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In Spagna in treno, le meraviglie del Costa Verde Express

Viaggiare in treno è un’esperienza meravigliosa, soprattutto quando i panorami che si possono ammirare dal finestrino sono quelli fantastici della Spagna: riparte il Costa Verde Express, un’avventura extra lusso che si rinnova per una stagione ricca di sorprese, con nuove rotte lungo la costa settentrionale del Paese. La prima novità è la livrea del treno, tutto colorato di verde per fare riferimento ad España Verde, che comprende le quattro comunità autonome attraversate durante il viaggio. Scopriamo quali sono le bellezze del Costa Verde Express.

Il Costa Verde Express, la nuova tratta

Il 25 maggio ha preso il via la nuova stagione del Costa Verde Express, il treno di lusso che si avventura lungo la costa settentrionale della Spagna. la tratta effettuata da Renfe, la compagnia ferroviaria statale, si snoda tra Bilbao e Santiago de Compostela, affrontando alcune delle mete più suggestive del Paese. Il viaggio dura 6 giorni e 5 notti, a bordo di vagoni dotati di tutti i comfort: le suite Gran Clase comprendono sistemazione con letto matrimoniale, armadio, scrivania, portavaligie, minibar e cassaforte, bagno privato e climatizzazione.

Naturalmente, a bordo c’è la possibilità di usufruire di moltissimi servizi: oltre a pranzi e cene nel vagone ristorante, ci sono la carrozza bar aperta fino a notte inoltrata e spettacoli con musica dal vivo. Ma le sorprese non finiscono assolutamente qui. Nelle principali città incontrate lungo il tragitto si può usufruire di visite guidate multilingue ed ingressi a monumenti e spettacoli. Inoltre ci sono alcuni ristoranti selezionati dove poter consumare i propri pasti e assaporare così specialità tipiche del luogo. Di notte, invece, il treno si ferma in stazione per favorire il riposo.

Le tappe del Costa Verde Express

Quali sono le tappe di questo viaggio da sogno? Si parte da Bilbao, una città davvero incredibile: la sua recente rinascita l’ha fatta diventare una meta a vocazione turistica, con tante attrazioni da scoprire, come il Museo Guggenheim. Il treno attraversa la città, per poi arrivare a Santander e pernottare (in vagone). Il giorno successivo, si può visitare il borgo medievale di Santillana del Mar e la grotta di Altamira, dirigendosi poi verso Llanes per un’altra notte in treno. La terza tappa è Oviedo, città meravigliosa che si raggiunge con un lungo tragitto attraverso le cime di Picos de Europa, durante il quale si possono ammirare il Santuario di Covadonga e il lago Enol.

Il quarto giorno è dedicato proprio alla visita del centro storico di Oviedo e della vicina città marittima di Gijon, con la sua vivace passeggiata con vista sull’oceano Atlantico. Per la notte, ci si ferma a Luarca – dove si può fare una bella camminata tra antichi edifici e splendidi monumenti. La tappa successiva è Ribadeo, un luogo ricco di storia e di natura: ci sono diversi punti di osservazione da dove ammirare il panorama, ed è nel suo territorio che si trova la famosa Praia das Catedrais, caratterizzata da formazioni rocciose scavate dalle acque impetuose dell’oceano.

Infine, partendo da Viveiro, il treno si dirige verso l’ultima tappa dell’avventura: si tratta di Santiago de Compostela, famosa per la sua spettacolare Cattedrale, punto d’arrivo del celebre Cammino di Santiago. Non si può certo perdere l’occasione di ammirare i suoi edifici storici, che l’hanno resa una delle città più amate di tutta la Spagna, meta di pellegrinaggi da parte di turisti provenienti da ogni parte del mondo.

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Alicante: una meta perfetta da visitare quest’anno

Tra le meraviglie della Costa Blanca, in Spagna, prende vita una città che è una meta perfetta da visitare quest’anno. Il suo nome è Alicante ed è un vero e proprio gioiello perché da queste parti ci sono tutti gli ingredienti per trascorrere una vacanza indimenticabile: c’è il clima mite, ci sono spiagge stupende, visite culturali, relax, notti folli e, ovviamente, anche la buona cucina.

Cosa c’è di bello ad Alicante

Molto probabilmente Alicante è la città più bella di tutta la Costa Blanca. Questo perché è molto più che una semplice località balneare. Oltre alle spiagge in cui rilassarsi a dovere e fare bagni di sole, in questo territorio pullulano i servizi, non mancano aree giochi e attrezzature sportive e poi c’è gente d’ogni età che l’ha scelta come destinazione per il divertimento o, semplicemente, per rilassarsi.

C’è l’imbarazzo delle scelta, quindi, e il tutto in un contesto che abbonda di bellezza e benessere. In più, può anche essere considerata come punto di partenza per visitare altre meraviglie della zona. Del resto Alicante si trova proprio nel cuore della Costa Blanca, un tratto costiero leggendario e che vanta ben 200 chilometri di spiagge.

Cosa vedere in città

La prima attrazione da vedere in città è senza ombra di dubbio il Castello di Santa Barbara che domina incontrastato tutto il territorio. Praticamente visibile da ogni angolo, è la più grande fortezza medievale di tutta la Spagna. Sorge in cima al monte Benacantil e da lassù offre un panorama che è un sogno a occhi aperti. Ma a colpire non è solo questo: pur essendo di origine araba, conserva ancora intatte le tracce delle varie popolazioni che sono passate da questa città.

Castello di Santa Barbara, Alicante

Fonte: iStock

Il maestoso Castello di Santa Barbara

Tra gli edifici religiosi più imponenti e speciali di Alicante c’è la Chiesa di Santa Maria che vanta una facciata con due torri asimmetriche e un interno molto semplice con una sola navata.

Ancor più affascinante è la Chiesa di San Nicola con la sua cupola azzurra, la Cappella della Comunione e il Chiostro. Quest’ultimo in particolare si distingue per essere una sorta di oasi di pace, mentre la Cappella della Comunione è tra le più suggestive che ci sono in tutta la Spagna.

Chi è in cerca di vita notturna deve invece dirigersi verso l’Explanada de España, un viale pedonale alberato che è stato creato con l’ausilio di ben 6 milioni di tessere di marmo bianco, rosso e nero.

C’è poi il quartiere de la Santa Creu, la città vecchia in cui svettano tantissime case colorate che sono state edificate l’una affianco all’altra. Qui, tra le altre cose, ci sono alcuni gioielli architettonici che risalgono al periodo che va dal 1400 al 1700. Degno di nota è il municipio che si trova all’interno di un edificio barocco del XVIII secolo, dove sono appesi dipinti di artisti locali e mostre permanenti.

Infine i musei, come quello di Arte Contemporanea che ospita una collezione donata alla città dallo scultore Eusebio Sempere ma anche diverse opere di Picasso, Dalí, Miró, Braque, Chagall e molti altri ancora. Non meno interessante è il Museo Archeologico Provinciale (MARQ) che è il posto perfetto per gli appassionati di storia romana e greca.

Che mare c’è ad Alicante?

Alicante è lambita dalle cristalline acque del Mar Mediterraneo. Le sue spiagge sono famose per essere pulite e organizzate, come quella che prende vita sotto al Castello di Santa Barbara: la Playa del Postiguet, molto amata dai locals. Un po’ più distante, ma assolutamente ottima, è Playa de San Juan che nei fatti è anche la più conosciuta e apprezzata di tutta la città.

Ma del resto parliamo di una distesa di tre chilometri di sabbia finissima che è accarezzata da acqua cristallina. È ottima anche per il divertimento perché sono presenti  campi di calcetto, tennis, pallavolo e chi più ne ha più ne metta.

Cabo de la Huertas è invece una spiaggia meno urbana e affollata, tanto da essere diventato il posto preferito dei nudisti. Coloro che sono invece in vacanza con il proprio amico a quattro zampe potranno dirigersi verso Playa de Agua Amarga, mentre per godere del tramonto più bello di tutta la città con vista mare bisognerà andare ad Almadraba. Anche in fatto di spiagge, quindi, Alicante riesce ad accontentare tutti i gusti.

Spiagge di Alicante

Fonte: iStock

La costa di Alicante

Cosa vedere nei dintorni

Come vi accennavamo in precedenza, Alicante è anche una perfetta base per correre a scoprire altre meraviglie della zona. Tra le cose da visitare nei dintorni c’è il Monasterio de la Santa Faz che si trova a pochi chilometri dalla città. Vale la pena non solo per gli edifici, ma anche perché conserva il “Velo della Veronica“ che, secondo la tradizione,  è lo stesso con cui Veronica asciugò il sangue e il sudore di Gesù mentre saliva al Golgota.

Molto bella è anche Elce che è la sede del più grande palmeto d’Europa, tanto da essere stato dichiarato dall’Uesco patrimonio dell’umanità. Poi ancora La Vila Joiosa, una località con un centro storico colorato e con un panorama così pittoresco che gli ha fatto guadagnare il soprannome di “Cinque Terre Della Spagna”.

C’è poi il Parque Natural de la Sierra Helada che si affaccia direttamente sul mare. Pieno di natura strabiliante e calette in cui tuffarsi in acque cristalline, offre anche sentieri in cui lasciarsi andare a panoramiche passeggiate adatte a tutti i livelli.

Alle volte sottovalutata (e per errore) dai viaggiatori è l’Isola di Tabarca che è situata a circa un’ora di navigazione dal porto di Alicante. Regala mare cristallino, spiagge tranquille e persino un piccolo museo. Essendo immersa nelle acque di una riserva naturale, si rivela il posto ideale per le persone che amano fare snorkeling.

Infine, a circa un’ora di distanza da Alicante vale la pena fare un salto presso un incantevole lago rosa. Il suo nome preciso è Lago di Torrevieja e al tramonto dà il meglio di sé grazie al batterio che ospita che è in grado di  rilasciare un pigmento rosato e un’alga speciale, chiamata Dunaliella Salina, che è la vera responsabile del colore rosso vivo del lago. Va specificato, tuttavia, che queste tonalità variano in base al periodo, all’intensità della luce e alla situazione atmosferica.

Alicante è davvero una meta ottimale in cui trascorrere le vacanze estive di quest’anno (e non solo).

Lago di Torrevieja, vicino ad Alicante

Fonte: iStock

Il meraviglioso Lago di Torrevieja
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Ruta de las Caras, il cammino più originale della Spagna

Trascorrere una bella giornata all’aria aperta, magari in famiglia, è sempre un’avventura meravigliosa: se poi la location è un connubio di sorprese, allora il divertimento è assicurato. La meta perfetta per vivere un’esperienza diversa dal solito si trova in Spagna. È qui che si dipana un cammino curioso e originale, alla portata di tutti e senza alcun dubbio ricco di fascino. Si tratta della Ruta de las Caras, andiamo alla sua scoperta.

Ruta de las Caras, perla spagnola

Amate camminare nella natura e ammirare splendidi paesaggi? Non potrete che restare incantati dalle tante meraviglie che si snodano lungo l’itinerario spagnolo: Ruta de las Caras è poco più di una semplice passeggiata, breve e priva di qualsivoglia difficoltà, tanto da essere perfetta per grandi e piccini, ma anche per chi vuole percorrerla in compagnia del proprio fedele amico a quattro zampe. Siamo a poca distanza da Buendia, piccolo villaggio situato nel cuore della regione autonoma di Castiglia-La Mancia. Nei pressi del centro abitato, una diga convoglia le acque dei fiumi Guadiela e Mayor in un bacino artificiale che fa da sfondo al cammino.

In questa cornice, è la natura a farla da padrone: sulle sponde del lago c’è una rigogliosa pineta che racchiude uno splendido segreto. Vi si celano, infatti, ben 18 sculture e bassorilievi scolpiti nella roccia, che raffigurano delle enormi facce. Non a caso il sentiero che le unisce si chiama Ruta de las Caras, che potremmo tradurre con l’espressione “itinerario dei volti”. Le sculture sono state costruite a partire dagli anni ’90 e sono davvero imponenti, dal momento che misurano da uno a sei metri di altezza. Alcune di esse hanno richiesto anni di duro lavoro, ma ne è valsa davvero la pena.

Ogni scultura ha un significato: ci sono bassorilievi che rappresentano la croce templare, la moneta della vita e la spirale dello stregone, ma le opere più affascinanti sono sicuramente i volti. Uno di essi assomiglia a Beethoven, altri invece raffigurano divinità e figure spirituali come l’imponente statua di Maitreya, alta ben 4,5 metri, o quella di Krishna. C’è persino un gigantesco teschio dall’aspetto decisamente inquietante, mentre sul fronte opposto c’è la Dama del Pantano, un sereno vis di donna che al tramonto si colora d’oro.

Cosa vedere nei pressi di Ruta de las Caras

Ruta de las Caras, in Spagna, è un cammino facilissimo, di appena 2 km e mezzo: per chi volesse cimentarsi in qualcosa di un po’ più impegnativo, c’è un percorso ad anello (lungo circa 14 km e mezzo) che parte dal borgo di Buendia per giungere sulle sponde del lago, addentrarsi nella pineta per ammirare i giganteschi volti e poi tornare sui suoi passi. Lungo questo itinerario, potete fermarvi qualche minuto ad osservare il panorama mozzafiato dal belvedere di Peña de la Virgen, da cui lo sguardo si spinge sulle acque cristalline del bacino e oltre.

Per riposare un po’, approfittando magari di una calda giornata estiva, non resta che stendersi al sole sulle rive del lago (e – perché no? – concedersi anche un tuffo rinfrescante). Ma ci sono molte altre bellezze da visitare, nei dintorni. Se volete fare un tuffo indietro nel tempo, la meta giusta è il sito archeologico di Ercavica, dove sono conservati i resti di un’antica città romana. Mentre presso il Parco Archeologico di Recopolis potrete ammirare le rovine di una delle città più importanti del regno dei Visigoti. È una vera meraviglia.

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L’isola meno frequentata delle Baleari è il posto perfetto per l’estate

Se ancora non avete scelto la vostra meta di viaggio per l’estate del 2023 niente paura: abbiamo appena trovato una destinazione eccezionale e che durante la bella stagione è un vero sogno a occhi aperti.

Dichiarata Riserva della Biosfera dall’Unesco l’8 ottobre 1993, Minorca è l’isola meno frequentata delle Baleari, in Spagna, un fazzoletto di terra che è stato in grado di mantenere intatta la sua natura, proteggendo i paesaggi sia costieri che interni. Non a caso, è il posto perfetto per l’estate 2023.

Cosa aspettarsi da un viaggio a Minorca

Minorca è un’isola spettacolare che offre spiagge paradisiache e un’ottima gastronomia mediterranea. Il tutto accompagnato da un’atmosfera calda e accogliente. Un posto che, senza ombra di dubbio, incanta chiunque vi arrivi.

Conosciuta come “l’isola della calma”, Minorca ha un legame molto forte con il turismo sostenibile, una caratteristica che si può riscontrare anche in molti degli hotel che svettano sull’isola.

Si tratta infatti di un vero e proprio gioiello del Mediterraneo pregno di cose da vedere, soprattutto grazie al ricco patrimonio naturale che conserva.

Le sue spiagge paradisiache, per esempio, si distinguono per essere remote e selvagge e lambite da un mare limpido e particolarmente azzurro. Assolutamente affascinanti sono i parchi naturali che offrono tantissimi sentieri escursionistici che regalano paesaggi mozzafiato.

Da non sottovalutare, infine, è il pregevole patrimonio storico e culturale dell’isola.

Cosa vedere assolutamente

Minorca è la meta perfetta per le vacanze del 2023 innanzitutto perché è la meno frequentata delle Baleari, ma anche perché ha un numero di attrazioni pressoché infinito e che non riguardano solo il mare.

Mahón, per esempio, è la Capitale dell’isola, un luogo particolarmente vivace, dove fare indimenticabili passeggiate intervallate da visite a una delle locali distillerie di gin. Tutto questo scoprendo un centro storico pregno di edifici rilevanti e testimonianze di un antico passato.

Molto interessante è anche il Parco naturale di s’Albufera des Grau che può essere considerato la perla naturalistica dell’isola. Si tratta di una vasta laguna naturale che è un’incredibile perla da vivere grazie alla diversità dei suoi paesaggi. Si passa infatti da zone paludose, a dune di sabbia, per poi arrivare su isolotti disabitati in cui vedere sorgere laghetti e stagni, uliveti e molto altro ancora.

Chi ama la storia troverà pane per i suoi denti presso i suoi siti archeologici, probabilmente il volto meno conosciuto di Minorca. L’isola – anche se in molti non lo sanno – abbonda di antichi resti e tesori della sua civiltà antica.

Da non perdere, per esempio, sono le testimonianze della cultura megalitica e della cultura talaiota. Quella in assoluto più rilevante è la Naveta de Tudons, una tomba collettiva che rappresenta il più grande monumento funerario della preistoria dell’isola.

Mentre il più importante sito archeologico di tutta Minorca è Torre d’En Galmes, una cittadella preistorica che ancora si fa spazio a ridosso del mare e dove poter scoprire  luoghi di culto, case, magazzini e stalle, ancora in un perfetto stato di conservazione, che prendono vita in un paesaggio a dir poco incantato.

Infine il mare e tra le tante spiagge vi consigliamo di fare un salto presso Cala Macarella, una delle più famose e fotografate di tutta Minorca. Si caratterizza per la presenza di un mare trasparente e per sorgere proprio all’interno di grandi pareti rocciose coperte di vegetazione mediterranea.

Insomma, Minorca è le meta perfetta per l’estate del 2023.

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Parco del Retiro, un’oasi verde nel cuore della città

C’è un gioiello verde incastonato nel cuore di Madrid. Il Parco del Retiro non è solo il parco più importante della capitale della Spagna, ma anche il luogo preferito dalla gente del posto e dai turisti, perché ha tantissimo da offrire oltre alle passeggiate nella natura. Un paesaggio culturale urbano, ricco ed eterogeneo, dinamico e in continua evoluzione, riconosciuto come Paesaggio Culturale del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, insieme al Paseo del Prado. Scopriamolo.

Parco del Retiro, tra alberi secolari e attrazioni uniche

Il Parco del Retiro (o Parque del Buen Retiro) si estende per 125 ettari e ospita oltre 15.000 alberi, il che ne fa una preziosa oasi verde nel centro di Madrid. Dal 2021 è stato inserito nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità, insieme al Paseo del Prado. Alcuni dei suoi giardini sono di notevole interesse botanico, come il Jardín de Vivaces, i Jardines de Cecilio Rodríguez – giardini classicisti con un tocco andaluso, i Jardines del Arquitecto Herrero Palacios, la Rosaleda (il roseto) e il Parterre Francés con il Cipresso calvo, l’albero più antico della città, che si pensa abbia 400 anni.

Qui si può passeggiare per ore tra i viali alberati, fotografare eleganti architetture, prendere un caffè in una terrazza all’aperto o noleggiare una barca a remi per trascorrere momenti romantici sul lago artificiale più famoso di tutta la Spagna. In questo scenario naturale si incontrano sculture e fontane importanti. A cominciare dal monumento ad Alfonso XII, progetto dell’architetto José Grasés Riera, che questa primavera inaugura un belvedere da cui godersi una splendida vista sulla città. Ci si imbatte poi nel Reservado de Fernando VII, situato all’incrocio di Calle O’Donnell e Calle Menéndez Pelayo, che comprende la Casa del Pescador, la Montaña Artificial e la Casa del Contrabandista, che oggi ospita il Florida Park, un moderno multispazio dedicato al tempo libero e all’ospitalità che per anni ha ospitato un salone delle feste.

E ancora, si possono ammirare la statua El Ángel caído, l’unica scultura al mondo che rappresenta il diavolo, la fontana delle Galápagos, che ricorda la nascita di Isabella II, il sorprendente Eremo di San Pelayo e San Isidoro, il Bosque del Recuerdo (Bosco del Ricordo) e il Teatro de Títeres (Teatro delle marionette), unico nel suo genere in Europa, con un programma stabile ogni fine settimana.

Tra i suoi elementi architettonici e storici più importanti:

  • l’Estanque Grande (lago grande) che propone varie attività, tra cui barche a remi, barca solare e aula solare e la Scuola Comunale di Canoa, rivolta a bambini e ragazzi tra i 7 e i 17 anni
  • Palacio de Velázquez e il Palacio de Cristal, entrambi attualmente utilizzati come sale espositive. Il Palacio de Cristal è uno dei principali esempi dell’architettura del ferro in Spagna, un padiglione romantico creato per ospitare una mostra di piante esotiche all’Esposizione delle Filippine del 1887

Natura, cultura, sport e relax: ce n’è per tutti i gusti

Annoiarsi al Parco del Retiro di Madrid è praticamente impossibile, tante sono le occasioni di svago, relax e divertimento per adulti e bambini, oltre che per gli amanti dello sport. Tra le tappe da non perdere, ci sono il Centro Sportivo Municipale La Chopera, il Centro Culturale Casa de Vacas, la Biblioteca Pubblica Municipale Eugenio Trías e l’Osservatorio Meteorologico recentemente restaurato. Se siete appassionati di botanica, resterete a bocca aperta davanti al cipresso di Montezuma (o ahuehuete), probabilmente l’albero più antico di Madrid.

Nei dintorni si può noleggiare una bicicletta per godersi il parco su due ruote, mentre se volete fare una sosta, potete concedervi una pausa in uno dei suoi chioschi e terrazze. Il Parco del Retiro ospita anche alcuni degli eventi più importanti di Madrid, come la Fiera del Libro e lo spettacolo pirotecnico di San Isidro.

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Perché è l’anno giusto per visitare Barcellona

Barcellona è una di quelle città che è sempre una buona idea visitare. Bellissima, baciata dal mare, con mille cose da vedere e attività da fare e con un cibo in grado di rendere tutti decisamente appagati. Ogni giorno c’è sempre un ottimo motivo per raggiungerla, ma in questo 2023 ce n’è uno in più: ricorre il 50° anniversario della morte di uno dei più importanti artisti spagnoli e universali di tutti i tempi, Pablo Ruiz Picasso, genio nato a Malaga all’inizio del XX secolo, ma che nella Capitale della Catalogna ha lasciato il segno. E per questo in città sono previste tantissime iniziative, proprio in suo onore.

I luoghi di Picasso a Barcellona

Prima di scoprire le varie iniziative a cui è possibile partecipare, facciamo insieme un viaggio a Barcellona sulle orme di Picasso. Questa magica città ha avuto una grande importanza nella vita personale e artistica del pitrore. L’artista vi arrivò nel 1895, realizzando la sua formazione alla Scuola delle Belle Arti di Barcellona, dove scoprì il modernismo.

Passò, tra le altre cose, la gioventù proprio da queste parti e una volta trasferitosi in Francia non smise di tornare a visitare la città per vedere la sua famiglia e gli amici, prima che la Guerra Civile Spagnola e la Dittatura di Franco lo separasse per sempre dalla Capitale catalana.

Els Quatre Gats

Tra i luoghi di Picasso a Barcellona c’è il bar-ristorante “Els 4 Gats“, situato tra le intricate meraviglie del Barrio Gotico. Si tratta di un ristorante modernista, fondato nel 1897, che in quegli anni funpunto di ritrovo di intellettuali e artisti di fine XIX secolo.

Situato in Carrer Montsió numero 3, si trova al piano terra di Casa Martí e regala una facciata in stile gotico europeo ma con decorazioni che tolgono il fiato: una porta realizzata con vetri colorati e ferro forgiato che ricorda lo stile modernista catalano.

Els Quatre Gats barcellona

Fonte: iStock – Ph: Manuel Milan

Els 4 Gats, Barcellona

Il pittore disegnò i menù di questo ristorante e vi organizzò persino un’esposizione in cui mise a disposizione dei visitatori i suoi disegni, e per la prima volta in vita sua.

Plaza Nova

Sempre nel Barrio Gotico, un  altro luogo di Picasso a Barcellona è Plaza Nova, dove sorge l’imponente cattedrale della città. Si tratta di uno spazio ricco di elementi che parlano della storia e dell’arte di Barcellona e gli amanti dell’artista qui possono ammirare un’opera a cielo aperto che spicca sulla parte del Collegio degli Architetti.

Sono tre fregi che lo scultore e fotografo norvegese Carl Nesjar ha realizzato su questo edificio basandosi su disegni di Picasso.

Museo Picasso

Spostandosi invece al Born, altro meraviglioso quartiere antico di Barcellona, e raggiungendo Calle Moncada si ha modo di visitare il Museo Picasso, inaugurato nel 1963 per volere del pittore stesso. Inutile dire che qui si possono scoprire numerossime opere dell’artista, i quadri e le collezioni di un Picasso giovane, i dipinti del periodo blu e la famosa serie di “Las Meninas”.

Casa Llotja del Mar

Da non perdere è anche Casa Llotja del Mar, un tesoro dell’architettura civile in stile gotico, dove il padre di Picasso insegnava e in cui lui stesso studiò.

La casa di Picasso

Tra gli edifici di els Porxos d’en Xifré spicca, a piano terra, la residenza della famiglia Ruiz-Picasso. E per gli amanti dell’artista è bene sapere che sono del periodo in cui visse qui i quadri che raffigurano paesaggi urbani barcellonesi: il giovane pittore amava salire spesso sul tetto del palazzo per dipingere.

I luoghi che lo hanno ispirato

Barcellona è anche pregna di luoghi che hanno ispirato la produzione dell’artista. Passeggiando lungo La Rambla ci si imbatte nel Parc de la Ciutadella per poi arrivare alla spiaggia della Barceloneta, posti che hanno fatto breccia nel cuore dell’artista.

Poi ancora la Chiesa di Sant Pau del Camp, nel quartiere del Raval, dove scoprì l’arte romanica. Durante uno dei suoi successivi brevi soggiorni a Barcellona, ​​lavorò ai costumi e alla scenografia per il balletto Parade, che debuttò al teatro dell’opera della città, il Gran Teatre del Liceu, nel 1917.

Chiesa di Sant Pau del Camp barcellona

Fonte: iStock

La Chiesa di Sant Pau del Camp

Gli eventi del 2023

Ma oltre a fare un itinerario sulle orme di Picasso, il 2023 è l’anno perfetto per partecipare ad alcuni eventi in suo onore. Tanti appuntamenti prenderanno vita in tutta la Spagna (così come nel resto del mondo). E in particolare a Malaga, sua città natale, Madrid, città in cui ricevette gli insegnamenti classici e poi ancora Bilbao e La Coruña.

A Barcellona, oltre a visitare il Museo Picasso che costituisce una chiara testimonianza del legame che unì questo artista universale alla città, è possibile partecipare, dal 22 giugno al 17 settembre, a The will of Picasso. The ceramics that inspired the artist, una mostra presso il Museu del Disseny de Barcelona che racconta un interessante spaccato di vita dell’artista.

Nel 1957 Picasso visitò la mostra sulla ceramica spagnola organizzata dal Palais Miramar di Cannes. Secondo la stampa dell’epoca, quando vide le opere in mostra, disse: “Ma è possibile che l’abbiano fatto prima di me?” Fu così che decise di donare 16 opere in ceramica da lui stesso create ai Musei d’Arte di Barcellona, ​​oggi nelle collezioni del Museu del Disseny.

La mostra si concentra su questa storia, i fatti correlati, le persone coinvolte e, soprattutto, la volontà espressa da Picasso di mostrare le sue ceramiche accanto a quelle della collezione del Museo, una rappresentazione dei pezzi più importanti della storia della ceramica spagnola.

Dal 19 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024, invece, è possibile partecipare a MIRÓ – PICASSO (II) presso la Fundació Joan Miró di Barcellona. Si tratta di una coproduzione, e per la prima volta queste due strutture organizzano, producono e ospitano insieme una mostra nelle rispettive sedi. In poche parole è un’unica mostra in due istituzioni che vuole essere il simbolo ed esteso rapporto che Miró e Picasso intrattenevano con la città di Barcellona.

Il filo conduttore dell’esposizione si basa su due concetti essenziali: l’amicizia di una vita tra Joan Miró e Pablo Picasso, un rapporto che si riflette in numerosi documenti e che rimanda ai loro incontri e differenze in campo artistico; e il loro apprezzamento per Barcellona, ​​il cui ultimo risultato è stato l’eredità che entrambi hanno lasciato alla città sotto forma dei due musei monografici che portano i loro nomi.

Museu del Disseny barcellona

Fonte: iStock – Ph: fotoVoyager

Il Museu del Disseny a Barcellona
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Il mistero dei volti apparsi in villaggio dell’Andalusia

C’è un piccolo borgo dell’Andalusia che attira molti curiosi e appassionati di fenomeni paranormali per un fatto straordinario accaduto negli Anni ’70. È il villaggio di Bélmez de la Moraleda, a un’ora di auto da Granada, nel Sud della Spagna.

L’apparizione dei Volti di Bélmez

Qui, una certa María Gómez Cámara, vide improvvisamente apparire sul pavimento di casa un volto. Nonostante cercasse di lavare via l’immagine, questa non si cancellava. Nonostante avesse provato a picconare il pavimento e a cementarlo di nuovo per rimuovere l’immagine questa tornava ancora.

Avvertite le autorità locali, si scoprì che sotto il pavimento, proprio nel punto in cui era apparso il volto, erano celate delle ossa umane. In effetti, dove sorgeva l’abitazione della famiglia Gómez Cámara un tempo si trovava un cimitero di epoca romana. Peccato che, secondo studi condotti in seguito, le ossa non fossero di epoca romana ma molto più recente, intorno al XIII secolo. Quando altri volti apparvero in alte stanze della casa, alcuni addirittura nella mansarda, quindi non a contatto con la terra, il caso fece il giro della Spagna, divenendo il più straordinario fenomeno paranormale di tutta la Spagna, ma anche d’Europa e poi del mondo.

Fu così che molti curiosi e soprattutto appassionati di turismo esoterico iniziarono a recarsi nel paesino andaluso apposta per vedere i visi apparsi sul pavimento e studiare il fenomeno di quelli che divennero famosi come i Volti di Bélmez. Nei fine settimana, folle di pellegrini si addensavano fuori dalla casa, arrivando a picchi di 20mila persone, un numero enorme per un paese di soli 2mila abitanti.

Il significato

Molti sono stati gli studiosi che hanno visitato e analizzato questi volti e che hanno dato diverse spiegazioni. Veri e propri “ghostbuster” in versione spagnola. Secondo alcuni si tratterebbe di una frode, ma sono in tanti a ritenere che si tratti di un fenomeno paranormale, visto che dopo decenni queste figure continuano ad apparire. Provarono addirittura a tenere chiusa una stanza per tre mesi e quando la riaprirono trovarono ben 17 nuovi volti.

Quando nel 2004 la signora maria morì, comparvero dei volti anche in un’altra casa, quella dove la donna nacque, benché continuassero a esserci anche in quella dove aveva vissuto. Questo fece sì che alcuni parapsicologi sostenessero che i volti venivano creati dal subconscio di Maria, un fenomeno chiamato “teleplastia” ovvero la capacità di materializzare involontariamente immagini. Questi volti, quindi, avevano e hanno un forte legame con la signora Maria Gómez Cámara che sarebbe stata, a sua insaputa, un medium capace di attivare il fenomeno dei volti nei luoghi dove ha vissuto.

Turismo del paranormale

Il mistero dei Volti di Bélmez che dapprima aveva creato grande scompiglio nel paese e tra le autorità locali e quelle religiose – oltre che nella vita di Maria Gómez e della sua famiglia – ha cambiato una volta per tutte anche le sorti del piccolo paese dell’Andalusia che da Bélmez de la Moraleda è diventato “il paese dei volti”, in spagnolo “Caras de Bélmez”.

Chi desidera avventurarsi nel paese dei volti trova facilmente le indicazioni per raggiungere la “Casa dei volti“, al numero 5 di calle Rodriguez Acosta, una classica casa spagnola intonacata di bianco e con gli infissi gialli, e la “Nuova casa dei volti”, al numero 2 della stessa via, visto che gli indirizzi sono due. Nella seconda casa è stato allestito un piccolo museo, il Centro de Interpretación de Las Caras de Bélmez che racconta la storia delle apparizioni.

 

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Una galleria d’arte itinerante a cielo aperto: torna Las Fallas

L’arrivo della primavera viene accolto sempre con gioia perché dopo un lungo e grigio inverno le giornate diventano più tiepide e soleggiate. Ci sono molti modi per festeggiare la stagione dei fiori, ma è a Valencia che si aspetta la primavera in trepidante attesa. La popolazione, infatti dal 1° al 19 marzo ogni anno organizza Las Fallas, una festa con la F maiuscola fatta di colori, rumori e tanto divertimento.

Un evento che è diventato patrimonio dell’umanità

Las Fallas racchiude in sé sia la tradizione pagana che celebra l’arrivo della primavera che quella cristiana perché si svolge in concomitanza con San Giuseppe, patrono dei falegnami e dei carpentieri.

La festa affonda le sue origini nell’antichità e proprio per questo e per il valore tradizionale e culturale tramandato di generazione in generazione, l’UNESCO nel 2016 l’ha dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Tutto è nato dalla pratica dei falegnami e degli artigiani di bruciare gli oggetti vecchi che non servivano più. Poco alla volta anche il resto della popolazione ha seguito il loro esempio costruendo delle piccole statue ricoperte con stracci e vestiti vecchi che poi venivano bruciati. La Las Fallas dei giorni nostri, invece, è caratterizzata da monumenti realizzati in legno, sughero e cartapesta, pronti a sfilare tra le vie della città. Ogni Fallas (composte anche da Fallas infantili e Fallas dei bambini) e Ninot, pupazzi di cartapesta più piccoli, trattano ironicamente un tema e si ispirano a personaggi famosi che vengono ritratti in maniera satirica.

Las Fallas, omaggio alla Madonna

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L’omaggio floreale alla Madonna a Las Fallas

Un evento coinvolgente

L’arrivo della primavera rappresenta senza dubbio un momento di gioia e per festeggiarlo in modo adeguato Las Fallas inizia il 1° marzo con la mascletà: è uno show pirotecnico che si svolge ogni giorno, fino al 19 marzo, alle 14:00 nella piazza dell’Ayuntamiento. Qui si fanno esplodere petardi in uno spettacolo suggestivo che riempie l’aria di suoni progressivamente sempre più intensi. Accanto a questa tradizione c’è anche quello della Cordà, manifestazioni pirotecniche solitamente notturne meno intense della mascletà, ma altrettanto belle.

Il clou della festa però, si svolge dal 15 al 19 marzo quando La Fallera Mayor, la regina della festa, dà il via ai festeggiamenti. Dopo l’inaugurazione i falleros montano nelle strade di Valencia le loro sculture dando gli ultimi ritocchi. Una volta sistemati sono pronti a sfilare per le strade della città ed essere ammirati dai valenciani e dai turisti.
Colori, divertimento, ma anche tanta emozione durante Las Fallas. Uno dei momenti più toccanti della festa è quello dell’Ofrenda, quando i Falleros e le Falleras con indosso i vestiti tradizionali, omaggiano la Madonna degli Abbandonati, patrona di Valencia. L’enorme statua esposta nella Piazza de la Virgen, dal 17 al 18 marzo riceve i fiori che andranno a comporre il suo mantello con un disegno che cambia ogni anno. L’ultimo omaggio floreale alla statua è quello della Fallera Mayor dopo la mezzanotte del 18 marzo.

La Cremà, è l’evento più atteso della manifestazione e si svolge la sera del 19 marzo quando le sculture vengono bruciate creando un enorme falò. Le prime a prendere fuoco sono le Fallas infantili, poi quelle dei bambini e solo alle 22:00 si bruciano tutte le Fallas di Valencia. È uno spettacolo davvero coinvolgente e allo stesso tempo suggestivo in cui la voglia di accogliere la primavera si respira in ogni fase delle celebrazioni.

Las Fallas, incendio dei carri

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Uno degli incendi di Las Fallas
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Il meraviglioso Monastero Reale di Nuestra Señora de Guadalupe

È uno dei capolavori architettonici medievali della Spagna, in Estremadura in provincia di Caceres: si tratta del magnifico Monastero Reale di Nuestra Señora de Guadalupe, Patrimonio UNESCO, dalle dimensioni imponenti che lo fanno assomigliare a una fortezza.

Sorge, in stile gotico-mudéjar affiancato da otto torri, nel luogo in cui la Madonna apparve a un pastore ed è composto da quattro parti: il tempio-basilica, il chiostro mudéjar, il chiostro gotico e l’edificio dell’auditorium.

Offre davvero moltissimo da ammirare con una visita guidata di circa 45 minuti-un’ora e lascia senza fiato grazie allo spettacolare chiostro e alle magnifiche opere dei più grandi artisti di sempre quali Goya, El Greco e Zurbarán.

Il chiostro, gioiello del Monastero di Guadalupe

Vero e proprio gioiello del Monastero è il chiostro di stile mudéjar, realizzato nel XIV secolo e chiamato anche “quello dei miracoli”: camminando all’ombra dei suoi archi, infatti, lo sguardo si posa su una serie di pregevoli dipinti che raccontano i vari passaggi dei miracoli della Madonna.

Sul pavimento al di sotto delle arcate, ecco invece le tombe dei priori del complesso monastico, come segno di umiltà.

Altro elemento di spicco del magnifico chiostro è il grande tempio collocato al centro del cortile.

La Sagrestia, “Cappella Sistina dell’Estremadura”

Altra perla del Monastero Reale di Nuestra Señora de Guadalupe è la Sagrestia definita, per la meraviglia dei suoi affreschi, come la “Cappella Sistina dell’Estremadura“: i pregevoli affreschi, a opera dei discepoli di Zurbarán, narrano la vita di San Girolamo, cui la sala è dedicata.

Gli altrettanto preziosi dipinti della sagrestia sono, invece, nati dalla maestria dello stesso Zurbarán, originario del piccolo paese dell’Estremadura “Fuente de Cantos”: rappresentano scene della vita quotidiana dei monaci e si fanno notare per il tipico “chiaroscuro” del loro autore.

Due opere di Zurbarán incentrate su San Girolamo trovano posto nella piccola cappella sul retro: “L’Apoteosi di San Girolamo“, tra le opere principali del pittore spagnolo, è anche una delle più importanti da ammirare visitando il Monastero di Guadalupe.

Il Reliquario e il Tesoro della Madonna di Guadalupe

Ancora, presso la Cappella di San Giuseppe risalente al XVI secolo, sono numerose le reliquie di santi importate principalmente da Roma e non mancano incantevoli gioielli, mantelli e corone di pietre preziose, un vero e proprio Tesoro: gli ornamenti più preziosi vengono riservati per l’8 e il 9 settembre, i giorni dedicati al Santo Patrono, e per il 12 ottobre, festa spagnola, uno dei momenti migliori dell’anno per scoprire Guadalupe e il suo meraviglioso Monastero.

Tutto il fascino degli incredibili Musei del Monastero

Il Monastero di Guadalupe affascina anche con i suoi impareggiabili musei, a partire dal Museo delle Belle Arti, dai soffitti intagliati in legno policromo: qui spiccano opere di sicuro impatto quali, ad esempio, tre opere di El Greco (San Pedro, Sant’Andrea, Incoronazione della Vergine), otto tele di Zurbarán, alcuni capolavori di Rubens e la “Confessione in prigione” di Goya.

Passiamo poi al Museo dei libri sacri, nell’antica sala capitolare, custode di 107 copie di libri di preghiera e dei canti dei monaci: i testi sono scritti in latino e accompagnati da colorate incisioni, i fogli in pelle di agnello e alcuni tomi pesano addirittura 50 chili!

Infine, spicca il Museo degli ornamenti e tuniche, con una vasta gamma di tuniche per tutte le occasioni, cucite dagli stessi monaci con fili d’oro.

La chicca finale

Il momento più atteso della visita al Monastero è trovarsi dinanzi all’altare della Madonna nera di Guadalupe: con la caratteristica pelle nera, è una delle incisioni più rappresentative di tutta la Spagna.

Vederla così da vicino e apprezzarne i singoli dettagli è un’emozione unica.

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Casa Batlló a Barcellona: un viaggio nel genio di Gaudí

Passeggiando nel centro di molte grandi città europee e ammirandone i monumenti e gli scorci più iconici è facile notare i segni lasciati dai grandi urbanisti, architetti e designer del passato. Se ci si trova a Barcellona, però, un nome prevale su tutti: Antoni Gaudí. Il famoso architetto spagnolo e massimo esponente del modernismo catalano, creatore della Sagrada Familia, ha lasciato in città varie opere da tempo diventate patrimonio Unesco: tra queste c’è Casa Batlló, ora visitabile con un’affascinante esperienza immersiva.

L’architettura e le opere di Gaudí a Barcellona

Impossibile non riconoscere le opere di Gaudí sparse per Barcellona. L’architetto, morto in un incidente nel 1926 all’età di 74 anni, faceva parte della corrente modernista dell’architettura, alla quale però aveva saputo aggiungere un tocco assolutamente personale: prendendo ispirazione sia dalle arti orientali sia dallo stile neogotico, Gaudí nelle sue opere rinuncia alle linee rette e cerca invece di imitare le forme naturali. Tra le sue creazioni più rappresentate ci sono sicuramente la salamandra all’ingresso del parco Güell, sinuosa e interamente ricoperta di frammenti di ceramica colorati, e ovviamente la Sagrada Familia, chiesa monumentale e complessa che assorbì le energie e le attenzioni dell’architetto dal 1914 fino alla sua morte.

Casa Batlló, il capolavoro di Gaudí a Barcellona

Tra i capolavori di Gaudí a Barcellona non si può però non citare Casa Batlló, anch’essa patrimonio Unesco. L’abitazione, che si trova al numero 43 di Paseo de Gracia, non passa inosservata: già dalla facciata, coloratissima e sinuosa, appare evidente che non ci si trova di fronte a una casa qualunque. L’edificio venne costruito nel 1877 e l’industriale D. Josep Batlló, che lo acquistò alcuni anni più tardi, lo affidò a Gaudí per una ristrutturazione massiccia, lasciando totale libertà creativa al genio spagnolo. L’architetto trasformò completamente la facciata, il cortile e la distribuzione dei muri interni, rendendo di fatto la casa un gioiello architettonico che è stato aperto al pubblico dal 1995.

Casa Batlló, la visita culturale è la migliore al mondo

La visita culturale di Casa Batlló oggi regala un’esperienza immersiva che permette di scoprire la mente geniale di Gaudí e la massima espressione del modernismo. Proprio per questa proposta originale e immersiva, nel 2022 Casa Batlló è stata premiata come la migliore visita culturale al mondo nella categoria International Exhibition Of The Year ai Museums & Heritage Awards, riconoscimenti assegnati ogni anno alle eccellenze internazionali tra musei, gallerie e attrazioni turistiche. I giudici sono rimasti colpiti dall’interpretazione intelligente e creativa dell’esperienza immersiva di Casa Batlló: un mix sapiente di tecnologia e narrazione che, hanno dichiarato, «Gaudí avrebbe indubbiamente apprezzato!».

L’esperienza immersiva a Casa Batlló

Il biglietto di ingresso a Casa Batlló include un percorso completo attraverso quest’opera architettonica geniale e diverse installazioni create da artisti internazionali riconosciuti sulla base dell’eredità di Gaudí. L’esperienza immersiva che si può vivere durante la visita culturale coinvolge tutti i cinque sensi ed è stata realizzata usando le tecnologie più avanzate: ci sono stanze immersive uniche al mondo, contenuti di realtà virtuale, dipinti che prendono vita, registrazioni audio che ricreano i suoni della natura e affascinanti installazioni che portano tutti i visitatori dentro la mente di Gaudí e alla scoperta della storia di Casa Batlló.