Categorie
feste luoghi misteriosi Notizie tradizioni Viaggi

Dove trovare le più belle tradizioni natalizie nel mondo

Il Natale è ormai alle porte, la notte più magica dell’anno sta per cominciare e con lei anche le tantissime tradizioni che, in ogni parte del mondo, caratterizzano queste ore magiche, intrattenendo e risvegliando i cuori e le emozioni di chi le segue e le tramanda di generazione in generazione.

Tradizioni tipiche natalizie, che animano questa festa e il periodo che la precede e che, proprio per la loro particolarità, rendono questi giorni ancora più carichi di suggestione, magia e fascino.

Natale in Italia

Tra le più diffuse sia in Italia che all’estero, quello che non può davvero mancare a Natale è la preparazione del classico albero e che, in molte parti del nostro Paese, viene addobbato in occasione della Festa dell’Immacolata, l’8 Dicembre. Altra cosa che non può mancare, e questo soprattutto in quelle case in cui il culto religioso è particolarmente sentito, è il Presepe, realizzato in diverse regioni e con una maggior partecipazione nelle zone meridionali e che merita senza dubbio un posto d’onore tra le più belle tradizioni legate al Natale.

Ma non solo. Per molti bambini e adulti italiani, infatti, una tradizione natalizia a cui non si può proprio rinunciare è quella in occasione di Santa Lucia, una festa molto sentita soprattutto in alcune regioni come il Veneto e che si caratterizza per essere una sorta di Natale anticipato dove, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, la Santa porta i doni ai bambini in groppa al suo asinello.

Le tradizioni nel mondo

Ma le tradizioni natalizie non finiscono certo qui e alcune sono davvero molto dolci. Una tradizione catalana molto amata dai bambini, infatti, Tió De Nadal , richiede che i bambini decorino un ceppo di legno, solitamente disegnandoci sopra un volto sorridente e il tipico berretto catalano. Nei giorni compresi tra l’8 e il 24 dicembre, la notte della vigilia, il ceppo di legno deve riposare sotto una coperta, vicino al camino, e viene a mano a mano e in gran segreto riempito di frutta, nocciole, torrone e cioccolatini. La sera della Vigilia, poi, i bambini cantando una canzone tipica, colpiscono il ceppo e, al termine della canzone, alzando la coperta, scoprono cosa contiene il pezzo di legno e le tante sorprese che sono comparse al suo interno durante i giorni di risposo.

In Francia, una tradizione tipica natalizia riguarda la notte della Vigilia e il giorno del Natale vero e proprio. La sera del 24 dicembre, infatti, prima di andare a dormire, i bambini appendono al camino zoccoli e scarpe ed è lì che Babbo Natale ripone i doni a loro dedicati. Dopo la cena della vigilia, poi, è tradizione non sparecchiare la tavola, per far sì che la Vergine Maria possa fermarsi e rifocillarsi. Altra tradizione tutta francese, riguarda uno dei classici dolci natalizi tipici di questo Paese, la Bûche de Noël, ovvero il tronchetto natalizio di cioccolato, che deve essere posizionato al centro della tavola come centrotavola di Natale.

Nel Regno Unito, secondo la tradizione di Natale, i regali vengono portati da Father Christmas accompagnato dalla sua renna Rudolph. Per questo, i bambini sono soliti lasciare sotto l’albero di Natale del latte caldo e un dolce tipico inglese chiamato Mince Pie, dei dolcetti realizzati con la frutta secca e le mele, oltre a una carota per la renna. Un modo dolcissimo per ringraziare Babbo Natale dei doni che sta per lasciare.

In America oltre al classico albero di Natale, la tradizione vuole che la casa venga decorata anche con del vischio e rami di albero, ma anche con pigne e con dei rametti di agrifoglio. Oltre alle tipiche Candy Decorations ovvero dei popcorn e caramelle da appendere.

Dove Babbo Natale non c’è

Infine, nella fredda Norvegia, la tradizione natalizia non prevede l’arrivo di Babbo Natale ma di un altro personaggio magico chiamato Julebukk, un uomo travestito con una maschera da capra e un mantello di pelliccia. Julebukk vaga di casa in casa durante la vigilia, intonando canzoni natalizie in cambio di qualche dolciume.

Ognuno ha le sue tradizioni, quindi, alcune più pittoresche di altre e tutte da scoprire, ma sempre piene di fascino e magia, proprio come la festa a cui sono dedicate e alle atmosfere che avvolgono questi giorni particolari e sempre tanto attesi.

Categorie
Curiosità luoghi misteriosi Natale tradizioni Viaggi

5 tradizioni di Natale, dal mondo, che lo renderanno incantato

Il countdown è ormai agli sgoccioli, e questo vuol dire che è giunto il momento di ultimare i preparativi per la notte più magica dell’anno. Le cose da fare sono ancora tantissime, lo sappiamo, sopratutto in Italia dove a mantenere salde le tradizioni ci pensano i capi famiglia

Alberi e presepi sono già stati montati, dentro e fuori casa, per illuminare di magia e d’incanto tutti i giorni dell’Avvento. Insieme a loro anche tutta una serie di usanze e tradizioni che vengono tramandate da generazione in generazione nel BelPaese e non solo.

Anche nel resto del mondo, infatti, ci sono tutta una serie di rituali di incredibile meraviglia che le persone si apprestano a vivere e a condividere. I festeggiamenti del Natale sono tanti, e tutti diversi tra loro, perché si adattano alle storie, alle origini e alle tradizioni delle diverse popolazioni. Noi abbiamo individuato 5 tradizioni di Natale, che provengono da ogni parte del mondo, che possiamo fare nostre, per rendere questo momento ancora più magico.

Tradizioni di Natale dal mondo: le più belle

I krampus, la banda dei 13 babbi Natale, l’usanza di regalare libri e poi, ancora, la capra di Gävle. Sono tante, anzi tantissime, le tradizioni natalizie che provengono dal mondo e da territori più o meno lontani. Alcune di queste sono magiche, altre più bizzarre e stravaganti, ma tutte hanno in comune il medesimo obiettivo: quello di trascorrere un Natale indimenticabile.

Elencare tutte le usanze provenienti dal mondo, e che affondano le origini in secoli lontani o in tempi più recenti, è quasi una missione impossibile. Per questo abbiamo deciso di parlarvi di quelle che secondo noi sono le tradizioni di Natale più belle di sempre, le stesse delle quali possiamo appropriarci per celebrare il periodo più magico dell’anno.

Nascondiamo le scope

Arriva dalla Norvegia una delle tradizioni di Natale più bizzarre del mondo, quella di nascondere le scope la sera del 24 dicembre. Secondo le antiche credenze territoriali, infatti, streghe cattive e fattucchiere uscirebbero dai loro nascondigli proprio durante la notte della Vigilia muovendosi a cavallo di una scopa. Un trucco per proteggersi da queste, e dalle loro malefatte, però c’è: nascondere le scope nei posti più improbabili così da impedirgli di spostarsi da una parte all’altra del Paese.

Le ragnatele sull’albero

Un’altra tradizione molto bizzarra che possiamo fare nostra arriva direttamente dall’Ucraina. Qui, infatti, grandi e bambini sono soliti decorare gli alberi di Natale con delle ragnatele finte come simbolo di buon auspicio. L’usanza affonda le sue origini in una leggenda antichissima che parla di una donna che, vivendo in povertà, non potè addobbare l’albero per i suoi bambini. A farlo, però, ci pensarono dei ragni, che vedendo i bambini tristi, scelsero di tessere eleganti ragnatele e di porle sull’albero.

Il cetriolo di Natale

Dallo spirito natalizio che appartiene ai territori tedeschi, lo sappiamo, non possiamo che prendere ispirazione. È proprio da qui, infatti, che provengono le più incantate tradizioni di Natale, ma anche le più bizzarre. Sapevate che tra gli addobbi dell’albero, in Germania, spesso compare anche un cetriolo? Il bambino che lo trova per primo avrà diritto a un regalo in più.

Regalare un libro a Natale

È una delle tradizioni di Natale più belle di sempre e proviene direttamente dall’Islanda. Si tratta dello Jólabókaflód, che tradotto letteralmente vuol dire inondazione di libri. L’usanza vuole che i cittadini si scambino libri durante la notte della Vigilia per poi trascorrere il Natale leggendo.

Il pollo fritto

È un’usanza culinaria davvero insolita, quella che arriva dal Giappone, e che si ripete ogni anno durante la cena della vigilia di Natale. Niente menù elaborati, panettoni o pandori per i giapponesi, ma solo ed esclusivamente pollo fritto. L’idea è nata negli anni ’70 dalla catena KFC, celebre catena di fast food, ed è stata accolta con molto entusiasmo dai cittadini, tanto che ogni anno quasi 4 milioni di giapponesi scelgono di mangiare il pollo fritto e nient’altro.

Categorie
Agnone Borghi itinerari culturali luoghi misteriosi Molise Monumenti tradizioni Viaggi

Il borgo in cui sorge il “palazzo dei fantasmi”

Agnone è un borgo dalla storia millenaria, dalle forti tradizioni, dal ricco patrimonio architettonico, una delle perle dell’Alto Molise, dove sorge anche un palazzo a dir poco misterioso.

Bandiera Arancione del Touring Club, svetta a 850 metri su un colle di roccia a dominio della grande Valle del Verrino, tipico borgo di montagna molisano inserito in un piacevole contesto plasmato da boschi, radure e praterie.

La millenaria tradizione delle campane

Fiore all’occhiello di Agnone è la secolare tradizione dell’arte campanaria che lo rende famoso proprio come “città delle campane”: qui infatti, attorno all’anno Mille, venne fondata la più antica attività a conduzione familiare per la produzione di campane, la storica Fonderia Pontificia Marinelli che, oggi come allora, con impareggiabile maestria padroneggia le tecniche per creare capolavori d’artigianato.

Su prenotazione, è possibile assistere all’intero ciclo di lavorazione di una campana.

Accanto alla fabbrica si trova anche il Museo Internazionale della Campana che espone la più ampia collezione di bronzi sacri e un manufatto dal valore incalcolabile, la “campana dell’Anno Mille”.

Il fascino del centro storico tra antiche botteghe e tredici luoghi di culto

centro storico agnone

Fonte: Ph Laz@Photo – iStock

Il centro storico

La visita del borgo medievale si concentra nel centro storico, un autentico museo a cielo aperto.

Passeggiando tra le antiche viuzze, non è difficile imbattersi nelle storiche botteghe di artigiani come, ad esempio, l’Antica Bottega Orafa di Corso Garibaldi, a testimonianza dell’ingegno e dell’operosità, e respirare un’inedita “atmosfera veneziana”.

Già, perché intorno al 1440, la potente e nobile famiglia Borello, capitani di ventura di Venezia e Conti di Pietrabbondante, fece giungere sul territorio di Agnone molti artigiani veneziani abili nella lavorazione del rame: e la forte influenza dello stile veneziano si respira ancora nel quartiere Ripa, chiamato appunto “quartiere veneziano”, e particolari significativi si ritrovano un po’ ovunque, anche nei luoghi di culto come la Chiesa di San Marco Evangelista di stile romanico impreziosita dal barocco.

E, a proposito di chiese, Agnone ne ospita ben tredici. Da citare, innanzitutto, la Chiesa Parrocchiale di San Francesco (che fa parte dei “monumenti nazionali di interesse storico”) con stile gotico all’esterno e barocco-rinascimentale all’interno, poi la Chiesa di Sant’Antonio Abate, risalente al 1118, la parrocchiale di Sant’Emidio dal bellissimo portale gotico ogivale, e la barocca Chiesa dell’Annunziata.

Chiesa Sant'Emidio Agnone

Fonte: iStock

Particolare della Chiesa di Sant’Emidio

Il misterioso Palazzo Nuonno

Nel cuore di Agnone spicca anche un palazzo “misterioso” che, si narra, sia dimora del diavolo: è Palazzo Nuonno, prima conosciuto come “Palazzo dei Conti Minutolo”, dove aleggerebbero fantasmi e spiriti maligni.

Fino al 1796 fu abitato dalla famiglia Colucci che lo abbandonò perché “infestato dai fantasmi”, passò quindi agli ignari Nuonno che, anche loro, lo lasciarono poco dopo al suo destino per la stessa motivazione.

Oggi, sulle mura esterne riporta una targa con su scritto “è detto anche palazzo dei fantasmi, per i fatti e i fenomeni strani che si narrano“.

Leggenda o realtà? Si mormora che, in passato, qui avvenissero riti satanici e orge con dodici coppie e che, allo scoccare della mezzanotte, comparisse la tredicesima, quella del diavolo: una notte, il pavimento crollò e i presenti morirono. Sarebbero allora loro a ricomparire, nella stanza con un teschio inciso sulla parete, nella forma di spiriti.

Il mistero non finisce qui: dal Palazzo era molto facile accedere al corridoio che metteva in comunicazione il Convento dei Frati con il Convento delle Suore di Santa Chiara dove furono ritrovati numerosi feti, forse frutto di clandestini rapporti tra amanti.
E Palazzo Nuonno si trova proprio al centro dei due edifici.

Gli abitanti del borgo sostengono di aver sentito strane urla, passi di danza e di cavalli, e musica dopo la mezzanotte ma non solo: non molto tempo fa, un utente ha postato su Facebook una foto che immortala una strana figura dietro i falsi vetri di una finestra che, nella realtà, è murata. E molti sostengono di averla scorta più volte.

L’enigma di Palazzo Nuonno e dei due conventi continua tutt’ora, vivo più che mai.

Categorie
Borghi mare Sardegna tradizioni vacanza natura Viaggi

Seneghe, dove la tradizione e la natura della Sardegna si incontrano

Seneghe è il bellissimo borgo della Sardegna centro-orientale, incastonato tra mare e natura selvaggia. Custodisce la tradizione dell’olio extravergine di oliva, che ancora oggi valorizza e tutela. Inoltre, si trova a due passi dalle più belle località della costa ed è immerso tra boschi, nuraghi e altri monumenti archeologici.

Vincitore del Bando per l’attrattività dei Borghi promosso dal Ministero della Cultura, Seneghe è un luogo magico, ideale per chi vuole scoprire il lato più affascinante e nascosto dell’isola, sia durante l’estate, che in inverno.

Seneghe, la città dell’Olio

Nessun viaggio può iniziare a stomaco vuoto, ed è per questo che Seneghe accoglie i suoi visitatori con il suo prodotto d’eccellenza: l’olio extravergine di oliva.

Conosciuta anche come Città dell’Olio, ospita annualmente il Concorso Montiferru, premio nazionale dedicato all’olio extravergine di oliva. Il Concorso è suddiviso in due sessioni, la prima a marzo e la seconda a dicembre, quando si decretano gli oli migliori dell’anno.

Il Premio Montiferru, che nel 2022 si tiene dal 16 al 18 dicembre, coinvolge tutto il Paese, e si trasforma in una vera festa tutta da vivere e… gustare. È un’occasione per perdersi tra i sapori tipici, visitare punti ristoro, frantoi, mostre e tanto altro.

Fonte: Comune di Seneghe (OR)

Comune di Seneghe (OR)

Il territorio di Seneghe, tra spiagge bianche e scogliere selvagge

Incastonato tra boschi e rocce basaltiche, Seneghe si affaccia sul monte Sos Paris, sul versante orientale del Montiferru, zona che prende il nome dall’omonimo massiccio vulcanico, che si staglia e decora tutta la zona.

Basta spostarsi a pochi chilometri dal centro abitato per immergersi nei tipici boschi di leccio e sughero e passeggiare tra i profumi inebrianti della macchia mediterranea. Facendo attenzione si possono notare i terreni basaltici che si estendono fino alla costa.

E a proposito, non si può parlare di Sardegna senza accennare al suo mare. Ma chi conosce solo il lato “mondano” dell’isola, rimarrà stupito dallo scrigno di tesori offerti dalla costa più vicina a Seneghe, quella del territorio di Oristano e del Sinis.

La prima meta imperdibile uscendo da Seneghe è S’Archittu, che si trova a circa 19 km dal paese. Il nome prende origine dalla lunga scogliera bianca che attraversa il breve tratto di costa su cui si apre un arco naturale spettacolare, nato dall’erosione delle rocce calcaree. La scogliera abbraccia una piccola ma deliziosa spiaggia, da cui si raggiunge a nuoto la scogliera per arrampicarsi e divertirsi con i tuffi. Basta andare in una qualsiasi bella giornata estiva per ammirare decine di persone che si divertono a fare tuffi dalla cima di S’Archittu. Ad ogni tuffo scoppia l’applauso del pubblico. Ma S’Archittu è l’ideale anche per chi vuol fare una passeggiata: in alcuni punti della scogliera sembra di camminare sulla luna. Il momento del giorno ideale? Il tramonto, per godersi il sole che si tuffa dentro il mare incorniciato dall’arco.

Chi, invece, predilige le spiagge caratterizzate da sabbia fine e bianca, può trascorrere una giornata nelle varie aree balneari, come Putzu Idu (23 km da Seneghe) o Sa Mesa Longa (25 km da Seneghe), ma anche Santa Caterina di Pittinurri (22 km) o S’Arena Scoada (24 km).

Infine, a 29 km da Seneghe spicca Is Arutas, una delle spiagge più famose della costa, caratterizzata da chicchi di quarzo bianchi e rosa pallido.

Fonte: Comune di Seneghe (OR)

Spiaggia di Sa Rocca Tunda – Provincia di Oristano

Seneghe, alla scoperta di nuraghi e tombe dei giganti

Per chiudere il meraviglioso soggiorno nel territorio del Montiferru non può mancare una visita ai tanti nuraghi e alle tombe dei giganti sparsi nelle vicinanze.

Tra i più belli da scoprire spicca Mesu Maiore, un maestoso nuraghe dominato da una torre centrale e quattro torri perimetrali. Poco distante, ci si può fermare al nuraghe Oppianu, una torre ben conservata che conserva anche uno spazio scala sul lato sinistro della struttura. Ma le mete per gli amanti dell’archeologia sono infinite: dal nuraghe ‘e Pruma al nuraghe Narba, fino alla tomba dei giganti S’Omo de sas Zanas, quasi totalmente integra.

Insomma, il territorio di Seneghe, tra buon cibo, mare e archeologia offre attrazioni per tutti i gusti e le passioni. Non rimane che programmare il prossimo soggiorno in questa perla nascosta della Sardegna.

Categorie
Destinazioni tradizioni Viaggi

Alla scoperta delle antiche tradizioni dell’artigianato italiano: 8 meraviglie da conoscere

Il nostro è un Paese ricco di tradizioni e costumi, spesso molto diversi tra loro, alcuni sono emersi negli ultimi anni mentre altri, invece, si tramandano da secoli. Da nord a sud convivono dunque forme d’arte e di artigianato diventate oggi un vero e proprio simbolo identitario provinciale o regionale.

Proprio partendo da questa consapevolezza Campeggi.com, il portale leader in Italia per campeggi e villaggi vacanze, ha deciso di farci vivere l’esperienza di un viaggio unico che conduce alla scoperta di 8 meraviglie artigianali italiane.

La lavorazione del legno e la “coppa dell’amicizia” in Valle d’Aosta

Nella splendida cornice della Valle d’Aosta uno dei protagonisti in assoluto dell’artigianato è il legno, le cui tecniche di lavorazione e intaglio vengono tramandate da secoli.

La massima espressione di queste abilità emerge nella “coppa dell’amicizia”, un recipiente con coperchio caratterizzato da diversi beccucci e nel quale viene versata una bevanda locale a base di grappa e caffè.

Secondo la tradizione, durante i ritrovi tra amici la coppa viene passata di mano in mano in senso orario per far sì che ognuno possa bere da un beccuccio diverso. Lo scopo? Celebrare l’amicizia tra i commensali.

L’affascinante liuteria tradizionale cremonese

La liuteria cremonese è una delle forme di artigianato italiano più celebri del mondo. Vi basti pensare che è persino iscritta tra i Patrimoni Culturali Immateriali dell’UNESCO.

Essa risale 1539, quando Andrea Amati avviò la sua bottega aprendo così la strada ad altre famiglie come i Guarneri e gli Stradivari, che portarono avanti la tradizione per secoli.

Grazie a loro sono nati violini, violoncelli, viole e contrabbassi per alcuni dei più grandi maestri della musica come Paganini. Oggi la tradizione è più viva che mai grazie alla Scuola Internazionale di Liuteria e al Museo del Violino.

liuteria cremonese

Fonte: Pixabay

La liuteria cremonese

Volterra con la lavorazione dell’alabastro

In Toscana è viva ancora oggi la tradizione legata all’alabastro, una roccia che nasce con l’accumulo millenario di gesso o calcare. I primi in Italia a maneggiare con maestria questa materia furono gli etruschi, la cui eredità oggi vive tra le strade di Volterra, dove è possibile trovare uno degli alabastri più pregiati d’Europa.

Qui gli artigiani locali creano meraviglie che si possono ammirare e acquistare all’interno delle botteghe del centro storico, mentre la storia e l’antica tradizione sono raccontate all’interno dell’Ecomuseo dell’Alabastro.

Le splendide tovaglie perugine

Ci spostiamo poi a Perugia per scoprire delle tele di lino bianco arricchite con trame e figure in cotone blu tinto a indaco: le preziosissime tovaglie perugine.

Nate tra le strade della città tra Medioevo e Rinascimento, nel corso degli anni sono state apprezzate e commercializzate in tutta Europa.

Oggi la loro lunga tradizione è raccontata all’interno del Museo-Laboratorio nell’ex-chiesa di San Francesco delle Donne.

I timbri del pane di Matera

A Matera, fino agli anni Cinquanta, il pane si preparava sempre tra le mura domestiche ma veniva poi portato al forno cittadino per cuocerlo. Per distinguere le diverse pagnotte, le famiglie imprimevano sull’impasto, grazie a un timbro in legno, un simbolo riconoscibile anche da chi non sapeva né leggere né scrivere.

Una tradizione che è stata abbandonata, ma nonostante questo gli artigiani locali continuano a intagliare i timbri del pane come memoria storica cittadina.

Le pipe calabresi di Brognaturo

Non lontano da Vibo Valentia, in Calabria, sorge Brognaturo, un piccolo centro dove gli artigiani realizzano a mano piccole e preziosissime opere d’arte: le pipe.

Oggetti che sono un vero e proprio fiore all’occhiello dell’artigianato locale in quanto sono intagliati nella radica di Erica arborea, un legno particolarmente duro e caratterizzato da venature uniche nel loro genere.

pipe calabresi di Brognaturo

Fonte: Unsplash

Le Pipipe calabresi di Brognaturo

Le teste di moro siciliane

Ci sono poi le teste di moro, una delle massime espressioni dell’artigianato siciliano. Esse affondano le loro radici in un’antica leggenda: nella Palermo dell’anno 1000 viveva una fanciulla che amava trascorrere le giornate sul suo balcone a occuparsi delle sue piante.

Un giorno un principe passò di lì e i due si innamorarono, ma quando lui le confessò di avere moglie e figli, lei gli tagliò la testa per poi esporla sul balcone con una piantina di basilico sulla cima.

A quel punto i passanti, affascinati da quella che pensavano essere un’opera d’arte, chiesero agli artigiani locali di realizzare dei vasi simili in terracotta, dando così vita a una tradizione millenaria ancora viva nell’area di Caltagirone.

L’arte orafa sarda

La filigrana sarda è una lavorazione dell’oro e dell’argento che consiste nel modellare e nell’intrecciare filamenti di metallo estremamente sottili.

Oggi è uno dei maggiori esempi di artigianato in Sardegna, tanto da essere utilizzata per ornamenti e gioielli spesso legati alla tradizione e alle leggende dell’isola, come quella secondo la quale questa tecnica sarebbe in grado di attirare forze magiche e benigne.

filigrana sarda

Fonte: Wikimedia Commons

La filigrana sarda

Contenuto offerto da Campeggi.com

Categorie
Curiosità luoghi misteriosi tradizioni Trentino Alto Adige Trento Viaggi

Tra tradizioni e fiabe: il Natale in Valsugana

C’è un periodo dell’anno che, probabilmente più di altri, ci catapulta in un mondo fatto di calore, colori e sogni che si avverano: il Natale. E c’è una zona d’Italia in cui tutto questo diventa ancor più magico poiché qualsiasi cosa sembra sospesa tra tradizione e fiaba: la Valsugana, in provincia di Trento.

Un territorio impreziosito da una natura maestosa e puntellato da tipici borghi che durante le festività indossano il loro vestito più bello. Piccole realtà dove le piazze si riempiono di luci, note e profumi grazie agli incantati Mercatini di Natale.

I migliori mercatini di Natale della Valsugana

L’atmosfera che caratterizza questa fase dell’anno dona alla Valsugana un’attrattiva irresistibile e fa sì che la fantasia diventi realtà.

Graziose casette di legno, ricche di oggetti imperdibili e prodotti tipici che conquistano qualsiasi papilla gustativa, a partire da novembre andranno a incoronare diverse località, permettendo al visitatore di scoprire in maniera ancora più intima una zona davvero speciale.

Tra i migliori Mercatini di Natale da visitare ci sono quelli di Levico Terme dal 19 novembre 2022 al 6 gennaio 2023.

Quest’anno festeggeranno la loro ventunesima edizione che avrà luogo all’interno del Parco Secolare degli Asburgo, il più importante giardino storico dei Grandi Giardini Italiani. Un angolo sontuoso di questa località termale che in occasione dell’inaugurazione dei Mercatini Natalizi rievocherà il periodo asburgico, attraverso sfilate e balli di corte in costume.

L’occasione perfetta, sia per i più grandi che per i più piccoli, per lasciarsi trasportare dalle emozioni, ma anche per scoprire l’eccellenza dei prodotti artigianali, i sapori di montagna, gli alberi secolari ricoperti di luci, il profumo di spezie, ottimi vin brûlé e i sorrisi degli artigiani.

Ma non è finita qui, perché per tutto il periodo dell’Avvento sono in programma anche tanti altri appuntamenti: la mostra di presepi, la festa della polenta, la rassegna di musiche natalizie con i cori della Valsugana, ciaspolate sul Lagorai e molto altro ancora.

Parco terme Levico mercatini casette neve turisti

Un altro luogo di questo territorio da non perdere è Pergine Valsugana dove dal 12 novembre di quest’anno al 6 gennaio del 2023 prenderà vita Perzenland & La Valle Incantata – Mercatino di Natale dei Canopi.

Una vera e propria festa dalle atmosfere che il mondo intero ci invidia. Vi basti pensare che, secondo una leggenda, durante il periodo antecedente l’Avvento gli Gnomi Minatori delle miniere scavate attorno a Pergine scendevano a Valle per mettere in vendita giochi, decori, dolcetti e prodotti artigianali e fare festa insieme ai Perginesi.

Ed è proprio su queste note fiabesche che nasce il Mercatino di Natale di Pergine Valsugana, un appuntamento che ripercorrere questa suggestiva leggenda facendo incontrare gli artigiani più antichi del territorio con i giovani artigiani e artisti che con la loro fantasia creano opere d’arte e oggetti di uso quotidiano.

E il cibo? Niente Paura! Saranno presenti anche diverse casette con prodotti di questo amabile territorio del Trentino. Vi basterà dirigervi nella pittoresca Piazzetta dei Sapori e scegliere cosa assaggiare, ma solo ed esclusivamente grazie al supporto di stoviglie e materiale lavabile. Un modo speciale per fare una sorta di viaggio nel tempo.

Un evento davvero particolare e il cui clima è reso ancor più misterioso e pregno di fascino grazie alla presenza dei Krampus, particolari diavoli in grado di dare vita a veri e propri spettacoli indimenticabili.

Poi ancora rassegne musicali e corali, racconti di leggende sotto l’albero e la tradizionale Feuernacht, la notte dei Minatori con appuntamenti di musica e danza.

Infine, ci saranno tanti eventi e laboratori dedicati ai più piccoli, come la lanternata di Natale, i laboratori per scrivere la letterina che verrà depositata direttamente nella cassetta di Babbo Natale, quelli di disegno sulla pace e la fratellanza tra i popoli. E ancora gli Elfi che gireranno per il Mercatino pronti a raccontare storie e fare fotografie insieme ai visitatori. Così come la possibilità di poter ammirare le vetrine di Pergine in cui saranno allestiti presepi tipici, mentre alcuni weekend verranno dedicati agli animali, con l’esperto che spiegherà l’utilità dell’animale specifico nei tempi antichi e moderni.

Insomma, visitare la Valsugana a Natale vuoi dire vivere davvero la magia di questa festività, ma anche scoprire storia e tradizioni di una terra che sembra uscita direttamente da un sogno.

Mercatino Natale Levico
Categorie
autunno feste tradizioni Viaggi Wanderlust

Feste, riti e tradizioni dal mondo per celebrare l’equinozio d’autunno

È un momento magico e sempre affascinante quello che segna, in maniera definitiva, la fine di una stagione e l’inizio di un’altra. Perché la natura che ci circonda cambia e si trasforma, mettendo in scena i suoi spettacoli più belli, e con lei cambiano anche le nostre abitudini e la quotidianità. Cambiamo anche noi.

E ora che il calendario si avvicina alla fine di settembre è tempo di salutare l’estate e dare il benvenuto all’autunno. Quest’anno, l’appuntamento è previsto venerdì 23 settembre nell’emisfero boreale, dove si attende e si celebra l’equinozio d’autunno.

Gli amanti di questa stagione, che si prepara come ogni anno a regalarci paesaggi e atmosfere magiche e suggestive, potranno festeggiare il suo arrivo con feste, riti e tradizioni dal mondo. Scopriamo le più affascinanti.

Benvenuto autunno

Le foglie che cambiano colore, e che infiammano il paesaggio con tinte che vanno dal rosso all’arancione, passando per il giallo e il marrone, la natura che silenziosamente ci saluta per lasciarsi andare a un meritato letargo e poi, ancora, i frutti autunnali che popolano i boschi e che arrivano sulle nostre tavole: tutto questo è l’autunno.

Quest’anno, la stagione più magica di sempre, è attesa venerdì 23 settembre. Più che un giorno, quello dell’equinozio, è un’istante che in Italia si verificherà alle 3.03 di notte.

Sono tantissime le usanze del mondo che celebrano questo momento. Alcune affondano le loro radici in riti pagani e antichissimi, altre in tradizioni secolari e in feste che si protraggono anche per il mese di ottobre.

Abbiamo selezionato, per voi, le più affascinanti e suggestive da scoprire, magari proprio con un viaggio che celebra l’inizio dell’autunno.

Mabon, la festa pagana della Wicca

Con il termine Mabon ci si riferisce all’equinozio d’autunno, uno degli otto Sabbat della Wicca. Conosciuto anche come Festa del Secondo Raccolto, questo giorno che si trova a metà tra i due solstizi, e che è caratterizzato dalle stesse ore di luce e bui, rappresenta l’equilibrio di tutte le cose.

È celebrato con l’introspezione. L’invito di questa festa è quello di riflettere sul passato e sul presente, di prendersi del tempo per sé per trovare armonia ed equilibrio e per celebrare i frutti raccolti dopo una lunga semina.

Giappone: Shūbun No Hi

La Shūbun No Hi è una delle feste più sentite di tutto il Giappone e fa parte dei 24 Setsubun, i giorni di transizione considerati i più importanti dell’anno. Le celebrazioni, che cadono di 23 settembre, sono dedicate alla nuova stagione, ai raccolti e ai buon auspici, ma anche a tutte le persone che non ci sono più.

In tutto il Paese, infatti, le persone fanno visita ai propri defunti portando loro in dono cibo e fiori. Poi la tradizione si conclude con lunghe passeggiate tra le foglie d’acero che si preparano a cambiare colore e che anticipano la meravigliosa tradizione della caccia ai colori autunnali.

In questo stesso periodo, in Giappone, si celebra anche lo Tsukimi, la festa dedicata all’osservazione della Luna. Una tradizione antichissima, questa, che secondo gli esperti affonda le sue origini nel festival autunnale che si tiene in Cina ogni anno, e che da questo è stato ispirato e influenzato.

Durante lo Tsukimi i cittadini si riuniscono per celebrare la Luna con cibo tradizionale e passeggiate al chiaro della Luna, visita ai santuari e osservazione delle bellezze naturali.

L’Equinozio in Lituania

Organizzare un viaggio in Lituania, in questo periodo, ci consente di prendere parte a una tradizione davvero straordinaria che si celebra ogni anno a Vilnius. Nella capitale, infatti, centinaia di candele illuminano il fiume Neris per dare il benvenuto all’autunno. Nel resto della città, invece, si snodano diversi mercatini locali che espongono sui banchi gli ultimi frutti del raccolto.

Machu Picchu: il luogo dove il sole è legato

Esiste un luogo nelle Ande peruviane che da sempre attira viaggiatori da tutto il mondo per il suo fascino e il suo mistero. Stiamo parlando di Machu Picchu, l’incredibile fortezza del Perù. È qui che esiste la pietra intihuatana che nella lingua quechua vuol dire luogo dove il sole è legato. Gli esperti ritengono che questa pietra abbia funzionato da osservatorio dell’anno solare che poteva definire l’arrivo dei solstizi e degli equinozi.

E in effetti è proprio qui che si recano miglia di persone durante l’equinozio d’autunno, per ammirare la proiezione dei raggi del sole sulla pietra che, proprio in questa occasione, annulla ogni ombra.

Categorie
eventi Notizie pasqua tradizioni Viaggi

Cose che puoi fare a Pasqua per sentirti da un’altra parte

Weekend, ponti e festività si trasformano nell’occasione perfetta per organizzare viaggi brevi o lunghi, per esplorare le meraviglie del mondo e per immergerci tra le tradizioni e la cultura di altri popoli. Usanze che si fanno ancora più vive durante alcuni periodi dell’anno come la Pasqua.

Se è vero che per noi questo è il momento in cui riunirci alle persone che amiamo, familiari e amici, con grandi tavolate che ospitano uova di cioccolato e tutte le prelibatezze gastronomiche locali, è vero anche che dall’altra parte del mondo, e non solo, ci sono tante tradizioni che non conosciamo, ma che sono bellissime.

Alcune possono sembrare bizzarre e stravaganti, altre ancora davvero suggestive, quello che è certo è che sono tutte rappresentative di un Paese e della sua tradizione. E qualora non riuscissimo a organizzare un viaggio per scoprirle tutte, allora possiamo farle nostre così da avere la sensazione di essere dall’altra parte del mondo.

Uova dipinte, Romania

Uova dipinte, Romania

Romania, le uova dipinte

Arriva dalla Romania una delle tradizioni più belle e suggestive di Pasqua, quella delle uova dipinte. Si tratta di un’usanza secolare e artigianale che prevede la trasformazione delle uova vere, di gallina, di oca o di anatra, in piccoli capolavori artigianali.

Queste, infatti, vengono ricoperte di cera d’api e poi immerse in bagni di colore per poi essere dipinte e disegnate. Oltre a essere il simbolo pasquale per antonomasia nel Paese, le uova si sono trasformate nei souvenir prediletti dei viaggiatori. Provate a farle anche voi!

Svezia: le streghe di Pasqua

Avete mai sentito parlare di påskkärringar? In Svezia, il giorno di Pasqua, le bambine si travestono da streghe, con tanto di trucco, parrucco e scopa, e vanno di casa in casa a chiedere dolci e cioccolato. Vi ricorda qualcosa?

Finlandia: i grandi falò

Nei giorni immediatamente precedenti alla Pasqua, in Finlandia, grandi fiamme si alzano verso il cielo. Si tratta di falò e roghi che gli abitanti delle città organizzano per ripulire l’aria dalle energie negative e liberare il cielo dalle streghe.

Una volta compiuta la missione ci si riunisce intorno alla tavola per festeggiare nella maniera tradizionale. I bambini, invece, diventano i protagonisti di una caccia alle uova di cioccolata organizzata dai genitori giorni prima.

Falò di Pasqua, Finlandia

Falò di Pasqua, Finlandia

Appuntamenti imperdibili a Pasqua

Ci sono tradizioni da replicare e altre da vivere, come le processioni religiose che vengono organizzate in ogni parte del mondo durante la Settimana Santa. Eppure nessuna sembra essere così suggestiva e intensa come quella spagnola.

Tra misticismo e folklore e sentita spiritualità, uomini e donne con cappucci a punta e abiti lunghi, sfilano tra le strade delle città spagnole. Una tradizione secolare e solenne, quella che prende vita durante la Semana Santa, che affonda le sue radici nel Medioevo e che attira ogni anno migliaia di visitatori.

Anche l’Italia ha un evento imperdibile: lo Scoppio del Carro a Firenze. Una cerimonia laico-religiosa secolare che unisce tradizione, cultura e identità cittadina. Ogni anno, durante la domenica di Pasqua, il fuoco benedetto viene acceso all’interno della chiesa dei Santi Apostoli e poi portato in processione fino al Duomo su un carro. Lo stesso che poi esploderà.

Scoppio del carro, Firenze

Scoppio del carro, Firenze

Categorie
Notizie tradizioni Viaggi

Bormio: la meravigliosa tradizione dei pasquali alpini da vivere

È arrivato quel periodo dell’anno che dà vita a vere e proprie migrazioni di massa che portano i viaggiatori a scoprire le meraviglie messe in scena da Madre Natura in primavera. Viaggi brevi da organizzare nei weekend o durante le vacanze di Pasqua per scoprire e riscoprire le tradizioni delle città, dei paesi e dei borghi di tutto il mondo.

Ma non c’è bisogno di andare dall’altra parte del globo per vivere esperienze uniche e indimenticabili. In Italia, infatti, esiste un luogo che, proprio durante la Pasqua, permette di vivere un’esperienza incredibile che emoziona e incanta, una manifestazione attesa tutto l’anno che esplode in tutta la sua autenticità proprio ad aprile.

Stiamo parlando dei Pasquali di Bormio, una tradizione folkloristica e religiosa che affonda le sue origini nel Medioevo e che, proprio durante questo il giorno di Pasqua, rende questa località di montagna ancora più magica e suggestiva.

Pasqua: bentornati a Bormio

Bormio non ha bisogna di presentazioni. Il paese montano incastonato nel cuore delle Alpi, infatti, attira ogni anno viaggiatori provenienti da tutto il mondo con un’offerta ampissima che spazia dallo sport, alle attività all’aria aperta, passando per l’enogastronomia e il benessere. Ma Bormio è anche il paese delle tradizioni autentiche e mai dimenticate, quelle preservate nei secoli e tramandate da generazioni.

Ne sono un esempio proprio i Pasquali di Bormio, una manifestazione unica e suggestiva che coinvolge grandi e bambini, e che attira ogni anno migliaia di visitatori.

Tanto antichi quando attesi, i Pasquali di Bormio affondano le loro origini in tradizioni contadine e religiose e si concretizzano con elaborate e minuziose portantine a tema religioso che vengono costruite dagli abitanti del paese durante i mesi invernali.  Queste, poi, si trasformano in veri capolavori artistici che sfilano tra le strade di Bormio portate in spalle, dando vita una colorata e sentita parata che incanta.

I Pasquali di Bormio: tutto quello che c’è da sapere

La tradizione dei Pasquali di Bormio, che unisce elementi folkloristici e un credo religioso, affonda le radici nell’antica cultura contadina del paese. Le prime testimonianze, infatti, risalgono al XVII secolo, quando per il giorno di Pasqua era d’obbligo preparare e cucinare un agnello da distribuire nella piazza centrale del paese.

Negli ultimi anni del XIX secolo s’introdusse la benedizione dell’agnello vivo con una vera e propria gara tra i quartieri per adornare al meglio il proprio animale. Questi venivano adagiati su delle portantine di muschio decorate che, anno dopo anno, si sono trasformate in vere e proprie sculture d’arte.

Oggi le portantine, che raggiungono dimensioni maestose, vengono portate in strada in spalla il giorno di Pasqua. A costruirle sono gli abitanti dei diversi quartieri (Buglio, Combo, Dossiglio, Dossorovina e Maggiore) che lavorano tutto l’anno per creare dei veri e propri capolavori con l’obiettivo di meravigliare.

Dopo due anni di fermo dovuti all’emergenza sanitaria, l’evento folkloristico più atteso dai bormini sta per tornare. L’appuntamento con i Pasquali, infatti, è fissato al 17 aprile e si snoderà tra le vie del paese con una caratteristica e inedita sfilata.

A partecipare ci saranno tutti gli abitanti del paese, ai quali si uniranno, come ogni anno, anche turisti e vacanzieri. La manifesta è resa ancora più speciale dalla presenza dei bambini che, come gli adulti, indosseranno caratteristici abiti tradizionali. I Pasquali restano in esposizione in piazza del Kuerc fino al lunedì di Pasquetta. Pronti a partire?

Pasquali Bormio

Pasquali Bormio