca

Un tratto del Cammino Inca

Chi volesse scoprire l’Australia a piedi potrebbe avventurarsi nella Great Ocean Walk, una delle strade più panoramiche che esistano al mondo.  Lungo il tragitto che attraversa il Great Otway National Park è possibile entrare in contatto con tantissimi animali locali, dal koala alle balene, dal wallaby (il canguro piccolo) alle tantissime specie di uccelli.

Infine, per chi volesse camminare in Africa, da non perdere è il trekking sul Kilimanjaro dove esistono sei itinerari principali che consentono di raggiungere la vetta più alta del continente africano. Su tutti vi consigliamo il Marangu Route, ossia il tragitto più “trafficato” poiché rappresenta il sentiero più breve e quindi meno faticoso per raggiungere il Tetto d’Africa. Ma non solo. Questo è anche l’unico che offre qualche piccolo confort con i cosiddetti rifugi con piccole capanne con letti, materassi, cuscini e punti ristoro.

In 6 giorni potrete attraversare la foresta pluviale, la brughiera e il deserto alpino.

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Fare trekking, consigli utili

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Trekking tra le stelle in un magico luogo d’Italia

Paesaggi da fiaba, soffici distese innevate, cime maestose, e cieli stellati più che mai. In Val di Sole, ogni stagione offre avventure speciali: dalle piste da sci in inverno, alle camminate in mezzo alla natura rigogliosa, d’estate, in questa valle trentina c’è sempre qualcosa da fare per divertirsi e scoprire bellezze e paesaggi. Un primato, su tutti, la  Val di Sole ce l’ha: qui ci sono i cieli più belli d’Italia, senza alcun tipo di inquinamento luminoso. Da qui l’idea di invitare turisti ed appassionati di camminata, a vivere magiche notti di astrotrekking, ossia una passeggiata in notturna, in mezzo a boschi e su sentieri, ammirando i corpi celesti.

Astrotrekking in Val di Sole

Se esiste un luogo in cui le stelle si vedono ad occhio nudo, senza neppure il bisogno di sofisticati telescopi o punti di osservazione, questo è la la Val di Sole, in Trentino. Qui, come confermato dagli amanti dell’astro-turismo, esistono i cieli più belli d’Italia dove osservare le stelle e la Via Lattea. Ad Ossana, in special modo, in ogn stagione vengono organizzati diversi astrotrekking: abbigliamento comodo, scarponcini da trekking (nella stagione invernale meglio indossare scarponi da neve), racchette (ma non è obbligatorio) e si cammina con il naso all’insù per ammirare i corpi celesti, luminosissimi, che appariranno come per magia. L’esperienza inizia ovviamente all’imbrunire, circondati da boschi e montagne illuminate di bagliori iridescenti. Il silenzio e il contatto con la natura faranno il resto.

Non solo ad occhio nudo si potranno ammirare le stelle, ma durante il percorso si approfondiranno le visite con l’ausilio di telescopi e laser che daranno la possibilità di toccare quasi con mano la via Lattea. Un affascinante percorso in cui guide esperte ed astronomi sveleranno i segreti di pianeti, costellazioni e corpi celesti. Le escursioni di astrotreking sono semplici e non richiedono particolare preparazione atletica, quindi adatte a tutta la famiglia.

Ossana: il borgo con il cielo più stellato d’Italia

Non è un caso se la Val di Sole è la patria dell’astro-turismo. Il Comune di Ossana, in provincia di Trento, infatti, è stata certificata come meta, fra I “Cieli più belli d’Italia” , titolo che viene riservato ai quei luoghi ideale in cui ammirare costellazioni e Via Lattea. La vista, qui, tra le Dolomiti del Brenta, circondati dalla Val di Peio, Vermiglio e il Passo del Tonale, è davvero unica. La Certificazione “I cieli più belli d’Italia” è la prima certificazione italiana, ideata da Astronomitaly per valorizzare i luoghi che mirano a diventare destinazioni d’eccellenza per l’ astro-turismo  attraverso servizi e l’impegno a tutelare il patrimonio celeste.

Ad Ossana, borgo antico dominato dal suo castello che svetta alle pendici del Gruppo della Presanella, d’estate e d’inverno ci sono molte possibilità di divertimento e relax, tra passeggiate , escursioni ed antiche tradizioni locali tutte da scoprire. Buon gusto, sagre, hotel con spa, sport outdoor e, appunto, cieli immensi. Il merito di questo cielo così splendente e bello, è dell’assenza totale di inquinamento luminoso che caratterizza questa valle incontaminata, meta sempre più ambita dai turisti.

Ossana

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Il trekking più mozzafiato d’Italia (con altalena panoramica)

Un piccolo Comune della provincia di Como è diventato uno degli angoli più belli d’Italia, da dove godere di un panorama mozzafiato che dà direttamente sul lago. Siamo a Gera Lario, al confine tra la Provincia di Como e la Provincia di Sondrio, sulla punta estrema del lago di Como. Lontano, quindi, da quei borghi così famosi, come Bellagio, Varenna, Tremezzo, Laglio divenuti ormai famosi in tutto il mondo.

Se non la si conosce o se nessuno ce la racconta, difficilmente verrà in mente di andare alla scoperta di questa zona meno nota di uno dei laghi più amati e visitati al mondo.

Da qui, parte un itinerario di trekking – non troppo difficile -, che porta fin sul Monte Berlinghera. A 1.930 metri di quota, questo monte è considerato uno dei balconi panoramici più belli che esistano nel nostro Paese.

Il sentiero si svolge lungo sterrati e mulattiere, attraversa boschi di querce, abeti e faggi e altipiani, incrocia piccole pievi e baite con vista sul lago di Como. Lo possono percorrere anche i bambini.

Il trekking del Monte Berlinghera

Lungo tutto il percorso, che dura circa due ore, con un dislivello di circa 700 metri, il paesaggio regala paesaggi bellissimi e tante emozioni. Come quando si giunge alle baite di pietra, dove il tempo sembra essersi fermato. Qui si possono ammirare da una parte l’Alpe di Mezzo (a 1540 metri) e dall’altra l’Alpe Pescedo (1560 metri).

L’altalena gigante vista lago

Seguendo le indicazioni verso Bocchetta di Chiaro, ci s’imbatte in uno degli scorci più belli di questo trekking. A più di 1.600 metri è stata posizionata un’altalena panoramica gigantesca fatta di legno che farà la gioia dei bambini, ma anche dei grandi. Dondolarsi, qui, è come gettarsi nelle acque del lago sottostante.

Il panorama dei due laghi

Una volta giunti in cima al Monte Berlighera, una vetta delle Alpi Lepontine, dove sono visibili i resti di una cappella dedicata agli alpini, oltre alla spettacolare vista del Lario ci sarà un’altra sorpresa: si scorgerà anche il piccolo lago di Mezzola, con le sue acque color smeraldo, che si trova più a Nord del lago di Como, dal quale è separato dall’ultimo tratto del fiume Mera (che alimenta, in parte, il lago di Como).

Tutt’intorno le montagne: la Valchiavenna ovvero il cuore verde della Lombardia, il Pian di Spagna, il maestoso Monte Legnone che, con i suoi 2.609 metri, è la cima più alta della provincia di Lecco e del settore più occidentale delle Alpi Orobie, e tutte le vette che fanno da corona al lago di Como.

Come arrivare

Si può arrivare fino a un certo punto in auto. Poi si prosegue a piedi. Si lascia l’auto a San Bartolomeo, dopo aver percorso la strada statale 340 fino a Gera Lario; una volta giunti all’altezza del ponte sul torrente San Vincenzo, si seguono le indicazioni per Bugiallo. Dopo circa 3 km in salita, a un bivio bisogna girare a destra e continuare sulla strada stretta ma asfaltata che porta fino a San Bartolomeo (da Gera Lario sono circa 12 km), dove si trova l’omonima chiesa e dove di deve parcheggiare.

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Panorama del lago di Como e del lago di Mezzola dal Monte Berlinghera

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Lungo il Sentiero dei Ducati, un cammino storico

Nulla è più affascinante di un lungo cammino in mezzo alla natura, soprattutto se questo ci conduce alla scoperta di così tanti paesaggi diversi. Il Sentiero dei Ducati garantisce proprio un’esperienza unica: dalle immense distese pianeggianti ai boschi rigogliosi, dalle imponenti vette appenniniche all’incantevole azzurro del mare. Tutto contribuisce a regalare una visione che resterà per sempre indimenticabile.

Il Sentiero dei Ducati, tra storia e natura

È un vero e proprio tuffo nella storia, quello che il Sentiero dei Ducati ci propone. A partire dal suo stesso nome, che fa riferimento agli antichi confini tra il Ducato Estense di Modena e Reggio Emilia e quello di Parma e Piacenza – senza contare, poi, quelli della Toscana. Le terre in questione divennero d’importanza vitale già nel Medioevo, e più avanti ancora con la formazione del Regno d’Italia. Tuttavia, le origini di questo cammino affondano molto più indietro nel tempo: snodandosi lungo le direttrici che percorrono le ampie vallate dei fiumi Enza e Magra, permetteva a soldati e mercanti di affrontare il percorso che univa il mar Tirreno alla Pianura Padana – e da qui proseguire fino al mar Adriatico.

Numerosissime sono le testimonianze che raccontano la longeva storia del Sentiero dei Ducati. Una delle più suggestive è il sito protostorico del Monte Lulseto, con la sua misteriosa pietra ricca di incisioni rupestri che potrebbe ricordare il culto della fertilità e della Madre Terra. Sempre qui sono state rinvenute moltissime statue stele della Lunigiana, oggi custodite nel Museo Archeologico di Pontremoli: queste sculture simboleggiano il megalitismo dell’età del ferro e di quella del bronzo, come un viaggio nel tempo. Ma non c’è bisogno di tornare così lontano per vivere l’atmosfera magica di questi luoghi. Basta passeggiare tra le viuzze dei suoi antichi borghi.

I borghi del Sentiero dei Ducati

Lungo i quasi 160 km su cui si snoda il cammino, si possono trovare tanti paesini che racchiudono l’anima di un passato che qui ancora vive. Uno di essi è Canossa, che sorge ai piedi di uno sperone roccioso da cui si ergono le rovine dell’omonimo castello. Quest’ultimo, edificato a cavallo tra il X e l’XI secolo, era una delle roccaforti più importanti del luogo. Oggi è un bellissimo punto panoramico, da cui ammirare l’intera vallata e il profilo degli Appennini in lontananza. E ancora, il borgo di Succiso, una delle perle della Valle dei Cavalieri: il suo centro storico è stato distrutto da una frana, e i suoi abitanti si sono spostati solo poco più a nord.

Al confine tra Emilia Romagna e Toscana, ecco spuntare la bellezza imponente degli Appennini. Per affrontare questo tratto di percorso, si attraversa il Passo del Lagastrello, dove si trova anche il suggestivo Lago Paduli. Le montagne lasciano via via spazio ai vigneti della Lunigiana, per poi trasformarsi in boschi lussureggianti che impreziosiscono il panorama delle Alpi Apuane. Il Sentiero dei Ducati termina nei pressi di Luni, antichissimo porto romano su Tirreno, che rappresenta oggi il borgo ligure più a sud sul territorio regionale. Qui ha sede un importante Museo Archeologico, che ripercorre le tappe principali della storia di questo paese. E la sua bellezza più rara è l’anfiteatro romano, un’opera preziosissima che lascia senza fiato.

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Antico e sacro: riapre il sentiero più bello del mondo

C’è un luogo che incanta e affascina come poche altre cose al mondo. Stiamo parlando del Bhutan, il regno buddista sull’Himalaya orientale, il Paese della felicità, quello dei monasteri, delle fortezze e della spiritualità. Il luogo dove è possibile contemplare la natura che regna sovrana dai templi a strapiombo sulle montagne e dalle cime del più imponente sistema montuoso del mondo che abitiamo.

Lo stesso luogo che conosciamo anche come Terra del Drago del Tuono, quello che ospita uno dei sentieri più antichi, sacri e meravigliosi del nostro pianeta: il Trans Bhutan Trail.

Trans Bhutan Trail: la riapertura dell’antico sentiero

Sono passati 60 anni dall’ultima volta che questo percorso è stato attraversato e ora, finalmente, il Trans Bhutan Trail sarà restituito ai cittadini del mondo. Dopo due anni di ristrutturazione, infatti, lo storico itinerario che collega nove distretti, 28 governi locali, due comuni, un parco nazionale e 400 siti di interesse storico e culturale, sarà riaperto.

Il Trans Bhutan Trail, sacro e antico, si snoda per un percorso di circa 403 chilometri e attraversa i luoghi iconici, spirituali e straordinari del Paese, tra cui anche le montagne dell’Himalaya e i suggestivi templi buddisti. L’inaugurazione del sentiero avverrà a marzo mentre l’accesso a cittadini e viaggiatori internazionali sarò garantito, probabilmente, entro il mese di aprile.

L’avventura potrà essere condotta a piedi o in bicicletta e regalerà una delle esperienze più mistiche e suggestive di sempre. Un sogno che si avvera, questo, che permette a cittadini, viaggiatori e pellegrini di toccare con mano l’anima più autentica e affascinante di Bhutan.

La ristrutturazione, curata dalla fondazione Bhutan Canada e con il supporto del Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, ha permesso di riaprire una porta sul passato glorioso del Paese. Il Trans Bhutan Trail, infatti, è stato per secoli un vero e proprio punto di riferimento, la via dei pellegrinaggi buddisti, poi caduta in disuso negli anni ’60 con la costruzione di nuove strade e quartieri.

Trans Bhutan Trail: scoprire le meraviglie del Paese

18 ponti principali e 10000 gradini, e poi ancora il parco nazionale e luoghi intrisi di fascino, mistero, storia e cultura. Da Haa, vicino al confine con il Tibet, fino a Trashigang, che invece confina con lo stato indiano dell’Arunachal Pradesh.

Per compiere il sentiero per intero ci vuole almeno un mese, ma sarà fornito anche l’accesso a percorsi più brevi, così da permettere ai viaggiatori di fare escursioni dalla durata di 3 o 4 giorni, oppure una settimana. Lungo la strada poi, ci saranno campeggi, alberghi e famiglie pronte a ospitare i viandanti.

Trans Bhutan Trail: informazioni utili

L’inaugurazione del Trans Bhutan Trail è prevista in primavera, e potrebbe coincidere con la riapertura totale o parziale del Paese nei confronti del turismo. Tuttavia, lista la situazione in continuo mutamento, l’invito è quello di verificare le notizie in tempo reale connettendovi ai siti istituzionali dei Paesi di destinazione e a quello del Ministero degli Esteri prima di organizzare un viaggio.

Quello che sappiamo per certo, invece, è che il Bhutan ha messo a punto una strategia per combattere l’overtourism e proteggere le meraviglie della sua terra. I turisti americani, infatti, devono pagare una tassa di 250 dollari al giorno per un viaggio organizzato.

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Il sentiero dell’infinito, il trekking mozzafiato della Liguria

La Liguria, oltre al mare e alle spiagge, può essere visitata anche a piedi, attraversando bellezze naturali sorprendenti, con viste e panorami che lasciano senza fiato. Il Sentiero l’Infinito è uno dei percorsi più belli che, in soli 14 chilometri, collega Porto Venere con Riomaggiore, gioiello delle Cinque Terre, passando tra terrazze coltivate, il Parco Nazionale delle Cinque Terre e il santuario di Nostra Madonna di Montenero. Da qui si possono vedere, dall’alto, anche le tre isole di Palmaria, Tino e Tinetto: una vera meraviglia.

Il cammino, in buona parte a picco sul mare, è uno dei più affascinanti d’Italia. Qualcuno è convinto che sia anche uno dei più belli al mondo. E come dargli torto. Il sentiero ripercorre antichi tratti senza tempo, motivo per cui gli è stato dato il nome di “Sentiero dell’Infinito”.

L’itinerario pittoresco

Il sentiero s’immerge nella macchia mediterranea, tra boschi, terrazzamenti, ulivi e vigneti, senza perdere mai di vista il mare che gli fa da sfondo. E poi ci sono i borghi, dalle case color pastello, cartoline di un’Italia talmente pittoresca da avere ispirato in passato scrittori e oggi anche registi, come il recente film d’animazione “Luca” targato Disney-Pixar.

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Lungo il Sentiero dell’Infinito della Liguria

La maggior parte del sentiero è in salita ed è facilmente percorribile in quanto è interamente segnato dai colori rosso-bianco del CAI. Lo si può percorrere tutto l’anno in quanto è aperto a tutti ed è gratuito. il dislivello tra su e giù è di circa mille metri, pertanto bisogna contare una giornata di cammino per percorrerlo tutto.

I borghi lungo il Sentiero dell’Infinito

Tra i paesi attraversati dal Sentiero dell’Infinito oltre a Riomaggiore, che è il punto di partenza (o di arrivo, a seconda della direzione che scegliete), ci sono anche Monesteroli e Campiglia, dove ci si può fermare per una sosta.

Monesteroli è uno degli angoli più incredibili della Liguria. Un luogo dimenticato dal tempo e che pochissimi conoscono. Gli abitanti della zona che hanno costituito un comitato lo hanno candidato tra “I Luoghi del Cuore” del FAI. Si raggiunge attraverso una scalinata di quasi duemila gradini che scendono dalla collina, passando tra boschi e vigneti per poi aprirsi in una discesa mozzafiato. Un borgo unico al mondo che domina il mare azzurro, ai confini tra realtà e fantasia. Il borgo conta pochissime case, molte delle quali abbandonate. Un tempo erano delle cantine, nelle quali si vinificava l’uva. Oggi, alcune di esse sono state lasciate così com’erano, mentre altre sono state trasformate in deliziose case di villeggiatura (leggi l’articolo di approfondimento a questo link).

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Il borgo di Monesteroli in Liguria

Entrata nel 2021 nell’associazione dei Borghi più belli d’Italia, Campiglia Marittima sorge su un colle in Val di Cornia, rivolto verso il Mar Tirreno e la campagna. La sua storia è segnata dalla presenza di giacimenti minerari dai quali, a partire dagli Etruschi, vennero estratti minerali e metalli. Affascinante è la Rocca che domina il paese, eretta nel X secolo e ampliata nel corso degli anni. Oggi ospita un museo.

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Il borgo di Campiglia Marittima in Liguria

Uno scenario assolutamente imperdibile di Riomaggiore è quello che regala il suo bel porticciolo. Di giorno sembra una fiaba tra i colori delle barche tipiche e delle acque cristalline, al tramonto diventa un sogno e la sera, quando si accendono le luci, si trasforma in una piccola bomboniera.

Il paese di Porto Venere, infine, sorge all’estremità meridionale di una penisola che, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della Riviera Ligure di Levante, va a formare la sponda occidentale del Golfo di La Spezia, detto anche “Golfo dei Poeti”.

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Riomaggiore alle Cinque Terre

Scorci pittoreschi

Lungo il sentiero s’incontrano alcuni punti davvero unici. Uno fra tutti, appena saliti da Riomaggiore, è il Santuario della Madonna di Montenero, da dove si possono ammirare le isole di Palmaria, Tino e Tinetto. Proseguendo, si raggiunge il Colle del Telegrafo. Siamo a poco più di 500 metri sul livello del mare. Il tratto che va da Campiglia a Porto Venere è forse il più bello: da una cresta si può ammirare il Mar Ligure da una parte e il Golfo di La Spezia dall’altro. Da qui si scorgono persino le Alpi Apuane.

Palmaria, rinasce l'isola gioiello della Liguria

Palmaria, l’isola gioiello della Liguria