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Casole d’Elsa, in Toscana, il regno della bicicletta

Incastonato tra Siena, San Gimignano, Volterra e San Galgano, il territorio che circonda lo splendido borgo medievale di Casole d’Elsa è un susseguirsi di dolci colline, uliveti, vigneti, pascoli e boschi. Un fazzoletto di terra vergine che accoglie nel suo paesaggio suggestivo chi desidera regalarsi una vacanza green, immergendosi nell’incredibile patrimonio naturalistico, artistico, architettonico, storico ed enogastronomico della Toscana. Ma soprattutto un vero paradiso per gli amanti della bicicletta.

Casole d’Elsa, tra monumenti e paesaggi unici

Insignito della Bandiera Arancione, Casole d’Elsa domina dai 400 metri di un colle il paesaggio della Val d’Elsa e della Montagnola senese fino alla Maremma. Conteso a lungo sin dal 1200 da senesi, volterrani e fiorentini, racchiude testimonianze del suo passato burrascoso nella bellezza dei suoi monumenti, come la Collegiata di Santa Maria Assunta, consacrata nel 1161 e rimaneggiata nei secoli, situata nel centro dell’abitato, e la trecentesca Rocca senese, oggi sede del Comune.

Un gioiello a poca distanza da Siena che si presenta come un accogliente teatro di vita e cultura, con tante iniziative coinvolgenti da scoprire, dal Presepe Vivente al Palio di Sant’Isidoro, alla musica e alle feste d’estate. Qui ci si sente in pace col mondo, contemplando l’armoniosa quiete dei paesaggi che abbracciano la Val di Cecina, tra la Foresta del Berignone, area naturale protetta e meta di escursioni e immersioni fluviali, e la Rocca Sillana, spettacolare punto di osservazione che offre un panorama mozzafiato della Toscana.

Casole d’Elsa, il paradiso toscano per chi ama la bicicletta

Regalare un’esperienza di viaggio che coinvolge mente e corpo, la sensazione di ‘entrare nel paesaggio’ che solo il ritmo della pedalata può dare, sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto soggetti pubblici e privati a investire nel progetto ‘Terre di Casole Bike Hub‘, il primo bike hub in Italia, nel cuore della Toscana, Best Green Destination italiana. Si concentra sul territorio di Casole d’Elsa e in maniera naturale si estende ai comuni limitrofi di San Gimignano, Volterra, Radicondoli, Monteriggioni, Sovicille e Monticiano.

Si può godere di percorsi ciclistici con livelli di difficoltà variabile, circondati dai suggestivi scenari toscani. Ce n’è per tutti i gusti: si pedala in mountain bike su sentieri segnati, in e-bike, mezzo ideale per gli itinerari cicloturistici su strade a bassa percorrenza di traffico e sentieri tracciati, o in bici da corsa, per ripercorrere le tracce dei grandi campioni passati di qua. Dai Grand Tour che abbracciano la Val d’Elsa e la Val di Merse per oltre 170 km, da percorrere in più tappe per i cicloturisti o tutto d’un fiato per i gran fondisti, ai tracciati per stradisti, dai 36 ai 105 km, diversificati per zona, che si sviluppano nei dintorni di Casole, verso il Chianti e il Volterrano, ai tre tracciati su strade sterrate (gravel).

I ciclisti possono, inoltre, scegliere di intraprenderli in modo autonomo oppure accompagnati da guide territoriali esperte, godendo in entrambi i casi di una efficiente rete di servizi, che vanno dal noleggio biciclette alla fornitura di mappe e gps, all’assistenza meccanica e medica fino alle visite guidate culturali nei luoghi toccati dai vari tracciati. Nel 2019 è stato anche realizzato un campo scuola di Mountain Bike e di guida sicura in bici, per avvicinare i bambini alla passione per la bicicletta in un contesto più controllato rispetto a quello esterno.

L’esperienza di chi ha scelto le due ruote come strumento di “conoscenza territoriale” continua nelle strutture che hanno aderito al progetto, dagli agriturismi agli hotel di lusso, tutte attrezzate di servizi bike-friendly, così come in ristoranti, aziende vinicole e cantine che offrono la possibilità di degustare i prodotti tipici del territorio.

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Puoi leggere la Divina Commedia passeggiando tra le strade della città

Monumenti, scorci incantevoli e palazzi storici: Firenze è una delle città italiane più belle e una tappa immancabile per gli amanti dell’arte. Il fascino del capoluogo toscano sta proprio nella possibilità di alzare lo sguardo e imbattersi ogni volta in qualche capolavoro o opera che lascia senza fiato. Quando si parla di Firenze, però, non si può fare a meno di pensare a Dante e al suo lavoro più importante: la Divina Commedia. L’opera letteraria che il poeta ha ambientato e in un certo modo dedicato alla sua amata città, non poteva rimanere chiusa tra le pagine di un libro, ma è riuscita ad arrivare fino alle facciate dei palazzi. Sugli edifici fiorentini ci sono lapidi in cui vengono citati alcuni versi significativi che hanno reso celebre Dante in tutto il mondo.

La Divina Commedia tra le vie di Firenze

Il legame tra Firenze e Dante, esiliato e lontano dalla sua amata città fino alla morte, è sempre stato vivo ed è rimasto intatto nel corso dei secoli. È stato un sentimento profondo, tanto che agli inizi del XX secolo, per la precisione nel 1900, il comune decise di omaggiare il poeta realizzando delle targhe con le terzine presenti nella Divina Commedia che richiamano alcuni luoghi della città.

Il compito di scegliere le frasi più significative non venne affidato al caso, al contrario il comune pensò di istituire una vera e propria commissione di esperti in materia dantesca. Tutti accettarono immediatamente e si misero all’opera nell’individuare i versi più significativi con riferimenti topografici, scegliendo i luoghi più adatti su cui posizionare le lapidi. Furono necessari solo sette anni per concludere il progetto e dal 1907 la lapidi di marmo hanno arricchito le facciate di alcuni palazzi della città.

Le iscrizioni si trovano tutte nel centro storico di Firenze tra Ponte Vecchio, Via del Corso, Via Dante Alighieri, Piazza della Signoria e strade limitrofe. Sono quasi tutte all’aperto tranne 3 che invece sono situate all’interno del cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio. Quest’ultime si riferiscono alla famiglia degli Uberti, appartenenti alla fazione dei ghibellini, allontanati dal capoluogo toscano nel 1266.

I versi di Dante a Firenze

Fonte: iStock/Asergieiev

Uno dei versi della Divina Commedia a Firenze

Le terzine tornano a “risplendere” con il restauro

Di sicuro il compito della commissione incaricata di scegliere i versi non è stato semplice, ma è riuscita ad estrapolare in totale 34 terzine presenti nei tre canti: nove sono state tratte dall’Inferno, cinque appartengono al Purgatorio e venti al Paradiso.

Se la bellezza della Divina Commedia è rimasta intatta nel corso dei secoli, le lapidi esposte alle intemperie e al tempo, con il trascorrere degli anni hanno perso l’antico smalto. Proprio per questo il comune recentemente ha deciso di restaurarle per far sì che il marmo torni a splendere sulle facciate e rendere ancora più preziosi i palazzi della città che ha dato i natali a Dante Alighieri. Quello che stupisce e lascia senza fiato di Firenze è la sua bellezza unica e immutata nel tempo, pronta a sorprendere turisti e residenti. Nonostante sia una meta visitata almeno una volta nella vita dalla maggior parte delle persone, quando si arriva c’è sempre qualcosa da scoprire e da cui farsi stupire.

Il poeta Dante Alighieri

Fonte: iStock

Statua di Dante Alighieri
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Il Carnevale di Ronciglione, nel borgo d’origine di Marco Mengoni

In questi giorni si sta sentendo molto parlare di Ronciglione, splendida cittadina della Tuscia e del Lazio abbarbicata su uno sperone tufaceo, che ha dato i natali a Marco Mengoni, vincitore della 73° edizione del Festival di Sanremo, con il brano “Due Vite”. Inserita nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia, questo affascinante e importante centro storico e turistico, situato nelle vicinanze del Lago di Vico, a pochi km da Viterbo, è famoso anche per il suo antichissimo Carnevale.

Il Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi d’Italia

La grande energia del Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi d’Italia, è nell’animo degli abitanti di questo incantevole borgo. Una manifestazione che “non ha tempo, non teme i ritardi, il freddo, o altro”, scrivono gli organizzatori. Basti pensare che storia della manifestazione è lunga oltre tre secoli.

Per quasi un mese Ronciglione si trasforma nella città del divertimento tra sfilate, corsi di Gala, maschere, artisti di strada, gastronomia, veglioni e imperdibili appuntamenti gastronomici. Uno spettacolo sempre nuovo, entusiasmante e affascinante, il cui inizio viene annunciato dal suono del “Campanone”, posto sopra il tetto del Municipio.

Imperdibile l’ultimo appuntamento con il celebre Corso di Gala, che si terrà domenica 19 febbraio, che racconta la passione di chi si lascia tutto alle spalle per lanciarsi in uno sfrenato divertimento che non ha età, trasformando le vie del borgo in uno spettacolare palcoscenico su cui sfilano migliaia di figuranti, con addosso i costumi realizzati dalle sarte del posto, e favolosi carri allegorici, realizzati in cartapesta dagli artisti e dai ragazzi del paese. Quest’anno è stato realizzato anche un carro con uno striscione dedicato a Marco Mengoni, originario di Ronciglione, di buon auspicio per la sua partecipazione a Sanremo: obiettivo che è stato pienamente raggiunto, con la vittoria del cantante.

Carnevale di Ronciglione, date e programma 2023

Per chi non volesse perdersi il Carnevale di Ronciglione, e scoprire storia e tradizioni di uno dei paesi più belli della Tuscia, terra delle meraviglie, ecco i prossimi eventi in programma.

16 febbraio – Giovedì Grasso

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa per annunciare il ritorno di Re Carnevale.
  • Ore 15.00 – Ha inizio la follia di Carnevale. Le autorità cittadine e del Carnevale consegnano le chiavi della Città di Ronciglione a Re Carnevale scortati da un drappello di Ussari.
  • Ore 15.30 – Parata Storica degli Ussari.
  • Ore 16.00 – Gran Carnevale dei Bambini e mascherate spontanee.
  • Ore 17.00 – La Confraternita di Sant’Orso offre tozzetti e vino a tutti gli ospiti.
    Grande Merenda per tutti i bambini.
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

18 febbraio – Sabato Ghiotto

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa per annunciare il Carnevale.
  • Ore 15.00 – Piazza della Nave. Carnevale Soap Box Race (parata di carrozzette).
  • Ore 17.00 – Carnevale Jotto. Pomeriggio gastronomico con: Polentari, Tripparoli.
    Degustazione di carne di maiale condita e cotta al forno. (Porchetta).
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

20 febbraio 2023 – Lunedì dei Nasi Rossi

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa.
  • Ore 16.30 – 123° Tradizionale Carica dei Nasi Rossi.
  • Ore 17.30 – Degustazione di fagioli con le cotiche a cura dei “Faciolari”.
  • Ore 20.30 – Tradizionale cena di gala e veglione dell’associazione “Società dei Nasi Rossi” presso il Ristorante “Due Cigni”.

21 febbraio 2023 – Martedì Grasso

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa.
  • Ore 15.30 – Parata Storica degli Ussari.
  • Ore 16.00 – Gran Carnevale dei Bambini e mascherate spontanee.
  • Ore 17.30 – Tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello e musiche carnascialesche.
  • Ore 18.30 – Rappresentazione della Morte di Re Carnevale e apertura del suo testamento.
    Corteo funebre con la tradizionale Fiaccolata della “Compagnia della Penitenza” e della “Compagnia della Buona Morte”.
  • Ore 19.30 – Partenza di Re Carnevale con il Globo Aerostatico.
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

Carnevale di Ronciglione, info utili

Nella domenica dei Grandiosi Corsi di Gala l’ingresso al percorso cittadino è di 7,50 euro, mentre è gratuito per i ragazzi fino a sedici anni. È disponibile, inoltre, una scontistica dedicata alle famiglie: con l’acquisto di almeno un ticket adulto, i ragazzi accompagnati, anche se superano i 14 anni di età, avranno ingresso gratuito. Le biglietterie sono collocate in tutte le entrate del paese.

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Riparte il Treno di Dante con nuove e suggestive tappe

Viaggia lungo la storica linea Faentina che collega Firenze a Ravenna, il Treno di Dante, un treno speciale che tocca i luoghi e i borghi che hanno ispirato il Sommo Poeta.

Nato nel 2020 per celebrare il 700° anniversario della morte di Dante, da allora questo convoglio storico non ha mai smesso di viaggiare. Piace agli italiani, ma anche agli stranieri, ai giovani, alle famiglie ma anche ai più âgé perché è un viaggio “slow”, che lentamente attraversa paesaggi meravigliosi, quelli dell’Appennino tosco-emiliano, fa sosta nei borghi più caratteristici a cavallo delle due Regioni, permettendo di scendere e di visitarli o di prendere parte a una delle tate sagre stagionali, ma è soprattutto un viaggio ricco di storia e di cultura che appassiona davvero tutti, indipendentemente dall’età.

Il Treno di Dante riparte con la bella stagione e con alcune novità. Alle tappe previste se ne aggiungono altre due inedite, legate al genio fiorentino che, forse, aveva altre origini. Inoltre, si potrà estendere lìesperienza soggiornando nei borghi che si attraversano con il treno.

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Fonte: Fondazione FS

Il Treno di Dante, un itinerario storico-culturale ma anche enogastronomico

Le tappe del Treno di Dante

Lungo i 136 chilometri di binari il treno fa tappa in sei dei luoghi legati alla figura del poeta: Firenze, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella, Faenza e Ravenna.

A partire da aprile, però, si aggiungono anche le tappe di Ferrara e di Bologna. Queste due città sono molto legate a Dante. A Ferrara, infatti, viveva la famiglia Aldighieri, da cui potrebbe discendere la famiglia Alighieri. A Bologna, invece, Dante era molto legato, come molti altri giovani della sua epoca, in quanto patria di poeti e filosofi, e la frequentava regolarmente per ragioni di studio oltre che di amicizia.

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Fonte: 123rf

Il borgo di Brisighella, tappa del Treno di Dante

Borgo San Lorenzo

Borgo San Lorenzo fu, in passato, un importante crocevia al centro del Mugello. È legato alla figura di Dante in quanto, nel 1290, il Comune di Firenze acquisì i diritti sul borgo, che rimase fedele al guelfismo, subendo più volte gli attacchi ghibellini nei decenni seguenti; Borgo San Lorenzo divenne, infatti, terreno di scontro già subito dopo il convegno dell’8 giugno 1302 di San Godenzo, a cui presero parte sia Dante sia gli Ubaldini.

Marradi

Su Marradi esiste una curiosa leggenda legata al Sommo Poeta e ai primi anni del suo esilio, secondo la quale l’Alighieri denunciò il furto del cavallo con il quale stava fuggendo da Firenze. Gli venne obbiettato che gli abitanti del luogo erano tutti galantuomini. Al che, Dante rispose con un arguto gioco di parole: “Sì, ma-radi!”. Secondo altri avrebbe esclamato: “Marradi, piantan fagioli e nascon ladri”. Le origini di Marradi, in realtà, sono molto più antiche. Qui vissero i Liguri, gli Etruschi e i Celti, prima della conquista Romana, in seguito alla quale venne costruita, intorno al 59 a.C., la strada di collegamento tra Faenza e Firenze. Marradi divenne così un luogo di sosta e di ristoro per i viandanti.

Brisighella

L’antico borgo di Brisighella, uno dei Borghi più belli d’Italia, è famoso per la rocca manfrediana del XIV secolo che ospitò Dante Alighieri all’inizio delle sue peregrinazioni per l’Italia, per il santuario del Monticino (secolo XVIII) e per la torre dell’Orologio (XIX secolo), ma anche per le sue terme.

Faenza

E poi c’è Faenza che è una delle città più note a Dante che, nella “Divina Commedia”, citò diversi personaggi faentini o collegati con Faenza. Il 25 marzo (il “Dantedì”) c’è un ricchissimo calendario di eventi, incontri e attività legate al Poeta in città. La splendida piazza del Popolo è il cuore pulsante di Faenza, tra due eleganti porticati, uno sul fianco del Palazzo Comunale e l’altro su quello del Palazzo del Podestà. La città è famosa per la ceramica, che vanta una tradizione plurisecolare, espressione di un artigianato artistico di eccezionale qualità.

Cosa vedere a Faenza

Fonte: Shutterstock

Tutte le bellezze di Faenza, in Emilia Romagna

Le soste intermedie a Faenza, Brisighella e Marradi dei sabati e delle domeniche durano un’ora e mezza.

I Grand Tour

Il viaggio a bordo del Treno di Dante solitamente dura una giornata, si parte la mattina per fare rientro la sera. Tuttavia, da quest’anno si potrà anche soggiornare fuori durante le tappe facendo dei veri e propri Grand Tour culturali.

Il Grand Tour chiamato “Crociera delle città d’arte” può durare 3 o 7 giorni (quest’ultima sicuramente apprezzata dai turisti stranieri che, in una settimana, potranno andare alla scoperta di un meraviglioso territorio italiano).

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Fonte: Treno-di-Dante-interno

I vagoni “Centoporte” del treno storico

Tour di 3 giorni

Il tour di tre giorni parte da Firenze e prevede di pernottare a Faenza o a Brisighella consentendo, così, di viaggiare con calma e di godere appieno di queste località anche grazie alle visite guidate organizzate. Il giorno successivo si parte alla volta di Ravenna per il tour “Tra Dante e i mosaici” per poi proseguire verso Ferrara dove si può visitare il delizioso centro storico cittadino con il celebre Castello estense e pernottare per riprendere il viaggio il terzo giorno in direzione di Bologna dove i passeggeri vengono accompagnati nel tour guidato intitolato “Dante e il medioevo”.

Tour di 7 giorni

Il tour di sette giorni e sei notti parte anch’esso da Firenze, dove si può soggiornare due notti ed esplorare la città del Rinascimento in tutti i suoi mille aspetti, con visite guidate. Poi si sale a bordo del treno e si parte per il borgo medievale di Brisighella o la città della ceramica, Faenza, a scelta, dove si pernotta per poi ripartire diretti a Ravenna, città che ha ospitato Dante Alighieri fino alla sua morte (è qui che c’è la tomba) famosa per gli splendidi mosaici bizantini. Il viaggio si conclude a Bologna, ma, volendo, anche a Venezia,

Un viaggio nel tempo

Il convoglio su cui si viaggia è composto da tre carrozze “Centoporte”, uno dei simboli della locomozione ferroviaria italiana, ispirato alle diligenze dei primi del ‘900, e caratterizzato da interni fatti interamente in legno, con scomparti composti da due divanetti a tre posti ognuno dei quali con la propria porta d’accesso alla banchina della stazione (da cui il nome cento porte). C’è un vagone di Prima classe con divani di velluto e boiserie, un vagone bagagliaio attrezzato per il trasporto delle biciclette, un vagone bar e uno ristorante. Il treno è guidato una locomotiva storica che può essere un diesel D445 oppure a vapore, ancor più suggestivo. I posti a bordo sono in tutto 280.

A bordo del treno, per tutta la durata del viaggio, è presente un assistente che ha il compito di aiutare i passeggeri e di accompagnarli nelle loro esperienze oltre che di intrattenerli narrando loro la storia dei luoghi toccati e legati a Dante. In questo caso è un vero e proprio Dante Alighieri che indossa la guarnacca rossa, la lunga veste dell’Ordine dei Medici e degli Speziali, il copricapo e la corona d’alloro a decantare i versi dei suoi Canti durante il lungo viaggio.

Le date dei treni

Il treno riparte per le vacane di Pasqua. Il primo Treno di Dante, infatti, inizia a viaggiare l’8 aprile e ogni weekend, fino al 1° novembre (con una breve pausa durante l’estate, dal 4 giugno al 2 settembre), partirà dalla stazione di Firenze. Durante il fine settimana pasquale e il ponte del 2 giugno partirà due volte al giorno. Le viaggi che durano tre giorni partono: 8-9-10 aprile e 2-3-4 giugno 2023.

I prezzi

Il viaggio di una giornata a bordo del Treno di Dante costa 75 euro A/R. Il tour di tre giorni, incluso il pernottamento in camera doppia, costa a partire da 399 euro (pacchetto Smart con posto in Classe standard e pernottamenti in alberghi “smart”) a 489 euro (pacchetto Charme, in Prima classe con hotel di charme). Ci sono anche offerte famiglia.

I biglietti del treno danno accesso anche a musei, rocche, teatri e palazzi e ad alcune convenzioni con ristoranti e trattorie selezionate e possono essere usufruite nelle giornate di utilizzo del treno, ma anche in altre giornate.

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Visitare l’isola di Giannutri, nell’Arcipelago Toscano

L’isola di Giannutri è la più meridionale dell’Arcipelago Toscano ed è anche la più selvaggia. Solo tre sono i piccoli centri abitati, Spalmatoio, Ischiaiola e Oliveto. Per il resto, sono solo case sparse. Proprio perché la presenza umana durante l’anno – estate esclusa – è ridotta, Giannutri è un’importantissima area di sosta durante le migrazioni, tanto da essere divenuta un’area naturale protetta.

Una storia antichissima

Ed è così da sempre. Era stata scelta dagli antichi Romani come remoto approdo. Oggi è visibile solo un’antica villa del II secolo appartenuta a una famiglia di commercianti, che si trova in una posizione a dir poco suggestiva, proprio in riva mare, il sito archeologico di Villa dei Domizi Enobarbi.

Fonte: @R.Ridi

L’isola di Giannutri

Visitare Giannutri

Sono numerosi i turisti che d’estate vengono a visitarla. Del resto, come non restare affascinati da quella mezzaluna di calcare bianco in mezzo al Santuario dei Cetacei, dove fascino della natura e tracce della storia dominano la scena. Giannutri vanta 11 chilometri di costa di scogliere rocciose, dove si aprono grotte e spaccature originate dall’azione del vento e sentieri profumati vista mare.

Le visite guidate

All’inizio della primavera, si può trascorrere un’intera giornata a Giannutri e vivere un’esperienza esclusiva con visita dell’area archeologica della Villa Romana, arricchita da nuovi elementi archeologici oggetto di recenti restauri (in seguito alle operazioni di consolidamento di tre stanze mosaicate, sono tornati a splendere gli ambienti delle tabernae, decorati da mosaici geometrici), e facendo un trekking naturalistico con le guide del parco.

Le partenze per il 2023 sono previste il 19 marzo e il 24 aprile. I dettagli del viaggio sono i seguenti: ritrovo alle 9 con la guida a Porto Santo Stefano, imbarco dalla Banchina Toscana sul traghetto Maregiglio (partenza ore 9.30. Arrivo a Giannutri dopo un’ora di navigazione. Visita guidata al complesso archeologico della Villa Romana. Dalla baia di Cala Maestra si raggiungono i resti di una villa di epoca Romana tra le scogliere rocciose e i sentieri profumati della macchia mediterranea. A seguire, la visita naturalistica, trekking al faro della durata di circa due ore. La pausa pranzo, con pranzo al sacco a cura dei partecipanti, sarà prevista al termine della visita storica o lungo il percorso naturalistico in base al tempo a disposizione. La partenza da Giannutri è prevista alle 16 con arrivo a Porto Santo Stefano per le 17.

Fondali da esplorare

Molti sono gli appassionati di immersioni che sanno che Giannutri è famosa per i suoi fondali e alle pareti verticali ricche di gorgonie, spugne, coralli e tunicati. Qui è vietata la navigazione a motore, a vela e a remi, la pesca, le immersioni e la balneazione e, quindi, da un lato si è favorito il ripopolamento ittico, dall’altro ha reso difficile trovare dei buoni punti d’immersione. Si possono comunque trovare libere per l’immersione le estese praterie di posidonia e i due relitti dell’Anna Bianca (a 40-50 metri di profondità) e del Nasim (a 60 metri).

Soggiornare a Giannutri

Sull’isola di Giannutri non ci sono hotel, residence e neppure campeggi. Tuttavia, è possibile pernottare presso le case degli abitanti che affittano piccole residenze private. Il maggior numero di abitazioni è concentrato a Cala Spalmatoio, dove si trova anche l’unica piazza dell’isola chiamata “Piazzetta”.

L’isola è raggiungibile partendo da Porto Santo Stefano o dall’Isola del Giglio con i traghetti che si fermano a Cala Spalmatoio o a Cala Maestra.

giannutri

Fonte: @R.Ridi

I colori della macchia mediterranea a Giannutri

Parco nazionale e Riserva della Biosfera Unesco

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è stato inserito nella Green List mondiale delle dieci aree protette del mondo dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn).

Inoltre, rientra nella Riserva della Biosfera MAB Unesco “Isole di Toscana”, che comprende le sette isole (Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e, naturalmente, Giannutri) e un’ampia porzione di mare che le circonda. Include quindi il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il più grande parco marino del Mediterraneo, 18 siti della rete Natura 2000 fra Siti di Interesse Comunitario e Zone a Protezione Speciale e parte del Santuario internazionale dei mammiferi marini del Mediterraneo. Qui si trovano 22 diverse tipologie di habitat naturali e vivono 37 specie di animali di interesse comunitario.

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Sono aperte le prenotazioni per visitare un santuario della natura

In Italia, nel bel mezzo delle limpide acque del Mar Tirreno, prende vita un luogo straordinario ma allo stesso tempo estremamente fragile. Per questo motivo, è necessaria la prenotazione per visitarlo. Parliamo dell’Isola di Montecristo, un vero e proprio santuario della natura che per scoprirlo richiede il rispetto di specifiche regole di comportamento e modalità organizzative. Tutte norme gestite dall’Ente Parco, in accordo con il Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Follonica.

Cosa sapere sulle prenotazioni per visitare l’Isola di Montecristo

A partire da sabato 28 gennaio alle ore 9.00 sarà possibile riservare un posto (attenzione, sono molto ambiti) per visitare l’Isola di Monte Cristo nel 2023, meraviglia dell’altrettanto incantevole Arcipelago Toscano.

Essendo tutelata sia in mare che in terra, bisogna assolutamente affrettarsi in quanto gli accessi sono a numero chiuso. Per farlo vi basterà visionare online il calendario delle visite, consapevoli però che ogni data prevede la presenza di un massimo di 75 persone, con un’età minima di 12 anni.

In totale sono previsti 23 giorni aperti alle visite a partire dal 18 marzo, e quest’anno i posti a disposizione sono 1795, di cui 100 riservati (a costi agevolati) ai residenti nei Comuni delle isole dell’Arcipelago Toscano. I residenti possono accedere ai posti riservati prenotando entro – e non oltre – il 6 marzo 2023. Mentre agli studenti, con priorità per i residenti nelle isole dell’Arcipelago Toscano, è destinata una fruizione educativo-ambientale nel numero massimo di 275 accessi all’anno.

Per approdarvi (ma ricordiamo che non è possibile in autonomia) si può partire da Piombino, Porto Santo Stefano, Porto Azzurro (Isola d’Elba) e Isola del Giglio.

Oltre a questo, è importante sapere che non è possibile muoversi in autonomia e che per la permanenza sulla spiaggia di Cala Maestra è obbligatorio seguire le indicazioni delle Guide.

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Fonte: iStock

Un angolo dell’Isola di Montecristo

In cosa consiste la visita

A livello generale, la visita consiste in escursioni lungo itinerari specifici. È fondamentale sapere che si possono effettuare solamente se si è in possesso di scarpe da trekking, vale a dire con suola scolpita e preferibilmente a caviglia alta. Attenzione, non è un dettaglio da sottovalutare in quanto il giudizio sull’adeguatezza delle calzature è a carico della Guida ed è insindacabile. Ciò vuol dire che in caso di abbigliamento non considerato opportuno la Guida può decidere di non farvi partecipare.

Durante le escursioni ogni gruppo conterà un massimo di 12 persone, ognuno accompagnato da un’esperta Guida. È bene sapere, inoltre, che le visite non sono gratuite, ma che le quote sono comprensive di viaggio in motonave (andata e ritorno) e accompagnamento con la Guida del parco.

Nell’eventualità in cui le visite previste siano annullate a causa di condizioni meteo marine avverse, ai visitatori sarà proposta una data alternativa. Nel caso in cui la data alternativa non venga accettata, a quel punto verrà effettuato il rimborso.

Inoltre, la prenotazione è nominativa, non cedibile e non è possibile sostituire i nominativi e i dati indicati in fase di prenotazione.

Alcuni consigli per la visita

L’Isola di Montecristo è spettacolo puro, ma i percorsi proposti per la visita sono abbastanza impegnativi poiché si sviluppano lungo profili altimetrici caratterizzati da forti pendenze e da dislivelli di una certa rilevanza, su fondo naturale spesso scivoloso.

È possibile, inoltre, che le condizioni meteo non siano del tutto confortevoli: potrebbero esserci vento forte, pioggia, elevati valori di temperatura e/o umidità.

clima isola di montecristo

Fonte: iStock

L’Isola di Montecristo in un giorno con un clima non troppo favorevole

Pertanto è meglio organizzarsi con un abbigliamento comodo e leggero. In primavera e in autunno è consigliato l’uso di una giacca antivento ed impermeabile. Altre buone norme sono portare con sé bastoncini da trekking, un cappellino per il sole, crema solare e occhiali da sole.

Il pranzo, invece, deve essere al sacco e organizzato in autonomia in quanto sull’isola non è possibile acquistare bevande di alcun genere e cibo. I più curiosi, infine, possono dotarsi di binocolo e di taccuino.

I percorsi sull’Isola di Montecristo

Sono in totale 3 i percorsi a disposizione. Uno di questi parte da Cala Maestra e la sua lunghezza totale è di 2.031 metri, con un dislivello di 230 metri e un tempo di percorrenza previsto di 2 ore. La difficoltà, invece, è media.

Grazie a questo itinerario potrete scoprire Cala Maestra, l’unico approdo dell’isola dove prende per l’appunto vita una piccola spiaggia di sabbia e ciottoli protetta ai lati da due scogli (con divieto di balneazione). Qui potrete anche ammirare la Villa Reale e il Museo di storia naturale. La prima è l’unica costruzione dell’isola, un’antica palazzina dove oggi risiede il Corpo forestale dello Stato, mentre il secondo, vale a dire il museo, si trova in piccola parte della stessa villa.

Il secondo itinerario vanta una lunghezza di 3.610 metri e un dislivello di 460. In questo caso la difficoltà è elevata e ci vogliono circa 3 ore e 30 minuti. Tuttavia, grazie ad esso potrete scoprire il Monastero di San Mamiliano che è posto a 320 metri d’altezza. Si distingue per essere uno dei simboli dell’intera isola e perché, secondo la tradizione, pare essere stato costruito su un antico tempio dedicato a Giove.

Molto interessante è anche la Grotta di San Mamiliano, per molti soprannominata la “grotta del drago”. In questo caso, quello che vi ritroverete di fronte è luogo sacro, non distante dal monastero, legato a una suggestiva leggenda: da queste parti San Mamiliano avrebbe ucciso un terribile drago.

Il terzo e ultimo itinerario ha una lunghezza di 1.000 metri e un dislivello di 42. Questi numeri fanno capire che è un percorso più facile degli altri, anche se il tempo di percorrenza previsto è di circa 2 ore.

Qualunque sia il percorso che sceglierete, a Montecristo avrete la possibilità di scoprire l’isola forse più misteriosa dell’Arcipelago Toscano. Uno scrigno di biodiversità, un patrimonio naturale universale che si traduce anche in un qualcosa di abbastanza esclusivo.

In sostanza, se si riesce ad assicurarsi uno dei tanti ambiti posti, lo spettacolo è più che certo, anche perché condito da una quiete estrema dove si possono udire solo i magici suoni della natura. Poi i profumi, i colori e gli incredibili paesaggi montuosi che si mescolano con quelli marini. Senza dimenticare la sua particolare fauna, come le graziose capre di Montecristo.

Insomma, questa meravigliosa perla italiana rispecchia il vero significato della parola autentico. Un gioiello da scoprire almeno una volta nella vita, senza dimenticare di rispettare le diverse regole utili alla sua corretta conservazione.

Cala Maestra montecristo

Fonte: iStock

Cala Maestra, Isola di Montecristo
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Borghi castiglion fiorentino Toscana Viaggi

Castiglion Fiorentino, un borgo di origini antichissime

Immerso nella Valdichiana Aretina, in Toscana, sorge uno dei borghi medievali più affascinanti della zona, Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo. Un luogo dalle origini antichissime, pieno di fascino e di testimonianze di un’epoca passata ma mai dimenticata.

Un borgo abitato fin dai tempi degli Etruschi, tanto che proprio la valle in cui è sito, venne sfruttata ampiamente da questo popolo, fino a essere definita il “granaio dell’Etruria”. E che, in seguito, venne abitato da altre popolazioni risalenti all’epoca romana, le cui tracce sono state rinvenute grazie ai tanti scavi archeologici compiuti tra queste terre cariche di storia e di bellezza.

Le tracce di un maestoso passato

Testimonianze che mostrano un passato antico ma fiorente, tra cui spicca la cinta muraria medievale del borgo di Castiglion Fiorentino, che ancora oggi si conserva quasi in modo intatto, affascinando chiunque la osservi e donando a questo luogo delle atmosfere cariche di suggestione e ferme nel tempo.

Un luogo che, proprio per la sua storia e per le sue antichissime origini, merita di essere scoperto e visitato in ogni sua parte. Magari partendo dalla Porta Fiorentina, l’antico accesso nord sito al centro del borgo e della sua parte storica. Un ingresso da cui immergersi totalmente tra le meraviglie architettoniche di questa piccola perla medievale tutta da scoprire. Una volta entrati nel paese, infatti, si arriva alla piazza del borgo e alla Chiesa di San Francesco, una costruzione di origine romanica che presenta alcuni dettagli in stile gotico, assolutamente da vedere e che vi saprà sorprendere e conquistare subito.

Ma non solo. Un altro edificio religioso da ammirare e scoprire è la Chiesa di Sant’Angelo. Un’opera architettonica di grande valore, al cui interno è possibile osservare alcuni oggetti di oreficeria risalenti al XIII secolo oltre a una grande quantità di dipinti di artisti come Taddeo Gaddi, Bartolomeo della Gatta, Margarito e Giorgio Vasari.

Arte e sapori

Altro edificio storico che vale la pena di visitare passeggiando tra le antiche strade di Castiglion Fiorentino, è il caratteristico loggiato cinquecentesco del Vasari. Un’opera datata al 1513, sita esattamente di fronte al Palazzo Comunale del borgo e da cui è possibile godere di un meraviglioso panorama che comprende la vastità paesaggistica della Val di Chio, tra la Valtiberina e la Valdichiana.

E poi ancora musei, vicoli sospesi nel tempo, edifici dalle tracce storiche ancora ben visibili e la bellezza unica del Teatro Comunale. Un struttura assolutamente da visitare, costruita a tre ordini di palchi e che dona la possibilità di ammirare alcune decorazioni di origine ottocentesca e in cui spiccano dei preziosi e raffinati stucchi dorati e l’estrema eleganza dei marmi.

Una vera perla di Castiglion Fiorentino che, unita alle tante testimonianze storiche di varie epoche e popoli che vi hanno abitato, rende questo borgo un vero scrigno di tesori da scoprire e da cui farsi conquistare passo dopo passo. Per un viaggio in Toscana nella storia che vi lascerà senza parole ma pieni di stupore. E in cui poter godere anche delle tante eccellenze gastronomiche legate alla tradizione del luogo, tra vini rossi, bianchi e rosati e i tanti sapori del passato, magistralmente portati ed esaltati nel presente di questo borgo dal fascino unico.

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Bagni di Pisa, tra le acque termali all’ombra della Torre

Quella che nel Settecento era la residenza del Granduca di Toscana, oggi è uno dei luoghi più incantevoli di questa meravigliosa Regione, dove poter trascorrere una vacanza all’insegna del relax, lontano dai grossi circuiti del turismo di massa.

La storica residenza di San Giuliano Terme (PI), che ospita i Bagni di Pisa, è una vera e propria residenza termale dove hanno soggiornato (e ancora oggi vengono in vacanza) principi, re e personaggi del jet set internazionale.

Un’antica località termale

Fin dai tempi più antichi, l’acqua termale che sgorga dalle profondità di San Giuliano Terme è stata sfruttata per le sue proprietà curative. Prima gli Etruschi, poi i Romani (che inventarono il concetto di “salus per aquam”, quello che oggi chiamiamo Spa), sono state frequentate per secoli, divenendo rinomate sotto i Medici, quando, nel 1743, il Granduca di Toscana, Francesco Stefano di Lorena, decise di farne la propria residenza termale estiva.

Da sempre, grazie alle sue fonti termali interne, una delle poche che esistono in Italia, questo luogo a pochi chilometri da Pisa è dunque il buen retiro prediletto di chi è in cerca di un momento di benessere dove staccare la spina, respirando il glorioso passato che trasuda dalle sue pareti. Sembra di fare un salto indietro nel tempo.

Una dimora ricca di storia

L’edificio ha mantenuto lo stile d’antan che ancora oggi fa sognare. Affreschi originali decorano camere e spazi comuni, velluti e tessuti preziosi decorano gli ambienti, legni intagliati e scalinate di ferro battuto impreziosiscono gli interni. Giardini d’inverno invogliano, oggi come una volta, ad accomodarsi su una comoda poltroncina a leggere un buon libro. C’è persino un belvedere in cima al colle che dà le spalle ai Bagni di Pisa, raggiungibile con una piacevole passeggiata, dove oggi è stata ricavata la Kaffehaus, da dove godere del paesaggio a ridosso del Monte Pisano.

Ma soprattutto ci sono le piscine di acqua termale interne – e la sua famosa grotta – che sono una vera calamita per gli ospiti che vengono qui proprio per loro. Così come accadeva con le sirene che incantavano i marinari nell’Odissea narrata da Omero, è impossibile resistervi.

Le terme dei Bagni di Pisa

Le acque termali naturali dei Bagni di Pisa sgorgano in superficie alla temperatura di 37°C e sono indicate per qualunque tipo di infiammazione, pertanto sono adatte a tutti. Essendo convenzionata con il Sistema sanitario nazionale, nella struttura vengono effettuati anche trattamenti terapeutici per il recupero muscolare attraverso la balneoterapia, i fanghi e l’idromassaggio, per l’apparato cardiovascolare e anche per quello respiratorio.

I Bagni di Levante

Le piscine termali sono aperte a tutti e non soltanto agli ospiti dell’hotel a cinque stelle, ci si può regalare in qualunque momento dell’anno una giornata indimenticabile immersi tra le calde acque dei Bagni di Pisa. Scenografica da morire è la piscina dei Bagni di Levante, con i suoi archi, il colonnato classico e il velario trasparente per contemplare il cielo. Oltre a rilassarsi e a rigenerarsi con le due jacuzzi interne, in questa piscina si può praticare il percorso Bioaquam, incredibilmente benefico. In quest’area si trovano anche il Bagno Mercurio, le cui acque hanno un’alta concentrazione salina, che regala la sensazione di fluttuare in assenza di gravità, e il Bagno di Minerva, una vasca di acqua dolce a 35°C con idromassaggi.

I Bagni di Ponente

Nei Bagni di Ponente, invece, si fondono le culture termali dell’Oriente con quelle dell’Occidente. Qui, infatti, al potere benefico dell’acqua termale naturale vengono associati trattamenti orientali per un relax completo del corpo e della mente. C’è ovviamente anche una piscina termale esterna, aperta anche d’inverno, che si trova sulla terrazza dei Bagni di Ponente. Superato il momento di freddo quando si esce dall’edificio, ci si immerge subito nella vasca calda e ci si abbandona al tepore e al potere rigenerante di queste antichissime acque.

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Fonte: @Bagni di Pisa

La piscina dei Bagni di Ponente

La Grotta dei Granduchi

Scavata direttamente nel cuore della roccia già ai tempi dei Granduchi di Toscana è, infine, la grotta dei Bagni di Pisa. Si tratta di una piccola cavità naturale dove una vasca, scolpita nella roccia, si riempie dell’acqua della fonte termale che scende da una piccola cascata e che crea vapore naturale. La grotta può ospitare al massimo quattro persone, pertanto deve essere prenotata.

Si tratta di fatto di un bagno di vapore termale che fa benissimo: è in grado di regolare la pressione arteriosa e che aiuta a eliminare le tossine, a ridurre le infiammazioni, a rilassare i muscoli e a liberare naturalmente le vie respiratorie.

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Fonte: @Bagni di Pisa

La grotta dei Granduchi di Toscana

Soggiornare ai Bagni di Pisa

Al Bagni di Pisa Palace & Thermal Spa si può andare anche in giornata, ed è decisamente consigliato se vi trovate a trascorrere un weekend da queste parti perché, oltre a visitare Pisa e le sue bellezze architettoniche, a fare escursioni sui Monti Pisani e scoprire alcune chicche del territorio – prima fra tutte la Certosa di Calci (che vi raccontiamo qui) – è una delle tappe imperdibili.

Meglio ancora se si ha la possibilità di soggiornare un fine settimana facendosi coccolare, magari quando fuori fa freddo. I Bagni di Pisa, però, offrono anche programmi speciali che durano fino a una settimana e che comprendono trattamenti, bagni nelle piscine termali e un regime alimentare personalizzato e molto istruttivo: basti pensare che la nutrizionista siede a tavola con l’ospite.

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Mercatini di Natale di Firenze, tra i migliori al mondo per la CNN

La CNN non ha dubbi: il Mercato di Natale in piazza Santa Croce a Firenze è uno migliori del 2022. Il celebre network americano ne elogia lo splendido scenario offerto dall’iconica basilica francescana, il paesaggio che lo circonda e il singolare mix tra stile tedesco e atmosfere tutte italiane, oltre alla possibilità di acquistare e gustare le tante prelibatezze tipiche di questo bellissimo territorio in vendita negli stand, come il panforte.

Il Mercato di Natale in piazza Santa Croce a Firenze

Il Mercato di Natale in piazza Santa Croce “in stile tedesco” è una vera e propria istituzione del periodo più magico dell’anno a Firenze. “C’è molto da vedere in questo incantevole Mercatino, ma niente può superare lo splendido scenario offerto dalla Basilica francescana di Santa Croce”, commenta la CNN, che lo annovera tra i più belli di quest’anno al mondo, insieme a quelli di città come Vienna, Barcellona, Praga, Stoccolma, ma anche New York e Toronto.

Qui si può respirare tutto il fascino e l’atmosfera degli storici mercatini del Nord Europa senza uscire dall’Italia, anzi, è proprio il perfetto connubio di tradizioni che arrivano dalla Germania e si fondono con le tipicità nostrane, in un contesto architettonico e paesaggistico unico come quello del capoluogo toscano, a rendere speciale agli occhi dei visitatori il più grande Mercatino di Natale di Firenze. Sullo sfondo, si staglia l’iconica Basilica di Santa Croce, un luogo di straordinaria sintesi tra arte, spiritualità e memoria, e un insieme armonioso di architetture distinte, in un equilibrato dialogo tra loro.

Natale a Firenze, tra stand e altre attrazioni

Il Weihnachtsmarkt di Firenze è ormai un appuntamento fisso per fiorentini e turisti che si svolge da oltre 20 anni – con l’unica eccezione della pausa imposta dalla pandemia – ed è inserito tra le destinazioni preferite di oltre 60 tour operator nazionali e internazionali.

Animano una delle piazze più belle della città oltre cinquanta stand ospitati nelle caratteristiche casette di legno abbellite dalle lucine, cariche di idee regalo artigianali da mettere sotto l’albero, addobbi natalizi fatti a mano, specialità tradizionali provenienti da tutta Europa e i sapori tipici delle festività natalizie, come come vin brulé e caldarroste, ma anche pan di zenzero, strudel e i tradizionali biscotti tedeschi Lebkuchen.

Un’occasione di divertimento e magia anche per i bambini, che fino al 18 dicembre – ultimo giorno del Mercatino in piazza Santa Croce – possono consegnare la letterina a Babbo Natale nella speciale casetta di Santa Claus. Il tutto allietato da musica, canti natalizi e dall’esibizione degli sbandieratori.

“Chi si reca nella vicina Piazza del Duomo potrà ammirare un magnifico presepe e un imponente albero di Natale”, ricorda la CNN. Nel periodo natalizio, il sagrato della Cattedrale di Firenze viene allestito con un Presepe di statue in terracotta, a grandezza naturale, raffiguranti la Sacra Famiglia. Ma sono davvero tante le attrazioni offerte dal capoluogo toscano che ne fanno una delle città imperdibili per le vacanze di Natale, tra cui la ruota panoramica nel Villaggio di Natale, allestita nei giardini della Fortezza da Basso, che con i suoi 55 metri si conferma la più alta d’Italia.

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Borghi panorami Toscana Viaggi

Piancastagnaio, il borgo antico arroccato su un ripiano

La Toscana è ricca di gioielli talvolta ancora poco noti, che vale la pena scoprire. Ad esempio, il versante sud-orientale del Monte Amiata svela lo splendido borgo di Piancastagnaio, un villaggio agricolo sorto probabilmente nel X secolo, che domina la valle del Paglia e la Cassia dal ripiano su cui è arroccato, e prende il nome dagli alberi di castagno che rendono unico e speciale il paesaggio che lo circonda.

Alla scoperta del borgo di Piancastagnaio

La storia di Piancastagnaio è la storia della sua Rocca, all’ombra della quale nacque il paese, dentro le cui mura si raccolsero le popolazioni che dalla Val di Paglia erano salite sul monte per trovarvi un rifugio sicuro. Nel Medioevo, le vicende del villaggio si sono intrecciate con quelle di Orvieto, Siena e Pitigliano, fino a che è stata acquisita dalla Repubblica di Siena tra il 1415 e il 1430.

Nel corso dei secoli, la Rocca Aldobrandesca è stata interessata da diversi restauri, tra cui il più recente nel 1990. Oggi è una delle attrazioni principali del borgo toscano, che attrae artisti e artigiani di importanza internazionale come sede prediletta per l’esposizione delle proprie opere. Lo spazio tra la Rocca e la chiesa di Santa Maria era un piccolo pianoro da cui si snodavano le vie che lo collegavano alle porte. Era naturale, quindi, che questa piazza sarebbe diventata il centro della vita paesana. Qui, tra il Palazzo Comunale e il Palazzo del Podestà si trovava, in passato, la loggia della mercanzia, di fianco alla quale è stata costruita la Torre dell’Orologio, che anticamente veniva regolata da un signore retribuito in castagne.

Addentrandosi nel cuore del paese, si scoprono chiese ricche di fascino, come la Chiesa di San Francesco affacciata su un prato che accoglie un castagno secolare, al cui interno sono conservati frammenti di affreschi di scuola senese del Trecento. La chiesa è parte del Convento di San Bartolomeo, splendido complesso di fine ‘200, di stile medioevale, realizzato per volontà dal vescovo di Sovana. È composto da tre edifici con un elegante chiostro coperto, un ampio giardino e uno spazio verde di “belvedere” con vista sulla Val di Paglia. Grazie a un accurato restauro, sono ben visibili affreschi quattrocenteschi di grande pregio ed importanza che si sono aggiunti ai reperti storici artistici già presenti. Molti sono, inoltre, gli ambienti ben conservati e di pregio come l’antichissimo forno, la cantina con le botti di fine Ottocento, le sale che danno sul chiostro coperto, tra cui la sala Capitolare. Inserito nell’elenco delle dimore storiche, il convento è oggi uno spazio utilizzato per matrimoni ed eventi privati, ma ne è possibile la visita guidata il secondo venerdì del mese alle ore 17.00, prenotando entro il lunedì precedente.

Particolarmente suggestiva è anche la Pieve di Santa Maria Assunta (in origine Santa Maria de Cuntaria) nel centro storico del borgo, documentata dal 1118. Alla chiesa, priva di facciata, con copertura a capriate, finestre monofore e bifore e campanile romanico merlato, si accede al termine di una lunga scalinata posta sul fianco sinistro dell’edificio.

Al margine dell’abitato si trova, invece, l’imponente Palazzo Bourbon del Monte, che costituisce un’eccezione nel panorama dei feudi e una costruzione non comune nello stesso Granducato di Toscana dove, nel periodo a cavallo fra il ‘500 e il ‘600, non si hanno molte costruzioni di dimensioni analoghe nemmeno nelle grandi città. Il Palazzo è noto anche per ill misterioso Piatto delle Streghe: la fontana degli antichi giardini dell’edificio della quale è rimasta soltanto una pietra levigata dal tempo, tanto da somigliare a un piatto. La leggenda popolare narra che in questo luogo le streghe vi andassero a celebrare i loro riti.

Gli eventi imperdibili di Piancastagnaio

Ogni anno, il 18 agosto, si tiene la corsa del Palio delle Contrade di Piancastagnaio. Il borgo è suddiviso, infatti, in quattro contrade storiche: Borgo, Castello, Coro e Voltaia. Durante la giornata, i rappresentanti delle contrade sfilano in costumi tipici medievali. La corsa si svolge allo stadio comunale e i fantini corrono sui cavalli senza sella, o come si dice in gergo “a pelo”. La contrada vincente si aggiudica il cencio, il noto drappo di seta dipinto a mano.

Un altro appuntamento annuale imperdibile, dal 1967, è il Crastatone, la famosa sagra della “crastata” ossia la caldarrosta, che si tiene ogni anno nella settimana della festa dei Santi (1 Novembre) all’interno del centro storico. Durante la festa si possono degustare piatti tipici, molti a base di castagne, e vengono aperte cantine, stand, e banchetti lungo tutte le vie del paese, dove l’atmosfera si riempie di profumi e allegria. La pregiata Castagna del Monte Amiata IGP si raccoglie proprio in questo territorio, da metà settembre a metà novembre. Piatto tipico di Piancastagnaio è la Brodolese, una minestra di castagne, insaporita con il finocchio selvatico.

Itinerari ed escursioni

Dal borgo si sviluppano vari sentieri che permettono di effettuare escursioni sul Monte Amiata e nella Riserva Naturale del Pigelleto. Piancastagnaio è, inoltre, incluso nel Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata, perché nel territorio, per l’esattezza in località Cancelli, si estraeva il cinabro (minerale del mercurio).

Se siete degli amanti del trekking potete dedicare qualche giorno alla scoperta dei numerosi percorsi dislocati su questa splendida montagna. I sentieri sono divisi per difficoltà, altimetria e tempi di percorrenza, e ci sono tante proposte anche per i bikers. Tra i percorsi più belli c’è La Strada della Castagna, situata all’interno di un territorio specifico del Monte Amiata indicato come Riserva Naturale del Pigelleto. La zona è ricoperta da boschi, in cui sono presenti sia l’abete bianco che il tasso, specie arboree in via di estinzione e sottoposte a un controllo rigoroso. Qui dimora anche un un variegato numero di animali e si possono avvistare uccelli rapaci e specie avicole meno conosciute. All’interno della Riserva c’è la Miniera di Siele, la prima miniera di cinabro attiva in Italia, e il villaggio minerario, entrambi visitabili.

Avventurarsi per i sentieri della Strada della Castagna significa ripercorrere la storia del popolo amiatino. Per giovare appieno di questi luoghi e facilitare la visita e l’osservazione, sono stati scelti all’interno di questo ampio territorio sette itinerari, tutti di facile percorribilità.

I percorsi in bicicletta e il viaggio su un treno d’epoca

Fare un tour in bicicletta è uno dei modi migliori per conoscere il territorio e vivere al meglio la natura nei dintorni di Piancastagnaio. Qui troverete 5 itinerari imperdibili: Itinerario ad anello per bici da Abbadia San Salvatore; Tappa San Quirico-Radicofani – Castello di Spedaletto; Versteckte Gasse; Paesaggi eroici – Campigliola, la Torre; Sorano Itinerario ad anello da Montebuono.

Si può inoltre vivere l’emozione di fare un giro nel Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia a bordo di un treno d’epoca che, partendo da Siena, si ferma in alcuni degli incantevoli borghi della zona come Buonconvento, Montalcino, Castiglione d’Orcia e Piancastagnaio.