Categorie
montagna tradizioni trekking Trentino Alto Adige vacanza natura vacanze avventura Vacanze natura Viaggi viaggiare

Alla scoperta della Val d’Ultimo, tra natura e tradizione

La Val d’Ultimo, in provincia di Bolzano, è una delle perle meno conosciute dell’Alto Adige, dove la natura incontaminata e le antiche tradizioni convivono in perfetta armonia. Questa valle si estende per circa 40 chilometri, dalle sorgenti del torrente Valsura a Fontana Bianca fino al fondovalle a Lana, tra i massicci del Parco Nazionale dello Stelvio, ed è una meta che, lontano dal turismo di massa, si apprezza tutto l’anno, sia in estate che in inverno. I sentieri attraversano prati, boschi e laghi cristallini, fiancheggiati da steccati in legno di larice. Nella valle ci sono tanti piccoli conglomerati e masi. Le località più importanti della vallata sono San Pancrazio (a 10 km da Lana), Santa Valburga (a 18,5 km da Lana), San Nicolò (a 27 km da Lana) e Santa Gertrude (a 31 km da Lana). I paesi prendono il nome dal santo patrono della rispettiva chiesa.

Tra i masi tradizionali e le malghe gestite ancora oggi secondo antiche usanze, la Val d’Ultimo è un’esperienza unica a chi cerca autenticità e contatto con la natura.

I Larici Millenari di Santa Gertrude

Situati nei pressi del paese di Santa Gertrude, i larici millenari sono tra le attrazioni naturali più suggestive della valle. Si trovano a 1.430 metri di quota in un bosco che protegge dalle valanghe, vicino ai masi Außerlahn.

Questi alberi monumentali, con più di 2000 anni di vita, hanno visto passare ai loro piedi venire circa 70 generazioni e appartenere all’Impero romano prima e a quello germanico poi, sono tra i più antichi d’Europa. I tre sopravvissuti maestosi e imponenti, ma evidentemente segnati dal tempo, da tempeste ed intemperie: per esempio la cima del larice più alto, che misura 36,5 m per una circonferenza di 7 m, è disseccata, colpita da un fulmine; e anche l’albero più grosso, di 8,34 m di circonferenza e 34,5 m di altezza, ha perso la cima.

Un sentiero ben segnalato conduce fino ai larici, che sono protetti da uno steccato e ancorati con funi. Invece, a pochi minuti a piedi dai larici millenari, merita una visita la cascata Hartungen, specialmente tra maggio e ottobre, che si trova a S. Nicolò presso il sentiero di maso in maso.

Il Lago di Zoccolo

Il Lago di Zoccolo (Zoggler Stausee) è uno splendido lago artificiale situato a 1.137 metri di altitudine nel cuore della Val d’Ultimo, tra i villaggi di Santa Valburga e Pracupola. Con una superficie di quasi 1,5 chilometri quadrati e una profondità massima di quasi 100 metri, il lago è formato da una diga alta 66 metri, e rappresenta una delle attrazioni naturali più affascinanti della valle. Questo specchio d’acqua non solo offre scorci suggestivi, ma è anche circondato da un ricco contesto naturale che lo rende una meta perfetta per chi ama passeggiate panoramiche in mezzo alla natura incontaminata dell’Alto Adige.

Il modo migliore per esplorare il lago è percorrere il sentiero ad anello Seeweg, un facile itinerario di circa 8 chilometri che circonda le sponde del lago. Questo percorso, caratterizzato da leggeri saliscendi, alterna tratti aperti e zone boscose, offrendo ai visitatori ampie vedute sui Monti delle Maddalene e, nelle giornate più limpide, verso il massiccio dell’Ortles. La passeggiata parte dal parcheggio nei pressi di Santa Valburga e si snoda lungo la sponda destra del lago, con una passerella elicoidale che permette di attraversare agevolmente una parte dell’itinerario. Seguendo il sentiero sterrato, si raggiunge poi la strada asfaltata che conduce fino alla stazione a valle della cabinovia Schwemmalm.

Proseguendo lungo il percorso, si attraversa il torrente Valsura su un ponte che porta alla sponda opposta del lago, dove si segue un comodo sentiero forestale che si inoltra tra le ombreggiate zone boscose. Questo tratto regala piacevoli scorci sul lago, con alcuni punti panoramici perfetti per fare una sosta e ammirare il paesaggio circostante. A mano a mano che si avanza, il percorso si apre nuovamente verso panorami più ampi, e lungo l’ultimo tratto si possono incontrare diverse installazioni artistiche e manufatti che raccontano la storia locale della Val d’Ultimo.

Il percorso si conclude attraversando la diga, offrendo una vista ravvicinata dell’imponente costruzione che ha dato origine al lago. Da qui, in circa 2 ore e mezza, si ritorna al punto di partenza, completando un’escursione immersa nella natura che combina la bellezza del paesaggio con elementi di interesse storico e culturale.

panorama Val d'Ultimo

Fonte: iStock

Vista sulla Val d’Ultimo, tra le più autentiche vallate dell’Alto Adige

Il Museo della Val d’Ultimo a Santa Gertrude

Il Museo della Val d’Ultimo (Ultner Talmuseum), nel villaggio di San Nicolò, non è solo un luogo di esposizione, ma un vero e proprio viaggio nel tempo che affascina adulti e bambini. Il museo era ospitato inizialmente in un edificio costruito nel 1827 come scuola elementare, che ha cambiato funzione nel 1963, diventando la sede del museo. Nel 1969 però, per volere del fondatore Gottfried Oberthaler, l’edificio fu spostato e ricostruito su un terreno messo a disposizione dalla chiesa locale, e nel 1973 venne ufficialmente riaperta la sede attuale del museo, accogliendo visitatori interessati a scoprire le tradizioni della valle.

Il museo, suddiviso in sette stanze, offre un affascinante viaggio nella cultura contadina e nell’arte popolare della Val d’Ultimo. Uno degli spazi espositivi è dedicato alla ricca biodiversità della valle, mentre negli altri si possono ammirare mobili antichi, statue di santi e oggetti di uso quotidiano che raccontano la vita di un tempo. Tra i pezzi più curiosi della collezione, spicca lo stivale da passeggio dell’imperatrice Sissi, che durante le estati soggiornava spesso a Merano.

Il museo si trova in posizione centrale a San Nicolò, facilmente raggiungibile in auto o con i mezzi pubblici. Con lo stesso biglietto di ingresso, è possibile visitare anche il Centro di Documentazione Culten a Santa Valburga.

Il Centro Visite Lahnersäge

Il Centro Visite Lahnersäge, situato all’ingresso del paese di Santa Gertrude, è uno dei quattro punti informativi del Parco Nazionale dello Stelvio. La sua esposizione permanente è dedicata al bosco, con un focus sulle sue funzioni protettive e produttive. Ospitato in una segheria storica restaurata, il centro offre ai visitatori la possibilità di osservare da vicino il processo tradizionale di lavorazione del legno, dal tronco alle tavole.

architettura tipica Alto Adige

Fonte: iStock

Le case tipiche della Val d’Ultimo sono in legno e pietra

Escursione al Lago Verde

Per i più allenati, una delle escursioni più belle della Val d’Ultimo è quella che porta al Lago Verde, uno spettacolare specchio d’acqua alpino situato a circa 2.500 metri di altitudine. Il lago prende il nome dal colore delle sue acque, che riflettono le montagne circostanti e i boschi di conifere.

Si parte dal Lago di Fontana Bianca (Weissbrunnsee, 1.885 m s.l.m.), dove si può parcheggiare comodamente. Il sentiero n. 140 inizia sulla destra del ristorante, e sale con un’inclinazione leggera. Dopo circa 20 minuti, si raggiunge un bivio e si segue la segnaletica per il Lago Verde. Il percorso, lasciandosi il bosco alle spalle, diventa più ripido, ma incredibilmente suggestivo. Dopo circa due ore di cammino, si arriva al Lago Verde; mentre il Rifugio Canziani (Höchsterhütte, 2.560 m s.l.m.), è il luogo ideale per una sosta e per mangiare. Dal rifugio la vista è infinita e si possono ammirare le vette principali della zona: Cima Sternai (3.443 m s.l.m.), Cima Sternai Meridionale (3.385 m s.l.m.), Cima Fontana Bianca (3.253 m s.l.m.) e il Gioveretto (3.439 m s.l.m.). Proprio il Rifugio Canziani è anche il punto di partenza per escursioni verso i ghiacciai e altre mete nei dintorni.

Per il rientro, si può seguire lo stesso percorso, oppure proseguire verso il Lago Lungo (Langsee, 2.340 m s.l.m.) o il Passo Rabbi (Rabbi Joch, 2.449 m s.l.m.). L’escursione, di media difficoltà, attraversa malghe e pascoli d’alta quota, con la possibilità di incontrare animali selvatici come stambecchi e marmotte.

Le Malghe della Val d’Ultimo

Le malghe sono un elemento fondamentale della cultura e dell’economia della Val d’Ultimo. Sparse su tutto il territorio, sono luoghi dove i pastori portano gli animali in estate per il pascolo e dove si producono formaggi e altri prodotti caseari artigianali. Alcune malghe sono accessibili ai turisti, che possono partecipare a degustazioni di prodotti locali e osservare da vicino il processo di produzione del formaggio.

C’è un’escursione ad anello che collega due delle malghe più conosciute della Val d’Ultimo, adatta a grandi e piccoli. Il percorso inizia dal parcheggio presso il maso Simeon, sul Monte Larice. Seguendo la segnaletica del sentiero n. 4, si sale attraverso il bosco fino a raggiungere la malga Riemergl in circa un’ora. Chi preferisce un tracciato più semplice può optare per la strada forestale, che offre una salita più dolce. La malga Riemergl è uno dei rifugi più rustici della valle e regala un panorama mozzafiato sulla Val d’Ultimo. Da qui, il sentiero prosegue senza particolari dislivelli attraverso una foresta, conducendo in circa 45 minuti alla malga Kühberg, la seconda tappa dell’escursione. Anche questa malga è caratterizzata da una costruzione rustica e offre una vista suggestiva sulle montagne circostanti. Il ritorno avviene scendendo dalla malga lungo il sentiero che porta alla vecchia segheria del Monte Larice. Da lì, si prosegue su un’ampia strada forestale fino ai masi “Windegg”, per poi risalire brevemente lungo la strada che riconduce al parcheggio.

Categorie
Asia Idee di Viaggio Kazakistan tradizioni vacanza natura Viaggi viaggiare

Cosa vedere in Kazakistan, Paese che lascia senza fiato

Incastonato tra Europa e Asia, il Kazakistan è un Paese che sorprende con le sue meraviglie naturali, città avveniristiche e antiche tradizioni. Inserito nella prestigiosa lista delle destinazioni “Best in Travel 2025”, si rivela una terra promessa per i viaggiatori alla ricerca di luoghi incontaminati e scenari unici.

Tra canyon mozzafiato, montagne maestose e città che uniscono antico e moderno, il Kazakistan regala un’esperienza che non si dimentica, un viaggio che parla al cuore e lascia un segno indelebile.

Astana: la capitale del futuro

Astana, la capitale, è una città moderna che sembra provenire direttamente dal futuro: punteggiata da grattacieli scintillanti e audaci architetture, è il volto più contemporaneo del Kazakistan.

Tra i luoghi più iconici spiccano la Torre Bayterek, simbolo di rinascita e speranza, da cui si può godere di una vista panoramica mozzafiato, e il Palazzo della Pace e della Riconciliazione, avveniristica piramide di vetro e acciaio che rappresenta l’armonia tra le diverse culture e religioni che qui convivono.

Da non perdere anche il Museo Nazionale del Kazakistan, che custodisce preziose testimonianze della storia millenaria del Paese, dai tempi dei nomadi fino all’epoca contemporanea.

Almaty: il cuore culturale del Kazakistan

Almaty è l’anima pulsante del Kazakistan, una città davvero affascinante che unisce cultura, storia e una natura maestosa: alle pendici delle montagne Tien Shan, si fa ammirare nell’abbraccio di paesaggi talmente belli da assomigliare a un dipinto e vanta meraviglie come il Panfilov Park, un parco dove spicca la magnifica Cattedrale di Zenkov, costruita interamente in legno, dai colori vivaci e un’architettura unica nel suo genere, oppure il Medeu Skating Rink and Ski Resort, uno dei più alti stadi di pattinaggio su ghiaccio al mondo, perfetto sia per gli sportivi sia per chi desidera soltanto ammirare le montagne tutt’intorno.

Non mancano caffè, mercati locali e musei, che offrono uno sguardo sulla vita quotidiana kazaka, dove tradizione e modernità si fondono in armonia.

Il Parco Nazionale Altyn-Emel: dove le dune cantano

Parco Nazionale Altyn-Emel, Kazakistan

Fonte: iStock

Splendida Vista panoramica dei monti Aktau, Altyn Emel

Il Parco Nazionale Altyn-Emel è una delle tappe più magiche e spettacolari del Kazakistan. Nella vastità della steppa, svetta la famosa Duna Cantante, un tesoro naturalistico che emette suoni simili a un ruggito o a un canto quando il vento soffia tra i granelli di sabbia: assistere a questo fenomeno che trasforma il silenzio del deserto in una melodia è un’esperienza che non si può descrivere a parole.

Oltre alla Duna Cantante, il parco ospita spettacolari formazioni rocciose e paesaggi lunari, come le montagne Aktau, note per i colori che spaziano dal bianco al rosso e all’azzurro. Qui vivono anche specie rare di fauna selvatica, tra cui l’ibex e il cavallo selvatico di Przewalski.

Si tratta, insomma, di un luogo dove il tempo sembra non scorrere mai e la bellezza della natura incontaminata si rivela in tutta la sua potenza.

Canyon Charyn: il Grand Canyon dell’Asia Centrale

A est di Almaty, il Canyon Charyn è spesso paragonato al Grand Canyon americano, ma con un fascino tutto suo: le imponenti rocce, modellate dal vento e dall’acqua nel corso di milioni di anni, creano uno spettacolo che lascia senza fiato. La zona più celebre è la Valle dei Castelli, chiamata così per via delle rocce che assomigliano a torri e fortezze scolpite nella pietra rossa.

Trovarsi al suo cospetto equivale a compiere un viaggio in un mondo primordiale: i sentieri conducono tra gole profonde e paesaggi desertici, e donano scorci che appartengono a un’altra epoca.

Per chi cerca avventura e meraviglia, il Canyon Charyn è una tappa obbligata in Kazakistan: al tramonto, le pareti si tingono di colori caldi e intensi, trasformando ogni angolo in una fotografia perfetta.

Lago Kaindy: la foresta sommersa che sfida ogni immaginazione

Lago Kaindy

Fonte: iStock

Il meraviglioso Lago Kaindy

Nel cuore delle montagne Tien Shan, a circa due ore da Almaty, incanta il Lago Kaindy, una delle tappe più surreali del Kazakistan. Infatti, è famoso per la foresta sommersa, un bosco di pini le cui cime emergono come spettatori silenziosi dalla superficie azzurra. È un paesaggio quasi mistico, in cui gli alberi appaiono sospesi, testimoni di una natura che sfida ogni immaginazione.

Il lago si è formato dopo un terremoto nel 1911, quando una frana bloccò il corso del fiume, dando vita a questa straordinaria oasi. Le acque cristalline, di un verde intenso, consentono di scorgere i tronchi sommersi per un’esperienza che ammalia e regala un senso di pace e meraviglia.

Il Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi: un tesoro Patrimonio UNESCO

Avvolto in un’atmosfera di spiritualità e grandezza, il Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi si erge come simbolo del patrimonio culturale del Kazakistan, un autentico gioiello dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Costruito nel XV secolo, non è soltanto il luogo di riposo del grande mistico e poeta, ma anche una testimonianza dell’architettura persiana e della tradizione nomade della steppa.

I suoi affreschi intricati e i mosaici luminosi raccontano storie di fede e perseveranza, mentre la maestosità delle cupole blu invita a riflettere su un passato ricco di saggezza e conoscenza. Camminando lungo i corridoi, si può quasi percepire l’eco delle preghiere che si sono elevate nel corso dei secoli, un invito a scoprire un’epoca in cui la spiritualità e l’arte si fondono in un abbraccio senza tempo.

Visitare il Mausoleo è un viaggio nel cuore pulsante della cultura kazaka: ogni angolo è pervaso da una sensazione di sacralità e le sue mura custodiscono segreti millenari.

Il Lago Balkhash, intriso di leggenda

Infine, una tappa imperdibile in Kazakistan è senza dubbio il Lago Balkhash, un gioiello della Natura che cattura l’immaginazione di chiunque vi si avvicini.

Tra i più grandi dell’Asia centrale, si estende per oltre 600 chilometri, plasmando un paesaggio da cartolina che spazia tra acque dolci e salate, un fenomeno senza pari che racconta la storia geologica di questa terra straordinaria.

Le acque turchesi, che si fondono con il cielo, disegnano un’atmosfera da sogno, dove il blu intenso si riflette sulle rive dorate e dà vita a un piacevole contrasto straordinario. Passeggiando lungo le sue sponde, ci si sente avvolti da una piacevole calma, interrotta solo dal lieve mormorio delle onde e dal canto degli uccelli migratori che si fermano in cotanto paradiso prima di riprendere il volo.

Categorie
Castagne eventi itinerari culturali Notizie Sagre tradizioni turismo enogastronomico Viaggi

Ponte del 1° novembre, sagre ed eventi in Italia

Con l’arrivo di novembre, l’Italia si accende di profumi e sapori autunnali, grazie alle numerose sagre e manifestazioni che celebrano le eccellenze gastronomiche del territorio. Dal nord al sud, per il ponte di Ognissanti borghi e città si preparano ad accogliere turisti e appassionati con eventi che fondono tradizione, arte e buon cibo in un’atmosfera unica. Dal tartufo bianco di Alba allo zafferano di Cascia, dalle castagne di Vallerano alla strazzata lucana, ogni angolo del Paese offre occasioni per gite fuori porta alla scoperta dei sapori tipici e della cultura locale. Ecco una selezione delle sagre e degli eventi più attesi del weekend dal 1 al 3 novembre.

Sagra della Ciuìga a San Lorenzo Dorsino (TN)

Dal 31 ottobre al 3 novembre, San Lorenzo Dorsino (TN) ospita la Sagra della Ciuìga, una celebrazione del salame tipico trentino a base di carne suina e rape, oggi presidio Slow Food. Il borgo si anima con stand gastronomici, artigianato locale, degustazioni e passeggiate culturali. Venerdì 1 novembre, la cantina Rotari Mezzacorona aprirà il percorso enologico “Dolomiti Wine Experience”, che accompagnerà i visitatori alla scoperta dei migliori vini della Piana Rotaliana Königsberg. Domenica 3 novembre le degustazioni di Cantina De Vigili chiudono quattro giorni all’insegna dei sapori autentici trentini e dell’eccellenza vinicola.

Sagra della Ciuìga

Fonte: Ufficio Stampa

Sagra della Ciuìga a San Lorenzo Dorsino (TN)

Sagra MeleMiele a Baceno (VB)

Nel pittoresco borgo di Baceno (VB), immerso nei colori autunnali del Verbano Cusio Ossola, si tiene la 32ª edizione della Sagra MeleMiele dall’1 al 3 novembre. L’evento celebra le eccellenze del territorio dell’Alto Piemonte, in particolare mele e miele, prodotti secondo metodi tradizionali e rispettosi dell’ambiente. Centro della manifestazione è un’ampia mostra-mercato all’aperto, dove si potranno degustare non solo frutti e miele, ma anche altri prodotti tipici montani. Un’occasione da non perdere per scoprire la cucina genuina di queste terre, immersi in un contesto naturale di rara bellezza.

RossoBarbera a Costigliole d’Asti (AT)

Dal 1 al 4 novembre, con RossoBarbera il Castello di Costigliole d’Asti si trasforma nel più grande banco d’assaggio dedicato alla Barbera. Con oltre 200 cantine e 400 etichette da scoprire, la manifestazione offre un’esperienza immersiva tra le Langhe, il Roero e il Monferrato, durante la quale gli appassionati potranno partecipare a degustazioni guidate da sommelier di AIS Piemonte e workshop dedicati al vino. Da non perdere il Mercatino della Rocca, la Barbera Academy e la mostra Barbera Forever, che racconta la storia del vitigno attraverso le sue annate più iconiche. Anche la gastronomia sarà protagonista, con abbinamenti gourmet di prodotti locali di alta qualità. Per facilitare l’accesso all’evento RossoBarbera, saranno disponibili pullman con partenze da Torino, Milano e Genova.

“È Autunno, è Taragna!” a Spirano (BG)

Anche nel weekend di Ognissanti, Spirano (BG) festeggia l’autunno con la polenta Taragna, protagonista assoluta al Palaspirà. La gustosa pietanza, a base di farina di mais e grano saraceno, viene preparata con maestria e servita con spezzatini e brasati. L’evento prevede inoltre serate musicali, mercatini di prodotti locali e tante attività per i più piccoli. Special guest di questa 10ª edizione sarà “Il Tagliere delle Orobie”, una selezione di formaggi delle valli bergamasche. L’edizione 2024 avrà anche uno scopo solidale con il sostegno alla Cooperativa Agreo, che promuove l’inserimento lavorativo di persone in situazioni di fragilità.

Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba (CN)

Com’è tradizione da decenni, da ottobre a dicembre Alba (CN) uno degli eventi gastronomici più prestigiosi d’Italia: la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco. E anche il weekend del 1-3 novembre sarà dedicato alla celebrazione del prezioso Tuber magnatum Pico, con il Mercato Mondiale del Tartufo, dove si potranno acquistare esemplari di alta qualità. La manifestazione prevede inoltre cooking show con chef di fama internazionale, seminari e degustazioni di vini pregiati. Un’esperienza imperdibile per gli amanti del tartufo e della cucina d’eccellenza, immersi nel suggestivo paesaggio delle Langhe.

Volterragusto a Volterra (PI)

A Volterra (PI), uno dei gioielli della Toscana, dall’1 al 3 novembre va in scena Volterragusto, che unisce cultura, storia e gastronomia. In concomitanza con la Mostra Mercato del Tartufo Bianco e dei prodotti tipici dell’Alta Val di Cecina, il borgo toscano diventa la meta ideale per gli amanti del buon cibo. Oltre alla possibilità di assaggiare eccellenze locali come formaggi, salumi e vini, i visitatori potranno assistere al tradizionale Palio dei Caci, una competizione che mescola tradizione e divertimento. Tra cortili storici e piazze medievali, Volterragusto offre un’esperienza unica, tra sapori autentici e spettacoli folkloristici.

XXII Festa della Castagna a Vallerano (VT)

Il suggestivo borgo di Vallerano (VT), nel cuore della Tuscia viterbese, si vivacizza il 2 e 3 novembre per la XXII Festa della Castagna, che celebra la regina dell’autunno con un programma ricco di eventi per grandi e piccini. Visite guidate nei boschi e al borgo, giochi popolari, colazioni contadine e pigiature dell’uva sono solo alcune delle attività che renderanno speciale questa edizione. Immancabili caldarroste e un bicchiere di vino caldo per riscaldare l’atmosfera tra le antiche vie del paese. La festa è un omaggio alla tradizione agricola locale, con degustazioni nelle cantine aperte e piatti pensati appositamente per esaltare la castagna di Vallerano.

castagne arrosto

Fonte: iStock

Castagne arrosto sul fuoco

Sibillini in Rosa a Montedinove (AP)

Il 2 e 3 novembre, Montedinove (AP), nel cuore dell’entroterra ascolano, celebra la 14ª edizione di “Sibillini in Rosa”, un evento imperdibile per gli amanti dei prodotti tipici e della gastronomia locale. Protagonista assoluta è la mela rosa, presidio Slow Food, con le sue proprietà nutrizionali e una grande versatilità in cucina. Sabato 2 novembre, un incontro al mattino presso il Museo della Mela Rosa approfondirà le qualità uniche di questo frutto antico. La festa culminerà domenica pomeriggio con l’esibizione degli sbandieratori della Quintana di Ascoli Piceno e uno show cooking dei fratelli Orso. Stand gastronomici e spettacoli di artisti di strada animeranno il centro storico, offrendo ai visitatori la possibilità di gustare piatti tipici stagionali.

XXIII Mostra Mercato dello Zafferano di Cascia (PG)

Dal 31 ottobre al 3 novembre, il borgo umbro di Cascia (PG) ospita la XXIII Mostra Mercato dello Zafferano, dedicata all’”oro rosso”, che vede il centro storico trasformarsi in un palcoscenico di sapori e profumi. I numerosi stand propongono in vendita lo zafferano locale, coltivato con cura e passione. Mentre tra degustazioni, showcooking e laboratori, i visitatori potranno scoprire le numerose applicazioni culinarie di questa preziosa spezia. Non mancheranno momenti di intrattenimento con musica e spettacoli.

Sagra della Castagna a Sante Marie (AQ)

Dal 1 al 3 novembre, l’antico borgo abruzzese di Sante Marie (AQ) accoglie la 51ª edizione della Sagra della Castagna, evento tra i più longevi d’Abruzzo con un ricco programma di degustazioni, spettacoli e passeggiate. Le antiche cantine del paese si trasformeranno in osterie dove sarà possibile assaporare piatti tipici come arrosticini e polenta, accompagnati da vin brulé e dolci tradizionali a base di castagne, per un viaggio tra i sapori locali, con momenti di intrattenimento pensati per tutta la famiglia.

Sagra della Strazzata a Castel Lagopesole di Avigliano (PZ)

Dal 1 al 3 novembre, Castel Lagopesole (PZ) ospita la rinomata Sagra della Strazzata, dedicata alla focaccia lucana con il pepe nell’impasto, farcita con salumi, formaggi e altre prelibatezze. Tra spettacoli di falconeria, mercatini artigianali e musica dal vivo, il borgo si riempie di vita. Gli stand gastronomici proporranno piatti tipici come il provolone impiccato e il baccalà con peperoni cruschi, ma la vera protagonista sarà comunque la Strazzata. Ogni giornata sarà arricchita da passeggiate nei boschi di Federico II, concerti ed esibizioni di artisti di strada, per un weekend all’insegna del gusto e del divertimento.

Categorie
Barcellona Edimburgo Europa eventi Idee di Viaggio Romania Scozia tradizioni Viaggi Vienna

Ponte dell’1 novembre tra eventi e tradizioni di Halloween in Europa

Con l’avvicinarsi del ponte dell’1 novembre, le città di tutta Europa si animano con celebrazioni suggestive che mescolano storia, leggende locali e atmosfere spettrali. Da antiche tradizioni celtiche a feste moderne, le varie destinazioni fanno a gara per offrire esperienze uniche a chi ama il brivido. Dalle sfilate di fuoco in Scozia ai castelli infestati della Transilvania, passando per le fiere colorate di Barcellona e le gallerie dell’orrore di Vienna, la festa di Halloween si trasforma in un momento magico e inquietante. Ecco una panoramica di come alcune delle città più affascinanti d’Europa celebrano questa festività, tra miti antichi e nuove forme di divertimento.

Samhuinn Fire Parade a Edimburgo

Edimburgo celebra Halloween con la famosa Samhuinn Fire Parade, una spettacolare parata ispirata all’antico rituale celtico di Samhuinn. Organizzato dalla Beltane Fire Society, questo evento segna la transizione tra estate e inverno, con una rappresentazione teatrale ricca di fuoco, percussioni e acrobazie per le vie della città. Al centro della storia, il Re Estivo cede il suo potere al Re Invernale, accompagnato dall’intervento della saggia dea Cailleach. Nonostante il tono alquanto misterioso, la parata celebra anche gli aspetti positivi dell’inverno, come il calore dei camini e le storie al lume di candela.

La sfilata di Macnas a Dublino

Halloween a Dublino è una delle festività più attese dell’anno, con la celebre parata animata da spettacolari costumi, carri allegorici e performance mozzafiato. Il momento clou è la sfilata di Macnas, famosa per le sue creature giganti e le narrazioni immersive. Le strade di Dublino si riempiono di mistiche creature e incredibili installazioni luminose, creando un’atmosfera unica. Oltre alla sfilata, la capitale irlandese offre tutto un corollario di tour dei fantasmi, mercatini a tema e attività per famiglie, come i concorsi di intaglio delle zucche, rendendo la celebrazione perfetta per tutte le età.

Festa spettrale in Transilvania

Il Castello di Bran, in Transilvania, è una delle mete più suggestive dove festeggiare Halloween in modo davvero indimenticabile. Famoso come luogo che ha ispirato il castello di Dracula nel romanzo di Bram Stoker, offre una notte di festa spettrale. Il tour notturno svela storie di fantasmi locali, mentre il Magic Time Tunnel intrattiene gli ospiti con effetti speciali e percorsi sotterranei. Dopo cena, la festa continua al Royal Park, dove i partecipanti possono ballare fino a tarda notte. L’atmosfera cupa del castello, le storie di Vlad l’Impalatore e le leggende locali rendono Halloween in Transilvania un’esperienza da brivido.

Notte nel Castello di Frankenstein a Darmstadt

Il Castello di Frankenstein, vicino a Darmstadt, in Germania è un’altra destinazione iconica per Halloween. Qui, si può vivere un’esperienza immersiva tra le rovine dell’antico maniero, circondati da attori mascherati da spettri e fantasmi. Secondo la leggenda, il fantasma del Dr. Frankenstein appare a mezzanotte, ma nessuno è ancora riuscito a vederlo. La serata prevede esperienze da brivido, come sedersi su una sedia elettrica, che contribuiscono a creare un’atmosfera da incubo.

Whitby Goth Fest in Inghilterra

Whitby, pittoresco porto peschereccio nello Yorkshire, è famoso per il Whitby Goth Fest, un evento che attira ogni anno migliaia di appassionati della sottocultura gotica. Le rovine dell’abbazia e i panorami suggestivi dei 199 Steps aggiungono un fascino inquietante al festival, mentre la suggestiva illuminazione dell’abbazia crea uno spettacolo di luci imperdibile. Durante l’ultimo weekend di ottobre, la città si trasforma in un luogo di pellegrinaggio per i fan del gotico e del soprannaturale, con eventi culturali, musica dal vivo e un’atmosfera che evoca l’antica leggenda di Dracula.

Fantasmi e leggende gotiche a Barcellona

Tra feste nei club più esclusivi e festival musicali all’aperto, la festa di Halloweeen a Barcellona celebra anche la Castanyada e il Dia de los Muertos, con fiere di strada e mercati che offrono prodotti tipici. Non mancano i tour tematici, come Barcelona Ghosts & Legends, che conducono alla scoperta di misteri e leggende attraverso le strade del Quartiere Gotico.

A Vienna tra storia e mistero

Vienna offre un Halloween spettrale e ricco di fascino. Il Prater, famoso per la sua ruota panoramica, si trasforma in un parco a tema con attrazioni dell’orrore, mentre la Torre dei Folli espone reperti anatomici raccapriccianti. Il Cimitero Centrale, che compie 150 anni, è un’altra meta imperdibile, con le sue tombe illustri e il Museo delle Pompe Funebri, dove l’umorismo macabro trova spazio tra gli articoli in vendita. Anche il cimitero ebraico, immerso nella nebbia autunnale, aggiunge un tocco misterioso a una città pronta a celebrare Halloween con stile e ironia.

Categorie
Alpi Borghi itinerari culturali montagna tradizioni Viaggi

I villaggi walser intorno al Monte Rosa: un patrimonio culturale e architettonico tutto da scoprire

Sparsi lungo le vallate che circondano il Monte Rosa, i villaggi walser hanno conservato un’eredità culturale unica, caratterizzata da lingua, architettura e tradizioni profondamente radicate e che ancora oggi sopravvivono alla modernità e globalizzazione. La loro storia inizia nel XII secolo con la migrazione di popolazioni provenienti dal Canton Vallese in Svizzera e si intreccia con quella delle Alpi, rappresentando una testimonianza viva della capacità umana di adattarsi e prosperare in ambienti montani.

Le origini e la storia dei walser

I walser sono una popolazione di origine germanica che si stabilì nelle regioni alpine a partire dal Medioevo, in particolare nel XII secolo. Provenienti dall’alto Vallese, una regione della Svizzera, i walser attraversarono le montagne per trovare nuove terre da colonizzare, spinti dalla necessità di espandere i loro territori agricoli e di pastorizia. Arrivarono in Valle d’Aosta, Piemonte e in altre zone alpine, portando con sé le loro usanze, la loro lingua e una cultura profondamente legata alla montagna.

Il termine “Walser” deriva proprio da “Walliser”, che significa “abitante del Vallese”. Questi pionieri riuscirono a creare comunità autonome e resilienti, basate su un’economia pastorale e agricola, mantenendo un forte legame con la loro terra d’origine. Ancora oggi, nei villaggi walser si parla il titsch e il töitschu, antiche varianti del tedesco, che sopravvivono nonostante l’influenza delle lingue circostanti.

Cultura, architettura e tradizioni walser

Uno degli elementi più distintivi della cultura walser è l’architettura. Le case tradizionali, chiamate stadel o rascard, riflettono non solo l’abilità costruttiva di questa popolazione, ma anche l’adattamento alle dure condizioni alpine. Le strutture combinano una base in pietra, utilizzata per stalle e cantine, con una sovrastruttura in legno per l’abitazione e il deposito del grano. Una caratteristica interessante è l’uso dei cosiddetti “funghi”, blocchi di pietra a forma di fungo che separano la parte abitativa dal granaio, proteggendo i raccolti da roditori e umidità.

Le case walser si distinguono per la loro solidità e semplicità, ma sono anche profondamente funzionali. Ad esempio, la Wohnstube, l’unica stanza riscaldata della casa, era il cuore dell’abitazione, dove si svolgeva la vita quotidiana nei mesi invernali. Ogni dettaglio architettonico rispecchia il forte legame tra la comunità e l’ambiente circostante.

Oltre all’architettura, anche le tradizioni walser sono una parte importante della loro identità. I costumi tradizionali, in particolare quello femminile, rappresentano un altro simbolo della cultura locale. A Gressoney, ad esempio, le donne indossano abiti rosso scarlatto, completi di corpetto ricamato e una cuffia di filigrana d’oro durante le festività e le processioni, come quella dedicata a San Giovanni Battista. La comunità continua a celebrare le sue origini con fierezza, attraverso manifestazioni culturali, corsi di lingua e iniziative che mantengono vive queste antiche tradizioni.

Casa walser

Fonte: iStock

Tipica casa walser in pietra e legno

I villaggi walser della Val d’Aosta

Attraversato l’orrido di Guillemore lungo la valle di Gressoney, cambia tutto, anche agli occhi meno attenti: i cartelli e le indicazioni sono scritti in una lingua che non è né italiano né francese; le linee e le architetture cambiano. Benvenuti nel territorio dei walser.

Alpenzu Grande e Alpenzu Piccolo (Gressoney-La-Trinité)

Questi due incantevoli villaggi walser si trovano su una terrazza glaciale, e per raggiungerli bisogna percorrere un sentiero ripido che parte a sud di Gressoney-La-Trinité. Il trekking dura circa un’ora, ma l’impegno viene ripagato da una vista mozzafiato sulla catena del Monte Rosa. L’architettura walser qui è perfettamente conservata, con tipici edifici in legno e pietra che offrono uno sguardo autentico sulla vita di un tempo.

Noversch ed Ecko (Gressoney-La-Trinité)

Queste piccole frazioni sono conosciute per i loro stadel, tipiche costruzioni walser. In particolare, gli stadel di Noversch e Ecko sono stati edificati da due famiglie di rilievo, gli Zumstein e i Lischtgi, che hanno lasciato un’importante eredità architettonica.

Tschalvrino (Gressoney-St-Jean)

Questo villaggio è accessibile in auto e si trova lungo la strada che da Gressoney-St-Jean porta al Castel Savoia. Tschalvrino ospita alcuni tra i più antichi stadel della valle, risalenti al 1547 e al 1578.

San Grato (Comune di Issime)

San Grato è un affascinante villaggio walser che può essere raggiunto attraverso una semplice passeggiata. Oltre ai tradizionali stadel, il villaggio è noto per la chiesetta di San Grato – Chröiz, un piccolo gioiello architettonico immerso nella quiete montana. La passeggiata è adatta a tutti e offre uno scenario naturale ideale per chi ama esplorare la natura senza troppa fatica.

Mascognaz (Comune di Ayas)

Questo villaggio è uno dei più celebri esempi di restauro e valorizzazione del patrimonio walser. Mascognaz è stato trasformato in un albergo diffuso, dove le antiche abitazioni walser sono diventate rifugi di lusso senza perdere il loro fascino originario. Il villaggio è raggiungibile attraverso un facile sentiero in salita, ed è perfetto per chi desidera trascorrere una vacanza indimenticabile in un contesto storico e naturale unico.

Cunéaz (Comune di Ayas)

Cunéaz è situato a breve distanza dagli impianti di risalita, il che lo rende facilmente accessibile. Qui si trovano alcuni dei più bei rascard della Val d’Ayas, strutture in legno tipiche della tradizione walser, utilizzate un tempo come magazzini per il fieno. La vicinanza agli impianti e alle piste lo rende una meta ideale per chi ama combinare natura e sport invernali.

St-Jacques (Comune di Ayas)

St-Jacques, chiamato anche “Canton des Allemands”, è un tranquillo villaggio immerso nel verde, ricco di storia e di testimonianze legate alle migrazioni walser. Punto di partenza per numerose escursioni nella valle, St-Jacques conserva un’atmosfera rurale e autentica che incanta i visitatori. Perfetto per chi desidera passeggiare nei boschi o esplorare i prati alpini, rappresenta un punto strategico per avventurarsi lungo i sentieri walser.

I villaggi walser del Piemonte

Anche sul lato piemontese è ancora possibile ritrovare i villaggi originari dei walser, tenuti con cura e che continuino a vivere.

Macugnaga (Provincia di Verbania)

Macugnaga, situata ai piedi della spettacolare parete Est del Monte Rosa, è uno dei più importanti insediamenti walser in Piemonte. Accanto alla Chiesa Vecchia nella frazione di Staffa, si trova un antichissimo tiglio, simbolo della comunità locale. La leggenda narra che l’albero fu piantato dai primi coloni walser per simboleggiare la crescita del nuovo insediamento. Sotto le sue fronde, gli anziani del villaggio si riunivano per prendere decisioni importanti, e oggi il tiglio fa ancora da testimone alla vita del villaggio. Ogni anno, a metà luglio, si svolge la festa di San Bernardo, che celebra le tradizioni walser e conclude con una suggestiva processione sotto l’albero. Nella frazione di Isella si trova un autentico villaggio walser rimasto pressoché intatto, con il forno comune e una piccola chiesa che raccontano di tempi lontani.

Macugnaga  villaggio walser

Fonte: iStock

Macugnaga, situata ai piedi della spettacolare parete Est del Monte Rosa, è uno dei più importanti insediamenti walser in Piemonte

Rimella (Provincia di Vercelli)

Fondato nel XIII secolo, Rimella è un piccolo comune della Valsesia che conserva ancora oggi il caratteristico dialetto di origine tedesca. Qui si trova il più antico museo walser del Piemonte, ospitato all’interno di una baita restaurata che riflette il tipico stile architettonico dell’epoca. Il museo celebra il popolo “più alto d’Europa” e offre un viaggio nella storia della cultura walser attraverso oggetti e documenti d’epoca. Rimella è un luogo ideale per chi vuole scoprire le radici culturali di questa popolazione in un contesto montano affascinante.

Alagna Valsesia (Provincia di Vercelli)

Alagna Valsesia è un altro importante centro della cultura walser, colonizzato nel XIII secolo. La zona è caratterizzata da alpeggi e frazioni sparse, dove è ancora possibile osservare le tipiche architetture walser. Le case di pietra e legno si fondono perfettamente con l’ambiente circostante, creando un paesaggio di rara bellezza. Alagna è una meta perfetta per gli amanti delle escursioni e del trekking, con numerosi sentieri che si snodano tra le montagne.

Riva Valdobbia (Provincia di Vercelli)

Situata nell’alta Valsesia, Riva Valdobbia è un piccolo comune di appena 200 abitanti che dal 2019 è stato incorporato nel comune di Alagna Valsesia. Fondato dai coloni walser di Gressoney-Saint-Jean, Riva Valdobbia mantiene un forte legame con le sue radici storiche e culturali. Qui, i visitatori possono esplorare le antiche frazioni e scoprire un paesaggio montano ancora incontaminato.

Formazza (Provincia del Verbano-Cusio-Ossola)

Formazza è il primo insediamento walser a sud delle Alpi ed è uno dei comuni più settentrionali del Piemonte. La cultura walser è ancora profondamente radicata nella vita quotidiana degli abitanti, e il piccolo comune ospita un interessante museo dedicato a questa popolazione. A Casa Forte, ospitata in un edificio del XVI secolo, racconta gli aspetti più significativi della vita e della cultura walser. Accanto alla sezione etnografica, in cui gli oggetti di cultura materiale raccontano la vita quotidiana delle genti walser, il museo ospita un’importante raccolta di statue lignee dal XV secolo. Un breve ma scenografico viaggio alla riscoperta del mondo walser, con visite aperte tutto l’anno. Oltre al museo, Formazza offre numerosi percorsi naturalistici che attraversano paesaggi di montagna mozzafiato.

Trekking ed escursioni

Gli amanti del trekking possono esplorare la cultura walser seguendo  il Gran Sentiero Walser, 12  percorsi tematici che toccano le tre regioni di Piemonte, Valle d’Aosta e Canton Ticino, lungo le valli Valsesia, Val d’Ossola, Valle di Gressoney e Valle Rovana. 153 km in totale, suddivisi in 11 tappe, con oltre 200 punti d’interesse, con pannelli informativi che raccontano la storia di questa antica popolazione. Per i meno allenati iWalser réng è un itinerario turistico senza difficoltà particolari, lungo più di 8 km che permette di fare l’intero giro della conca di Gressoney-Saint-Jean e apprezzarne le bellezze paesaggistiche e le numerose emergenze culturali che lo caratterizzano. È un percorso che può impegnare l’intera giornata se si intende visitare i siti culturali che si incontrano lungo il percorso. Risalendo il corso del torrente Lys si giunge ben presto a Tschemenoal, villaggio Walser interamente in legno. Superato il Lago Gover e la cascata di Ònderwoald, si giunge al fiabesco Castel Savoia, residenza estiva da favola della regina Margherita. Il sentiero scende poi, tra larici e praterie, fino alla meravigliosa Villa Margherita, oggi sede del comune di Gressoney-Saint-Jean. Attraversato il ponte di legno sul torrente Lys, si ritorna al punto di partenza.

Il Centro studi e l’Ecomuseo

Per chi desidera approfondire la cultura walser, il Walser Kulturzentrum di Gressoney-Saint-Jean rappresenta un punto di riferimento fondamentale. Fondato nel 1982, questo centro studi si impegna nella promozione e salvaguardia della lingua e della cultura walser, con particolare attenzione ai Comuni di Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité e Issime. Ogni anno, il centro offre corsi di Titsch, Töitschu e Tedesco, oltre a organizzare mostre e convegni dedicati alla cultura locale. Attivo anche a livello internazionale, collabora con l’Internationale Vereinigung für Walsertum e il Comitato Unitario delle Isole linguistiche storiche germaniche in Italia, pubblicando opere sulla lingua, la storia e l’architettura dei walser della Valle del Lys.

Un’opportunità imperdibile per esplorare questa cultura è visitare l’Ecomuseo Walser di Gressoney La Trinité. In questo spazio espositivo, allestito all’interno di un tipico stadel, è possibile immergersi nelle tradizioni walser. Le mostre permanenti coprono vari aspetti del territorio, dalla storia dei ghiacciai e della conquista delle vette all’evoluzione della tecnica alpinistica, fino alla famosa impresa della posa del “Cristo delle Vette” sul Monte Rosa. Inoltre, l’ecomuseo ospita una sezione dedicata al costume tradizionale e una mostra sul percorso verso Binò Alpelté, arricchita da esposizioni tematiche che offrono una visione completa della cultura walser.

Le festività walser

Le festività walser sono momenti di grande rilevanza culturale e spirituale per le comunità locali, che uniscono tradizioni religiose e folklore, e sono senz’altro un’ottima occasione per visitare i villaggi. Tra le occasioni di festa spiccano i Santi Patroni delle parrocchie e delle cappelle, che sono commemorati con cerimonie solenni e processioni, invocati contro mali e disastri naturali, o per ottenere pioggia, abbondanti raccolti. A Gressoney-La-Trinité, la festa patronale si svolge in occasione della Santissima Trinità e prevede una messa seguita da una processione. A Gressoney-Saint-Jean, invece, si celebra San Giovanni il 24 giugno, dove sacro e profano si fondono in una manifestazione di partecipazione popolare che include la benedizione dei bambini e suggestivi fuochi d’artificio.

Anche il Carnevale riveste un’importanza speciale nella tradizione walser: le celebrazioni iniziano con il Giovedì Grasso, quando si usava rubare la pentola del pranzo, seguito dal Venerdì Nero, in cui le persone si sporcavano con carbone e fuliggine. Il Sabato Bagnato portava con sé il divertimento di spruzzare acqua o neve per “lavare” lo sporco dei giorni precedenti. La prima domenica di Quaresima era l’occasione in cui gli anziani si travestivano, approfittando di bevande gratuite nelle osterie.

A Issime, il patrono San Giacomo viene celebrato il 25 luglio, ma, considerando che molti abitanti erano all’alpeggio o all’estero, è stato scelto un secondo patrono invernale: San Sebastiano, il 20 gennaio. Questa festa si caratterizza per la messa solenne e per festeggiamenti che includono falò, pranzi abbondanti e momenti di musica e ballo, creando un’atmosfera di convivialità che dura fino al giorno seguente.

Categorie
America Centrale Asia Cina Curiosità Europa eventi feste Giappone Irlanda itinerari culturali Messico tradizioni Viaggi

Halloween: tradizioni e celebrazioni dal mondo

Per molti è sinonimo di “dolcetto o scherzetto”, di zucche intagliate e di personaggi paurosi, ma Halloween è molto più di questo. È una delle festività più antiche del mondo, amata da adulti e bambini ed entrata di diritto tra le tradizioni imprescindibili dell’anno. Quando l’autunno trasforma i paesaggi con i suggestivi colori del foliage e il mese ti ottobre volge al termine, il mondo intero si prepara a celebrare la vita e la morte con un insieme di riti pagani e religiosi, in cui cultura e tradizione differenziano Halloween tra i vari Paesi.

Dall’Irlanda, luogo in cui è nata questa festività, all’America, che ne è diventata la massima esponente, toccando Messico, Cina e Giappone, partiamo per un viaggio alla scoperta delle più significative tradizioni legate ad Halloween in giro per il mondo.

Irlanda e Regno Unito, dove è nato Halloween

Sebbene i cittadini americani prendano molto sul serio questa festività, al punto tale da essersi immedesimati a pieno in tale tradizione, le origini di Halloween sono da ricercare in Irlanda e più precisamente nel Samhain, il capodanno celtico (chiamato anche “All Hallowtide“) festeggiato il primo giorno di novembre come termine del periodo del raccolto e l’inizio dell’inverno.

Con i secoli, all’antica festa celtico-pagana si sono aggiunte leggende e altre storie che hanno trasformato Halloween nella versione più moderna che conosciamo. Tra tutte c’è quella di “Jack o’ lantern”, il fabbro irlandese simbolo delle anime dannate che rivive in quelle zucche lavorate a mano che popolano le strade e i quartieri durante il mese di ottobre.

In Irlanda, e in generale anche nel Regno Unito, oggi per commemorare il culto celtico si accendono dei grandi falò, soprattutto nelle aree rurali, proprio per continuare in qualche modo la tradizione dei rituali pagani. Ma si tratta pur sempre di una festa, quindi ecco che fantasmi, streghe e altre creature del mondo si riuniscono per le strade e per i quartieri per l’ormai celebre “trick or treat”.

Immancabile, sulle tavole irlandesi, è il barmbrack, un dolce tipico di questo giorno al quale sono collegaste altre leggende e superstizioni. Infatti, i fornai inseriscono nell’impasto di questa torta tre elementi: un anello, un piccolo straccio e una moneta. Ad ogni fetta di barmbrack contenente uno di questi tre oggetti corrisponde una fortuna (o sfortuna): chi trova l’anello si sposerà o troverà la felicità, chi avrà lo straccio andrà incontro a un futuro finanziario incerto, mentre chi riceverà la moneta vivrà invece un anno prospero.

Decorazioni tipiche di Halloween in Irlanda

Fonte: iStock

Decorazioni tipiche di Halloween in Irlanda

America, dove la tradizione di Halloween si è radicata

A celebrare Halloween in grande stile ci pensano gli americani, al punto tale che spesso, erroneamente, si attribuiscono le origini di questa festività proprio all’America. Oltre all’iconico “trick or treat”, i quartieri e le strade delle città si abbigliano a festa: ci sono zucche intagliate, addobbi spaventosi, fantasmi e altri mostri che decorano finestre, ingressi e viali. E questa atmosfera un po’ spettrale è estremamente affascinante.

La tradizione delle zucche intagliate deriva proprio dall’usanza celtica degli irlandesi di ricreare volti spaventosi nelle rape, inserendovi delle candele, con l’intento di spaventare gli spiriti maligni durante la festa di Samhain. Si racconta che una volta emigrati in America, gli irlandesi non trovarono rape adatte per portare avanti questa tradizione, così iniziarono a utilizzare le zucche, molto più abbondanti, per creare le grottesche lanterne oggi divenute il simbolo di Halloween.

Zucche intagliate di Halloween in America

Fonte: iStock

Zucche di Halloween

Austria e Germania: Halloween tra simboli e tradizioni

Anche in Europa esistono alcune tradizioni davvero significative. In Austria, per esempio, durante la notte di Halloween le persone lasciano pane, frutta e acqua sul tavolo per i loro cari defunti con la credenza che questi gli facciano visita. In Germania, invece, la più antica tradizione vuole che si nascondano i coltelli presenti in casa per evitare che i defunti si feriscano. Ma non è tutto perché sulle porte delle case vengono disegnati con il gesso dei simboli per proteggere le abitazioni dagli spiriti maligni.

Italia e Francia, la Festa di Ognissanti

Nel Belpaese, negli ultimi decenni, Halloween è diventato un appuntamento fisso per il divertimento di bambini e adulti. La festività più commerciale e considerata “importata” dall’America, però, si differenzia da quella che ha tradizioni radicate nella religione cattolica e con origini ben lontane: la Festa di Ognissanti. Si celebra il 1° novembre per commemorare tutti i santi cattolici, mentre il 2 novembre si celebrano i morti. Tradizionalmente si lasciano crisantemi sulle tombe dei cari defunti e si partecipa a una messa in loro ricordo.

Anche la Francia ha tradizioni simili a quelle italiane, riservando uno spazio maggiore alla Toussaint, la festa di Ognissanti del 1° novembre. Anche qui si partecipa a funzioni religiose e si visitano i defunti nei cimiteri per deporre fiori sulle loro tombe.

Portogallo con il Dia das Bruxas

Restando in Europa, anche il Portogallo ha un proprio modo di celebrare Halloween: è il Dia das Bruxas, o Giorno delle Streghe, che ha molti aspetti tradizionali collegati alle origini della festività. Anche qui c’è l’usanza del “trick or treat” dei bambini tra le vie delle città e dei paesi, ma in cambio non ricevono caramelle, bensì pane, frutta o noci. Inoltre, i famigliari dei cari defunti si recano nei cimiteri per adornare le tombe con fiori e candele.

Cina e Giappone, dalle antiche tradizioni alla modernità

Anche la Cina ha il suo Halloween che prende il nome di Teng Chieh o Hungry Ghost Festival. Durante la notte del 31 ottobre, migliaia di lanterne illuminano il Paese intero: servono ad aiutare le anime dei morti a ritrovare la loro casa. Le origini della festività risalgono alla tradizione taoista che vuole guidare gli spiriti che camminano sulla terra.

Nel calendario cinese, il Teng Chieh si celebra nel 15° giorno del 7° mese lunare (chiamato “mese fantasma”). Durante il tramonto le persone distribuiscono incenso, acqua e cibo davanti alle immagini dei familiari defunti. Nella tradizione, questa usanza servirebbe a calmare i fantasmi che non hanno ancora ritrovato la via di casa dall’inizio del mese fantasma. Sarebbero proprio loro a infliggere punizioni o a elargire benedizioni ai loro parenti ancora in vita. Durante la stessa notte, si tiene anche una festa in cui le famiglie preparano un posto in più a tavola riservato a un caro defunto.

Hungry Ghost Festival: la festa di Halloween in Cina

Fonte: iStock

Teng Chieh o Hungry Ghost Festival, in Cina

In Giappone, invece, Halloween ha raggiunto popolarità solo negli ultimi decenni. Infatti, la prima volta che i giapponesi hanno conosciuto questa festa anglosassone è stata nel 2000, quando il parco divertimenti Disneyland di Tokyo ha organizzato un evento a tema. Con il passare dei decenni Halloween è divenuto sempre più popolare, soprattutto tra i più giovani, anche se con qualche differenza rispetto a come viene festeggiato nei Paesi occidentali.

Oltre al fatto che in Giappone non ci si cimenta nel “trick or treat”, anche i costumi sono diversi. Se tradizionalmente ci si abbiglia con vestiti spaventosi, qui l’attenzione è orientata verso i travestimenti cosplay. A fine ottobre sono numerose le sfilate nelle città giapponesi che riuniscono migliaia di persone che indossano qualsiasi tipo di costume, compresi quelli di personaggi di anime, manga e videogiochi, che non seguono il tema “horror” originario.

Messico, con il suo Día de Los Muertos

È una delle tradizioni più famose del mondo, il Día de Los Muertos del Messico. Una celebrazione messicana di origine precolombiana che festeggia la vita, la gioia e il colore, sebbene il suo nome tradotto sia “giorno dei morti”. Oggi come nel passato, questa festa affascina l’intera umanità: dal 31 ottobre al 2 novembre tutti i cittadini celebrano gli spiriti dei cari defunti con cortei, canti, balli e musiche tradizionali.

Dichiarato nel 2008 Patrimonio culturale immateriale UNESCO, il Día de Los Muertos è un tripudio di colori e usanze particolari. In questa occasione si ricordano gli aneddoti più divertenti dei defunti e si preparano decorazioni dalle ricche tonalità: fiori di calendula, altari con foto, oggetti e cibi preferiti da coloro che sono morti. Si preparano tradizionalmente il pan de muerto e i teschi di zucchero dai colori accesi. È proprio da questi che deriva il trucco tipico di questa festività, con decorazioni sul viso che ricordano, appunto, dei teschi e ricche corone di fiori colorati ad adornare il capo. Anche qui i bambini bussano ai vicini chiedendo un calaverita, un piccolo dono (caramelle, dolci o soldi), ma senza il famoso scherzetto nel caso in cui non ricevano nulla.

Halloween in messico: i teschi di zucchero tipici

Fonte: iStock

Teschi di zucchero tipici del Dia de los muertos, in Messico

Haiti e la tradizione della Fet Gede

Ci spostiamo nelle esotiche atmosfere di Haiti, dove l’1 e il 2 novembre si celebra la Fet Gede (Festa dei Morti), che ricorda il classico Halloween, ma arricchito da tradizioni culturali completamente diverse. In queste giornate, i praticanti haitiani di Voodoo rendono omaggio al padre degli spiriti defunti, ovvero al barone Samedi. Inoltre, ballano per le strade per comunicare con i defunti e si recano nei cimiteri dove offrono agli antenati del cibo proveniente dalla loro tavola.

Categorie
Curiosità Roma tradizioni Viaggi viaggiare

Fontana di Trevi: a chi vanno le monete gettate in acqua?

La Fontana di Trevi è uno dei monumenti più iconici al mondo per la sua bellezza artistica, simbolo dell’italianità nel mondo grazie a diversi e famosi film cinematografici americani, ma anche per le sue tradizioni antiche. Migliaia di turisti passeggiano per le vie di Roma ogni anno e si fermano davanti a questa maestosa opera per fotografarla, ma anche per compiere un gesto che ha radici storiche: il lancio della moneta. Questo semplice gesto ha un significato simbolico che negli anni ha contribuito a creare leggende e miti che affascinano i visitatori della capitale.

Dopo il lancio della moneta, però, sorge spontanea una domanda che molti visitatori della Fontana di Trevi si pongono: dove finiscono tutte le monete all’interno della fontana e a cosa servono?

L’antica tradizione del lancio della moneta

Il primo passo è capire da dove questo gesto prende le sue origini. Lanciare una moneta nella Fontana di Trevi risale ad un’antica credenza secondo cui, chi compie questa azione, si assicura il proprio ritorno a Roma. Per seguire correttamente il rito, bisogna stare di spalle alla fontana e lanciare la moneta con la mano destra, ma sopra la spalla sinistra. Si dice che ogni moneta lanciata abbia anche un significato ben preciso. La prima moneta lanciata garantisce, quindi, il ritorno nella città di Roma, la seconda moneta favorisce l’incontro con il grande amore della propria vita, mentre la terza moneta significherebbe la realizzazione del desiderio di matrimonio.

Insomma, il lancio della moneta, per chi crede e segue correttamente questo rito, è un gesto che per molti potrebbe risultare decisamente importante per il futuro. Le monete accumulate nella fontana, grazie a questa tradizione, raggiungono ogni anno cifre impressionanti.

Quanto valgono le monete gettate nella fontana?

Secondo le stime più recenti, la somma delle monete gettate in acqua nella Fontana di Trevi ogni anno è in media di 1,5 milioni di euro. Una cifra che sembra aumentare col passare degli anni, grazie anche all’incremento di turismo in Italia e nella capitale.

Nel 2023 è stato anche confermato un dato importante per il turismo di Roma: le monete rinvenute della Fontana di Trevi avevano una diversa valuta: euro, dollari, yen, rubli e valute meno comuni come le rupie o i pesos. Ogni moneta, per ovvi motivi, viene convertita in euro, e ciò permette di massimizzare il valore complessivo raccolta dalle acque del monumento.

Le operazioni di raccolta avvengono ogni settimana da parte degli addetti ai lavori, momento in cui il monumento viene chiuso temporaneamente per consentirne lo svuotamento.

A chi sono destinate le monete gettate in acqua?

Una domanda che molti turisti si sono sicuramente posti negli ultimi anni, ovvero conoscere la destinazione delle monete gettate nelle acque della Fontana di Trevi. Da diversi anni tutto l’ammontare raccolto dal monumento viene donato in beneficienza alla Caritas di Roma, ovvero un’associazione cattolica che si occupa di sostenere i meno fortunati. In particolar modo, il denaro raccolto viene utilizzato per portare avanti progetti di assistenza ai poveri, per l’acquisto di pasti caldi, il supporto sanitario e la realizzazione di programmi di inclusione sociale.

Si tratta di un contributo estremamente importante da parte del comune di Roma, che permette all’associazione di sostenere migliaia di persone in difficoltà ogni anno, offrendo loro non solo aiuti materiali, ma anche diverse opportunità di reinserimento nella società. Ad esempio, uno dei progetti messi in atto dall’associazione Caritas, grazie ai fondi provenienti dalla Fontana di Trevi, riguarda l’integrazione dei migranti e dei rifugiati giunti in Italia, per contrastare così uno dei temi più urgenti del Paese e dell’Europa intera.

Operai intenti a raccogliere le migliaia di monete gettate nella acqua della Fontana di Trevi dai turisti

Fonte: iStock

Operai raccolgono le monete dalla Fontana di Trevi

L’impatto del turismo e la protezione della fontana

Il fenomeno dell’overtourism ha colpito anche l’Italia, soprattutto negli ultimi. Questo causa determinati problemi e, a volte, anche urgenze dal punto di vista della manutenzione di alcune opere d’arte. Non ne è da meno la Fontana di Trevi, diventata una priorità per il comune di Roma. Il flusso costante di monete gettate nell’acqua della Fontana di Trevi rappresenta per questo una sfida. Le monete in metallo, infatti, possono danneggiare l’opera e causare danni nel lungo periodo.

Proprio per questo motivo negli ultimi anni sono stati effettuati diversi interventi di restauro ed attuate varie manovre per prevenire il deterioramento della Fontana di Trevi e salvaguardare questa antica tradizione porta fortuna. Uno fra tutti l’ultima proposta mossa dall’ente competente, secondo cui si potrebbe passare presto all’ingresso a numero chiuso alla Fontana di Trevi, per evitare che vengano arrecati ulteriori danni al monumento a causa del numero troppo elevato di turisti.

La Fontana di Trevi non è solo un simbolo di Roma, ma è anche l’esempio di come una tradizione storica, portata avanti per millenni, possa trasformarsi in un atto di solidarietà così importante. Ogni moneta gettata in acqua non è solo un desiderio espresso, ma un contributo senza eguali a favore dei più bisognosi.

Categorie
Africa Idee di Viaggio itinerari culturali litorali mare Mediterraneo tradizioni Tunisia Viaggi viaggiare

Cosa vedere a La Marsa: una guida completa per esplorarla

La Marsa è una delle perle della Tunisia, una delle località balneari eleganti e affascinanti che si affaccia sul Mediterraneo a pochi km da Tunisi. Chi cerca un rifugio tranquillo ma ricco di storia e cultura lo troverà in questo angolo suggestivo dove la modernità ha trovato modo di miscelarsi perfettamente alla tradizione. La Marsa non è solo un luogo dove rilassarsi in spiaggia ma anche un punto di partenza ideale per scoprire i dintorni di Tunisi. Continuate la lettura per scoprire una Tunisia autentica fatta di luoghi e sapori indimenticabili.

Alla scoperta di La Marsa

Rientra senza dubbio tra le destinazioni più belle della Tunisia: La Marsa dista appena 18 km da Tunisi e proprio la vicinanza con la capitale la rende pratica per gite in giornata o di un paio di giorni. Si tratta di una località balneare e per questo viene scelta spesso per le sue spiagge ma ha molto di più, scopriamo insieme cosa non perdere. Quando si parla di La Marsa, oltre alle spiagge, tra i luoghi cult viene in mente il palazzo Abdalliya un tempo residenza di Abu Abdallah Mohamed che incarna pienamente quella cheè l’architettura musulmana ma non è certo l’unico luogo iconico da scoprire.

Le spiagge di La Marsa

Il principale richiamo di La Marsa sono le sue spiagge. Con una distesa di sabbia bianca si rivela il luogo ideale per rilassarsi sotto il sole o fare una nuotata nelle acque limpide del Mediterraneo.  Tra le più belle da non perdere? La Goulette plage, Raued plage e plage de La Marsa: tutte e 3 a ingresso libero con fondo di sabbia fine e tantissimi servizi. C’è chi chiama La Marsa lido ma è molto di più di un sobborgo balneare di Tunisi. I local e i turisti ne apprezzano non solo le spiagge ma soprattutto il lungomare dove ci si concede passeggiate e ci si ferma per una cena gustando specialità locali.

Lungomare di La Marsa

Fonte: iStock

Passeggiare sul Lungomare di La Marsa, un passatempo perfetto in vacanza

Il mercato di La Marsa

Non si può dire di aver visto questo territorio senza aver visto almeno un mercato local e quello di La Marsa non fa eccezione: tra souvenir, prodotti di artigianato, spezie, tessuti e ceramiche avrai l’imbarazzo della scelta per scegliere un acquisto per te o un dono per qualcuno di speciale che ti aspetta a casa.

Il parco di Essaada

Cerchi un momento di relax e di verde? Visita il parco di Essaada; un tempo faceva parte del palazzo del principe ottomano ma oggi è uno spazio pubblico attrezzato apprezzato dai local per ripararsi dal sole e rilassarsi all’aperto. Perfetto per una camminata, un pic nic o un momento ricreativo con i bambini è assolutamente da non perdere.

Il cimitero di Sidi Abdelaziz

Potrebbe risultare macabro questo consiglio ma in realtà il cimitero di Sidi Abdelaziz è molto più di un luogo in cui riposano le salme; il luogo simbolo di storia e cultura è diventato la sepoltura di uno dei santi più venerati nella zona e ha come plus una vista incantevole per scattare foto memorabili.

Il Café Saf-Saf

Non puoi dire di aver visto La Marsa senza almeno una sosta all’iconico Café Saf-Saf. Storico, risale al XIX secolo ed è una vera istituzione per i local. Qui potrai guistare un buon tè alla menta, lasciarti coccolare dalla musica tradizionale e soprattutto vivere da vicino quella che l’atmosfera tunisina più autentica. Una delle chicche è il pozzo centrale che fa da fulcro per tutta la struttura, parte della quale risulta ombreggiata.

Il Palazzo Ennejma Ezzahra

Una delle tappe must per chi visita questa località è il palazzo Ennejma Ezzahra. La residenza prestigiosa, datata XX secolo, è stata edificata per opera del barone Rodolphe d’Erlanger e oggi è stata trasformata in un museo dedicato alla musica araba. Non solo scoprire una parte culturale importante ma vedere il palazzo stesso, capolavoro architettonico, ti conquisterà. Plus la presenza di giardini magnifici e decorazioni di mosaici imperdibili.

Sidi Bou Said, il villaggio dei sogni

Poco distante dal centro di La Marsa si trova Sidi Bou Said, un pittoresco  villaggio caratterizzato da case imbiancate a calce e dettagli blu che creano un’atmosfera unica. Scoprire gli angoli più nascosti passeggiando per le stradine è un piacere per gli occhi, tra balconi colorati e scatti fotografici non perdetevi una pausa al Café des Delicés per assaporare il tè alla menta e godere della vista panoramica sul mare.

I dintorni di La Marsa: cosa vedere

Situata a pochissimi km da La Marsa, Cartagine è una tappa obbligata nei dintorni di Tunisi per chi ama la storia; questo antico sito archeologico è patrimonio dell’umanità Unesco e offre uno sguardo affascinante sulla civiltà fenicia e romana.  Le terme di Antonino, uno dei complessi termali più imponenti dell’antichità e il museo nazionale di Cartagine sono imperdibili. Le rovine, affacciate sul mare saranno una cornice perfetta per ricordi fotografici indimenticabili.

Nei dintorni di Tunisi, a circa 17 km,  si trova Douar Hicher, di importanza storica per la battaglia da cui prende il nome, oggi è principalmente un centro residenziale con un museo, il Museo Nazionale specializzato nella storia della regione; imperdibili il Mausoleo di Sidi Bou Ali e la Moschea situata vicino al Mausoleo. Se amate gli Hammam l’Hammam Guergour potrebbe stupirvi e regalarvi l’experience di relax che sognate. Infine imperdibile, una passeggiata alla scoperte del souk della cittadina, il caratteristico mercato all’aperto dove trovare souvenir di artigianato e prodotti locali.

Thuburbo Majus

Fonte: iStock

Cosa vedere vicino La Marsa: Thuburbo Majus

Meno conosciuta rispetto a Cartagine e distante 60 km da Tunisi, Thuburbo Majus è una gemma archeologica imperdibile. Originariamente città punica è oggi uno dei siti archeologici più belli della Tunisia. Antica colonia romana per veterani di guerra, molti reperti della zona sono visibili al museo del Bardo di Tunisi. Regalatevi una passeggiata indietro nel tempo scoprendo il Tempio della Pace e il Tempio di Mercurio. Tra ciò che ha da offrire la città e le località limitrofe, La Marsa risulta una meta top per visitare la Tunisia dopo aver scoperto la vicinissima Tunisi.

Categorie
Notizie Sagre tradizioni turismo enogastronomico Viaggi

Sagre del tartufo, le più belle dove andare in Italia

In Italia, il tartufo non è soltanto un ingrediente prezioso, è un simbolo di tradizione, di legame profondo con la terra, e di piaceri antichi che si rinnovano anno dopo anno. E le sagre dedicate a questo tesoro nascosto nel folto dei boschi sono molto più di semplici feste: possiamo paragonarle a veri e propri viaggi sensoriali dove l’olfatto e il gusto si fondono in un’esperienza unica, sullo sfondo di borghi storici e nel calore dell’ospitalità locale.

Noi di SiViaggia abbiamo selezionato le sagre del tartufo più belle per trascorrere una giornata all’insegna di profumi inebrianti e sapori intensi.

Piemonte, l’eccellenza del tartufo

Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta delle sagre dal Piemonte e, in particolare, dalla famosa Fiera Internazionale del Tartufo d’Alba, che quest’anno si terrà dal 12 ottobre all’8 dicembre con apertura tutti i sabati e le domeniche e anche il 1 novembre, nella sede storica del Cortile della Maddalena. Giunta alla 94esima edizione, si tratta di una delle manifestazioni di spicco della regione nonché uno delle più quotate d’Italia: evento clou il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba.

Ancora, da non perdere è la Fiera del Tartufo Bianco di Moncalvo, scrigno del Monferrato, che si svolgerà domenica 20 e domenica 27 ottobre per la sua 70esima edizione. Cuore pulsante è Piazza Carlo Alberto dove sono in programma degustazioni gratuite di prodotti locali, mercatini d’artigianato e i classici vini piemontesi quali Freisa, Grignolino, Malvasia, Barbera d’Asti e del Monferrato.

In Liguria, la Festa Nazionale del Tartufo della Val Bormida

Millesimo, Liguria

Fonte: iStock

Veduta di Millesimo, Borghi Più Belli d’Italia

Dal 4 al 6 ottobre, Millesimo, uno dei Borghi Più Belli d’Italia in provincia di Savona, ospita la 32esima edizione della Festa Nazionale del Tarfufo della Val Bormida, una tre giorni di tradizioni, musica, spettacoli e buon cibo.

Da sempre, la Festa ha come obiettivo principale la tutela e la sensibilizzazione verso uno dei prodotti cardine del territorio: il tartufo, appunto.

Emilia Romagna, il vanto della stagione autunnale

Anche in Emilia Romagna non mancano le sagre che celebrano il tartufo, vanto dell’autunno, a cominciare da Tartòflà – Festival Internazionale del Tartufo Bianco di Savigno (Bologna), una delle più apprezzate in Italia, che per la sua 41esima edizione andrà in scena il 26-27 ottobre, 1-2-3, 9-10, 16-17, novembre. La Mostra mercato nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, un Museo del Tartufo a cielo aperto, stand gastronomici con le migliori specialità locali e i tradizionali mercatini delizieranno i quattro weekend.

Gli appassionati e i curiosi non potranno rinunciare all’appuntamento con Tartufesta a Sasso Marconi, giunto alla 35esima edizione e previsto per il 26-27 ottobre e il 1-2-3 novembre.
Il protagonista è il tartufo bianco dei colli bolognesi con il fulcro in Piazza Martiri dove assaporare le squisite specialità ma vi saranno inoltre bancarelle ed espositori di formaggi, salumi e altre prelibatezze.

Appuntamento goloso in Toscana

San Miniato, Toscana

Fonte: iStock

Panorama di San Miniato, Toscana

Da segnalare l’appuntamento goloso in Toscana con la 53esima Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato che pone al centro il pregiato tubero con bancarelle per la vendita e stand per degustazioni e assaggi il 16-17, 23-24 e 30 novembre e 1 dicembre.

Non soltanto tartufo comunque: saranno presenti numerose eccellenze di questa terra, a simboleggiare autenticità e tradizione: formaggi, salumi, vini, olio extravergine di oliva.

Marche, un punto di riferimento

Le Marche rappresentano un altro punto di riferimento per gli estimatori del tartufo: ecco la 59esima Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna (Pesaro e Urbino), l’occasione perfetta per gustare sublimi piatti a tema, acquistare prodotti tipici e conoscere da vicino il tartufo, le sue caratteristiche e il sapore.
Si svolge il 26-27 ottobre e l’1-2-3-9-10 novembre.

A Sant’Angelo in Vado (Pesaro e Urbino), ottobre è il mese del tartufo con la 61esima Mostra del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche il 12-13, 19-20, 26-27 e domenica 3 novembre con la fiera merceologica dei tartufai. Stand gastronomici e show di cucina con rinomati chef.

Umbria, puntuale ogni autunno

Gubbio, Umbria

Fonte: iStock

Veduta sul centro storico di Gubbio

In Umbria, puntuale ogni autunno, torna il classico appuntamento nel centro di Gubbio con “Gubbio Terra di Tartufo – Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco e dei prodotti agroalimentari“, quest’anno dal 31 ottobre al 3 novembre, in Piazza 40 Martiri.

Lazio, all’insegna della solidarietà

Il 12-13 e il 19 e 20 ottobre a Canterano, alle porte di Roma, si festeggia la XI Sagra del Tartufo, tappa fissa per gli amanti dell’oro nero.

Un evento intramontabile all’insegna della solidarietà, della cultura, del divertimento, dello slow food e di piatti che “profumano di bosco e di cucina della nonna“.

In Campania due weekend con il tartufo nero e le castagne

Nel centro storico di Bagnoli Irpino (Avellino) va in scena il 18-19-20 e il 25-26-27 ottobre la 45esima edizione della Sagra del Tartufo Nero e della Castagna, un momento ricco di sapore e profumi che invade tutto il centro abitato.

Oltre a degustare tartufi e castagne, sarà possibile partecipare a visite guidate, convegni, escursioni nonché conoscere le eccellenze locali e l’artigianato dell’Irpinia.

In Sicilia tra i sapori d’autunno

Voliamo in Sicilia per ricordare la X edizione de “Il Tartufo tra i sapori d’autunno” – Sagra del Tartufo dei Nebrodi” che si tiene a Capizzi (Messina) il 18, 19 e 20 ottobre.

Un ricco programma scandito da degustazioni, convegni, spettacoli, mostra-mercato, escursioni, laboratori, visite guidate e mostre dedicate al tartufo.

Categorie
Emilia Romagna escursioni eventi Monasteri Notizie tradizioni turismo enogastronomico turismo religioso vacanze avventura Viaggi

Weekend di ottobre tra i monasteri e i luoghi sacri dell’Emilia Romagna

Ottobre è un mese pieno di eventi, perché entriamo nel vivo della stagione autunnale, un periodo meraviglioso dell’anno in cui il paesaggio si tinge dei colori del foliage e le tavole si arricchiscono di prodotti eccezionali, come la zucca, i funghi e le castagne.

In Emilia-Romagna, la regione italiana con il maggior numero di prodotti Dop e Igp (ben 44), il mese di ottobre è carico di eventi, come quelli proposti ogni fine settimana dall’iniziativa chiamata Monasteri Aperti. In questo caso, infatti, il progetto mira a valorizzare il territorio della regione tramite un percorso di riscoperta dei più antichi e bei monasteri locali, attraverso itinerari che percorrono i luoghi sacri più iconici.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono le oltre 80 manifestazioni in programma.

L’Emilia-Romagna e gli eventi sui luoghi sacri

Sono più di 80 gli eventi che l’iniziativa Monasteri Aperti promuove in Emilia-Romagna nei weekend del mese di ottobre: saranno previste tantissime attività outdoor, come escursioni a passo di trekking lungo i cammini religiosi, visite guidate a santuari e luoghi sacri, esibizioni musicali a tema sacro e scoperte gastronomiche di ricette monastiche della tradizione locale.
L’iniziativa, promossa da Apt Servizi Emilia-Romagna in collaborazione con la Conferenza Episcopale della Regione Emilia-Romagna e il circuito dei Cammini dell’Emilia-Romagna, ha lo scopo di promuovere il territorio e i suoi luoghi sacri più simbolici anche grazie ad attività peculiari come le lezioni di scrittura carolina, le escursioni nel Circuito dei 21 Cammini e Vie di Pellegrinaggio dell’Emilia-Romagna e molto altro, da Piacenza a Rimini, attraversando anche le città di Ferrara e Ravenna.

Tutti gli eventi di Monasteri Aperti nei weekend di ottobre

Piacenza

Il Monastero di Bobbio, nei pressi di Piacenza, vi aspetta sabato 5 ottobre per assistere al concerto di cornamuse “Rosa sine spina”, dove verranno suonati da abili musicisti alcuni interessanti manoscritti di epoca medievale.

Parma

A Parma, i primi 3 sabati del mese di ottobre la Diocesi propone una visita allo splendido Battistero, mentre nelle quattro domeniche del mese il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC dell’Università di Parma aprirà al pubblico la trecentesca Abbazia di Valserena. Sabato 5 e domenica 6 ottobre, invece, i visitatori saranno accolti nella Chiesa di San Francesco del Prato, per l’evento guidato sopra i ponteggi, che permetterà di ammirare più da vicino l’abside e gli affreschi dell’edificio religioso.
Abbazia di Valserena, Parma

Fonte: iStock

La monumentale Abbazia di Valserena
Sempre nel parmense, lungo la Via dei Linari, ogni domenica del mese è aperto al pubblico il Monastero di Lagrimone, dove incontrare persino le suore Clarisse di clausura, oppure passeggiare nella Valle dei Cavalieri, alla Pieve di Zibana e lungo il Ponte di Lugagnano.
A Langhirano, sempre in provincia di Parma, i monasteri aperti saranno due, nelle domeniche del 13, 20 e 27 ottobre: il Monastero di Lagrimone e la Badia Benedettina di Torrechiara. Alla fine dell’escursione è anche previsto un pranzo al Refettorio della Badia di Torrechiara.
A Busseto, invece, sabato 5 ottobre ci si potrà dare al trekking in città sulle tracce di bellissimi luoghi di culto e in direzione del Monastero di Santa Maria degli Angeli, sulla Via Francigena. Domenica 20 ottobre, invece, la Cappella Ducale di San Liborio della Reggia di Colorno permetterà una visita guidata che spiega la vita monastica del Convento dei Frati Domenicani, mentre a Fidenza nel venerdì del 18 ottobre si potrà visitare il Convento dei Frati Minori Cappuccini.

Reggio Emilia

A Campagnola Emilia, nella provincia di Reggio Emilia, si trova la chiesa di Sant’Andrea al Castellazzo, conosciuta come la “chiesa matildica dimenticata”. Matilde di Canossa vi soggiornò nel 1108 e sarà possibile visitarla nel weekend del 5 e 6 ottobre. Il 12 ottobre, invece, si terrà l’iniziativa “Casina e le sue Pievi”, un viaggio tra le antiche Pievi reggiane dell’XI/XII secolo, con tappa alla Pieve di Santa Maria Assunta in Pianzo. 

Domenica 6 ottobre a Rubiera si potrà scoprire un antico ospitale e il Santuario che ospita la più grande collezione di Ex voto d’Italia, lungo la Via Romea Germanica Imperiale. Sempre il 5 ottobre, ci sarà una visita guidata alla Pieve di Toano, con vista sul Castello di Carpineti e sulla Pietra di Bismantova. Nella stessa Pieve si svolgeranno diversi eventi nelle date del 5, 12, 13, 19 e 27 ottobre. 

Fonte: iStock

Il Castello di Carpineti in provincia di Reggio Emila

Inoltre, il 5 ottobre apriranno le porte l’Abbazia e il Monastero Benedettino di Marola, mentre il 12 ottobre si potrà accedere all’Eremo benedettino ai piedi della Pietra di Bismantova, recentemente ristrutturato.

Modena

A Serramazzoni, in provincia di Modena, domenica 5 e 19 ottobre i visitatori potranno esplorare la seicentesca Chiesa di San Geminiano accompagnati da una guida. Nell’Abbazia di Nonantola, invece, si terranno diverse attività: sabato 12 ottobre ci sarà un laboratorio per bambini nel giardino abbaziale, dove un tempo sorgeva l’antico chiostro. Per gli adulti, nelle domeniche 6 e 27 ottobre, sono previste visite guidate all’Abbazia e al museo, oltre a un laboratorio di scrittura carolina e miniatura del capolettera.

Bologna

A Bologna, il Convento di San Martino Maggiore organizza sabato 5 ottobre un pellegrinaggio pensato per i più piccoli. Lo stesso luogo, sabato 26 ottobre, offre una visita guidata alla Basilica, al chiostro e alla sacrestia, con il supporto di una guida esperta. 

Domenica 13 ottobre, si potrà partecipare a un cammino che attraversa alcuni dei luoghi di fede più suggestivi dei Colli Bolognesi, partendo dalla Basilica di San Martino Maggiore e passando per la Chiesa di San Martino a Casalecchio di Reno, con una tappa al Santuario della Madonna di San Luca. 

Inoltre, domenica 6 ottobre, nel Complesso conventuale di San Martino Maggiore si terrà la XXVIII Edizione della Rassegna Internazionale dei Vespri d’organo.

Ferrara

“La via dello spirito” è un percorso che ripercorre le antiche rotte dei pellegrini medievali, partendo dall’Abbazia di Pomposa a Codigoro (FE) e arrivando fino al Lido delle Nazioni nel Delta del Po. Questo suggestivo itinerario sarà al centro di un’escursione organizzata per sabato 5 ottobre. 

Abbazia di Pomposa a Codigoro, Ferrara

Fonte: iStock

La bellissima Abbazia di Pomposa a Codigoro, in provincia di Ferrara

Domenica 6 ottobre, lo stesso tema ispirerà una gita che parte dalle Valli di Comacchio per arrivare al Santuario della Madonna del Bosco. Sempre il 6 ottobre, ad Argenta (FE), sarà possibile visitare il Santuario della Celletta e assistere a una conferenza che ne ripercorre la storia.

Forlì-Cesena

In Alto Savio, provincia di Forlì-Cesena, ci sono diverse proposte. Ogni weekend, dal venerdì alla domenica, è possibile prenotare due giorni di escursioni lungo la Via Romea Germanica, seguendo il percorso descritto dal Monaco Alberto di Stade nel 1236. Il programma prevede due tappe che attraversano l’Appennino: una con partenza da Santa Sofia e arrivo a Bagno di Romagna, o seguendo la via storica da Civitella, e l’altra da Bagno di Romagna a La Verna. Lungo il cammino si visitano l’Eremo di Corzano e la Basilica di Santa Maria Assunta di Bagno di Romagna. Inoltre, il 4 ottobre a Bagno di Romagna si terrà una conferenza sulla Via Romea Germanica con video e letture tratte dagli Annales Stadenses del 1250.

Domenica 6 ottobre sarà organizzato un trekking di 20 km lungo il Cammino di San Francesco, in occasione degli 800 anni della imposizione delle Sacre Stimmate, partendo da Bagno di Romagna fino al “Sacro Monte”. Sempre il 5 ottobre, un’escursione porterà i partecipanti dal Cippo delle vittime dell’eccidio del Carnaio fino al Santuario di Corzano e alla chiesa parrocchiale di San Pietro.

Domenica 27 ottobre, è prevista una passeggiata lungo una mulattiera con visita guidata al Santuario e alla Rocca di Corzano, concludendo con la Sagra dello Zambudello, una salsiccia tradizionale. Il 5 ottobre si potrà anche visitare il Museo d’Arte Sacra della Basilica di Santa Maria Assunta. Il 5 e 6 ottobre, a Mercato Saraceno, saranno aperte pievi e chiese ricche di opere d’arte, e lo stesso weekend vedrà anche l’apertura del Santuario della Madonna del Cantone e dell’Eremo di Montepaolo.

Inoltre, il 13 ottobre a Castrocaro Terme è prevista un’apertura straordinaria della Fortezza che custodisce la Chiesa di Santa Barbara.

Ravenna

Domenica 13 ottobre, nel pittoresco borgo di Brisighella (RA), sarà possibile partecipare a una visita guidata che esplora il Convento dell’Osservanza, inclusi la chiesa, le celle e il chiostro. A Rimini, nei weekend del 12-13 e 26-27 ottobre, apriranno le porte la Chiesa di San Bernardino e l’antica sagrestia con il Crocifisso del XVIII secolo di Innocenzo da Petralia. Durante la visita, sarà possibile incontrare le suore clarisse che risiedono nel Convento e condividere momenti con le monache di clausura.

Il 12 ottobre, a Sant’Agata Feltria (RN), si terrà un incontro dedicato al monachesimo femminile. Nello stesso mese, tutte le domeniche, a Santarcangelo di Romagna sarà accessibile il Monastero delle Sante Caterina e Barbara, parte del Cammino di San Francesco. Qui si potrà visitare la grotta circolare sotto il complesso monastico e camminare lungo l’antica via medievale che attraversa l’orto del Convento.

Infine, a Pennabilli (RN), domenica 27 ottobre, si terrà una visita guidata al Monastero Servi del Paraclito e al Museo del Montefeltro.