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Per la prima volta l’Italia vince un premio prestigiosissimo

Ne ha parlato tutto il mondo, perché la scoperta avvenuta nel nostro Paese nel 2022 è stata eccezionale, una di quelle cose che è difficile che si ripeta nel breve tempo. Ed ora a sugellare la sua importanza è anche un prestigioso premio che l’Italia vince per la prima volta, un riconoscimento che ci porta sul tetto del mondo per quanto riguarda le scoperte archeologiche avvenute lo scorso anno.

San Casciano dei Bagni vince l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”

Il premio in questione si chiama International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” e viene consegnato presso la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che si svolge a Paestum da giovedì 2 a domenica 5 novembre, insieme a numerose e prestigiose iniziative, tra cui 150 tra conferenze e incontri, 20 laboratori e 600 relatori.

Per la la prima volta questo riconoscimento ambitissimo è stato affidato a una scoperta italiana: le 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana ritrovate a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, nel novembre dello scorso anno.

Le scoperte archeologiche avvenute nel 2022 arrivate in finale erano ben 5:

Ma a salire sul tetto del mondo per l’edizione 2023 dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, è stata per la prima volta una scoperta italiana, ovvero le 24 magnifiche statue di bronzo di epoca etrusca e romana riaffiorate dal fango a San Casciano dei Bagni.

Bronzi a San Casciano dei Bagni

Fonte: Servizio Associato Comunicazione – Unione Comuni Valdichiana Senese

Dettagli del ritrovamento

L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”

Il premio, che si è meritatamente guadagnato il nostro Paese, è intitolato Khaled al-Asaad, un archeologo siriano che pagò con la sua stessa vita la difesa del patrimonio culturale. Il riconoscimento internazionale in suo onore è oggi affidato ai migliori ricercatori del mondo.

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, in collaborazione con la rivista ‘Archeo’, dal 2015 dà il giusto tributo alle scoperte archeologiche tramite questo prestigioso premio, che viene decretato in collaborazione con testate archeologiche internazionali che sono media partner della Borsa e provenienti da tutta Europa.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavoro

La soddisfazione è davvero tanta in questo minuto borgo di nemmeno 2000 abitanti e lo si può intuire anche dalle parole della Sindaca, Agnese Carletti, riportate per mezzo di comunicato stampa: “Sono onorata di riceve questo premio in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, di quelle che mi hanno preceduto e della comunità sancascianese. Un ulteriore riconoscimento alla volontà di andare alla ricerca delle nostre radici che oggi ci porta addirittura a rappresentare l’Italia in un prestigioso contesto internazionale. Questo premio, che ci viene consegnato dal Vice Ministro degli Affari Esteri e dedicato a chi ha sacrificato la propria vita per salvare i beni archeologici e quindi la storia dei popoli dalla furia umana, rappresenta un momento di costruzione della società che vorremmo vivere, oggi più che mai, una società in cui la storia è conoscenza e la conoscenza è uno strumento di pace”.

Non meno felicità si può leggere nelle parole di Jacopo Tabolli, Direttore scientifico degli scavi, che ha affermato: “Sono molto onorato di ricevere questo premio a nome delle studentesse e degli studenti di archeologia che dall’Italia e da tutto il mondo ogni estate vengono a San Casciano dei Bagni a scavare con Emanuele Mariotti, con Ada Salvi e con me. Il nostro è un esperimento di archeologia civica dove tutela, ricerca, valorizzazione e fruizione coesistono e che ha fatto della comunicazione pubblica uno dei suoi tratti costitutivi. L’università per Stranieri di Siena che ha come missione la promozione del multiculturalismo e del plurilinguismo trova nelle acque calde del Bagno Grande di San Casciano una sintesi perfetta di un paesaggio dove l’accoglienza dello straniero, dell’altro, è incastonata nel bronzo”.

Ma del resto non c’è assolutamente da sorprendersi: l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato alle scoperte archeologiche e ai suoi archeologi. Professionisti che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano ogni giorno gli scavi archeologici in tutto il nostro Paese (e non solo), sia come appassionati studiosi del passato che da esperti che si mettono a servizio del territorio.

La fenomenale scoperta nel 2022 delle statue di bronzo a San Casciano dei Bagni

Le statue di bronzo riemerse dal fango a San Casciano dei Bagni risalgono a un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I d.C.. Ciò vuol dire che sono state protette per 2.300 anni da questo particolare materiale e dall’acqua bollente delle vasche sacre del santuario votivo, insieme a monete, ex voto e iscrizioni latine ed etrusche.

Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., quando venne chiuso, senza però essere distrutto. All’epoca le vasche furono tappate con l’uso di pesanti colonne di pietra e le statue affidate all’acqua. Rimossa quell’antica copertura, è ritornato alla luce “il più grande deposito di statue dell’Italia antica”.

Le statue, cinque delle quali alte quasi un metro, sono ancora oggi perfettamente integre e si suppone che siano state realizzate da artigiani locali. L’eccezionale stato di conservazione, di cui sono dotate ancora oggi, è quasi sicuramente dovuto dell’acqua calda della sorgente che è riuscita a riportare ai giorni nostri anche delle importantissime iscrizioni in etrusco e latino, incise prima della loro realizzazione.

Disposte in parte sui rami di un enorme tronco d’albero fissato sul fondo della vasca, in molti casi ricoperte di iscrizioni, le statue come pure gli innumerevoli ex voto, arrivano dalle grandi famiglie del territorio dell’Etruria interna (dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro chiusino e senese), esponenti delle élites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e perfino imperatori.

San Casciano dei Bagni, premiata la scoperta

Fonte: Servizio Associato Comunicazione – Unione Comuni Valdichiana Senese

San Casciano dei Bagni, il volto di una delle 24 statue
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Alla scoperta della montagna pistoiese, perfetta in ogni stagione

Qualunque sia la stagione in cui state leggendo questo articolo, sappiate che è sicuramente il momento perfetto per andare alla scoperta della montagna pistoiese: l’inverno ammalia con la sua neve e piste da sci, l’autunno emoziona con i suoi tappeti di foglie colorati, la primavera è l’ideale per il trekking tra tonalità pastello e profumi freschi, mentre l’estate è un paradiso di attività da fare per esplorare il territorio.

Una zona eccezionale, situata al nord della Toscana, in cui rigenerarsi con la tranquillità dei boschi, l’aria frizzante e cristallina, i prodotti genuini, paesaggi dolci e mutevoli, borghi che sembrano dipinti e tante attività dedicate allo sport, alla cultura e al tempo libero in generale.

L’Ecomuseo della Montagna Pistoiese

Chiamata anche Appennino pistoiese, questa è una zona che del punto di vista naturalistico sa sorprendere. Da non perdere assolutamente, per esempio, è l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, un’interessante area all’aperto dove si sviluppano sei itinerari tematici tra musei, poli didattici e palazzi storici.

È un museo diffuso istituito con l’obiettivo di custodire e valorizzare il patrimonio e le tradizioni locali, grazie a cui comprendere più a fondo le storie e le memorie dell’uomo, nel suo eterno rapporto con la natura.

L’itinerario del ghiaccio è l’ideale per conoscere l’affascinante e complessa produzione del ghiaccio naturale, attività che qui prese piede dalla fine del Settecento ai primi anni del Novecento. Un viaggio a ritroso nel tempo tra sculture e musiche suggestive e in un contesto ambientale che fa vibrare il cuore.

C’è poi l‘itinerario del ferro dedicato alla storia della siderurgia di questa zona, tanto che proprio qui sorge la Ferriera Papini, la più antica di tutta la Toscana.

L’itinerario naturalistico è una sorta di paradiso in terra per coloro che sono interessati a saperne di più sull’immensa ricchezza del patrimonio ambientale dell’Appennino pistoiese, e tramite cui ammirare alcuni esemplari particolari di tipo alpino, che hanno trovato il limite meridionale di diffusione in questa zona, e molto altro ancora.

Montagna Pistoiese: cosa fare

Fonte: iStock

Un angolo della montagna pistoiese

Un altro viaggio indietro nel tempo lo potete fare grazie all’itinerario dell’arte sacra che illustra il modo di vivere la religione nei secoli passati, mentre l’autenticità vera e propria la potete comprendere con l’itinerario della vita quotidiana che porta a conoscere le abitudini e i mestieri di un tempo ormai andato.

Infine l’itinerario della pietra che comprende anche la Via Francesca della Sambuca, un affascinante tracciato medievale utilizzato per il pellegrinaggio.

L’inverno tra neve e piste da sci

La parte orientale della montagna pistoiese è la dimora di monumentali rilievi con altitudini non superiori ai 1300 metri. Qui le montagne ammaliano con i loro profili rotondi, le valli per essere profondamente incise dai torrenti, e in più il visitatore si esalta perché proprio qua si fanno spazio diverse stazioni sciistiche sempre pronte ad accogliere gli sportivi provenienti da tutto il mondo.

L’Abetone, per esempio, mette a disposizione dei suoi ospiti un’area moderna che permette di vivere la montagna con tutti i suoi sport invernali. Ci sono ben 50 km di piste con vari livelli difficoltà, compresa una stazione sciistica ben attrezzata per i disabili.

Non è da meno il comprensorio sciistico della Doganaccia che sorge a Cutigliano, luogo ottimale per chi è in cerca di piste da sci per tutti i livelli ed anche per coloro che sono interessati a praticare sci di fondo e sci alpinistico.

I borghi che incantano

La montagna pistoiese è un susseguirsi di borghi che sono uno più suggestivo dell’altro. Non ve li possiamo raccontare tutti, ma abbiamo selezionato alcune località che siamo certi vi piaceranno moltissimo.

Il primo di cui vi vogliamo parlare è lo stesso Cutigliano delle stazioni sciistiche, perché è un anche un grazioso borgo di origine medievale che sorge su uno sperone a ridosso del Monte Cuccola. Una visita da queste parti permette di conoscere un paese caratterizzato da strette vie in cui si affacciano antichi palazzi e monumenti che sono uno più bello dell’altro.

Cutigliano, montagna pistoiese

Fonte: iStock

Veduta di Cutigliano

Bellissimo è anche Fiumalbo che per il suo fascino artistico ed architettonico è stato persino eletto “Città d’arte”. Dalle origini estremamente antiche, conserva un centro storico dove l’architettura medievale è ancora al suo massimo splendore.

Voliamo ora a Gavinana che è un vero e proprio insieme di stradine tortuose che salgono fino alla piazza principale abbellita da antiche case in muratura rustica di pietra locale. Da non perdere è l’antica pieve di Santa Maria Assunta, che tra le sue salde mura protegge due pregevoli opere cinquecentesche in terracotta invetriata realizzate da Benedetto Buglioni.

Meno noto ma assolutamente emozionante è Lucchio la cui originaria struttura medievale è ancora intatta. Un borgo che pare aggrappato alla roccia e sorvegliato da un’antica fortezza e impressionanti monti.

C’è poi Sambuca Pistoiese che, oltre a offrire un paesaggio di rara bellezza, è anche un paese che è rimasto molto simile a come era due secoli fa e in cui passeggiare è un piacere per l’anima e per il cuore.

Altri siti di interesse da non perdere

La montagna pistoiese è un vero scrigno di immensi tesori da ammirare. Uno di questi è la curiosa località montana di Orsigna che non a caso è stata scelta da Tiziano Terzani come buen ritiro.

Poi ancora l’impressionante ponte sospeso, situato nei pressi del paese di Mammiano Basso, che è un’opera ingegneristica di notevole valore: vanta ben 227 metri di lunghezza, tanto da essere uno dei più lunghi del mondo.

Molto interessante è anche la Riserva Naturale Biogenetica di Pian degli Ontani che offre tantissimi sentieri e un’ampia strada sterrata che d’inverno viene usata come pista per lo sci di fondo.

Il Lago Scaffaiolo sorge a ben 1800 metri di altitudine e conserva una curiosa leggenda: si narra che un tempo, quando qualcuno osava disturbare la tranquillità della sua acqua, il lago era in grado di scatenare una terribile tempesta piena di nebbia e vento.

Bellissimo è anche il tratto del fiume Reno che scorre a Prunetta perché si distingue per essere sede di numerose cascate che ammaliano con i loro suoni fragorosi.

Infine, una chicca per gli amanti dei misteri del cielo: l‘osservatorio astronomico di Pian dei Termini dotato di due cupole di osservazione con due telescopi newtoniani.

Insomma, come vi abbiamo accennato all’inizio: la montagna pistoiese è una meta ideale in qualsiasi stagione dell’anno.

Ponte sospeso montagna pistoiese

Fonte: iStock – Ph: Manuela Finetti

L’incredibile ponte sospeso della montagna pistoiese
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Halloween a Firenze: avvistato il fantasma di Palazzo Vecchio

Mentre le temperature si abbassano e l’aria diventa frizzante, l’atmosfera si riempie di un’energia unica e inconfondibile: è il periodo di Halloween, la festa più elettrizzante dell’autunno.

Non è solo un’avventura, ma un’esperienza emozionante che risveglia l’entusiasmo dell’infanzia e l’euforia del mistero. Dai racconti spaventosi riportati al chiaro di luna alla gioia dei dolcetti, ogni istante è un ricordo indimenticabile che attende di essere vissuto.

Sebbene Halloween sia originariamente una festività tipicamente americana, negli ultimi anni è diventata sempre più popolare anche in Italia. Oggi vi porteremo alla scoperta di una delle gemme del Rinascimento italiano: Firenze. Infatti, questa città toscana, universalmente riconosciuta per il suo patrimonio artistico e culturale inestimabile, durante la notte di Halloween si trasforma. I suoi musei diventano scenari di mistero, fantasmi e oscuri segreti, pronti ad affascinarvi e spaventarvi allo stesso tempo.

Qui, questa tradizione assume un carattere unico, grazie a un tour speciale che conduce i visitatori attraverso luoghi iconici alla scoperta di segreti spettrali. Il ponte di Ognissanti è, quindi, l’occasione perfetta per esplorare il cuore della città alla ricerca dalla presenza lugubre dei fantasmi. I più coraggiosi saranno guidati attraverso l’atmosfera suggestiva e misteriosa di una Firenze da brivido!

Esplorando la Firenze misteriosa, tra fantasmi e tesori artistici

Palazzo Vecchio Firenze

Fonte: iStock

Palazzo Vecchio, Firenze

Siete pronti per vivere una giornata da paura, immersi nell’arte e nella cultura? Il tour inizia con una visita al Palazzo Vecchio, uno dei simboli senza tempo di Firenze. Conosciuto anche come Palazzo dei Priori o Palazzo della Signoria, questo edificio è un simbolo emblematico del potere politico del capoluogo. La sua maestosità è avvolta da una ricca storia, che ha fatto di questa struttura una testimone privilegiata di importanti eventi politici e sociali.

Si racconta che all’interno delle antiche mura del palazzo si nasconda un ospite inquietante: il fantasma di Baldaccio d’Anghiari, un famoso condottiero che venne pugnalato all’interno della Torre di Arnolfo nel 1441. Venne poi trascinato fino alla Piazza della Signoria, dove venne decapitato.

Da quel giorno, si narra che il suo spirito non abbia mai lasciato il Palazzo e che, ancora oggi, si aggiri per i corridoi come testimone silente di un passato turbolento e pieno di intrighi. Qualcuno afferma persino di aver immortalato il fantasma in qualche scatto!

Il tour prosegue con la visita al Museo del Bargello, un luogo che oggi ospita innumerevoli capolavori artistici, ma che nel passato ha avuto una funzione ben diversa. Infatti, era originariamente un carcere cittadino e un luogo di esecuzioni capitali, dove la giustizia era somministrata in modo spietato. Tra gli altri, qui fu impiccato Bernardo Bandini, l’assassino di Giuliano de’ Medici.

Dall’inquietante storia del Bargello, ci spostiamo verso la Basilica di Santa Croce, un luogo avvolto da un’aura completamente diversa. Qui riposano alcuni dei più grandiosi nomi che l’Italia abbia mai conosciuto, personalità che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della scienza, dell’arte e della letteratura. Nelle sue cripte, si trovano le tombe di Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei, Niccolò Machiavelli, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo e Gioacchino Rossini. Ognuno di loro ha contribuito in modo significativo alla cultura italiana e globale, e Santa Croce rappresenta un monumento perpetuo al loro incredibile retaggio.

Un’esperienza da brividi: tra mummie egizie e leggende oscure

La nostra penultima tappa ci porta al Museo Archeologico Nazionale, un luogo che custodisce autentici tesori dell’antichità provenienti da ogni angolo del mondo. Tra le sue sale più affascinanti spicca indiscutibilmente quella dedicata alle mummie egizie. Immersi sotto una maestosa volta dipinta di blu, i visitatori possono ammirare sarcofagi e mummie conservate con cura, oltre agli antichi corredi funerari.

Ogni oggetto esposto racconta un passato di rituali legati alla morte nell’antico Egitto, regalando un affascinante sguardo su questa cultura così lontana e misteriosa. Un vero e proprio viaggio nel passato, alla scoperta delle tradizioni e delle credenze di una civiltà perduta nel tempo.

L’itinerario si conclude all’ombra della Villa Medicea di Cerreto Guidi, un luogo segnato da un’antica e tragica leggenda. Si dice, infatti, che la villa sia infestata dallo spirito di Isabella de’ Medici, la sfortunata figlia prediletta di Cosimo I, nota per la sua seducente bellezza. La storia racconta che fu strangolata dal suo stesso marito nella camera nuziale, in un atto di rabbia e gelosia. Da quel giorno, il suo spirito inquieto vaga nei corridoi della villa, un eterno promemoria della sua fine dolorosa e violenta. Questa storia macabra, con le sue ombre e i suoi misteri, offre un perfetto finale da brivido a uno dei tour di Halloween più spaventosi del nostro Paese.

Basilica di Santa Croce Firenze

Fonte: iStock

Basilica di Santa Croce, Firenze
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Firenze su due ruote, a caccia dei luoghi di “Amici Miei”

Visitare Firenze attraverso i luoghi del film “Amici miei”, con un uno speciale itinerario che si snoda tra 20 location nel centro e nella periferia del capoluogo toscano, per ripercorrere in sella le più divertenti scene di uno dei film più conosciuti ed amati di tutta la storia della commedia italiana. Bici Miei è la novità di quest’anno, all’interno del calendario di Firenze Insolita 2023, l’evento che unisce cineturismo e cicloturismo. Un’occasione unica per tutti coloro che desiderano riscoprire i luoghi set del capolavoro di Mario Monicelli.

In bicicletta a Firenze, sulle tracce di “Amici miei”

Organizzata dall’Associazione Culturale Conte Mascetti, con il Comune di Firenze in collaborazione con FIAB Firenze Ciclabile, l’iniziativa – in programma per sabato 14 ottobre dalle ore 10.00, per una durata di circa 3 ore – vuole offrire ai fiorentini e ai turisti la possibilità di ripercorre tutti i luoghi di “Amici miei” nell’area metropolitana: dal Giardino dell’Orticoltura, dove il Mascetti ha un malore al termine del secondo atto, fino al Bar Necchi, dalla Villa del Sassaroli fino a raggiungere lo scantinato del Mascetti, guidandoli in un racconto fresco e divertente, ma soprattutto ecologico e salutare. Tutto questo in sella alla bicicletta, permettendo così di conoscere Firenze da una prospettiva diversa.

Quarantotto anni dopo l’uscita nelle sale del capolavoro partorito dalla fantasia di Pietro Germi, e reso immortale da Mario Monicelli e dalle interpretazioni di Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Duilio Del Prete, Gastone Moschin e Adolfo Celi – con l’aggiunta di Renzo Montagnani nel secondo e terzo capitolo – la leggenda continua tra le strade della città.

Non sono poche le commedie italiane che rendono omaggio alle due ruote. Tra i film girati in Toscana che celebrano il mondo della bicicletta, oltre alla leggendaria Coppa Cobram di Fantozzi, rievocata proprio a Firenze nel 2017 e 2018, c’è il cult senza tempo “Berlinguer ti  voglio bene”, di Giuseppe Bertolucci, con la scena del passaggio offerto da Bozzone a Mario Cioni. Altro film indimenticabile è “Ricomincio da tre”, in cui Massimo Troisi dice a Lello Arena di “farsi leggero” per essere portato sulla canna della bicicletta in San Niccolò. Non si dimentica nemmeno Leonardo Pieraccioni nel suo film campione di incassi “Il Ciclone”, in cui sembra quasi voler omaggiare la pellicola di Bertolucci di vent’anni prima, riscendendo in paese come Carlo Monni e Roberto Benigni.

Un set cinematografico a cielo aperto: il tour a piedi

Mercoledì 1° novembre si celebra ancora Firenze come set cinematografico a cielo aperto, questa volta visitando la città a piedi attraverso due percorsi di cineturismo. I partecipanti verranno accompagnati tra le vie e le piazze di Firenze, guidati in un racconto fresco e divertente che farà rivivere i film nei luoghi dove sono stati ambientati, con informazioni e curiosità del capoluogo toscano, che renderanno la passeggiata un’esperienza ancora più affascinante e indimenticabile.

Sono previsti due momenti: al mattino, con partenza alle ore 10.00, e al pomeriggio, con partenza alle ore 16.00, con un percorso dedicato all’insieme dei film ambientati in città. Dalle commedie toscane, come i film di Pieraccioni e Francesco Nuti, all’immancabile “Amici Miei”, alle produzioni hollywoodiane come “Inferno” e “Hannibal” fino a un classico fiorentino come “Le Ragazze di San Frediano”. Per entrambi i tour è previsto al termine un brindisi al Supercazzola Store per scoprire i vini firmati La Tognazza, azienda nata dal grande Ugo e portata avanti oggi dal figlio Gianmarco, nella nuova bottiglia e nelle nuove etichette illustrate da Pau dei Negrita, accompagnati dall’immancabile rinforzino del Mascetti e tante altre sorprese.

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Torna il Treno Natura, per un viaggio da sogno in Toscana

Viaggiare in treno alla scoperta di angoli speciali del nostro Paese, soprattutto in autunno, è un’esperienza sostenibile e particolarmente appagante. E c’è una regione – che a dirla tutta è splendida in qualsiasi momento dell’anno – che in questa stagione è più bella che mai, soprattutto se scoperta a bordo di vagoni a vapore. Parliamo della Toscana, che in questi giorni vede ricormparire sui suoi binari il bellissimo Treno Natura.

Il Treno Natura in Toscana

Il Treno Natura in Toscana permette di andare alla scoperta di alcuni dei territori più affascinanti e suggestivi di tutto il nostro Paese: la Val D’Orcia, i vigneti del Brunello di Montalcino e le Crete Senesi. Il tutto a bordo di carrozze a vapore risalenti agli anni Trenta e Cinquanta.

Con un’estensione di 51,2 km che collegano le province di Siena (Asciano) e Grosseto (Monte Antico), quest’antica ferrovia è il modo più opportuno per trascorrere una giornata nel cuore più autentico della Toscana, andando a passo lento verso alcuni dei borghi più belli della regione e per partecipare a eventi speciali, come sagre e feste di paese, per poi fare escursioni all’insegna della storia, delle tradizioni gastronomiche e della natura autunnale.

E gli appuntamenti di questo ottobre e novembre sono, oltre che gustossissimi, davvero imperdibili.

Gli appuntamenti da non perdere

Il primo spettacolare appuntamento a cui partecipare a bordo del Treno Natura è domenica 8 ottobre e si tratta di Sapori e profumi dei boschi amiatini. Con partenza da Siena, l’antico treno si dirige alla volta di Vivo d’Orcia, dove va in scena la Sagra del Fungo Porcino. I più avventurosi potranno partecipare anche al percorso trekking di sei chilometri per andare alla scoperta della sorgente del fiume Vivo, oppure si potrà prendere parte a una più semplice passeggiata guidata nel bosco.

Domenica 15 ottobre l’appuntamento da non perdere è la Festa d’Autunno a Abbadia San Salvatore. Si tratta di una giornata gustosissima perché è dedicata ai prodotti agroalimentari di questa stagione, a partire da un prodotto del bosco davvero eccezionale: le castagne.

I visitatori potranno ovviamente approfittare di questa occasione per dirigersi presso la suggestiva Abbazia di San Salvatore, la galleria sotterranea del Museo della Miniera e molto altro ancora.

Un altro gustoso appuntamento si terrà domenica 22 ottobre, giorno in cui il Treno Natura partirà da Siena con destinazione borgo di Trequanda: qui avrà luogo la Festa dell’Olio Novo, l’occasione perfetta per visitare gli stand degli espositori e imparare a degustare l’oro verde. Non mancheranno canti e balli folcloristici e un concerto di violino e pianoforte presso la Chiesa dei SS. Pietro e Andrea.

Quella stessa domenica sarà possibile anche salire a bordo dell’antico convoglio per andare alla Sagra del Tordo a Montalcino, la culla del buonissimo vino Brunello, in cui si potrà assistere alla sfilata in costume storico e partecipare alla visita guidata del borgo.

Infine gli appuntamenti di novembre: domenica 12 e domenica 19, tutti a bordo del Treno Natura per andare alla Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi a San Giovanni d’Asso. Da queste parti si avrà l’opportunità di visitare il castello dove si svolgerà la manifestazione, passeggiare per le vie del borgo e del parco sculture Bosco della Ragnaia, e gustare tutti i prodotti tipici della zona.

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Volto Santo a Lucca: emergono importanti novità

Emergono importanti novità dalle attività di studio e restauro del Volto Santo a Lucca, il grande crocifisso ligneo della Cattedrale di San Martino, promosse dall’Ente Cattedrale grazie a un accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara e l’Opificio delle Pietre Dure, e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Infatti, da dicembre 2022, la scultura si trova all’interno dell’apposita area cantiere predisposta nella Cattedrale ed è oggetto di attente indagini scientifiche volte ad approfondirne gli aspetti tecnici e materiali e sottoposta alle prime operazioni necessarie per mettere in sicurezza la pellicola pittorica, grazie a un gruppo di lavoro multidisciplinare che comprende storici dell’arte, esperti scientifici e restauratori specializzati.

Ed è proprio nel corso di queste indagini (che vanno a integrare quelle compiute a più riprese tra il 2012 e il 2021) che sono venuti alla luce importanti e nuovi dati, sia relativi al Volto Santo che al tempietto che abitualmente lo custodisce.

La datazione della croce

Finora rimasta ai margini dell’attenzione, la croce del Volto Santo è stata presa in considerazione e ha riservato interessanti sorprese.

La prima riguarda la datazione: le indagini al Carbonio 14 hanno messo in mostra come sia molto più antica di quanto si pensasse, di origine altomedievale. E ne certificano l’antichità anche diversi strati di colore che la rivestono al di sotto della tardiva tinteggiatura scura attuale.

Inoltre, è realizzata con due tipi di legno differenti: castagno per l’asse verticale e cedro per il braccio orizzontale.
Mentre il castagno è una pianta di ampia diffusione europea, il cedro venne trapiantato in Europa, dal Medio Oriente, solo nel XVI secolo: si tratta, quindi, di un reperto di importazione.

Antichi restauri, decorazioni e strati pittorici sul Volto Santo

Ulteriori importanti informazioni sono emerse anche sulla tecnica di realizzazione del Volto Santo: al corpo, ricavato da un unico grande tronco di noce interamente scavato all’interno dalla testa ai piedi, sono innestate le braccia tramite un sistema di giunti (tenoni) che si inseriscono in appositi alloggi (mortasa). La giuntura delle braccia è rafforzata da una fascia di tessuto mentre l’unione del crocifisso alla croce è garantita da 6 perni.

L’antichità del Cristo ligneo (VIII-IX secolo) è confermata da nuove analisi al C14 effettuate sulla fascia di tessuto all’altezza della giuntura del braccio sinistro con il torso del Crocifisso.

Le indagini hanno poi portato alla luce due interventi di restauro, finora sconosciuti: un rifacimento in antico di parte della punta di entrambi i piedi (forse consumati dalla devozione dei fedeli) e un
più recente rifacimento di pollice e indice della mano sinistra del Cristo.

Nel corso della sua millenaria esistenza, Il Volto Santo di Lucca è stato ridipinto più volte, celando la sua colorazione originaria: per la comprensione di tale aspetto, un supporto essenziale arriva dalle analisi chimiche in corso, che caratterizzano gli strati pittorici nei loro materiali compositivi, comprensivi dei supporti preparatori, pigmenti cromatici e leganti: esse hanno già rilevato i vari pigmenti impiegati, tra cui spiccano i lapislazzuli utilizzati dal primo strato che conferivano una colorazione blu alla veste.

Le scoperte sul tempietto

Durante le operazioni preliminari per lo spostamento del Volto Santo, la rimozione del fondale di legno rivestito di stoffa che gli faceva da sfondo nel tempietto del Civitali, ha consentito di osservare  la parete retrostante, costituita da una struttura muraria a conci lapidei, ben diversa dalle pareti marmoree del Civitali.

Sulla parete di sfondo al Volto Santo è emersa una pittura murale frammentaria, con un partito decorativo aniconico a losanghe, girali vegetali e ruote che fiancheggiano una croce color ocra: si tratta di un assetto finora sconosciuto e inaspettato del tempietto e dell’allestimento del Volto Santo, che per caratteristiche formali e materiali pare precedente il sacello di Matteo Civitali edificato tra il 1482 e il 1484.

Le indagini in corso, sia sulla muratura che sulle fondamenta, sono finalizzate a chiarirne caratteristiche e datazione.

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Via delle Dee, il trekking per sole donne tra Emilia-Romagna e Toscana

Se la Via degli Dei è un itinerario turistico ormai noto agli appassionati di cammini e di trekking, che collega Bologna a Firenze attraversando l’Appennino tosco-emiliano, lo è meno la Via delle Dee, la versione riservata alle sole donne delle stesso itinerario.

Nato nel 2019 e inaugurato in occasione della Festa della Donna, oggi la Via delle Dee è un percorso da fare tutto l’anno e che riserva delle incredibili sorprese.

A proporlo per la prima volta è stato Destinazione Umana, un tour operator specializzato in vacanze ispirazioni che lo descrive come un “trekking emozionale“. Sì, perché, se il percorso lungo la Via delle Dee è bellissimo, lo scopo del viaggio non è tanto raggiungere la meta, quanto fare un percorso di ispirazione, apprendimento e consapevolezza ed è anche un’occasione per incontrare nuove persone.

L’itinerario della Via delle Dee

La Via delle Dee parte da piazza Maggiore, a Bologna, e arriva in piazza della Signoria, a Firenze: 130 chilometri attraverso gli straordinari paesaggi appenninici, su antichi sentieri, passando tra oasi naturalistiche e boschi secolari, borghi ed edifici ricchi di storia.

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Fonte: @Destinazione Umana

Un gruppo di ragazze lungo la Via delle Dee

Ripercorrere l’itinerario della Via degli Dei, il sentiero escursionistico segnalato anche dal CAI (Club Alpino Italiano) molto simile agli antichi percorsi che nel Medioevo venivano utilizzati per le comunicazioni tra le due città e, ancora prima, dai Romani, lungo la Flaminia militare.

Ideata alla fine degli Anni Ottanta da un gruppo di escursionisti bolognesi, la Via degli Dei ricalca gli antichi tracciati tra Monte Bastione e Monte di Fo’ e, in alcuni tratti, ricalca la strada Romana originale, riscoperta proprio di recente.

Le tappe della Via delle Dee

La Via delle Dee (come anche la Via degli Dei) può essere percorsa a piedi in cinque o sei giorni oppure in mountain bike in soli due o tre giorni, ma è possibile percorrerne anche solo alcuni tratti. La difficoltà non è accessiva ed è un itinerario adatto a tutti.

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Fonte: @Destinazione Umana

Camminare in mezzo alla natura sulla Via delle Dee
  • Prima tappa

Lasciata Bologna e il famoso portico di San Luca, il più lungo del mondo, ci si dirige, a passo lento, verso i colli e, con un po’ di sali scendi, si giunge alle pendici di Monte Adone. La prima tappa è lunga circa 30 km e il tempo di percorrenze è di circa sette ore.

  • Seconda tappa

Inizia con la salita alla vetta di Monte Adone, per godere di un panorama appenninico meraviglioso e raggiungere il paese di Monzuno. Seguendo un sentiero di crinale, con vista sui boschi delle valli del Setta e del Savena, e camminando su un tratto di strada Romana si arriva a Madonna dei Fornelli, a quasi 800 metri di altitudine, tappa fondamentale della Via degli Dei, e dopo aver percorso 25 km.

  • Terza tappa

La terza tappa del cammino si entra in Toscana e si raggiunge il punto più alto di tutto il percorso. La sosta si fa dopo 15 km a Traversa, una mioroscopica frazione di Firenzuola che cota una manciata di abitanti, vicino al Passo della Futa, il valico dell’Appennino tosco-emiliano a 903 metri di altitudine.

  • Quarta tappa

Dal Passo della Futa a questo punto si scende verso Sant’Agata del Mugello, un piccolo gioiello architettonico alle porte di Firenze esistente già nel V secolo e ricco di testimonianze di epoca Romana. La quarta tappa termina a San Piero a Sieve dopo aver percorso 27 km.

  • Quinta tappa

La quinta tappa di 21 km è tutta un sali-scendi tra le colline toscane, in mezzo a ulivi, vigneti e anche castelli ed è un itinerario da cartolina. Il percorso si snoda su strade sterrate e sentieri nel bosco fino a raggiungere il sacro eremo di Monte Senario risalente al XIII secolo e infine il piccolo abitato di Olmo.

  • Sesta tappa

La sesta e ultima tappa, infine, comprende un tratto di sentiero naturalistico verso Poggio Pratone, da cui si scende verso Fiesole, una delle cittadine più belle e storiche della Toscana, abitata già dall’epoca etrusca. Da qui, seguendo la vecchia via Fiesolana che collegava Fiesole a Firenze si giunge a destinazione dopo aver percorso 17 km.

Quando andare

Per chi decide di percorrere le Via delle Dee in mountain nike o e-mountain bike (ancora meglio) le tappe sono Bologna – Madonna dei Fornelli – Passo della Futa – Firenze. Il periodo migliore per percorrerla è naturalmente durante la bella stagione, quindi da marzo all’autunno.

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Questa bubble suite è perfetta per ammirare la prossima pioggia di stelle

Nel cuore della Toscana, nel punto esatto dove si dividono il mare e l’entroterra, esiste un alloggio davvero straordinario. Ci troviamo a Vada, una piccola frazione del comune di Rosignano Marittimo che ogni anno viene raggiunta da migliaia di turisti provenienti da ogni dove. Da qui, infatti, è possibile andare alla scoperta dell’incantevole Costa degli Etruschi, oppure perdersi e immergersi tra le sinuose e verdeggianti colline livornesi.

Proprio qui, tra visioni e scorci mozzafiato, esiste una sistemazione romantica che invita chiunque raggiunga questo posto a disconnettersi da tutto e da tutti per vivere un’esperienza autentica e immersiva nella natura. Si tratta di una bubble suite, una struttura con pareti e soffitto trasparenti, che offre una vista privilegiata sul panorama circostante e sul cielo. Un alloggio strabiliante e suggestivo da raggiungere per ammirare la prossima pioggia di stelle.

Dormire in una bubble suite: l’esperienza da sogno in Toscana

Gli alloggi, ormai lo sappiamo, non sono più dei semplici luoghi destinati al riposo e al ristoro, ma si sono trasformati in esperienze integranti e caratterizzanti che, da sole, valgono un viaggio, anche dall’altra parte del mondo. Per vivere questa avventura straordinaria, in realtà, non abbiamo bisogno di allontanarci poi così tanto perché anche il Bel Paese offre tutta una serie di proposte davvero suggestive.

Tra queste troviamo la bolla di Vada, una Bubble Suite situata all’interno dell’oliveto dell’Antico Podere San Francesco in Toscana. Qui, all’interno di una struttura completamente trasparente e dotata di ogni comfort, i viaggiatori possono vivere un‘esperienza romantica e disconnessa, unica nel suo genere, potendo contare su una scenografia naturale straordinaria, quella del paesaggio circostante e del cielo stellato.

Ammirare il cielo stellato da una bolla trasparente

Situato nel cuore dell’oliveto del relais Antico Podere San Francesco, questo alloggio si configura come un rifugio perfetto per chi è alla ricerca di un’esperienza all’insegna della pace e della bellezza. Con la complicità della natura, infatti, è possibile ritagliarsi un momento esclusivo lontano dal caos e dal disordine della quotidianità.

La Bubble Suite è perfetta per chi viaggia con la propria dolce metà, ma anche per chi vuole condividere questa esperienza al di fuori dell’ordinario con un amico o un familiare. La sistemazione, in grado di ospitare un massimo di due persone, si snoda su una superficie di 80 metri quadrati sui quali sono disposti un letto matrimoniale e una vasca da bagno protetti da una bolla, con pareti e soffitto trasparente, che consente una vista totale e completa su tutto il panorama circostante. La privacy, poi, è garantita dalla presenza dei filari di olivi che si snodano tutto intorno.

Se di giorno è possibile ammirare la bellezza della natura e lasciarsi coccolare dai suoi suoni, è di notte che si accende la magia. Comodamente sdraiati sul letto, e circondati dal silenzio e dall’oscurità, gli ospiti potranno osservare il cielo stellato e lasciarsi incantare dalle sue molteplici suggestioni.

Se volete vivere un’esperienza del genere, non vi resta che tenere d’occhio i prossimi eventi astronomici e prenotare la bubble suite per avere una vista privilegiata  sulla prossima pioggia di stelle.

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Cosa vedere e cosa fare a Bagno a Ripoli

Il territorio di Bagno a Ripoli si incastona tra il Valdarno Superiore e il Chianti, come esito fortunato dell’incontro tra un ambiente benedetto dalla natura e la sapiente mano dell’essere umano. Siamo a pochi chilometri da Firenze, dove a ogni passo ci si immerge in antiche vicende storiche che hanno lasciato tracce indelebili in questo gioiello toscano, che si imprime indelebilmente nel cuore di chi lo visita.

Viaggio nel tempo tra gli scavi di Bagno a Ripoli

La storia di Bagno a Ripoli affonda le sue radici nel periodo etrusco-romano, prima della mitica fondazione di Florentia nel 59 d.C., come dimostrano alcuni scavi condotti durante gli anni Settanta e Ottanta, che hanno portato a importanti ritrovamenti archeologici. Tra questi, il famoso Sasso Scritto, un cippo in pietra arenaria scoperto negli anni ’70 sulle rive del Borro di Calcinaia, presso Gavignano, su cui si legge l’iscrizione etrusca ‘Tular spular’, che significa ‘confine della comunità’: probabilmente il sasso serviva per demarcare i confini della comunità etrusca di Fiesole, sull’antica via di comunicazione tra il Sud e il Nord dell’Etruria. Sono stati, inoltre, ritrovati resti di una villa romana, di edifici più piccoli, frammenti di ceramica e monete varie, nonché due sorgenti che un tempo dovevano alimentare un piccolo laghetto che permise i primi insediamenti umani.

ll toponimo Ripulae (cioè, ‘piccole rive da riparo’) deriva dalle opere di difesa idraulica erette per difendersi dagli esondamenti dell’Arno che mettevano in pericolo le coltivazioni della piana. Sotto la dominazione di Roma, il borgo tra Firenze, Fiesole e Arezzo acquisisce maggior importanza come crocevia di scambi commerciali. Resta traccia della sua prosperità negli scavi di via della Nave e quelli – non visitabili – della Villa romana di Antella, sulla sinistra della strada che porta all’ospedale di Ponte a Niccheri. Il complesso faceva probabilmente parte di una villa rustica di età imperiale, appartenuta al mercante di legname Publio Alfio Erasto, del quale è stata ritrovata l’epigrafe funeraria dedicatagli dalla moglie Versinia.

Cosa vedere a Bagno a Ripoli

La vicinanza a Firenze e la bellezza dei dintorni di Bagno a Ripoli hanno attirato nel corso dei secoli l’attenzione delle più potenti e facoltose casate cittadine. Mentre il palpitante sentimento religioso delle comunità locali abbelliva pievi e chiese rupestri custodi di pregevoli opere d’arte, i castelli e le case fortificate si trasformavano in dimore signorili e in magnifiche ville medicee, decorate con gusto dai più famosi artisti contemporanei.

Il territorio è un susseguirsi di case coloniche e cipressi, vigneti e uliveti, ma anche cantine e laboratori di artigiani che tramandano l’eredità produttiva legata alla tradizione, fino agli stabilimenti delle grandi case di moda che hanno scelto Bagno a Ripoli come luogo di creatività.

Il tour tra gli edifici più importanti di Bagno a Ripoli conduce al Castello di Quarate, antico fortilizio di origine longobarda del IX sec. d. C. la cui torre è oggi sormontata da splendide piante di ulivi. Le tre pievi attorno alle quali storicamente sono cresciute le tre principali frazioni del borgo sono senza dubbio le più notevoli. Si tratta dell’austera ed elegante Pieve di San Pietro a Ripoli, considerata una delle chiese più antiche d’Italia, l’antica Chiesa romanica di Santa Maria ad Antella e San Donnino a Villamagna, con lo slanciato campanile in pietra.

Assolutamente imperdibile è anche una visita all’Antico Spedale del Bigallo, edificato all’inizio del 1200 per dare ricovero a poveri e pellegrini, ed oggi ostello della gioventù, nonché sede di prestigiosi eventi presso le sale monumentali e il suggestivo hortus conclusus.

La poesia si fa materia al Ninfeo del Giambologna, meglio noto come Fonte della Fata Morgana, un luogo dall’aspetto misterioso e magico, avvolto da leggende che narrano di apparizioni e sparizioni di giovani fanciulle, e di magiche acque che rendono più giovani.

Immancabile, infine, una tappa all’Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, fatto erigere intorno al 1354 dalla famiglia fiorentina degli Alberti, nei pressi dal Cimitero di Ponte a Ema. Malgrado la facciata austera, l’interno stupisce con un maestoso ciclo di affreschi che narra la vita della principessa martire Santa Caterina d’Alessandria, detta “delle Ruote” per uno degli strumenti con cui fu torturata prima di arrivare al martirio.

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Spiaggia della Padulella, incastonata tra bianche pareti

Una vacanza estiva e balneare senza eguali è quella che offre l’Isola d’Elba, con il mare cristallino, un paesaggio ricco di natura e percorsi oudoor, un fitto calendario di eventi, luoghi di cultura e storia, e la bellezza delle sue spiagge.

Oltre 147 chilometri di costa, infatti, consentono di vivere il mare secondo tutti i gusti e le esigenze: sono moltissime le cale, le calette e le spiagge, ognuna differente dall’altra, selvagge, glamour, ideali per famiglie, romantiche oppure paradisi dello sport.

E, tra loro, spicca senza dubbio la Spiaggia della Padulella, un’assoluta meraviglia naturale dell’isola, amata e apprezzata a livello nazionale e internazionale, un autentico gioiello del Tirreno che oggi andiamo a scoprire.

Spiaggia della Padulella, incanto di Portoferraio

Candida spiaggia a cui gli ebani e i turisti sono irrimediabilmente affezionati, la Spiaggia della Padulella si dona lungo la costa nord non lontano dalla pittoresca cittadina di Portoferraio, a est rispetto alla Punta di Capo Bianco che la ripara dai venti e separata, sulla destra, dalla Spiaggia di Cala dei Frati e dalla Spiaggia delle Ghiaie da una piccola scogliera.

Lunga circa 170 metri, è una sorpresa da ammirare e godere almeno una volta nella vita: le limpide e azzurre acque creano un felice contrasto con il bianco delle maestose falesie che la incorniciano e con i piccoli e levigati ciottoli di ghiaia e, a periodi (in seguito a forti mareggiate) con tratti di posidonia spiaggiata.

Un dipinto, un gioco di colori, e la carezza dei caldi venti meridionali che mettono in risalto la trasparenza del mare che, grazie al candore dei fondali, assume incantevoli gradazioni cangianti che vanno dal turchese, al verde acqua fino all’azzurro: siamo di fronte a una località unica e inimitabile, impreziosita ancora di più dalle selvagge e brulle colline tutt’intorno, nel profumo della vegetazione mediterranea.

Come se non bastasse, la Spiaggia della Padulella fa parte della Riserva Marina di Tutela Biologica dello Scoglietto, favolosa oasi realizzata nel 1971 che include anche la Spiaggia delle Ghiaie e la Cala dei Frati: l’area protetta va dalle abbaglianti scogliere di Capo Bianco, che si tuffano nel Mar Tirreno, fino a Punta Falcone e, al largo, allo Scoglietto.

Grazie in particolare alle secche situate alla destra, il tratto di mare della Riserva ammalia con straordinarie sfumature dal blu intenso al verde smeraldo, ed è un vero eden per lo snorkeling: sono innumerevoli le specie di flora e di fauna che dimorano in questo angolo davvero speciale.

Non mancano, poi, anche i servizi: stabilimento attrezzato con possibilità di noleggio pedalò, lettini e ombrelloni, bar, ristorante, scuole di surf e vela e, nelle vicinanze, strutture ricettive.

Come arrivare in quest’angolo di paradiso

Sono due i punti di accesso alla Spiaggia della Padulella, entrambi raggiungibili seguendo la strada che da Portoferraio porta alle Ghiaie e poi le indicazioni per “Pedulella ed Enfola”.

Oltrepassata la Spiaggia delle Ghiaie, dopo 300 metri sulla destra, si apre una stradina pedonale con sbarra che vieta il transito alle auto: da qui, un breve tratto a piedi porta alla Padulella donando un eccezionale panorama della costa e delle imponenti antiche mura di Portoferraio.

Il secondo accesso, invece, lo si incontra procedendo lungo la strada principale a senso unico per ancora 200 metri, seguendo l’indicazione “Capo Bianco” fino ad arrivare a un parcheggio a pagamento: lasciata l’auto, sulla destra dello spiazzo una stradina prosegue per qualche decina di metri e arriva nel paradiso dell’Elba.