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In questa città puoi cenare nel ristorante migliore del mondo

Al primo posto della celebre classifica The World’s 50 Best Restaurants c’è un locale che si trova in America Latina. Ed è a Lima, in Perù, quindi che puoi cenare nel migliore ristorante al mondo. Si tratta del Central che, nell’edizione 2023 del riconoscimento, si trova sul tetto del mondo.

Un’occasione, ghiotta ci viene da dire, per programmare una vacanza nel paese sudamericano e unire la cucina d’eccellenza alle bellezze di una terra tutta da esplorare. Tutto quello che c’è da sapere sul ristorante migliore al mondo e sulla città che lo ospita per una vacanza che coinvolge gusto, sguardo ed emozioni.

Central: il ristorante migliore al mondo si trova a Lima in Perù

Quando si viaggia lo si fa per esplorare, per conoscere il mondo, per aggiungere esperienze al proprio bagaglio. Lo si fa con gli occhi: osservando le meraviglie che ci accolgono in ogni angolo del globo terrestre. Lo si fa con il cuore, accumulando emozioni che restano indelebili. E lo si fa con i sensi, sperimentando nuovi gusti e sensazioni. Come quelle culinarie, che sono senza dubbio tra le più apprezzate.

Ecco che, se si programma una vacanza a Lima in Perù, non ci si può far sfuggire l’occasione di provare a cenare nel migliore ristorante al mondo, almeno secondo quanto stabilito da The World’s 50 Best Restaurants, classifica che ogni anno – dal 2002 – viene stilata dal mensile inglese Restaurant coinvolgendo, tramite sondaggio, chef, ristoratori e critici internazionali.

Il ristorante ha aperto nel 2008, lo chef è chef Virgilio Martínez che lavora con la moglie Pía León (responsabile di un altro locale in classifica, ovvero il Kjolle in 28esima posizione). L’obiettivo, riuscito, era quello di far conoscere tecniche e ingredienti autoctoni, sempre nel rispetto delle stagioni.

Del resto, lo ha detto anche William Drew, direttore dei contenuti di The World’s 50 Best Restaurants: “Virgilio Martinez, Pía León e tutta la squadra del Central hanno aperto la strada alla valorizzazione degli ingredienti autoctoni attraverso i loro piatti innovativi e alla loro maestria nell’arte dell’accoglienza. Il loro impegno nella ricerca, nel rispetto del patrimonio nazionale e nella promozione della biodiversità unica del Perù non ha eguali”.

I prezzi variano: come riporta Scatti di Gusto vengono proposti diversi menù degustazione da tante portate: da quelli più costosi (che pare si aggirino introno ai 300 euro) ad altri che hanno un costo di circa 260 euro. Si tratta di un’esperienza che riesce a coinvolgere tutti i sensi e che permette di conoscere un po’ meglio le tipicità del Perù.

Il secondo piano del ristorante Central a Lima, in una foto datata 2013

Fonte: Getty Images – Crediti foto: Cris Bouroncle/AFP

Il secondo piano del ristorante Central a Lima, in uno scatto del 2013

Lima, cosa vedere nella città peruviana

Oltre al cibo, Lima offre tantissime cose da vedere ed esperienze da vivere. Intanto è bene ricordare che il centro storico della città sudamericana è Patrimonio dell’Umanità Unesco: quindi, a ogni angolo regala scorci indimenticabili.

Poi vale la pena ammirare Plaza de Armas e inserire nelle tappe da non perdere anche la Cattedrale di San Giovanni Apostolo Evangelista, la cui prima realizzazione è datata 1535. Tra i distretti da non perdere ci sono il Miraflowers, dove si trova anche il Central, e il Barranco ricco di locali notturni. E ancora il Parco dell’amore con la scultura Il Bacio di Víctor Delfín e la sua vista impareggiabile, il Museo Larco in cui ammirare l’arte precolombiana e l’Huaca Pucllana, la grande e antica piramide che si triva distretto di Miraflores.

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Perù, in viaggio verso le Islas Ballestas: tra fauna marina e meraviglie della natura

Se tra i tanti desideri che custodite c’è per caso quello di ammirare animali in libertà in contesti naturalistici che tolgono il fato, abbiamo una buona notizia per voi. Esiste, infatti, una maniera per rendere reale questo prezioso sogno che custodite nel vostro cassetto: viaggiare verso le Islas Ballestas.

Dove si trovano le Islas Ballestas

Le incantevoli Islas Ballestas sono un gruppo di piccoli lembi di terra che spuntano al largo della città di Pisco, lungo la costa meridionale del Perù. Seppur minute, sono oggi un importante santuario per la fauna marina, ma anche un luogo dove gli animali hanno scelto di rifugiarsi e vivere in tranquillità.

Niente spiagge che tolgono il fiato e mai avvistata una palma per proteggersi dal sole: questo è semplicemente un posto dove osservare mammiferi – e non solo – nel loro ambiente naturale, senza sbarre e intervento umano. Chiamate scherzosamente le “Galapagos dei poveri“, offrono un’esperienza che vale la pena di essere vissuta, una di quelle che bisogna assolutamente spuntare nella lista dei desideri, sempre che vi piacciano gli animali.

Come visitarle

Non è possibile soggiornare sulle Islas Ballestas. L’unico modo per esplorarle è utilizzare le imbarcazioni offerte dalle agenzie che organizzano questo tipo di escursioni e che si trovano presso Paracas. Per raggiungere queste incredibili formazioni rocciose occorre approssimativamente mezz’ora, mentre l’intero tour ha una durata di circa un paio d’ore.

Essenziali sono un cappello e una giacca a vento. Il primo per proteggersi dal guano, mentre il secondo perché fa sempre comodo quando si parla di gite in barca, anche perché i motoscafi sono tutti piccoli e scoperti. No, non avrete la possibilità di avventurarvi a piedi sulle isole, ma avrete comunque modo di vedere da vicino tantissimi animali diversi, alcuni dei quali non è possibile trovare nel nostro Paese.

Cosa aspettarsi

Partecipando a un tour organizzato che conduce presso le Islas Ballestas, vi catapulterete in un vero e proprio incontro ravvicinato con animali di qualsiasi tipo. Creature che non possono essere trattenute in nessun modo dall’uomo. Parliamo di leoni marini, crostacei giganti e uccelli di ogni specie.

E poi ancora decine di migliaia di pellicani e, se particolarmente fortunati, persino cetacei come balene e delfini. Un vero e proprio spettacolo della natura che, attraverso i suoi esseri viventi, sembra volerci parlare e chiedere rispetto.

E poi, anche se pare brutto dirlo, strati e strati di guano (quindi cacca) che per il Perù è una risorsa eccezionale in quanto ha un potere fertilizzante 30 volte superiore allo sterco di vacca. Vi basti sapere che i guardiani delle isole hanno anche il compito di raschiare e raccoglierlo, almeno per 6 mesi consecutivi.

E durante il viaggio di andata una misteriosa meraviglia: il Candelabro, vale a dire un geoglifo peruviano gigantesco che rappresenta una figura a 3 braccia, alta più di 150 metri e larga 50. Se vi state chiedendo dove, la risposta è molto semplice: è scolpito nella sabbia sulla costa, sulle pareti di un’imponente collina.

Per molti, infatti, sembrerebbe avere un collegamento con le ben più famose Linee di Nazca, ma la verità è che al momento non si ha alcuna informazione certa.

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Come in una fiaba: benvenuti nel pozzo incantato dall’acqua blu

Ci sono luoghi talmente spettacolari da risultare magici e regalare al visitatore la sensazione di essere immerso in una fiaba. È in questi posti speciali che la natura regala il meglio di sé, restituendo allo sguardo piccoli sprazzi di meraviglia. Succede in Brasile, in un pozzo incantato con l’acqua di un blu intenso, un luogo in cui ogni sfumatura di questo colore viene valorizzata dalla luce.

È un luogo da favola, da visitare in determinati orari e momenti della giornata per poter godere di tutta la sua sfavillante bellezza. Il Poco Encantado, o Pozzo Incantato, si trova nei pressi di uno dei parchi nazionali più interessanti di tutto il Brasile, ovvero la Chapada Diamantina ed è una di quelle tappe imperdibili per chi vuole lasciarsi meravigliare dalla bellezza della natura.

Il pozzo incantato del Brasile, la discesa in un luogo da favola

Viaggiare significa esplorare, scoprire nuovi luoghi e colmare lo sguardo e la mente di bellezza. Ci sono posti in cui tutto questo è facile, perché è lì che la natura regala il suo meglio, in cui mostra tutta la sua commovente bellezza.

In Brasile, e più precisamente a Itaité nei pressi del parco nazionale Chapada Diamantina, si nasconde un luogo da favola, che regala al visitatore la sensazione di essere immerso nella bellezza, quel tipo di bellezza che regala stupore ed emozioni intense. Perché lì si trova un pozzo incantato, per raggiungerlo si deve scendere per una lunga scalinata che porta all’ingresso della grotta. Poi, muniti di casco di sicurezza, si deve procedere lungo un percorso in cui è necessario tenersi a delle apposite corde. La difficoltà, però, è ripagata dalla bellezza del luogo in cui si arriva: una vera e propria grotta con un pozzo profondo circa 65 metri. Lì sono i colori a regalare allo sguardo dei visitatori tante sfumature diverse, grazie alla luce che penetra da un’apertura. L’acqua è talmente cristallina da permettere allo sguardo di vedere i fondali e i giochi di colore sono suggestivi ed emozionanti.

Ma attenzione, per poter ammirare questo spettacolo incantato nel momento giusto, è bene visitare Poco Encantado da aprile a settembre e dalle 9,30 del mattino sino alle 14. Nei mesi invernali invece la magia è offerta dalla luna, con giochi di luce che si possono ammirare dalle 22,30 e fino alle 2 di notte.

Poco Encantado: la magia del pozzo incantato in Brasile

Fonte: iStockPhoto

La magia del pozzo incantato in Brasile

Poco Encandando, la storia del pozzo

Una grotta e un pozzo già da soli regalano mille suggestioni fantastiche e fanno fare alla mente viaggi di fantasia. È facile immaginarsi storie e leggende, alimentate dalla magia che un posto così regala allo sguardo.  Ma in realtà la scoperta di questo posto incantato in Brasile sembra essere stata fatta per caso. Pare, infatti, che sia avvenuta nel 1940, quando un giovane cacciatore ha trovato una crepa e, pensando che si trattasse di una tana, è tornato con i suoi amici. L’esplorazione ha portato alla luce la grotta con il pozzo, e da quel momento ha regalato ai visitatori di tutto il mondo uno spettacolo indimenticabile.

Raggiungerlo richiede un pochino di sforzo fisico che viene ampiamente ripagato all’arrivo, quando ci si immerge in un luogo magnifico, in cui la natura ha dato il meglio di sé.  Basterà ammirare il gioco di luce e acqua, per pensare di essere in un sogno. Ma è realtà, da conservare negli occhi e nel cuore.

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La cavalcata che attraversa i luoghi più spettacolari del pianeta

Siete abbastanza coraggiosi da affrontare la cavalcata più indimenticabile, intrepida ed emozionante del pianeta? Se sì, allacciate le cinture per vivere un’esperienza imperdibile! Il suo nome è  Gaucho Derby ed è una gara di otto giorni che si svolge ogni anno nella splendida Patagonia, un’avventura che ogni anima dal cuore selvaggio dovrebbe vivere. Questo evento argentino non si limita ad essere uno dei più veloci, ma metterà alla prova la vostra abilità, il vostro coraggio e vi spingerà a superare i vostri limiti.

La gara si svolge nella seconda metà di febbraio su un percorso di 500 chilometri nel quale partecipano cavalli e horse rider professionisti provenienti da tutto il mondo, un evento che porta in scena anche spettacoli di equitazione e giochi tradizionali.

Rispetto alle classiche competizioni equestri, la gara si svolge nei paesaggi estremi e selvaggi dell’Argentina, tra le montagne e le distese verdi dei prati a dir poco mozzafiato. Qui, i partecipanti devono dimostrare non solo la loro abilità equestre, ma anche la loro resistenza fisica e mentale. È una sfida impegnativa, piena di ostacoli naturali come fiumi, scogliere e terreni accidentati, in cui affrontare la sabbia profonda, cadute pericolose e salite ripide. Ma l’esperienza vale davvero la pena.

Adrenalina pura nella natura incontaminata dell’Argentina

Gli otto giorni di gara richiedono preparativi intensi e attenzione ai dettagli. Tutti gli atleti, gli organizzatori, il pubblico e gli appassionati aspettano con ansia questo evento. Per chi vuole partecipare alla competizione la preparazione è fondamentale per garantire un’esperienza di successo. Durante la gara, ogni squadra deve affrontare numerose sfide che mettono a dura prova l’abilità, la resistenza e la forza mentale.

Inoltre, durante il derby, è possibile scoprire e attraversare i panorami estremamente vari e i paesaggi di straordinaria bellezza, diversi da qualsiasi altro luogo del pianeta. Dai ghiacciai ai deserti, dalle foreste pluviali alle immense praterie, con le cime frastagliate delle sue montagne, la Patagonia merita sicuramente di essere visitata almeno una volta nella vita.

Inoltre, questa località ospita alcuni dei ghiacciai più grandi del pianeta, tra cui il ghiacciaio San Rafael e il ghiacciaio Viedma, situato vicino al pittoresco villaggio montano di El Chalten che, oltre ad essere il punto di arrivo della competizione, è anche una delle località più gettonate dai visitatori. Queste imponenti strutture di ghiaccio sono uniche e offrono uno spettacolo che lascia senza fiato.

La Patagonia offre molte opportunità per rilassarsi e godere delle sue straordinarie bellezze naturali. Dalle spiagge assolate ai tranquilli laghi di montagna, potrete immergervi in un’oasi di pace in cui ammirare l’ambiente circostante. Inoltre, durante il vostro viaggio, sarete accolti dalla gente del posto con calore e ospitalità, imparerete a cucinare cibi tradizionali su fuochi all’aperto e parteciperete ad attività di allevamento come la doma dei cavalli e l’allevamento del bestiame.

Un’esperienza unica, difficile da dimenticare

La Patagonia offre lo scenario perfetto per un’uscita adrenalinica, con viste mozzafiato sulle montagne e sulle distese erbose. È un’occasione per sperimentare qualcosa di diverso, un mix tra rodeo, polo e calcio, dove tradizioni secolari sono ancora vive in un unico incredibile evento. Inoltre, vi darà la possibilità di stabilire un legame più profondo con la natura, oltre che per costruire relazioni con le popolazioni locali e conoscere meglio la loro cultura e le loro tradizioni.

Se siete alla ricerca di un’avventura imperdibile in una delle regioni più belle del Sud America, vi consigliamo di trascorrere la vostra prossima vacanza galoppando sulle colline della Patagonia in sella ai cavalli. Non ve ne pentirete!

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Rurrenabaque, il cuore più selvaggio della Bolivia per una vacanza ecosostenibile

Oggi vi portiamo a scoprire una meta non facile da raggiungere ma che, nonostante le difficoltà, è in grado di regalare al visitatore emozioni uniche ed estremamente legate al contatto con la natura. Il posto in questione si chiama Rurrenabaque, una località della Bolivia che si affaccia sulle rive del fiume Beni. La sua principale fama turistica deriva dal fatto che è un facile punto di accesso per visitare il Parco Nazionale Madidi che prende vita proprio all’interno della foresta pluviale boliviana, così come la pampa circostante. Ma ora scopriamo insieme cosa può regale un viaggio a Rurrenabaque.

Rurrenabaque, informazioni utili

Rurrenabaque si trova nella provincia di José Ballivián nel dipartimento di Beni, in Bolivia. Chiamata affettuosamente anche Rurre, richiede molta pazienza per essere raggiunta, quasi come a fare un viaggio nel viaggio: ci si può arrivare in autobus in 18 ore partendo dalla straordinaria La Paz; in taxi a noleggio con circa 12 ore; o in aereo, il mezzo più veloce grazie ai suoi 45 minuti-1 ora, ma che è bene sapere che in alcune circostanze le nuvole basse che si formano sopra le montagne vicine possono ostacolare la visibilità degli aerei e, di conseguenza, impedirne l’atterraggio.

In alternativa è possibile atterrare presso l’aeroporto di Reyes che si trova a circa 32 chilometri di distanza e poi salire su un autobus per più o meno un’ora.

Cosa vedere

La Bolivia è senza ombra di dubbio una terra meravigliosa, ma viaggiare in direzione Rurrenabaque vuol dire scoprire un altro e inedito volto di questo Paese. Un posto che bisogna meritare anche se spesso accoglie con un caldo umido e soffocante. La stessa città in sé per sé non ha poi chissà quale eccezionale attrazione turistica, ma la forza di questa località è un’altra e davvero imperdibile: è il luogo ideale per dirigersi verso la pampa o nella selva. In loco sono infatti disponibili diverse agenzie che permettono di passare 3 giorni nella pampa e/o 3 giorni nella selva.

Grazie a delle barche in partenza da Rurrenabaque potranno essere raggiunti dei veri e propri lodge che prendono vita nel bel mezzo della foresta. Da qui si potranno fare varie attività giornaliere come andare alla scoperta dei piranha, passeggiare nella natura e avventurarsi in safari per avvistare i delfini rosa o le anaconde.

Fiume Beni bolivia

Fonte: iStock

Il Fiume Beni in Bolivia

Ma Rurrenabaque sorge anche a pochissima distanza dal Parco nazionale Madidi che è stato istituito, nell’ormai lontano 1995, con lo scopo di proteggere una zona ancora vergine che si estende dai bassopiani amazzonici fino ai picchi ricoperti di neve delle Ande. Da queste parti si possono fare dei veri e propri tour nella giungla che permettono di conoscere la popolazione locale e al contempo ammirare la fauna e imparare come usare le piante a scopi medicinali come le foglie di coca, un’erba che se non trattata aiuta il fisico a far fronte ai problemi relativi alle altitudini.

Altrettanto imperdibili esperienze le possono fare coloro che amano il trekking grazie ai numerosissimi sentieri che partono dalla città. Molto popolare tra i camminatori, per esempio, sono il Mirador de la Cruz e il sentiero dei Ponti Sospesi. Tragitti intensi che portano nel nella foresta amazzonica e che permettono anche di vivere un’avventura adrenalinica presso il Wizard’s Mountain Jungle Lodge dove svetta una zipline lunga 40 metri per volare sopra la foresta.

Rurrenabaque è un punto di partenza ideale anche per coloro che vogliono dedicarsi all’ecoturismo poiché nella zona si trovano alcuni eco-lodge attraverso cui correre a scoprire una grande biodiversità, paesaggi lussureggianti, culture indigene e una popolazione amichevole.

Parco nazionale Madidi

Il meraviglioso e importantissimo Parco nazionale Madidi si estende per circa 19.000 chilometri quadrati in cui sono presenti una varietà di ecosistemi che passano dalla prateria, alla savana, alla foresta tropicale fino ad arrivare agli ambienti aridi andini di alta montagna che spaziano dal livello del mare fino a circa 6000 metri di altitudine.

Vi basti pensare che stando a un recente censimento effettuato dal Servicio Nacional de Áreas Protegidas (SERNAP) in collaborazione con la Wildlife Conservation Society (WCS) che ha coperto appena un terzo del territorio, in questo eccezionale parco vivono ben 1.254 diverse specie di uccelli (vale a dire circa 14% del totale delle specie esistenti), 272 specie di mammiferi, 496 specie di pesci e oltre 213 specie di anfibi.

Il modo migliore per vivere questo spettacolo dalla natura è facendo un itinerario di 3-4 e più giorni partendo proprio dalla città di Rurrenabaque, un’avventura che sarà in grado di far sperimentare un viaggio unico, autentico e sicuro nel cuore della foresta.

Parco nazionale Madidi bolivia

Fonte: iStock

Uno scorcio del Parco nazionale Madidi

Ci si potrà imbattere in bradipi, vigogne, puma, orsi dagli occhiali, delfini di fiume, ma anche conoscere le tantissime piante medicinali dell’Amazzonia e gli usi tradizionali e sostenibili delle sue numerosissime risorse naturali.

A bordo di una crociera lungo ​​il fiume Tuichi, invece, si avrà a che fare con tartarughe, lontre di fiume giganti, capibara, are e persino scimmie. Disponibili sono anche le passeggiate notturne nel bel mezzo della natura per osservare le creature della notte che popolano questo parco.

In sostanza, fare un tour da queste parti vuol dire scoprire la più bella foresta tropicale della Bolivia, un mondo poco conosciuto da noi europei ma da approcciare assolutamente ed esclusivamente con l’ausilio di una guida.

Le destinazioni vicine più popolari

Dopo aver fatto questo vero e proprio bagno di natura vergine e autentica, il consiglio è quello di visitare alcune destinazioni popolari ma che si trovano ad alcuni chilometri di distanza.

È il caso di Coroico, una città situata a circa 90 chilometri da La Paz e in cima a una collina. Una località in grado di far innamorare poiché caratterizzata da una vegetazione subtropicale, cascate, ruscelli, fiumi balneabili e numerose piantagioni di caffè.

Poi ancora La Paz, la Capitale del Paese che è anche la più alta del mondo grazie ai suoi 3640 metri di altitudine. Tante le attrazioni da ammirare, ma più di altre vi consigliamo il mercato delle stregoneria, dove poter acquistare oggetti e sostanze utilizzate come rimedi naturali, e la Chiesa di San Francesco, il posto perfetto per staccare la spina dal notevole caos cittadino.

Infine, vale la pena fare un salto anche all‘Isola del Sole che si trova sul lato boliviano dell’affascinante Lago Titicaca. Un fazzoletto di terra particolarmente roccioso e caratterizzato da terrazzamenti costruiti dagli Inca che la popolavano in passato.

Insomma, fare un viaggio nel cuore selvaggio della Bolivia, ovvero Rurrenabaque, consente di scoprire meraviglie per noi poco note e assolutamente speciali.

Lago Titicaca isola del sole

Fonte: iStock

L’Isola del Sole sul Lago Titicaca
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Aracataca: il diario di viaggio di Jovanotti in America Latina, in anteprima su RaiPlay

Prendete una bicicletta, uno smartphone e un’incessante curiosità per scoprire nuovi orizzonti. Aggiungete un’icona della musica italiana come Jovanotti e una terra tutta da scoprire come il Sud America, e avrete la ricetta per una nuova docu-serie imperdibile.

Aracataca-Non voglio cambiare pianeta 2” è la nuova avventura in bicicletta di Lorenzo Cherubini alla scoperta di paesaggi incantevoli, città coloniali, popolazioni e culture locali tra suggestioni, immagini e sensazioni. Il format, che è l’ideale per chi ama viaggiare ed esplorare, verrà trasmesso in esclusiva su RaiPlay.

Non voglio cambiare pianeta 2: il ritorno di Jovanotti

Una bicicletta, uno smartphone e un’action camera montata sul manubrio della sua bicicletta, realizzata apposta per l’occasione, è quanto basta a Jovanotti per documentare il suo diario di bordo alla scoperta del Sud America. Un’esperienza che non è nuova per l’artista, che agli inizi del 2020 aveva pedalato in solitaria per ben 4.000 chilometri tra il Cile e l’Argentina. RaiPlay aveva documentato questa avventura nei primi 16 episodi della serie “Non voglio cambiare pianeta”, dando voce a ogni destinazione, ogni emozione e ogni sfida.

Ma il cantautore italiano non si è fermato qui. Quest’anno, ha deciso di fare il bis con “Aracataca-Non voglio cambiare pianeta 2”. Cambiano le tappe ma non lo spirito di esplorazione: in questo nuovo viaggio in bicicletta, Jovanotti ha percorso 3.500 chilometri in Sud America, attraversando le Ande, l’Amazzonia e toccando anche la città colombiana che dà il nome al progetto: Aracataca, il luogo di nascita del suo autore preferito, Gabriel García Márquez.

Attraversando luoghi incantevoli, dal fascino senza tempo, tra salite e discese, foreste e cascate, sentieri e autostrade, Jovanotti ha documentato ogni aspetto del viaggio. Dai villaggi sperduti alle grandi città, dalle periferie ai pueblos, ha incontrato le popolazioni locali, utilizzando la musica come un ponte tra le culture.

“Aracataca” è il racconto psichedelico di una follia su due ruote, in cui Lorenzo Cherubini si è aperto alla fatica e alla curiosità, per raccontare sia la sua storia che quella dei luoghi attraversati, in un contesto in cui la libertà, la spontaneità, l’occhio aperto e ingenuo, il gioco e la consapevolezza sono stati gli elementi chiave del racconto.

Aracataca: la seconda stagione in streaming su RaiPlay

Dopo il sorprendente e straordinario successo della prima stagione, trasmessa in pieno lockdown con oltre 5,5 milioni di spettatori, RaiPlay presenta la sua seconda avventura con una nuova serie di episodi. Questa stagione è composta da 22 puntate, pari al numero degli arcani maggiori dei tarocchi che hanno accompagnato Lorenzo durante il suo viaggio, divise in due parti: i primi undici episodi vanno in onda dal 24 aprile 2023, mentre gli altri saranno trasmessi a partire dal 1° maggio.

Aracataca ci trascina in un itinerario emozionante alla scoperta di luoghi magici e di culture antiche, attraverso immagini, pensieri ed emozioni, sulle note di una colonna sonora completamente originale, scritta, suonata e cantata dall’artista stesso. Lo stesso progetto è stato girato interamente da Jovanotti, utilizzando solo una piccolissima action camera e un cellulare, creando così un format unico nel suo genere che va al di là di ogni forma di documentario tradizionale.

Un progetto dal taglio fresco e spontaneo, prodotto da Soleluna e montato e diretto da Michele Lugaresi: Aracataca è un invito a lasciarsi trasportare in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato, in cui la bellezza della natura e la genuinità delle persone ci riportano in contatto con noi stessi.

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Florianòpolis, la città del Brasile che tutti dovrebbero conoscere

Cercate una città dove il moderno si plasma ad opera d’arte con l’antico? Dove ci sono spiagge paradisiache, onde da cavalcare a bordo di tavole da surf, per poi trascorrere la serata immersi nel puro divertimento? Allora la vostra prossima meta deve essere Florianòpolis, una località del Brasile che, secondo noi, tutti dovrebbero conoscere.

Florianòpolis, un po’ di informazioni

Florianópolis è la peculiare Capitale dello Stato di Santa Catarina, parte della mesoregione della Grande Florianópolis e della microregione di Florianópolis. Bagnata dalle potenti acque dell’Oceano Atlantico, è anche soprannominata in maniera affettiva dai suoi abitanti Floripa, e vanta il riconoscimento statistico di Capitale brasiliana con la migliore qualità della vita e indice di sviluppo umano.

Sorge su una spettacolare isola che conta circa cento spiagge, aree verdi che tolgono il fiato, feste e eventi da non perdere, musei pregni storia, fortezze che resistono al passare del tempo e ristoranti in cui gustare pietanze gustose. Florianópolis è una di quelle mete che prima o poi bisogna raggiungere, e ora scopriremo insieme tutto quello che c’è da visitare.

Cosa vedere a Florianòpolis

È vero che Florianòpolis è lambita dall’oceano, ma l’isola su cui sorge è anche puntellata di rilievi montuosi che toccano persino i 532 metri di altezza. Poi ci sono alcune splendide lagune, dune a perdita d’occhio e anche tanti siti turistici che da soli valgono il viaggio.

Il mercato pubblico

Abbiamo deciso di iniziare questa avventura a Florianòpolis entrando subito nel vivo della sua storia e della sua cultura. Per questo non può mancare una tappa presso il suo mercato pubblico. In un passato, ormai piuttosto lontano, da queste parti si vendevano prodotti alimentari, pasti appena sfornati e prodotti della terra tra cui spezie, cannella, vaniglia e cacao, tutte prelibatezze che a quei tempi in Europa non sapevamo quasi cosa fossero.

Florianopolis mercato pubblico

Fonte: iStock

Il mercato pubblico

Nel 1851 venne poi aperto il primo mercato pubblico che, oltre al cibo, al giorno d’oggi offre vestiti, stoviglie, artigianato e molto altro ancora.

Il ponte Hercílio Luz

Come vi abbiamo accennato poco sopra, antico e moderno da queste parti si plasmano in maniera del tutto armoniosa, e per questo non può di certo passare inosservato il favoloso ponte Hercílio Luz, vera e propria icona della città.

E in particolare lo è quando scende il buio, momento della giornata in cui viene illuminato diventando l’attrazione principale di Florianòpolis. Attualmente è chiuso al traffico, ma è comunque conservato e tutelato come Patrimonio Historico Artistico della città e anzi, è persino conosciuto come il ponte sospeso più lungo del Brasile e il secondo più grande in tutto il Sudamerica.

Il centro storico

Senza ombra di dubbio vale la pena visitare anche il centro storico di Florianòpolis che si distingue per essere un insieme di edifici pubblici che a loro volta celano splendidi parchi, piazze e musei. Particolarmente interessante è piazza XV de Novembro, dove si possono visitare delle antiche e raffinate ville.

Il Mirante Manoel de Menezes

Assolutamente degno di nota è il Mirante Manoel de Menezes, uno spettacolare belvedere da dove ammirare la città da una prospettiva più che unica. Si trova trova in cima a una collina e quando il cielo è cristallino regala una favolosa cartolina della laguna sottostante che si estende fino al mare e alle paradisiache spiagge Joaquina e Mole.

Spiaggia Joaquina, Florianopolis, Santa Catarina, Brasile

Fonte: iStock

La Spiaggia Joaquina

Le fortezze di Florianòpolis

Per toccare la storia con mano bisogna dirigersi verso la Fortaleza de Santo Antônio de Ratones che svetta fiera sulla piccola isola di Ratón Grande. Edificata nel XVIII secolo, aveva uno scopo prettamente difensivo. Nel lato nord dell’isola di Florianópolis c’è un’altra struttura che merita una visita, la Fortaleza de São José da Ponta Grossa che si deve però raggiungere attraverso una strada stretta e tortuosa.

Ilha do Campeche

Florianòpolis, nella sua spettacolare Ilha do Campeche, conserva anche un prezioso sito archeologico. Da queste parti, grazie ai lavori e agli studi condotti nel corso del tempo, sono state riscontrate le esistenze di tribù primitive che hanno popolato la zona più di cinquemila anni fa.

Sono numerosissime infatti le iscrizioni rupestri rinvenute. Merita una menziona anche l’isola è il Morro do Norte, una collina in cui fare dei trekking che regalano panorami a dir poco maestosi.

La Cattedrale Metropolitana

La Cattedrale Metropolitana di Florianòpolis è in assoluto la sua prima chiesa che fu fatta edificare nel 1673 da Francisco Dias Velho Monteiro. Inizialmente era una minuta cappella di pietra calcarea e con un unico altare maggiore, mentre oggi è un maestoso e imponente edificio che difficilmente lascia indifferenti.

I musei

La storia di questa città è ricca di importanti eventi e affonda le sue radici in tempi molto lontani. Per questo motivo è costellata di diversi musei che vale la pena scoprire. Un esempio sono il Santa Catarina Art Museum (MASC), l’istituzione ufficiale per le belle arti, e il Museo di storia di Santa Catarina (MHSC).

Poi ancora l’Eco-Museo di Ribeirão da Ilha, che conserva le basi della cultura delle Azzorre che è il tratto culturale dominante poiché è stato importato dagli immigrati delle isole portoghesi nel XVIII, e il Museo degli Uomini Sambaqui.

Parco statale di Serra do Tabuleiro

Chi ama la natura nella parte sud di Florianópolis non deve perdersi il Parco statale di Serra do Tabuleiro, luogo spettacolare in cui scoprire montagne, fiumi e cascate. La zona più indicata per coloro che amano camminare, fare escursioni e godersi la natura a 360°.

Florianòpolis brasile

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Veduta di Florianòpolis

Il mare e la vita notturna

Il turismo da queste parti è cresciuto in modo significativo negli ultimi 10 anni e il merito è senza ombra di dubbio anche delle magnifiche spiagge e della vivace vita notturna. La spiagge, alcune balneabili e altre no, sono circa un centinaio e in grado di accontentare qualsiasi esigenza: ci sono quelle super attrezzate, come quelle squisitamente selvagge.

Chi ama il surf, per esempio, non deve perdersi Praia Mole e Praia Brava, mentre chi è a caccia di pura vegetazione deve dirigersi verso Praia Moçambique, situata in una riserva naturale. Ma soddisfazioni si possono avere anche in pieno centro cittadino: qua sorge la spettacolare Lagoa da Conceição, particolarmente gettonata dagli amanti degli sport acquatici come windsurf, vela, kitesurf.

Ed è proprio qui, che la sera, ha inizio la movida: ci sono innumerevoli bar, ristoranti e locali, così come concerti e feste da non perdere. Ma del resto parliamo di una città che, qualche anno fa, è stata dichiarata “Destinazione per feste dell’anno” dal prestigioso The New York Times.

Insomma, che ne dite? Vale la pena o no fare un salto a Florianòpolis?

Florianòpolis brasile cosa fare

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Florianòpolis, tra spiagge e montagne
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Argentina Notizie Sud America tradizioni Viaggi

A luglio questo Paese diventa il più dolce del mondo

Viaggiare significa anche e soprattutto scoprire le tradizioni gastronomiche. Non c’è niente di meglio di un dolce per identificare un paese: l’Austria è famosa per la sua Sacher Torte, mentre la Francia fa subito venire in mente i macaron e quando ci si reca negli Stati Uniti non si vede l’ora di gustare i pancake allo sciroppo d’acero. L’Argentina è invece apprezzata dai più golosi per i suoi alfajores, soffici dolcetti farciti col dulce de leche che sono tra i protagonisti della Semana de la Dulzura. Di cosa si tratta? È un’intera settimana della dolcezza che si svolge nella nazione sudamericana nella prima settimana di luglio: in particolare, quest’anno si svolgerà dal 1° al 7 luglio prossimi. Una tradizione recente, che in pochi anni ha conquistato tutta la popolazione argentina proprio per la sua dolcezza.

L’origine della Semana de la Dulzura

Uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati di dolciumi è stato celebrato per la prima volta nel 1989 per far fronte alla crisi economica. In quegli anni l’inflazione era alle stelle e molte fabbriche rischiavano di chiudere. Allora per sostenere l’industria dolciaria l’Associazione Distributori di Caramelle, Biscotti e Affini, presieduta in quel periodo dallo stesso fondatore Arcor Fulvio Pagani decise di incentivare le vendite di caramelle e cioccolatini promuovendo la Semana de la Dulzura. L’iniziativa ebbe un ampio seguito, tanto che le vendite aumentarono del 20%. Tra i dolci più venduti ci furono il “pico dulce”, una sorte di lecca lecca, i “Bon o bon” dei cioccolatini con ripieno alla crema di arachidi, i cioccolatini “Milka”, le merendine “Cabsha” e tutti i tipi di alfajores.

Coppia si scambia dolci

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Durante la Semana de la Dulzura si donano dolci ai propri cari

Da quel momento si è deciso di continuare a celebrare l’evento anche se la situazione economica era migliorata. Con il passare del tempo, la Settimana della dolcezza, ha assunto un valore non solo economico e commerciale ma è diventato un vero proprio rito per dimostrare il proprio affetto alle persone care.

Una tradizione che non passa mai di moda

Come ogni tradizione che si rispetti lo scambio dei dolciumi deve essere accompagnato da una frase tipica. Se ad Halloween impazza “dolcetto o scherzetto”, durante la Semana de la Dulzura la frase più ripetuta è “una golosina por un beso”, che tradotta letteralmente vuol dire “una caramella per un bacio”. In cambio del cioccolatino o della caramella si dà appunto un bacio, un modo per saldare ancora di più il legame con amici, parenti o con il proprio partner.

L'alfajores è un dolce tipico argentino

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L’alfajores è tra i dolci più donati durante la Semana de la Dulzura

A 33 anni di distanza, la settimana della dolcezza non passa ancora di moda, anzi si è radicata talmente tanto che si è deciso negli ultimi anni di prolungarla per l’intero mese di luglio. Il periodo che in Argentina coincide con l’inverno e le temperature più basse è l’ideale per consumare dolci. I prodotti più acquistati e donati sono appunto gli alfajores, una vera e propria passione per gli argentini perché sono disponibili in differenti gusti, sono facili da mangiare anche mentre si passeggia e poi sono davvero buoni!

L’amore per questo dolce ha spinto la popolazione a celebrarlo e a dedicargli persino un’intera settimana di festeggiamenti durante il mese di maggio. Non c’è dubbio, l’Argentina è il luogo ideale da visitare non solo per le bellezze del suo territorio, ma anche per le golosità a cui è difficile rinunciare.

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L’incredibile parco che ha vinto un premio prestigiosissimo

C’è un parco bellissimo, istituito nell’ormai lontano 1965, che è appena stato insignito di un prestigioso premio grazie alla sua incredibile biodiversità, ma anche per i suoi servizi ecosistemici a beneficio della popolazione. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Il Parco Nazionale Tingo María in Perù

A vincere il premio come Green Destinations Story Award all’ITB di Berlino nella categoria “comunità fiorenti”, è il Parco Nazionale Tingo María in Perù che ha meritato questo riconoscimento per le sue testimonianze stimolanti e come modello di destinazione sostenibile.

Un luogo meraviglioso e importantissimo dove si punta alla conservazione della biodiversità, ma anche alla possibilità di far usufruire di servizi ecosistemici tutta la popolazione. Non a caso sono state identificate e sviluppate tre nuove opportunità commerciali, e tutte attraverso l’attuazione di pratiche sostenibili.

Uno di questi è il ricorso sostenibile alla farfalla come risorsa naturale per la produzione di artigianato, souvenir e accessori. Sono stati poi individuati protocolli per l’allevamento e la raccolta di api melipone per la produzione di miele e polline con proprietà medicinali e la loro vendita in eco-botteghe.

Infine, sono stati impiegati prodotti locali come caffè, cacao, banane, frutti della passione, camu camu e limoni per la produzione di gelato artigianale, creando così un legame tra i prodotti agricoli e il settore turistico.

Tutto ciò potrebbe sembrare di poco conto, ma la verità è che in questo modo sono state realizzate partnership strategiche con le popolazioni locali al fine di garantire standard di vita qualitativamente elevati e di generare reddito in modo sostenibile, mitigando l’impatto negativo sull’ambiente.

Il Parco Nazionale Tingo María ha primeggiato su altre destinazioni sostenibili come Thailandia, Filippine, Italia ed Estonia. Green Destinations è un’organizzazione globale senza scopo di lucro il cui obiettivo è quello di favorire la sostenibilità delle destinazioni, delle loro imprese e delle loro comunità.

Cosa sono nello specifico i Green Destination Story Awards

Per capire meglio l’importanza di questo premio è necessario comprendere più a fondo cosa sono i Green Destination Story Awards. Essi illustrano le iniziative più promettenti per lo sviluppo del turismo sostenibile e premiano 6 categorie basate sulle proposte presentate al concorso annuale Green Destinations Top 100 Stories 2022, in cui il Perù ha ottenuto 9 riconoscimenti.

Le destinazioni peruviane incluse nella top 100 sono: il Parco Nazionale Bahuaja Sonene, il Parco Nazionale Manu, la Riserva Nazionale Paracas, il Parco Nazionale Tingo María, la Valle del Colca, la Riserva Nazionale Pacaya Samiria, la Riserva Nazionale Tambopata, il Santuario Storico della Foresta di Pómac e l’Alto Mayo Tarapoto. Il Santuario Storico della Foresta di Pómac a Lambayeque è stato inoltre nominato ai Green Destination Story Awards nella categoria governance, conservazione e recupero.

Perù come destinazione sostenibile

Il Perù, nel corso di questi anni, ha preso sempre di più le sembianze di una destinazione sostenibile. Un esempio è appunto il Parco nazionale di Tingo María che si trova a 6 chilometri a sud-ovest della città di Tingo María, nei distretti di Mariano Dámaso Beraún e Rupa Rupa, nella Regione di Huánuco.

È una delle aree naturali protette più antiche del Perù, costituita dalla catena montuosa della Bella Durmiente. Come vi abbiamo accennato prima, ha sviluppato importanti strategie per integrare peculiarità dell’area e conservazione delle sue risorse naturali.

Il turismo è un’attività produttiva di grande impatto sull’economia del Perù, con una variegata offerta di esperienze uniche dedicate ai visitatori. La destinazione è impegnata nella promozione di un turismo responsabile nei confronti del clima, è attenta alla conservazione dell’ambiente e allo sviluppo economico e sociale del Paese.

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Guatapé, un vero e proprio capolavoro della Colombia

Situata nel dipartimento di Antioquia, a meno di due ore da Medellín, Guatapé è conosciuta come una delle città più belle e colorate della Colombia e del mondo intero, famosa anche per la laguna turchese e gli splendidi paesaggi che la circondano. Un luogo che però offre qualcosa di più della semplice bellezza da cartolina, soprattutto per chi ha uno spirito avventuroso e sportivo ed è pronto a salire una vertiginosa scala che arriva fino al cielo, pur di godersi un panorama spettacolare.

Guatapé, la città dei mille colori in Colombia

Tra le varie attrazioni che hanno reso così rinomata Guatapé, tappa imperdibile in Colombia, ci sono i coloratissimi “zocalos”, ovvero i particolari bassorilievi che adornano le facciate inferiori delle case sin dagli inizi del XX secolo. Alcuni dei disegni che i visitatori possono ammirare sono legati alla storia delle famiglie che vi dimorano o della città, mentre altri raffigurano fiori e piante, paesaggi oppure oggetti della vita quotidiana degli abitanti, professioni o particolarità. A ogni passo, si ha l’impressione di entrare in un enorme quadro brulicante di vita.

Camminando su strade acciottolate si incontano edifici decorati alla perfezione, la splendida chiesa di Nuestra Señora del Carmen, Plaza de los Zócalos con uno dei migliori caffè della regione, balconi fioriti e cortili in cui fanno capolino piante tropicali, fontane, negozi di artigianato e ristoranti dove assaggiare le specialità tradizionali del dipartimento di Antioquia, come la Bandeja Paisa, di origine contadina, a base di riso, fagioli rossi, platano, carne macinata, uova e salsicce.

Guatape

Fonte: iStock – Ph: Markpittimages

La coloratissima Plaza de los Zócalos a Guatapé

Cosa vedere nei dintorni di Guatapé

L’attrazione più incredibile e famosa di questi luoghi è senza dubbio El Peñón de Guatapé (o Piedra del Peñol) un impressionante monolite che si staglia nel territorio attorno alla cittadina, raggiungendo i 2135 metri di altitudine sul livello del mare. Fu scalato per la prima volta nel luglio 1954 da Luis Villegas, Pedro Nel Ramirez e Ramón Díaz nel corso di un’ascesa durata cinque giorni, i quali si aiutarono piantando diversi paletti nella roccia. Per fortuna, oggi è possibile salire sulla sommità attraverso una lunga e ripida scalinata a zig-zag di 740 gradini in totale, in parte scavata in una frattura nella roccia. Sulla cima è stata costruita persino una torre di tre piani, che ospita piccoli negozi di souvenir e tavoli all’aperto dove si può mangiare e bere godendosi un panorama davvero insuperabile. Se pensate che tutte queste scale facciano desistere i visitatori, potreste rimanere stupiti nello scoprire che sono in realtà tantissimi i turisti che ogni anno arrivano qui proprio per la celebre Piedra.

Guatapé è nota per essere un luogo molto suggestivo che permette una fuga dalla città se si desidera rilassarsi o semplicemente vivere una meravigliosa avventura, dove si può anche godere dello splendido scenario di una incantevole laguna. L’ideale per un’escursione in barca o in kayak, e per praticare il paddleboarding nelle placide acque. Le gite in barca possono anche includere una visita a ciò che resta della lussuosa villa sul lago di Pablo Escobar, andata distrutta, e a “Fantasy Island”, un grazioso rifugio nel bel mezzo del lago artificiale, che offre un’area per nuotare, cabañas in affitto, e splendide vedute del Peñón. C’è anche una teleferica che attraversa il lago, molto apprezzata dalla gente del posto e dai visitatori in cerca di emozioni forti.