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Museo Nazionale della Corea: tra passato, presente e futuro

Il Museo Nazionale della Corea (NMK), situato nel cuore pulsante di Seul, rappresenta uno dei punti di riferimento culturali più importanti del paese ed è il primo museo d’Asia per numero di visitatori ogni anno, il decimo al mondo. Con la sua vasta collezione che spazia dalla preistoria alla Corea contemporanea, il museo è un luogo dove storia e cultura prendono vita, offrendo ai visitatori un’esperienza unica che unisce il passato, il presente e il futuro.

In un’epoca di cambiamenti rapidi e costanti, il Museo Nazionale della Corea si presenta come un luogo di riflessione, dove i visitatori possono prendersi una pausa dalla frenesia della vita quotidiana e immergersi nella profondità della cultura coreana. Sia che tu stia cercando ispirazione o semplicemente un posto tranquillo dove passeggiare, il NMK è il luogo ideale dove trascorrere del tempo, meta imperdibile per chiunque desideri comprendere la Corea, la sua tradizione e il suo futuro, in un’unica esperienza.

Un museo per tutti: collezioni e mostre

Il Museo Nazionale della Corea ospita una delle collezioni più ricche e varie del paese, suddivisa in sei gallerie permanenti, ciascuna dedicata a un periodo storico specifico o a un tema particolare.

Tra le principali opere in esposizione, si trovano asce paleolitiche, corone d’oro risalenti ai periodi delle Tre Dinastie (Silla, Baekje, e Goguryeo), statue di Bodhisattva pensierosi, ceramiche Goryeo, nonché pitture e calligrafie Joseon.

Questi oggetti testimoniano la ricchezza culturale e artistica della Corea attraverso i secoli, fungendo da veri e propri ponti che connettono le epoche passate con la contemporaneità.

Le mostre speciali, che variano di anno in anno, esplorano temi che vanno dalla storia antica della Corea del Sud a quella mondiale. Esposizioni come “La gloria della Persia” (2008), “Egitto, la grande civiltà: Faraoni e Mummie” (2009) e “Gli dei, gli eroi e i mortali: Arte e vita nell’antica Grecia” (2010) sono solo alcuni degli esempi di come il museo sia impegnato da anni a promuovere scambi culturali internazionali.

Ogni esposizione è accompagnata da una varietà di programmi educativi, visite guidate e moderni contenuti digitali interattivi che offrono ai visitatori una comprensione più profonda delle opere in mostra e un’esperienza davvero completa.

MNK

Fonte: iStock

Il moderno e accogliente ingresso del Museo Nazionale della Corea

Il museo per i bambini e i giovani

Uno degli aspetti più affascinanti del NMK è la sua attenzione verso i propri visitatori più giovani. Al suo interno è stato creato infatti un vero e proprio  Museo dei Bambini, un’area interattiva dove i più piccoli possono esplorare e imparare attraverso giochi sensoriali e attività pratiche, dove poter scoprire la storia e la cultura coreana in modo ludico, stimolando la loro curiosità e creatività. La sezione è suddivisa in più sessioni giornaliere e richiede una prenotazione anticipata.

Inoltre, il museo offre numerosi programmi educativi che vanno dai laboratori tematici a corsi di approfondimento per scuole e famiglie. L’uso di tecnologie all’avanguardia, come realtà aumentata e virtuale, permette ai visitatori di vivere un’esperienza immersiva, facendoli “entrare” nelle epoche storiche e nelle tradizioni coreane.

L’ntegrazione tra natura e cultura

Il MNK si trova a Yongsan e si estende su una vasta area e in un contesto naturale straordinario, creando un legame simbolico tra la storia della Corea del Sud e la bellezza del suo paesaggio. Il museo infatti è costruito su un ampio terreno che si estende per 307.227 m² e si trova tra il maestoso monte Namsan e il Mirror Pond (Lago dello Specchio), simbolo dell’equilibrio tra terra e acqua, che è un concetto centrale nella cultura coreana.

Gli spazi sono stati realizzati con grande cura ed sono un altro elemento che fanno, della visita, un’esperienza unica. Inaugurato nel 2005, il nuovo edificio è stato progettato per riflettere i principi dell’architettura tradizionale coreana, con un’attenzione particolare all’armonia tra l’uomo e la natura.

La struttura del museo è concepita come una “fortezza sicura”, con due pareti solide che proteggono l’interno, in modo da suscitare nei visitatori un senso di tranquillità e riflessione. La scelta di orientare l’edificio con il monte alle spalle e l’acqua di fronte riflette un antico principio di progettazione coreana che associa le montagne al nord e l’acqua al sud, come simbolo di prosperità e stabilità.

Al suo interno, l’Open Plaza, un ampio spazio aperto che ricorda il tradizionale maru (pavimento in legno), funge da punto di accesso per tutte le gallerie e le sale espositive, ed è una sorta di “ponte” tra il visitatore e le opere d’arte. Il museo è anche un luogo di relax, con aree verdi, un giardino di pietra, una pagoda e un giardino botanico che ospita piante tradizionali: l’insieme armonioso di ogni elemento crea un ambiente culturale sereno e stimolante.

MNK giardino

Fonte: iStock

Il Museo Nazionale della Corea è immerso nel verde dello Yongsan Park

Un vivace centro culturale 

Il Museo non è solo un luogo di esposizione di grandi opere d’arte ma anche un centro culturale dinamico che ospita eventi, conferenze, spettacoli e programmi internazionali. La sua missione si è evoluta nel corso degli anni, ampliando il proprio ruolo di punto di riferimento culturale non solo per la Corea del Sud, ma anche per tutto il continente asiatico e oltre.

Vengono organizzati periodicamente scambi culturali con musei esteri e partecipa attivamente a mostre internazionali, contribuendo così alla diffusione della cultura coreana a livello globale.

Dal 2008, il museo offre ingresso gratuito alle sue gallerie permanenti e al Museo dei Bambini, abbattendo le barriere economiche e invitando il pubblico a visitarlo frequentemente, non solo come una visita “una tantum”, ma come un luogo dove tornare per approfondire continuamente la propria conoscenza della cultura coreana.

Servizi per i visitatori

Il Museo Nazionale della Corea è progettato per essere accessibile a tutti. I visitatori possono usufruire di carrozzine e passeggini gratuiti e di armadietti per riporre oggetti personali. Sono disponibili anche sale di allattamento e spazi per il relax, una zona commerciale con negozi di souvenir e un negozio online per acquistare articoli esclusivi.

Gli orari di apertura sono molto flessibili, con il museo aperto tutti i giorni della settimana (eccetto alcune festività) e orari estesi nei giorni di mercoledì e sabato, così da permettere a tutti di godere delle sue esposizioni senza fretta. I visitatori possono anche esplorare l’area espositiva all’aperto, che rimane aperta dalle 7:00 alle 22:00, senza la necessità di acquistare un biglietto.

Orari di apertura:

  • Lun, Mar, Gio, Ven, Dom: 10:00 – 18:00
  • Mer e Sab: 10:00 – 21:00

Biglietti:

  • Ingresso gratuito per le gallerie permanenti e per il Museo dei Bambini.
  • Mostre speciali a pagamento.
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Changdeokgung Palace, la storia del magnifico complesso: come visitarlo

A Seul, in Corea del Sud, Changdeokgung Palace – il “Palazzo della Prospera Virtù” è uno dei più imponenti e famosi. Fa parte dei Cinque Grandi Palazzi che sono stati costruiti durante la dinastia Joseon: la sua storia è leggendaria, e il complesso ospita moltissime cose da vedere. Dalla storia alla struttura, ti portiamo alla scoperta di una pagina importante della Corea: oggi, è Patrimonio dell’Umanità e non è difficile comprendere il motivo.

Changdeokgung Palace, la storia

Changdeokgung Palace

Fonte: iStock

Changdeokgung Palace, la vista di notte sulla città

La costruzione di Changdeokgung Palace è iniziata nel 1405: è stato costruito come una sorta di “palazzo secondario” rispetto al Palazzo Gyeongbokgung, nel quinto anno del Re Taejong. Nel 1406 è stato realizzato il Giardino Segreto e nel 1463, durante il nono anno del regno di Re Sejo, Changdeokgung Palace è stato ampliato. La sua storia non è stata sempre idilliaca: nel 1592, a seguito dell’invasione giapponese, è stato distrutto, per poi essere ricostruito nel 1610, prima di qualsiasi altro Palazzo.

Fino alla ricostruzione di Palazzo Gyeongbokgung (avvenuta nel 1867), Changdeokgung Palace è stato, per ben 270 anni, la residenza principale del Re. Nel corso dei secoli è stato ampliato con la biblioteca, il padiglione, lo stagno, il complesso Yeongyeongdang, fino a diventare una struttura mastodontica e di grande effetto. La sua caratteristica principale? Risulta in armonia con l’ambiente circostante ed è un magnifico esempio dello stile coreano. Changdeokgung Palace è il luogo dove hanno vissuto gli ultimi discendenti della Famiglia Reale, ovvero l’imperatrice Sunjeong, la seconda Regina dell’Imperatore Sunjong, la Principessa ereditaria Yi Bangja e la Principessa Deokhye.

Changdeokgung Palace, la struttura

Avere la possibilità di visitare Changdeokgung Palace è un’opportunità: oggi, il complesso ospita 13 edifici, oltre a 28 padiglioni che si trovano nel suo giardino. Una delle zone da vedere assolutamente è il Biwon, ovvero il Giardino Segreto, che era stato costruito per la Famiglia Reale e per le donne di Palazzo. Nel 1997, è stato inserito nei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Donhwamun Gate

Iniziamo dal Donhwamun Gate: è l’ingresso principale, una struttura tipica, in stile coreano, la cui sottostruttura è purtroppo scomparsa nel corso del tempo. Elegante e semplice al contempo, è stato incendiato dai giapponesi, ma è stato ricostruito fedelmente nel 1607.

Geumcheongyo Bridge

Geumcheongyo Bridge è considerato uno dei siti più propizi del Palazzo. Poterlo ammirare dal vivo è come fare un tuffo indietro nel tempo, anche perché è uno dei ponti in pietra più antichi rimasti a Seul. Presenta due archi, e puoi vedere la statua della tartaruga “Hyeonmu”.

Injeongmun Gate

Costruito nel 1418, è stato distrutto e in seguito ricostruito: è molto diverso dagli altri ingressi poiché è stato modificato sia nella struttura quanto nelle decorazioni.

Injeongjeon Hall

Injeongjeon Hall è la sala principale: non a caso, è posizionata al centro degli edifici del Palazzo. Nel 1912, sono state ricostruite alcune parti da destinare alla sala espositiva. Tutto è stato riorganizzato nell’ultimo secolo, anche l’ingresso stesso. Lo stile è quello tardo della dinastia Joseon.

Seonjeongjeon Hall

La Sala Seonjeongjeon è indubbiamente una delle parti più suggestive da visitare nel Palazzo: le tegole sono smaltate in blu, le porte a quattro ante, il soffitto decorativo. Ogni dettaglio descrive alla perfezione l’artigianato dell’epoca.

Huijeongdang Hall

Qui, un tempo, lavorava il Re. La stanza si trova al centro dell’edificio, al suo interno ospita il Paesaggio del padiglione Chongseokjeong e Diecimila picchi del monte Geumgangsan alle pareti. L’edificio è stato ricostruito: lo stile, più che coreano, rievoca quello occidentale.

Daejojeon Hall

La residenza della Regina, che si caratterizza per la mancanza della cresta sul tetto. Sicuramente suggestivo: gli utensili in bronzo installati ai bordi della base hanno lo scopo di allontanare il fuoco.

Seongjeonggak Hall

Il luogo dove un tempo i dottori di corte si prendevano cura della Famiglia Reale. Alcune tavole presentano la scritta “fare del proprio meglio per prendersi cura del Re e della sua famiglia”.

Nakseonjae Hall

Costruita dal Re Heonjong, è una sala piuttosto spoglia e ben poco decorata rispetto alle altre: mostra decisamente la personalità parsimoniosa del Re. Un tempo era l’alloggio e l’ufficio del Re.

Yeonghwadang Pavilion

Estremamente suggestivo: in origine, proprio qui, il Re e i suoi sudditi venivano ad ammirare il paesaggio, i colori selvaggi della natura. Un Padiglione maestoso ma piccolo, piuttosto raccolto, inteso come luogo di riflessione e poesia.

Buyongjeong Pavilion

Un edificio piccolo, ma non facciamoci trarre in inganno: in realtà, la sua è una struttura molto complessa. Due delle gambe del Padiglione sono nello stagno: qui si festeggiava la fine degli esami.

Buyongji Pond

Ancora un luogo di immensa bellezza: il Buyongji è uno stagno rettangolare, costruito nel 1707. Accanto al Padiglione, troviamo una pietra simbolo di un eremita taoista.

Juhamnu Pavilion

Questo Padiglione ospita una biblioteca a due piani: al primo piano vengono conservati migliaia di libri. Del resto, Juhamnu significa “Padiglione dove si riunisce ogni genere di principio dell’Universo”.

Aeryeonji Pond

Veniamo allo stagno quadrato, che si trova proprio sul retro del Padiglione Juhamnu: l’atmosfera è molto suggestiva, soprattutto in autunno. Sembra quasi un quadro.

Yeongyeongdang Hall

Un complesso unico in Corea, che non è presente in nessun altro Palazzo: è stato realizzato seguendo il modello delle case della nobiltà coreana nel 28esimo anno del regno di Re Sunjo.

Seonhyangjae Hall

Un tempo, questa sala è stata la biblioteca, ma anche la scuola della Famiglia Reale. Tra gli edifici più lussuosi di Changdeokgung Palace.

Gwallamjeong Pavilion

Questo Padiglione è avvolto nel mistero, perché nessuno sa quando è stato costruito con precisione: si presume tra la fine della dinastia Joseon e gli inizi del periodo coloniale. Molto caratteristico.

Ongnyucheon Stream

Il giardino è stato costruito nel 1636, e si trova esattamente nella parte più interna del Palazzo. Nel 1690 è stata incisa una poesia su una roccia: “Il ruscello scorre via oltre la misurazione e la cascata precipita giù dal cielo. Mi ricordano l’arcobaleno bianco, il tuono e la luce in tutta la valle”.

New Seonwonjeon Shrine

Il nuovo Santuario Seonwonjeon è l’ultimo esistente della dinastia Joseon: nelle nicchie venivano custoditi i ritratti dei Re, che purtroppo sono stati bruciati durante la guerra in Corea.

Come visitare Changdeokgung Palace: informazioni e orari

Il giardino del Palazzo Changdeokgung in fioritura

Fonte: iStock

Il giardino del Palazzo Changdeokgung in fioritura

Visitare Changdeokgung Palace è un’occasione per scoprire la storia coreana: vengono organizzati dei tour, anche di notte: è tra le tappe del “Seul Night Tour”. Il Palazzo può essere raggiunto mediante Anguk Station (6 minuti a piedi) o Jongno 3-ga Station (10 minuti a piedi). Chiuso il lunedì, è possibile visitarlo dalle 9/10 alle 18 circa (l’ultimo ingresso è un’ora prima rispetto alla chiusura): l’orario di chiusura varia in base ai mesi. Per esempio, a dicembre è aperto dalle 10 alle 16.30. Nel Secret Garden si può entrare unicamente con le visite guidate.

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Jongmyo Shrine a Seul: l’incontro tra storia e spiritualità

La Corea del Sud è una terra dalla storia antichissima, con un passato costellato dal passaggio di diverse dinastie, regni, eventi storici e influenze culturali che ne hanno plasmato la fisionomia e il carattere fino a farle prendere i connotati per i quali la conosciamo oggi. La celebrazione di questo passato millenario prende vita nei numerosi palazzi e siti che, come libri di storia, raccontano le vicende di epoche lontane. A Seul, capitale della Corea del Sud, si concentrano tanti di questi edifici ma ce n’è uno in particolare che oggi vi vogliamo raccontare: il Jongmyo Shrine, un sito che conserva tra le sue mura l’essenza della storia e della cultura sudcoreana. In questa guida abbiamo raccolto tutto quello che devi sapere per organizzare al meglio la tua visita in questo splendido palazzo.

Storia e significato del Jongmyo Shrine

Costruito nel 1394 per volontà del re Taejo, primo della dinastia Joseon, rappresenta un luogo sacro di estrema importanza per la cultura confuciana. Infatti, questo santuario è il più antico tra quelli dedicati ai sovrani e ancora in perfetto stato di conservazione; tanto che, ancora oggi, si svolgono qui le stesse cerimonie tradizionali iniziate nel XIV secolo. Dalla sua edificazione, l’edificio venne ampliato in modo costante nel tempo, fino al 1592 – anno in cui venne bruciato dalle forze armate giapponesi. Nel 1601 il complesso venne ricostruito e mantenuto nella sua totale originalità fino ai giorni nostri. Come ti raccontavamo all’inizio di questa guida, il Jongmyo Shrine è un luogo di profonda connessione spirituale per il popolo sudcoreano e venne costruito per essere dedicato al culto degli antenati reali, una pratica essenziale nella filosofia confuciana che simboleggia e celebra l’armonia tra passato e presente. Anche il modo in cui venne costruito non è casuale: la sua semplicità architettonica, infatti, riflette il valore della dignità e la disposizione dei suoi spazi è pensata per trasmettere rispetto e sacralità. Nel 1995, il Jongmyo Shrine è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. 

Cosa vedere al Jongmyo Shrine di Seul

Dettaglio dello Jongmyo Shrine a Seul

Fonte: iStock

Un porticato del Santuario Jongmyo Shrine a Seul

La visita al Jongmyo Shrine è davvero emozionante: l’edificio e i suoi terreni si estendono per circa 19,4 ettari, gli edifici sono situati in vallate e circondati da colline, con modifiche artificiali progettate per rafforzare l’equilibrio degli elementi naturali, in linea con i principi tradizionali del pungsu, ovvero la geomanzia coreana. Ma cosa puoi vedere durante la tua visita in questo sito storico? Ecco un elenco delle parti più interessanti dell’edificio:

  • Jeongjeon: è la sala principale del santuario, cuore pulsante dell’intera struttura ed è un edificio in legno (tra i più antichi e lunghi di tutta la Corea). All’interno di questa stanza sono custodite le tavolette ancestrali dei reali della dinastia Joseon. Queste tavolette sono quelle originarie, salvate dalla distruzione nipponica poiché nascoste a casa di un cittadino.
  • Yeongnyeongjeon: conosciuta anche come “sala della pace eterna”, questa sala fa parte del progetto di ampliamento del palazzo, è più piccola rispetto al Jeongjeon e ospita le tavolette ancestrali dei reali meno significativi della dinastia Joseon.
  • Percorso cerimoniale: a dividere il cortile principale in tre parti c’è un sentiero in pietra. L’area centrale del sentiero è riservata agli spiriti dei re e delle regine della dinastia e, per rispettare la tradizione e la cultura di questo luogo, quest’area non va assolutamente calpestata.
  • Cerimonia rituale del Jongmyo Jerye:
se vuoi immergerti nella tradizione spirituale di questo luogo allora ti consigliamo di visitarlo la prima domenica di maggio, giorno in cui si tiene il Jongmyo Jerye, una cerimonia rituale di circa 6 ore che include musica, danze e canti tradizionali. Un’occasione davvero unica!

Visitare il Santuario di Jongmyo Shrine: le info utili

Prima di visitare il santuario è utile avere sotto mano una serie di informazioni pratiche volte a permetterti di vivere l’esperienza al meglio. Dalla durata della visita a come raggiungere il palazzo, ecco uno schema riassuntivo di tutte quelle nozioni fondamentali per la tua organizzazione:

  • Durata della visita: ovviamente tutto dipende dai tempi di ogni persona ma, in linea di massima, per visitare e godere appieno delle bellezze del santuario Jongmyo Shrine, ci vuole circa un’ora/un’ora e mezza.
  • Quando visitarlo: il santuario è soggetto a variazioni di orario in base alla stagione; è aperto tutto l’anno dal mercoledì al lunedì dalle 9:00 alle 18:00 con orari prolungati durante la stagione estiva. Un consiglio: se volete godervi lo spettacolo della cerimonia del Jongmyo Jerye, una delle più antiche al mondo, allora ti consigliamo di organizzare il tuo viaggio in modo da essere nel sito la prima domenica di maggio.
  • Costo dei biglietti: per accedere al Santuario di Jongmyo, dovrai comprare un biglietto dal costo di 1.000 WON (circa 70 centesimi). Se hai intenzione di visitare più attrazioni nella splendida Seul, ti consigliamo di informarti sulla possibilità di acquistare un pass combinato per visitare anche altri siti storici. Un’ottima strategia per risparmiare!
  • Visite guidate: prenotando un tour con molto anticipo – c’è un limite di accessi giornaliero alla struttura – potrai prendere parte a una visita guidata e farti accompagnare in un viaggio nella storia e nella cultura di questo posto da una guida locale esperta. I tour sono disponibili in inglese, coreano, giapponese e cinese.

Come arrivare al Santuario di Jongmyo Shrine

Il Jongmyo Shrine si trova nel cuore della capitale della Corea del Sud, Seul. Pertanto è facilmente raggiungibile grazie all’efficiente sistema di trasporti della città. Ci sono diversi modi per raggiungerlo: puoi optare per la metropolitana prendendo le linee 1,3 e 5 e scendendo alla stazione Jongno 3-ga. Se arrivi dalla linea 1 prendi l’uscita 11, altrimenti l’uscita 8; dopodiché avrai circa 10 minuti di camminata per raggiungere il Santuario. In alternativa puoi prendere un autobus (le linee 101, 102, 151, 162, 172, 201, 202, 501, 701 portano alle fermate Jongmyo Shrine o Jongno 3-ga e da lì potrai seguire le indicazioni). Un’ultima opzione per raggiungere il santuario è prendere il taxi, per il quale ti basterà fornire all’autista l’indicazione della tua meta.

Non una semplice attrazione da visitare, il Jongmyo Shrine è un viaggio nella macchina del tempo della storia della Corea. Un luogo che tiene in vita la memoria dei re e regine Joseon e che non lascia cadere nell’oblio le tradizioni ancestrali che hanno definito il carattere della filosofia confuciana. Un luogo dove passato e presente convivono e raccontano una storia di devozione, rispetto e armonia.

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Bukchon Hanok Village: una passeggiata nella storia

Chi viaggia spesso lo sa: vicino a ogni grande città c’è qualche piccola gemma – un quartiere, un villaggio o un borgo – in cui il tempo sembra essersi fermato in un passato sospeso. Queste zone sono un vero e proprio libro di storia capace di raccontare l’identità di un luogo e di regalare, a chi le visita, una pausa dalla frenesia delle grandi città e dalla vita moderna. Anche a Seul c’è uno di questi luoghi incantati: il Bukchon Hanok Village. In questa guida abbiamo raccolto tutte le informazioni che ti servono per scoprire questo splendido villaggio e fare una passeggiata nella storia della Corea del sud e della sua capitale.

Identikit di Bukchon Hanok Village

Tappa imperdibile per chiunque si trovi in viaggio in Corea e abbia in mente un passaggio per la sua capitale Seul, Bukchon Hanok Village è un pittoresco villaggio storico situato tra il Palazzo Gyeongbokgung, il Palazzo Changdeokgung e il Santuario Jongmyo. La sua fama è dovuta principalmente alle sue 900 abitazioni tradizionali coreane – chiamate hanok – che risalgono alla dinastia Joseon (1292 al 1897) e le quali aprono la porta sul passato della capitale coreana. Queste case d’epoca, caratterizzate da tetti curvi e cortili interni, vennero costruite con materiali naturali come il legno o la carta e, in tempi moderni, sono state restaurate e adibite a caffè, ristoranti e boutique. Infatti, questa zona di Seul è celebre anche per la sua offerta gastronomica. La storia di Bukchon Hanok Village ha seguito un corso influenzato principalmente dagli eventi storici e politici della capitale per i quali subì varie trasformazioni. Nel 1906 il villaggio era abitato principalmente da nobili e figure politiche di spicco ma, tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80, molti proprietari si trasferirono a Gangnam e tantissime hanok vennero così demolite. Nel 2001, venne approvato un progetto di salvaguardia delle hanok tradizionali che ne impedì la demolizione.

Cosa fare e cosa vedere a Bukchon Hanok Village

I tetti di Bukchon Hanok Village a Seul

Fonte: iStock

L’alba illumina i tetti del Bukchon Hanok Village a Seul

Che tu sia un amante di storia, di moda, di arte o di cultura non importa: un giro a Bukchon Hanok Village può soddisfare tutti i gusti. Ecco la nostra selezione di cose da fare o da vedere in questo delizioso villaggio tradizionale a Seul.

Passeggiare per le vie del villaggio

Una delle attività più apprezzate e suggestive per godersi appieno le bellezze di Bukchon Hanok Village è semplicemente passeggiare per le sue stradine acciottolate, fiancheggiate dalle bellissime case hanok. Segui i vicoli e lasciati stupire da ciò che si nasconde dietro ogni svolta. Respira l’atmosfera antica che aleggia nel villaggio e lasciati condurre dalla voglia di scoperta.

Scatti mozzafiato dai punti panoramici

Se la fotografia ti appassiona e sei sempre a caccia del miglior scatto che rappresenterà il tuo viaggio, sappi che Bukchon Hanok Village offre molti punti panoramici da cui è possibile immortalare scorci e panorami mozzafiato. Seguendo il percorso principale che si snoda per il villaggio, vedrai questi spot segnalati da cartelli ad hoc. Dallo skyline di Seul alla distesa di tetti delle hanok, potrai sbizzarrirti con la tua macchina fotografica.

Esplorare gli atelier e i corsi offerti

Il villaggio si distingue anche per le sue eccellenze d’artigianato. Per le sue vie potrai trovare molti atelier, studi artistici, laboratori e botteghe dove potrai toccare con mano l’eredità artigianale coreana, parlare con gli artisti e, perché no, anche cimentarti in qualche workshop. Sono tanti i laboratori che mettono a disposizione dei visitatori corsi di ceramica, ventagli coreani o gioielli artigianali. Ma non solo, per completare la tua esperienza di viaggio potresti anche provare qualche corso di calligrafia o qualche laboratorio per imparare a indossare l’abito tradizionale coreano: l’handbok. Accedendo a queste esperienze non avrai bisogno di comprare un souvenir, ne creerai uno con le tue mani.

Provare l’offerta gastronomica locale

Oltre alla sua importanza storica, Bukchon Hanok Village è anche una zona nota per le sue eccellenze gastronomiche. Qui potrai provare i piatti della tradizione e coccolare il tuo palato in ristoranti stellati, caffè e tavole calde. Non privarti dell’esperienza di testare le pietanze più iconiche, come il patbingsu, la tradizionale granita con i fagioli rossi.

Visitare il palazzo Gyeongbokgung

Ultima, ma non ultima tra le cose da vedere assolutamente nei pressi di Bukchon Hanok Village, c’è il Palazzo Gyeongbokgung. Costruito nel 1395, il palazzo fungeva da residenza reale della dinastia Joseon. Qui potrai ammirare le sue bellezze architettoniche, i suoi giardini rigogliosi e potrai anche assistere al cambio della guardia reale. Visitare tutto il palazzo richiede circa un’ora di tempo, quindi tieni conto di questa informazione quando dovrai organizzare il tuo itinerario.

Tutte le informazioni utili per visitare Bukchon Hanok Village

È il momento di organizzare al meglio la tua visita e, per farlo, hai bisogno di una serie di informazioni utili alla pianificazione. In questa guida, abbiamo raccolto tutti gli spunti organizzativi necessari per visitare Bukchon Hanok Village.

  • Quando visitare Bukchon Hanok Village: volendo puoi visitare il villaggio tutto l’anno. Tuttavia, i periodi migliori per vederlo al massimo della sua bellezza sono la primavera e l’autunno. Soprattutto in primavera potrai godere dello spettacolo delle fioriture dei ciliegi che catturano Bukchon Hanok Village in una cornice bucolica e romantica. Anche l’autunno è molto suggestivo, con il foliage che tinge di colori caldi l’intero panorama. Estate e inverno, nonostante regalino comunque un tocco di fascino al villaggio, possono essere di difficile gestione a causa delle temperature estreme che si verificano in un senso o nell’altro.
  • Tempo necessario di visita: non esiste una risposta univoca, poiché dipende molto dalle attività che desideri fare nel villaggio. In generale per visitare la zona puoi dedicare dalle 2 alle 4 ore ma, se hai intenzione di visitare atelier, provare le esperienze culinarie o partecipare a qualche workshop, dovrai dedicare a Bukchon Hanok Village un po’ più di tempo. Ti ricordiamo che vicino al villaggio c’è anche il Palazzo Gyeongbokgung, che merita sicuramente di essere incluso nel tuo itinerario.
  • Come raggiungere il villaggio: il villaggio si trova in centro a Seul, pertanto è di facile accesso. Puoi arrivarci prendendo la metropolitana e scendendo alla fermata più vicina (Anguk Station), da qui puoi arrivare al villaggio con una passeggiata di pochi minuti. Un’altra opzione, sempre in metro, è arrivare da Gyeongbokgung.
  • Norme comportamentali: Bukchon Hanok Village è certamente una destinazione molto apprezzata da visitatori e turisti, ma resta comunque una zona residenziale. Consigliamo quindi di adottare un comportamento consono a non disturbare chi vive nel quartiere evitando di parlare rumorosamente e camminando con calma e discrezione. Molte case, in quanto private, restano inaccessibili al pubblico, altre invece sono visitabili.

Bukchon Hanok Village è un connubio che unisce le antiche tradizioni coreane e la vivacità della moderna Seul. Passeggiando per le sue stradine potrai immergerti nella cultura della Corea del sud ed esplorare nel profondo la sua anima e la sua identità. Con questa guida, hai tutte le informazioni necessarie per visitare un luogo che saprà rubarti un piccolo pezzo di cuore.

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Il palazzo di Gyeongbokgung a Seul, info utili

Situato nel cuore di Seul, il Palazzo di Gyeongbokgung rappresenta uno dei simboli più importanti della storia coreana. Costruito nel 1395, durante il quarto anno del regno di Re Taejo, fondatore della dinastia Joseon, questo magnifico complesso ha servito come residenza principale della famiglia reale e come centro politico e amministrativo del paese.

Oggi, il Gyeongbokgung non è solo un’importante attrazione turistica, ma un’immersione nella storia e nella cultura della dinastia Joseon. Dove ogni edificio, padiglione e giardino racconta una storia di potere, bellezza e resistenza, e nonostante le devastazioni subite nel corso dei secoli, continua a rappresentare uno dei tesori più preziosi della Corea del Sud.

Da Gwanghwamun a Geunjeongjeon, dalle porte monumentali ai padiglioni nascosti, vi proponiamo un itinerario alla scoperta dei luoghi più iconici e significativi di questo straordinario complesso, senza dimenticare le info utili per organizzare al meglio la visita.

Un po’ di storia del Palazzo di Gyeongbokgung

Il Palazzo di Gyeongbokgung fu costruito nel 1395 come residenza ufficiale della dinastia Joseon dal fondatore Yi Seong-gye, il futuro Re Taejo. Spesso chiamato il “Palazzo del Nord” per la sua posizione rispetto al Palazzo Changdeokgung a est e al Palazzo Gyeonghuigung a ovest, il Gyeongbokgung è il più grande e importante dei cinque palazzi reali ed è stato lo scenario dell’incoronazione di molti sovrani della dinastia Joseon.

L’assassinio dell’Imperatrice Myeongseong nel 1895 portò alla perdita della funzione reale del palazzo, segnando l’inizio della fine della dinastia Joseon. Nonostante tutto, il Palazzo di Gyeongbokgung conserva ancora il Padiglione Gyeonghoeru, un esempio notevole di architettura della dinastia Joseon, e il Padiglione Hyangwonjeong con il suo stagno.

Le sculture nella Sala Geunjeongjeon sono un eccellente esempio delle tecniche scultoree dell’epoca Joseon. Oggi, sul lato ovest dell’area esterna alla Porta Heungnyemun si trova il Museo Nazionale della Corea, mentre sul lato est del Padiglione Hyangwonjeong, all’interno del palazzo, si trova il Museo Nazionale del Folklore della Corea del Sud.

Inizio della Visita: La Porta Gwanghwamun

Il nostro itinerario inizia dalla maestosa Porta Gwanghwamun, l’ingresso principale del Palazzo di Gyeongbokgung. Questa imponente struttura, situata all’estremità settentrionale di Sejongno, è considerata un simbolo della capitale coreana. Sebbene sia stata distrutta e ricostruita più volte nel corso della storia, la porta è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico il 15 agosto 2010. Attraversare Gwanghwamun significa fare un salto indietro nel tempo, entrando in un mondo dove la tradizione e la maestosità della dinastia Joseon rivivono in ogni angolo.

La Sala del Trono: Geunjeongjeon

Proseguendo oltre la Porta Gwanghwamun, ci si imbatte nella Geunjeongjeon, la Sala del Trono, il luogo dove il re teneva le udienze ufficiali, emetteva dichiarazioni di importanza nazionale e riceveva ambasciatori stranieri. Con la sua grandiosità, la Geunjeongjeon trasmette tutto il senso del potere e della dignità che caratterizzavano la corte reale.

Situata al centro di un ampio cortile rettangolare, la sala troneggia su una piattaforma di pietra a due livelli, circondata da balaustre decorate con sculture raffiguranti animali reali e mitologici, come draghi e fenici. Nel cortile, si possono osservare le pumgyeseok, letteralmente “pietre di rango”, che indicavano il posto dove i funzionari di corte dovevano posizionarsi in base alla loro posizione gerarchica.

L’Ufficio del Re: Sajeongjeon

Dietro la Geunjeongjeon si trova la Sajeongjeon, la sala utilizzata dal re come ufficio esecutivo principale per svolgere le sue funzioni amministrative e dove si riuniva con i più alti funzionari del governo. Due edifici laterali, Cheonchujeon e Manchunjeon, dotati di sistemi di riscaldamento Ondol che li rendevano particolarmente confortevoli durante i mesi invernali, fiancheggiano la sala a ovest e a est. Quest’ala del palazzo evidenzia quello che era l’aspetto più pratico e quotidiano del potere reale, mostrando come il re non fosse solo una figura cerimoniale, ma un vero e proprio leader impegnato nel governare il regno.

Gyeongbokgung, Seul

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Primavera al Palazzo di Gyeongbokgung, Seul, Corea del Sud

Il Padiglione dei Banchetti: Gyeonghoeru

Un’altra tappa imperdibile è il Gyeonghoeru, uno splendido padiglione costruito su un’isola artificiale all’interno di un lago rettangolare. Utilizzato per ospitare banchetti di stato ed eventi speciali, Gyeonghoeru è un capolavoro di architettura in legno e pietra, sostenuto da 48 massicci pilastri di pietra.

I pilastri esterni, quadrati, e quelli interni, cilindrici, simboleggiano l’idea del Yin e Yang, riflettendo la filosofia orientale profondamente radicata nella cultura coreana. Le tre pietre che collegano l’isola ai terreni del palazzo e le decorazioni con i dodici animali dello zodiaco alle balaustre sono dettagli che meritano di essere osservati con attenzione.

Gli Appartamenti Reali: Gangnyeongjeon e Gyotaejeon

Dirigendosi verso l’interno del complesso, si arriva al Gangnyeongjeon, la residenza principale del re, e al Gyotaejeon, l’alloggio della regina. Costruito originariamente nel 1395, ma andato più volte distrutto e quindi ricostruito nel corso dei secoli, il Gangnyeongjeon è composto da corridoi e quattordici camere dove il re e i suoi attendenti vivevano e lavoravano. Mentre il Gyotaejeon, situato alle spalle del Gangnyeongjeon, risale al 1440, ma fu ricostruito nel 1994 seguendo il design originale e mantenendo il giardino di Amisan, che con i suoi caratteristici camini esagonali è un notevole esempio dell’arte decorativa della dinastia Joseon.

I Padiglioni Nascosti: Hyangwonjeong e Jagyeongjeon

Un po’ più nascosti, ma non meno affascinanti, sono i padiglioni di Hyangwonjeong e Jagyeongjeon. Il primo, di forma esagonale, sorge su un’isola artificiale all’interno del lago Hyangwonji, collegato alla terraferma dal ponte Chwihyanggyo. Hyangwonjeong, letteralmente “Padiglione della Fragranza Lontana”, è la meta ideale per una passeggiata tranquilla e per godere della bellezza naturale e architettonica del complesso del palazzo imperiale.

Jagyeongjeon, invece, fu la residenza della Regina Sinjeong, madre di Re Heonjong. Nonostante sia stato distrutto per ben due volte da incendi, fu ricostruito nel 1888 e oggi rappresenta l’unico alloggio reale sopravvissuto alla demolizione avvenuta durante l’occupazione giapponese. I camini di Jagyeongjeon, decorati con i dieci simboli della longevità, sono un altro esempio di arte simbolica, che esprimeva l’augurio di lunga vita per la regina.

Info utili per visitare il palazzo di Gyeongbokgung

Orari di visita

Novembre – Febbraio ore 9-17 (ultimo ingresso ore 16)
Marzo – Maggio e Settembre – Ottobre ore 9 -18 (ultimo ingresso ore 17)
Giugno – Agosto ore 9 – 18,30 (ultimo ingresso ore 17,30)
Chiuso Martedì (aperto nel caso in cui il martedì sia una festa pubblica)

Biglietti d’ingresso

Adulti 19-64 anni: 3000 won (2400 won se in gruppo di almeno 10 persone)
Ingresso gratuito: minori di 18 anni, senior 65+ anni, persone che indossano l’Hanbok; per tutti i visitatori nel Giorno della Cultura (ultimo mercoledì del mese)

Tour guidati gratuiti

In inglese, giapponese e cinese, ogni giorno con inizio alle 11, 13,30, 15,30
In spagnolo, venerdì e sabato, con inizio alle 10,30, 15
I tour partono dal Gyeongbokgung Palace Information Center all’interno del Heungnyemun Gate a Seul, hanno una durata di circa 1 ora e mezza, obbligo di prenotazione per gruppi di 10 o più persone.

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L’aeroporto di Abu Dhabi si appresta a diventare il più smart del mondo

Essere “smart” oggi è un obbligo, soprattutto per i servizi e per le grandi città: ecco che gli aeroporti, infatti, anno dopo anno continuano a cambiare i loro volti diventando sempre più tecnologici, migliorando dunque non solo i servizi rivolti al benessere dei passeggeri e alla loro sicurezza, ma anche tutte quelle operazioni che grazie alla tecnologia si snelliscono diventando più semplici ed efficienti.

Tra gli aeroporti considerati più smart a livello mondiale possiamo citare senza dubbio l’Aeroporto Internazionale di Singapore Changi, noto per le sue innovative soluzioni tecnologiche e i servizi all’avanguardia che migliorano l’esperienza dei passeggeri – nonché per la sua bellezza architettonica che attira turisti da tutto il mondo come una vera e propria attrazione. Altri aeroporti famosi per la loro tecnologia sono sicuramente l’Aeroporto Internazionale Hamad a Doha, in Qatar, e l’Aeroporto Internazionale di Incheon a Seul, entrambi rinomati per l’efficienza operativa, l’offerta di servizi digitali e l’attenzione riservata al comfort dei viaggiatori.

Oggi, invece, giunge notizia che anche l’Aeroporto di Abu Dhabi sta trasformandosi e sembra sia destinato a diventare addirittura il più smart di tutti. Vediamo il perché.

Perché l’aeroporto di Abu Dhabi sarà il più smart

L’aeroporto di Abu Dhabi oggi è già noto per l’alta tecnologia presente nella sua infrastruttura, tanto da essere recentemente stato elogiato persino da Elon Musk con la frase “gli Stati Uniti devono recuperare”.

D’altronde, l’Oriente non è raro sorprendere l’Occidente con le sue grandi opere: la notizia è che adesso l’aeroporto di Abu Dhabi sta lanciando il Progetto Smart Travel, che prevede di installare sensori biometrici in ogni punto di controllo dell’identificazione del passeggere in aeroporto, dai banchi check-in ai varchi immigrazione, comprese le casse duty-free, le sale d’attesa delle compagnie aeree e i gate d’imbarco.

Questa tecnologia di elevata qualità e così sofisticata è in realtà già utilizzata ad Abu Dhabi, soprattutto sui voli operati dalla compagnia aerea partner Etihad, ma adesso che sarà espansa a tutta la struttura ciò rappresenta una svolta davvero decisiva.

Biometria, aeroporto

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Controllo dei dati biometrici in aeroporto

Andrew Murphy, chief information officer dell’aeroporto di Abu Dhabi, ha dichiarato che: “stiamo espandendo a nove punti di contatto e questo sarebbe un primato mondiale. Il sistema è progettato senza necessità di pre-registrazione, i passeggeri vengono riconosciuti e autenticati automaticamente mentre si spostano attraverso l’aeroporto, accelerando significativamente l’intero processo.”

In questo modo, arrivando anche per la prima volta negli Emirati Arabi Uniti, sia che si tratti di un residente che di un turista, ognuno vede raccolte le proprie biometrie all’immigrazione dall’Autorità Federale per l’Identità, la Cittadinanza, le Dogane e la Sicurezza Portuale (ICP), così che questo database possa collegarsi al sistema smart dell’aeroporto.

Questo sistema sarebbe in grado di elaborare 45 milioni di passeggeri, in brevissimo tempo, facendo sì che un aeroporto di enormi dimensioni possa essere attraversato da un passeggero anche in circa 15 minuti.

Cosa pensano i passeggeri dell’hi-tech in aeroporto

Lo scorso ottobre 2023 un sondaggio a cura dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) aveva rivelato che circa il 75% dei passeggeri preferisce l’uso delle biometrie rispetto ai passaporti e ai biglietti cartacei per il transito in aeroporto. Il restante 25% delle persone intervistato, invece, ha dichiarato di sentirsi un po’ a disagio con la tecnologia e di preferire invece le interazioni umane (infatti, il tradizionale sistema rimarrà comunque un’opzione valida a scelta del passeggero).

L’interazione umana e i documenti cartacei per l’identificazione dei passeggeri in aeroporto non saranno solo una scelta personale per via delle preferenze, ma anche un obbligo per i minori di 12 anni, dal momento che le caratteristiche facciali dei bambini cambiano troppo velocemente per il sistema e per la sua efficacia.

Sempre all’interno dello stesso sondaggio della IATA del 2023, il 46% dei partecipanti ha dichiarato di aver utilizzato la tecnologia in un aeroporto già almeno una volta. A Singapore, l’aeroporto è stato tra i primi a diventare il più smart negli ultimi anni, associandosi anche all’autorità di immigrazione del governo per implementare un processo di autorizzazione biometrica accessibile a tutti, residenti e viaggiatori.

La competizione per la tecnologia in aeroporto (e per il titolo di “aeroporto più smart al mondo”) è davvero alta in tutto il mondo: anche negli aeroporti di Hong Kong, Tokyo Narita, Tokyo Haneda e all’Indira Gandhi International di Delhi si stanno avviando sperimentazioni riguardo il transito e l’identificazione dei passeggeri tramite dati biometrici, ma Medio Oriente Asia restano i pionieri.

In Occidente e in Europa, tuttavia, si stanno compiendo ugualmente progressi significativi, tanto che già lo scorso anno la IATA ha collaborato insieme a British Airways per testare il primo volo internazionale con identità digitale completamente integrata, su un tragitto da Heathrow  a Roma Fiumicino. In quel caso, un passeggero di prova ha volato utilizzando esclusivamente la propria identità digitale, conosciuta come W3C Verifiable Credential. Passaporto, visto e biglietto elettronico erano stati quella volta memorizzati su di un portafoglio digitale e successivamente verificati tramite riconoscimento biometrico.

Negli Stati Uniti, invece, sembra che si sia rimasti un po’ indietro, ma non del tutto: infatti, la Dogana e Protezione delle Frontiere ha implementato la biometria inizialmente nelle zone di arrivo dei suoi 96 aeroporti internazionali, con 53 sedi che dispongono della tecnologia biometrica anche nei gate di partenza.