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I laghi dell’Emilia: un’idea per vacanze ed escursioni tra panorami mozzafiato

In Emilia, la Terra dello Slow Mix tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, le cime dell’Appennino Tosco – Emiliano svelano gioielli acquatici incastonati tra paesaggi mozzafiato ad alta quota, spesso nei pressi di bellissimi rifugi di montagna, dove non serve assolutamente l’aria condizionata e le giornate trascorrono piacevoli tra passeggiate nelle foreste, itinerari e trekking spettacolari, circhi glaciali, torbiere, praterie e meravigliosi laghi.

Ecco allora qualche stuzzicante e rigenerante idea su dove andare per chi resta in città durante l’estate o per rendere più dolce il rientro dalle vacanze.

Lago Calamone, un brillante gioiello

Per cominciare, il giusto refrigerio è assicurato a oltre 1300 metri di altitudine, ai piedi del Monte Ventasso, dove il Lago Calamone brilla nella regione di Ventasso Laghi, molto apprezzata dagli amanti del trekking che qui scoprono i magnifici sentieri dell’Appennino Reggiano e possono ammirare i cavalli pascolare in libertà.

Nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e all’interno della Riserva MaB Unesco, nota per la sua ricca biodiversità, lo specchio lacustre incanta con il suo fascino indiscusso e l’ambiente montano dove spiccano rarità botaniche oltre a una varietà di alberi tra cui faggi secolari, querce, castagni, abeti bianchi, tigli e aceri.

E per rigenerare il palato, sulle rive del lago, il Rifugio Venusta è il luogo ideale per assaporare specialità locali, a base di ricette tramandate da generazioni, godendosi un paesaggio straordinario.

Tutto il fascino dei laghi cerretani

Paesaggi montuosi da togliere il fiato, ma dove il respiro si riempie dei profumi e delle essenze dell’Appennino e il caldo è un lontano ricordo, si svelano al Lago del Cerreto, di origine glaciale. È
all’interno di un’importante stazione turistica dell’Appennino Reggiano, densa di ristoranti e alberghi e meta di escursioni in mountain bike ed e-bike, ma anche di trekking e camminate.

Il sistema dei laghi cerretani è composto da altri tre bellissimi specchi d’acqua raggiungibili da facili sentieri: il Lago Gore, il Lago Scuro e il Lago Pranda, il più grande ed evocativo da un punto di vista paesaggistico.

Per una pausa lungo gli itinerari ci si può fermare in una delle aree attrezzate per un picnic oppure organizzare una gustosa grigliata in famiglia o con gli amici approfittando delle zone barbecue attorno al lago, fruibili gratuitamente. Ai Laghi Cerretani è anche possibile dedicarsi alla pesca sportiva, in particolare alla trota e luccio. Attorno al Lago Pranda si trovano ampie piazzole che permettono di pescare in tutta comodità.

Gli amanti delle escursioni possono invece raggiungere i Prati di Sara, il Lago del Caricatore, il Lago del Capriolo e il Lago della Bargetana, che si trova nella conca del Monte Prado e offre una vista imperdibile sul Monte Cusna. Da qui si può arrivare all’Alta Via dei Parchi: un emozionante percorso di 500 chilometri che si snoda tra Emilia-Romagna, Toscana e Marche.

Il paradiso del Parco dei Cento Laghi

Lagdei (PR)

Fonte: Credit Rifugio Lagdei – Foto di Massimo Calzamiglia

Rifugio Lagdei (PR)

Nel Parmense il fresco non manca al Parco dei Cento Laghi, un vero paradiso per gli appassionati di trekking e paesaggi lacustri, ma anche di bicicletta. La nuova Cento Laghi Bike è un percorso cicloturistico entusiasmante, che inizia a Lagdei, nel comune di Corniglio, e arriva a Prato Spilla, nel comune di Monchio delle Corti, scovando laghi molto suggestivi, di cui circa 20 di origine glaciale.

Dal grande Lago Santo, il più vasto lago glaciale dell’Appennino Tosco-Emiliano al pittoresco Lago del Bicchiere, dalle vaste aree dei Lagoni ai tranquilli riflessi dei Laghi del Sillara, dal Lago Ballano al Lago Verde e molti altri, l’area protetta offre una varietà di gemme naturali, con piccoli insediamenti, borghi arroccati, pascoli, boschi e una notevole biodiversità floreale, tutti attraversati dal percorso dell’Alta Via dei Parchi.

Il cammino può iniziare da Prato Spilla, un punto focale per il trekking, e proseguire verso il Lago Ballano e il Lago Verde lungo il sentiero CAI, fino a raggiungere il piccolo Lago Frasconi, ombreggiato da una faggeta fiabesca.

Una seconda tappa può essere Monchio delle Corti, lungo il Percorso delle Frazioni, che si dirama in due direzioni: la blu, dedicata al tema dell’acqua e dell’energia, esplorando l’uso delle risorse idriche nelle vallate dei torrenti Cedra ed Enza; e la verde, che si concentra sull’ambiente, la cultura locale e l’architettura rurale, alla scoperta di borghi montani e tradizioni autentiche.

In zona vi sono poi rifugi in cui è possibile dormire e gustare specialità enogastronomiche, come il Rifugio Lagdei, situato nella piana omonima a 1250 metri di altitudine, nell’abbraccio di boschi di faggi e conifere, da cui partono numerosi sentieri ed escursioni guidate per trekking, equitazione e mountain bike. Per i più pigri, una comoda seggiovia porta direttamente da Lagdei al Lago Santo.

L’esperienza unica del Sentiero del Tidone

 Lago Bino, Piacenza

Fonte: Visit Emilia – Foto efeftrefotostudio

Il Lago Bino, Piacenza

Infine, sui Colli Piacentini, il Sentiero del Tidone regala un’esperienza indimenticabile tra ciclismo, trekking ed equitazione lungo 69 chilometri di percorso. Qui, a partire dalla sua foce nel Grande fiume Po, il torrente Tidone è protagonista e conduce alla Diga del Molato, una struttura imponente (la parte esterna è aperta al pubblico e visitabile), che ha creato il Lago di Trebecco, un bacino artificiale lungo chilometri inserito in un paesaggio di rara bellezza.

L’Alta Val Nure, il cuore verde della provincia di Piacenza, è un vero e proprio comprensorio outdoor con oltre 560 chilometri di sentieri che si snodano in un ambiente naturale unico tra i comuni di Ponte dell’Olio, Bettola, Farini e Ferriere. Qui fanno bella mostra di sé alcuni suggestivi laghi di origine glaciale, gioielli dell’Appennino Piacentino e tra le mete escursionistiche più popolari.

Un panoramico sentiero conduce al Lago Nero, un’oasi glaciale circondata da una verde valle. Un altro sentiero rivela il piccolo e pittoresco Lago Moo, ormai quasi interamente coperto dalla vegetazione, e il Lago Bino, un’eccezionale creazione della natura che in estate lo decora con ninfee gialle, per terminare a Prato Grande, vasto piano erboso anch’esso un tempo lago.

Spostandosi in Val d’Arda sentieri panoramici circondano il Lago di Mignano, creato artificialmente dall’omonima diga per la produzione di energia idroelettrica a Vernasca: svariate le aree pic-nic e i percorsi per passeggiare, come quello che lo costeggia fino alla strada provinciale che da Case Bonini sale a Gazzola e Monastero di Morfasso.

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Il New York Times consiglia i monti del Lago di Como e del Lecchese

Per i turisti americani, viaggiare in Italia durante i mesi estivi è come un rito di passaggio e ci sono alcune mete che non mancano mai nei loro itinerari. Una di queste è sicuramente il Lago di Como, una destinazione amata soprattutto dalle celebrità holliwoodiane del calibro di George Clooney. Non tutti, ovviamente, hanno lo stesso budget e, come viaggiatori coscienziosi, sono sempre alla ricerca di una strada diversa per fare esperienza di un luogo famoso che chiunque, almeno una volta nella vita, vuole vedere.

Ecco che il New York Times viene incontro a questa tipologia di viaggiatori consigliando una realtà del Lago di Como e del Lecchese meno conosciuta, almeno tra gli stranieri: i suoi monti, in particolare i piani d’Erna, Canzo e Brunate. Si tratta di scenari unici dove trascorrere giornate all’insegna della natura e dei trekking, con sentieri adatti a tutte le età e livello di preparazione.

L’anima montana del Lago di Como

Come ha evidenziato anche il NYT all’interno del suo articolo, è possibile fare esperienza del Lago di Como senza neanche utilizzare l’auto perché il territorio ha messo a disposizione diverse soluzioni per permettere ai turisti di scoprire quest’area in modo facile e semplice. Il lago, infatti, è ricco di funicolari e funivie pensate per raggiungere sia punti panoramici spettacolari, come Brunate e il suo Faro Voltiano, sia percorsi di trekking tra boschi rigogliosi e prati alpini, come il Sentiero Spirito del Bosco.

Non mancano anche i consigli gastronomici: nell’articolo viene dato spazio a realtà autentiche dove il fatto in casa offre esperienze culinarie uniche, tra agriturismi e rifugi.

Il Lago di Como dall’alto: le esperienze da non perdere

Sono diverse le esperienze da vivere ai piani alti del Lago di Como per godersi il panorama e per trascorrere giornate a contatto con la natura, adatte sia ai camminatori più esperti che alle famiglie con bambini.

Il Sentiero Spirito del Bosco

Un sentiero e laboratorio che stimola l’immaginazione e la meraviglia di chi lo percorre. Il Sentiero Spirito del Bosco è un’opportunità unica per trascorrere un’oretta in famiglia: partendo dal Primo Alpe, a un’altitudine di 725 metri, arriverete al Terzo Alpe a 800 metri, scoprendo di passo in passo tante sculture curiose. La particolarità del percorso, infatti, risiede proprio nella presenza di opere in legno che raffigurano gli abitanti della foresta – spiriti del bosco, appunto – come elfi e gnomi.

Brunate, il balcone delle Alpi

A dominare sul Lago di Como c’è il borgo di Brunate, conosciuto anche come il ‘balcone delle Alpi’ grazie alla sua posizione privilegiata che offre scorci panoramici unici. Qui potete perdervi tra le stradine cittadine e ammirare diverse ville in stile eclettico e liberty, oltre che visitare alcune attrazioni come il Faro Voltiano. Non mancano sentieri escursionistici da percorrere a piedi, come quello che raggiunge il Monte Boletto e la vetta del Monte Bolettone, o in sella alla propria bici o e-bike.

Brunate può essere raggiunto comodamente con la storica funicolare che, in circa 6-7 minuti partendo da viale Geno, raggiunge in linea retta la sommità della collina, oppure a piedi. Sono presenti diverse opportunità di risalita percorribili in una o due ore come la Via delle Scalette o il Sentiero per Brunate.

Vista Lago di Como Brunate

Fonte: iStock

Vista del Lago di Como da un punto panoramico di Brunate

Escursione ai Piani d’Erna

Una delle località montane più suggestive della zona è sicuramente rappresentata dai Piani d’Erna, la terrazza naturale affacciata su Lecco e sul Lago di Como. Anche questa meta è facilmente raggiungibile con la funivia e rappresenta il luogo perfetto per una classica gita fuori porta da fare in ogni stagione: in estate per sfuggire al caldo e in inverno per godere della neve a bassa quota.

Qui, gli appassionati di trekking troveranno tanti itinerari adatti a tutti i livelli di allenamento, oltre che rifugi dove assaggiare le specialità tipiche.

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Il sentiero lungo Punta Campanella e la Baia di Ieranto

Se si pensa alla Costiera Amalfitana quello che viene in mente è un panorama fantastico, composto da scogliere a picco sul mare, strade tortuose e suggestive e piccoli borghi colorati, che sembrano quasi aggrapparsi sulle colline circostanti. In questo luogo così magico si trova un luogo che riesce a fondere bellezza naturale, fascino della storia e mito. Si tratta del sentiero di Punta Campanella, un sentiero che fa parte dell’area naturale marina protetta Punta Campanella, nel cuore della Baia di Ieranto.

Alla scoperta del sentiero di Punta Campanella

Punta Campanella è un luogo magico, una tappa d’obbligo per gli amanti di trekking ed hiking,  con la possibilità di percorrere sentieri immersi nella natura rigogliosa di questa parte più estrema della penisola sorrentina e che si trova tra il Golfo di Napoli ed il Golfo di Salerno

Questo sentiero ha un’importanza storica rilevante, principalmente legata al fatto che, sin dall’antichità, questo promontorio veniva considerato come un luogo sacro. Qui, infatti, nell’antichità, durante la predominanza del popolo greco, venne costruito un tempio dedicata alla dea Atena, che poi venne consacrato a Minerva durante il predominio dei Romani. Inoltre, la leggenda narra che su queste coste approdò il famoso Ulisse.

Le origini del nome ‘Punta Campanella’ sono da ricercare nel quattordicesimo secolo e derivano dalla presenza di una campana appesa alla torre di avvistamento costruita in quel periodo, parte del sistema di difesa contro le incursioni dei pirati.

Panorama dall'alto del Sentiero di Punta Campanelle, con mare sullo sfondo, vegetazione verde e fiori in primo piano

Fonte: iStock

Panorama dall’alto del sentiero di Punta Campanelle

Come arrivare al sentiero di Punta Campanella

Il sentiero di Punta Campanella inizia dal borgo campano di Termini, che è facilmente raggiungibile in auto da Sorrento, che a sua volta è ben collegata alle altre località campane e, soprattutto, alla bellissima Napoli. Una volta giunti in questo piccolo borgo campano, anche utilizzando i mezzi pubblici, si troverà facilmente l’inizio del sentiero, che è segnalato da diversi cartelli segnaletici.

L’esperienza del sentiero, tra natura e panorami mozzafiato

Il percorso del sentiero di Punta Campanella è lungo circa cinque chilometri, tra andata e ritorno, e presenta un dislivello abbastanza moderato, che lo rende facilmente percorribile anche per escursionisti meno esperti, purché siano in buone condizioni fisiche.

Percorrendo questo sentiero si attraversano diversi uliveti e terrazzamenti coltivati, dove è possibile sentire il profumo di agrumi, specialmente limoni, tipici della regione campana. Già da questo momento, quindi fin dall’inizio di questa camminata, sarà possibile godere di una vista unica sul Golfo di Napoli ed il Vesuvio, che da lontano domina l’orizzonte.

Proseguendo il sentiero si arriva al promontorio di Punta Campanella, dove agli occhi dei camminatori si apre una vista sensazionale, di fronte all’isola di Capri ed i suoi faraglioni, che emergono dal mare. Qui è possibile scendere anche sino alla caletta di Ieranto, nella baia omonima, dove poter far un tuffo rinfrescante sull’incredibile panorama del golfo campano.

Un elemento sicuramente affascinante che fa parte di questo sentiero è la cosiddetta scala di Minerva. Secondo la leggenda, questa scalinata venne costruita per permettere ai fedeli di raggiungere il tempio della dea Minerva dal popolo Romano. Anche se di questa splendida costruzione oggi rimangono solo poche tracce, il mito che la circonda e la contraddistingue aiuta a rendere l’esperienze del cammino sul sentiero di Punta Campanella ancora più suggestiva.

Percorrere questo cammino sarà sicuramente un’esperienza che, per gli amanti delle escursioni, del trekking e delle attività all’aperto, aiuterà a creare ricordi indelebili. Si tratta di un viaggio alla scoperta della rigogliosa macchia mediterranea, della Costiera Amalfitana e della penisola sorrentina.

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Guida di Makarska: le località più belle della riviera

Oltre 50 chilometri di spiagge, scogliere e crinali montuosi, ma anche di località costiere turistiche e piccoli villaggi, il tutto sotto l’occhio vigile del massiccio del Biokovo. Questa è la riviera di Makarska, una delle mete estive più amate dai turisti che scelgono la Croazia come destinazione per le loro vacanze all’insegna non solo di mare e relax, ma anche di natura e trekking. Situata sulla costa dalmata e contraddistinta dai colori tipici della vegetazione mediterranea composta da piante profumate, ulivi e pinete, Makarska attira ogni anno moltissimi visitatori con le sue acque turchesi e cristalline, con le lunghe spiagge di ciottoli e con la sua atmosfera vivace.

Quali sono le località più belle della riviera? Scopritele in questa guida dedicata a Makarska, troverete tante idee e ispirazioni per il vostro prossimo viaggio.

La cittadina di Makarska

La splendida cittadina portuale di Makarska, situata all’interno di una baia riparata dalla penisola di San Pietro, è il cuore della riviera, con la sua spiaggia lunga due chilometri situata ai piedi del Parco Naturale di Biokovo, dotata di tutto il necessario per far divertire i villeggianti, dai campi di beach volley ai parco giochi per i bambini. Questa località della Croazia è conosciuta non solo per il suo mare, ma anche per la frizzante vita notturna. Il centro della città, con le sue vie lastricate di pietra bianca, è la piazza Kacicev sulla quale si affacciano la chiesa parrocchiale di San Marco e il convento francescano costruito nel 1614, oltre alla biblioteca della città, la galleria Gojak e la fontana “Venezia”, sorta nel 1775, anno in cui Makarska ha ricevuto per la prima volta l’acqua potabile.

Non solo cultura, Makarska è anche uno dei centri del divertimento della costa croata, con centinaia di ristoranti, bar, locali e discoteche che, durante l’estate, si anima con serate musicali e carnevali estivi tradizionali. Le belle spiagge con i loro beach bar attraggono numerosi giovani, così come la grotta a picco sul mare posizionata sul promontorio di Sveti Petar che ospita un affollato disco bar. I cocktail bar che si affacciano sul centro storico, nella piazza principale e sul lungomare sono il cuore della movida notturna di Makarska e garantiscono musica e balli fino all’alba.

Makarska Croazia

Fonte: iStock

Vista aerea di Makarska con il massiccio di Biokovo sullo sfondo

I borghi e le località della riviera

Oltre alla città di Makarska, lungo la riviera ci sono affascinanti borghi con musei, chiese antiche e diverse attrazioni tutte da scoprire, raggiungibili con un bus e quindi perfetti anche per una gita in giornata. Questi paesi sono di dimensioni ridotte rispetto a Makarska e conservano ancora un aspetto tranquillo e poco popolato. Percorrendo la costa verso nord si può raggiungere Brela, elegante località turistica con una buona quantità di alloggi, ottimi ristoranti e negozi. Considerata tra le perle della riviera, qui c’è una delle spiagge più rinomate della Croazia, la meravigliosa Punta Rata, di ghiaia e sabbia, protetta da una fitta pineta sulle pendici del monte Biokovo.

Poco più avanti si arriva al piccolo villaggio di Baska Voda e alla splendida spiaggia di Nikolina, caratterizzata da piccoli ciottoli bianchi. Sorta sui resti di un insediamento romano, nel centro storico di questa cittadina a 20 minuti di auto da Makarska si possono visitare diversi musei tra cui quello etnografico, la chiesa barocca di San Lovre, il grande porto turistico e la passeggiata sul lungomare a ridosso della spiaggia dove trovare locali, bar, ristoranti e tantissimi negozi di souvenir.

Sul lato opposto a Makarska, attraversando pinete di agavi e cactus, si arriva a Tucepi, una graziosa località di piccole dimensioni con una lunga spiaggia di sassi banchi. Nata intorno agli anni Sessanta, la cittadina ospita una vasta marina per navi da pesca, battelli turistici e panfili. Piena di ristoranti e chioschi sulla spiaggia, durante l’estate Tucepi è protagonista di moltissime manifestazioni. La festa più importante è sicuramente quella di Sant’Anna, patrona della città che, durante tutto il mese di luglio, anima le vie cittadine con serate musicali (klape), folkloristiche e di intrattenimento.

Un altro borgo da segnare sull’itinerario è Podgora, un tempo villaggio di pescatori, situato a soli 7 chilometri da Makarska. Qui una lunga spiaggia di ghiaia bianca si estende lungo tutta la costa contornata da una fitta pineta, mentre nel caratteristico porto, in estate, non mancano le piccole imbarcazioni da pesca che accompagnano i turisti a caccia di belle escursioni locali. Non perdetevi la gita a Gradac, il paese più grande della riviera con oltre 3.600 abitanti dove potrete ammirare la vecchia torre cinquecentesca e le chiese di Sant’Antonio e di San Michele. A sud del porto si trova anche la bellissima spiaggia di Gornja Vala, un litorale di ghiaia e sabbia circondato da pinete e uliveti, che richiama ogni anno migliaia di turisti.

Gradac Makarska

Fonte: iStock

Vista del borgo di Gradac

A spasso tra le isole

Per chi desidera rendere la propria vacanza in Croazia ancora più speciale, dalla riviera è possibile navigare a spasso tra le isole. Presso il porto di Makarska troverete pittoreschi battelli in legno che offrono escursioni giornaliere verso Jelsa, Hvar, Brac, Korcula e crociere lungo la riviera. Inoltre, gli amanti del trekking e della mountain bike possono sfruttare i percorsi e i lunghi sentieri sul massiccio del Biokovo o scalare lo Sveti Jure, la cima più alta. La salita è dura, per cui è necessario essere equipaggiati con abbigliamento adeguato e molta acqua da bere, ma una volta giunti a destinazione verrete ripagati da uno splendido panorama che domina sull’intera riviera.

Come raggiungere la riviera di Makarska

Il modo più semplice per raggiungere la riviera di Makarska è sicuramente il traghetto: durante l’estate non mancano i collegamenti regolari che da Ancona conducono al porto di Spalato dal quale sarà possibile utilizzare l’auto o gli autobus locali. Se scegliete l’aereo, dovete volare verso Spalato e da lì proseguire fino a Makarska in autobus o prendendo una macchina a noleggio. Makarska può essere raggiunta abbastanza comodamente anche in auto procedendo in direzione Spalato dal casello autostradale di Trieste per circa 485 chilometri, passando per la E71 per poi proseguire sulla litoranea che porta alla cittadina (circa 64 chilometri).

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Viaggio in Svezia, cosa vedere nella terra dei parchi naturali

La natura riveste un ruolo molto importante in un paese come la Svezia, tanto che il diritto di goderne liberamente è stabilito dalla legge. I suoi 30 parchi nazionali ricoprono oltre 7.000 chilometri quadrati, il 2% dell’intero territorio. La natura incontaminata è sempre a portata di mano, universi di biodiversità protetti con cura sia dal governo che dagli stessi abitanti. Non sorprende che il primo parco nazionale d’Europa sia stato istituito proprio qui, nel lontano 1909. E, ciliegina sulla torta, tutti i parchi nazionali sono accessibili gratuitamente.

Allacciate le scarpe da trekking, riempite lo zaino di snack e portate una borraccia d’acqua da riempire: stiamo per esplorare la Svezia, terra dei parchi naturali.

Avventure tra i paesaggi artici del nord

Immaginate il nord della Svezia come un insieme di montagne innevate, valli ricche di vegetazione e una fauna unica composta dalle famose renne. In questo scenario troverete ben quattro parchi nazionali, tra i quali il Parco Nazionale di Abisko e quello di Sarek. Il primo è il luogo perfetto in cui fare esperienza della magia dell’Artico svedese: qui potrete avventurarvi con le ciaspole, salire su una slitta trainata dai cani o approfondire la cultura pastorale del popolo indigeno sami.

Il Parco Nazionale Sarek, invece, si estende nelle zone più remote del paese dove si trovano oltre 100 ghiacciai e montagne che sfiorano i 2.000 metri. Non è un percorso per principianti, ma se avete una buona preparazione fisica non rinunciate a esplorarlo e state all’erta perché qui potrete avvistare linci, alci, aquile reali, avvoltoi e perfino orsi bruni. Essendo il parco meno accessibile, è consigliato prenotare un’escursione di gruppo, possibilmente con guida.

Il parco non ha strutture ricettive o baite, quindi dovete portarvi le tende. Prima di cominciare la vostra escursione è sempre bene mettersi in contatto con l’associazione turistica svedese o con il personale del parco nazionale. La stagione ottimale per andare nel Sarek è la primavera-estate così da evitare le temperature più rigide e beneficiare della luce per poter vedere più cose. In particolare, non perdete il panorama offerto dalla cima del monte Skierfe, una delle più suggestive di tutta la Svezia.

Parco Svezia lappone

Fonte: iStock

Sentiero escursionistico nella Svezia lappone

Escursioni nei parchi naturali del centro e sud

Se i paesaggi artici non fanno per voi, la Svezia meridionale offre molte cose da vedere lungo percorsi più semplici. I parchi naturali del sud sono costituiti da enormi foreste di latifoglie e sono soprattutto tre quelli che consigliamo di visitare con calma e in qualsiasi stagione. Il parco di Söderåsen, il parco di Dalby Söderskog e quello Stenshuvud che, insieme, custodiscono 20 chilometri quadrati di faggi, aceri e querce. Inoltre, passeggiando nel Parco Nazionale dello Stenshuvud, si possono ammirare anche numerose specie di orchidee, oltre alla rarissima waldsteinia ternata.

Al confine con la Norvegia, invece, troverete il Parco Nazionale di Fulufjället, ricco di cose da vedere, primo fra tutti l’albero più vecchio del mondo. Se vi aspettate un tronco gigante però resterete delusi: questo abete è infatti molto esile, ma il suo giorno di nascita è avvenuto circa 9.950 anni fa. La sua longevità dipende dalle radici e dalla capacità di clonare se stesso; dopo 600 anni, infatti, il tronco muore, ma dallo stesso apparato radicale ne spunta un altro che rigenera subito la pianta.

Nel Fulufjället potrete anche camminare nei canyon e cimentarvi nella raccolta di frutti di bosco, secondo la migliore tradizione svedese, oppure pescare nei laghi o ammirare la più alta cascata della Svezia, ben 93 metri con un salto di 70 metri.

I parchi nei dintorni di Stoccolma

Se state programmando un viaggio a Stoccolma e alle avventure culturali volete affiancare quelle nella natura, dalla città potete raggiungere diversi parchi e sentieri. Uno di questi è il sentiero Roslagsleden che, dalla capitale, si snoda per 130 chilometri attraversando foreste e valli, fra vecchie tombe vichinghe e piccole chiese medievali.

Dalla capitale potete partire anche per un safari alla scoperta degli alci: il Virum Algpark si trova nello Småland ed è una tappa imperdibile. Si sale a bordo di camionette semiaperte e si entra nel parco recintato. Qui, senza scendere dalle macchine si darà da mangiare agli alci. Se viaggiate con bambini, questa escursione è un must perché resteranno ammaliati da queste meravigliose creature enormi e dolci.

A 20 chilometri dalla città si trova anche il Parco Nazionale di Tyresta, raggiungibile in un’ora anche con i mezzi pubblici, perfettamente organizzati come nel resto della Svezia. Il parco si estende su quasi 20 chilometri quadrati ed è circondato da una riserva naturale di 30 chilometri, ricca di foreste primordiali incontaminate e boschi di conifere che ospitano fino a 8.000 specie animali. Da non perdere nelle vicinanze della capitale è anche il suo arcipelago, il quale vanta un parco nazionale, Ängsö. Questo è uno spettacolo soprattutto durante la primavera e all’inizio dell’estate, quando i vivaci fiori selvatici punteggiano i prati. Per raggiungere Ängsö potrete salire su uno dei traghetti in partenza da Stoccolma.

Alce in Svezia

Fonte: 123RF

Un’alce in Svezia
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Il Sentiero Italia è il trekking più lungo del mondo

È lungo 8000 chilometri e comprende 500 tappe sparse tra le regioni italiane.

È il Sentiero Italia, oggi rinominato Sentiero Italia CAI, il percorso trekking più lungo del mondo.

Pochi lo hanno percorso interamente, meno di coloro che ha tentato la scalata all’Everest. Impegnativo a dir poco: per percorrerlo tutto ci vogliono tra gli otto e i nove mesi. Dalla Sicilia alle Alpi, corre lungo tutto lo Stivale.

Attraversa paesaggi straordinari, spesso sconosciuti alla maggior parte degli italiani. Il percorso parte ufficialmente dalla località di Grotta Gigante, situata a Sgonico, in provincia di Trieste, e tocca l’intero arco alpino, tutta la catena appenninica, la Sicilia e la Sardegna per arriva a Santa Teresa di Gallura, in provincia di Sassari. Utilizza lunghi tratti di preesistenti itinerari come la Grande Traversata delle Alpi, l’Alta Via dei Monti Liguri e la Grande Escursione Appenninica e il Sentiero del Brigante in Calabria.

La storia del Sentiero più lungo al mondo

La prima scintilla che prelude al Sentiero Italia è l’idea che, nel 1981, viene a Riccardo Carnovalini mentre attraversa gli Appennini: l’Italia avrebbe dovuto vantare un itinerario escursionistico che ne percorresse tutte le montagne per arrivare in Europa.

Il 19 giugno 1983, a Castelnuovo di Garfagnana, Carnovalini ha l’occasione di presentare il progetto alla presenza di alcuni amici esperti di escursionismo e di sentieri a lunga percorrenza: prende forma il pensiero di collegare in un unico sentiero le tratte principali degli itinerari già esistenti.

È poi il 1991, dieci anni dopo, che il Sentiero Italia inizia a vedere una concretizzazione in un fascicolo di 26 pagine a cura del CAI e dell’Associazione Sentiero Italia.

Con la fondamentale collaborazione di centinaia di volontari del CAI in tutta Italia, durante il biennio 1993-1994, vengono tracciati i singoli segmenti dei sentieri, resi percorribili, migliorati e forniti di segnavia orizzontale nonché, laddove possibile, di posti- tappa.

Il 1995 è l’anno del Camminaitalia, oltre 6000 chilometri da Santa Teresa di Gallura a Trieste, con quasi 8 mesi di cammino e due sole tappe di riposo: sono più di 5000 i camminatori, italiani e stranieri, che ne hanno percorso almeno una o varie tappe.

Il 1997 vede la prima “impresa solitaria” di Emilio Pizzocol, escursionista del CAI di Sesto San Giovanni mentre nel 1999, insieme all’ANA, viene proposta una seconda camminata aperta a tutti, oltre 3000 chilometri in 189 tappe con più di 8000 partecipanti.

8000 chilometri di bellezza indiscussa

Il Sentiero Italia è uno dei più ambiziosi progetti nel panorama dell’escursionismo italiano, che tocca l’intera penisola tra montagne e vallate, piccoli borghi e città d’arte, pianure e coste, luoghi spesso inediti e meno noti.

Non si tratta soltanto di un cammino fisico ma di un vero e proprio viaggio emotivo, storico e culturale che racchiude in sé moltissimi Parchi nazionali e regionali e 16 siti Patrimonio UNESCO: dal profondo Sud della Sicilia fino alle cime delle Alpi al Nord, offre l’occasione di conoscere l’Italia da un punto di vista senza eguali, scoprendone le bellezze mozzafiato e immergendosi nelle tradizioni, nella gastronomia e nella storia dei territori incontrati lungo le tappe.

Inoltre, cuore del Sentiero Italia è la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente promuovendo un turismo lento, rispettoso e consapevole e valorizzando la biodiversità.

Informazioni utili

Il tempo totale per percorrere il Sentiero Italia nella sua interezza è di 8 mesi e la sua classificazione è Difficoltà T-EE ovvero suddivisa tra sentieri turistici (adatti anche ai principianti) e sentieri consigliati esclusivamente a escursionisti esperti e in ottima forma fisica.

Per agevolare i camminatori, il CAI ha predisposto una serie di strumenti, a partire dal portale ufficiale Sentieroitalia.cai.it con le indicazioni dettagliate di ogni tappa, mappa interattiva e traccia Gpx da scaricare.

Sono altresì disponibili l’app Mappa digitale del Sentiero Italia CAI, una rete di accoglienza lungo il percorso, e le Guide ufficiali del Sentiero Italia CAI.

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La Thuile Infinity Trekking, oltre 520 km di sentieri

La Thuile, in Valle d’Aosta, è luogo d’eccezione dal punto di vista storico e naturalistico e da sempre particolarmente ricercato dagli amanti del trekking, della mountain bike o da chi desidera godersi un momento di relax nel bel mezzo della natura più autentica. Una zona affascinante e che ora regala qualcosa di altamente suggestivo: sono stati creati oltre 520 km di sentieri che lasciano senza fiato.

La Thuile Infinity Trekking

Si chiama La Thuile Infinity Trekking ed è una rete di oltre 520 km di sentieri di trekking e hiking che si sviluppano tra i 1.440 e i 3.486 metri di altitudine, adatti a tutti i livelli di difficoltà.

In totale sono oltre 50 i tour a disposizione che prendono vita tra ambienti vergini e silenziosi di una montagna volutamente poco antropizzata, una cima potente la cui energia diventa linfa per disintossicarsi dai ritmi imposti dalla vita metropolitana: il maestoso Monte Bianco.

Osservando la cartina dei sentieri non c’è che l’imbarazzo della scelta: da una parte, le meravigliose Cascate del Rutor, le più potenti della Valle d’Aosta, dall’altra uno degli ultimi ghiacciai italiani, il Rutor, il più occidentale d’Italia e tra i più estesi di questa magnifica regione, naturalmente, la vista sul Monte Bianco che svetta impavido.

Poi ci sono i laghi primordiali – oltre 22 – che rappresentano un’importante risorsa per la flora e la fauna locali e offrono ai visitatori un luogo tranquillo e pittoresco per rilassarsi e godersi la bellezza della natura, i passi pianeggianti come al Piccolo San Bernardo, dove poter camminare lungo un anello di oltre 2 km, i borghi montani e i reperti storici millenari.

Alcuni dei percorsi possono essere affrontati in totale autonomia, per altri è necessario l’accompagnamento di guide alpine di alta montagna e professionisti

I seguenti sono gli incredibili numeri de La Thuile Infinity Trekking:

  • + 55 tour;
  • + 520 km di sentieri;
  • + 210 h di cammino complessivo;
  • + 37.900 m di dislivello complessivo;
  • + 2 km di anello pianeggiante accessibile;
  • + 22 laghi
  • Il ghiacciaio più occidentale d’Italia, tra i più estesi della Valle d’Aosta;
  • Le cascate più imponenti della Valle d’Aosta.

Come trovare i percorsi

La Thuile è oggi partner di Komoot – la piattaforma con la community outdoor più grande del mondo, che consente a milioni di persone di esplorare la natura al meglio, di farne parte praticando attività all’aria aperta. Si tratta di una tecnologia che permette a tutti gli amanti della montagna di pianificare e vivere le esperienze più svariate sugli oltre 520 km della rete di La Thuile Infinity Trekking.

I percorsi de La Thuile Infinity Trekking sono presenti su Komoot attraverso mappe (2D e 3D), tracce GPS e navigazione, con percorsi pronti all’uso oppure programmabili e pianificabili secondo le proprie esigenze di avventura. Per avere tutto questo è possibile usare i migliori device esistenti come computer GPS, smartphone e smartwatch ed e-bike di ultima generazione.

Ma non è tutto, perché Funivie Piccolo San Bernardo garantisce l’apertura degli impianti di risalita dal 22 giugno all’8 settembre, permettendo così di raggiungere una rete di sentieri che conducono – tra le altre mete – anche al Piccolo San Bernardo senza l’utilizzo dell’auto.

A disposizione degli utenti, vi sono, inoltre, due navette per agevolare gli spostamenti senza auto, attive tra il Colle San Carlo, il centro, La Joux e il Colle del Piccolo San Bernardo.

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Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa, vera meraviglia del in Trentino

Tra le maestose cime delle Dolomiti del Trentino Nord-Orientale sorge la Val di Fassa, dove durante la bella stagione i prati si riempiono di verde e di fiori colorati che emozionano tutti, e che invitano i visitatori a lasciarsi andare al benessere a 360 gradi. Questo è il momento perfetto per dedicarsi a passeggiate alla scoperta della sua natura più autentica, percorsi semplici da poter fare in famiglia e che trasmettono un forte senso di bellezza e rinascita. È il caso del Sentiero della Foresta in Val di Fassa, un tragitto alla portata di tutti e che vi lascerà senza fiato.

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa: informazioni utili

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa si caratterizza per essere una passeggiata panoramica in quota da poter effettuare da soli ma anche con il passeggino da trekking o con lo zaino porta bimbo.

Si parte dalla funivia di Vigo, una moderna struttura che inizia proprio dal centro del paese e che raggiunge in pochi minuti la conca del Ciampedie, una terrazza naturale – quasi sempre soleggiata – situata a circa a 2.000 metri di altezza: da qui la vista sulle Dolomiti e la Val di Fassa è a dir poco emozionante.

Una volta arrivati a Ciampedie, rifugio situato nel bel mezzo dell’omonimo altipiano e circondato da un magnifico bosco di larici e abeti, occorre scendere una breve rampa e risalire poi verso il Rifugio Negritella, il preciso punto di partenza del Sentiero della Foresta in Val di Fassa.

Sentiero della Foresta in Val di Fassa: itinerario

Il magnifico Sentiero della Foresta è il numero 540 e si fa amare fin da subito perché si presenta ampio e pianeggiante. Per iniziare questa affascinate passeggiata occorre attraversare la pista da sci, per poi immergersi in un magnifico bosco dove svettano fieri numerosi pini cembro.

Proseguendo a passo lento si vive la sensazione di essere in un posto da fiaba, perché il percorso è completamente circondato da guglie frastagliate e dalle fratture rocciose che impreziosiscono le pareti del Larsec. Ad Ovest, invece, ad attirare l’attenzione è l’imponente parete Est del Catinaccio, un massiccio montuoso che non passa di certo inosservato.

Dopo aver attraversato questo tratto costellato di giganti di pietra, occorre uscire dal bosco osservando alcune baite, per poi arrivare in pochi minuti ai rifugi della conca di Gardeccia, dove termina il bellissimo Sentiero della Foresta in Val di Fassa.

Un percorso tematico dedicato alla natura d’alta montagna

Grazie a una passeggiata lungo il Sentiero della Foresta è possibile affrontare un percorso tematico dedicato alla natura d’alta montagna. Per far immergere ancora di più i viandanti in questa incredibile magia, ci sono 24 piccoli totem informativi lungo tutto il tracciato, ognuno dei quali racconta una curiosità sul favoloso ambiente circostante e sugli esseri viventi che dimorano in questa magnifica zona d’Italia.

Le tappe tematiche sono così suddivise:

  1. Il paesaggio della montagna;
  2. L’acqua;
  3. L’albero e l’acqua;
  4. Le montagne e le rocce;
  5. Le radici degli alberi;
  6. Quanta vita sottoterra;
  7. Quanto sono lunghe le radici degli alberi?;
  8. E quanto sono utili!;
  9. Il mondo del bosco;
  10. Quanti anni hanno questi alberi?;
  11. Il lungo viaggio del Pino Cembro;
  12. Il racconto del piccolo Cirmolo;
  13. L’albero sul sasso;
  14. Quanta buona aria!;
  15. I messaggi della ceppaia;
  16. La resina;
  17. Sul sasso il cammino della vita;
  18. Perché i rami bassi delle piante perdono le foglie e si seccano?
  19. La ferita del fulmine;
  20. I licheni sulla corteccia;
  21. Il bosco è la casa degli animali;
  22. Il silenzio ed i suoni del bosco;
  23. L’albero a terra;
  24. L’utilizzo del bosco.

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa è un percorso adatto a tutti e da fare assolutamente almeno una volta nella vita, ma è bene sapere che la Val di Fassa offre altrettanti magnifici itinerari da poter intraprendere in famiglia. Ne sono degli esempi il Percorso Sensoriale di Fango, un tragitto ad anello che permette di camminare a piedi nudi nel bosco, e il Sentiero degli Animali, il percorso all’Alpe Lusia pieno statue di animali nascoste, di giochi e di indovinelli.

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Le meraviglie del Cervino, tra grotte, laghi e percorsi di trekking

Lo splendore delle imponenti montagne alpine è in grado di ipnotizzare chiunque, tra vette, grotte di ghiaccio, natura incontaminata, laghetti glaciali e percorsi di trekking con viste spettacolari che esplorano ogni angolo di questo meraviglioso paesaggio.

Ci troviamo in Valle d’Aosta, l’incantevole regione italiana costellata da alcune delle vette più alte e imponenti d’Italia e d’Europa, che non ha bisogno di presentazioni. Sul confine tra questa splendida regione e la Svizzera (Canton Vallese) sorge imponente il Monte Cervino, conosciuto anche con il nome tedesco Matterhorn. La sua forma piramidale distintiva, con le sue quattro facce rocciose ripidamente inclinate, e la sua maestosità lo rendono una delle montagne più simboliche delle Alpi, conosciuta in tutto il mondo e meta di escursioni suggestive.

Andiamo alla scoperta delle meraviglie del Cervino, tra grotte, laghetti, viste panoramiche e tanto altro: un paesaggio da cartolina perfetto per una vacanza immersa totalmente nella natura più selvaggia, lontano dai rumori delle città e ad un passo dal cielo.

Grotta di ghiaccio: perla delle Alpi

La grotta del Piccolo Cervino è uno dei luoghi più intriganti che le Alpi abbiano da offrire. Si tratta della grotta di ghiaccio più alta in Europa, essendo posta a ben quattromila metri. Avventurarsi fin qui è un’esperienza incredibile, che molti decidono di intraprendere per poi restare assolutamente appagati alla vista di questa particolare creazione naturale, incastonata nel ghiacciaio del Klein Mattherhorn.

Ogni anno migliaia di turisti si avventurano nella grotta, raggiungibile grazie alla funivia, giungendo al Piccolo Cervino. Allo stesso modo è possibile arrivare fin qui dalla stazione, sfruttando una magnifica galleria di 50 metri scavata interamente nel ghiaccio vivo. Fantastici i giochi di luce che è possibile apprezzare nella grotta, posta a 15 metri di profondità, per una visita allietata da dolci musiche che conferiscono all’avventura uno stato quasi magico.

Il suggestivo percorso lungo la Grotta di Ghiaccio, Monte Cervino

Fonte: iStock

Percorso della Grotta di Ghiaccio

Il Lago Blu, lo specchio d’acqua incantano

Adagiato ai piedi del Monte Cervino, tra prati e boschi rigogliosi vicino a Breuil-Cervinia, troviamo il Lago Blu. La sua origine è glaciale e il suo nome non è di certo stato scelto casualmente. Si tratta di un suggestivo specchio d’acqua dalle intense sfumature di blu che sono uno spettacolo per gli occhi di chi coloro che hanno l’occasione di visitarlo.

Situato a 2395 metri di altitudine, vicino alla stazione di arrivo della funivia del Plateau Rosa, uno dei punti panoramici più spettacolari sopra Cervinia, il Lago Blu è uno spettacolo naturale mozzafiato: nelle sue acque si specchia il Cervino e le altre maestose montagne innevate che lo circondano in un abbraccio.

Non lontano da un altro lago suggestivo creato da una diga, ossia il Lago Goillet, il Lago Blu è una meta popolare soprattutto in estate e coperto da una coltre di neve in inverno, il lago è raggiungibile facilmente a piedi lungo i sentieri ben segnalati.

Conca di Cheneil: magia fuori dal tempo

Tanti i percorsi dedicati al trekking sul Cervino. Uno di questi, a pochi chilometri da Cervinia, conduce direttamente alla conca di Cheneil, raggiungibile unicamente a piedi, mettendo alla prova la propria resistenza. Si tratta della terrazza più nota tra quelle presenti sul crinale tra la Val d’Ayas e Valtournenche.

La conca è circondata da splendidi panorami montani, con prati verdi, fitti boschi di conifere e viste spettacolari sulle vette circostanti, tra cui il Cervino. È il luogo ideale in cui rilassarsi, passeggiare e godere della tranquillità della natura più incontaminata.

Ai turisti e ai locali è offerto un servizio gratuito, aperto 24 ore su 24. Si tratta dell’ascensore di arroccamento che parte da La Barma, dove poter comodamente parcheggiare la propria vettura, per poi giungere all’imbocco di Cheneil. Inutile dire che avventurarsi a piedi in questo paesaggio è qualcosa di caldamente consigliato, per dare vita a ricordi indelebili.

Dalla Conca di Cheneil partono diversi sentieri che esplorano il territorio circostante, tra laghetti, pascoli e rifugi montani in cui rifocillarsi. Quando la neve ricopre il terreno, poi, si possono fare divertenti ciaspolate e cimentarsi nello sci alpinismo.

La splendida vetta del Monte Cervino, la famosa "piramide" della Valle d'Aosta

Fonte: iStock

Monte Cervino

Trekking sul Cervino immersi nella natura

Il paesaggio del Cervino si presta per ottime escursioni, a piedi o in bici, e scalate con percorsi di trekking caratterizzati da diversi gradi di difficoltà, perfetti per ogni esigenza e livello di preparazione.

La salita fino alla cima del monte (a circa 4.478 metri sul livello del mare), che segue la Cresta del Leone (dal versante svizzero) e la Cresta del Leone Italiana (nel versante italiano), è molto impegnativa e richiede un’ottima preparazione tecnica e fisica. Meta molto ambita tra gli alpinisti esperti, a ricordarne la difficoltà e la pericolosità è quella che fu la prima ascensione al Cervino, avvenuta il 14 luglio 1865, che venne segnata dalla tragica morte di quattro membri della cordata, un evento ricordato come la “tragedia del Cervino”. Per questo è consigliato solo agli escursionisti più esperti e con il supporto di una guida alpina.

Tra i percorsi di trekking più adatti anche ai meno esperti troviamo la Gran Balconata del Cervino: un percorso mozzafiato ad anello lungo 70 chilometri, posto al cospetto del Cervino. Fascino e timore s’intrecciano dinnanzi al gigante di roccia, meta ideale per ogni appassionato di alpinismo. Percorribile interamente in 5/6 giorni, il cammino inizia ad Antey Saint André e finisce a Chatillon/Saint Vincent. Coloro che non vogliono completare l’intero anello, possono percorrere anche solo una parte di questo tragitto facile e adatto a tutti.

Un altro lungo itinerario, invece, conduce i viaggiatori attraverso la valle alpina della Valtournenche, che ha goduto negli ultimi anni di un particolare sviluppo. È un percorso particolarmente faticoso, questo, che non presenta però difficoltà tecniche. Ciò vuol dire che non è riservato ai soli esploratori esperti ma quasi a chiunque: non ci sono scuse, dunque, questo è uno spettacolo da non perdere.

Non solo trekking nel territorio del Cervino. Queste sono montagne molto conosciute per lo sci, soprattutto nelle vicine località di Zermatt in Svizzera (che merita una visita) o di Breuil-Cervinia in Italia. Proprio da Breuil-Cervinia si può raggiungere uno dei paradisi per gli sport sulla neve, ossia il panoramico Plateau Rosa. Questo territorio dalle molteplici risorse è perfetto anche per escursioni in mountain bike, per arrampicate sulle pareti rocciose dei monti, per il golf estivo a 2050 metri di altitudine, mentre i più impavidi possono vivere l’esperienza adrenalinica del parapendio.

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Lessinia, i più bei sentieri tra i paesini e le malghe

Un paradiso naturale incastonato tra le Piccole Dolomiti, il Monte Baldo e Verona, con paesaggi montani e collinari ricoperti da prati verdeggianti, pascoli, folti boschi, piccoli borghi e contrade dove il tempo sembra essersi fermato.

Quest’oasi di pace prende il nome di Lessinia ed è il luogo perfetto da esplorare a passo lento, durante una camminata in compagnia o anche in solitaria, a contatto diretto con le bellezze paesaggistiche di questa spettacolare zona d’Italia.

Trekking in Lessinia: itinerari tranquilli tra colline e montagne

Con Lessinia si fa generalmente riferimento alla fascia montuosa situata a nord di Verona, che occupa l’area tra la Val d’Adige, la Valle di Ronchi, le Piccole Dolomiti-Pasubio, la Valle dell’Agno-Chiampo e l’alta pianura veronese. Una piccola parte tocca anche la provincia di Vicenza e di Trento.

In un’area di questo ampio territorio sorge il Parco Naturale Regionale della Lessinia, un’area protetta con una superficie che supera i 10 mila ettari e che comprende 15 comuni e vette che toccano quasi 2000 metri di altezza.

In tale paesaggio suggestivo, sono disseminati moltissimi percorsi di trekking, dai più semplici a quelli più impegnativi dedicati ai più esperti. Itinerari che permettono agli amanti di questa pratica di trovarsi totalmente immersi tra le bellezze naturali. La maggior parte dei sentieri è adatto alle famiglie e ciò rende la Lessinia il luogo ideale per fare trekking ad ogni età.

Vediamo alcuni dei principali itinerari di trekking semplici, partendo da quelli che si trovano nella Lessinia orientale e passando poi alla parte occidentale, tutti perfetti per una camminata rigenerante a contatto con l’essenza della natura.

Badia Calavena e il Monte Pecora

Un primo percorso facile è quello che tocca le varie contrade di Badia Calavena in un tragitto di circa 20 chilometri.

Si parte dall’Abbazia di Calavena e si prende una strada con tornanti che si addentra nel bosco, sbuca all’altezza di una sorgente, con vista strepitosa sulla valle, e poi risale toccando la contrada Campanari (da dove si fa una tappa alla Chiesa di San Pietro Apostolo in Nemore) e la contrada Seri. Si giunge così sotto al Monte Pecora, sulla cui cima si trova un imponente generatore eolico attivo dal 2008.

Da lì si ridiscende verso sud, toccando diverse contrade: Righetti, Signoretti (abbandonata) e Volpi. Si completa la circumnavigazione del monte e si passa per la località Giri, che ospita il Brolo delle Biodiversità, ossia un insieme di coltivazioni particolari di antiche varietà di frutti di montagna. Il percorso torna ai Campanari e poi al Monte di San Pietro con la sua chiesa, per terminare nuovamente a Badia Calavena.

Un itinerario immerso nella natura che non presenta particolari difficoltà, adatto quindi anche alle famiglie con bambini.

Paesaggio naturale della Lessinia, un paradiso per il trekking

Fonte: iStock

Paesaggio naturale della Lessinia

La Val d’Orso, tra Valdiporro e Bosco Chiesanuova

Tra le altre opzioni più brevi e accessibili anche alle famiglie, c’è il suggestivo percorso che attraversa la Val d’Orso. Con soli 6 chilometri di lunghezza, questo itinerario è perfetto per coloro che desiderano trascorrere una giornata all’aria aperta senza affrontare tratti troppo impegnativi. Attraversando boschi incantati e antichi borghi come Valdiporro e Bosco Chiesanuova, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi nella storia e nella cultura locale mentre godono della tranquillità della natura.

La partenza è alla chiesetta di Santa Margherita di Bosco Chiesanuova. Si seguono le indicazioni CAI del sentiero 251, che attraversa un prato e si addentra nelle contrade di Cenise di Sopra e Cenise di Sotto. In questa zona spicca un’antica stalla ristrutturata trasformata in museo di contrada, in cui ammirare gli strumenti e gli arnesi che una volta venivano utilizzati nella vita quotidiana.

Proseguendo, si tocca la contrada Val d’Orso prima di arrivare al centro del paese di Valdiporro. Si passa per Grobberi e Dosso, mentre la strada che si ricongiunge con Bosco Chiesanuova attraversa un suggestivo bosco e una vecchia contrada ormai abbandonata e ricoperta dalla vegetazione: località Gusse. Si torna al punto di partenza toccando, in ultima, la contrada di Comperli.

Le malghe di Campofontana

Per coloro che desiderano una sfida leggermente più impegnativa, la Lessinia orientale offre una serie di tracciati che conducono attraverso i suggestivi boschi delle malghe di Campofontana. Con una distanza, anche in questo caso, di 6 chilometri e un dislivello di media entità, questi sentieri richiedono una preparazione fisica generale, ma offrono in cambio paesaggi mozzafiato e un’esperienza immersiva nella natura incontaminata.

Si parte dal parcheggio del cimitero di Campofontana verso contrada Pagani, che con un’altitudine di oltre 1250 metri è una delle più alte della Lessinia. Dalla vasca in pietra dell’antica fonte si prende la strada sterrata per la malga Lobbia, prima della quale si incontra la Madonna della Lobbia. Dalla cima in cui si trova la malga si può godere di un panorama mozzafiato.

Continuando a salire si raggiunge il muro che delimita il confine tra Verona e Vicenza, con l’opera scultorea della Madonna delle Scalette. Nel corso del tragitto si passa anche dalla Malga Porto di Sotto affiancando il Monte Formica, per poi tornare sulla strada che riporta al punto di partenza dell’itinerario.

La Foresta delle Gosse

Rimanendo nella Lessinia Orientale, un altro splendido percorso adatto a tutti è quello che attraversa la meravigliosa Foresta delle Gosse, una delle aree più suggestive del Parco Naturale Regionale della Lessinia.

La partenza di questo itinerario di trekking è a malga Parparo. Da qui si sale e si prende il sentiero europeo numero 5 che si immerge nella rigogliosa foresta di faggi delle Gosse. Seguendo le indicazioni per il rifugio Lausen, si raggiungono la malga Monticello e la Croce dei Norderi, per poi tornare indietro seguendo l’antico percorso di transumanza della “Via Cara”.

Questo itinerario è perfetto anche in inverno per camminare con le ciaspole ai piedi.

Suggestivo sentiero di trekking tra i boschi della Lessinia

Fonte: iStock

Sentieri nei boschi della Lessinia

I castagneti e la Calma Granda

Lasciandosi alle spalle lo stress della quotidianità cittadina, ci si può immergere anche tra gli storici castagneti di San Rocco di Piegara, soffermandosi in particolare al Calma Granda, un maestoso castagno plurisecolare, divenuto un vero e proprio monumento. La natura ritrova prepotentemente il proprio spazio in questi luoghi, con un percorso di circa 7 km, che richiede circa 2.5 ore per essere completato.

Ci troviamo nell’alta collina, con un’ambientazione diversa dai percorsi precedenti. Si parte dalla chiesa di San Rocco e poco dopo si incontra la contrada Negri e poi il vecchio baito della contrada Doardi e il secolare albero Calma Granda. Salendo sopra a Doardi si apre un colle con una vista spettacolare sulla Pianura Padana e sugli Appennini. Si continua a seguire il percorso fino alla prossima contrada: Dosso. Qui esiste ancora un antico forno di contrada ancora funzionante. Si rientra infine verso San Rocco.

Questo itinerario è perfetto anche per essere percorso in mountain bike o a cavallo.

La Valle delle Sfingi

Altri meravigliosi punti di interesse della Lessinia orientale sono sicuramente il Covolo di Camposilvano e la Valle delle Sfingi.

In questo itinerario di 9 chilometri, il punto di partenza è il museo geopaleontologico di Camposilvano, che custodisce interessanti reperti fossili e archeologici. In quest’area si può ammirare anche il Covolo, un’imponente grotta.

Si attraversa poi il paese fino a giungere a una particolare roccia a forma di fungo che apre la strada alla Valle delle Sfingi, una conca incorniciata da pascoli e faggete, dove spiccano molteplici monoliti di roccia dalle forme particolari, nati dall’erosione degli agenti atmosferici nel corso di migliaia di anni.

Lungo il resto del sentiero si incontrano varie malghe, prati e boschi incontaminati, alture dalle quali si possono ammirare i colli euganei nelle giornate più limpide. Si può fare una sosta al rifugio Lausen, per ripartire attraversando le contrade Battisteri, Al Pezzo e Tecchie, oltre alla Croce del Gal e a quella del Kuneck, fino a ricongiungersi con il museo di Camposilvano.

La splendida Valle delle Sfingi, in Lessinia

Fonte: 123RF

Valle delle Sfingi

Monte Crocetta e Monte Pastelletto

Guardando all’altro versante dell’enorme area, dunque alla Lessinia occidentale, si torna a parlare di un altro percorso semplice e adatto alle famiglie, per una percorrenza inferiore ai 6 chilometri. Un breve viaggio di poco più di due ore, alla scoperta di panorami a dir poco suggestivi, offerti dal Monte Crocetta e dal Monte Pastelletto.

Si parte dal paese di Breonio, nel comune di Fumane, e in particolare dalla chiesa parrocchiale di San Marziale. In cima al borgo si prende la stradina che porta sul percorso del CAI numero 240: in poco tempo ci si ritrova sulla vetta del Monte Crocetta, con una vista spettacolare sul lago di Garda e sul Monte Baldo.

Continuando, ci si immerge in una fitta pineta, si raggiunge il Monte Pastelletto dove si possono ancora ammirare i resti delle trincee della Prima Guerra Mondiale (come anche sul Crocetta). Si raggiunge poi il Vaio Boralunga e si scende verso la contrada Paroletto, affacciata alla strada che torna al punto di partenza.

La Spluga della Preta e la Grotta del Ciabattino

Restiamo nell’Alta Lessinia occidentale per un percorso suggestivo nel cuore del Parco Naturale Regionale della Lessinia, alla scoperta di boschi, pascoli e suggestive grotte in vetta alle montagne.

Per seguire questo itinerario di circa 8.5 chilometri, si parte dalla contrada Tommasi del comune di Sant’Anna d’Alfaedo, attraversando la località Coste e prendendo un sentiero sterrato che si immerge nei boschi, fino a raggiungere il Passo di Rocca Pia (sul confine tra il Veneto e il Trentino) con alcune tracce, anche qui, delle trincee che vennero costruite durante la Prima Guerra Mondiale.

Continuando a seguire il sentiero CAI 234, si sale fino a malga Fanta. Nelle vicinanze si possono osservare una vecchia caserma della finanza e la Spluga della Preta: un profondo abisso con una profondità di più di 800 metri che viene spesso esplorato dagli speleologi. Si raggiunge poi la cima del Corno d’Aquilio con la sua croce in ferro. Da qui la vista panoramica sul Parco toglie il fiato.

L’itinerario prosegue e scende verso la Grotta del Ciabattino, un luogo spettacolare che d’inverno viene arricchito da bellissime forme di ghiaccio. Il sentiero che si ricongiunge con il punto di partenza, poi, è il 240-250 del CAI.

A sud del comune di Sant’Anna d’Alfaedo si trova anche un punto di interesse che merita di essere visitato: il Ponte di Veja. Si tratta di uno dei più grandi ponti naturali d’Europa, alto 29 metri e lungo circa 50 metri. Un luogo suggestivo che testimonia la storia geologica millenaria di questi splendidi territori.

Il suggestivo Ponte di Veja, in Lessinia

Fonte: iStock

Ponte di Veja, in Lessinia