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Da Nord a Sud: regione che vai, dolce di Carnevale che trovi

Quando si pensa al Carnevale vengono subito in mente maschere, travestimenti, ma soprattutto i dolci. L’Italia con la sua tradizione gastronomica offre un’ampia scelta di prelibatezze che variano a seconda della regione. Da nord a sud, i dolci tipici di questo periodo dell’anno sono caratterizzati da ingredienti semplici. Assaggiarli tutti è praticamente impossibile, ma questo non vuol dire che non possiamo scoprire le tradizioni del posto e le prelibatezze più amate.

Il dolce carnevale al Nord

Iniziamo il tour culinario dei dolci di Carnevale dal nord! In Trentino Alto Adige a farla da padroni sono i krapfen ripieni di marmellata, gli strauben (frittelle a forma di spirale) e le frittelle di mele. Rimanendo in montagna, in Valle d’Aosta ci sono i panzerottini, mezzelune, con un impasto a base di patate, ripieni di marmellata. In Piemonte non è Carnevale se non si mangiano i friciò (frittelle) e le mantovane di Cossato, fagottini di pasta sfoglia ripieni di mandorle, uvetta e marmellata. La tradizione lombarda, invece, ha in serbo per i più golosi i tortelli, frittelle friabili cosparse di zucchero con l’aggiunta di cannella. In Friuli Venezia Giulia, oltre ai dolci tradizionali ci sono i rufioi, le classiche chiacchiere arricchite da frutta secca.

Krapfen di Carnevale

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Le krapfen sono il tipico dolce di Carnevale del Trentino Alto Adige

Il Veneto, la regione del Carnevale per eccellenza, è pronto a deliziare il palato con le fritole, frittelle morbide con uva sultanina, e con i galani, una sorta di ravioli ripieni di mostarda di frutta.
I tortelli sono il simbolo dell’Emilia Romagna e a Carnevale diventano dolci perché ripieni di mostarda e crema a cui si affiancano anche le tagliatelle ovviamente fritte.

Una prelibatezza dopo l’altra nel resto d’Italia

Non c’è solo il nord a offrire ricette golose, in Umbria, Abruzzo e Marche a Carnevale si mangia la cicerchiata (simile agli struffoli napoletani). Nelle Marche possiamo gustare anche croccanti frittelle dette scroccassi e gli arancini di Carnevale, delle girelle aromatizzate all’arancia.

Terra di piatti prelibati, la Toscana non delude neanche per quel che riguarda i dolci di Carnevale. Oltre a quelli classici c’è la schiacciata alla fiorentina, una torta soffice e delicata, e il berlingozzo, una morbida e gustosa ciambella. Nel Lazio le castagnole ripiene di ricotta e crema, “regnano” insieme alle frappe (conosciute anche come chiacchiere, bugie e cenci).

In Molise, i più golosi possono mangiare i caragnoli, frittelle a forma di roselline ricoperte di miele, simili alle cartellate pugliesi. Qui a Carnevale troviamo anche le dita di apostoli, cannoli morbidi ripieni di ricotta aromatizzata. La tradizione culinaria campana dà il meglio di sé anche durante il Carnevale con il migliaccio, una torta a base di semolino e ricotta, le zeppole di San Giuseppe e il sanguinaccio, una crema vellutata a base di sangue di maiale e cacao amaro. Il Carnevale in Calabria fa rima con nacatuli, delle frittelle aromatizzate all’anice dalla forma che ricorda una culla.

Le chiacchiere di Carnevale

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Le chiacchiere sono il dolce più diffuso a Carnevale

Nel tour alla scoperta dei dolci di Carnevale non può mancare un salto nelle isole. In Sardegna in tavola non mancano mai i brugnolus, frittelle di patate, e le orillettas, strisce di pasta intrecciate. Infine la Sicilia è sempre pronta a deliziare il palato con ravioli fritti, pignolata, crespelle di riso e testa di Tùrcu: quest’ultimo dolce è formato da più strati di sfoglie fritte ricoperte con una crema al latte aromatizzata alla cannella e al limone.

Le ricette dei dolci di carnevale sono tante, la cosa certa è che i più golosi non avranno che l’imbarazzo della scelta!

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Nel mondo ci sono tante feste. Una è dedicata alle bambole

Eventi, manifestazioni, ricorrenze e buone notizie: c’è sempre un buon motivo per festeggiare, non credete? Lo sanno bene tutte quelle persone che non perdono occasione per farlo e che si mettono in viaggio proprio per scoprire le celebrazioni del mondo che raccontano di tradizioni e usanze lontanissime dalle nostre.

Capodanno e feste stagionali sono forse le ricorrenze più celebri, le stesse che ci invitano a metterci in viaggio e immergersi in atmosfere suggestive e sensazionali. Ma non sono le uniche perché nel mondo ci sono tantissime feste e una di queste è dedicata alle bambole.

Il suo nome è Hinamatsuri, che tradotto letteralmente vuol dire Festa delle bambole. Si celebra in Giappone, il 3 marzo di ogni anno, ed è dedicata alle ragazze di ogni età. ma chiunque può prendervi parte. Ecco come si festeggia.

Hinamatsuri: la Festa delle Bambole in Giappone

Organizzare un viaggio in Giappone è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. E lo è non solo per le incredibili meraviglie che appartengono al Paese del Sol levante, ma anche per tutte quelle meravigliose tradizioni, antiche e moderne, che appartengono alla cultura del territorio.

Le feste rientrano tra queste, e ce ne sono così tante che è davvero difficile scegliere la più bella. Quello che è certo è che i giapponesi fanno sul serio, e riescono a trasformare ogni ricorrenza in un tripudio di colori, emozioni e visioni suggestive e affascinanti.

Così succede anche per la Hinamatsuri, la Festa delle Bambole, che in realtà è collegata alle figure femminili delle famiglie in Giappone. In questa occasione, infatti, attraverso eventi, festeggiamenti e tradizioni, le persone celebrano le ragazze, con l’augurio che crescano felici e in salute.

La celebrazione in questione è conosciuta anche con il nome Momo no sekku che letteralmente tradotto vuol dire Festival dei fiori di pesco. Il motivo è facilmente intuibile: in questo periodo le città e i territori del Paese sono completamente invasi dalle fioriture del pesco che simboleggiano la primavera e la rinascita, ma anche l’amore eterno.

Piramide di bambole a Saitama

Fonte: Getty Images

Piramide di bambole a Saitama

Come celebrare la Festa delle Bambole

Il modo migliore per celebrare la Festa delle Bambole è quello di organizzare un viaggio in Giappone e unirsi ai festeggiamenti dei cittadini. Con l’occasione, inoltre, potrete perdervi e immergervi in un’atmosfera gioiosa e profumata data dalle prime fioriture primaverili.

L’iHinamatsuri viene celebrata il terzo giorno del terzo mese dell’anno, e quindi ogni 3 marzo. Durante questa giornata, dentro le case dei cittadini e fuori di queste vengono esposte le hina ningyo, bambole ornamentali giapponesi che vengono tramandate da generazioni e che raffigurano, solitamente, imperatori, imperatrici e altre figure che appartengono alla corte imperiale.

Anche i locali si abbigliano a festa, come fa il Keio Plaza Hotel di Tokyo e non solo, arricchendo le atmosfere con meravigliosi display ornamentali e offrendo menu speciali. In alcune città, inoltre, vengono organizzate delle parate per rievocare vecchie e antiche tradizioni.

Durante il giorno viene poi servito l’amazake, che è una versione analcolica del saké, insieme all’hishimochi, un dolce caratteristico che si prepara con tre strati di riso: verde, bianco e rosa, che simboleggiano, rispettivamente, la terra, la neve e i fiori di pesco.

Le origini di questi festeggiamenti sono tanto antichi quanto affascinanti. La prima celebrazione, infatti, risale al VII secolo ed è legata alla credenza popolare secondo la quale le bambole avevano il potere di contenere gli spiriti malvagi e trattenere le energie negative. Le bambole, infatti, venivano lasciate sul corso del fiume, affinché le correnti portassero via la negatività. Se poi venivano trovate da qualcuno, o catturate dai pescatori, venivano raccolte e bruciate.

Keio Plaza Hotel Tokyo

Fonte: Keio Plaza Hotel Tokyo

Hinamatsuri
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San Valentino e il “Ti amo” in tutte le tradizioni del mondo

Quando il calendario segna la fine del mese di gennaio ci ricorda che è in arrivo quello che è il giorno più importante per gli innamorati e per tutte le coppie del mondo. Non che queste abbiano davvero bisogno di una giornata specifica per celebrare l’amore in ogni sua forma, intendiamoci. Eppure i più romantici non possono sicuramente ignorare l’arrivo di San Valentino, quello dove le romanticherie soppiantano la quotidianità e si rinnovano tutte le promesse d’amore.

La festa degli innamorati, così, diventa l’occasione perfetta per celebrare i sentimenti, per vivere e condividere esperienze di coppia uniche. La nostra tradizione prevede lo scambio dei regali, tanto cioccolato e una romantica cena per due. Ma c’è anche chi, alla continua ricerca di avventure, approfitta questo momento per organizzare un viaggio di coppia per esplorare il mondo e le sue meraviglie.

Insomma, le cose da fare sono tante, e abbiamo deciso di suggerirvele prendendo in prestito le più belle tradizioni del mondo per celebrare il San Valentino in maniera inedita e sorprendente.

San Valentino: le tradizioni dal mondo

Ad aiutarci in questa missione ci ha pensato Babbel, piattaforma online per l’apprendimento delle lingue che, proprio in occasione di questo San Valentino, ha stilato una lista delle più curiose tradizioni del mondo legate proprio alla festa degli innamorati.

Cominciamo dall’Italia. Il nostro Paese, infatti, ha una tradizione ben radicata di questa ricorrenza che risale agli antichi romani. Proprio il 14 febbraio, infatti, donne e uomini si riunivano in una grande festa in onore degli dei, formando delle coppie che poi sarebbero rimaste insieme per i 12 mesi successivi. Nel 496, però, Papa Gelasio pose fine a questi riti pagani per dedicare la giornata al martire Valentino.

Dal Regno Unito, invece, arriva una suggestiva tradizione che affonda le sue origini nel XVIII secolo. Proprio alla vigilia del 14 febbraio, le donne erano solite spruzzare l’acqua di rose su cinque foglie di alloro posizionate sopra il cuscino. Prima di andare a dormire chiedevano a San Valentino di mostrargli in sogno i loro futuri mariti.

In Danimarca, dove la festa degli innamorati si è radicata solo nello scorso secolo, fiori e cioccolatini sono sostituiti dalle valentinsbrev. Si tratta di lettere d’amore all’interno delle quali, gli autori, dichiarano i loro sentimenti.

Paese che vai San Valentino che trovi

Come abbiamo anticipato, c’è sempre un buon motivo per celebrare l’amore, e lo sanno bene tutti quei Paesi che hanno istituito delle feste da dedicare proprio ai sentimenti. Ancora una volta, è Babbel a svelarci quali sono gli appuntamenti imperdibili nel mondo per tutte le coppie.

In Brasile, per esempio, il 12 giugno si festeggiala Giornata degli Innamorati, il Dia dos Namorados. Anche in Argentina c’è un duplice festeggiamento per le copie, quello del 14 febbraio e quello della Semana de la Dulzura (Settimana della dolcezza). In questo periodo, che cade la prima settimana di luglio, tutte le persone del Paese sono invitate a donare baci in cambio di dolci, cioccolatini e regali.

Anche in Cina si celebra l’amore. Il settimo giorno del settimo mese del calendario cinese, infatti, coincide proprio con il Festival dell’Amore, una ricorrenza secolare che affonda le sue origini in un’antica leggenda che vede come protagonisti due amanti costretti a incontrarsi solo una volta l’anno.

E voi, avete già deciso come trascorrere il vostro San Valentino?

 

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In Molise esiste un’antica tradizione: è il rito del fuoco più grande del mondo

Spesso ci mettiamo in viaggio per andare alla scoperta delle usanze, delle tradizioni e delle culture degli altri popoli che sono lontanissimi da noi. Dimenticandoci, però, che lo stesso Paese in cui viviamo, è un concentrato di storie e folclore che si differenziano in maniera straordinaria di regione in regione. E non scoprirle tutte è davvero un peccato.

Così abbiamo scelto di restare in Italia oggi, per farvi scoprire uno degli eventi più affascinanti e suggestivi che appartengono al nostro Paese, e più nello specifico alla regione Molise. Una manifestazione, questa, che è già stata premiata con il titolo di Patrimonio d’Italia per la tradizione.

Il suo nome è ‘Ndocciata, ed è un evento tradizionale che si svolge ogni anno nel mese di dicembre ad Agnone, un comune di circa 4000 abitanti della provincia di Isernia. È qui che, attraverso una sfilata di enormi fiaccole accese, il fuoco diventa assoluto protagonista del paese, mettendo in scena uno dei più antichi e affascinanti rituali del nostro territorio.

‘Ndocciata di Agnone: origini e tradizioni

Le radici di questo evento tradizionale, che ogni anno attira centinaia e migliaia di turisti e vede la partecipazione attiva di tutti i cittadini, sono tanto antiche quanto affascinanti. Le origini, a quanto pare, risalgono all’epoca romana e sono collegate ai Sanniti, che utilizzavano queste grandi torce come fonte di luce durante i loro spostamenti. La stessa tradizione è stata perpetuata anche nei secoli successivi dai contadini, che hanno iniziato a utilizzare le ‘ndocce per raggiungere le chiese del territorio durante la notte di Natale.

Alla storia si aggiungono anche credenze e superstizioni che nei secoli hanno resto questa tradizione ancora più suggestiva. Alcuni, infatti, ritengono che le fiaccole veniva accese nel Medioevo per proteggere il paese dalle streghe, altri invece collegano questo rito legato al fuoco con la rinascita e la luce.

Indipendentemente da ciò in cui sceglie di credere, questa manifestazione ha attirato l’interesse di persone da tutto il mondo. L’evento, che è riconosciuto come Patrimonio d’Italia per la tradizione dal Ministero del Turismo, mira a diventare Patrimonio Immateriale dell’Unesco.

'Ndocciata di Agnone, la tradizione che celebra il fuoco

Fonte: Getty Images

‘Ndocciata di Agnone, la tradizione che celebra il fuoco

La manifestazione italiana legata al fuoco

La N’docciata di Agnone si svolge a dicembre, la sera del secondo sabato del mese e il 24, il giorno della Vigilia ed è il rito del fuoco più grande del mondo. La preparazione dell’evento comincia già nel mese di marzo, è questo il momento in cui vengono scelti gli abeti bianchi che poi verrano utilizzati per il rito tradizionale.

A dicembre, invece, tutti si riuniscono tra le strade di Agnone, perpetuando lo stesso rito dal 1956. Sono i bambini ad aprire la manifestazione, sfilando con piccole fiaccole che poi lasciano spazio a quelle più grandi: le ‘ndocce che si innalzato fino a tre metri. Il corteo porta in scena più di 1000 fiaccole, sorrette da altrettanti ‘ndocciatori. Il rituale legato al fuoco si conclude, poi, con il falò della Fratellanza: quello che resta delle ‘ndocce viene fatto bruciare come simbolo di nuovo auspicio per l’anno che verrà.

Il fascino dell’evento, e la suggestione che questo emana, non si possono raccontare, ma solo vivere. Quello che è certo è che si tratta di una manifestazione così emozionante e straordinaria che persino Papa Giovanni Paolo II volle replicarla a Roma nel 1996 a Piazza San Pietro.

'Ndocciata di Agnone

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‘Ndocciata di Agnone
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Dalla festa dei folli al Carnevale Ambrosiano: storie, tradizioni e celebrazioni

Quando il calendario segna la fine di gennaio, ci ricorda non solo l’avvicinarsi della stagione delle grandi fioriture, ma anche l’arrivo di un periodo sorprendente, fatto di festeggiamenti folli, celebrazioni ironiche e irriverenti e tanto divertimento. Stiamo parlando del Carnevale, quel momento dell’anno dove tutto, o quasi, è concesso.

Una festa, questa antichissima e secolare, che affonda le sue origini in tempi lontani. Se è vero che oggi i festeggiamenti sono legati al mondo cattolico e al cristianesimo, è altrettanto vero che il folclore che appartiene al Carnevale è indissolubilmente legato ai lontani saturnali, le festività romane organizzate in onore del dio Saturno.

Sono molte le persone che durante questo periodo si mettono in viaggio, per perdersi e immergersi in tutte quelle atmosfere festose che, col tempo, sono diventate davvero iconiche. Ne sono un esempio il romantico ed elegante carnevale di Venezia, così come quello di Rio o di New Orleans. Ma c’è un altro evento tutto da scoprire, che differisce da quello romano che siamo soliti festeggiare, e che ci porta direttamente nella città di Milano. Stiamo parlando del Carnevale Ambrosiano.

C’era una volta la festa dei folli

Chi conosce bene Milano, o chi ci ha trascorso del tempo in città, avrà sicuramente celebrato almeno una volta nella vita il Carnevale Ambrosiano. Cambiano le date, ma anche le tradizioni che si celano dietro a questa festa e che differiscono da quello romano, che è in assoluto il più festeggiato.

I rito ambrosiano è perpetuato nelle chiese dell’arcidiocesi di Milano, e nelle diocesi dei territori vicini. La differenza più grande che emerge sta proprio nelle date che lo riguardano. L’ultimo giorno di Carnevale, infatti, non è il martedì grasso, ma il sabato.

Secondo gli storici, le origini del Carnevale Ambrosiano sono direttamente collegate alla figura di Sant’Ambrogio e alla sua richiesta di celebrare la Quaresima al suo ritorno dal pellegrinaggio. Secondo altri studiosi, invece, i riti vennero posticipati a causa di guerre e carestie che invasero la città proprio durante il periodo delle celebrazioni.

Sono diverse le fonti che parlano del Carnevale Ambrosiano già nel Medioevo. Conosciuto come festa dei folli, questo periodo inaugurava tutta una serie di feste irriverenti, ironiche e a tratti scandalose, che portavano in scena il capovolgimento dell’ordine societario. I poveri diventavano re, mentre i più ricchi e i personaggi altolocati era destinati a trasformarsi negli oggetti dello scherno.

Nonostante la celebrazione sia stata più volte censurata e bandita, a causa dei numerosi sbeffeggiamenti, la festa è sopravvissuta almeno fino al XVI secolo, per poi assumere le sembianze che conosciamo noi oggi.

Come e dove celebrare il Carnevale Ambrosiano

Oggi il Carnevale Ambrosiano segue molte delle tradizioni di quello romano che solitamente celebriamo. Carri allegorici, parate e feste si snodano nella città di Milano e nei territori di alcune diocesi limitrofe. Non mancano neanche i dolci caratteristici come le chiacchiere di Carnevale e i tortelli.

Come succede nel resto d’Italia e del mondo, infatti, parate e sfilate inondano il centro cittadino e i quartieri di Milano ospitando ogni anno un tema diverso. Solo che la data cambia: non si scende in strada il martedì grasso, ma il sabato successivo.

Se volete unirvi alle celebrazioni del Carnevale Ambrosiano quest’anno, la data da segnare in agenda è quella del 25 febbraio 2023. Non dimenticate di indossare la vostra maschera più bella!

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Il Capodanno lunare sta per iniziare. Ecco come celebrarlo

I nostri viaggi intorno al mondo ci insegnano che sono tante le occasioni per fare festa, le stesse che ci permettono di perderci e immergerci in atmosfere sensazionali e straordinarie. Non ci sono solo quelle programmate dal nostro calendario però, ma anche quelle legate a tradizioni, usanze e culture lontanissime dalle nostre.

E questo è il caso del Capodanno lunare, anche conosciuto come Festa della primavera, che rappresenta uno dei momenti più importanti per la Cina e per il vicino Vietnam. I cittadini del Paese, e quelli che si trovano in tutto il resto del mondo, si riuniscono per celebrare la fine del vecchio ciclo e l’inizio della stagione più importante dell’anno, quella del raccolto.

La data dei festeggiamenti è variabile, e solitamente coincide con la fine di gennaio e l’inizio di gennaio. Un momento, questo, che culmina con due settimane di celebrazioni, un tripudio di tradizioni e folclore davvero contagioso e suggestivo, al quale possiamo prendere parte anche noi.

Capodanno lunare 2023: le date

Una grande festa fatta di tradizioni, folclore, danze, preghiere e buon auspici: questo è il Capodanno lunare. Conosciuto anche come Festa di Primavera, questa celebrazione è la più importante e sentita del calendario cinese, paragonabile al nostro Natale.

Durante i festeggiamenti, che solitamente durano due settimane, le persone si riuniscono con gli amici e la famiglia per il tradizionale cenone, ma si dedicano anche ad altre attività come le preghiere alle divinità, il ricordo dei defunti, e poi ancora le grandi pulizie di primavera, che oltre a essere pratiche, diventano anche simboliche: servono a scacciare le energie negative e a eliminare il vecchio per fare spazio a felicità e prosperità portate dal nuovo anno.

Il Capodanno lunare 2023 si terrà il 22 gennaio, e segnerà l’inizio dell’Anno del Coniglio. I festeggiamenti inizieranno il 21 del mese, giorno della vigilia, e proseguiranno fino al 5 febbraio, data in cui si tiene la celebre e magica festa delle lanterne.

Tradizioni del Capodanno lunare

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Tradizioni del Capodanno lunare

Come celebrare il Capodanno lunare

Buste rosse piene di soldi da regalare ad amici e parenti, dolci e prelibatezze caratteristiche, e poi ancora danze, preghiere, draghi e lanterne, così i cinesi di tutto il mondo si preparano a dare il benvenuto al nuovo anno aprendo l’invito a tutti gli altri cittadini del mondo.

Il Capodanno lunare, che affonda le radici in secoli lontani, può essere celebrato da tutti coloro che sono affascinati dalle tradizioni d’oriente o che vogliono approfittare di questo momento per stilare la lista dei buoni propositi in vista dell’arrivo della primavera.

Per celebrarlo non bisogna per forza volare in Cina, basta raggiungere le Chinatown di tutto il mondo per vivere la meraviglia di questa festa. In molti luoghi, infatti, le tradizioni come la danza del drago o il festival delle lanterne, vengono perpetuate, così come vengono organizzate diverse parate in città per celebrare il Capodanno.

È possibile, inoltre, appropriarsi di alcune meravigliose tradizioni che appartengono al Capodanno lunare, come l’utilizzo del rosso. Questo colore, considerato di buon auspicio, viene utilizzato in ogni modo durante le due settimane di festeggiamenti: decorazioni, arredamento, carte da regalo, abbigliamento e intimo. Anche gli auguri si fanno, rigorosamente, su carta rossa.

Come succede durante le nostre feste, anche il Capodanno lunare prevede un cenone, un momento in cui famiglie e amici si riuniscono per trascorrere il tempo insieme aspettando la mezzanotte. Non mancano ovviamente i regali, la tradizione prevede lo scambio degli hongbao, buste rosse che contengono soldi e che vengono generalmente donate ai giovanissimi o agli anziani.

Se avete scelto di celebrare il Capodanno lunare, in Italia o nel resto del mondo, non dimenticate di dire: 新年快乐 / 新年快樂 (Xīnnián kuàilè), per augurare un felice anno nuovo a chi è con voi.

La festa delle lanterne chiude le celebrazioni del Capodanno lunare

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La festa delle lanterne chiude le celebrazioni del Capodanno lunare
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Epifania: dove trovare le tradizioni più belle in Italia

Un noto proverbio celebra “l’Epifania tutte le feste si porta via”. Che in qualche modo segni la fine delle festività è risaputo da tutti, ma forse in molti non sono a conoscenza che in alcuni Paesi, come per esempio il Portogallo, la Befana non si celebra.

Per questo motivo, abbiamo deciso di portarvi a fare un viaggio alla scoperta delle tradizioni più particolari del nostro Paese. Da Nord a Sud e facendo scalo nelle isole maggiori d’Italia, le usanze sono una più incantevole dell’altra.

Le tradizioni dell’Epifania nel Nord Italia

Una città da raggiungere il giorno della Befana nel Nord Italia è, senza ombra di dubbio, Venezia. Da queste parti, infatti, ogni 6 gennaio si celebra la ”Regata delle Befane”, una manifestazione sportiva nata nel 1979. Anche quest’anno, è previsto il corteo acqueo delle imbarcazioni societarie che, alle ore 9.30, dai Magazzini del Sale accompagnano cinque befane sul campo di regata e trasportano la calza gigante, simbolo giocoso dell’evento che, alle 10.30, sarà appesa al magico Ponte di Rialto.

Il percorso della gara, che prenderà il via alle 11:00, parte dal Palazzo della Banca d’Italia con tutta la bellezza del ponte di Rialto alle spalle.

Panevin, foghera, fugaderi, tamòsse, pignarûl, casera: tutto questo lo potrete trovare in Friuli. In sostanza, da queste parti prendono vita grandi falò di sterpaglie dalla montagna alla pianura, dai magredi alle risorgive.

Ad Arba, per esempio, il falò è iniziato a bruciare la sera del 5 gennaio dalle 20.30 così come in altre incredibili località della zona. Nei fatti dovete solo scegliere dove andare.

falò befana

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I falò della Befana in Friuli

A Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, dopo due anni di stop torna il folkloristico falò propiziatorio dell’Epifania. Venerdì 6 gennaio 2023, fa ritorno nel prato adiacente l’ospedale “Brusa la Vecia” un evento che, come da tradizione, sarà accompagnato da musica, brulé e l’immancabile “panino con el codeghin”. In sostanza, la Befana verrà bruciata in un grande falò cittadino: un rito simbolico per lasciarsi alle spalle il vecchio anno e salutare quello nuovo.

Le tradizioni dell’Epifania nel Centro Italia

Roma è sempre una buona idea, ma in particolare lo è il giorno della Befana dove le tradizioni sono davvero tantissime. A partire da Piazza Navona con giochi, luci, colori e doni per i piccoli, seguita dalla caccia al tesoro presso il Museo delle Carrozze d’Epoca, fino al corteo noto come “Viva la Befana” con tanto di rievocazione storica che partirà da via della Conciliazione.

Inoltre, Presso la terrazza del Pincio si terrà l’annuale “Corsa del giocattolo”, una manifestazione sportiva non competitiva di marcia e corsa a passo libero di 5 chilometri.

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La Befana di Piazza Navona

Ad Urbania, in provincia di Pesaro e Urbino, quest’anno andrà in scena la 26° Festa Nazionale della Befana che coinvolgerà l’intero paese con tutti gli abitanti vestiti a tema. Allestimenti e decorazioni con tanto di Villaggio della Befana, ma anche un pirotecnico volo della vecchina dalla Torre Campanaria, alta 26 metri.

Per poi concludere con la possibilità di ammirare la creazione di una calza dal maxi formato, tutta cucita a mano. L’ingresso è gratuito per bambini fino ai 10 anni e per i residenti, mentre gli adulti pagano 5 euro.

A Viterbo, dopo lo stop imposto dalla pandemia, quest’anno è tornata “la calza della befana più lunga del mondo”. L’appuntamento, come da tradizione da 21 anni, si è tenuto il pomeriggio del 5 gennaio: una calza lunga ben 52 metri è stata trasportata su quindici Fiat 500 storiche affiancate da oltre cento befane che, lungo tutto il percorso, hanno distribuito caramelle a bambini, e non solo.

Il giorno 6 gennaio, invece, subito dopo il tramonto la Befana si calerà dalla torre dell’orologio di Piazza del Plebiscito, sempre per regalare dolci e caramelle ai bambini presenti.

Le tradizioni dell’Epifania nel Sud Italia

A Napoli la Befana si festeggia nella spettacolare cornice di Piazza del Plebiscito: la mattina del 6 gennaio grandi e piccini possono riunirsi e celebrare con laboratori e degustazioni di dolciumi e prodotti da forno, realizzati da personalità di spicco del mondo culinario.

Inoltre, si può assistere aduna caratteristica sfilata sul lungomare Caracciolo. Carri e personaggi vestiti a festa passeranno lasciandosi alle spalle un panorama mozzafiato.

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Napoli, Piazza del Plebiscito

Una tradizione molto interessante è anche quella di Candela, in provincia di Foggia, dove l’arrivo dell’Epifania è così tanto sentito che gli vengono dedicati una festa e un “volo” speciale. In poche parole, la sera del 6 gennaio da queste parti la Befana si prepara a un scenografico volo che parte dal campanile della città e scende fino al terreno.

Parallelamente a questo evento, inoltre, si può partecipare alla golosissima festa del cioccolato.

A Montescaglioso, in provincia di Matera, la notte tra il 5 e il 6 gennaio si aprono le porte alle anime del Purgatorio. Secondo la leggenda, nella notte dell’Epifania le anime dei morti tornano a bussare alle case dei vivi, quelle dove avevano vissuto, per chiedere vino e cibo.

Si chiamano Cucibocca e il loro “ritorno” consiste in una vera e propria (e anche da brivido) rievocazione. I visitatori, nel frattempo, hanno potuto godersi la nottata in piazza gustando i “Nove Bocconi del Cucibocca”, cioè nove piatti tipici del territorio accompagnandoli con vino e zampognari.

Le tradizioni dell’Epifania nelle maggiori isole d’Italia

Terminiamo questo viaggio alla scoperta di alcune delle tradizioni italiane dell’Epifania nelle maggiori isole italiane.

In particolare, vi portiamo a Cagliari dove nelle sue strade, il 5 e 6 gennaio, si fa festa. Il 5 gennaio una graziosa befana passeggia lungo Via Garibaldi sui pattini per distribuire doni ai più piccini. Il giorno successivo, in Piazza Costituzione, la vecchina cammina sui trampoli regalando palloncini per poi recarsi al Teatro Civico, dove, dopo aver bruciato la scopa, scenderà sul palco dal trapezio volante.

A Messina, e più precisamente nel quartiere Bordonaro, viene allestito “u pagghiaru” che è formato da una pertica alta nove metri circa e rivestita di rami di corbezzoli, agrumi, ciambelle di pane azzimo e cotone.

Esso eimboleggia un abete natalizio, sulla cui cima si trova una croce alta due metri, abbellita con frutta, nastri, ciambelle e forme di pane. Rappresenta il premio per i 14 partecipanti che la sera dell’Epifania, dopo la celebrazione della Santa Messa, si arrampicheranno per aggiudicarsela.

Insomma, l’Epifania in Italia è davvero ricca di appuntamenti e tradizioni speciali.

cagliari befana

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Cagliari di notte
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Aspettando la Befana: l’Epifania nel mondo è in tripudio di tradizioni e folclore

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, dicono, per portare caramelle, dolci e cioccolato a chi è stato buono. A chi invece ha tentennato con le buone azioni e i nuovi propositi, è destinato solo il carbone. Non stupisce, quindi, che il personaggio simbolo dell’Epifania sia attesissimo dai bambini, almeno da quelli che si sono comportati bene durante l’anno. Diverso è per gli adulti, che sanno bene che il 6 gennaio coincide anche con la fine di tutte le feste natalizie. Ma chi è davvero la Befana? E soprattutto: come si festeggia nel resto del mondo?

Befana: le origini

Presente nel calendario di moltissimi Paesi, la festa dell’Epifania si celebra in Italia il 6 gennaio, e non solo coincide con la fine di tutte le festività legate al Natale, ma è collegata anche alla figura tradizionale e folcloristica della Befana.

La tradizione cristiana celebra questo giorno per ricordare l’adorazione dei Magi che arrivarono fino a Betlemme per dare il benvenuto al Messia. La stessa parola Epifania, infatti, in greco vuol dire apparizione, e fa riferimento alla manifestazione divina. In questo stesso giorno, nel nostro Paese e nel resto d’Europa, prendono vita tutta una serie di tradizioni e festeggiamenti che affondano le loro origini in superstizioni e usanze lontane, proprio lì dove troviamo anche la figura folcloristica della Befana.

Prima di fondersi con elementi cristiani, infatti, quella dolce vecchietta che di notte gira per la città, per riempire le calze ai bambini, era per le popolazioni celtiche la Regina del freddo, anche conosciuta come Beira. La tradizione pagana, invece, vedeva in questa la personificazione di Madre Natura. Se appariva vecchie e trasandata, era solo per rappresentare la fine del vecchio anno. Dopo di che, infatti, si sarebbe trasformata in una giovane fanciulla.

La fusione delle credenze pagane con quelle cristiane ha dato vita alla Befana come la conosciamo noi oggi. Eppure quella dolce e generosa signora non appartiene alle tradizioni del resto dei Paesi cristiani, che celebrano il 6 gennaio in modi differenti e anche un po’ bizzarri. Scopriamoli.

Epifania nel mondo: ecco come si festeggia

In Spagna, l’Epifania è una festa molto sentita. In tutte le città del Paese, infatti, i bambini si preparano a celebrare l’arrivo dei Re Magi già la sera prima, ponendo davanti alle porte delle loro case cibo e acqua per i cammelli. Il giorno del 6 gennaio, invece, cittadini di ogni età si riuniscono tra le strade e le piazze per assistere al grande corteo dei Re Magi.

Originale e bizzarra è invece la tradizione diffusa in Francia per il giorno dell’Epifania. Il 6 gennaio, infatti, le persone si riuniscono a tavola per celebrare la festa con prodotti caratteristici, tra cui il galette de rois, un dolce tipico del Paese. Proprio in questo si nasconde una fava. La tradizione vuole che chi la trova diventerà il re o la regina della giornata.

In Russia, invece, esiste una figura folcloristica che assomiglia molto alla Befana. Si tratta di Babuschka, anche lei raffigurata come una vecchia signora, che accompagna Padre Gelo durante la notte di Natale per consegnare regali a tutti i bimbi buoni. Durante l’Epifania vera e propria, che viene celebrata il 19 gennaio nelle chiese ortodosse, si perpetua un rito davvero particolare che prende il nome di Kreshenie. In questa occasione le persone si tuffano nelle acque ghiacciate per celebrare il battesimo di Gesù.

In Islanda, invece, l’Epifania è strettamente collegata agli Jólasveinar, i 13 Babbi Natale che fanno compagnia ai cittadini durante tutto il periodo delle feste natalizie consegnando regali ai bambini. Il 6 gennaio, in occasione della Threttándinn, l’ultimo Babbo Natale sceso in città ritorna sulle montagne in cui vive, concludendo così il periodo delle feste.

Anche in Romania viene celebrato il giorno dell’Epifania con il ricordo dell’arrivo dei Re Magi. I bambini sono i grandi protagonisti della giornata: girano tra le strade della città bussando alle porte delle case per raccontare storia in cambio di doni e frutta secca.

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Auguri di buon anno, in tutte le lingue del mondo

Dicembre è il mese più atteso dell’anno, un po’ ovunque e da tutti, perché è questo il periodo delle grandi feste, quelle magiche e incantate che ci spingono a esplorare il mondo, a conoscere il suo volto più inedito e a vivere e condividere esperienze straordinarie.

Dopo le celebrazioni del Natale, ecco arrivato il momento che tutti attendevamo, quello di salutare l’anno appena trascorso per dare il benvenuto a quello nuovo. Le cose da fare sono tantissime: party con gli amici, eventi in città, viaggi dall’altro capo del mondo e poi, ancora, tutta una serie di tradizioni da perpetuare.

Gli auguri di buon anno, indipendentemente da come si è scelto di festeggiare, in Italia sono sempre accompagnati da lenticchie e cotechino, perché è questa la tradizione del BelPaese. Ma se siete in viaggio, oppure volete semplicemente stravolgere le usanze, ecco i modi di dire e le tradizioni dal mondo da fare vostre per celebrare al meglio il nuovo anno.

Tradizioni e parole dal mondo

Una delle più belle tradizioni del mondo arriva dalla Spagna. Il 31 dicembre, infatti, i cittadini amano attendere lo scoccare della mezzanotte a Puerta Del Sol, una delle più grandi e celebri piazze di Madrid, con dodici acini d’uva. La tradizione vuole che questi debbano essere mangiati, uno ogni secondo, seguendo il ritmo dei 12 rintocchi della campana che campeggia nella piazza come buon auspicio dell’anno che verrà. L’usanza, s’intende, può essere perpetuata anche in casa, o in qualsiasi altra parte del mondo. Per augurare un buon anno gli amici spagnoli, vi basterà dire: Feliz Año Nuevo.

Niente feste in casa o spettacoli pirotecnici nelle piazze urbane: i cittadini del Brasile, a Capodanno, si ritrovano tutti in spiaggia. La tradizione vuole che allo scoccare di mezzanotte si debbano saltare le onde sul bagnasciuga, sette per l’esattezza, esprimendo altrettanti desideri che poi si esaudiranno durante il nuovo anno. Se non siete freddolosi, allora, potete fare vostra questa tradizione recandovi alla spiaggia più vicina. E per augurare a chi vi sta vicino un buon anno, vi basterà dire Feliz Ano Novo.

Gli amici giapponesi, invece, il 1° gennaio si ritrovano nelle loro case per leggere la tanto attesa cartolina di buon anno. È usanza, infatti, spedire durante le feste natalizie dei biglietti di auguri per far sì che arrivino in tempo e che vengano letti a Capodanno, magari mentre si gusta un delizioso mochi, anche questo un rito tradizionale del Paese. Se volete spedire anche voi una cartolina, non dimenticate di augurare buon anno a chi la riceve così: 明けましておめでとうございます (akemashite omedetō gozaimasu).

Un’altra meravigliosa tradizione di Capodanno proviene dalle Flippine. Il primo giorno dell’anno, infatti, i cittadini portano in tavola 12 frutti che rappresentano la prosperità e l’abbondanza, gli stessi che si augurano per il nuovo anno. Maligayang Pasko è la frase da usare per augurare uno splendido nuovo inizio.

Buon anno in tutte le lingue del mondo

Se volete sorprendere gli amici con degli auguri speciali, o semplicemente volete appropriarvi della romantica lingua francese per augurare uno splendido inizio ai vostri cari, vi basterà dire Bonne année. Potrete invece fare gli auguri agli amici tedeschi pronunciando: Frohes neues Jahr, mentre in Albania vi basterà dire Gezuar Vitin.

Hyvää uutta vuotta, invece, è la frase utilizzata dai finlandesi per gli auguri di buon anno, mentre in Islanda si dice: Gleðilegt nýtt ár. Se volete fare gli auguri in polacco, vi basterà pronunciare questa frase: Szczęśliwego Nowego Roku, in greco invece: Ευτυχισμένο το νέο έτος. Se non ve la sentite di osare tanto, potete sempre utilizzare un evergreen. Con Happy New Year, infatti, non si sbaglia mai!

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Dove trovare le più belle tradizioni natalizie nel mondo

Il Natale è ormai alle porte, la notte più magica dell’anno sta per cominciare e con lei anche le tantissime tradizioni che, in ogni parte del mondo, caratterizzano queste ore magiche, intrattenendo e risvegliando i cuori e le emozioni di chi le segue e le tramanda di generazione in generazione.

Tradizioni tipiche natalizie, che animano questa festa e il periodo che la precede e che, proprio per la loro particolarità, rendono questi giorni ancora più carichi di suggestione, magia e fascino.

Natale in Italia

Tra le più diffuse sia in Italia che all’estero, quello che non può davvero mancare a Natale è la preparazione del classico albero e che, in molte parti del nostro Paese, viene addobbato in occasione della Festa dell’Immacolata, l’8 Dicembre. Altra cosa che non può mancare, e questo soprattutto in quelle case in cui il culto religioso è particolarmente sentito, è il Presepe, realizzato in diverse regioni e con una maggior partecipazione nelle zone meridionali e che merita senza dubbio un posto d’onore tra le più belle tradizioni legate al Natale.

Ma non solo. Per molti bambini e adulti italiani, infatti, una tradizione natalizia a cui non si può proprio rinunciare è quella in occasione di Santa Lucia, una festa molto sentita soprattutto in alcune regioni come il Veneto e che si caratterizza per essere una sorta di Natale anticipato dove, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, la Santa porta i doni ai bambini in groppa al suo asinello.

Le tradizioni nel mondo

Ma le tradizioni natalizie non finiscono certo qui e alcune sono davvero molto dolci. Una tradizione catalana molto amata dai bambini, infatti, Tió De Nadal , richiede che i bambini decorino un ceppo di legno, solitamente disegnandoci sopra un volto sorridente e il tipico berretto catalano. Nei giorni compresi tra l’8 e il 24 dicembre, la notte della vigilia, il ceppo di legno deve riposare sotto una coperta, vicino al camino, e viene a mano a mano e in gran segreto riempito di frutta, nocciole, torrone e cioccolatini. La sera della Vigilia, poi, i bambini cantando una canzone tipica, colpiscono il ceppo e, al termine della canzone, alzando la coperta, scoprono cosa contiene il pezzo di legno e le tante sorprese che sono comparse al suo interno durante i giorni di risposo.

In Francia, una tradizione tipica natalizia riguarda la notte della Vigilia e il giorno del Natale vero e proprio. La sera del 24 dicembre, infatti, prima di andare a dormire, i bambini appendono al camino zoccoli e scarpe ed è lì che Babbo Natale ripone i doni a loro dedicati. Dopo la cena della vigilia, poi, è tradizione non sparecchiare la tavola, per far sì che la Vergine Maria possa fermarsi e rifocillarsi. Altra tradizione tutta francese, riguarda uno dei classici dolci natalizi tipici di questo Paese, la Bûche de Noël, ovvero il tronchetto natalizio di cioccolato, che deve essere posizionato al centro della tavola come centrotavola di Natale.

Nel Regno Unito, secondo la tradizione di Natale, i regali vengono portati da Father Christmas accompagnato dalla sua renna Rudolph. Per questo, i bambini sono soliti lasciare sotto l’albero di Natale del latte caldo e un dolce tipico inglese chiamato Mince Pie, dei dolcetti realizzati con la frutta secca e le mele, oltre a una carota per la renna. Un modo dolcissimo per ringraziare Babbo Natale dei doni che sta per lasciare.

In America oltre al classico albero di Natale, la tradizione vuole che la casa venga decorata anche con del vischio e rami di albero, ma anche con pigne e con dei rametti di agrifoglio. Oltre alle tipiche Candy Decorations ovvero dei popcorn e caramelle da appendere.

Dove Babbo Natale non c’è

Infine, nella fredda Norvegia, la tradizione natalizia non prevede l’arrivo di Babbo Natale ma di un altro personaggio magico chiamato Julebukk, un uomo travestito con una maschera da capra e un mantello di pelliccia. Julebukk vaga di casa in casa durante la vigilia, intonando canzoni natalizie in cambio di qualche dolciume.

Ognuno ha le sue tradizioni, quindi, alcune più pittoresche di altre e tutte da scoprire, ma sempre piene di fascino e magia, proprio come la festa a cui sono dedicate e alle atmosfere che avvolgono questi giorni particolari e sempre tanto attesi.