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A bordo del treno della vendemmia del Piemonte

Domenica 22 settembre torna sui binari della Ferrovia della Valsesia, una delle valli più verdi d’Italia, il treno storico da Novara a Sizzano, per dare il benvenuto alla vendemmia e a una giornata all’insegna di una tradizione centenaria e di sopraffine degustazioni.

Il treno, composto da locomotiva a vapore, carrozze “Corbellini” Anni 50 e bagagliaio, partirà dalla stazione di Novara alle ore 9.40 per giungere a Sizzano alle ore 10.29. Il ritorno è previsto alle ore 17.33 da Sizzano con arrivo a Novara alle 18.25.

L’evento è organizzato da Fondazione FS Italiane, in collaborazione con il Comune di Sizzano, la Pro Loco di Sizzano, il gruppo FAI Colline Novaresi, le associazioni locali di Sizzano e il Museo Ferroviario Valsesiano che fornisce supporto tecnico.

Il programma di domenica 22 settembre

Il programma della giornata, suscettibile di modifiche, prevede:

  • 9.40: Partenza del treno storico trainato da locomotiva a vapore dalla stazione di Novara.
  • 10.29: Arrivo del treno storico a Sizzano.
  • 10.30-11.00: Trasferimento a piedi verso la collina (circa 2 km, percorso misto asfaltato e sterrato). Disponibile servizio navetta per chi segnalerà difficoltà in fase di prenotazione.
  • 11.00-12.30: Vendemmia turistica presso i vigneti delle colline di Sizzano (con priorità ai bambini).
  • 13.00-14.30: Pranzo del contadino in collina presso l’area “Bergamina” (obbligo di segnalare allergie o intolleranze durante la prenotazione).
  • 14.30-15.00: Rientro a piedi in paese.
  • 15.00-16.30: Pigiatura dell’uva in Piazza Prone, con stand di cantine e produttori locali e degustazioni di vini per conoscere e assaporare tutte le DOC Colline Novaresi prodotte sul territorio. Disponibili anche visite guidate ai siti storici del paese quali la Chiesa parrocchiale con le testimonianze paleocristiane e gli scavi archeologici e l’Esposizione Etnografica presso Casa Bianchi-Orlando dove i proprietari attendono i visitatori per far compiere loro un viaggio nella storia di un’antica famiglia di Sizzano.
  • 16.45: Rientro alla stazione di Sizzano.
  • 17.33: Partenza del treno storico da Sizzano.
  • 18.25: Arrivo del treno storico a Novara.

Si raccomanda abbigliamento da trekking e calzature impermeabili, poiché parte del percorso sarà su strade collinari non asfaltate.

In caso di pioggia: La vendemmia sarà sostituita da una visita in cantina, con pranzo e pigiatura delle uve sotto una struttura riparata.

Le tariffe (andata e ritorno non divisibile)

Ecco il riepilogo delle tariffe per l’evento, con tutte le informazioni utili:

Tariffe:

  • Intero ADULTO: € 60,00
  • Ridotto BAMBINO (4-12 anni non compiuti): € 30,00
  • Gratuità per bambini sotto i 4 anni, senza garanzia del posto a sedere e senza pranzo.

Non sono ammesse riduzioni o gratuità al prezzo intero, incluse quelle previste in base al possesso di particolari carte commerciali o carte di libera circolazione.

Il prezzo include:

  • Viaggio andata/ritorno sulla tratta Novara-Sizzano a bordo del treno storico trainato da locomotiva a vapore.
  • Partecipazione alla vendemmia e alla pigiatura dell’uva.
  • Pranzo a base di prodotti tipici (è necessario segnalare eventuali allergie o intolleranze al momento della prenotazione). Il menu, passibile di modifiche, prevede polenta e talupone, piatto misto di salumi e formaggi, acqua e vino. Disponibile anche menu per i bambini da 4 a 12 anni e per chiunque lo desideri: pasta, affettati, acqua/bibita. Per i piccoli al di sotto dei 4 anni non è previsto il pranzo, eventuali richieste di menu bambino per loro vanno effettuate in fase di prenotazione.
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Fiumalbo, il piccolo borgo in Emilia-Romagna immerso nella natura

Bandiera Arancione del Touring Club e inserito a pieno titolo nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, Fiumalbo, seppur poco noto a livello nazionale, è una di quelle mete da segnare in lista per un piacevole weekend o una gita fuori porta.

Sull’Alto Appennino Modenese, nel cuore del Parco del Frignano, in suggestiva posizione al confine con la Toscana e alla confluenza dei torrenti Rio Acquicciola e Rio delle Pozze (che danno vita al fiume Scoltenna), è uno dei gioielli del territorio che ha saputo preservare in modo autentico il suo centro storico e le tradizioni secolari, che lo rendono una località davvero affascinante per chi desidera riscoprire il passato.

Cosa vedere a Fiumalbo

Passeggiare per le strade di Fiumalbo è come compiere un salto indietro nel tempo, in un’atmosfera magica che si sprigiona dalle case in pietra e dai vicoli tortuosi che si intrecciano tra la rigogliosa natura dell’Appennino Tosco-Emiliano. Borgo medievale incastonato tra le verdi colline, incanta con un fascino senza tempo e un significativo patrimonio culturale e artistico.

Suo fiore all’occhiello è la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, Santo Patrono, la cui costruzione, avviata nel XII secolo, raggiunse l’attuale imponenza soltanto dopo l’ampliamento del 1592. All’interno, custodisce affreschi e opere scultoree del celebre Wiligelmo, il primo scultore a firmare le proprie opere, lo stesso che contribuì alla decorazione del Duomo di Modena.

Ma ciò che rende davvero unico Fiumalbo è la presenza dei “casoni“, antiche abitazioni in pietra e terra risalenti all’epoca celtica, che ne testimoniano le origini millenarie, ben prima del Medioevo: situate nella località di Valdare lungo la strada per la frazione di Doccia, ai piedi del Monte Cimone, trasportano i visitatori in un paesaggio che ricorda le colline d’Irlanda e Scozia. Passeggiando tra i prati che ospitano tali antiche case celtiche, si viene pervasi da un senso di pace e meraviglia, in un contesto naturalistico straordinario.

Nonostante le dimensioni ridotte, il borgo vanta un sorprendente numero di edifici religiosi: ben sette tra chiese e oratori. Di fronte alla Chiesa di San Bartolomeo ecco la Chiesa dell’Immacolata Concezione, risalente al 1516, che per secoli ha ospitato la Confraternita dei Bianchi. La Confraternita dei Rossi, invece, aveva sede nella splendida Chiesa di Santa Caterina da Siena, oggi sede del Museo permanente dell’Arte Sacra, dove si possono ammirare pregevoli testimonianze della devozione locale tra cui spiccano un cinquecentesco dipinto dell’Ultima Cena e la Tavola di Sacaccino Sacaccini da Carpi “Madonna col Bambino in Trono”, i Santi Bartolomeo e Giovanni Battista della prima metà del XVI secolo.

Un’altra tappa imperdibile è la Chiesa di San Michele Arcangelo, la cui struttura ha subito varie modifiche nel corso dei secoli: caratterizzata da un’impronta romanica con abside semicircolare e navata unica, è un tesoro artistico che conserva affreschi risalenti al Quattrocento, emersi durante il restauro del 1931 per la costruzione del campanile.

Un paradiso per la vita all’aria aperta

Il piccolo borgo di Fiumalbo, con le case in sasso incastonate in un paesaggio incontaminato, è un vero rifugio per chi cerca pace e desidera godersi appieno la vita all’aria aperta. Durante le calde giornate estive, diventa il paradiso degli escursionisti che possono esplorare sentieri selvaggi e angoli nascosti dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Quando arriva l’inverno, si trasforma invece nella scelta ideale per gli appassionati di sport invernali. Gli amanti dello sci-alpinismo e del trekking con racchette da neve hanno l’occasione di cimentarsi in percorsi emozionanti, mentre chi vuole emozioni più forti può avventurarsi in motoslitta ad alta quota o sfidare la neve fresca con il free ride.
La Val di Luce è facilmente raggiungibile dal paese, e gli snowboarder e skier più esperti troveranno discese mozzafiato, con un dislivello di 800 metri, in totale libertà.

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Le più belle sagre gastronomiche nei borghi d’Italia

L’Italia è un paese ricco di tradizioni, le quali prendono vita soprattutto in occasione delle sagre, eventi unici dove respirare appieno l’essenza e l’autenticità del territorio in cui ci troviamo. Queste feste popolari rappresentano anche un’opportunità per scoprire piccoli borghi che, per un motivo o per un altro, non compaiono nelle classiche rotte turistiche, ma non per questo meno meritevoli di essere visitati.

Le sagre possono nascere per festeggiare eventi diversi, da quelli legati all’agricoltura come il raccolto a quelli di matrice religiosa, organizzati per omaggiare il santo patrono. Non mancano le sagre più deliziose, ossia quelle nate per raccontare un determinato prodotto gastronomico scelto come simbolo del territorio. Il tutto in un’atmosfera unica dove si crea un senso di comunità davvero speciale.

Queste sono le più belle sagre gastronomiche nei borghi d’Italia selezionate da SiViaggia.

XVI Festival Nazionale dei Borghi più belli d’Italia, Calabria

Dal 6 all’8 settembre, i borghi di Oriolo e Rocca Imperiale saranno i protagonisti della manifestazione annuale più importante dell’Associazione Borghi più belli d’Italia. L’evento, sostenuto dalla Regione Calabria, sarà ricco di convegni, dibattiti, mostre e degustazioni. Si tratta di un appuntamento molto importante perché permette non solo di far conoscere l’enorme patrimonio artistico, culturale e ambientale dei 362 borghi che fanno parte dell’Associazione, ma offre anche un’occasione per affrontare le problematiche relative alla vita dei piccoli borghi.

Festa dell’amaretto di Sassello, provincia di Savona

Qual è una delle specialità dolci più amate della Liguria? Sicuramente l’amaretto! E dove provarlo se non nel borgo dov’è nato nella seconda metà dell’800? Stiamo parlando di Sassello, in provincia di Savona, dove la produzione dell’amaretto è una cosa seria: si fa come una volta, utilizzando semplicemente zucchero, mandorle e uova. Tra le strade del centro storico di uno dei Borghi più belli d’Italia, l’8 settembre, potrete assaporare il celebre dolcetto dagli stand delle fabbriche più famose come Virginia o La Sassellese. Non mancano altre prelibatezze tipiche che potrete provare nei ristoranti locali.

Festival della Bottarga a Cabras, Oristano

Anche fuori stagione, la Sardegna offre tante opportunità per scoprirla e, una di queste, è sicuramente il festival dedicato a uno dei suoi prodotti più pregiati: la bottarga di muggine. Il 14 e 15 settembre, il borgo di Cabras, in provincia di Oristano, ospiterà grandi chef per condividere con i visitatori la cultura e le eccellenze del territorio con un occhio di riguardo alla sostenibilità. In questa occasione, i ristoranti vi accoglieranno nelle piazze principali del paese con menù speciali a base di bottarga e prodotti locali.

Bottarga muggine Cabras

Fonte: iStock

La bottarga di muggine tipica di Cabras

Sagra della Varola a Melfi, Potenza

Dal 18 al 20 ottobre, il borgo storico di Melfi, una delle cittadine della Basilicata più importanti sia dal punto di vista economico che turistico e storico, organizza la Sagra della Varola. Durante queste giornate, la castagna sarà la vera protagonista insieme a tante altre iniziative pensate per far divertire i partecipanti come musica, balli e stand gastronomici dedicati anche ad altre specialità del territorio.

Sagra del Fungo Cardoncello a Minervino Munge, Barletta-Andria-Trani

Il 26 e 27 ottobre, nel borgo autentico di Minervino Murge, si terrà la sagra di sua maestà il “fungo cardoncello”, un appuntamento fisso e irrinunciabile per moltissimi degustatori. Quella di Minervino è una delle tappe del più ampio evento Cardoncello on the Road che interesserà anche i paesi pugliesi di Poggiorsini, Spinazzola, Gravina in Puglia e Ruvo di Puglia. Durante questa sagra avrete anche l’opportunità di scoprire i luoghi d’interesse del borgo come la Grotta di San Michele o il Museo Civico Archeologico.

Sagra del cinghiale a Chianni, provincia di Pisa

Il borgo di Chianni organizza dal lontano 1976 la rinomata sagra del cinghiale, nata per far conoscere l’antica cucina contadina delle origini. Quest’anno si terrà nel mese di novembre, dal 7 al 10 e dal 14 al 17. L’evento non rappresenta solo l’occasione di provare questa specialità attraverso tante ricette diverse, ma anche un’opportunità per scoprire il paese e il suo territorio, ricco di natura, itinerari paesaggistici ed enogastronomici con radici ben affondate nella terra degli Etruschi.

Sagra dell’Oliva Dolce a Bitetto, provincia di Bari

Torna a Bitetto, borgo autentico della Rete Puglia, la Sagra dell’Oliva Dolce: dal 20 al 22 settembre, in occasione della XXXI edizione della manifestazione, si terranno due giorni dedicati alla cultura enogastronomica del territorio. In particolare, l’attenzione sarà riservata all’oliva baresana nella varietà Térmite di Bitetto, raccontata attraverso la passione e la professionalità dei maggiori produttori olivicoli locali, dei ristoratori e dei commercianti.

Chiesa Bitetto

Fonte: iStock

Cattedrale romanica a Bitetto

Sagra della Polenta di Arborea

Si svolgerà il 19 e il 20 ottobre, nel borgo sardo di Arborea, l’attesa Sagra della Polenta. La sagra rappresenta un’occasione unica per conoscere la storia e la cultura della Sardegna attraverso un piatto che unisce l’isola alle tradizioni gastronomiche di altri paesi italiani, con i quali è gemellato. In programma sono previsti anche tanti altri stand e attività pensate per divertire i partecipanti.

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In Piemonte parte il Treno della Vendemmia, l’itinerario

Parte il 22 settembre il treno storico con la locomotiva a vapore che porta i viaggiatori alla scoperta del territorio della Val Sesia, in Piemonte, dei suoi vigneti e della centenaria tradizione delle vendemmia.

Cosa comprende il viaggio

I partecipanti vivranno un’intera giornata all’aria aperta, con una passeggiata tra i vigneti su un percorso in parte asfaltato e in parte sterrato (è disponibile un servizio navetta per chi avesse difficoltà, con obbligo di segnalarlo in fase di prenotazione), un pranzo del contadino in collina a base di prodotti tipici, la pigiatura dell’uva, la visita a chiese e ad altri palazzi del paese di Sizzano, situato ai piedi di 12 colline degradanti verso il fiume Sesia, che ospita l’evento “Benvenuta vendemmia”.

In caso di pioggia, in sostituzione della vendemmia turistica, è prevista una visita in cantina,  pranzo e pigiatura delle uve sotto una struttura al riparo dalle intemperie. Non mancherà un banco di assaggi dei vini DOC delle colline novaresi tra cui il Sizzano, che quest’anno è stato insignito del titolo di “Città Europea del Vino”, vino le cui lodi sono state tessute anche da Camillo Benso Conte di Cavour.

Treno della Vendemmia: info utili

Il treno, composto da una locomotiva a vapore e carrozze d’epoca “Corbellini”, parte da Novara alle 9.40 per arrivare a Sizzano alle 10.29 dove si ha l’opportunità di trascorrere una bellissima giornata in vigna in compagnia di tutta la famiglia. Il ritorno a bordo del treno storico è previsto per le 17.33 con arrivo a Novara alle 18.25. L’esperienza costa 60 euro pe gli adulti e 30 per i bambini dai 4 ai 12 anni. Gratis per i bambini sotto i 4 anni (senza garanzia del posto a sedere e senza pranzo). Chi lo desidera, può portare gratuitamente la propria bicicletta sistemandola nell’apposito bagagliaio attrezzato.

Il Treno della Vendemmia percorre la Ferrovia della Valsesia, nel cuore di una delle valli più verdi d’Italia, dominata dal massiccio del Monte Rosa. Questa linea ferroviaria, aperta alla fine dell’800, contribuì allo sviluppo sociale, economico e culturale di tutti i territori attraversati dalla ferrovia dall’alto novarese fino alla Val Sesia.

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Parte il treno della Sila, il bellissimo percorso attraverso la Calabria

La Società Ferrovie della Calabria, in collaborazione con la Regione Calabria, ha potenziato i propri servizi turistici per promuovere la mobilità collettiva nelle aree di interesse culturale e naturalistico del territorio. Per tutte le domeniche di settembre, i viaggiatori avranno l’opportunità di esplorare l’Altopiano Silano a bordo del “Treno della Sila“, la storica locomotiva delle Ferrovie della Calabria che percorre la suggestiva tratta Camigliatello – San Nicola S.M.

Un viaggio che non solo permette di ammirare le bellezze naturali e paesaggistiche, ma propone anche un’offerta enogastronomica diffusa con prodotti tipici locali. L’iniziativa mira a valorizzare le tradizioni e l’identità della zona per offrire ai visitatori un’esperienza autentica e immersiva nel cuore della splendida regione.

Tutto il fascino senza tempo del Treno della Sila

Il Treno della Sila è un gioiello storico che permette di immergersi appieno nell’incanto del Parco Nazionale della Sila: la locomotiva Borsig del 1926, restaurata con cura insieme alle carrozze in legno originali, riporta i viaggiatori indietro nel tempo, lungo la tratta che va da Moccone a San Nicola Silvana Mansio, passando per suggestive località come Camigliatello Silano e Croce di Magara.

La stazione di San Nicola Silvana Mansio, dove avviene il carico passeggeri a 1405 metri sul livello del mare, è la più alta stazione ferroviaria a scartamento ridotto d’Italia, e rappresenta il punto di svolta per il treno, dove la locomotiva viene preparata per il viaggio di ritorno seguendo un’affascinante procedura manuale: i macchinisti riforniscono di carbone la fornace, fanno scorta d’acqua, oliano bronzine e bielle.

La ferrovia, costruita agli inizi del Novecento, ha visto il ritorno dell’iconico treno che “stride, fischia e sbuffa” nel 2016, dopo un intenso lavoro di recupero. Arrampicandosi tra montagne e vallate, il Treno della Sila è l’occasione unica e imperdibile per conoscere e ammirare il parco silano da un punto di vista inedito.

Un viaggio lento e un panorama che non si dimentica

Quando il Treno della Sila si avvicina, i primi segni della sua presenza sono il fischio nostalgico e lo sbuffo di vapore che si solleva tra gli alberi. Il nero e rosso della locomotiva Borsig 353 emerge maestoso, seguito dal verde delle carrozze, che sembra fondersi con il bosco tutt’intorno. In un attimo, il tempo sembra rallentare: salire a bordo significa abbracciare un ritmo lento cui non siamo più abituati. I sedili di legno donano una vista privilegiata sui paesaggi incontaminati della Calabria, ma il vero spettacolo si gode dal predellino del primo vagone, dove il vento accarezza il viso e il cuore si riempie della bellezza selvaggia della Sila.

Il treno avanza costeggiando la provinciale, per poi immergersi nelle rigogliose foreste dell’altopiano silano. Dopo aver attraversato l’imponente viadotto Camigliati, alto 166 metri, la vegetazione diventa più fitta e il percorso si fa più ripido. La stazione di Croce di Magara, a 1354 metri di altitudine, segna l’inizio di una leggera discesa che solca il fiume Neto.
L’ultima parte del viaggio è un susseguirsi di panorami mozzafiato, con la vista sulla vallata del Crati, il lago artificiale di Cecita e le sinuose curve che conducono alla stazione di San Nicola Silvana Mansio. Un viaggio indimenticabile che regala momenti di pura meraviglia.

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Estate nei Borghi Sibillini delle Marche, tra sagre, escursioni e notti sotto le stelle

Un fitto calendario di oltre 100 eventi, che spaziano tra sagre, concerti, escursioni e notti stellate, accende l’estate negli antichi Borghi Sibillini, situati tra le province di Ascoli Piceno e Fermo. Da Amandola a Montefortino, passando per Force, Montemonaco e Rotella, è un susseguirsi di appuntamenti che animano le antiche piazze e celebrano tradizioni millenarie. Un’occasione imperdibile per scoprire e immergersi nell’anima di un territorio che unisce storia, cultura e natura.

Il progetto “Borghi Sibillini” nasce dall’iniziativa congiunta dei dieci comuni dell’Unione Montana dei Sibillini – Amadola, Force, Montedinove, Montefalcone, Montefortino, Montelparo, Montemonaco, Rotella, Santa Vittoria, Smerillo, – con l’obiettivo di creare una rete territoriale coordinata che metta in risalto la bellezza e l’identità unica di quest’area. Un territorio che si distingue per un paesaggio di grande fascino, caratterizzato da colline verdeggianti che si estendono tra le maestose montagne appenniniche e il Mar Adriatico.

In particolare, la porzione di territorio che comprende i comuni di Amandola, Montefortino e Montemonaco rappresenta il versante nordorientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ricoperto da magnifiche faggete, dove si possono trovare specie rare come la stella alpina e la genziana, e non è raro avvistare il lupo, l’astore e l’aquila reale

Ci troviamo in quello che è considerato il “versante magico” del parco, ritenuto nel Medioevo come un regno misterioso, popolato da demoni, negromanti e fate. Tra le numerose leggende che avvolgono questa zona, spiccano quelle legate alla Sibilla, la “Illustre profetessa” che si dice vivesse in una grotta sul monte omonimo, e quella di Ponzio Pilato, secondo cui il corpo senza vita del funzionario romano fu trascinato da bufali fino alle acque rosseggianti del Lago di Pilato, situato nella profonda valle che attraversa il massiccio del Monte Vettore.

Estate nei Borghi Sibillini delle Marche

Ultimamente, i Borghi Sibillini delle Marche si stanno impegnando a promuovere le peculiarità di ciascun borgo, valorizzandone al contempo i tratti comuni. L’iniziativa punta a far conoscere i Monti Sibillini attraverso una narrazione che ne evidenzi le caratteristiche uniche, attraendo un pubblico sempre maggiore. L’obiettivo è trasformare quest’area in una meta turistica di primo piano, con un’offerta culturale e sportiva ricca e variegata, preservando al tempo stesso l’autenticità e l’essenza del territorio.

Ecco alcuni degli eventi in programma ad agosto nei Borghi Sibillini:

Rievocazioni storiche ad Amandola

  • 18 e 19 agosto 2024: Festa di San Ruffino – Una storica fiera mercato con stand gastronomici presso l’Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale.
  • 20-25 agosto 2024: Festa del Beato Antonio – Il più importante evento estivo di Amandola, con una settimana ricca di concerti e iniziative che attirano ospiti illustri.
  • 25 agosto 2024: Rievocazione Storica “Processione delle Canestrelle” – Un sentito evento che simboleggia i pellegrinaggi dei proprietari terrieri per portare un’offerta al Beato in segno di ringraziamento per il raccolto; a seguire il Concerto di Paolo Belli Big Band in Piazza Risorgimento.

Antichi sapori a Force

  • 16-18 agosto 2024: Antichi Sapori per le Vie del Borgo – Un festival che anima Force con stand gastronomici e artisti di livello internazionale. Inoltre, fino a settembre 2024, si potrà visitare una Mostra Egizia in onore dell’architetto Ernesto Verrucci Bey nel 150° anniversario della nascita, curata dall’egittologo Maurizio Damiano.

La sagra di Montefortino

  • 31 agosto – 1 settembre 2024: 50^ Sagra della Cucciola – La più antica sagra del paese, dove si celebra un piatto tradizionale con una ricetta unica di Montefortino.

Il festival di Montemonaco

  • 25 agosto 2024: Spensieralto – Festival dei Borghi di Montagna.

Feste religiose a Rotella

  • 13-15 agosto 2024: Festa di Montemisio – Un appuntamento religioso presso il Santuario di Montemisio.
  • 17-18 agosto 2024: Beata Assunta Pallotta – Con il tradizionale Miracolo della Fontana che butta Vino a Castel di Croce.
  • 30-31 agosto 2024: Festa di S. Viviana – La festa più importante di Rotella, con la processione delle spoglie di S. Viviana.
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Come arrivare a Ponza, la più grande delle Isole Pontine

Ponza, la più grande delle Isole Pontine, si trova al largo della costa del Lazio. Situata nel Mar Tirreno, a circa 33 chilometri a sud del promontorio del Circeo, questa isola italiana rappresenta una destinazione perfetta per chi cerca un rifugio lontano dal trambusto della vita cittadina. Con le sue scogliere mozzafiato, calette nascoste e acque cristalline, Ponza offre un’esperienza di vacanza che combina bellezze naturali incontaminate e una storia ricca di tradizioni. Raggiungere Ponza può sembrare un’impresa complessa, ma con le giuste informazioni è possibile pianificare il viaggio in modo semplice e senza intoppi.

Dove si trova Ponza e perché visitarla?

Ponza è un’isola che appartiene all’arcipelago delle Isole Pontine, situata a metà strada tra Roma e Napoli. È la meta ideale per chi cerca un luogo di pace, dove il tempo sembra essersi fermato e dove la bellezza naturale regna sovrana. Le sue coste frastagliate, le grotte marine e le acque limpide la rendono perfetta per chi ama il mare, lo snorkeling e le escursioni in barca. Oltre alla natura, Ponza vanta un affascinante patrimonio storico e culturale, con resti archeologici romani, pittoreschi borghi di pescatori e un’atmosfera autenticamente mediterranea. Nonostante le sue dimensioni relativamente piccole, l’isola offre una varietà di attività che spaziano dal relax in spiaggia alle esplorazioni subacquee, fino alla degustazione di specialità culinarie locali, come il pesce fresco e i piatti a base di frutti di mare.

Come arrivare a Ponza?

Raggiungere Ponza richiede un po’ di pianificazione, ma una volta organizzato il viaggio, il percorso si rivelerà un’avventura piacevole e parte dell’esperienza stessa. Ponza non ha un aeroporto, quindi per raggiungerla bisogna combinare il trasporto via terra con quello via mare.

Da Roma a Ponza

Chi parte da Roma, una delle città più vicine a Ponza, ha diverse opzioni a disposizione. La soluzione più comune è quella di raggiungere uno dei porti da cui partono i traghetti o gli aliscafi per l’isola. In questo caso, le principali località di imbarco sono Anzio, Terracina, Formia e San Felice Circeo.

Da Roma, è possibile raggiungere Anzio in treno. La stazione di partenza è Roma Termini, dalla quale si prende un treno regionale che impiega circa un’ora per arrivare ad Anzio. Una volta giunti ad Anzio, il porto è a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Durante l’estate, Anzio offre un servizio regolare di traghetti e aliscafi per Ponza. Il viaggio in mare dura circa 1 ora e 30 minuti in aliscafo e un po’ di più con il traghetto, ma permette di ammirare il litorale laziale durante la traversata.

Un’altra opzione è quella di dirigersi a Terracina. Anche in questo caso, da Roma Termini partono treni regionali che raggiungono Terracina in circa un’ora e mezza. Da Terracina, il porto dista pochi minuti di taxi o autobus dalla stazione ferroviaria. Terracina è un altro punto di imbarco per Ponza, con servizi di traghetti e aliscafi durante l’alta stagione. Il tragitto in aliscafo da Terracina a Ponza dura circa 50 minuti, mentre in traghetto si impiegano circa due ore.

Formia rappresenta un’altra alternativa. Da Roma Termini, ci sono treni frequenti che raggiungono Formia-Gaeta in circa un’ora e venti minuti. Una volta arrivati a Formia, è possibile prendere un taxi o una navetta fino al porto, che dista pochi minuti dalla stazione. Il servizio di traghetti e aliscafi da Formia a Ponza è regolare tutto l’anno, con una durata del viaggio che varia da un’ora e venti minuti a due ore, a seconda del mezzo scelto.

Infine, per chi desidera un’opzione più esclusiva, San Felice Circeo offre collegamenti stagionali con Ponza. Da Roma, si può raggiungere il Circeo in auto o autobus, percorrendo la strada statale Pontina in circa un’ora e mezza. Il porto di San Felice Circeo offre un servizio di aliscafo per Ponza durante l’estate, con una traversata che dura circa un’ora.

Da Napoli a Ponza

Per chi si trova a Napoli, la via più diretta per Ponza è il porto di Formia. Da Napoli Centrale, ci sono treni regionali che collegano Napoli a Formia-Gaeta in circa un’ora e dieci minuti. Una volta giunti a Formia, il porto è facilmente raggiungibile in pochi minuti. Da qui, i traghetti e gli aliscafi partono regolarmente per Ponza, con un viaggio che varia tra un’ora e venti minuti e due ore.

Un’altra opzione è quella di raggiungere il porto di Terracina. Da Napoli, si può prendere un treno diretto a Formia e da lì cambiare per Terracina. Una volta a Terracina, è possibile imbarcarsi per Ponza, come descritto precedentemente.

Ponza

Fonte: iStock

Ponza, tra i più pittoreschi del Mediterraneo

In auto

Raggiungere i porti di imbarco in auto è un’altra possibilità. Da Roma, seguendo la strada statale Pontina (SS148) si arriva ad Anzio, Terracina e San Felice Circeo in circa un’ora e mezza. Chi preferisce Formia, invece, può seguire l’autostrada A1 in direzione Napoli e uscire a Cassino, proseguendo poi per Formia. I porti dispongono di parcheggi custoditi dove è possibile lasciare l’auto durante il soggiorno a Ponza.

In autobus verso i porti

Per chi preferisce i mezzi pubblici, ci sono anche collegamenti autobus da Roma e Napoli verso i principali porti. Da Roma, sono previsti servizi diretti per Anzio, Terracina, Formia e San Felice Circeo. Il viaggio in autobus, sebbene più lento rispetto al treno, permette di arrivare direttamente ai porti di imbarco senza dover cambiare mezzo. Da Napoli, invece, sono disponibili autobus per Formia, ma questa opzione è meno comune rispetto al treno.

Chi arriva in aereo

Chi arriva da altre parti d’Italia o dall’estero può volare fino agli aeroporti di Roma Fiumicino o Roma Ciampino, o in alternativa all’aeroporto di Napoli Capodichino. Da Roma Fiumicino e Ciampino, ci sono collegamenti ferroviari o autobus per raggiungere Roma Termini, da cui proseguire per i porti di imbarco descritti in precedenza. Da Napoli Capodichino, si può prendere un taxi o una navetta fino alla stazione centrale, e da lì proseguire in treno verso Formia.

In barca privata

Per i più avventurosi, è possibile raggiungere Ponza anche in barca privata. L’isola dispone di un porto ben attrezzato, con servizi per l’ormeggio e il rifornimento. La navigazione verso Ponza può partire da diversi punti della costa laziale o campana, con tempi di percorrenza che variano in base al punto di partenza e alle condizioni del mare.

Una volta arrivati a Ponza, ci si trova immersi in un paradiso naturale dove il tempo sembra essersi fermato. Raggiungere l’isola, sebbene possa richiedere qualche sforzo logistico, è un’esperienza che ripaga ampiamente, grazie alla bellezza del paesaggio e alla tranquillità che Ponza offre ai suoi visitatori. Con una pianificazione accurata, ogni tappa del viaggio diventa parte dell’avventura, rendendo la scoperta di Ponza un ricordo indelebile.

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Otavalo, scopri la colorata cittadina dell’Ecuador

Otavalo è una piccola e colorata città situata nella parte settentrionale dell’Ecuador, facilmente visitabile come escursione giornaliera da Quito, da cui dista solo un paio d’ore d’auto. Il sabato, persone del posto e provenienti dai dintorni si riuniscono per vendere i loro prodotti al mercato settimanale di Otavalo, rendendola una destinazione popolare per i turisti di tutto il mondo. Qui si ha la possibilità di sperimentare la cultura, le tradizioni e l’artigianato dei suoi abitanti. Tuttavia, Otavalo e i suoi dintorni hanno molto altro da offrire. Nelle giornate limpide si può godere della vista dei vulcani circostanti Cotacachi (4939 metri), Imbabura (4630 metri) e Mojanda (4263 metri). Situata a 2500 metri di altitudine, Otavalo è nota per la cordialità dei suoi abitanti, per il mercato settimanale del sabato e per i villaggi vicini dove è possibile conoscere l’artigianato e le arti locali.

cappelli mercato otavalo

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Acquista un cappello andino al mercato di Otavalo

Cose da fare a Otavalo in Ecuador: i nostri consigli

Otavalo si è trasformata molto nel corso degli ultimi anni, da piccolo villaggio a popolare destinazione turistica, grazie al suo famoso mercato. Tuttavia, è tutta la regione di Otavalo che ha molto altro da offrire e che merita di essere scoperta con attenzione.

Incontrare gli Otavaleños

Otavalo è uno dei luoghi dell’Ecuador in cui la gente indossa con orgoglio gli abiti tradizionali. Gli uomini portano cappelli con lunghe code di cavallo sotto di essi, pantaloni bianchi e grandi poncho. Le donne indossano gonne nere, camicette bianche ornate di ricami e gioielli d’oro. Gli Otavaleños sono discendenti degli indiani Cañari dell’antico impero Pre-Inca, Quitu, e furono spostati a nord, nell’attuale Otavalo, quando gli Inca iniziarono le loro conquiste. La gente è molto amichevole, ancor più se si parla qualche parola di spagnolo.

Visitare il mercato

Una delle cose più importanti da fare è visitare il mercato settimanale, per il quale Otavalo è così famosa. Il sabato, la Plaza de Ponchos si riempie di bancarelle dove la gente espone le proprie merci. Anche se non hai intenzione di comprare nulla, probabilmente uscirai con una borsa piena di acquisti. Il mercato offre cappelli, poncho ricamati, calde sciarpe di alpaca, cinture e borse dai colori vivaci tipici della regione andina, il tutto a prezzi accessibili. Il sabato è il giorno di mercato più affollato a Otavalo Ecuador, con la città in fermento e le strade circostanti la piazza piene di bancarelle. Tuttavia, è possibile trovare bancarelle nella piazza tutti i giorni, quindi anche durante quelli feriali. Non dimenticare di visitare anche i numerosi negozi d’arte e di artigianato.

tessuti tradizionali ecuador

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Tessuti tradizionali andini al mercato di Otavalo
mercato otavalo

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Il popolare e affollato mercato del sabato di Otavalo

Istituto Otavaleño di Antropologia

Per chi è interessato a saperne di più sulla cultura otavaleño, una delle cose da fare a Otavalo è visitare l’Instituto Otavaleño de Antropologia. In questo piccolo museo sono esposti oggetti sulla tessitura e informazioni su Otavalo. Tieni presente che gli orari di apertura possono variare, quindi potrebbe essere necessario qualche tentativo prima di riuscire ad entrare.

Visitare il mercato del bestiame di Otavalo

Se ti trovi a Otavalo di sabato, cerca di svegliarvi presto e di visitare il mercato del bestiame. È una delle cose tipiche da fare in questa parte della Cordigliera delle Ande, che ti offre per una mattina uno sguardo in un mondo diverso. Potrai osservare come vengono commercializzati animali come porcellini d’India, mucche, maiali e conigli, e farti la tua idea in merito.

Cose da fare a Otavalo Ecuador e dintorni

La cascata Peguche

Tutti amano le cascate e la cascata Peguche di Otavalo non ti deluderà. Se hai voglia di fare un’escursione, potrai raggiungerla a piedi dalla città in circa 45 minuti lungo i pittoreschi binari della vecchia ferrovia tra i boschi. Le cascate raggiungono un’altezza di 18 metri e sono circondate da una vegetazione lussureggiante. Si può fare un tuffo e rinfrescarsi (attenzione: l’acqua è gelida) oppure ci sono sentieri che salgono su entrambi i lati delle cascate e raggiungono un ponte di legno che si inarca sopra la cima della cascata da cui scattare splendide foto. Ci sono anche alcune grotte interessanti da esplorare. Gli indigeni locali credono che le cascate e l’area circostante abbiano un significato religioso e si immergono qui durante alcune feste come portafortuna.

cascata di peguche

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Fai un tuffo nelle acque della cascata di peguche

Strumenti musicali a Peguche

Peguche è un piccolo villaggio poco distante da Otavalo, noto per la sua cascata e per gli strumenti musicali andini. Una visita piacevole è quella a La Casa de la Musica, di proprietà della famiglia Ñanda Mañachi, dove nel cortile vengono costruiti strumenti locali ecuadoriani. Durante la visita, potrai assistere alla creazione di un flauto e ricevere spiegazioni sugli strumenti dei Paesi andini, tra cui Bolivia, Ecuador e Perù. Non è raro che l’intera famiglia si riunisca per un piccolo concerto non previsto.

Visitare l’albero magico

El Lechero non è un albero qualsiasi. È un vecchio albero mitico e nodoso che si ritiene abbia poteri magici di guarigione. È anche un luogo panoramico per un picnic e offre una splendida vista su Otavalo. Si tratta di una ripida passeggiata di quattro chilometri dalla città (o di una breve corsa in taxi). Per arrivarci a piedi, dirigiti a sud verso Piedrahita dalla città e segui le indicazioni. Una volta superato il profumato boschetto di eucalipti, vedrai l’insegna di un ristorante e, sopra di esso, un albero solitario e una vista straordinaria che avrannò giustificato la fatica di arrivare fin lassù.

Visitare il lago Cuicocha

Il lago Cuicocha è una grande caldera situata a 3100 metri di altitudine ai piedi del vulcano Cotacachi, alto 4900 metri. Dal parcheggio è possibile raggiungere a piedi i punti panoramici in pochi minuti, incontrando lungo il percorso i siti cerimoniali delle popolazioni indigene. È anche possibile fare un giro in barca sul lago. L’escursione intorno all’intero lago è di circa 14 chilometri e richiede dalle 3 alle 5 ore, a seconda del ritmo. Il lago Cuicocha si traduce in “lago dei porcellini d’India”. Le due isole al centro del lago sono spesso paragonate al dorso di due porcellini d’India. Raggiungibile facilmente da Otavalo, rappresenta un’ottima gita di un giorno.

Lago Cuicocha

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Fai un tour del lago d’origine vulcanica vicino a Otavalo

Soggiorno presso l’Hacienda Piman

L’Hacienda Piman è situata in una valle idilliaca vicino alla città di Ibarra, a circa un’ora di auto da Otavalo. Questa storica hacienda è stata trasformata in un lussuoso hotel boutique, dove potrai rilassarti e lasciarti coccolare. Circondata da montagne, verde e numerosi fiori, l’Hacienda Piman è un’ottima base per esplorare gli splendidi dintorni di Otavalo

Ricerca dell’orso andino

Sapevi che le montagne andine dell’Ecuador ospitano “l’orso dagli occhiali”, l’unica specie di orso presente in Sud America? In Ecuador vivono circa 3000 orsi, la maggior parte dei quali risiede in zone di alta quota, tra cui le foreste di montagna, la foresta andina e il páramo, l’area compresa tra il limite degli alberi a 3500 metri e il limite delle nevi a circa 5000 metri. Una delle cose migliori da fare quando nei dintorni di Otavalo è visitare El Mirador de Oso Andino. Questo punto panoramico, situato vicino al villaggio di Pimampiro, offre un’ottima possibilità di osservare questi splendidi animali nel loro habitat ideale per l’orso, grazie all’abbondanza di cespugli e di cibo disponibile. Il momento migliore della giornata per avvistare gli orsi dagli occhiali a El Mirador de Oso è all’alba o al tramonto, quando non fa troppo caldo. Se hai più tempo a disposizione, puoi anche fare una passeggiata con il responsabile del centro di osservazione per vedere gli orsi più da vicino, sempre comunque rispettando gli animali e la distanza necessaria per garantire la loro tranquillità.

orso dagli occhiali

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Osserva l’originale orso dagli occhiali andino

Imparare a conoscere i condor

Il condor, con un’apertura alare fino a 3 metri e una lunghezza di 1,5 metri, è il più grande rapace del mondo e un simbolo dell’Ecuador, ma è anche una specie in via di estinzione e, sebbene questi incredibili uccelli abitino ancora il Paese, il loro numero è drasticamente diminuito. Il Parque Cóndor è un centro di Otavalo dove i condor andini e altri rapaci maltrattati vengono salvati e curati. Due volte al giorno è possibile assistere a una dimostrazione con gli uccelli che volano attraverso la valle, accompagnati da spiegazioni. Una delle altre cose da fare a Otavalo e dintorni per saperne di più sui condor è visitare l’Hacienda Zuleta. Questa tenuta ospita un piccolo museo con molte informazioni sul condor e sul suo habitat. I rapaci feriti o maltrattati vengono accolti e curati per evitare l’estinzione. L’Hacienda Zuleta si propone non solo di svolgere un ruolo educativo, ma anche di sensibilizzare il pubblico nazionale e internazionale su questa specie unica di uccelli. Ogni visita sostiene direttamente questo progetto locale e inoltre, l’ambiente circostante è mozzafiato.

condor andino

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L’animale simbolo delle ande, il condor, è in via di estinzione

Ricamo di Zuleta

Nella parte settentrionale dell’Ecuador, vedrai le donne indossare camicette splendidamente ricamate. Quando si parla di stili di ricamo di alta qualità in Ecuador, viene spesso menzionata la tecnica Zuleta, che fa riferimento a un piccolo villaggio interamente dedicato al ricamo Zuleta, con una tradizione che risale al 1940. La comunità crea opere meravigliose interamente a mano che si possono trovare in tutto l’Ecuador e all’estero. Ti consiglio di visitare e partecipare a uno dei laboratori, dove le persone condividono volentieri maggiori informazioni sul loro mestiere. Inoltre, l’acquisto diretto dai sarti garantisce l’acquisto dei pezzi migliori.

Cotacachi in Ecuador

Cotacachi è una piccola città situata ai piedi dell’omonimo vulcano in Ecuador in cui vale la pena fermarsi per fare una piccola passeggiata. Rinomata per l’artigianato del cuoio, sulla via principale, 10 de Agosto, troverai numerosi negozi che vendono borse, giacche e stivali in pelle. Nella piazza centrale si trova anche una bella chiesa.

Come raggiungere Otavalo da Quito

Otavalo si trova a circa due ore di macchina da Quito ed è ben collegata con gli autobus. Tutte le attrazioni e le cose da fare a Otavalo sono raggiungibili a piedi. Se invece vuoi esplorare i dintorni, pui prenotare un tour o prendere un taxi. È anche possibile noleggiare un’auto ed esplorare il territorio in autonomia.

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Destinazione Martano, perla del Salento

Martano è un’incantevole cittadina situata in Puglia, nella provincia di Lecce. È il comune più popoloso della Grecia Salentina, un’isola etnico-linguistica in cui si parla ancora una lingua antica, di origine greca: il grico. Il centro storico di Martano veniva chiamato “Isola Terra”, e richiama la “chora” bizantina. Conosciuta anche per la sua bellezza paesaggistica, Martano unisce natura incontaminata e tradizioni centenarie, è la destinazione ideale per chi desidera esplorare la penisola salentina.

Le bellezze di Martano

Il borgo conserva un patrimonio storico significativo, offrendo ai visitatori un viaggio nel tempo tra edifici e monumenti antichi. Per non farsi mancare nulla, il meraviglioso contesto naturale invita a piacevoli escursioni, degustazioni di vino e corsi di cucina.

vista della Chiesa Santi Medici di Martano

Fonte: Comune di Martano

Chiesa Santi Medici di Martano

Il Comune di Martano è ben collegato con le altre città storiche, fra cui Lecce, Otranto e Gallipoli. Dista pochi chilometri da località balneari come Torre dell’Orso, Torre Sant’Andrea e Alimini; diventando la base perfetta per esplorare la costa adriatica e fare lunghe passeggiate.

Il centro storico di Martano è ricco di palazzi e chiese:

  • Chiesa Matrice (dedicata a Maria S.S. Assunta in Cielo, festeggiata il 15 agosto)
  • Cappella della Madonna del Carmine (XVIII sec.)
  • Cappella dell’Immacolata Concezione di Maria (XVII sec.)
  • Castello Aragonese ora Palazzo Baronale (XV sec.)
  • Monastero di Santa Maria della Consolazione (risalente al 1685, è rinomato per liquori e infusi)
  • Casale di Apigliano (insediamento rurale medievale che ospita la Chiesa di Santa Maria di Apigliano, conosciuta come San Lorenzo, “A’ Lavrenti” in grico)

Grazie alle sue bellezze naturali, Martano è la meta perfetta per tutti i turisti che amano l’esplorazione, la natura e l’attività fisica; in particolare, le lunghe camminate e il trekking.

Il Comune di Martano permette ai viaggiatori una visita che arricchisce l’anima e il corpo; un tuffo nella cultura e nella natura di luoghi incantati, ricchi di storia.

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Bogotà Colombia Idee di Viaggio itinerari culturali Sud America tradizioni Viaggi

Bogotà è pericolosa? Consigli per visitare la capitale della Colombia

Bogotà è la capitale della Colombia, un vero crocevia di storia, cultura e tradizioni. Sicuramente una città colma di contrasti, dove lo spirito multiculturale è presente nei suoi 20 distretti ma è sicuramente in modo preponderante a la Candelaria quartiere storico coloniale, nell’area residenziale Chapinero con i suoi tanti uffici, locali ed edifici commerciali, e a La Macarena quartiere definito bohemien dove caffè e gallerie d’arte sono tra i pezzi forti. Se stai pensando di visitarla sappi che la sicurezza è una preoccupazione comune tra viaggiatori e turisti; un po’ come per ogni grande città turistica, ma quando si tratta di Bogotà, è meglio sapere che la criminalità è piuttosto diffusa, fatte le dovute premesse in ogni città che visiterai fai sempre molta attenzione a come ti muovi e ai quartieri che visiti.

Situazione della sicurezza a Bogotà

Se negli ultimi anni Bogotà ha visto dei miti miglioramenti nella sicurezza, dovuta agli sforzi delle autorità locali nel combattere la criminalità, è importante essere consapevoli che in ogni grande metropoli esistono aree con diversi livelli di sicurezza.

Le zone turistiche e centrali, ad esempio La Candelaira, centro storico di Bogotà  noto per i suoi musei, attrazioni culturali come Plaza Bolìvar e il Museo del Oro ad esempio,  e la Zona G famosa per la sua offerta gastronomica di alta qualità sono generalmente considerate più sicure oltre che ben sorvegliate. Pur essendoci zone come queste citate, relativamente sicure e tranquille, a Bogotà è consigliabile rimanere vigili, soprattutto nelle aree meno battute e ovviamente, durante la notte.

Trasporto e spostamenti sono sicuri a Bogotà?

Il sistema di trasporto pubblico della capitale della Colombia conosciuto come TransMilenio è sicuramente una scelta molto pratica ed anche economica per spostarsi in città, ma sebbene sia molto efficiente, come per ogni grande città può essere molto affollato nelle ore considerate di punta e questo aumenta il rischio di piccoli furti.

L’altro mezzo di trasporto più usato è il taxi, il consiglio è di optare per quelli ufficiali e prenotati tramite app come Uber o Beat che offrono un ulteriore livello di sicurezza rispetto ai taxi presi per strada, che purtroppo potrebbero non sempre essere affidabili. E come per ogni grande città in cui ci si reca, è utile prendere nota del numero di targa del taxi e del codice tassista, informare qualcuno di fiducia della propria destinazione e del tempo stimato di arrivo.

Precauzioni generali

Bogotà è una città affascinante con molto da offrire, con la giusta consapevole attenzione alla propria sicurezza è facile godere di un soggiorno appagante e sicuro. Queste sono alcune precauzioni generali che vi garantiranno un viaggio e un soggiorno sicuro a Bogotà:

  • proteggete i vostri effetti personali di valore ben nascosti, utilizzate borse sicure;
  • prestate attenzione all’ambiente circostante e rimanete vigili; evitate di camminare da soli di notte e utilizzate mezzi di trasporto sicuri;
  • chiedete sempre consiglio al personale dell’hotel o alle guide su quali aree evitare;
  • è sempre utile avere a disposizione i numeri di emergenza, inoltre è consigliabile registrarsi presso l’Ambasciata o il Consolato del proprio Paese all’arrivo in modo da ricevere assistenza in caso di necessità.