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Il palazzo di Gyeongbokgung a Seul, info utili

Situato nel cuore di Seul, il Palazzo di Gyeongbokgung rappresenta uno dei simboli più importanti della storia coreana. Costruito nel 1395, durante il quarto anno del regno di Re Taejo, fondatore della dinastia Joseon, questo magnifico complesso ha servito come residenza principale della famiglia reale e come centro politico e amministrativo del paese.

Oggi, il Gyeongbokgung non è solo un’importante attrazione turistica, ma un’immersione nella storia e nella cultura della dinastia Joseon. Dove ogni edificio, padiglione e giardino racconta una storia di potere, bellezza e resistenza, e nonostante le devastazioni subite nel corso dei secoli, continua a rappresentare uno dei tesori più preziosi della Corea del Sud.

Da Gwanghwamun a Geunjeongjeon, dalle porte monumentali ai padiglioni nascosti, vi proponiamo un itinerario alla scoperta dei luoghi più iconici e significativi di questo straordinario complesso, senza dimenticare le info utili per organizzare al meglio la visita.

Un po’ di storia del Palazzo di Gyeongbokgung

Il Palazzo di Gyeongbokgung fu costruito nel 1395 come residenza ufficiale della dinastia Joseon dal fondatore Yi Seong-gye, il futuro Re Taejo. Spesso chiamato il “Palazzo del Nord” per la sua posizione rispetto al Palazzo Changdeokgung a est e al Palazzo Gyeonghuigung a ovest, il Gyeongbokgung è il più grande e importante dei cinque palazzi reali ed è stato lo scenario dell’incoronazione di molti sovrani della dinastia Joseon.

L’assassinio dell’Imperatrice Myeongseong nel 1895 portò alla perdita della funzione reale del palazzo, segnando l’inizio della fine della dinastia Joseon. Nonostante tutto, il Palazzo di Gyeongbokgung conserva ancora il Padiglione Gyeonghoeru, un esempio notevole di architettura della dinastia Joseon, e il Padiglione Hyangwonjeong con il suo stagno.

Le sculture nella Sala Geunjeongjeon sono un eccellente esempio delle tecniche scultoree dell’epoca Joseon. Oggi, sul lato ovest dell’area esterna alla Porta Heungnyemun si trova il Museo Nazionale della Corea, mentre sul lato est del Padiglione Hyangwonjeong, all’interno del palazzo, si trova il Museo Nazionale del Folklore della Corea del Sud.

Inizio della Visita: La Porta Gwanghwamun

Il nostro itinerario inizia dalla maestosa Porta Gwanghwamun, l’ingresso principale del Palazzo di Gyeongbokgung. Questa imponente struttura, situata all’estremità settentrionale di Sejongno, è considerata un simbolo della capitale coreana. Sebbene sia stata distrutta e ricostruita più volte nel corso della storia, la porta è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico il 15 agosto 2010. Attraversare Gwanghwamun significa fare un salto indietro nel tempo, entrando in un mondo dove la tradizione e la maestosità della dinastia Joseon rivivono in ogni angolo.

La Sala del Trono: Geunjeongjeon

Proseguendo oltre la Porta Gwanghwamun, ci si imbatte nella Geunjeongjeon, la Sala del Trono, il luogo dove il re teneva le udienze ufficiali, emetteva dichiarazioni di importanza nazionale e riceveva ambasciatori stranieri. Con la sua grandiosità, la Geunjeongjeon trasmette tutto il senso del potere e della dignità che caratterizzavano la corte reale.

Situata al centro di un ampio cortile rettangolare, la sala troneggia su una piattaforma di pietra a due livelli, circondata da balaustre decorate con sculture raffiguranti animali reali e mitologici, come draghi e fenici. Nel cortile, si possono osservare le pumgyeseok, letteralmente “pietre di rango”, che indicavano il posto dove i funzionari di corte dovevano posizionarsi in base alla loro posizione gerarchica.

L’Ufficio del Re: Sajeongjeon

Dietro la Geunjeongjeon si trova la Sajeongjeon, la sala utilizzata dal re come ufficio esecutivo principale per svolgere le sue funzioni amministrative e dove si riuniva con i più alti funzionari del governo. Due edifici laterali, Cheonchujeon e Manchunjeon, dotati di sistemi di riscaldamento Ondol che li rendevano particolarmente confortevoli durante i mesi invernali, fiancheggiano la sala a ovest e a est. Quest’ala del palazzo evidenzia quello che era l’aspetto più pratico e quotidiano del potere reale, mostrando come il re non fosse solo una figura cerimoniale, ma un vero e proprio leader impegnato nel governare il regno.

Gyeongbokgung, Seul

Fonte: iStock

Primavera al Palazzo di Gyeongbokgung, Seul, Corea del Sud

Il Padiglione dei Banchetti: Gyeonghoeru

Un’altra tappa imperdibile è il Gyeonghoeru, uno splendido padiglione costruito su un’isola artificiale all’interno di un lago rettangolare. Utilizzato per ospitare banchetti di stato ed eventi speciali, Gyeonghoeru è un capolavoro di architettura in legno e pietra, sostenuto da 48 massicci pilastri di pietra.

I pilastri esterni, quadrati, e quelli interni, cilindrici, simboleggiano l’idea del Yin e Yang, riflettendo la filosofia orientale profondamente radicata nella cultura coreana. Le tre pietre che collegano l’isola ai terreni del palazzo e le decorazioni con i dodici animali dello zodiaco alle balaustre sono dettagli che meritano di essere osservati con attenzione.

Gli Appartamenti Reali: Gangnyeongjeon e Gyotaejeon

Dirigendosi verso l’interno del complesso, si arriva al Gangnyeongjeon, la residenza principale del re, e al Gyotaejeon, l’alloggio della regina. Costruito originariamente nel 1395, ma andato più volte distrutto e quindi ricostruito nel corso dei secoli, il Gangnyeongjeon è composto da corridoi e quattordici camere dove il re e i suoi attendenti vivevano e lavoravano. Mentre il Gyotaejeon, situato alle spalle del Gangnyeongjeon, risale al 1440, ma fu ricostruito nel 1994 seguendo il design originale e mantenendo il giardino di Amisan, che con i suoi caratteristici camini esagonali è un notevole esempio dell’arte decorativa della dinastia Joseon.

I Padiglioni Nascosti: Hyangwonjeong e Jagyeongjeon

Un po’ più nascosti, ma non meno affascinanti, sono i padiglioni di Hyangwonjeong e Jagyeongjeon. Il primo, di forma esagonale, sorge su un’isola artificiale all’interno del lago Hyangwonji, collegato alla terraferma dal ponte Chwihyanggyo. Hyangwonjeong, letteralmente “Padiglione della Fragranza Lontana”, è la meta ideale per una passeggiata tranquilla e per godere della bellezza naturale e architettonica del complesso del palazzo imperiale.

Jagyeongjeon, invece, fu la residenza della Regina Sinjeong, madre di Re Heonjong. Nonostante sia stato distrutto per ben due volte da incendi, fu ricostruito nel 1888 e oggi rappresenta l’unico alloggio reale sopravvissuto alla demolizione avvenuta durante l’occupazione giapponese. I camini di Jagyeongjeon, decorati con i dieci simboli della longevità, sono un altro esempio di arte simbolica, che esprimeva l’augurio di lunga vita per la regina.

Info utili per visitare il palazzo di Gyeongbokgung

Orari di visita

Novembre – Febbraio ore 9-17 (ultimo ingresso ore 16)
Marzo – Maggio e Settembre – Ottobre ore 9 -18 (ultimo ingresso ore 17)
Giugno – Agosto ore 9 – 18,30 (ultimo ingresso ore 17,30)
Chiuso Martedì (aperto nel caso in cui il martedì sia una festa pubblica)

Biglietti d’ingresso

Adulti 19-64 anni: 3000 won (2400 won se in gruppo di almeno 10 persone)
Ingresso gratuito: minori di 18 anni, senior 65+ anni, persone che indossano l’Hanbok; per tutti i visitatori nel Giorno della Cultura (ultimo mercoledì del mese)

Tour guidati gratuiti

In inglese, giapponese e cinese, ogni giorno con inizio alle 11, 13,30, 15,30
In spagnolo, venerdì e sabato, con inizio alle 10,30, 15
I tour partono dal Gyeongbokgung Palace Information Center all’interno del Heungnyemun Gate a Seul, hanno una durata di circa 1 ora e mezza, obbligo di prenotazione per gruppi di 10 o più persone.

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L’aeroporto di Abu Dhabi si appresta a diventare il più smart del mondo

Essere “smart” oggi è un obbligo, soprattutto per i servizi e per le grandi città: ecco che gli aeroporti, infatti, anno dopo anno continuano a cambiare i loro volti diventando sempre più tecnologici, migliorando dunque non solo i servizi rivolti al benessere dei passeggeri e alla loro sicurezza, ma anche tutte quelle operazioni che grazie alla tecnologia si snelliscono diventando più semplici ed efficienti.

Tra gli aeroporti considerati più smart a livello mondiale possiamo citare senza dubbio l’Aeroporto Internazionale di Singapore Changi, noto per le sue innovative soluzioni tecnologiche e i servizi all’avanguardia che migliorano l’esperienza dei passeggeri – nonché per la sua bellezza architettonica che attira turisti da tutto il mondo come una vera e propria attrazione. Altri aeroporti famosi per la loro tecnologia sono sicuramente l’Aeroporto Internazionale Hamad a Doha, in Qatar, e l’Aeroporto Internazionale di Incheon a Seul, entrambi rinomati per l’efficienza operativa, l’offerta di servizi digitali e l’attenzione riservata al comfort dei viaggiatori.

Oggi, invece, giunge notizia che anche l’Aeroporto di Abu Dhabi sta trasformandosi e sembra sia destinato a diventare addirittura il più smart di tutti. Vediamo il perché.

Perché l’aeroporto di Abu Dhabi sarà il più smart

L’aeroporto di Abu Dhabi oggi è già noto per l’alta tecnologia presente nella sua infrastruttura, tanto da essere recentemente stato elogiato persino da Elon Musk con la frase “gli Stati Uniti devono recuperare”.

D’altronde, l’Oriente non è raro sorprendere l’Occidente con le sue grandi opere: la notizia è che adesso l’aeroporto di Abu Dhabi sta lanciando il Progetto Smart Travel, che prevede di installare sensori biometrici in ogni punto di controllo dell’identificazione del passeggere in aeroporto, dai banchi check-in ai varchi immigrazione, comprese le casse duty-free, le sale d’attesa delle compagnie aeree e i gate d’imbarco.

Questa tecnologia di elevata qualità e così sofisticata è in realtà già utilizzata ad Abu Dhabi, soprattutto sui voli operati dalla compagnia aerea partner Etihad, ma adesso che sarà espansa a tutta la struttura ciò rappresenta una svolta davvero decisiva.

Biometria, aeroporto

Fonte: iStock

Controllo dei dati biometrici in aeroporto

Andrew Murphy, chief information officer dell’aeroporto di Abu Dhabi, ha dichiarato che: “stiamo espandendo a nove punti di contatto e questo sarebbe un primato mondiale. Il sistema è progettato senza necessità di pre-registrazione, i passeggeri vengono riconosciuti e autenticati automaticamente mentre si spostano attraverso l’aeroporto, accelerando significativamente l’intero processo.”

In questo modo, arrivando anche per la prima volta negli Emirati Arabi Uniti, sia che si tratti di un residente che di un turista, ognuno vede raccolte le proprie biometrie all’immigrazione dall’Autorità Federale per l’Identità, la Cittadinanza, le Dogane e la Sicurezza Portuale (ICP), così che questo database possa collegarsi al sistema smart dell’aeroporto.

Questo sistema sarebbe in grado di elaborare 45 milioni di passeggeri, in brevissimo tempo, facendo sì che un aeroporto di enormi dimensioni possa essere attraversato da un passeggero anche in circa 15 minuti.

Cosa pensano i passeggeri dell’hi-tech in aeroporto

Lo scorso ottobre 2023 un sondaggio a cura dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) aveva rivelato che circa il 75% dei passeggeri preferisce l’uso delle biometrie rispetto ai passaporti e ai biglietti cartacei per il transito in aeroporto. Il restante 25% delle persone intervistato, invece, ha dichiarato di sentirsi un po’ a disagio con la tecnologia e di preferire invece le interazioni umane (infatti, il tradizionale sistema rimarrà comunque un’opzione valida a scelta del passeggero).

L’interazione umana e i documenti cartacei per l’identificazione dei passeggeri in aeroporto non saranno solo una scelta personale per via delle preferenze, ma anche un obbligo per i minori di 12 anni, dal momento che le caratteristiche facciali dei bambini cambiano troppo velocemente per il sistema e per la sua efficacia.

Sempre all’interno dello stesso sondaggio della IATA del 2023, il 46% dei partecipanti ha dichiarato di aver utilizzato la tecnologia in un aeroporto già almeno una volta. A Singapore, l’aeroporto è stato tra i primi a diventare il più smart negli ultimi anni, associandosi anche all’autorità di immigrazione del governo per implementare un processo di autorizzazione biometrica accessibile a tutti, residenti e viaggiatori.

La competizione per la tecnologia in aeroporto (e per il titolo di “aeroporto più smart al mondo”) è davvero alta in tutto il mondo: anche negli aeroporti di Hong Kong, Tokyo Narita, Tokyo Haneda e all’Indira Gandhi International di Delhi si stanno avviando sperimentazioni riguardo il transito e l’identificazione dei passeggeri tramite dati biometrici, ma Medio Oriente Asia restano i pionieri.

In Occidente e in Europa, tuttavia, si stanno compiendo ugualmente progressi significativi, tanto che già lo scorso anno la IATA ha collaborato insieme a British Airways per testare il primo volo internazionale con identità digitale completamente integrata, su un tragitto da Heathrow  a Roma Fiumicino. In quel caso, un passeggero di prova ha volato utilizzando esclusivamente la propria identità digitale, conosciuta come W3C Verifiable Credential. Passaporto, visto e biglietto elettronico erano stati quella volta memorizzati su di un portafoglio digitale e successivamente verificati tramite riconoscimento biometrico.

Negli Stati Uniti, invece, sembra che si sia rimasti un po’ indietro, ma non del tutto: infatti, la Dogana e Protezione delle Frontiere ha implementato la biometria inizialmente nelle zone di arrivo dei suoi 96 aeroporti internazionali, con 53 sedi che dispongono della tecnologia biometrica anche nei gate di partenza.