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Perché la primavera è la stagione ideale per scoprire le Isole Baleari

Le Isole Baleari sono spesso associate alle classiche estati mediterranee, tra spiagge dove prendere il sole, tramonti mozzafiato e feste con DJ in terrazza. Eppure, la bassa stagione ha il potere di rivelare l’anima più tranquilla di queste mete spagnole, in particolare la primavera: in questo periodo potrete godervi i percorsi di trekking e di cicloturismo, scoprire le zone umide, considerate un vero paradiso per gli amanti del birdwatching, e approfondire il loro patrimonio culturale.

Temperature ideali per fare trekking

D’estate, le temperature alle Isole Baleari possono diventare particolarmente elevate e non proprio adatte per fare trekking, a meno che non decidiate di cominciare alle prime ore del mattino! In primavera, invece, le temperature medie si aggirano intorno ai 18-25 gradi, perfetti per intraprendere i sentieri costieri o quelli che attraversano i paesaggi costellati di uliveti.

Tra questi, vi consigliamo la lunga Ruta de Pedra en Sec a Maiorca, che vi permetterà di immergervi nella selvaggia Serra de Tramuntana, protetta dall’UNESCO, combinando panorami mozzafiato, villaggi artistici e paesaggi montuosi.

Oppure, a Menorca potreste percorrere tutto o una parte del Camí de Cavalls, un sentiero storico che segue la costa dell’isola da cima a fondo per ben 185 chilometri suddivisi in 20 tappe segnalate. Il percorso, fattibile sia a piedi che in bicicletta o a cavallo, offre l’opportunità di scoprire le calette e le spiagge più idilliache, spazi naturali come s’Albufera des Grau o il Cap de Favaritx, torri difensive o zone umide.

Trekking Maiorca

Fonte: iStock

Sentiero panoramico a Maiorca

Visitare le città senza troppa folla

Bassa stagione significa anche meno turismo. Le temperature piacevoli e le strade non ancora troppo affollate, vi permetteranno di assaporare la bellezza delle vie di Palma, Alcúdia o Pollença a Maiorca e di gustare una meravigliosa paella in riva al mare o su una delle terrazze della città.

Anche Ibiza inizia a risvegliarsi in primavera: le giornate si allungano e si fanno più calde, rendendo possibile un tuffo nelle sue calette paradisiache. Questo è anche il periodo perfetto per visitare i monumenti, come le mura rinascimentali di Dalt Vila, l’insediamento fenicio di Sa Caleta o il Puig des Molins. Inoltre, una visita ai suoi mercatini hippy è d’obbligo.

Prezzi bassi suoi voli: l’offerta easyJet

La primavera è considerata bassa stagione, ciò significa che potrete organizzare il vostro viaggio alle Isole Baleari con un budget ridotto rispetto all’estate, soprattutto in destinazioni molto visitate come Maiorca e Ibiza. Inoltre, potete sfruttare anche le offerte sui voli, come quelle proposte dalla compagnia easyJet: con la promozione appena lanciata, potrete volare verso Maiorca, Minorca e Ibiza con voli a partire da 23,99 euro.

Alcuni dei voli più economici sono diretti a Palma di Maiorca e partono da Milano Linate (da 32,99 euro nel mese di giugno) e da Milano Malpensa (18,99 euro a maggio). Se invece volete volare a Ibiza, le offerte più convenienti partono ad aprile da Napoli, con biglietti da 27,99 euro, e a maggio da Milano Malpensa, con biglietti a partire da 18,99 euro.

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Canyon del Colca, il gigante delle Ande dove la Terra sussurra leggende

Se state organizzando un viaggio in Perù e volete inserire nel vostro itinerario qualche tappa meno conosciuta, vi consigliamo di scegliere il Canyon del Colca. Questo è uno dei canyon più profondi del mondo, in alcune zone persino più profondo del Grand Canyon, dove avrete l’opportunità di ammirare paesaggi spettacolari durante trekking che sono considerati a tutti gli effetti una delle esperienze incredibili da fare almeno una volta nella vita. Anche perché qui, oltre alle viste mozzafiato, è possibile avvistare il maestoso condor andino, uno degli uccelli più grandi al mondo.

Oltre a offrire esperienze naturali, il Canyon del Colca rappresenta anche un’opportunità per i viaggiatori che vogliono immergersi nella cultura del posto grazie alla presenza di villaggi tradizionali che ospitano diverse comunità indigene. Storia, natura, cultura, resti archeologici e tradizioni: ecco cosa vi aspetta se pianificherete un viaggio in questo gigante delle Ande.

Dove si trova il Canyon del Colca

Il Canyon del Colca si trova in Perù, a 160 chilometri dalla città di Arequipa, raggiungibile con un autobus in circa 3 ore e 45 minuti. Seppur possa essere visitato in ogni periodo dell’anno, il periodo migliore per organizzare il vostro viaggio va da maggio a ottobre/novembre. Con i suoi 3270 metri è considerato il secondo canyon più profondo al mondo ed è abitato da oltre 2000 anni dai discendenti degli Aymara, oggi conosciuti come Collaguas.

A questo luogo è legata anche una leggenda: gli Inca credevano che il fiume Majes potesse fluire nella Via Lattea. A causa di questa credenza locale, gli Inca ponevano doni e sacrifici per gli dei nel fiume e li lasciavano scorrere a valle.

Canyon del Colca: altitudine

Visitare il Canyon del Colca significa vivere un’esperienza unica nel suo genere, ma bisogna fare attenzione a una cosa: gli effetti dell’altitudine. Chivay, per esempio, si trova a 3632 metri e il mal di montagna rappresenta un rischio non poco comune tra i viaggiatori. I sintomi lievi che potreste avere includono stanchezza e affanno, mentre quelli più gravi sono mal di testa, vertigini, difficoltà a dormire, problemi respiratori, perdita di appetito, nausea e vomito.

Per questo motivo, consigliamo di prendervi il tempo necessario per organizzare il vostro viaggio attraverso un periodo di acclimamento: per dare al vostro corpo il tempo di abituarsi, soggiornate un paio di notti ad Arequipa, situata a un’altitudine di 2325 metri, prima di cominciare la vostra avventura al Canyon del Colca. Ricordatevi che, se non vi sentite bene, il miglior rimedio è tornare in un punto dove l’altitudine è minore.

Villaggio Canyon del Colca

Fonte: iStock

Il villaggio peruviano di Yanque

Cosa vedere e cosa fare nel Canyon del Colca

Dai villaggi dove l’atmosfera è ancora autentica agli avvistamenti dei condor, fino ai trekking dentro ai meandri più profondi del canyon. Solo leggendo cosa fare e cosa vedere nel Canyon del Colca vi renderete conto del perché è considerato uno dei luoghi più incredibili del mondo.

I villaggi tradizionali

Tra le colline terrazzate e i paesaggi agricoli vi imbatterete nei villaggi tipici, alcuni un po’ più turistici perché facilmente accessibili, e altri più autentici. Uno di questi è Chivay, punto di appoggio strategico per scoprire gli altri paesini della valle. Lasciatevi avvolgere dalle sue atmosfere: sedetevi in un punto e guardatevi attorno, davanti a voi troverete la vivacità del mercato e della piazza principale unita alle donne con indosso i vestiti tradizionali.

Partendo da Chivay potrete raggiungere il villaggio di Yanque dove, ogni mattina alle 7, un gruppo di danzatrici intrattiene i turisti interpretando una danza tradizionale. Qui, da vedere, c’è la Iglesia de la Inmaculada Concepción e un piccolo museo archeologico. Se invece cercate un’esperienza autentica, spingetevi oltre verso il villaggio di Cabanaconde, dove il Canyon del Colca comincia a essere molto più profondo.

Il punto panoramico dove avvistare i condor

C’è chi organizza un viaggio al Canyon del Colca solo per un motivo: avvistare il maestoso condor. Si tratta di un’esperienza emozionante perché qui, essendo presente una famiglia di condor andini che nidifica sull’affioramento roccioso, i visitatori, se sono fortunati, potranno vederli volteggiare a poca distanza dalle loro teste! Il tutto in uno scenario mozzafiato, con il belvedere che si affaccia su un precipizio alto 1200 metri e con vista sul Nevado Mismi che si erge sul lato opposto.

Il momento ideale per avvistarli è la mattina, tra le 8 e le 9, oltre che durante la stagione secca, in quanto i condor non volano con la pioggia.

Condor canyon colca Perù

Fonte: iStock

Il belvedere dove avvistare i condor

Trekking circondati da paesaggi pazzeschi

Al Canyon del Colca è possibile fare diversi trekking, alcuni facili e altri molto più difficili che richiedono una preparazione adeguata. Molti di questi, inoltre, vengono suddivisi in più giorni, come ‘El Clásico’, un percorso ad anello che richiede da due a tre giorni e comprende i tratti più belli della metà inferiore del canyon del Colca, tra Cruz del Cóndor e Cabanaconde.

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Toscana: trekking a Capo d’Arno e al Lago degli Idoli

La primavera è una delle stagioni predilette per chi vuole iniziare a riprendere il contatto con la natura al virare verso la bella stagione.

Con la dovuta cura e attenzione per le previsioni meteorologiche, le condizioni dei sentieri e l’equipaggiamento necessario, i mesi di aprile e maggio sono i migliori per frequentare le montagne del Centro Italia e l’Appennino.

I monti appenninici fra Toscana e Emilia-Romagna sono affascinanti e sottovalutati: grandi panorami, boschi secolari, sentieri per ogni gamba, per ogni grado di abilità e livello di allenamento.

In Toscana un’escursione ideale per aprire la stagione è quella che porta alla sorgente del fiume Arno, quello che bagna Firenze e Pisa e che è il più lungo e importante della regione. Capo d’Arno è il nome del luogo dove il corso d’acqua nasce, zampillando tra le rocce al riparo delle fronde di un fitto bosco di faggi sulle pendici del monte Falterona, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Si tratta di un percorso di trekking breve e alla portata di tutti, lungo poco più di cinque chilometri calcolando sia andata che ritorno per lo stesso tracciato, con una durata complessiva stimabile fra le tre ore e le tre ore e mezzo di cammino. Il dislivello altimetrico, in più, è presente ma non particolarmente significativo, il che la rende un escursione ideale per mettersi alla prova prima di affrontare qualche sentiero un po’ più tosto.

Oltre a scoprire il luogo immerso nella natura dal quale ha origine l’Arno, l’escursione permette di visitare anche un luogo pieno di fascino e storia come il Lago degli Idoli, un ameno stagno nelle cui profondità sono stati fatti eccezionali ritrovamenti.

Da dove parte l’escursione a Capo d’Arno

Escursione a Capo d'Arno e Lago degli Idoli

Fonte: Lorenzo Calamai

L’Arno muove i suoi primi passi dalle pendici del Monte Falterona

Per raggiungere l’avvio del sentiero che porta alla sorgente del fiume Arno, si deve raggiungere il paese di Castagno d’Andrea, amena frazione del comune di San Godenzo (FI), al confine tra Toscana e Romagna.

Composto di circa duecento abitanti, si trova a oltre 700 metri di altitudine in mezzo ai boschi di castagno che popolano i fianchi del monte Falterona. Castagno d’Andrea è una delle porte di accesso al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e vi ha sede il Centro visite.

Le sue grandi marronete, da tempo fonte di sostentamento autunnale e invernale fondamentali per gli abitanti del luogo, hanno determinato il nome del paese, noto come Castagno. Solo nel tempo si è composto l’appellativo di Castagno d’Andrea, ribaltando quello della più nota personalità che ha avuto i natali in questo angolo di Appennino, il pittore cinquecentesco Andrea del Castagno, uno dei protagonisti dell’arte rinascimentale tra Firenze e Venezia.

Castagno d’Andrea si trova a circa sette chilometri da San Godenzo, l’ultimo comune toscano prima del confine regionale, non lontano dal Mugello e dalla Valdisieve. Una volta giunti in auto a Castagno, seguendo una tortuosa strada in salita, si percorrono altri cinque chilometri circa per raggiungere la Fonte del Borbotto, intorno ai 1200 metri di altitudine. Qui, oltre alla salubre sorgente che dà il nome alla località, si trova anche un ampio bivacco, qualche area attrezzata con tavoli da pic-nic e si diramano diversi sentieri.

Quello da percorrere è il sentiero CAI numero 17, ben segnalato dai continui segnavia bianchi e rossi marchiati su alberi e rocce e dalla non rara cartellonistica in legno.

Capo d’Arno

Escursione a Capo d'Arno e Lago degli Idoli

Fonte: Lorenzo Calamai

La faggeta in primavera attorno al sentiero per Capo d’Arno

Il sentiero si snoda in un elegante bosco di faggi, che si ergono altissimi, in competizione per la luce solare. Si dice che da questi boschi sia stato portato a Firenze, tramite zattere lungo il corso dell’Arno, il legname che è servito per costruire la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

In primavera la faggeta dà il meglio di sé: le foglie morte dell’inverno giacciono a terra in un tappeto bruno, mentre sui rami degli alberi sono comparse le nuove fronde dal colore verde chiaro, brillante. Il silenzio attornia il viandante mentre si sale per poco più di un chilometro, fino a raggiungere il cosiddetto Varco delle Crocicchie, ovvero il crinale tra le vette del monte Acuto e del monte Falterona.

Il percorso scende poi in maniera graduale e leggera fino ad arrivare a Capo d’Arno, la sorgente da cui nasce il fiume più lungo della Toscana. Qui il Club Alpino Italiano ha affisso una lapide su cui sono incisi i versi della Commedia di Dante, che nel Purgatorio scrive: “Per mezza Toscana si spazia/un fiumicel che nasce in Falterona,/e cento miglia di corso nol sazia.”

Capo d'Arno

Fonte: Lorenzo Calamai

L’acqua dell’Arno zampilla tra le rocce sotto il cartello che annuncia il luogo

Il sentiero 17 si arresta qui. Si prosegue ancora per qualche minuto in pianura seguendo i segni del sentiero numero 3, che porta sulla cima del monte Falterona passando per il Lago degli Idoli.

Il Lago degli Idoli

Quando la faggeta si apre in una ampia radura, con un prato verde al cui centro sorge uno stagno rotondo siete arrivati al Lago degli Idoli.

Oltre a essere il luogo ideale per un pic-nic che possa ristorarvi dalla camminata, grazie ai tavolini attrezzati e al bivacco presente, si tratta anche di un posto dalla storia estremamente affascinante.

Fino alla metà dell’Ottocento lo stagno era noto come Lago di Ciliegiata. Questa zona immersa nei boschi era allora ancora terreno di pascolo e allevamento, almeno fino a quando una giovane mandriana non trovò nei pressi del laghetto una antichissima statua votiva in bronzo. Raffigurava Ercole, e fu datata al 450 a.C.

Lago degli Idoli Capo d'Arno

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Lago degli Idoli

Fu l’inizio di una scoperta archeologica sensazionale: sul fondo del lago vennero ritrovate migliaia di statuette, centinaia di frammenti di bronzo utilizzati per la preghiera e centinaia di punte di freccia. La stragrande maggioranza dei manufatti era di origine etrusca, popolo noto per la lavorazione dei metalli che aveva dunque, molto probabilmente, eletto a luogo sacro quello che da allora è divenuto noto come Lago degli Idoli.

La maggior parte dei reperti trovati sono oggi conservati al Museo Archeologico del Casentino Piero Albertoni di Bibbiena, di cui costituiscono una delle principali attrazioni.

La storia antichissima del Lago degli Idoli conferisce a questo luogo un’aura di mistero e di fascino, accentuata dal silenzio e dal vento che spira tra le foglie dei faggi.

Il ritorno alla Fonte del Borbotto può avvenire ripercorrendo la strada dell’andata o completando un anello, più lungo e duro, che passa dalla vetta del monte Falterona (1654 metri) e scende attraverso il sentiero numero 16.

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Marche: la Via delle Cascate Perdute di Sarnano

Come una cittadella di pietra, Sarnano si staglia, arroccata sulla vetta di un colle al centro di una valle popolata da ampi pascoli e campi coltivati e fitti boschi. Sullo sfondo le austere cime dei Monti Sibillini fanno bella mostra di sé.

Un territorio che si risveglia in primavera dal proprio torpore invernale, ripopolandosi di verde man mano che la stagione avanza. La zona meridionale delle Marche, dove si trova Sarnano, è una destinazione ideale per il ritorno del clima più propizio alle attività nella natura: alla visita di un borgo medievale dalla storia affascinante e con un grande patrimonio architettonico e artistico consente infatti di abbinare un percorso di trekking alla scoperta di alcune splendide cascate formate dai torrenti che percorrono la valle.

La chiamano la Via delle Cascate Perdute, un itinerario alla portata di tutti, che si compie agevolmente in mezza giornata e che prende le mosse dal centro storico di Sarnano per inoltrarsi nelle vicinanze e portare alla scoperta dei tesori di acqua dolce nascosti tra pietre, querce e faggi.

Il borgo medievale di Sarnano

Sarnano sorge a ridosso delle vette dei Monti Sibillini, in una sorta di culla tra le colline, con le sue torri medievali che svettano in cima al colle a oltre 500 metri di altitudine dov’è seduta.

Il centro storico della cittadina è tutto edificato in pietra cotta, donando un aspetto peculiare al borgo, con le mura degli edifici nelle tonalità dell’ocra e dell’arancio.

Una volta che si entra nel centro del borgo, la cosa migliore da fare è perdersi fra i labirintici vicoli lastricati che salgono e scendono questo piccolo capolavoro del Medioevo, in un alternarsi di diversi livelli fra piazzette, scorci e scalinate.

La Piazza Alta è il cuore della Sarnano medievale, animata dalle sagome del basso Palazzo dei Priori, la bella torre del Palazzo del Popolo (oggi trasformato in teatro),  il Palazzo del Podestà e la Chiesa di Santa Maria Assunta con i suoi affreschi.

Scorcio del borgo di Sarnano nelle Marche

Fonte: iStock

Piazzette, scale, vicoli: la meraviglia medievale del centro storico di Sarnano

Da qui le vie del borgo scendono come cerchi concentrici fino ad arrivare alla base del colle, dove si è poi sviluppata la Sarnano contemporanea. La perfetta conservazione e la cura con cui viene mantenuto il centro storico permette di entrare appieno nell’atmosfera medievale del luogo: costituitosi come libero comune a metà del Duecento, Sarnano ha conservato la fierezza delle proprie origini e le sfoggia ancora con orgoglio.

Se il borgo è completamente costruito in pietra, i dintorni del paese offrono invece un ritorno alla natura, con una grande quantità di attività outdoor a portata di mano. Percorsi ciclistici, sentieri escursionistici, avventure in parapendio, terme naturali: chi più ne ha, più ne metta.

La Via delle Cascate Perdute

La Via delle Cascate Perdute di Sarnano è un percorso escursionistico di livello molto semplice, lungo circa sei chilometri, che parte dal centro del borgo e conduce per una passeggiata per lo più pianeggiante a tre splendidi, potenti e affascinanti salti che il torrente Tennacola compie nelle vicinanze del paese.

Il tempo di percorrenza dell’intero sentiero, aperto nel 2020, è di poco meno di un paio d’ore, al quale aggiungere il tempo di permanenza presso ciascuna cascata, che offre a suo modo il proprio spettacolo.

Il percorso parte da Piazza Perfetti, ai piedi del centro storico, e unisce tre cascate: la Cascata dell’Antico Mulino, Lu Vagnatò e le Cascatelle di Sarnano. Gli escursionisti più brillanti possono inoltre proseguire per raggiungere due altre cascate, poco più lontane: le Pozze dell’Acquasanta e la Cascata del Pellegrino.

Il bel sentiero, che si snoda tra boschi e campagna, per raggiungere queste due ultime destinazioni richiede ulteriori due ore di cammino, una per l’andata e una per il ritorno.

La Cascata dell’Antico Mulino

La Cascata dell'Antico Mulino a Sarnano

Fonte: Lorenzo Calamai

La Cascata dell’Antico Mulino a Sarnano

La prima cascata che si incontra lungo la Via delle Cascate Perdute è forse anche la più suggestiva. Ci si giunge rapidamente, in appena dieci minuti di camminata, lasciandosi alle spalle il centro storico di Sarnano e dirigendosi verso est.

Nei pressi degli edifici scolastici della cittadina, una lingua d’asfalto scende verso il basso e si inoltra in una rada boscaglia: dopo poche decine di metri, improvvisamente, l’aria si fa umida e il rumore dell’acqua si fa notare. I ruderi di un antico mulino, da cui il nome della cascata, sono avvolti dalla vegetazione a fianco del sentiero.

Quando la traccia piega verso destra, ecco che si apre allo sguardo la possente conca della doppia cascata del torrente Tennacola: una passerella in legno conduce alla spiaggetta di fronte alla polla d’acqua formata dal salto, che si abbatte con tutta la sua potenza dall’alto di una dozzina di metri.

La Cascata Lu Vagnatò

Cascata Lu Vagnatò sulla Via delle Cascate Perdute Sarnano Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Lu Vagnatò

Il sentiero che collega la Cascata dell’Antico Mulino a Lu Vagnatò si percorre in circa mezz’ora.

Dopo aver superato un ponticello e sceso una scalinata in legno che porta sul letto del torrente, si arriva al cospetto di questo bel salto. Luogo di balneazione e refrigerio durante l’estate, in primavera sfoggia tutta la propria potenza.

In passato le lavandaie sarnanesi utilizzavano questo tratto del torrente per lavare i panni, come testimonia l’antica vasca che campeggia in fondo al sentiero.

Le Cascatelle di Sarnano

Cascatelle di Sarnano Via delle Cascate Perdute Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Le Cascatelle di Sarnano

Con un’altra mezz’ora di cammino si arriva fino alle Cascatelle di Sarnano, in località Romani. Si raggiungono seguendo il corso del torrente, con il sentiero che si snoda lungo le anse del Tennacola, prima che imbocchi una strada bianca. Da qui si giunge all’imbocco dell’ultimo tratto di percorso per arrivare al luogo.

Per arrivare alle Cascatelle si deve risalire il corso del torrente proprio sul bordo del suo letto nel tratto finale, inoltrandosi nel bosco. Qui tutto diventa acquatico: il rombo della cascata in sottofondo, l’acqua nebulizzata che rende umida l’aria che si respira, il torrente che corre sulle rocce e le leviga.

È la destinazione più selvaggia delle tre previste dal percorso e l’atmosfera che la cascata regala è davvero profondamente silvana, tra muschi e tronchi contorti.

Le cascate bonus: le Pozze dell’Acquasanta e la Cascata del Pellegrino

Dalle Cascatelle si può tornare al centro di Sarnano in appena una mezz’oretta, accorciando il percorso fatto all’andata. Per chi però non è stanco di esplorare questo splendido contesto naturale all’ombra dei boschi e tra il fluire dell’acqua dolce, c’è la possibilità di allungare l’escursione fino a una ultima destinazione.

Tra sentieri comodi, larghe strade bianche e tracce ben segnalate nel bosco, il percorso prosegue fino alle Pozze dell’Acquasanta. Non si tratta di una vera e propria cascata, ma di una serie di piccoli balzi che il torrente Acquasanta, affluente del Tennacola, compie in una zona dove la sua azione erosiva finisce per creare delle marmitte dei giganti, profonde polle d’acqua.

Panorama monti sibillini Sarnano Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Tornando a Sarnano dalle Pozze dell’Acquasanta il panorama regala scorci splendidi sui Sibillini

La caratteristica saliente delle Pozze dell’Acquasanta è che le acque del torrente provengono dalle vette innevate dei Sibillini, e sono pertanto estremamente pure e cristalline. In estate il corso d’acqua viene presto prosciugato dal caldo, lasciando a testimonianza solo alcune cavità molto profonde riempite di acqua incredibilmente chiara, che lascia intravedere il fondale. In primavera, invece, lo scenario è ancora più bello perché il torrente è vivo, e si formano una serie di rapide e cascatelle tra una marmitta e l’altra.

A cinque minuti dalle Pozze dell’Acquasanta, tramite un breve sentiero, si arriva alla Cascata del Pellegrino, alimentata dall’omonimo fosso. Si tratta di un salto non molto alto ma estremamente suggestivo per come l’acqua ha scavato in maniera particolare le rocce.

Dalle Pozze dell’Acquasanta il ritorno al centro storico di Sarnano comporta circa un’ora e quarantacinque minuti.c

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Korouoma Canyon, come visitare le cascate di ghiaccio in Lapponia

Nei dintorni di Rovaniemi c’è un posto incantato in cui poter osservare le cascate di ghiaccio: siamo nella Lapponia finlandese, precisamente a Korouoma, un canyon lungo 30 km e profondo circa 130 metri, al confine tra Posio e Ranua. Questa valle affascinante ci dà la possibilità di ammirare le cascate di ghiaccio: il territorio è unico nel suo genere, una tappa imperdibile per tutti coloro che hanno in programma un viaggio nelle sue vicinanze.

Korouoma Canyon, cosa sapere prima di visitarlo

Korouoma, il canyon e la cascata

Fonte: iStock

Korouoma Canyon, la cascata

Prima di parlare di cosa vedere e cosa fare nel canyon di Korouoma, diamo un po’ di informazioni per godersi il soggiorno in Lapponia nel migliore dei modi: questa riserva naturale protetta si estende per 30 km ed è antichissima. Un territorio dalla conformazione geografica che racconta una storia lunga milioni di anni: durante l’inverno, dà il suo massimo, con le famose cascate di ghiaccio che tolgono il fiato.

Impressionanti e imponenti, è naturalmente possibile prevedere di visitare il luogo con una visita guidata, per scoprire i punti panoramici (o per concedersi uno spuntino intorno al fuoco, attività imperdibile). Per gli escursionisti, significa mettersi (davvero) alla prova, non a caso turisti da tutto il mondo scelgono di visitare il parco, per scoprire specie rare, avvistare tracce di lupi, alci o renne, accendere un fuoco da soli e scoprire la vita nell’Artico. Tutte attività che arricchiscono il bagaglio culturale, ma anche esperienziale e che rafforzano la tempra.

Come raggiungere il canyon di Korouoma

Il consiglio che diamo è di prenotare un tour, che di solito vengono organizzati in pochi gruppi di persone per promuovere una forma di turismo sostenibile e responsabile (talvolta i tour vengono personalizzati sulla base delle esigenze delle persone, proprio perché sono attività pensate per mostrare davvero la vita nel territorio).

Siamo a 110 km a sud-est di Rovaniemi: per arrivare al canyon di Korouoma, bisogna dunque prendere la strada 81 – Rovaniementie e proseguire verso Posio, per 100 km. Già durante il viaggio abbiamo l’opportunità di ammirare il panorama, la vita nell’Artico: lo svincolo per il canyon è segnalato, da lì è poi possibile iniziare l’escursione. Il sentiero ad anello porta infatti al punto di partenza. I tour hanno una durata prevista di circa 7 ore, in ogni caso.

Cosa vedere nel canyon di Korouoma

Il paesaggio innevato del canyon di Korouoma

Fonte: iStock

Il paesaggio innevato del canyon di Korouoma

Questo magnifico territorio sorge in una vallata alta 100 metri circa, scavata dal fiume Korojoki: è proprio il suo corso a formare le cascate Jaska Jokunen, Mammuttipotuous e Ruskea Virta. Le temperature in inverno scendono di diversi gradi sotto lo zero, pertanto è indispensabile farsi trovare preparati con abbigliamento adeguato (è anche consigliabile essere allenati prima di intraprendere uno dei sentieri di trekking disponibili all’interno del parco). Roccioso, impressionante e imponente, è il modo migliore per scoprire la natura maestosa del Circolo Polare Artico, una sorta di ritiro “wild” in cui essere a contatto con la natura selvaggia. Ed è naturalmente importante portare con sé uno zaino con tutto l’occorrente per affrontare questa escursione che rimarrà indelebile nella mente di chi la vivrà in prima persona.

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Laghi di montagna in Trentino-Alto Adige, i tesori nascosti tra le Alpi

Il Trentino-Alto Adige, si sa, è uno scrigno ricco di meraviglie naturali tutte da esplorare. Tra le cime più celebri dell’arco alpino sono incastonati come diamanti tanti piccoli e grandi laghi: distese d’acqua cristallina che cambiano aspetto con lo scorrere delle stagioni.

Se siete amanti del trekking, delle avventure in mountain bike, oppure cercate un’oasi di pace in cui rilassarvi e da raggiungere facilmente in auto, ecco una selezione di alcuni dei laghi del Trentino più belli da raggiungere.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili in auto

Se viaggiate in famiglia con bambini o volete raggiungere facilmente in auto uno degli splendidi laghi del Trentino-Alto Adige, ecco alcune mete da non perdervi per rilassarvi sulle rive, avventurarvi in sport acquatici o camminare a passo lento nella natura incontaminata.

Lago di Cei

Altitudine: 918 m s.l.m.

Sembra uscire direttamente da un dipinto di Monet, il Lago di Cei. Situato a Villa Lagarina, a mezz’ora d’auto da Trento, nel cuore dell’area protetta di Pra dell’Albi–Cei, questo specchio d’acqua incanta con le sfumature della vegetazione che lo abbraccia, tra faggi, canneti ed iris blu che fioriscono quando scoppia la primavera. A sorvegliarlo c’è la catena dei monti Stivo, Cornetto e Bondone. In ogni stagione cambia il proprio abito, passando dal foliage ai colori vividi dell’estate, fino alla candida neve che lo ricopre in inverno. Il Lago di Cei è perfetto per un break dalla vita quotidiana in un ambiente tranquillo immerso nella natura.

Come arrivare: in auto, da Rovereto si attraversano i paesi di Villa Lagarina, Pedersano e Castellano, seguendo la SP 20 fino al lago, dove sono presenti tre parcheggi gratuiti dove poter lasciare la macchina. Da Trento, si prosegue verso sud, attraversando prima Mattarello e poi Aldeno. Da lì si prosegue sulla SP 20 fino al lago.

Quando andare: il Lago di Cei è una meta adatta a ogni stagione.

Lago di Ledro

Altitudine: 655 m s.l.m.

Il Lago di Ledro è un piccolo gioiello incastonato tra le montagne del Trentino, a solo 30 minuti da Riva del Garda. È una meraviglia non solo per le sue acque cristalline, ma anche per la sua importanza archeologica: un abbassamento del livello di acqua, nel 1929, ha riportato alla luce i resti di un antico villaggio di palafitte risalente a 4.000 anni fa, che oggi è Patrimonio dell’Unesco e visitabile (è aperto quasi tutto l’anno, tranne nei mesi di gennaio e febbraio).

Questo bacino lacustre è ideale per famiglie e coppie che cercano un’oasi di tranquillità nella natura incontaminata, con le sue quattro spiagge (una è animal friendly), e per chi ama fare trekking con percorsi facili e alla portata anche dei meno esperti, come il giro della Madonnina di Besta, che raggiunge la statua su uno spuntone di roccia dal quale si gode di una vista unica al mondo. Non mancano attività come il windsurf, la vela e la canoa.

Lago di Ledro, in Trentino-Alto Adige

Fonte: iStock

Lago di Ledro, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, arrivando dal Trentino si esce a Rovereto Sud della A22 e si percorrere la statale del Garda fino a Riva del Garda. Da lì si attraversa la lunga galleria che porta in Valle di Ledro e al lago. Arrivando da Milano, si percorre la A4 e si esce a Brescia Est, per poi seguire le indicazioni per Madonna di Campiglio. A Storo si prosegue per Valle di Ledro. In treno, invece, si scende alla stazione di Rovereto e da lì si proseguire con uno dei bus di linea che portano quotidianamente al lago.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, anche se il periodo migliore per potersi rilassare sulle sue spiagge è l’estate.

Lago di Molveno

Altitudine: 864 m s.l.m.

Tra i laghi più belli d’Italia c’è sicuramente il Lago di Molveno, immerso nel Parco Naturale Adamello Brenta, a soli 40 km da Trento. Lo diceva anche il poeta Antonio Fogazzaro che questo specchio d’acqua era una “preziosa perla in più prezioso scrigno”. In effetti, la vista su questo lago alpino è una vera cartolina, con le Dolomiti del Brenta a fare da cornice. Le sue acque cristalline e i servizi che qui vengono offerti l’hanno reso più volte il lago più bello e più pulito d’Italia, riconoscimento ricevuto da Legambiente e dal Touring Club Italiano.

Dalla canoa al SUP, fino ai percorsi di trekking attorno al lago e alla possibilità di fare piacevoli pic-nic sulle sue rive, il Lago di Molveno è una destinazione adatta a tutti, dalle famiglie con bambini (la grande spiaggia ha anche l’acqua park) ai gruppi di amici, fino a chi viaggia in solitaria e vuole vivere una giornata all’insegna dell’avventura. Non mancano altre attrazioni: pista per le mountain bike, campo da tennis, barche e pedalò a noleggio. In inverno, il Lago di Molveno si tinge di bianco ed è disponibile una pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Da maggio ad ottobre apre anche la funivia panoramica, che permette di salire fino all’Altopiano di Pradel, il punto dal quale partire per lunghe camminate tra le Dolomiti, oppure in cui fare divertenti discese con lo slittino in inverno.

Come arrivare: in auto, si percorre la A 22 (Autostrada del Brennero) e si esce a Trento Nord per proseguire verso Mezzolombardo e seguire le indicazioni per Fai della Paganella, Andalo e Molveno (dista circa 25 km). Il lago è ben servito anche con i mezzi pubblici: da Trento di può raggiungere Mezzocorona con l’autobus della linea 751 e da lì arrivare al Lago di Molveno con la linea 611 (tutte le linee e gli orari sono disponibili sul sito di Trentino Trasporti). In alternativa, si può prendere il treno Trento-Mezzocorona e poi proseguire con il bus.

Quando andare: il Lago di Molveno è un’ottima meta per ogni stagione dell’anno.

Lago di Braies

Altitudine: 1.496 m s.l.m.

Non ha bisogno di troppe presentazioni il Lago di Braies, uno degli specchi d’acqua più famosi e incantevoli del Belpaese. Situato nell’omonimo comune, in Alta Pusteria e a circa 97 km da Bolzano, il gioiello delle Dolomiti con le acque dai colori cangianti è una meta ambita da molti escursionisti e appassionati di nordic walking, soprattutto nel periodo estivo (per questo è consigliato evitare i weekend e gli orari di punta, meglio raggiungerlo alle prime luci del mattino). Nei dintorni si possono fare lente passeggiate ed escursioni con diversi livelli di difficoltà, oppure si può noleggiare una barca a remi per un romantico giro del lago.

Lago di Braies

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Lago di Braies, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, si percorre la A 22 per Bressanone, poi la E 66 per Brunico e infine la SS 49 Val Pusterla per San Candido. Da Monguelfo si svolta a destra per il lago. Il parcheggio è sempre a pagamento. Con i mezzi pubblici si può prendere il bus da Dobbiaco, Villabassa o Monguelfo.

Quando andare: ogni stagione è perfetta per raggiungerlo, ma la primavera e l’autunno sono periodi meno affollati e regalano sfumature di colori emozionanti.

Lago di Misurina

Altitudine: 1.754 m s.l.m.

Il Lago di Misurina è la “Perla delle Dolomiti” situata nel Cadore, in provincia di Belluno. Meraviglioso e dalle proprietà terapeutiche grazie al suo microclima salubre, questo specchio d’acqua cambia aspetto dall’inverno, quando si ghiaccia completamente divenendo una grande pista di pattinaggio, alla primavera, quando i profumi e i colori della vegetazione lo avvolgono piacevolmente.

Ottimo punto da raggiungere per amanti del trekking, grazie ai diversi sentieri che si snodano attorno alle sue rive, come quello che porta fino alle Tre Cime di Lavaredo (strada che porta anche al Lago di Antorno) o al Rifugio Auronzo. A est del lago si trovano invece gli impianti di risalita e la catena dei Cadini di Misurina. I più romantici possono noleggiare una barca a remi o un pedalò per esplorare il lago da una prospettiva nuova.

Lago di Misurina

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Lago di Misurina, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, si segue la A27 Venezia/Belluno, la Modena/Brennero o la A 23 Palmanova/Tarvisio e si prosegue sulla la SS 51 e SS 52 fino ad Auronzo di Cadore. Si raggiunge anche facilmente anche dalla Valle di Landro e da Cortina d’Ampezzo. Sono disponibili diversi parcheggi a pagamento. Con i mezzi pubblici, partendo da Cortina si prende uno degli autobus di Dolomiti Bus che portano al lago.

Quando andare: il Lago di Misurina è perfetto in ogni stagione, dall’estate all’inverno.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili a piedi o in mountain bike

Avventura e sport si uniscono per coloro che amano fare trekking in alta quota o viaggiare su due ruote con una mountain bike. Ecco alcuni dei più affascinanti laghi da raggiungere seguendo diversi sentieri facili che permettono di vivere la magia delle montagne italiane a 360°.

Lago delle Stellune

Altitudine: 2.198 m s.l.m.

Nel cuore del Lagorai, nel comune di Castello-Molina di Fiemme (Trento), spicca tra le vette il Lago delle Stellune, una splendida meta da raggiungere a passo lento. Sulle sue acque si riflettono Cima delle Buse e Cima Stellune, ricreando un paesaggio da cartolina incantevole punteggiato dai resti di fortificazioni militari risalenti al conflitto 1915-1918.

Come arrivare: uno dei percorsi che raggiungono il Lago delle Stellune prevede di prendere la strada del Passo Manghen (sul versante Val di Fiemme) e, arrivati al Ponte delle Stue, di imboccare la forestale (sentiero 318). Si passa per la Malga Stue Bassa, la Malga Stue Alta, poi la Malga Cazzorga (m.1845) e infine la Malga delle Stellune. Dopo 2 ore e mezza si arriva al lago.

Quando andare: il periodo consigliato va da dicembre ad aprile, quando il paesaggio è completamente innevato.

Lago di Antermoia

Altitudine: 2.501 m s.l.m.

Incastonato in una conca nel massiccio del Catinaccio, il Lago di Antermoia è una meta incantevole per tutti gli amanti delle camminate ad alta quota. Situato nel cuore delle Dolomiti della Val di Fassa questo specchio d’acqua di origine glaciale è protagonista di diverse leggende che riguardano misteriosi incontri tra streghe, mentre le rocce grigie e l’assenza di vegetazione danno vita a un paesaggio che sembra appartenere alla Luna.

Lago Antermoia, in Trentino-Alto Adige

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Lago Antermoia, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: tra le varie vie che portano al Lago di Antermoia, troviamo i sentieri 546 e 584, che partono da Pera di Fassa e attraversano la Val di Vajolet e il passo di Antermoia, oppure i sentieri e 579 e 580, che partono da Pera e da Mazzin di Fassa e attraversano la val Udai.

Quando andare: il periodo consigliato per fare escursioni al Lago di Antermoia va da fine giugno a fine settembre.

Lago Nambino

Altitudine: 1.765 m s.l.m.

Le Dolomiti di Brenta sullo sfondo, un lago da cartolina e un ambiente naturale fiabesco con foreste rigogliose di abeti rossi: il Lago Nambino è una meta tra le più amate del Trentino-Alto Adige, incastonata tra le montagne del Gruppo della Presanella. Gli appassionati di trekking e delle avventure in mountain bike lo amano: tra i vari percorsi che lo raggiungono c’è anche il famoso Giro dei cinque laghi di Madonna di Campiglio. In questo panorama, un rifugio caratteristico è aperto tutto l’anno per accogliere gli avventori (si può anche pernottare).

Lago Nambino in Trentino-Alto Adige

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Lago Nambino, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: due percorsi portano al Lago Nambino. Uno parte dal parcheggio di Patascoss, poco sopra Madonna di Campiglio: una camminata di 45 minuti su un sentiero pianeggiante che attraversa il bosco e sbuca proprio sullo specchio d’acqua. L’altro percorso, adatto alle famiglie con bambini, parte da Piana Nambio e in mezz’ora porta al lago. l caratteristico rifugio è sempre aperto (anche in inverno) ed offre l’opportunità di pernottare in un ambiente davvero magico.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, ogni stagione trasforma il paesaggio. In inverno è bene informarsi previamente sulla quantità di neve presente.

Lago Scuro

Altitudine: 2.663 m s.l.m. 

Non solo il fascino della natura incontaminata, ma anche la forte componente storica caratterizzano il Lago Scuro, nel comune di Strembo (provincia di Trento), in val Genova. Chiamato anche Lago Scuro al Mandrone, questo specchio d’acqua profondo 30 metri e ricoperto di ghiaccio già dal tardo autunno, è incastonato tra ripide pareti rocciose che compongono un ambiente lunare con vista sulle vette dell’Adamello. Inoltre, si trova lungo il sentiero attrezzato Trincee Cresta Presena: un percorso che permette di ammirare, camminando, vecchie trincee, baracche, resti di armi e rotoli di filo spinato, testimonianze della Prima Guerra Mondiale qui combattuta. I sentieri raggiungono anche il Laghetto Cima Zigolon (2.819 m) e il Laghetto Scuro di Mandrone (2.734 m), oltre allo storico rifugio in cui poter sostare.

Come arrivare: da Trento (che dista 78 km) si può raggiungere in auto la Val di Genova (è previsto il pagamento di un pedaggio per l’accesso), nella quale si seguono le indicazioni per malga Sadole, dove c’è un grande parcheggio. Da lì si prende la strada sterrata che porta al rifugio Bedole e poi si prende il sentiero 212, abbastanza ripido inizialmente, ma poi diventa più dolce oltre i 2.100 metri. Si passa davanti al museo del Centro Studi Adamello e ad una splendida chiesetta. Infine, si raggiunge il rifugio al Mandrone (2.442 m). A destra del rifugio si prende il sentiero 209, in salita, che porta al Lago Scuro in un’oretta di camminata.

Quando andare: è preferibile raggiungere il Lago Scuro nei mesi meno freddi. Controllare sempre le previsioni meteo prima di partire.

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Laghi di montagna in Piemonte, mete d’incanto per gite fuori porta tutto l’anno

Nell’Italia nord-occidentale, la regione Piemonte regala paesaggi pittoreschi abbracciati dalle Alpi nei quali immergersi assaporando le prelibatezze enogastronomiche della tradizione. Proprio qui, la natura ci regala luoghi da favola da raggiungere in qualsiasi periodo dell’anno, in auto o camminando a passo lento per coglierne ogni sfumatura.

Parliamo dei laghi di montagna, piccole e grandi perle turchesi incastonate tra le vette innevate o nelle valli verdeggianti, ottime mete per il trekking, per escursioni dedicate agli appassionati di mountain bike o per trascorrere semplicemente piacevoli momenti di relax lungo le loro rive. Scopriamo quali sono i laghi di montagna più incantevoli da raggiungere per la prossima gira fuori porta in Piemonte.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili in auto

In Piemonte esistono diversi laghi di montagna meravigliosi da poter raggiungere per disconnettersi dalla vita quotidiana e riprendere un contatto autentico con la natura, durante una gita fuori porta o un weekend in famiglia o in coppia. Contraddistinti da panorami tanto affascinanti da togliere il fiato quando si aprono davanti ai nostri occhi, vediamo i laghi più belli della regione più occidentale d’Italia da raggiungere comodamente in auto.

Lago di Antrona

Altitudine: 1.073 m s.l.m.

In provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il Lago di Antrona è il bacino naturale più spettacolare. A originarlo è stata una frana, nel 1642, che ha interrotto il corso del torrente Troncone, distruggendo anche l’antico abitato di Antrona. Immerso nella natura più incontaminata, il lago è balneabile ed è quindi perfetto da raggiungere per rinfrescarsi nelle giornate afose estive. Al Lago di Antrona sono diverse le attività che si possono svolgere, dai picnic all’aria aperta alle suggestive camminate intorno al bacino che permettono di ammirare la meravigliosa cascata del Sajont.

Chi vuole esplorarne i dintorni, può seguire i cartelli che conducono in 40 minuti al vicino Lago di Campliccioli, e in 10 km al Lago dei Cavalli del Parco Naturale della Valle Antrona.

Lago di Antrona in Piemonte

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Lago di Antrona, Piemonte

Come arrivare: in auto si prende l’autostrada A26 in direzione Gravellona Toce e si prosegue verso il confine di Stato – Sempione, prendendo l’uscita di Villadossola. Si seguono poi le indicazioni per Val Antrona e il borgo di Antrona Piana, fino a raggiungere il lago, dove si può lasciare l’auto in uno dei parcheggi gratuiti presenti.

Quando andare: accessibile tutto l’anno, ma il periodo migliore è quello che va da maggio a ottobre.

Lago di Malciaussia

Altitudine: 1.805 m

Tra le vette alpine in provincia di Torino, spicca un lago artificiale tra i più apprezzati del Piemonte, soprattutto nel periodo estivo: il Lago di Malciaussia. Si trova nella Valle di Viù, nell’omonima frazione del comune di Usseglio, ed è un vero gioiello perfetto da raggiungere in auto per cercare frescura nei periodi più assolati dell’anno. In inverno, invece è raggiungibile solo a piedi o con le ciaspole. Sulle sue rive sono presenti tavoli, postazioni barbecue, bagni gratuiti e un bar/hotel, servizi che lo rendono un’ottima destinazione per una giornata fuori porta.

Lago di Malciaussia, in Piemonte

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Lago di Malciaussia, Piemonte

Come arrivare: in auto, si percorre prima la SP 1 e poi da Lanzo Torinese la SP32 fino al borgo di Margone. Da lì si seguono le indicazioni per il lago, che si trova a circa 5 km, sempre sulla SP 32 (questa strada è aperta solitamente solo da maggio ad ottobre per via della neve). In inverno, si può proseguire a piedi o con le ciaspole da Margone per raggiungere il lago.

Quando andare: in auto da aprile a settembre (l’ultimo tratto di strada infatti chiusa per la neve da ottobre a maggio), ma è raggiungibile tutto l’anno, anche in inverno quando il paesaggio si tinge di bianco.

Lago di Ceresole

Altitudine: 1.556 m s.l.m.

In Valle Orco, nel cuore del Parco del Gran Paradiso, il Lago di Ceresole è una meta ideale per chi ama l’avventura: nelle acque di questo lago alpino, tra i più apprezzati del Piemonte, ci si può cimentare nel windsurf e nella vela, oltre ad esplorarne i dintorni seguendo i percorsi di trekking che circondano lo specchio d’acqua, per lo più pianeggianti e adatti a tutti (e in inverno è possibile anche praticare sci di fondo intorno al lago).

Si trova a Ceresole Reale, in provincia di Torino (dista circa 84 km dalla città), e vi si arriva comodamente in automobile o con i mezzi pubblici, quindi è perfetto per tutti coloro che cercano un lago da raggiungere facilmente e in poco tempo.

Lago di Ceresole in Piemonte

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Lago di Ceresole, Piemonte

Come arrivare: in auto, si prende l’Autostrada A5 della Valle d’Aosta. Se se si viene da Torino si prende l’uscita San Giorgio. Da lì si prosegue sulla Provinciale che passa da Castellamonte e arriva a Salto, e poi la SP 460 fino a Ceresole Reale. Se si viene da Aosta o Milano, invece, si esce a Ivrea e si prosegue sulla SS 565 fino a Castellamonte e da lì si segue la stessa strada di chi proviene da Torino.

Con i mezzi pubblici, si prende un treno da Torino (linea Pont Canavese – Rivarolo Canavese – Chieri), si scende a Pont Canavese e da lì si prende uno degli autobus verso Ceresole Reale (Linea 137, Rivarolo-Pont-Ceresole).

Quando andare: i periodi migliori per raggiungere il Lago di Ceresole comprendono la fine della primavera, l’estate e l’autunno.

Lago di Orfù

Altitudine: 1.060 m s.l.m.

Piccolo gioiello in Alta Valle Susa, il Lago di Orfù, conosciuto come Lago di Gad, si trova nella frazione Gad di Oulx (provincia di Torino). È uno splendido bacino artificiale che dal 2014 è gestito da un’associazione locale che ne valorizza le sue bellezze, riattivando la pesca sportiva e un percorso naturalistico. Un’ottima meta da raggiungere a poco più di un’ora da Torino per passare piacevoli momenti in famiglia o tra amici. Infatti, il lago è molto ben attrezzato con bar, servizi igienici, area pic-nic con barbecue (affitto a 5 euro al giorno), tavoli (da affittare a 10 euro al giorno) e spiaggia attrezzata (anche qui si noleggiano lettini). Non mancano i divertimenti, con noleggio di pedalò e barche a remi, parco giochi per i più piccoli e campo da beach volley. In ogni caso, è consigliato prenotare in anticipo.

Inoltre, si può partecipare ad escursioni con guide naturalistiche, a laboratori per bambini, oppure a serate dedicate all’osservazione delle stelle o alla musica dal vivo con concerti sulle sponde dal lago.

Come arrivare: in auto, si esce dall’autostrada A 32 (Autostrada del Frejus o Torino-Bardonecchia) e si esce a Oulx Est, si svolta poi a sinistra prendendo una strada sterrata che in pochi minuti porta al lago. A piedi, partendo dal paesino di Gad, lo si può raggiungere percorrendo il Sentiero dei Franchi, mentre in mountain bike si segue l’apposita pista ciclabile.

Quando andare: il periodo migliore va dalla primavera all’autunno.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili a piedi o in mountain bike

Gli amanti del trekking, delle gite in mountain bike e dei paesaggi di montagna possono scegliere di raggiungere gli incantevoli laghi alpini piemontesi incastonati tra le vette: sono uno più sorprendente dell’altro e ottime mete per cercare refrigerio nelle calde giornate estive o per ammirare paesaggi unici anche nei mesi più freddi. Pronti a partire per l’avventura?

Lago di Campliccioli

Altitudine: 1.352 m s.l.m.

Nel Parco Naturale della Valle Antrona, immerso in una tranquillità in cui solo la natura emette suoni, si trova un piccolo lago color turchese raggiungibile a piedi: il Lago di Campliccioli. È a circa 40 minuti di camminata dal Lago di Antrona, al quale si può arrivare comodamente in auto. Da lì partono i sentieri che attraversano alpeggi con baite in pietra ottimamente ristrutturate e boschi di betulle e rododendri. Il Lago Campliccioli è un angolo di paradiso situato alla confluenza dei torrenti Troncone e Banella, attorno al quale dedicarsi al trekking e alla pesca sportiva in totale relax.

Come arrivare: Partendo dal Lago di Antrona, si segue il percorso sterrato alternato a gradoni in pietra che attraversa i boschi in costante salita, fino a raggiungere in 40 minuti una strada carrozzabile che porta a un’ultima scalinata dalla cui cima si può ammirare il lago. Partendo dal borgo di Antronapiana, invece, si percorre il sentiero che passa da Alpe Ronco fino al Lago di Antrona e poi si seguono le istruzioni per la Diga di Campliccioli.

Quando andare: il periodo migliore va da metà aprile a novembre (tra aprile e maggio, inoltre, tutto si colora con le fioriture primaverili). Il consiglio è quello di controllare sempre le condizioni di innevamento.

Lago delle Fate

Altitudine: 1.330 m s.l.m.

In Val Quarazza (vicino a Macugnaga, provincia del Verbano Cusio Ossola), laterale della Valle Anzasca, spicca come un diamante color smeraldo il Lago delle Fate. Il suo fascino è dato dai verdi boschi alpini che lo abbracciano, ma anche dall’alone di magia e mistero che lo accompagnano. Sulle sue rive si trovano, infatti, delle sculture in legno raffiguranti degli gnomi, protagonisti di una leggenda che riguarda questo specchio d’acqua: si racconta che in un’antica miniera nelle sue vicinanze, gli gnomi lavorino tutt’oggi durante la notte per trovare l’oro da portare alle fate che camminano sull’acqua, riempiendo il lago di scintillii.

Nonostante non sia balneabile, non mancano le attività da fare al Lago delle Fate: esistono infatti diversi percorsi di trekking da seguire attorno al bacino e che si allontanano fino a raggiungere il Monte Rosa, con soste che regalano scorci mozzafiato sul paesaggio circostante. Merita una visita anche alla vicina Miniera della Guia, uno dei pochi giacimenti auriferi d’Europa, oggi visitabile.

Lago delle Fate in Piemonte

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Lago delle Fate, Piemonte

Come arrivare: da Macugnaga (60 minuti) o da Isella (30 minuti), si può percorrere fino al lago il sentiero della Grande Traversata delle Alpi (GTA), che per 1.000 km attraversa l’arco alpino piemontese, dalla Val Tanaro fino al Lago Maggiore. Il percorso è facile e adatto a tutti.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno.

Lago di Agaro

Altitudine: 1.599 m s.l.m.

Alle porte del Parco Naturale dell’Alpe Devero, in Valle Antigorio (provincia del Verbano-Cusio-Ossola), il Lago di Agaro, di origine artificiale, è una meta ottima da raggiungere a piedi o in bici. Nei periodi in cui l’acqua cala, riemergono dal bacino i tetti e il campanile di un antico villaggio walser, che venne sommerso nel 1938 con la costruzione della diga.

Lago di Agaro in Piemonte

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Lago di Agaro, Piemonte

Come arrivare: da Ausone si prende la strada carrozzabile in direzione di Goglio, a tratti asfaltata. Si imbocca poi ad una lunga galleria (è bene essere attrezzati con torcia elettrica) che conduce direttamente di fronte al grande lago.

Quando andare: in ogni periodo dell’anno. In autunno il paesaggio circostante si tinge delle sfumature del foliage, rendendo tutto più incantevole e fiabesco.

Lago del Mucrone

Altitudine: 1.894 m

Un territorio che sembra uscire da una cartolina è quello in cui è immerso il Lago del Mucrone, altra perla lacustre del Piemonte da non perdere. Si trova a poca distanza dal maestoso Santuario di Oropa, autentico gioiello architettonico e spirituale a pochi chilometri da Biella. Proprio da questa meta di pellegrinaggio, che conta diversi percorsi da poter seguire, si può partire alla volta del Lago del Mucrone con le sue acque fredde e cristalline, per godere di un ambiente tranquillo dove la natura fa da padrona.

Come arrivare: dal parcheggio del Santuario di Oropa, si può prendere la funivia che sale fino alle pendici del Monte Mucrone. Da lì si prende il sentiero sterrato, facile e adatto a tutti, che arriva fino alle sponde del lago. I più allenati, possono partire direttamente dal Santuario seguendo il sentiero escursionistico tracciato per circa due ore.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, anche se i mesi freddi sono meno ideali perché spesso la superficie del lago è ricoperta da una leggera nebbiolina. Consigliamo di controllare sempre il meteo prima di partire.

Lago Nero

Altitudine: 2.020 s.l.m.

Il suo nome ricorda proprio il colore che lo contraddistingue: il Lago Nero, nel comune di Cesana Torinese (provincia di Torino), è un particolare bacino dalle sfumature scure e sul quale aleggiano misteri e leggende. Si racconta che nei suoi fondali giacciano dei residui bellici e che ci viva una gigantesca trota che nessuno sarebbe ancora riuscito a pescare.

Meta ideale per una giornata di trekking sulle dolci alture verdeggianti che lo abbracciano, attraversate da piccoli ruscelli, il Lago Nero è ottimo anche per gli appassionati di pesca sportiva: qui si possono pescare trote e salmerini. Questo specchio d’acqua è anche un buon punto di passaggio per raggiungere il monte Corbioun, la Cima Fournier o la Cima Saurel.

Come arrivare: si parte dalla Borgata Bousson di Cesana Torinese e per circa 2 ore di camminata (oppure in mountain bike) si segue il sentiero (ex-strada militare sterrata) con alcuni tratti più impegnativi, ma comunque affrontabili anche da bambini con un po’ di esperienza di trekking in montagna.

Quando andare: ottima meta sia in estate che in inverno per appassionati di trekking e mountain bike.

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Alla scoperta della Romagna Autentica tra borghi, vigneti e trekking

La Romagna vanta alcune delle persone più ospitali d’Italia, alcune delle terre più produttive e un panorama gastronomico estremamente appagante, tutte qualità racchiuse nel progetto “Romagna Autentica”. Presentata alla BIT 2025, l’iniziativa coinvolge otto vallate solcate dai fiumi Lamone, Rabbi, Senio, Montone, Bidente, Tramazzo, Savio e Rubicone, venticinque comuni, borghi e rocche, oltre che tanti chilometri di itinerari fra riserve naturali e cammini storici.

Il progetto “Romagna Autentica” racchiude eventi, esperienze e itinerari pensati per valorizzare il territorio e renderlo una meta turistica ricca di opportunità per ogni tipo di viaggiatore: da chi ama la vacanza attiva a chi predilige il turismo slow, fino a chi vuole regalarsi una vacanza all’insegna del benessere e del relax. Quali sono le valli coinvolte e le esperienze da non perdere? Prendete appunti, qui troverete tutte le informazioni di cui avete bisogno.

Il progetto “Romagna Autentica”

“Romagna Autentica” è il progetto presentato alla BIT 2025, ideato per aiutare i viaggiatori a scoprire i luoghi meno conosciuti del territorio romagnolo. Colli punteggiati da vigneti, suggestivi borghi medievali e imponenti castelli carichi di storia, secolari foreste, laghi e cascate immerse nel verde, oltre che sentieri per il trekking e itinerari per ciclisti.

Le opportunità di scoperta sono davvero tante, arricchite da una componente imprescindibile per chiunque visiti la Romagna: il cibo. L’offerta enogastronomica è varia tanto quanto le altre esperienze! I visitatori potranno assaporare i veri piaceri della tavola romagnola gustando un menù di prodotti tipici e certificati Dop e Igp come l’olio Evo, il Fossa Dop e lo Squacquerone Dop, la fragrante piadina romagnola Igp e l’irresistibile pasta fresca fatta a mano e tirata con il mattarello.

Le valli della Romagna coinvolte nel progetto

Sono otto le valli raccontate nel progetto “Romagna Autentica”, destinazioni di viaggio ideali per coppie, famiglie con bambini, giovani, per chi ama viaggiare a qualsiasi età e per chi si sposta con il camper. Qui, i camperisti troveranno camping attrezzati e molteplici aree di sosta proposte dai diversi Comuni che stanno investendo in maniera diffusa in questa tipologia di turista, in costante crescita.

Nel dettaglio, le valli coinvolte nell’iniziativa sono la Valle del Bidente, del Senio, del Montone, del Rabbi, del Lamone, del Savio, del Tramazzo e del Rubicone. Queste valli possono essere scoperte in diverso modo, anche a passo lento.

Le otto vallate, infatti, sono attraversate da diversi cammini, come il Cammino di Dante, di San Vicinio, di Assisi o della Misericordia. Si tratta di un prodotto turistico sempre più attrattivo, soprattutto considerando i nuovi trend che danno sempre più spazio a un modo di viaggiare sostenibile e che permette di conoscere le abitudini, i sapori e i valori delle popolazioni incontrate intraprendendo cammini e trekking.

Progetto Romagna Autentica

Fonte: Ufficio Stampa

La Valle del Savio nel progetto Romagna Autentica

Le esperienze proposte

Il nuovo progetto comprende esperienze di ogni tipo che verranno proposte nel corso del 2025, consultabili online sul sito ufficiale. Tra queste citiamo le cooking class per imparare a preparare la piadina e il tortello in un agriturismo tipico, la ricerca del tartufo, bene immateriale riconosciuto Patrimonio UNESCO, i trekking estivi lungo i corsi d’acqua delle vallate e le degustazioni di vino, conserve, formaggi e salumi della tradizione.

Non mancano le esperienze nei birrifici artigianali, le visite alle fosse di stagionatura del formaggio in compagnia di un mastro infossatore, cavalcate nel verde, percorsi slow per famiglie o più impegnativi per giovani sportivi.

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I luoghi più fotografati d’Italia da chi ha praticato turismo all’aria aperta

La bellezza dell’Italia si manifesta in ogni angolo del suo territorio, ma è tra le vette imponenti e i sentieri panoramici che spiccano alcuni degli scorci più affascinanti e immortalati dai viaggiatori.

Secondo i dati di Wikiloc, piattaforma dedicata agli amanti delle escursioni e delle attività all’aria aperta, nel 2024 cinque rifugi di montagna sono stati tra i luoghi più fotografati dagli appassionati di trekking, arrampicata e sci: ecco di quali si tratta.

Rifugio Vajolet: il cuore del Catinaccio

Nel cuore delle Dolomiti trentine, sotto le celebri Torri del Vajolet, sorge l’omonimo rifugio che incarna la vera essenza della montagna: il paesaggio è una sinfonia di vette frastagliate, pareti di roccia dorata e cieli tersi che si stagliano al di sopra di un ambiente selvaggio e affascinante.
Il rifugio è il punto di partenza ideale per numerose escursioni e scalate, che spaziano dai percorsi più accessibili ai sentieri riservati agli alpinisti esperti.

L’accesso è facilitato dalla seggiovia che collega Pera a Pian Pecei e dal sentiero che conduce al Rifugio Gardeccia. Da qui, il cammino prosegue verso il Rifugio Vajolet, mentre regala viste indimenticabili sulle guglie dolomitiche. Gli ospiti potranno gustare piatti tipici trentini, opzioni per celiaci e vegani, e avranno l’occasione di pernottare in un’atmosfera autentica e familiare.

Rifugio Lavaredo: tra storia e panorami unici

Le Tre Cime di Lavaredo sono uno dei simboli indiscussi delle Dolomiti e, ai loro piedi, il Rifugio Lavaredo si distingue per la storia e la posizione privilegiata. Fondato nel 1954 dalla guida alpina Francesco Corte Colò, pioniere del soccorso alpino, è da decenni una base sicura per escursionisti e scalatori provenienti da tutto il mondo, raggiungibile con una breve passeggiata dal parcheggio di Misurina.

Dal rifugio partono vari itinerari, tra cui sentieri che portano ai rifugi vicini e percorsi che ancora conservano le tracce della Prima Guerra Mondiale, con trincee e camminamenti ben visibili.

Rifugio Auronzo: un balcone sulle Tre Cime

A 2.333 metri di altitudine, il Rifugio Auronzo è una vera e propria terrazza sulle Dolomiti, con una vista privilegiata sulle Tre Cime di Lavaredo e sulla catena dei Cadini di Misurina. Vi si arriva sia a piedi che seguendo una panoramica strada asfaltata, ed offre un’accoglienza calorosa, con camere confortevoli e un’ampia sala da pranzo da cui godere del panorama tutt’intorno.

In più, è teatro di una delle escursioni più celebri delle Dolomiti: il giro delle Tre Cime. Il percorso attraversa il Rifugio Lavaredo e la Forcella Lavaredo e consente di osservare da vicino le maestose pareti settentrionali delle cime.

Inoltre, il Rifugio Auronzo fa parte dell’Alta Via n° 4, un itinerario escursionistico di grande fascino che collega San Candido a Pieve di Cadore, in un territorio dove la tradizione alpina si esprime anche grazie alla cucina, che propone piatti della tradizione cadorina e bellunese, preparati con ingredienti locali.

Rifugio Locatelli: una finestra sulle Tre Cime

Il Rifugio Locatelli è uno dei luoghi più fotografati delle Dolomiti e non è difficile capirne il motivo. Ai piedi del Monte Paterno, vanta una vista sorprendente sulle Tre Cime di Lavaredo, le cui pareti settentrionali si ergono maestose in un paesaggio da cartolina. La storia del rifugio è legata a doppio filo agli eventi bellici: edificato nel 1882, venne distrutto durante le due guerre mondiali e ricostruito nel dopoguerra. Ancora oggi, nei dintorni è possibile visitare postazioni e resti della Prima Guerra Mondiale.

Durante la stagione estiva, è meta di migliaia di escursionisti che, partendo dal Rifugio Auronzo, raggiungono il Locatelli in circa un’ora di cammino. Il paesaggio, disegnato dai contrasti tra roccia e cielo, tra pareti verticali e dolci vallate, lo rende una delle tappe più immortalate dagli amanti delle vette.

Rifugio Scoiattoli: un tramonto sulle 5 Torri

Immerso nello spettacolare scenario delle 5 Torri, il Rifugio Scoiattoli è una destinazione da sogno per chi ama la montagna in tutte le stagioni. Costruito nel 1969 e gestito con passione dalla famiglia Lorenzi, è noto per la posizione privilegiata, che regala panorami unici al tramonto e all’alba, quando le Dolomiti si tingono di sfumature calde e dorate.

Sulle piste da sci e al centro di una fitta rete di sentieri, è un eccellente riferimento per escursioni e arrampicate. Nelle vicinanze si trova il Museo della Grande Guerra all’aperto delle 5 Torri, dove ripercorrere la Storia al cospetto di trincee e postazioni restaurate.

In inverno, diventa la tappa di chi affronta il Giro della Grande Guerra e il Super8 Ski Tour, due degli itinerari sciistici più affascinanti delle Dolomiti.

Non solo paesaggi idilliaci, ma anche un’accoglienza calda e una cucina ricercata rendono il Rifugio Scoiattoli una meta imperdibile. Dalla terrazza panoramica, protetta da ampie vetrate, si può lasciare vagare lo sguardo sulle montagne di Cortina d’Ampezzo, mentre ci si riscalda grazie al legno antico in stile ampezzano. Tra le specialità culinarie spiccano piatti della tradizione locale, come la pasta ai mirtilli e i dolci fatti in casa.

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I trekking più belli che hanno aperto in Europa nell’ultimo anno

L’escursionismo è un modo per vedere le parti meno visitate di un paese, e farlo in modo sostenibile. Nel 2024 questa pratica outdoor ha continuato a guadagnare popolarità come attività di viaggio, dai percorsi di pellegrinaggio a piedi al trekking più lungo su sentieri di montagna.

Per alcuni viaggiatori questo è un modo per trovare tranquillità e farsi cullare dalla solitudine. Per altri è un trattamento di benessere che promuove la consapevolezza. Di recente, in Europa, sono stati aperti diversi nuovi percorsi per gli amanti del trekking, e di seguito vi consigliamo alcuni dei più belli da provare.

I nuovi itinerari per fare trekking in Italia

L’Italia ha aperto un percorso escursionistico di sette giorni sulle Dolomiti che si snoda attraverso il paesaggio naturale selvaggio e lussureggiante della famosa catena montuosa italiana. Il Cammino Retico prende il nome dall’antico popolo dei Reti che viveva nella zona in epoca preromana.

Collega vari villaggi remoti tra le regioni del Veneto e del Trentino. Organizzato dall’associazione sociale Carpe Diem, questo percorso inizia e termina ad Aune di Sovramonte, vicino alla città di Belluno. Il percorso circolare è lungo 170 chilometri e può essere completato in genere in una settimana.

La via dell’amore in Italia ha riaperto dopo un decennio ed è uno dei percorsi escursionistici più famosi d’Italia. Spesso definito come la passeggiata più romantica del mondo, questo percorso si trova tra Riomaggiore e Manarola. Ha chiuso di nuovo nel 2012 dopo che una frana ha ferito quattro turisti e danneggiato il sentiero.

Dopo un’ampia ristrutturazione, ha accolto di nuovo i camminatori il 27 luglio 2024, si snoda per 1 km attorno a una serie di cinque villaggi che compongono le Cinque Terre, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il sentiero asfaltato abbraccia la costa con viste mozzafiato sul paesaggio e sul mare.

Trekking Svezia

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Fare trekking in Svezia

Walk2Spirit è un progetto molto bello che unisce l’Italia alla Slovenia con un cammino denominato Iter Goritiense lungo 82 km che collega Aquileia a Sveta Gora. Attraversando il confine italo-sloveno questo percorso pensato in occasione del Giubileo 2025 invita all’unione tra popoli e dall’8 febbraio sarà aperto a tutti coloro che vorranno provare a percorrere a piedi la strada prevista.

Per chi arriverà alla fine ci sarà il Testimonium, ovvero un documento che certifica il completamento della sfida e saranno consegnate le credenziali #borderless, una sorta di passaporto di ogni tappa compiuta. “Un messaggio di amore per un mondo migliore, dove il dialogo prevalga su ogni conflitto” lo ha definito Mattia Vecchi, project manager di Fondazione So.Co.Ba.

Questo Iter Goritiense è accessibile anche con dispositivi GPS permettendo ai viaggiatori di scaricare le tracce GPX delle varie tappe dal sito ufficiale del progetto per orientarsi meglio e contare sulla tecnologia digitale.

I nuovi itinerari per fare trekking in Portogallo

Il percorso escursionistico circolare più lungo del mondo è stato inaugurato in Portogallo. Il 2024 ha visto l’apertura della prima sezione del percorso escursionistico circolare più lungo del mondo, il Palmilhar Portugal (Walking Portugal) di 3.000 km. Ancora un progetto in corso, la sezione inaugurale del circuito è stata aperta nella piccola Alenquer, appena a nord di Lisbona, lo scorso luglio. La sezione successiva è nella costiera Alentejo nel sud del Portogallo, seguita dalla montuosa Trás-os-Montes a nord, con il percorso che dovrebbe essere completamente completato entro tre anni. Si pensa che entro la fine dell’anno verranno completati ben 15 percorsi per esplorare gli angoli più autentici del Paese.

L’idea mi è venuta mentre camminavo lungo un sentiero e mi sono chiesto: ‘E se questo facesse il giro di tutto il Paese e tornasse allo stesso punto senza interruzione?’” ha detto Ricardo Bernardes, consulente di design della comunicazione appassionato di trekking. Questo itinerario occupa solo suolo pubblico senza asfalto e anche i ciclisti possono approfittarne. Inoltre si può scaricare un’app per i dettagli su alloggi, ristoranti ed eventi culturali e sportivi in programma nei dintorni per chi è interessato.

Alentejo, Portogallo

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Bicicletta con borse sulla spiaggia di Almograve, Alentejo, Portogallo

I nuovi itinerari per fare trekking in Svezia

La Svezia ha aperto un percorso tra le isole dell’arcipelago tra i più spettacolari. Il kungsleden o “sentiero del Re” è lungo 440 km ma può essere percorso anche in sezioni più brevi, come il tratto più popolare di 270 km che collega oltre 20 isole, offrendo agli escursionisti la possibilità di attraversare i paesaggi aspri e la natura incontaminata della Svezia.

Il sentiero è ben segnalato e dispone di servizi come panchine, rifugi e caminetti. Questa sezione di 270 km collega Abisko a Kvikkjokk e si percorre in 15-20 giorni a seconda delle pause e del proprio ritmo di camminata. Alcuni tratti sono più impegnativi in base al meteo e alle condizioni del terreno, ma il periodo migliore per avventurarsi da queste parti è da giugno a settembre.