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Rota Vicentina: lungo lo spettacolare cammino dei pescatori in Portogallo

Definito come il sentiero costiero più bello del mondo, la Rota Vicentina è uno spettacolare itinerario che porta i viaggiatori alla scoperta del sud del Portogallo. Un viaggio appassionante attraverso il Parco Naturale dell’Alentejo e il versante occidentale dell’Algarve.

I sentieri corrono lungo il mare, regalando paesaggi che lasciano senza fiato, mentre alcune parti del percorso toccano l’entroterra, consentendo di scoprire le tradizioni e la cultura di questi luoghi.

Alla scoperta della Rota Vicentina fra Algarve e Alentejo

La Rota Vicentina si estende lungo due splendide regioni, quella dell’Alentejo in Portogallo e dell’Algarve. L’Alentejo confina con la Spagna ad est, mentre le sue coste ad ovest sono bagnate dalle splendide acque dell’Atlantico. Una regione selvaggia, ricca di tradizioni e di bellezza, in cui scoprire i colori, i sapori e i profumi autentici del Portogallo.

Rota Vicentina

Situata a sud dell’Alentejo, l’Algarve è bagnata completamente dall’Oceano a sud e ad ovest. Custodisce cento chilometri di spiagge dorate, falesie e acque cristalline, ma anche una cultura locale eccezionale e una natura incontaminata che lascia senza fiato.

Come fare la Rota Vicentina in Portogallo: l’itinerario

Magica ed emozionante, la Rota Vicentina è un percorso che non ha eguali al mondo. Qui, dove le scogliere a picco sul mare si alternano a distese di sabbia dorata, la natura è incontaminata e il paesaggio sembra un quadro perfetto da contemplare.

Quando partire? Il clima è mite tutto l’anno in questa zona d’Europa e anche in primavera e autunno è possibile vivere giornate soleggiate. D’estate il vento fresco che arriva dal mare rende piacevole la camminata, mentre d’inverno il sole basso rende i colori ancora più intensi e straordinari.

Rota Vicentina

Come sempre per questa tipologia di viaggio il consiglio è quello di affidarsi a professionisti del settore come SloWays, il tour operator italiano specializzato in viaggi a piedi lungo i grandi cammini sia d’Italia che d’Europa.

I viaggi sono autoguidati, ossia con una modalità senza guida, capaci di regalare grande libertà e la possibilità di scegliere non solo l’itinerario, ma anche con chi viaggiare, a che passo muoversi, come suddividere le tappe o a che ora svegliarsi al mattino. Una modalità di viaggio da tempo apprezzata in Europa ed ora esportata anche in Italia.

Fra gli itinerari proposti c’è anche quello lungo il cammino Rota Vicentina. Una settimana di cammino sulla costa Atlantica, fra dune, scogliere e calette. Un paradiso terrestre in cui l’odore pungente dell’oceano si mescola con quello dolce del timo e quello aromatico dell’eucalipto, regalando un viaggio dei sensi e dello spirito.

Il percorso proposto da SloWays è adatto a tutti e facilmente raggiungibile partendo da Lisbona. Si snoda infatti nella zona meno turistica e conosciuta della costa occidentale, evitando la costa sud, particolarmente turistica.

L’itinerario si addentra nel Parco naturale del Sudoeste Alentejano de Costa Vicentina, fra scogliere rocciose e dune di sabbia, boschi mediterranei e sentieri coperti dall’erica. I villaggi dei pescatori si alternano alla natura incontaminata, con l’occasione di scoprire lo stile di vita portoghese fatto di lunghi bagni, deliziosi piatti a base di pesce fresco e bino bianco locale da sorseggiare ammirando il paesaggio.

Come si organizza un viaggio nella Rota Vicentina

Panorami mozzafiato, colori favolosi e il profumo intenso dell’acqua salata che si mescola a quello della macchia mediterranea: la Rota Vicentina regala un bagaglio di emozioni che non si dimenticano. Un viaggio da organizzare al meglio, rivolgendosi ad esperti del settore.

SloWays è in grado di offrire la comodità di un viaggio su misura e sicuro, perfetto per godersi solo il meglio di quest’angolo di Portogallo. Camminando in questi luoghi straordinari potrai seguire le orme dei pellegrini, percorrendo la costa, fra calette rocciose in cui nidificano le cicogne e fari sul mare.

Potrai fare il bagno e stenderti sulla sabbia di Bordeira Carrapateira, ammirando le onde e i volteggi dei surfisti provenienti da tutto il globo. Ma anche assaporare i piatti tipici come le sarde alla griglia, il riso in zuppa di mare o il choco frito (una seppia con patatine). Senza dimenticare il Porco alla Alentejana (cubetti di maiale cotti con delle vongole in padella) e il Pastel de Nata, il dolce nazionale con pasta sfoglia e uova, il tutto annaffiato da ottima birra locale e da vino bianco. E tutto senza spendere tanto, poiché questa zona d’Europa ha prezzi davvero convenienti.

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Canyon del Colca, il gigante delle Ande dove la Terra sussurra leggende

Se state organizzando un viaggio in Perù e volete inserire nel vostro itinerario qualche tappa meno conosciuta, vi consigliamo di scegliere il Canyon del Colca. Questo è uno dei canyon più profondi del mondo, in alcune zone persino più profondo del Grand Canyon, dove avrete l’opportunità di ammirare paesaggi spettacolari durante trekking che sono considerati a tutti gli effetti una delle esperienze incredibili da fare almeno una volta nella vita. Anche perché qui, oltre alle viste mozzafiato, è possibile avvistare il maestoso condor andino, uno degli uccelli più grandi al mondo.

Oltre a offrire esperienze naturali, il Canyon del Colca rappresenta anche un’opportunità per i viaggiatori che vogliono immergersi nella cultura del posto grazie alla presenza di villaggi tradizionali che ospitano diverse comunità indigene. Storia, natura, cultura, resti archeologici e tradizioni: ecco cosa vi aspetta se pianificherete un viaggio in questo gigante delle Ande.

Dove si trova il Canyon del Colca

Il Canyon del Colca si trova in Perù, a 160 chilometri dalla città di Arequipa, raggiungibile con un autobus in circa 3 ore e 45 minuti. Seppur possa essere visitato in ogni periodo dell’anno, il periodo migliore per organizzare il vostro viaggio va da maggio a ottobre/novembre. Con i suoi 3270 metri è considerato il secondo canyon più profondo al mondo ed è abitato da oltre 2000 anni dai discendenti degli Aymara, oggi conosciuti come Collaguas.

A questo luogo è legata anche una leggenda: gli Inca credevano che il fiume Majes potesse fluire nella Via Lattea. A causa di questa credenza locale, gli Inca ponevano doni e sacrifici per gli dei nel fiume e li lasciavano scorrere a valle.

Canyon del Colca: altitudine

Visitare il Canyon del Colca significa vivere un’esperienza unica nel suo genere, ma bisogna fare attenzione a una cosa: gli effetti dell’altitudine. Chivay, per esempio, si trova a 3632 metri e il mal di montagna rappresenta un rischio non poco comune tra i viaggiatori. I sintomi lievi che potreste avere includono stanchezza e affanno, mentre quelli più gravi sono mal di testa, vertigini, difficoltà a dormire, problemi respiratori, perdita di appetito, nausea e vomito.

Per questo motivo, consigliamo di prendervi il tempo necessario per organizzare il vostro viaggio attraverso un periodo di acclimamento: per dare al vostro corpo il tempo di abituarsi, soggiornate un paio di notti ad Arequipa, situata a un’altitudine di 2325 metri, prima di cominciare la vostra avventura al Canyon del Colca. Ricordatevi che, se non vi sentite bene, il miglior rimedio è tornare in un punto dove l’altitudine è minore.

Villaggio Canyon del Colca

Fonte: iStock

Il villaggio peruviano di Yanque

Cosa vedere e cosa fare nel Canyon del Colca

Dai villaggi dove l’atmosfera è ancora autentica agli avvistamenti dei condor, fino ai trekking dentro ai meandri più profondi del canyon. Solo leggendo cosa fare e cosa vedere nel Canyon del Colca vi renderete conto del perché è considerato uno dei luoghi più incredibili del mondo.

I villaggi tradizionali

Tra le colline terrazzate e i paesaggi agricoli vi imbatterete nei villaggi tipici, alcuni un po’ più turistici perché facilmente accessibili, e altri più autentici. Uno di questi è Chivay, punto di appoggio strategico per scoprire gli altri paesini della valle. Lasciatevi avvolgere dalle sue atmosfere: sedetevi in un punto e guardatevi attorno, davanti a voi troverete la vivacità del mercato e della piazza principale unita alle donne con indosso i vestiti tradizionali.

Partendo da Chivay potrete raggiungere il villaggio di Yanque dove, ogni mattina alle 7, un gruppo di danzatrici intrattiene i turisti interpretando una danza tradizionale. Qui, da vedere, c’è la Iglesia de la Inmaculada Concepción e un piccolo museo archeologico. Se invece cercate un’esperienza autentica, spingetevi oltre verso il villaggio di Cabanaconde, dove il Canyon del Colca comincia a essere molto più profondo.

Il punto panoramico dove avvistare i condor

C’è chi organizza un viaggio al Canyon del Colca solo per un motivo: avvistare il maestoso condor. Si tratta di un’esperienza emozionante perché qui, essendo presente una famiglia di condor andini che nidifica sull’affioramento roccioso, i visitatori, se sono fortunati, potranno vederli volteggiare a poca distanza dalle loro teste! Il tutto in uno scenario mozzafiato, con il belvedere che si affaccia su un precipizio alto 1200 metri e con vista sul Nevado Mismi che si erge sul lato opposto.

Il momento ideale per avvistarli è la mattina, tra le 8 e le 9, oltre che durante la stagione secca, in quanto i condor non volano con la pioggia.

Condor canyon colca Perù

Fonte: iStock

Il belvedere dove avvistare i condor

Trekking circondati da paesaggi pazzeschi

Al Canyon del Colca è possibile fare diversi trekking, alcuni facili e altri molto più difficili che richiedono una preparazione adeguata. Molti di questi, inoltre, vengono suddivisi in più giorni, come ‘El Clásico’, un percorso ad anello che richiede da due a tre giorni e comprende i tratti più belli della metà inferiore del canyon del Colca, tra Cruz del Cóndor e Cabanaconde.

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L’oasi urbana di Osaka: la straordinaria magia del Nagai Botanical Garden

I viaggi ci portano alla scoperta del mondo, ci invitano a esplorare e a conoscere i luoghi cercando di carpire un po’ della loro anima. Ci sono alcuni posti, però, che più di altri sono affascinanti poiché tanto diversi per cultura, tradizioni e aspetto da quelli in cui viviamo noi.

Come il Giappone, che è una meta amatissima, che invita a essere vissuto e conosciuto in tutte le sue sfaccettature. Tra le location da raggiungere se si programma un viaggio ad Osaka, ad esempio c’è un giardino bellissimo, in cui passeggiare nel mezzo della natura e in una vera e propria esplosione di colori.

Si tratta del Nagai Botanical Garden, un grande spazio verde che è come una gemma preziosa incastonata nella parte meridionale del Parco Nagai, ovvero un’area in cui trovano casa alcune strutture sportive, un tratto di foresta locale e questo meraviglioso giardino, che è ricco di piante e che vale la pena raggiungere in ogni momento dell’anno. Tutto quello che devi sapere per visitarlo e conoscerlo.

Dove si trova il Nagai Botanical Garden

È una vera e propria oasi urbana, stiamo parlando del Nagai Botanical Garden che si trova in Giappone, nel quartiere Higashisumiyoshi a Osaka. Una città davvero grande, basti pensare che è la seconda in ordine di dimensioni del Paese, terza se si include Tokyo che però viene considerata una metropoli.

Un luogo importantissimo dal punto di vista economico e commerciale, ma anche per la buona cucina. Quindi perfetto per tutti coloro che ricercano un’esperienza gastronomica autentica.

In città vi sono alcune aree verdi, come il parco del Castello, oppure quello commemorativo dell’Expo e, ancora, nella zona sud della città, il Parco Nagai, perfetto per chi è alla ricerca di uno spazio in cui dedicarsi ad attività sportive senza dimenticare il relax. Ci sono campi e stadi, un anello dove correre o camminare intorno all’area e il Nagai Botanical Garden, con il suo suggestivo e placido laghetto.

Il giardino botanico si trova nella parte sud-orientale del parco e vi si possono ammirare alberi e fiori. E la buona notizia è che la visita si può pianificare in ogni stagione.

Cosa vedere nell’oasi urbana di Osaka: il Nagai Botanical Garden

Piante, fiori, la natura che esplode in tutta la sua meraviglia e che ci accompagna durante le quattro stagioni. Ma non solo: ci sono tantissime cose da vedere nel Nagai Botanical Garden nella bella e interessante città di Osaka, nella stessa area ad esempio merita una visita il Museo di Storia Naturale, luogo ideale per tutti coloro che vogliono approfondire e conoscere. Da marzo a ottobre è aperto dalle 9,30 alle 17, l’ingresso chiude alle 16,30, mentre da novembre a febbraio l’accesso è possibile dalle 9,30 alle 16,30, chiusura dell’entrata alle 16.

Poi vale la pena visitare il laghetto, con gli alberi che lo circondano e lo rendono una location di grande bellezza. Da non perdere, infine l’installazione del collettivo TeamLab: opere d’arte che si possono ammirare nel giardino, che lo impreziosiscono di luci e lo rendono ancora più magico.

Per visitare lo spazio verde sono suggeriti diversi percorsi in base alla stagione di riferimento, per poter assorbire pienamente lo straordinario potere della natura di creare scenari mozzafiato.

Cosa vedere al Nagai Botanical Garden a Osaka

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Cosa vedere al Nagai Botanical Garden a Osaka: le sue meraviglie

Quando andare nel giardino botanico

Come accennato, ogni stagione è quella perfetta per visitare il Nagai Botanical Garden, poiché questo luogo regala suggestioni e meraviglie in ogni momento dell’anno.

La struggente poesia dell’inverno, ad esempio, accoglie i visitatori sin dall’ingresso principale con i cipressi calvi e con le loro radici: intorno allo stagno nella Foresta Storica regalano uno scenario meraviglioso. Così come fanno gli altri alberi senza foglie. Non manca la fioritura di alcuni fiori, anche in questa stagione dell’anno.

Con la primavera (ma già da febbraio) il mondo torna a colorarsi delle tante varietà di fiori che si trovano nel parco, da visitare – ad esempio – il Giardino delle Camelie, il Giardino della Vita, oppure ammirare il verde che esplode nell’area del piccolo laghetto.

Da non perdere in estate i girasoli, ma non solo: anche gli alberi delle mele e tanto altro. In autunno, infine, il fascino dei colori ha la meglio e allora gli occhi non possono non rimanere estasiati da tanta meraviglia.

Sul sito ufficiale vengono segnalati gli itinerari consigliati per le diverse stagioni e mesi dell’anno, quindi vale la pena sperimentare un giro seguendo queti percorsi scanditi al ritmo della stagione in cui si visita questo affascinante Paese dell’Asia.

Osaka, quando andare al Nagai Botanical Garden

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Osaka, quando puoi visitare il Nagai Botanical Garden

Le info utili da sapere sul Nagai Botanical Garden

Se il Parco Nagai ha aperto i battenti nel 1944, il giardino botanico è arrivato 30 anni dopo in contemporanea al Museo civico di storia naturale: era il 1974 e da quel momento lo sviluppo di questo luogo ha caratterizzato gli anni a venire, fino a raggiungere nel 2024 i 50 anni dall’inaugurazione delle due realtà. Questo spazio verde si sviluppa lungo un’area di circa 24,2 ettari e ospita un numero impressionante di piante, circa 1200, oltre a numerosi giardini dedicati a specie ben precise.

È aperto da marzo a ottobre dalle 9,30 alle 17 (si può entrare, però, sino alle 16,30) e da novembre a febbraio dalle 9,30 fino alle 16,30 (ultimo ingresso alle 16). Le chiusure sono previste il lunedì, o il giorno successivo in caso di festività, e a Capodanno, dal 28 dicembre al 4 gennaio.

Tra le informazioni utili da conoscere per organizzare una visita vi è il fatto che si paga un biglietto di ingresso, ma per alcune fasce d’età l’accesso è gratuito. Il giardino botanico è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, poi – in base alla fermata prescelta – si dovrà percorrere un tratto a piedi che varia dagli 800 metri al chilometro.

Raggiunto questo luogo, si potrà fare il pieno di bellezza e assaporare le tante sfumature e opere che la natura ci sa donare in ogni momento dell’anno.

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Tra fede, boschi e arpe: l’anima segreta di Viggiano

Nascosto tra i rilievi lucani, adagiato su uno sperone che guarda dall’alto la rigogliosa Valle dell’Agri, Viggiano è un piccolo scrigno di storia, arte e devozione. Siamo in provincia di Potenza, nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese: qui il tempo sembra rallentare per lasciar spazio al respiro della natura e alla voce antica delle tradizioni.

Abitato un tempo dai monaci basiliani, Viggiano porta con sé tracce di epoche lontane. Fu fortificato durante il dominio longobardo e, nei secoli successivi, si trasformò in un centro culturale ed economico grazie alla sapiente lavorazione del legno. Arpe e zampogne nascevano dalle mani esperte degli artigiani viggianesi e varcavano i confini regionali per diffondere note lucane in tutta Europa. Una storia, questa, che ancora oggi vibra tra i vicoli e le botteghe di un borgo sorprendente.

Cosa vedere a Viggiano

Viggiano è un paese da vivere con lentezza, passo dopo passo, perdendosi tra le viuzze del centro storico dove ogni scorcio racconta una storia. Le facciate in pietra, i portali decorati con bassorilievi raffiguranti arpe e violini sussurrano ancora oggi il glorioso passato musicale del borgo.

Sulle alture che abbracciano il paese si staglia il Santuario della Madonna Nera di Viggiano, simbolo spirituale non solo per la comunità locale, ma per l’intera Basilicata. Ogni anno migliaia di pellegrini affrontano la salita verso il Sacro Monte per rendere omaggio alla loro Regina. E proprio da questo legame profondo tra fede e terra nasce l’anima autentica di Viggiano, un luogo dove il sacro incontra l’arte e la memoria si fa viva.

Passeggiando tra le botteghe e i vicoli si scopre come la tradizione artigianale, eredità del XVII e XVIII secolo, sia tuttora viva: gli artigiani portano avanti la costruzione di strumenti musicali, mentre la Scuola di Arpa Viggianese raccoglie e rilancia questa passione per le nuove generazioni.

Sulla cima più alta, tra i silenzi rotti solo dal vento, si scorgono i resti del castello feudale. Costruito prima del 1239 e modificato in epoca angioina, oggi ne sopravvivono alcuni tratti delle mura e delle torri angolari.

Stradina del centro storico di Viggiano

Fonte: iStock

Particolare del centro storico di Viggiano

La Chiesa madre di Santa Maria alle Mura

Salendo la doppia rampa che conduce alla Chiesa Madre di Santa Maria alle Mura, si ha la sensazione di compiere un pellegrinaggio interiore, un cammino di silenzio e raccoglimento. Da qui, ogni anno a maggio, parte il corteo religioso verso il santuario sul Sacro Monte, un momento di intensa spiritualità che riunisce l’intera comunità lucana attorno alla venerata Madonna Nera.

La chiesa, ricostruita in stile tardo barocco dopo il terremoto del 1673, custodisce veri tesori. All’interno, lo sguardo è subito rapito dal trono ligneo in oro zecchino dove troneggia la statua duecentesca della Madonna. Il soffitto a cassettoni, intarsiato di stucchi dorati, e i bassorilievi cinquecenteschi attribuiti a Iacopo della Pila, danno al luogo un’aura di sacralità e arte che lascia senza fiato.

Emoziona anche il portone bronzeo e dorato, recente opera dello scultore lucano Mario Santoro, che racconta la storia della chiesa e culmina con l’incoronazione della Madonna ad opera di Giovanni Paolo II.

Il Santuario del Sacro Monte di Viggiano

C’è un momento dell’anno in cui la devozione diventa cammino, e le strade di Viggiano si riempiono di canti e preghiere: è il pellegrinaggio al Santuario del Sacro Monte. Dodici chilometri separano il paese dalla vetta, due dei quali si percorrono solo a piedi, come a sottolineare che la fede richiede tempo, fatica e silenzio.

La Madonna Nera, Regina della Basilicata, vi giunge in processione la prima domenica di maggio e vi rimane fino a settembre, quando viene riportata in paese. Secondo la leggenda, fu proprio su questo monte che, nel XIV secolo, venne rinvenuta la statua della Vergine, nascosta per sfuggire alla furia dei Saraceni.

Il Museo delle Tradizioni Locali

Nel cuore del borgo, al piano terra dell’antico convento di Santa Maria del Gesù, il MuVIG – Museo delle Tradizioni Locali regala un viaggio nel passato con strumenti moderni. Un museo immersivo, dove la realtà aumentata dà voce agli oggetti: inquadrando un segnale grafico con smartphone o tablet, antiche botteghe e ambienti domestici prendono vita.

Sette le sale tematiche, tra falegnameria, calzoleria, cucina, camera da letto e caseificio. Oltre trecento oggetti raccontano la vita quotidiana di un tempo e trasmettono ai visitatori, grandi e piccoli, il valore della memoria.

Il Museo del Lupo

Immerso in una faggeta che d’inverno si veste di neve e magia, il Museo del Lupo è una perla rara dedicata a uno degli animali simbolo dell’Appennino. Primo nel suo genere in Basilicata, oltre a un percorso espositivo è anche un’esperienza formativa pensata soprattutto per i bambini.

Accanto agli esemplari imbalsamati del lupo e di altre specie, come l’aquila reale e il tasso, il museo offre la possibilità di partecipare a escursioni guidate nel bosco. Una lezione di biodiversità nel cuore della natura lucana.

Altri punti di interesse

Appena fuori dal centro, il Convento Francescano del XV secolo accoglie un Museo delle Tradizioni Popolari e custodisce, nella sua chiesa, un coro ligneo settecentesco di rara bellezza.

Più in basso, lungo la strada che porta al castello, la Chiesa di San Benedetto, con la sua semplicità rinascimentale, rappresenta l’ultimo tassello di un itinerario spirituale che punteggia tutto il borgo.

Cosa fare a Viggiano e dintorni

Panorama di Viggiano

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Viggiano

Raggiungere Viggiano è già di per sé un viaggio nell’incanto. Le strade si snodano tra radure, colline e boschi, mentre il panorama si apre su orizzonti che cambiano colore a seconda delle stagioni. Come accennato, siamo nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, un paradiso di biodiversità, dove la natura abbraccia la spiritualità e la cultura.

Il territorio che abbraccia Viggiano è un mosaico di paesaggi: dalle vette montuose si scende verso colline morbide, pianure coltivate, corsi d’acqua e boschi fitti. Qui sorgono sorgenti cristalline e riserve naturali come quella dell’Abetina di Laurenzana, con splendidi esemplari di abete bianco e una fauna ricchissima.

A pochi chilometri dal paese, l’area archeologica di Grumentum riporta alla luce la grandezza della civiltà romana, mentre il Museo della Val d’Agri ne racconta la storia. Non lontano, il Lago del Pertusillo si presenta come una tela viva dipinta di blu e verde, rifugio per gli amanti del birdwatching e della pesca.

E poi c’è l’inverno, con la promessa di neve e divertimento. A Viggiano la stagione bianca si vive tra sci, ciaspolate ed escursioni. La Montagna Grande accoglie impianti sciistici moderni immersi in faggete illuminate che permettono di sciare anche di sera, in un’atmosfera intima e suggestiva. Le piste si adattano a ogni livello di esperienza, tra campi scuola e percorsi di fondo ideali anche per il nordic walking.

Chi cerca nuove sfide può raggiungere il Monte Volturino, che con i suoi 1865 metri ospita tre piste (rossa, blu e nera) oltre a un anello per lo sci di fondo. Tra boschi silenziosi e neve scintillante, lo sport diventa un modo per entrare in contatto diretto con la natura selvaggia e affascinante della Lucania.

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Weekend all’insegna del gusto con le sagre del 15 e 16 marzo 2025

Non sapete cosa fare nel weekend del 15 e 16 marzo 2025? Se siete buongustai, amanti delle tradizioni o semplicemente in cerca di un’esperienza autentica, le sagre in Italia sono la scelta perfetta! Dall’aroma invitante delle frittelle di riso in Toscana al profumo di mare della seppia a Cervia, passando per le dolci note delle mandorle siciliane in fiore, ogni angolo d’Italia offre una celebrazione del gusto e della cultura locale.

Preparatevi quindi a passeggiare tra stand colmi di specialità gastronomiche, a perdervi tra i sapori tipici e a vivere l’atmosfera unica di queste feste di paese, dove storia, folklore e cucina si intrecciano in un mix irresistibile (magari facendo un po’ il pieno di kcal!). Ecco una selezione delle sagre da non perdere questo weekend del 15-16 marzo in Italia, suddivise per area geografica.

Le sagre del Nord Italia questo weekend

Festa Siciliana a Trecate (NO)

La Sicilia arriva nel cuore del Piemonte, a Trecate, dove questo weekend si terrà la “Festa Siciliana” organizzata da A’ Vucciria Sicilia Street Food, dal 14 al 16 marzo 2025. L’evento si svolgerà in Piazzale Antonini con ingresso libero e orari dalle 10:00 alle 24:00, offrendo specialità siciliane sia a pranzo che a cena: potrete gustare le arancine in vari gusti, il pane ca’ meusa, sfincione, pezzi di rosticceria di ogni tipo, pane con panelle e crocchette, stigghiola e molto altro ancora (naturalmente, non mancheranno i dolci alla ricotta!).

Sfincione, Sicilia, Vucciria

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Il tipico sfincione palermitano

Sagra della Raviola a Castel Maggiore (BO)

Il 15 marzo 2025, Castel Maggiore in Emilia-Romagna ospiterà la tradizionale “Sagra della Raviola”, dedicata al tipico dolce locale: vi aspetta un ricco programma di attività, tra cui mostre, serate amarcord, la tradizionale Camminata della Raviola e, come novità di quest’anno, il raduno dell’Ape Club Italia. Al centro della celebrazione c’è la raviola, tipico dolce di San Giuseppe con impasto simile alla pasta frolla e ripieno di mostarda. Immancabile la gara per la miglior raviola, in cui cuochi amatoriali presenteranno le loro creazioni a una giuria di esperti, che incoronerà la “Raviola Regina” dell’anno.

Sagra delle Cape – Lignano Sabbiadoro (UD), Friuli-Venezia Giulia

Dal 8 al 16 marzo 2025, Lignano Sabbiadoro ospita la tradizionale Sagra delle Cape, dedicata ai frutti di mare locali. I visitatori potranno degustare specialità a base di molluschi e crostacei, preparate secondo le ricette tradizionali della zona.

Villaggio delle Uova Pura Vida Farm – San Martino Siccomario (PV)

Dal 15 marzo al 27 aprile 2025 riapre il Villaggio delle Uova Pura Vida Farm di San Martino Siccomario (Pv) con la quarta edizione dell’evento. Il tema di apertura, “Sweet Skating”, include una pista di pattinaggio ecologica e una collaborazione con Haribo, che arricchisce l’esperienza con l’Isola dei Marshmallows. Ogni weekend, il villaggio offre giochi, laboratori, scenografie fotografiche e la tradizionale Caccia alle Uova. Ci saranno anche attrazioni come gonfiabili, trattorini e giochi medievali, e punti ristoro con street food. Il parco è pet-friendly e l’ingresso è gratuito per i bambini nati dal 2022 al 2025. Eventi speciali si terranno ogni fine settimana, con attività tematiche diverse. I biglietti sono disponibili sul sito ufficiale e tramite l’app Eventfy.

Sapori e Colori di Primavera – Varese (VA), Lombardia

Il 15 e 16 marzo 2025, il centro di Varese si trasforma in un grande mercato a cielo aperto, offrendo ai visitatori prodotti tipici, artigianato locale e laboratori creativi per celebrare l’arrivo della primavera. L’evento animerà Via Marconi, Via Leopardi, Piazza San Vittore e il Battistero con un vivace mercato all’aperto, ricco di eccellenze gastronomiche e artigianato locale. I visitatori potranno degustare prodotti tipici da diverse regioni italiane, tra cui salumi, formaggi, miele, dolci e vini. Saranno presenti anche bancarelle di artigianato e hobbistica, con creazioni uniche fatte a mano. Per i più piccoli, sono previsti laboratori creativi per un’esperienza divertente e stimolante.

Sagre e feste nel Centro Italia

Narni Irish Fest a Narni (TR)

Dal 14 al 17 marzo 2025, Narni – in Umbria – celebra la cultura irlandese con la “Narni Irish Fest”, in occasione della Ireland Week. Il 15 marzo alle ore 21:00, in collaborazione con Leonardo Bedini, si terrà un corso di degustazione di whiskey irlandese presso La Taverna dell’Artista. Durante la serata, saranno presentati quattro distillati accompagnati da abbinamenti gastronomici studiati per esaltarne i profili aromatici.

Narni, Umbria

Fonte: iStock

Vista del caratteristico borgo di Narni

Sagra della Seppia – Pinarella di Cervia (RA), Emilia-Romagna

Dal 17 al 22 marzo 2025, Pinarella di Cervia ospita la Sagra della Seppia, dove è possibile gustare piatti a base di seppia preparati secondo la tradizione locale, accompagnati da musica e intrattenimenti.

Sagra della Frittella – San Donato in Collina (FI), Toscana

Dal 18 gennaio al 19 marzo 2025, San Donato in Collina celebra la Sagra della Frittella, dove è possibile assaporare le tradizionali frittelle di riso preparate secondo antiche ricette locali.

Le sagre al Sud Italia

Il Rito dei Santi – Fragagnano (TA), Puglia

Se siete alla ricerca di un’esperienza autentica che unisca storia, tradizione e spiritualità, domenica 16 marzo a Fragagnano (TA) si terrà il suggestivo Rito dei Santi, un’antica celebrazione che affonda le sue radici nei Saturnali romani e nelle tavolate medievali, fino alle tradizioni monastiche dei basiliani.

Giunta alla sua XVIII edizione, questa cerimonia è un vero e proprio viaggio nel passato: un banchetto rituale allestito attorno a un altare, con tredici pietanze simboliche e gesti tramandati da generazioni. L’atmosfera evocativa e il forte senso di comunità rendono questo evento unico nel panorama delle tradizioni pugliesi.

Festa del Mandorlo in Fiore – Agrigento (AG), Sicilia

Dal 8 al 16 marzo 2025, Agrigento celebra la Festa del Mandorlo in Fiore, evento che segna l’inizio della primavera con spettacoli folkloristici, sfilate e degustazioni di prodotti tipici a base di mandorla. La Festa del Mandorlo in Fiore di Agrigento quest’anno vedrà la partecipazione di 30 gruppi folkloristici internazionali che offriranno balli, canti e costumi tradizionali. Il sindaco Franco Miccichè ha evidenziato l’importanza dell’evento come simbolo di pace e accoglienza. Tra gli appuntamenti principali ci saranno il ritorno del treno storico sulla linea Agrigento-Porto Empedocle, concorsi fotografici, il Mandorlo Food Village con specialità siciliane e street food, e l’evento Mandorlo in Tavola. Il gran finale del 16 marzo includerà una sfilata con carri allegorici e la premiazione del miglior gruppo partecipante con il Tempio d’Oro.

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Dress code: come vestirsi se si viaggia in un Paese arabo

Il Medio Oriente è una regione intrisa di storia, tradizioni e cultura di inestimabile valore. Allo stesso tempo, i Paesi che la compongono possiedono delle peculiarità, soprattutto in termini di abbigliamento, che un visitatore deve assolutamente conoscere per esplorarli senza mancare di rispetto ai suoi abitanti o infrangere delle norme ben precise. 

Le ragioni per cui l’abbigliamento è soggetto a diverse restrizioni in Medio Oriente includono la religione, la tradizione e il clima. La religione, in particolare l’Islam, influenza notevolmente i codici di abbigliamento nella maggior parte dei Paesi arabi. Il puritanesimo è uno dei valori sacri per ogni musulmano e la libertà di mostrare diverse parti del corpo contrasta con questa regola. 

Tuttavia, il livello di conservatorismo può variare da Paese a Paese. Scopriamo insieme quali sono le regole per l’abbigliamento e i consigli da seguire per vestirsi e comportarsi in modo adeguato. 

Le regole nei diversi Paesi arabi per l’abbigliamento

Ogni Paese ha le sue regole, alcune sono più severe, altre sono meno conservatrici. Da turista, sia uomo che donna, è bene conoscerle per potersi godere al meglio il proprio viaggio. 

Emirati Arabi Uniti 

Gli Emirati Arabi Uniti sono meno conservatori rispetto all’Arabia Saudita o ad altri Paesi della regione. Questo, per esempio, è particolarmente evidente a Dubai e Abu Dhabi. Tuttavia, è importante rispettare le norme sulla modestia: alle donne è consigliato evitare abiti scollati, soprattutto in aree pubbliche frequentate da uomini; è considerato appropriato indossare un costume da bagno in spiaggia o mentre si nuota, ma gli abiti ritenuti ‘provocanti’ non sono ammessi in luoghi come centri commerciali, ristoranti e altri ambienti di lavoro.

Gli uomini negli Emirati Arabi Uniti indossano una kandura, ossia un lungo indumento bianco simile al thobe saudita. Anche a loro è richiesta modestia e, nonostante la maggior parte delle persone adotti uno stile di abbigliamento occidentale, gli uomini non dovrebbero indossare pantaloncini al di fuori della spiaggia.

Come vestirsi a Dubai

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Abbigliamento adottato dalle donne e dagli uomini a Dubai

Iran

L’Iran è sicuramente uno dei Paesi con le restrizioni più severe. Le donne e le ragazze sono obbligate a indossare l’hijab sul capo e indumenti che coprano l’intero corpo, braccia incluse.

Il codice di abbigliamento si applica anche agli uomini, i quali devono evitare di indossare indumenti rivelatori o provocanti. Le t-shirt sono consentite, ma i costumi da bagno no. È altrettanto importante per gli uomini non indossare abiti che espongano il corpo, specialmente nei luoghi pubblici.

Qatar

Le norme sull’abbigliamento del Qatar sono abbastanza rilassate e simili a quelle degli Emirati Arabi Uniti: le donne non devono indossare abiti rivelatori o qualsiasi tipo di indumento che esponga l’addome o il petto, comprese le ginocchia. L’abaya, sebbene facoltativa, è frequentemente indossata dalle donne. 

Gli uomini indossano il thobe o kandura, una lunga tunica bianca che copre il corpo. Sebbene vengano indossati abiti moderni, inclusi quelli in stile occidentale, è strettamente osservato un certo livello di decoro.

Kuwait

Anche in Kuwait troviamo delle norme sull’abbigliamento abbastanza moderate. Ginocchia e spalle devono essere coperte e, sebbene l’abaya non sia obbligatoria, è raccomandata. Come molte donne arabe, le kuwaitiane amano vestire in modo moderno e alla moda, ma sempre coprendo il corpo con modestia. 

Gli uomini kuwaitiani indossano sempre un indumento tradizionale formale chiamato dishdasha, una lunga tunica bianca. Come negli altri stati del Golfo, l’enfasi è posta sul non mostrare la pelle ed è vietato agli uomini indossare abiti dai colori vivaci in luoghi pubblici.

Oman

Moderato e ospitale, in Oman è consigliato alle donne di indossare indumenti che coprano le ginocchia e di assicurarsi che la parte superiore delle gambe sia anch’essa coperta, evitando abiti troppo aderenti sui fianchi. Non è necessario indossare un’abaya, anche se la maggior parte delle donne omanite lo fa. Le donne occidentali non sono obbligate a coprire il capo, ma si consiglia di portare con sé una sciarpa, soprattutto per visitare luoghi di culto o tradizionali.

La maggior parte degli uomini omaniti indossa una dishdasha, una lunga tunica bianca. Il kuma è un tradizionale berretto ricamato, comune anche tra gli omaniti. Aspetto generale: si dovrebbe evitare un abbigliamento indecente, in particolare pantaloncini o magliette senza maniche, specialmente in luoghi pubblici.

Uomini Oman

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Un uomo con il kuma, cappello tipico dell’Oman

Bahrain

Il Bahrain consente un abbigliamento più liberale rispetto alla maggior parte dei suoi omologhi nel Consiglio di Cooperazione del Golfo. Le donne non sono obbligate a indossare l’abaya nera, ma devono vestirsi in modo decoroso e coprire braccia e ginocchia. L’abbigliamento occidentale è tollerato, ma abiti aderenti e rivelatori sono più appropriati per le spiagge o gli hotel privati.

Gli uomini bahreiniti indossano generalmente il thobe o dishdasha, anche se l’abbigliamento occidentale è ampiamente diffuso.

Arabia Saudita

L’Arabia Saudita, al contrario degli ultimi Paesi citati, è abbastanza severa sulle norme dedicate all’abbigliamento. Il Paese è la culla dell’Islam e ospita i suoi due luoghi di pellegrinaggio più sacri, ovvero La Mecca e Medina, e applica rigorosamente la legge islamica. 

Le donne sono obbligate a coprire il corpo con un’abaya, un mantello nero che arriva fino ai piedi. Il thobe, una tunica bianca lunga fino alle caviglie, è l’indumento d’obbligo per gli uomini, i quali indossano anche la ghutra, un copricapo tradizionale accompagnato dall’agal, una corda nera.

Egitto

L’Egitto è leggermente meno rigido riguardo all’abbigliamento rispetto ai Paesi strettamente islamici del Golfo, ma il concetto di ‘decenza’ rimane importante, soprattutto nelle zone rurali e in particolare quando si visitano luoghi di culto. Spalle e ginocchia devono essere coperte ed è consigliabile avere una sciarpa per coprire la testa quando necessario. In altre zone dell’Egitto, specialmente nelle aree turistiche come Sharm El Sheikh, la situazione è piuttosto diversa e i visitatori possono indossare abiti che non sarebbero accettati in altre parti del Paese.

Gli uomini egiziani si vestono con abiti occidentali, ma è fondamentale essere ben curati nelle zone rurali. I pantaloncini corti sono tollerati in alcune aree turistiche, ma non sono consigliati in altre parti del Paese.

Consigli per vestirsi in modo adeguato nei Paesi arabi

Per i turisti che visitano il Medio Oriente, è fondamentale rispettare alcune norme di etichetta e codici di abbigliamento. Considerando le diversità tra Paese e Paese, è importante informarsi sulle specifiche usanze della meta che si intende visitare, poiché le norme possono variare.

Alle donne è consigliato indossare gonne lunghe, vestiti o pantaloni, abbinati a maglie con maniche (evitare le canottiere). Portare sempre con sé una sciarpa, utile per coprire il capo in segno di modestia, soprattutto durante la visita a moschee o in aree più conservatrici. Nei Paesi con regole meno rigide è possibile essere più flessibili, ma sempre nel rispetto del contesto in cui vi trovate.

Gli uomini, invece, devono evitare di indossare pantaloncini e magliette senza maniche in pubblico, in quasi tutte le circostanze, optando invece per pantaloni leggeri e camicie con colletto.

Nei luoghi di culto, sia le donne che gli uomini devono avere braccia e gambe coperte quando visitano moschee o chiese. Alle donne è richiesto anche di coprire i capelli. Per quanto riguarda l’abbigliamento da spiaggia, essendo principalmente un luogo legato all’acqua, i costumi da bagno sono tollerati nei resort, nelle piscine e nelle spiagge. È vietato indossare costumi da bagno al di fuori delle aree destinate all’abbigliamento da spiaggia.

Come comportarsi nei Paesi arabi

Sebbene le regole legate all’etichetta possano cambiare in base all’interlocutore e al contesto, esistono alcune norme generali di cui è utile essere a conoscenza.

Innanzitutto, è fondamentale mostrare sempre rispetto verso le persone più anziane: ciò implica rivolgersi a loro con un tono rispettoso e utilizzare titoli formali. È inoltre considerato scortese rifiutare un’offerta di cibo o bevande, quindi assicuratevi di accettare con gratitudine se qualcuno vi offre qualcosa.

Un’altra regola importante è evitare manifestazioni pubbliche di affetto. Questo include abbracci, baci e, talvolta, anche tenersi per mano. In generale, è meglio essere prudenti e ridurre al minimo il contatto fisico in pubblico. Inoltre, non dimenticate mai di togliere le scarpe prima di entrare in casa di qualcuno.

Nei Paesi più conservatori, come l’Arabia Saudita, è bene fare attenzione anche a come vengono usate le mani: la sinistra e la destra, secondo i principi islamici, hanno funzioni ben precise. Quella sinistra, utilizzata per le pulizie, non dovrebbe essere impiegata per azioni come salutare, mangiare o passare oggetti. Di conseguenza, si dovrebbe gesticolare, toccare le persone od offrire oggetti usando entrambe le mani insieme. In alternativa, se volete usare una sola mano, utilizzate la destra.

Si raccomanda di evitare di sedersi in posizioni che espongano la suola delle proprie scarpe verso altri individui, in quanto ciò è interpretato come una mancanza di rispetto. È altresì considerato sconveniente incrociare le gambe in presenza di altre persone.

Infine, vi ricordiamo che la maggior parte dei musulmani non beve alcolici, ma vino, birra e liquori sono facilmente reperibili in ristoranti, bar e negozi in alcune nazioni arabe. Sebbene ai visitatori sia consentito bere alcolici in luoghi come Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia, l’ubriachezza è socialmente inaccettabile.

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Viaggio a bordo dei treni storici, la Campania come non l’hai mai vista

La Campania, con il suo straordinario patrimonio storico e paesaggistico, offre da marzo un’opportunità unica per gli amanti del turismo ferroviario: viaggiare a bordo di autentici treni d’epoca attraverso alcune delle località più affascinanti della regione.

Grazie all’iniziativa promossa dalla Regione Campania in collaborazione con Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane e FS Treni Turistici Italiani, il programma 2025 prevede ben 65 corse, con oltre 12mila posti disponibili per un’esperienza immersiva tra storia, cultura e tradizione.

Cosa sono i treni storici

I treni storici offrono un’esperienza unica per viaggiare attraverso il tempo, permettendo di scoprire la Campania a bordo di convogli d’epoca perfettamente restaurati. Grazie a un’iniziativa promossa dalla Regione Campania, in collaborazione con la Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane e FS Treni Turistici Italiani, questi treni offrono infatti un’opportunità esclusiva per coniugare la passione per il viaggio con la riscoperta del patrimonio ferroviario e paesaggistico della regione.

Ogni itinerario è stato studiato per valorizzare le bellezze storiche, culturali e naturalistiche del territorio, garantendo un viaggio immersivo tra borghi caratteristici, siti archeologici e paesaggi mozzafiato.

Sebino Express

Fonte: Fondazione FS

Il Sebino Express, che parte da Milano e arriva a Paratico Sarnico

L’Archeotreno

L’Archeotreno collega la città di Napoli con alcune delle aree archeologiche più affascinanti della Campania, come Pompei e Paestum, entrambe riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il convoglio è composto da carrozze d’epoca che permettono di rivivere l’atmosfera dei viaggi del passato mentre si esplorano alcune delle più importanti testimonianze della civiltà romana.

La prima corsa dell’Archeotreno sarà domenica 16 marzo.

Il Reggia Express

Un viaggio che sembra uscito da un’altra epoca: il Reggia Express parte da Napoli Centrale e conduce direttamente all’ingresso della maestosa Reggia di Caserta, una delle residenze reali più imponenti al mondo. A bordo di vagoni storici, i passeggeri possono immergersi nell’eleganza e nel fascino del XVIII secolo prima ancora di arrivare a destinazione.

La prima corsa del Reggia Express sarà domenica 6 aprile.

Il Pietrarsa Express

Il Pietrarsa Express è un treno storico che collega il cuore di Napoli con il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, un luogo simbolo della storia ferroviaria italiana. Questo itinerario consente di scoprire l’antica officina borbonica dove ebbe inizio la grande avventura ferroviaria italiana, con una collezione straordinaria di locomotive e carrozze d’epoca.

La prima corsa del Pietrarsa Express sarà domenica 14 settembre.

L’Irpinia Express

L’Irpinia Express è un treno turistico che percorre la storica linea ferroviaria tra Avellino e Rocchetta Sant’Antonio, attraversando i suggestivi paesaggi della verde Irpinia. Lungo il tragitto, i viaggiatori possono ammirare colline, vigneti e borghi antichi, vivendo un’esperienza autentica a contatto con la tradizione e la natura incontaminata.

La prima corsa del Pietrarsa Express sarà domenica 11 maggio.

Il Sannio Express

Il Sannio Express è dedicato a chi desidera riscoprire i luoghi simbolo della memoria di San Pio da Pietrelcina. Questo treno storico percorre la suggestiva Ferrovia del Sannio, conducendo i passeggeri alla scoperta della spiritualità e delle bellezze paesaggistiche di questa terra ricca di storia e devozione.

Il treno per Contursi Terme

In occasione del convegno “Piccoli Borghi Termali d’Italia”, è stato attivato un treno speciale che collega Napoli Centrale con Contursi Terme, una delle località termali più rinomate della Campania. A bordo di carrozze storiche degli anni ‘30 e ‘50, i passeggeri possono godere di un viaggio rilassante alla scoperta del benessere termale e delle eccellenze del territorio.

Come prenotare il viaggio sui treni storici

I biglietti per viaggiare sui treni storici della Campania possono essere acquistati attraverso i principali canali di vendita di Trenitalia, incluse le biglietterie fisiche e le piattaforme digitali.

L’acquisto anticipato è consigliato, data la forte richiesta per queste esperienze uniche. Per maggiori informazioni sugli orari e sulle date disponibili, è possibile consultare i canali ufficiali della Fondazione FS e FS Treni Turistici Italiani.

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Napoli compie 2500 anni, il programma perfetto per festeggiare la città

Un compleanno importante per la città di Napoli che spegne 2500 candeline in grande stile. Per il programma Napoli Millenaria sono stati calendarizzati 2500 eventi per 2500 anni di storia, cultura e tradizioni. Tutto partirà ufficialmente il 25 marzo da Teatro San Carlo con la proiezione del capolavoro di Eduardo De Filippi ”Napoli Millenaria” a seguire icone quali Roberto De Simone e Pino Daniele riceveranno un tributo. Vediamo insieme un assaggio di quello che sarà una lunga festa per onorare l’anima millenaria di Napoli.

Napoli Millenaria, il programma per festeggiare i 2500 anni della città

2500 anni di storia sono pronti per essere festeggiati a Napoli con un programma ricco di eventi che accompagnerà sia i cittadini sia i visitatori per tutto il 2025. Il primo cambiamento arriva dal logo ufficiale per le celebrazioni con un design che vuole mixare gli elementi simbolici della città: il mare, la sirena partenopea e il patrimonio culturale prendono vita grazie ad una palette cromatica frizzante. Tra le iniziative principali da non perdere ci sarà il primo Fringe Fest di Napoli, festival dedicato alla scena teatrale indipendente e il Real Albergo dei Poveri sarà il quartier generale delle attività culturali per un calendario ricco che si completerà nel 2026. Non meno rilevante la lista di appuntamenti al Teatro San Carlo dove verrà ospitata una serata dedicata a Eduardo De Filippo, nell’ottantesimo anniversario della prima di Napoli Milionaria. Tra gli altri nomi omaggiati il 18 settembre presso piazza del Plebiscito si ricorderà Pino Daniele con un tributo musicale prezioso.

Le rassegne da non perdere nel programma

Il programma completo delle celebrazioni non è ancora ultimato ma ci sono già delle rassegne che attirano l’attenzione. Il primo progetto è Donne di Fede, Carità e Speranza che prevede otto percorsi tematici, un fitto calendario di visite guidate – ben 77 appuntamenti – oltre a 18 eventi musicali e un pellegrinaggio dedicato alla riconciliazione. I partecipanti avranno l’opportunità di visitare conventi, monasteri e antichi istituti di assistenza, seguendo un percorso che attraversa il passato per illuminare il presente. Il progetto vuole offrire ai visitatori un’esperienza di riflessione e crescita interiore, in perfetta sintonia con il tema del Giubileo: la speranza.

Altrettanto significativo il pellegrinaggio di Riconciliazione atteso per il 24 settembre con partenza alle 18 e conclusione alle 9:30 del mattino successivo per toccare i luoghi di valore spirituale quali le Chiese del Gesù Nuovo, Santi Filippo e Giacomo, San Giorgio Maggiore e la Porta Giubilare del Carmine.

C’è poi un elenco intereessante di altre attività che suggeriamo di segnare in agenda:

  • A Pasqua, “Vedi Napoli e poi… mangia” celebrerà la tradizione culinaria partenopea con showcooking, degustazioni e spettacoli tra i quartieri storici e le periferie;
  • Tra maggio e ottobre, “Vedi Napoli d’estate… e poi Torni” offrirà spettacoli ed eventi culturali, includendo anche iniziative legate al turismo religioso e alle festività patronali;
  • In autunno, “Vedi Napoli Sacra e Misteriosa… e poi Torni” condurrà i visitatori alla scoperta del rapporto tra fede e superstizione attraverso itinerari tematici;
  • Durante le festività natalizie, “Vedi Napoli a Natale… e poi Torni” porterà l’atmosfera delle feste nelle strade della città con mercatini, concerti e appuntamenti come il Concerto di Capodanno e l’evento Sanità-tà-tà, che coinvolgerà Borgo Vergini e Piazza Sanità

Gli spazi culturali coinvolti

Dal punto di vista culturale Napoli non si può criticare. L’offerta degli spazi culturali coinvolti per i 2500 anni della città è ampissima. Il Museo Archeologico Nazionale (MANN) si distingue per il suo ruolo di primo piano nel panorama internazionale grazie a nuove iniziative che ne valorizzano il patrimonio e la missione. Una delle più rilevanti? La mostra “i tesori della legalità” che aprirà in primavera ed esporrà 600 reperti recuperati da trasporti illeciti.

Nel quartiere del Vomero è invece aperta la Casa Museo Murolo che viene soprannominata Mu. Qui ci si occupa della canzone napoletana omaggiando la figura di Roberto Murolo. Il polo culturale, nato grazie all’omonima fondazione, vuole preservare e diffondere l’eredità musicale partenopea. Il progetto non si limita a una semplice esposizione museale, ma prevede un centro dinamico e interattivo, con visite guidate, laboratori musicali, concerti e collaborazioni accademiche con l’Università Federico II e il Conservatorio di San Pietro a Majella.

Palazzo Reale a Napoli in piazza del Plebiscito

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Palazzo Reale, in piazza del Plebiscito, coinvolto per Napoli Millenaria nel calendario eventi per i 2500 anni della città

E in centro storico? Palazzo Reale ha introdotto l’esperienza chiamata l’ascensore del re che, attraverso un’installazione multisensoriale, consente ai visitatori di compiere un viaggio virtuale attraverso quattro secoli di storia, esplorando i cambiamenti architettonici e culturali del palazzo. Con questa salita si arriva al Belvedere recentemente ristrutturato osservando Napoli dall’alto ad un punto strategico. Non meno rilevante il quartiere Sanità che dopo una riqualificazione urbana conquista con tantissimi progetti comunitari. Un esempio? La Chiesa Blu dei Cristallini, con i suoi murales suggestivi firmati da artisti internazionali, rappresenta un esempio di dialogo tra arte contemporanea e tradizione religiosa. Da non perdere poi le Catacombe di San Gennaro che continuano ad essere un punto di riferimento per il turismo culturale napoletano: affreschi paleocristiani, mosaici e tombe storiche raccontano secoli di fede e cultura attraverso un percorso unico nel suo genere.

Catacombe di San Gennaro a Napoli percorso

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Tra i luoghi coinvolti in Napoli Millenaria le Catacombe di San Gennaro

La nuova Napoli contemporanea

Per i 2500 anni di Napoli la città vuole mostrare un legame con la sua storicità ma anche volgere lo sguardo al futuro. Storia e tradizione vanno a braccetto con la modernità e un esempio lampante del passaggio è il progetto della Linea 6 della metropolitana che coinvolge ogni stazione trasformandola in una galleria d’arte sotterranea. Non solo arte e architettura, Napoli è al centro del turismo enogastronomico grazie alle specialità tipiche che hanno fatto il giro del mondo. La città, famosa per la sua cucina autentica e al tempo stesso capace di innovare, ha recentemente ricevuto un importante riconoscimento da TasteAtlas 2025, che l’ha eletta come la metropoli con la migliore offerta culinaria a livello mondiale.

Napoli è pronta ai festeggiamenti per i suoi 2500 anni di storia con un programma come quello di Napoli Millenaria con tantissimi appuntamenti e un calendario in evoluzione che mostra il forte legame della città tra passato e presente.

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Viaggio nella Guyana francese, uno scampolo d’Europa all’equatore

Immaginate di ritrovarvi immersi in un luogo dove la natura selvaggia incontra la storia e le tradizioni affascinanti di una popolazione multietnica, dove tanti angoli sono ancora tutti da esplorare e la bellezza più pura e incontaminata è in grado di stupire ad ogni passo. Dalle cittadine intrise dei profumi e dei sapori delle pietanze tipiche, che si mescolano allo spirito festaiolo della popolazione e alle leggende della tradizione, passando per le foreste rigogliose attraversate dai fiumi in cui ammirare uccelli variopinti e animali rari, terminando sulle coste con spiagge paradisiache: la Guyana francese è un caleidoscopio di avventure che meritano di essere vissute a pieno, in ogni attimo di un viaggio indimenticabile oltreoceano.

Scopri dove si trova questo angolo di paradiso e cosa vedere assolutamente.

Dove si trova la Guyana francese

La Guayana francese è un angolo remoto dell’America meridionale di estrema bellezza. Si tratta del più grande dipartimento d’oltremare della Francia, confinante a sud e a est con il Brasile, a ovest con il Suriname. A Nord, invece, si affaccia sull’Oceano Atlantico. Degli 85.000 km² che compongono la sua superficie, il 96% è costituito da zone boschive rigogliose. Si tratta dell’ampia distesa di foresta Amazzonica francese, che è un invito alla scoperta.

Il capoluogo della Guyana francese è Cayenne (Caienna), la città più popolosa della regione, ma anche la più piccola. A poca distanza, nella città di Matoury, si trova l’aeroporto di riferimento per raggiungere la Guyana francese, il Félix Eboué (CAY), collegato con voli diretti di diverse compagnie aeree in partenza da Parigi e Amsterdam. Per arrivare dall’Italia è quindi necessario fare scalo in una di queste città.

Il periodo migliore per raggiungere questo paradiso naturale? Considerato il clima tropicale caldo-umido della Guyana francese, con molte precipitazioni durante tutto l’anno e temperature tra i 20°C e i 32°C, il momento più adatto per viaggiare in questa regione è nel cuore della stagione secca, ovvero nei mesi di settembre e ottobre, i meno piovosi dell’anno.

Cosa vedere nella Guyana francese

La Guyana francese è molto più di una regione sudamericana: è un crocevia di popolazioni, storie, culture, tradizioni e bellezze naturali che lasciano davvero il segno. Scopri cosa non perderti durante un viaggio in questo angolo di paradiso.

Isola del Diavolo, Guyana francese

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Isola del Diavolo, Guyana francese

La capitale Cayenne

Una volta atterrati in Guyana francese, la prima cosa da vedere è sicuramente la sua capitale, Cayenne (o Caienna). Una cittadina capace di incantare con il mix perfetto tra fascino creolo, architetture coloniali, tradizioni francesi mescolate con le influenze amerinde e africane, dove ogni angolo trasuda secoli di storia e di scambi culturali.

Da non perdere, nel cuore pulsante della vivace Caienna, i suoi mercati della frutta e della verdura, veri tripudi di colori e sapori autentici, e i mercati del pesce, ottima specialità delle coste regionali (in particolare il pesce boucané, ovvero affumicato). Ci si tuffa poi nel passato di queste terre visitando il Fort Cépérou, sul monte omonimo, risalente al XVII secolo, un’imponente testimonianza della sua storia coloniale. Da qui si gode di una vista mozzafiato sulla città e sul mare circostante.

Fort Cépérou, in Guyana francese

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Fort Cépérou, Guyana francese

A poca distanza dal castello, sorge Place des Palmistes, in cui addentrarsi per una camminata ammirando le sue eleganti costruzioni coloniali e le tantissime palme che la caratterizzano. È questo il fulcro della movida cittadina, con numerosi locali e negozi di artigianato locale dove poter acquistare splendidi souvenir come porcellane, ricami e statuette in legno.

A soli 800 metri a piedi, in Rue Madame Payé, merita una visita anche il Museo delle Culture della Guyana, ricco di elementi che fanno fare un tuffo nella vita quotidiana del passato nelle famiglie di Cayenne e del Guyana francese in generale.

Isole della Salvezza

Le chiamano isole della Salvezza, le isole du Salut, ma non per caso: qui, in questo arcipelago di origine vulcanica formato da tre isolette (Île du Diable, Île Royale e Île Saint-Joseph), a 15 km dalla costa, venivano rinchiusi i prigionieri fino al 1954. In particolare, l’isola del Diavolo ospitava un carcere molto severo e famoso per aver ispirato il film “Papillon”, i cui resti sono ancora oggi visitabili. Ma oltre alle testimonianze del passato, le isole du Salut offrono luoghi da sogno, con spiagge dalla sabbia bianchissima e acque turchesi in cui immergersi per fare snorkeling. Per raggiungerle si parte in barca da Kourou.

Antica prigione sull'isola del Diavolo, in Guyana francese

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Antica prigione sull’isola del Diavolo, Guyana francese

St. Laurent du Maroni

La città di Saint Laurent è stata fondata nel 1858 come penitenziario: qui venivano accolti i detenuti ed ancora oggi sono numerose le testimonianze del suo passato. Alcuni edifici coloniali, infatti, sono oggi visitabili. Nello stesso centro cittadino, inoltre, si può fare una visita all’ultima distilleria rimasta, ovvero la St. Maurice (ingresso gratuito, ma necessaria la prenotazione).

Il Parco Amazzonico della Guyana

Il Parco Nazionale Amazzonico, che si estende per oltre 30.000 kmq, è uno meraviglioso scrigno di biodiversità popolato da migliaia di specie vegetali e animali. Un polmone verde che merita di essere esplorato durante un viaggio in Guyana francese. Vi si può accedere dal cielo oppure a bordo di una piroga, sempre accompagnati da guide esperte locali, navigando sui fiumi Maroni e Oyapock, abitati dalle etnie amerindie e bushinengue.

Le spiagge sull’oceano

Lungo le coste della Guyana francese non mancano splendide spiagge in cui rilassarsi e godere pienamente del clima perennemente estivo di queste terre. La più pittoresca? È la spiaggia Rémire-Montjoly, a soli 10 km a sud-est della capitale. Un’ampia lingua di sabbia bianca bagnata dall’acqua fresca dell’oceano, ottima meta per appassionati di kitesurf.

Cosa fare nella Guyana francese

Sono diverse le avventure riservate ai curiosi viaggiatori della Guyana francese, che offre paesaggi variegati nei quali dedicarsi a diverse attività di esplorazione e divertimento.

Assistere alla deposizione delle uova delle tartarughe giganti

Se siete alla ricerca di esperienze emozionanti e indimenticabili, la Guyana francese ne offre alcune davvero speciali, come la possibilità di vedere le grandi tartarughe marine deporre le proprie uova. Sono tre le specie protette che si possono ammirare: le tartarughe liuto (le più grandi del mondo), olivastre (le più piccole) e verdi. Il periodo migliore per ammirarle va da febbraio a fine agosto, quando di notte iniziano a scavare per trovare la dimora per le loro decine di uova. Per farlo, però è bene prestare attenzione a non disturbarle, posizionandosi alle loro spalle e utilizzando una torcia tascabile a luce rossa.

Le zone migliori in cui avvistarle? Il sito Awala-Yalimapo, autentico villaggio amerindio nella riserva naturale di Alama, nel nord-ovest della Guyana (a 270 km da Caienna), e la penisola di Caienna. Per un’avventura totalmente wild, potete scegliere di dormire in un “carbet”, un alloggio tipico e molto pittoresco in cui assaggiare anche la cucina tradizionale locale.

Tartaruga Liuto sulle spiagge della Guyana francese

Fonte: iStock

Tartaruga Liuto sulle spiagge della Guyana francese

Ammirare il lancio di un razzo Ariane a Kourou

Le avventure uniche che questo territorio offre non si esauriscono qui. Sì, perché tutti gli appassionati dello spazio e i curiosi possono ammirare da vicino la partenza di un razzo Ariane e Vega o della navicella Sojuz. Dove? Al Centre Spatial Guyanais (CSG), situato vicino alla città di Kourou (60 km più a Nord di Cayenne, lungo la costa), voluto da Charles de Gaulle e costruito considerando i notevoli fattori positivi del luogo, tra cui la scarsa densità di popolazione e la vicinanza dell’Oceano e all’equatore.

I lanci avvengono solo alcuni giorni all’anno e in tali occasioni non si può accedere alla base spaziale, ma potrete comunque ammirare i razzi anche dai luoghi circostanti. Qui c’è anche il Museo dello Spazio, adatto soprattutto ai bambini, con giochi interattivi per coinvolgerli nella scoperta di questo mondo.

Centre Spatial Guyanais, in Guyana francese

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Centre Spatial Guyanais, Guyana francese

Fare un’escursione nella foresta Amazzonica

Vi piacerebbe immergervi nella natura incontaminata della foresta Amazzonica? In Guyana francese questo è possibile all’interno del Parco Amazzonico. Vi si accede solo via fiume o con voli interni e le escursioni (di uno o più giorni) devono essere fatte con guide esperte locali. Tra i vari percorsi possibili, c’è anche quello che parte da Soul, a 45 minuti di volo da Cayenne, e arriva ai Monti Galbao, dai quali poter ammirare l’immensità del polmone verde più famoso al mondo.

Immergersi nelle tradizioni locali, dal Carnevale ai piatti tipici

Se visiterete Caienna nel periodo del Carnevale, tra i più lunghi al mondo (solitamente va da gennaio a marzo), potrete vivere tutta la magia della festa più sentita dell’anno. Un tripudio di colori vivaci, musiche, costumi, che animano il cuore della città per intere settimane e durante il Martedì grasso. Le regine del Carnevale qui sono le Touloulous, donne travestite e mascherate con abiti variopinti per rendersi irriconoscibili, che ballano ogni sabato sera nei locali della città: uno spettacolo indimenticabile.

Immergersi pienamente in un luogo significa provarne anche le specialità gastronomiche locali. Da provare in Guyana francese il pollo o il pesce boucané (affumicato), il blaff (court-bouillon, ovvero brodo, di cipolle, aglio, sedano e basilico), la pimentade (court-bouillon alla salsa di pomodoro) o la cougnade (pesce alla griglia). Infine, il bouillon d’awara: la polpa del frutto dell’awara insieme a un lesso a base di pollo o pesci boucané. Immancabili poi le spezie, come noce moscata, zenzero, cannella, pepe e peperoncino.

Navigare sul fiume Maroni

Non solo mare e foreste tropicali, nella Guyana francese ci si può cimentare nella navigazione del corso d’acqua più lungo del Paese: il fiume Maroni, con i suoi 520 Km che segnano il confine con il Suriname. Potrete partecipare ad escursioni in piroga che durano 4-5 giorni partendo da Saint Laurent du Maroni fino a Maripasoula.

Durante l’avventurosa navigazione del fiume, poi, ci si ferma per visitare villaggi indios, si fanno trekking nella foresta e si alloggia in capanne confortevoli a contatto con la natura. Un’esperienza unica, autentica, memorabile.

Navigare lungo il Fiume Maroni, Guyana francese

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Navigare lungo il Fiume Maroni, in Guyana francese
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Cosa vedere a La Romana, perla scintillante dei Caraibi

Quando si pensa a un paesaggio marittimo da cartolina, la mente ci trasporta in quei paradisi in terra formati da spiagge dalla sabbia candida e bagnata da uno specchio d’acqua turchese e perfettamente cristallino, il tutto incorniciato dai colori vivaci di una vegetazione ricca e profumata. Non esistono solo nei sogni, questi luoghi. In Repubblica Dominicana ne potete trovare uno che, sebbene non sia tra i più celebri del Paese, è uno scrigno di tesori di rara bellezza e un ottimo punto per raggiungere tante altre famose località: La Romana.

Il suo nome richiama l’Italia ed è proprio nello Stivale che ritrova buona parte della storia delle sue origini. Scopri il suo centro storico passeggiando tra antichi edifici coloniali e piazze in cui si svolge quotidianamente la vita locale, ed esplora i suoi dintorni, ricchi di perle naturali da ammirare. Tra mare, relax, cultura, tradizioni ed esperienze memorabili, scopri cosa vedere e cosa fare in un viaggio a La Romana, regione dall’atmosfera magica tutta da esplorare.

Dove si trova La Romana

La Romana è la città capoluogo dell’omonima Provincia situata lungo l’incontaminato litorale sud orientale della Repubblica Dominicana, a circa 100 km da Santo Domingo, la capitale. Servita da un aeroporto internazionale, è ottimamente collegata con le altre celebri località del Paese. Per questo motivo, è sempre stata un ottimo crocevia di scambi economici e commerciali, ma anche turistici.

Per raggiungere facilmente La Romana dall’Italia, si possono prendere comodi voli diretti dagli aeroporti di Milano Malpensa e di Roma Fiumicino (il viaggio dura circa 10 ore).

Cosa vedere a La Romana

Sono tante le sorprese che La Romana riserva a coloro che scelgono di esplorarla. Dalle spiagge da sogno ai quartieri più particolari, fino alle meraviglie naturali che il territorio circostante custodisce con cura, scopri tutti i luoghi e le attrazioni imperdibili da vedere in un viaggio in questo magico territorio caraibico.

Villaggio Altos de Chavón

La prima tappa obbligata a La Romana è sicuramente il pittoresco Altos de Chavón. Si trova poco fuori dalla città, verso est, ed è un vera meraviglia architettonica: sembra un villaggio mediterraneo del 1.500, costruito interamente in pietra corallina. Il suo nome è legato al Belpaese, poiché venne progettato dall’architetto italiano Roberto Coppa. Tra le viuzze che si snodano lungo il colle su cui sorge Altos de Chavón, spiccano una fontana “dell’amore”, diversi negozietti e la chiesa di San Stanislao con il campanile da cui ammirare uno dei migliori panorami sul territorio circostante e sul fiume Chavón. Qui è possibile visitare anche il Museo Archeologico Regionale, il Museo di Arti Visive e un bellissimo anfiteatro.

Villaggio Altos de Chavón, La Romana, in Repubblica Dominicana

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Villaggio Altos de Chavón, La Romana

Casa del Campo Marina

A poca distanza dal folcloristico Altos de Chavón sorge uno dei luoghi turistici più incantevoli ed esclusivi dei Caraibi: la località di Casa del Campo Marina. Qui maestosi resort e strutture turistiche di alto livello ricreano un paesaggio che sembra uscire da un film. Questa grande area si affaccia su un mare turchese, dove sorge anche una lussuosa area portuale in cui passeggiare tra i numerosi ristoranti, locali e boutique presenti.

San Pedro de Marcoris

A circa 40 km a ovest di La Romana (avvicinandoci quindi a Santo Domingo), sorge un villaggio che merita una visita: San Pedro de Marcoris, celebre per i suoi meravigliosi paesaggi, la sua maestosa cattedrale, che unisce stile gotico e romanico, e il lungomare che è fulcro della vita cittadina. Nel parco centrale del villaggio, inoltre, sorge un’oasi verde dove prendono vita diversi eventi sportivi che riuniscono migliaia di persone nell’arco dell’anno.

Cueva de las Maravillas

Tra La Romana e San Pedro si trova una delle attrazioni imperdibili della zona: la Cueva de las Maravillas, e si tratta proprio di una meraviglia, come suggerisce il suo stesso nome. Un grande insieme di grotte che conserva ancora oggi incisioni rupestri e pittogrammi risalenti a migliaia di anni fa, all’età precolombiana. Stalattiti e stalagmiti, inoltre, ricreano un paesaggio quasi fiabesco, arricchito da una piscina sotterranea di acqua cristallina.

Cueva de las Maravillas, vicino a La Romana, in Repubblica Dominicana

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Cueva de las Maravillas, vicino a La Romana, in Repubblica Dominicana

Isola Catalina e Parco Nazionale del Este

Se siete amanti della natura selvaggia e incontaminata, non potete perdere la visita all’isola Catalina, situata quasi di fronte alla città di La Romana e a soli 2 km dalla costa. Questo lembo di terra è ricompreso dal Parco Nazionale del Este, un scrigno prezioso di biodiversità con spiagge bianchissime e un mare turchese tra i più belli al mondo, arricchito dalla preziosa barriera corallina e dalle rigogliose foreste di mangrovie.

Le spiagge paradisiache da Bayahibe all’Isla Saona

Tanti le hanno già sentite nominare almeno una volta nella vita: Bayahibe e Isla Saona (scoperta da Cristoforo Colombo) sono le mete turistiche per eccellenza della Repubblica Dominicana. Spiagge dalla sabbia bianchissima e soffice lambita da acque cristalline e calme, con chioschi in cui bere dissetanti cocktail e dove mettere in pausa ogni stress quotidiano per rigenerare corpo e mente. In questo territorio spiccano anche Playa Bavari e Playa Maca e Punta Cana, tra le spiagge più celebri e suggestive al mondo. Una curiosità sull’isola di Saona? Riguarda proprio il suo nome, che fu scelto per omaggiare la città ligure di Savona, con la quale è anche gemellata.

Isola di Saona, in Repubblica Dominicana

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Isola di Saona, Repubblica Dominicana

Cosa fare a La Romana

Non mancano le esperienze più adrenaliniche e memorabili da vivere a La Romana, dagli sport acquatici alle avventure tra le piantagioni di canne da zucchero, dai voli appesi ad una fune all’immersione nei sapori tipici di questa terra baciata dal sole. Scopri tutto quello che puoi fare a La Romana.

Tour in una fabbrica di sigari

Non si può parlare di Repubblica Dominicana senza citare i celebri sigari che qui vengono prodotti, spesso scelti come souvenir da portare ad amici e parenti al rientro dal viaggio. Dalla Macorix, passando per La Flor Dominicana e fino alla Tabacalera de Garcia, sono diverse le realtà in cui potersi avventurare in un tour guidato alla scoperta della produzione dei sigari tradizionali, seguendo quindi il procedimento svolto dal bonchero, che parte dalla foglia della pianta di tabacco fino ad arrivare al prodotto finale.

Canopy tra la vegetazione del fiume Cumayasa

Natura e divertimento possono coesistere? Decisamente sì, grazie ai percorsi di canopy, che permettono di spostarsi tra varie piattaforme appesi a delle carrucole tra gli alberi, ammirando così il paesaggio del fiume Cumayasa dall’alto, da un’angolazione decisamente diversa dal solito. Un’avventura ideale per coloro che cercano esperienze memorabili e a stretto contatto con la natura.

Kayak e paddleboarding lungo il fiume Chavón

Amanti degli sport sull’acqua e avventurieri, non perdetevi l’esplorazione del fiume Chavón, con le sue acque calme, a bordo di un kayak o di un paddleboard. Un ottimo modo per scoprire l’importanza storica e naturalistica di questo corso d’acqua, essenziale per questo territorio. I meno temerari possono comunque navigare lungo il fiume Chavón a bordo di una barca, facendo alcune soste per visitare i villaggi di pescatori locali affacciati sulle sue rive.

Snorkeling a Catalina Island

Se sognate di immergervi nelle acque turchesi di La Romana per avvistare la flora e la fauna sottomarina caraibica, allora dovreste raggiungere l’Isola Catalina, con uno dei fondali marini più spettacolari al mondo: potrete così nuotare tra coralli colorati e specie marine di ogni genere, dai pesci tropicali alle tartarughe, dalle razze agli squali.

Spiaggia dell'isola Catalina, in Repubblica Dominicana

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Spiaggia dell’isola Catalina

Tour nelle piantagioni di canna da zucchero

La storia de La Romana è legata a doppio filo all’industria della canna da zucchero. Le immense distese di questa pianta sono infatti uno dei simboli della regione, che ne hanno permesso il grande sviluppo economico. Per conoscere i processi di lavorazione dello zucchero, è possibile seguire diversi tour tra le piantagioni, con visite guidate a piedi, in auto a bordo di un buggy o di un quad, oppure anche a cavallo.

Assaporare i piatti tipici della tradizione

La cucina della Repubblica Dominicana è un caleidoscopio di sapori, profumi e colori che si mescolano all’interno dei piatti tipici della tradizione, riflesso delle influenze africane, indigene e spagnole del territorio. Cosa provare? Sicuramente la Bandera Dominicana, piatto nazionale della Repubblica Dominicana: riso, carne (generalmente pollo, manzo o maiale) e fagioli rossi (o neri), accompagnati da insalata e platano fritto. Da non perdere anche il mangu (platano bollito e schiacciato) accompagnato da uova, formaggio avocado e salame, oppure il sancocho (zuppa ricca di carne e verdure. Non mancano le specialità di pesce fritto e la salsa chimichurri dominicana, e infine i dolci: l’arroz con leche (riso con latte, un dolce tipico) e le habichuelas con dulce (zuppa a base di fagioli neri o rossi, latte di cocco, zucchero e spezie).