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Il giardino della musica di Barcellona è uno degli edifici più belli del mondo

Cosmopolita ma accogliente, ricca di storia e di bellezza, di fascino e cultura. Barcellona è uno di quei luoghi che conservano un pizzico di magia, sarà perché lì gli architetti e gli artisti hanno creato palazzi e luoghi incredibili, oppure perché camminando per le sue strade stupisce a ogni angolo, ma è difficile rimanere indifferenti a tanta bellezza, a quella sensazione di accoglienza che ti abbraccia sin dal primo istante.

Barcellona è una città tutta da scoprire e, forse, non basta una vita per poter dire di conoscerne tutte le anime, tutti i segreti, di averla capita davvero. Tra i luoghi da non perdere c’è il giardino della musica o, per meglio dire, il Palazzo della Musica Catalana: uno degli edifici più belli al mondo. Un luogo profondamente suggestivo, grazie ai suoi interni riccamente decorati, ai colori, all’arte che si respira solo a osservarne la facciata. Tutto quello che c’è da sapere su questo luogo di rara bellezza.

Il Palazzo della Musica Catalana, storia di un luogo straordinario

È stato immaginato come un giardino della musica, un nome romantico che richiama alla mente immagini suggestive che sanno coniugare arte e bellezza, natura e suoni. Esempio perfetto di modernismo catalano, il Palazzo della Musica di Barcellona è sede della società corale della Catalogna e della scuola di musica.

La sua storia prende il via agli inizi del Novecento, con la progettazione a cura dell’architetto Lluís Domènech i Montaner. I lavori per la sua realizzazione sono durati dal 1905 al 1908. Da allora, poi, è stato altre volte oggetto di nuovi lavori: restauri e ampliamenti, come gli ultimi che hanno preso il via agli albori del nuovo millennio e hanno visto l’aggiunta di un edificio molto ampio che ospita camerini, biblioteca e molto altro. Inoltre, nel 1997 è stato dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.

Una decorazione della facciata esterna del Palazzo della Musica Catalana

Fonte: iStock Photo – Foto di AlexandreFagundes

Un dettaglio della facciata esterna del Palazzo della Musica Catalana

Un’immersione totale nella bellezza

Le decorazioni, i vetri colorati, gli spazi che ti accolgono e ti fanno sentire come in un sogno: il Palazzo della Musica Catalana si trova nel quartiere di Sant Pere e si raggiunge facilmente da una delle piazze più celebri di Barcellona, ovvero Plaza Cataluna. Solo cinque minuti a piedi, come viene spiegato sul sito. Euando si arriva si viene subito accolti dalla facciata straordinaria di questa edificazione. E se il primo impatto lascia senza fiato, esplorarne gli interni catapulta in un luogo che appare quasi fiabesco. Del resto Barcellona è ricca di questi posti che sembrano rubati da un sogno e trasformati in realtà.

Il suo auditorium è un luogo spettacolare: a illuminarlo un suggestivo lucernaio a goccia in cui si può intravedere un sole realizzato con vetri colorati, l’ampia sala ha le pareti riccamente decorate da busti e elementi che richiamano la natura come frutti e fiori. Per questo lo si immagina come un giardino della musica, perché sembra di essere davvero immersi in una natura in cui esplodono i colori e la bellezza.

Intima e accogliente, invece, è la sala prove dell’Orfeó Català, anche il luogo ideale per spettacoli più piccoli o per eventi.

Tutto l’edificio è visitabile, sul sito ufficiale vengono proposte opzioni diverse per conoscerlo: addentarsi nelle sue sale, scoprirne i dettagli e i segreti, è senza dubbio una (delle tante) cose da fare a Barcellona: una città dalle mille facce, piena di luoghi di rara bellezza, di contrasti, di modernità che convive con il passato. Un mix incredibile e indimenticabile.

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Sidroturismo: alla scoperta dell’anima della Spagna verde

C’è qualcosa di magico nell’aria quando si parla di Spagna, una terra che incanta con il suo calore e la sua vitalità. Ma mentre le città più conosciute come Madrid e Barcellona attirano l’attenzione della maggior parte dei turisti, nella parte settentrionale c’è una località meno nota che aspetta solo di essere scoperta: la regione delle Asturie.

Circondata da montagne maestose e immersa nella rigogliosa bellezza delle vallate, è senza dubbio un luogo in cui la natura regna sovrana. Conosciuta come la “Spagna verde“, si distingue per i suoi paesaggi lussureggianti e i pittoreschi villaggi. Una regione incantevole con una ricca cultura tutta da scoprire.

Inoltre, questa terra è il cuore pulsante della produzione di sidro, una deliziosa bevanda ottenuta dalle mele che affonda le sue radici nel folklore locale. Negli ultimi anni, è diventata una meta sempre più popolare. Visitatori provenienti da tutto il mondo si recano qui per immergersi nell’atmosfera caratteristica dei frutteti di mele, scoprire l’antico processo di produzione del sidro e deliziarsi con il prodotto finale nelle accoglienti sidrerie locali.

Il sidroturismo: un’avventura nella tradizione del sidro asturiano

Case di sidro nelle Asturie

Fonte: iStock

Case di sidro di Aviles nella città vecchia, Asturie, Spagna

Le Asturie, conosciute anche come la “Comarca de la Sidra“, racchiudono una storia e una cultura legate strettamente a questa bevanda. Il sidro asturiano gode di grande rispetto non solo all’interno di questa regione, ma in tutta la Spagna e anche oltre i suoi confini. La produzione ha un impatto rilevante sull’economia locale, contribuendo all’occupazione e al turismo regionale, un vero e proprio tesoro che caratterizza il territorio.

Il sidroturismo è una forma emergente di turismo enogastronomico che si concentra sulla produzione e l’assaggio della bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del succo di mela. Molte sidrerie offrono anche degustazioni guidate, durante le quali è possibile assaggiare diversi tipi di sidro e imparare a riconoscerne le diverse caratteristiche.

Una tradizione millenaria che ha radici profonde risalenti al X secolo, ha resistito alla prova del tempo e tutt’oggi fa parte della vita quotidiana degli abitanti locali. Una caratteristica distintiva è il modo in cui la bevanda viene servita. In un rituale chiamato “escanciado“, il sidro viene versato da una bottiglia tenuta ad alta distanza nel bicchiere, un gesto che serve a ossigenare e a liberare i suoi aromi e sapori unici. Questa pratica richiede abilità e precisione ed è spesso eseguita con grande spettacolarità, aggiungendo un elemento scenografico alla degustazione.

L’arte di versare il sidro non è solo un rituale, ma un autentico simbolo della cultura asturiana. Un’occasione imperdibile per ammirare questa tradizione è il Festival de la Sidra Natural a Nava, uno degli eventi più significativi del territorio.

Dichiarato di interesse Turistico Regionale, celebra la bevanda più iconica della regione con un programma ricco di attività coinvolgenti. Uno degli eventi più attesi è il concorso di escanciado, in cui tutti i partecipanti versano simultaneamente il sidro dall’alto, creando uno spettacolo impressionante.

I luoghi imperdibili per gustare il miglior sidro in Spagna

Il sidro è un prodotto davvero sorprendente, amato anche per le sue diverse sfaccettature. Durante il periodo natalizio, rappresenta una deliziosa alternativa allo spumante, regalando un gusto fruttato e rinfrescante che si sposa perfettamente con i sapori ricchi e speziati dei piatti tipici delle feste. Ma c’è di più: per gli appassionati, il sidro è una vera e propria prelibatezza, un prodotto artigianale che racchiude in sé secoli di tradizione e l’arte della fermentazione.

Nel nord della Spagna ci sono tantissimi posti dove si può gustare questa bevanda, offrendo un’ampia varietà di esperienze, tutte da provare. Tra questi si trova Astigarraga, considerata la “capitale del sidro” della regione. Qui, numerose sidrerie (o sagardotegi, come si chiamano in basco) ne producono con passione milioni di litri ogni anno.

La Cantabria, situata nella zona nord della Spagna, è un’altra località che sta guadagnando riconoscimento per la sua produzione di sidro. Infine, negli ultimi anni, l’industria del sidro ha visto una crescita significativa anche in Galizia. Questo è dovuto a vari fattori, tra cui un crescente interesse per le bevande artigianali, la qualità delle mele galiziane e la lunga tradizione di produzione di sidro nella regione.

Escanciador di sidro, Spagna

Fonte: iStock

Escanciador: versatore di sidro per le strade di Oviedo, Asuturias, Spagna
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Guadalajara, la città spagnola che è un capolavoro

Avete mai sentito parlare di Guadalajara? Probabilmente sì, ma forse in riferimento a una città con lo stesso identico nome che si trova in Messico. Oggi noi di SiViaggia vogliamo farvi conoscere la Guadalajara europea, una realtà spagnola particolarmente incantevole anche se molto meno conosciuta rispetto a tante altre località della penisola iberica.

Dove si trova Guadalajara

Guadalajara sorge al centro del suo Paese di appartenenza ed è il capoluogo dell’omonima provincia situata nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancia.

Situata a circa 60 chilometri di distanza da Madrid, vanta una ricca storia e un patrimonio culturale decisamente affascinanti. Tra le sue strade scorre il il fiume Henares e le sue origini risalgono ai tempi dell’occupazione araba, epoca in cui qui venne fondato il primitivo insediamento di Arriaca, che nel corso del tempo divenne Guadalajara.

Cosa visitare

Come vi abbiamo anticipato, seppur meno nota rispetto a tante altre città spagnole, Guadalajara è uno scrigno di preziosi e interessati siti da visitare. Il suo centro storico – completamente pedonale – conserva edifici di grande valore, sia dal punto di vista storico che architettonico.

Uno di questi è senza ombra di dubbio la Concattedrale cittadina edificata in stile mudéjar. Dedicata a Santa Maria, sorge sui resti di un’antica moschea e colpisce per la sua facciata che possiede un portico con colonne e capitelli rinascimentali. Al suo interno sono invece conservati interessanti architetture e un bel pulpito di alabastro.

La passeggiata rilassante nel centro storico di Guadalajara continua alla volta del Palazzo del Infantado. Si tratta di un imponente edificio in stile gotico isabellino considerato il simbolo della città, tanto da finire tra i capolavori dell’architettura spagnola e anche tra i siti Patrimonio dell’Unesco. Un edificio che lascia a bocca aperta, complici i suoi balconi sulla facciata e i tanti affreschi che impreziosiscono le sue numerose sale.

Il Palazzo del Infantado a Guadalajara

Fonte: iStock – Ph: CHUYN

Un angolo del Palazzo del Infantado a Guadalajara

Poi ancora l’Alcázar Real di Guadalajara, ovvero un sontuoso castello in cui “teletrasportarsi” nei fasti dell’epoca medievale. Da qui è anche possibile godere di un’eccezionale vista panoramica, così come immergersi in sale pregne di affreschi, nelle stanze dei re e presso la famosa sala delle feste. In più, è circondato da bellissimi giardini.

Molto interessante è anche la Cappella di Luis de Lucena che quando fu costruita, verso metà del XVI secolo, sorgeva a ridosso della chiesa San Miguel del Monte, edificio religioso ormai scomparso. Gli elementi che la contraddistinguono sono la decorazione di mattoni sagomati e l’ampia cornice di “muqarnas” che sormonta la facciata.

Tra le altre meraviglie di Guadalajara c’è anche il Palazzo di Dávalos, una struttura del XVI secolo che dal 2004 ricopre la funzione di sede della Biblioteca Nazionale Spagnola.

Qui di particolare interesse sono il patio, in stile rinascimentale di La Alcarria, e la facciata in cui è raffigurato un torneo tra due cavalieri. La Chiesa di San Ginés, risalente al XVII secolo, presenta una mastodontica facciata in pietra che ingloba un portale costruito tra due grandi contrafforti, mentre all’interno vi si possono ammirare quattro eccellenti esempi di scultura funeraria.

Infine il Palazzo di Antonio de Mendoza, eretto nel XVI secolo in stile rinascimentale, che presenta un cortile interno che si rivela un eccellente esempio dello stile plateresco.

Il Museo di Guadalajara

Una menzione a parte la merita il Museo della città che sorge tra le mura del già citato (e splendido) Palacio del Infantado. Visitandolo si ha l’opportunità di approfittare di un percorso antropologico che illustra i concetti di vita, morte e religiosità dal paleolitico al XX secolo.

È anche presente un’esposizione permanente, denominata “Transiti”, dove il visitatore può conoscere i pezzi più rilevanti di alcune collezioni di archeologia, belle arti ed etnografia che mostrano il modo in cui i diversi popoli che vissero in città affrontarono la vita, la morte e l’idea dell’aldilà. Vi sono inoltre esposte opere di Alonso Cano, Ribera, La Roldana e resti celtiberici e medievali.

Guadalajara, Spagna

Fonte: 123rf

Veduta aerea di Guadalajara

Cosa vedere nei dintorni di Guadalajara

Se nel vostro itinerario in questa zona della Spagna avete inserito Guadalajara con tutto il suo patrimonio, la sua gustosa cucina e le sue importanti tradizioni, il nostro consiglio è quello di esplorare anche i suoi dintorni.

A poca distanza dalla città sorge il Castello di Torija, una straordinaria fortezza medievale che si ritiene sia stata fondata per mano dei Templari. Al suo interno, tra le altre cose, c’è anche un museo etnografico dedicato a La Alcarria.

Hita è invece la città natale di Juan Ruiz el Arcipreste, uno degli autori spagnoli più importanti del Medioevo, ma anche una località con un centro storico che è stato dichiarato Bene di Interesse Culturale.

Bellissima è anche Jadraque il cui tracciato urbano si sviluppa ai piedi di un imponente maniero: il Castillo del Cid – o de Jadraque – che svetta su un’altura da cui si osserva un’ampia area della pianura del fiume Henares, con le sierre a nord di Guadalajara che fanno da cornice sullo sfondo.

Già a vederlo da lontano ci si sente invasi di una potente emozione perché questa antica fortezza sembra fare da corona a una collina di proporzioni perfette. Poi ancora Cogolludo, un comune in cui ad attirare l’attenzione è soprattutto il Palazzo Ducale che è stato persino dichiarato Monumento nel 1931.

Molto suggestiva è anche Sigüenza che è sta dichiarata Complesso Storico-Artistico. Si tratta perciò di una città che possiede un magnifico patrimonio architettonico  e in cui a spiccare è il castello medievale del secolo XII, oggi trasformato in Parador de Turismo. Degna di nota è la Cattedrale edificata in stile gotico – ma anche pregna di elementi romanici – che ospita in una delle sue cappelle la famosa statua del Doncel de Sigüenza.

C’è poi Atienza, un minuto villaggio di origine medievale, fortificato e con numerose chiese romaniche e gotiche tra cui quella dedicata a Santa María del Rey.

E poi la natura, ovvero quella di cui si può godere presso il Parco Naturale della Faggeta di Tejera Negra dove, oltre ai faggi, sono presenti altre specie protette come il tasso, l’agrifoglio, la betulla, il rovere, il nocciolo e il pino.

Infine Majaelrayo che è una piccola località particolarmente nota per le sue tante casette di pietra ricoperte da curiosi tetti fatti in ardesia.

Sigüenza, Spagna

Fonte: iStock

Veduta aerea di Sigüenza
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Spagna, Buñol si tinge di rosso. È iniziata la guerra all’ultimo pomodoro

Meraviglie create da Madre Natura, opere architettoniche e capolavori artistici, musei e luoghi iconici: sono questi i motivi che ci spingono ogni giorno a viaggiare in lungo e in largo, e non sono gli unici. Spesso, infatti, decidiamo di metterci in cammino anche per toccare con mano le culture e le tradizioni di popoli lontani e per prendere parte alle feste che le celebrano.

Tra le più suggestive, affascinanti e bizzarre troviamo in pole position la Tomatina, una festa che si tiene ogni anno nel comune spagnolo di Buñol l’ultimo mercoledì di agosto e che attira ogni anno migliaia di cittadini della comunità valenciana e viaggiatori provenienti da ogni dove. Il motivo? Durante questa celebrazione ha luogo una battaglia davvero molto particolare: una guerra all’ultimo pomodoro.

Buñol e la battaglia dei pomodori

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di Buñol, una deliziosa cittadina di montagna situata ad appena 40 chilometri da Valencia. Questa località è il punto di partenza perfetto per visitare i paesaggi naturali che si snodano sul territorio, come grotte, cascate, fiumi e giardini. Interessanti sono anche il castello medievale del XIII secolo, il quartiere antico e la chiesa del Salvador, anche sede del museo archeologico urbano.

Una tappa, questa, molto apprezzata dai viaggiatori che desiderano esplorare Valencia e i suoi dintorni durante l’anno. Ma se solitamente Buñol è considerata solo una destinazione di passaggio di un itinerario di viaggio ben più ampio in Spagna, le cose sono molto diverse ad agosto perché in questo mese la città si trasforma nel palcoscenico di quella che è la celebrazione più bizzarra della Spagna e forse del mondo intero. Si tratta della Tomatina, una battaglia di pomodori senza esclusioni di colpi.

Tutti sono invitati a partecipare. L’unica regola è quella di armarsi di pomodori rossi e di colpire l’avversario a suon di ortaggi.

Tomatina: come unirsi ai festeggiamenti

Le origini della Tomatina risalgono al secolo scorso, e più precisamente al 1945, quando durante la festa dei Giganti e testoni alcuni giovani iniziarono a colpirsi utilizzando dei pomodori dopo una discussione. L’anno successivo la scena si replicò davanti agli occhi dei partecipanti, al punto tale da trasformarsi in una ricorrenza goliardica.

Da quel momento in poi, è fino a oggi, quella battaglia di pomodori improvvisata si è trasformata in una vera e propria tradizione da perpetuare. Dopo alcuni anni, in cui questa lotta veniva replicata in maniera ufficiosa, nel 1957 è stata istituita la Tomatina, una delle feste più curiose e divertenti dell’intero Paese.

Considerato un festival di interesse turistico internazionale, questo evento che si ripete l’ultimo mercoledì di ogni agosto attira migliaia di persone provenienti dal resto della Spagna e dal mondo. Si stima che durante la manifestazione vengono utilizzate oltre 100 tonnellate di pomodori. Alla fine della battaglia, Buñol, risulta completamente ricoperta di salsa di pomodoro, una distesa profumatissima nella quale i più audaci provano persino a nuotare.

La partecipazione è aperta a tutti, a patto che si rispetti la regola principale: lanciare pomodori e nient’altro. Il prossimo appuntamento è previsto il 30 agosto del 2023. Pronti a entrare in guerra?

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Melilla, un angolo di Spagna in Marocco

Il Regno del Marocco, affacciato sull’Oceano Atlantico e sul Mar Mediterraneo, è un Paese incantevole che si trova nel Nord Africa. Grazie alla sua posizione geografica privilegiata, che si estende oltre lo Stretto di Gibilterra, è un affascinante mix di influenze e culture diverse.

Ricco di contrasti geografici, con le sue imponenti catene montuose dell’Atlante e del Rif che si estendono attraverso il territorio, regala una serie di paesaggi unici che vanno dalle coste pianeggianti ai deserti rocciosi. Le città, poi, racchiudono una varietà di architetture stravaganti, con stradine labirintiche che invitano all’esplorazione.

Una delle particolarità del Marocco è la presenza di due enclave spagnole sul suo territorio: Ceuta e Melilla. Quest’ultima è senza dubbio una destinazione unica. Camminando per le sue strade, ci si ritrova immersi in un connubio di tradizioni e stili architettonici.

Senza dubbio, una città vibrante e cosmopolita che vale la pena esplorare. Nonostante non goda della stessa fama di altre mete spagnole, questa destinazione possiede un innegabile fascino tutto da scoprire.

Melilla, una città spagnola nel territorio africano

Melilla Marocco

Fonte: Getty Images

Porto di Melilla, Marocco

Melilla è posizionata nel nord-est del Marocco. Situata lungo la costa mediterranea, un po’ a nord di Nador e sul lato orientale delle montagne del Rif, è un luogo suggestivo in cui le culture si intrecciano e si fondono in una mescolanza di tradizioni, lingue e costumi.

Con una popolazione divisa equamente tra cristiani di origine spagnola e musulmani berberi, è un punto d’incontro unico tra Europa e Africa, e custodisce numerose attrazioni storiche, tra cui edifici dall’architettura modernista, antiche fortificazioni e musei, che racchiudono opere d’arte e reperti storici di grande valore.

Per immergersi nella storia di Melilla, niente è più suggestivo di una visita al vero simbolo della città, la Ciudadela, conosciuta anche come “Melilla La Vieja” o “El Pueblo“. Quest’area fortificata racconta le storie di diversi popoli che nel corso dei secoli hanno lasciato il loro segno, contribuendo a formare l’identità unica di quest’affascinante città.

Il suo passato si svela attraverso i pittoreschi quartieri, le torri di vedetta e gli edifici imponenti come il Baluarte de la Concepción e l’Hospital del Rey.

Nella parte nuova di Melilla, invece, uno dei luoghi più suggestivi da visitare è sicuramente la Plaza de España. Questo spazio urbano, con la sua caratteristica forma circolare, si trova strategicamente alle spalle del porto, posizionandosi come cuore pulsante della città. Un vero e proprio fulcro vitale, un punto di incontro per residenti e turisti, dove le principali arterie cittadine convergono, irradiandosi in tutte le direzioni.

La piazza ospita importanti edifici come il Casino Militar, un’imponente struttura progettata da Enrique Nieto, allievo del famoso architetto Antoni Gaudí, che rappresenta brillantemente lo stile modernista catalano, con dettagli architettonici ricchi e intricati.

Poco distante si trova il Palacio de la Asamblea, un edificio storico realizzato sempre da Nieto, che ospita la sede del Municipio di Melilla. Questo capolavoro architettonico, costruito nella prima metà del Novecento, emana un’aura di maestosa regalità. La sua struttura, sviluppata su tre piani, ricorda una corona ducale, che conferisce al palazzo un aspetto davvero unico. All’interno, su richiesta, è possibile visitare alcuni degli spazi più rappresentativi, come il Salon Dorado, che riflette l’eleganza e la raffinatezza dell’epoca, e la Sala de Plenos, dove si riunisce il consiglio comunale.

Melilla: la città che separa l’Africa dall’Europa

Nonostante si trovi geograficamente in Africa, Melilla è una città spagnola e fa parte dell’Unione Europea. Insieme a Ceuta, rappresenta l’unica frontiera terrestre tra Africa ed Europa. Nel corso del XX secolo, questa particolare posizione ha conferito a queste due città un ruolo fondamentale nelle rotte migratorie verso il vecchio Continente.

Per gestire l’ingente flusso di migranti, sono state separate dal territorio marocchino da una doppia rete metallica. Questa barriera, costruita tra il 1997 e il 1998, era inizialmente alta tre metri ma, a causa dell’aumento delle pressioni migratorie, è stata successivamente raddoppiata raggiungendo i sei metri di altezza.

Un simbolo distintivo e controverso della città è la statua di Francisco Franco. Nonostante la legge del 2009, promulgata dall’ex primo ministro Zapatero, che bandisce i monumenti pubblici in onore del dittatore spagnolo, la statua continua a dominare una piazza cittadina, rimanendo l’unica in uno spazio pubblico spagnolo. La sua rimozione era stata programmata da tempo, ma la statua rimane ancora al suo posto, un dettaglio che sottolinea quanto, nonostante la città sia formalmente sotto il controllo del governo di Madrid, sia in realtà completamente autonoma. Questo equilibrio delicato rappresenta un chiaro segno del suo complesso passato storico e politico.

Melilla

Fonte: Getty Images

Memoriale ai pescatori dispersi in mare nel centro di Melilla
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Come raggiungere il centro di Madrid dall’aeroporto

L’aeroporto di Madrid Barajas si trova a circa 12 km a nord-est di Madrid ed è il più importante aeroporto della Spagna. Si trova al quinto posto della classifica europea per numero di passeggeri e all’undicesimo nella classificazione mondiale, in particolare per la tratta Madrid-Barcellona che ad oggi è la tratta con il maggior numero di voli settimanali al mondo.

L’aeroporto madrileno è composto da quattro grandi terminal. Il più recente è il T4, che ospita voli nazionali e internazionali ed è collegato con gli altri terminal da navette e altri mezzi di trasporto. All’interno dell’aeroporto, infatti, ci sono diverse stazioni metro, grazie alla linea 8 che collega il nuovo terminal T4 con il resto dell’aeroporto.

Come arrivare dall’aeroporto di Madrid al centro una volta atterrati all’aeroporto di Barajas? Vediamo quali sono le diverse opzioni da scegliere per un trasferimento comodo e veloce.

Come raggiungere il centro di Madrid in metro

Madrid è una metropoli europea dotata di una linea metropolitana molto efficiente, quindi la migliore opzione per arrivare dall’aeroporto di Madrid al centro è la metro. La linea di riferimento è sempre la linea 8, con partenza dai vari terminali e anche dal T4, che in circa 20 minuti di tragitto arriva fino alla stazione di Nuevos Ministerios, che si trova a nord del centro città.

Dall’aeroporto a Madrid in treno

Per raggiungere il centro di Madrid è possibile spostarsi anche in treno. La linea C-1 dei treni Renfe-Cercanìas collega l’aeroporto con il centro città, ma solamente dal terminal T4. La stazione di arrivo è Principe Pio, mentre il tempo di percorrenza è di circa 40 minuti, con 4 fermate intermedie.

Il treno passa circa ogni 30 minuti dall’alba a poco prima di mezzanotte, ed è sicuramente un’alternativa da tenere in considerazione visto il costo bassissimo di 2,60€.

Dall’aeroporto a Madrid in autobus

Per arrivare dallaeroporto Barajas al centro di Madrid è possibile utilizzare anche il servizio di bus, molto efficiente e organizzato. Ci sono diverse linee che vanno dall’aeroporto al centro città e viceversa.

La linea 203 è un’ottima opzione: ha partenze ogni 10-15 minuti da tutti i terminal per 24 ore al giorno tutto l’anno, e collega l’aeroporto con la stazione Atocha Renfe, situata in centro a poca distanza dai principali musei di Madrid. La linea 203 impiega 40 minuti per arrivare a destinazione; il biglietto costa 5 € ed è acquistabile anche sul bus, oppure è possibile acquistare il transfer online in anticipo.

In alternativa si può prendere la linea 101, che parte da tutti e quattro i terminal e arriva in circa 30 minuti alla stazione di Área Intermodal de Canillejas, la parte orientale di Madrid. Da qui è possibile prendere altri autobus, o prendere la metropolitana. Il biglietto costa solamente 1,50€.

Dall’aeroporto a Madrid in taxi

Anche il taxi è una possibile alternativa per la tratta dall’aeroporto di Madrid al centro, ma è più costosa se si è da soli. È senza dubbio un’ottima soluzione se si viaggia in gruppo, in questo modo la spesa è molto più bassa. Il costo del taxi dal centro della città fino al Barajas è di circa 30 euro, e viene aggiunto un ulteriore supplemento di circa 5€ per le corse aeroportuali.

Le corse iniziano alle 6 per concludersi alle 21, le vetture dei taxi sono di colore bianco e si trovano al piano terra di ogni terminal.

Noleggio auto per raggiungere Madrid centro

Tra il T1 e il T4 ci sono diverse compagnie di autonoleggio a cui potersi rivolgere per noleggiare un’auto, più di cinque per l’esattezza. Una volta noleggiata l’auto che preferisci potrai in circa mezzora di auto raggiungere il centro città, passando per la circunvalaciòn M-30 o per la A-2. Bisogna sempre però calcolare una media quantità di traffico nel tragitto.

Scegliendo il noleggio privato potrai disporre della tua auto durante tutta la permanenza a Madrid, e riportarla al concessionario una volta terminata la vacanza per poi riprendere il volo di ritorno da Barajas.

Trasferimento privato o condiviso

Se non vuoi badare a spese e vuoi viaggiare al massimo della comodità puoi optare per un trasferimento di lusso acquistabile online, avrai a disposizione un’auto comoda ed elegante, e un autista che si occuperà di accompagnarti in centro. In questo modo non dovrai preoccuparti di trovare le fermate dei mezzi di trasporto, acquistare i biglietti e calcolare il tragitto per arrivare al centro. Verrai accolto direttamente all’aeroporto e portato a destinazione.

Il trasferimento privato può essere anche condiviso, sono disponibili e acquistabili online i trasferimenti anche di sola andata fino a un massimo di sette persone.

Queste sono tutte le opzioni per arrivare dall’aeroporto di Madrid al centro, atterrando all’aeroporto internazionale di Barajas. Le opzioni sono tutte valide e ben organizzate, sta a te scegliere la più giusta in base alle tue esigenze personali e al budget a tua disposizione. Buona permanenza!

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Picos de Europa, un parco nazionale da fiaba

Con un nome così suggestivo, non potevamo aspettarci niente di meno: il Parco Nazionale Picos de Europa è una vera meraviglia, la tappa ideale per chi ama la natura incontaminata e vuole godersi i suoi panorami più belli. Siamo in Spagna, ben lontani dalle grandi città che hanno reso il Paese famoso in tutto il mondo – nonché una delle mete turistiche più apprezzate di sempre. Andiamo alla scoperta delle bellezze di questo parco così suggestivo.

Il Parco Nazionale dei Picos de Europa

Iniziamo da qualche dato: i Picos de Europa sono una catena montuosa che si erge nel cuore della Spagna settentrionale, tra le comunità autonome di Castiglia e Léon, Cantabria e Asturie. Il loro nome (letteralmente “picchi d’Europa) ha un fascino particolare e una storia altrettanto unica. Le navi in arrivo dall’America, infatti vedono queste cime montuose come prima cosa nel momento in cui si avvicinano al continente. Vista la natura rigogliosa e i numerosi siti storici che caratterizzano quest’area, negli anni ’90 è stato creato il Parco Nazionale dei Picos de Europa.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un vero e proprio amore per le vacanze green, a contatto con la natura, e così il parco spagnolo è diventato una meta turistica molto apprezzata dai viaggiatori provenienti da ogni angolo d’Europa. Ma cosa c’è di bello da vedere in questo angolo incontaminato di Spagna? Le imponenti formazioni rocciose che si stagliano contro il cielo, lussureggianti boschi di querce e di faggi, tanti animali che vivono in piena libertà e in armonia con il paesaggio… e poi c’è molto di più. Scopriamolo insieme.

Cosa vedere: le tappe imperdibili

Una volta arrivati presso il Parco Nazionale dei Picos de Europa, inizia l’avventura: ci sono tantissimi itinerari ben segnalati, che ci conducono tra foreste e panorami meravigliosi, ma anche dei belvedere da cui si può godere di una vista mozzafiato. Il sentiero più affascinante è quello che collega i paesi di Ampurias e Finisterre, attraversando interamente il parco. Lungo oltre 62 km, è diviso in 5 tappe ed è perfettamente attrezzato con punti di ristoro e luoghi dove soggiornare, così da offrire un’esperienza unica a tutti gli amanti del trekking.

Un’alternativa suggestiva (e più comoda) è la funicolare che parte da Fuente Dé per poi salire sino al belvedere de El Cable, a oltre 1800 metri di altitudine. È il luogo ideale per ammirare il panorama dei Picos de Europa, anche per chi non apprezza particolarmente le lunghe camminate o ha difficoltà particolari. Tappa da non perdere è poi l’altopiano su cui si trovano i Laghi di Covadonga: sono due piccoli specchi d’acqua, il lago Enol e il lago Ercina, circondati da splendide montagne che si riflettono nelle loro sfumature turchesi.

Infine, non possiamo dimenticare di andare alla scoperta dei piccoli borghi che giacciono ai piedi di queste imponenti vette. Come ad esempio Cangas de Onis, con i suoi bellissimi monumenti storici: tra questi spicca il ponte romano (costruito in realtà durante il periodo medievale), divenuto uno dei simboli delle Asturie. A poca distanza si può visitare Covadonga, piccolo villaggio che fu teatro di un’epocale battaglia tra Cristiani e Mori. È per gli spagnoli un importante luogo di pellegrinaggio, dove si trova una chiesetta scavata nella roccia che, secondo la leggenda, ricorderebbe il punto in cui apparve la Madonna. Molto più moderna è invece la Basilica de Santa Maria la Real de Covadonga, un gioiello assolutamente da scoprire.

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Murcia, cosa vedere nella sontuosa città università spagnola

Meno conosciuta dai turisti rispetto ad altre mete imperdibili della Spagna, la regione di Murcia, la più soleggiata del Paese, e l’omonima città che le fa da capitale sono una delle tante perle nascoste da mettere in lista per rendere un viaggio ancora più appassionante.

Si tratta, infatti, di un vero tesoro della Spagna meridionale e ne rappresenta l’anima più autentica, tradizionale e affascinante, un “mondo a parte” rinomato in particolare per la sua università che richiama studenti da ogni parte del mondo tra cui anche moltissimi italiani per l’Erasmus.

Conosciamo meglio cosa vedere in questa città che può regalare una vacanza “insolita”, lontana dalle “solite destinazioni” e dalla ressa che inevitabilmente le contraddistingue.

Plaza de La Glorieta e il Puente Viejo

La visita può iniziare dal cuore della città, il centro storico, con prima tappa in Plaza de La Glorieta, raffinata piazza alberata dove svettano il Municipio, edificio in stile neoclassico con la facciata impreziosita da stucchi, e il Palazzo Vescovile, risalente al XVIII secolo e “Bene di Interesse Culturale” dal 1992.

A pochi passi, lo sguardo viene catturato dal Puente Viejo, il ponte più antico di Murcia, interamente in pietra, noto anche come “Puente de Los Peligros” poiché sul lato sud ospita una statua della Madonna dei Pericoli.

Il Real Casino de Murcia

Il Casino Reale di Murcia, dichiarato Edificio Storico Nazionale nel 1983,  è, senza dubbio, uno degli edifici più significativi della città spagnola, con la sua architettura straordinaria che unisce stili artistici modernisti ed eclettici della seconda metà del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo.

Si trova in pieno centro, in Calle Trapería, vicino alla Cattedrale, ed è sede di svariate attività culturali, quali mostre d’arte, dibattiti, conferenze, tre club del libro, cerimonie istituzionali ed eventi aziendali.

Dall’atmosfera “scintillante”, ospita inoltre un’immensa biblioteca con più di ventimila volumi in lingua inglese, un’elegante sala da ballo con lampadari in cristallo, e sala da biliardo con soffitto in legno.

La Cattedrale

Tra i tanti edifici religiosi della città vale la pena citare la magnifica Cattedrale di Santa Maria, eretta nel 1394 laddove sorgeva una moschea.

La splendida facciata settecentesca si presenta con elementi barocchi e rinascimentali mentre l’interno è in stile gotico e conserva la magnifica Capilla de los Vélez con la volta a stella.

Colpisce poi la sua torre campanaria che svetta nel cielo di Murcia da 95 metri di altezza, la cui costruzione richiese oltre duecento anni.

Da vedere anche il Museo della Cattedrale di Murcia per ammirare resti archeologici dell’antica moschea araba e una mostra permanente di arte sacra.

Plaza de Flores

Tutta da vivere è poi la Plaza de Flores, punteggiata da numerosi locali e caffè, quasi tutti con terrazze esterne, dalla vibrante atmosfera festosa ogni fine settimana, in cui gustare i piatti tipici della zona tra cui le tapas murciane.

Al centro della fontana della piazza si può vedere “La niña de la flores“, scultura in bronzo dello scultore José Fuentes Aynar, realizzata nel 2011, mentre tutt’intorno si dipanano stradine pedonali su cui si affacciano negozi e bar.

Seguendo una di queste e passando per Piazza San Pietro, ecco il tradizionale Mercato Verónicas, dove acquistare prodotti a chilometro zero.

I Musei

Vivace città universitaria, Murcia è sede di molti musei che fanno la gioia degli appassionati di arte e di storia.

Da segnalare il Museo Arqueologico, con collezioni di reperti a partire dal Neolitico, il Museo Salzillo, dedicato allo scultore nativo della città Francisco Salzillo, vissuto nel Settecento, il Museo de Bellas Artes, ampia collezione di dipinti di autori spagnoli, e il Museo di Santa Clara, un viaggio alla scoperta  di Murcia dal Medioevo ai giorni nostri.

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Questo piccolo borgo spagnolo è la meta perfetta per una vacanza a tutto relax

Chiudete gli occhi e immaginate un classico villaggio collinare, circondato da formazioni rocciose, punteggiato di verde e con un cielo straordinario a vegliare su di lui: avrete il ritratto perfetto di Albarracin, incantevole e piccolo borgo spagnolo che da qualche anno a questa parte è diventato un vero e proprio rifugio per chi cerca pace e relax.

Albarracin sembra esistere in una dimensione parallela rispetto a quella frenetica del resto della Spagna: decisamente meno movimentato di altri piccoli borghi e distante anni luce dalla frenesia delle città più grandi, è la meta perfetta per chi non vuole altro che fare un viaggio nel tempo e rallentare i propri ritmi.

Albarracin, una perla fra le colline

Albarracin è una meta insolita della Spagna: incastonata su una collina dei Monti Universales, è nata e si è sviluppata su un vero e proprio sperone roccioso attraversato da un burrone. Questo lo rende un piccolo paradiso isolato, dato che il fossato naturale ha in qualche modo separato il villaggio dal resto della Spagna. Contribuiscono all’isolamento (e alla pace che ne consegue) anche l’altitudine di 1.171 metri e i resti di un’antica e imponente cerchia di mura.

Le strade di Albarracin

Potreste pensare che l’altitudine crei un clima più freddo e ostile, invece no: le giornate di Albarracin sono abbastanza miti, con temperature medie che si aggirano intorno agli 11 gradi. Anche il meteo, dunque, è accogliente specie se si vuole fuggire dal caldo afoso dell’estate. E poi, che dire: l’intero borgo spagnolo sembra quasi un museo a cielo aperto, grazie a strade, vicoli, mura irregolari e inserti in legno. Un vero sogno.

Fra storia e tradizione

Il borgo di Albarracin è un luogo magico, dunque, proprio perché conserva il suo aspetto più antico. Il villaggio era, in realtà, già abitato in epoca preistorica (lo dimostrano diverse pitture rupestri nei dintorni) ed è poi diventato un insediamento celtico. Nel corso dei secoli, le dominazioni si sono succedute in maniera non troppo brusca: prima i romani, poi i goto-romani, poi gli islamici e i berberi. Sempre più rafforzata dalle mura e in posizione privilegiata per non essere vittima di brutali cambiamenti, la cittadina è sembrata a lungo quasi una piccola oasi di pace.

Uno scorcio di Albarracin

Un cambio di direzione si è registrato nel XII secolo, quando il villaggio fu ceduto alla famiglia cristiana aragonese degli Azagra. Questi nobili ne fecero una signoria e il loro arrivo diede una buona spinta all’economia. Tuttavia, questa spinta portò anche a dei tentativi di conquista, con dei danni non indifferenti alle mura. Altri cambiamenti (drammatici) sono stati dovuti alla guerra civile che dal 1937 al 1938 causò la distruzione di molte case. Nel corso dei secoli, però, si è fatto di tutto per riportare la cittadina al suo stato tradizionale e originale: per questo, ancora oggi Albarracin è un esempio quasi unico di architettura e urbanistica del Medioevo in Spagna.

Vivere Albarracin

Ma come si fa a vivere al meglio una visita ad Albarracin? In primis, lasciandoci alle spalle la frenesia che ogni giorno ci affligge. Dopodiché, prendendosi qualche giorno per passeggiare tra le sue strade e i suoi vicoli e scoprire i suoi punti d’interesse, a partire dalla potente cinta muraria che mantiene gran parte della sua originale potenza e imponenza, per finire a Plaza Mayor, l’unica piazza del centro antico. Durante la passeggiata è obbligatorio gettare un occhio alle case della Julianeta e della calle Azagra, alcune delle più tradizionali e suggestive.

Vista dall'alto di Albarracin

Ritagliamoci, poi, anche un po’ di spazio per i monumenti: la Catedral de El Salvador, il Palacio Episcopal, le torri del Agua, del Aguador e de doňa Blanca. Infine, sono consigliatissime le visite ai musei: quello di archeologia e arte locale (Museo de Albarracín) per iniziare, ma anche quello Catedralicio che conserva arazzi fiamminghi e oggetti di oreficeria, e il Museo del Juguete, ossia il museo del giocattolo.

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Cala Macarella, angolo di paradiso di Minorca

Paradisi balneari nel mondo ce ne sono davvero tanti e uno di questi è, senza alcun dubbio, Cala Macarella, una delle più favolose dell’isola di Minorca.

Siamo di fronte a un autentico spettacolo, 140 metri di spiaggia sabbiosa incastonata in una caletta a forma di conchiglia, accarezzata dalle acque più trasparenti del Mediterraneo.

Cala Macarella, uno spettacolo indimenticabile

Candida sabbia finissima, un tripudio di blu, alte scogliere: Cala Macarella è un incanto, nel cuore dell’Area Naturale d’Interesse Speciale di Minorca, sulla costa sud di Ciutadella.

Vera perla, è plasmata da una raccolta spiaggia selvaggia, mare incredibile dal fondale sabbioso che digrada con dolcezza, perfetto per chi ama cimentarsi in lunghe nuotate, e la fresca pineta sulle scogliere che si fa oasi di refrigerio e tranquillità.

Ideale per le famiglie con bambini e per chiunque desideri concedersi giornate balneari che non si dimenticano, è un must anche per la pratica dello snorkeling: tra le rocce, infatti, si celano piccole insenature, grotte e calette tutte da esplorare.

E poi, certo, è il luogo ideale per divertirsi in spiaggia, fare un picnic, rilassarsi al sole, tuffarsi tra le onde.

Sebbene non sia una spiaggia attrezzata, dispone comunque di servizio di salvataggio da giugno a settembre, bagni, docce e un piccolo chiringuito che offre panini, antipasti, piatti misti, menu per bambini e fast food con servizio self service.

Inoltre, il parcheggio a pagamento è a soli 300 metri mentre quello gratuito a un chilometro con 15 minuti di camminata per raggiungere l’arenile.

Cala Macarelleta, splendida “sorella minore”

Trovandosi a Cala Macarella, un altro consiglio è quello di dedicare del tempo alla scoperta della “sorella minore”, Cala Macarelleta, più raccolta ma meno affollata.

Per raggiungerla, occorre seguire a piedi il Camí de Cavalls verso Cala Turqueta, affascinante sentiero dal panorama mozzafiato che consente di scattare fotografie uniche di Macarella dall’alto.

In cinque minuti sarete arrivati.

Le opzioni per raggiungere Cala Macarella

Vediamo ora quali sono le possibilità per arrivare a Cala Macarella, lungo la costa sud-occidentale di Minorca, a 14 chilometri da Ciutadella.

In auto si può soltanto in bassa stagione, poiché da giugno a settembre non è consentito.

Da Ciutadella, si segue la Ronda Sur, si imbocca il Camí de Sant Joan de Missa e si seguono le indicazioni stradali per le spiagge meridionali.

Da Mahon, capitale amministrativa di Minorca, occorrerà un’ora di macchina.

Chi, invece, si sposta con i mezzi pubblici, potrà servirsi della linea di autobus 69, in partenza ogni venti minuti, che effettua il percorso Ciutadella – Macarella – Ciutadella.

Da Mahon, invece, la linea 51 arriva a Cala Galdana, da cui percorrere a piedi il tragitto per il Camí de Cavalls.

Infine, c’è anche l’opzione della linea 68 da Ciutadella fino a Cala Turqueta da dove si giunge alla spiaggia in un’ora di cammino ammirando uno spettacolo che non si vede tutti i giorni.

Cala Macarella può anche essere esplorata via mare, a bordo di barche oppure kayak, sia con imbarcazioni proprie sia con visite guidate.

Il momento migliore per scoprire una delle perle di Minorca

Come accennato, Cala Macarella è una delle spiagge più affascinanti e gettonate di Minorca per cui sarebbe opportuno arrivare la mattina presto, tra le 14 e le 15 oppure al tramonto.