Categorie
Arte e cultura Bretagna Fari Idee di Viaggio itinerari mare Normandia scogliere Viaggi Viaggi Avventura

Bretagna e Normandia: tour di 12 giorni alla scoperta del Nord della Francia

Chi non ha mai sognato di visitare Mont Saint-Michel o di ammirare le onde che s’infrangono sulle scogliere di granito rosa sulla Manica, allungando lo sguardo fin verso le bianche scogliere di Dover. O ancora, di visitare le centinaia di fari affacciati sul mare? Un tour nelle regioni più amate del Nord della Francia come Bretagna e Normandia, tra i luoghi tanto cari agli Impressionisti, è ciò che ci vuole. Abbiamo calcolato che per visitare i luoghi da noi consigliati ci vogliono circa 12 giorni, ma alcune tappe possono essere abbreviate se non addirittura saltate, nel caso non si avesse abbastanza tempo per il viaggio.

Giro della Normandia da Giverny a Mont Saint-Michel

Primo e secondo giorno: da Giverny a Rouen

L’itinerario consigliato parte da Parigi e si snoda verso Nord-Ovest, in direzione Giverny, in Alta Normandia. Lo spostamento è piuttosto lungo e bisogna considerare almeno un girno di viaggio. Giverny è la città in cui visse Claude Monet e che ha ispirato le sue celebri ninfee riprese in decine di dipinti. Imperdibile è una visita alla casa e ai giardini di Giverny. Il viaggio prosegue per 70 chilometri verso Rouen, una città meravigliosa con le tipiche case a graticcio attraversata dalla Senna, famosa per la cattedrale gotica di Notre-Dame, la più alta di Francia, e la piazza principale dove nel 1431 fu bruciata Giovanna d’Arco.

Terzo giorno: le scogliere della Costa d’Alabastro

La Costa d’Alabastro si trova tra il piccolo borgo normanno di Le Tréport ed Étretat. Le scogliere che cadono a picco sul mare sono di un bianco quasi abbagliante. Con l’auto si può percorrere tutto il tratto e fare sosta nelle località Fécamp e di Étretat e ammirare le incredibili falesie, dipinte anch’esse più volte da Monet.

Quarto giorno: Dieppe, Trouville e Honfleur

Poco più a Nord, affacciata sulla Manica, si trova la cittadina di Dieppe, con un pittoresco porticciolo. A questo punto ci si sposta sulle famose spiagge di Deauville, celebre località balneare e mondana fin dall’800, e di Trouville, i luoghi di villeggiatura preferiti dai parigini. Poco lontano si trova anche la pittoresca Honfleur, affacciata sull’estuario della Senna e sul mare. Il vecchio porto, Vieux Bassin, e la città vecchia, detta Enclos, sono mete imperdibili.

normandia-Honfleur-impressionisti

Fonte: 123RF

Il porto di Honfleur,molto amato dagli Impressionisti

Quinto giorno: la Route du Cidre e Caen

Prima di raggiungere la bella cittadina di Caen spostatevi nell’entroterra – dalle parti di Cambremer e Beuvron-en-Auge – dove, attraverso le campagne coltivate, si snoda la Route de Cidre, un percorso turistico segnalato lungo 40 km che attraversa il paesaggio tipico dell’Auge e che collega, attraverso piccole strade pittoresche, i villaggi di Beuvron-en-Auge (un villaggio classificato), Cambremer, Bonnebosq e Beaufour-Druval. Lungo la strada si possono incontrare una ventina di produttori di sidro dove fare tappa. Dopo questa breve deviazione per assaggiare questa tipica bevanda dal sapore amaro, tornate verso la costa, direzione Caen (da non confondere con Cannes, che è nel Sud della Francia), dominata da una imponente fortezza voluta da Guglielmo il Conquistatore che qui visse prima di partire alla conquista dell’Inghilterra. Per chi ama la storia medievale, qui la si respira dappertutto.

Sesto giorno: Mont Saint-Michel

Mont Saint-Michel è uno dei luoghi più visitati di tutta la Francia. L’abbazia che sorge in cima all’isolotto è un vero spettacolo architettonico, da ammirare sia di giorno sia di sera. Non è solo lo splendido edificio che domina la cittadina a rendere questa località tanto celebre, anche le fortissime maree che ciclicamente inondano la baia o si ritirano modificando continuamente il paesaggio sono una sorta d’attrazione naturalistica.

Mont Saint-Michel

Fonte: iStock – Ph: ezypix

La spettacolare Abbazia di Mont-Saint-Michel

Giro della Bretagna da Cancale a Belle-île-en-Mer

Settimo giorno: Cancale e le sue ostriche

Con Mont Saint-Michel si conclude il tour della Normandia e ci si sposta verso la Bretagna, più precisamente a Cancale, una cittadina di pescatori e allevatori di ostriche. Anche qui le fortissime le maree segnano i ritmi della vita degli abitanti. Infatti, proprio davanti alla costa, si trovano gli enormi allevamenti di ostriche che vengono regolarmente sommersi dal mare e poi “scoperti” quando la marea si ritira. Com’è facile immaginare, la specialità di Cancale sono proprio le ostriche.

Ottavo giorno: Saint Malo e le spiagge della Bretagna

A questo punto ci si dirige verso una delle mete più ambite di Francia: Saint Malo, in Bretagna, una cittadina costiera fortificata, famosa per le sue spettacolari maree. Dalla riva si gode di una vista impagabile sul Mont Saint- Michel, il secondo luogo più turistico della Francia, dopo Parigi, che si trova nella Bassa Normandia.

Saint-Malo

Fonte: iStock

Saint Malo, la splendida cittadina fortificata

Anche in Bretagna ci sono belle spiagge su cui trovare un po’ di relax, come quelle di Dinard. Da non confondere con Dinan, cittadina medievale poco distante dove sembra d’essere tornati indietro di mille anni, grazie alle mura medievali e al castello che la domina (qui ci si può imbarcare sul fiume Rance e partire alla scoperta del suo prestigioso estuario). La città si trova sulla strada per Rennes, capitale regionale della Bretagna, frequentatissima dai giovani per via delle università che qui hanno sede. Incamminatevi lungo le tortuose stradine medievali, delimitate da case a graticcio, respirerete l’aria di una volta. Se amate i castelli medievali, poco distante da Dinan c’è il comune di Piévenon, un villaggio arroccato su una scogliera dove sorge Fort la Latte, da tanti considerato il castello più bello della Bretagna.

Nono giorno: i villaggi marini di Perros-Guirec, Trestraou e Trestrignel

Prima di dirigervi verso l’interno, fate tappa in uno dei villaggi marini bretoni più pittoreschi che ci siano: Perros-Guirec, con un bellissimo porto di pesca e uno turistico e le sue spiagge di sabbia fine, Trestraou e Trestrignel. Da qui, lungo la costa, fino a Trébeurden si snodano le rocce di granito rosa, una formazione naturale dovuta all’erosione del mare e del vento che rendono questo un luogo unico al mondo.

Decimo giorno: Parc naturel régional d’Armorique

Dopo aver goduto della splendida costa della Bretagna è arrivato il momento di spostarsi verso l’entroterra e visitare uno dei paesaggi più belli, quello del Parc naturel régional d’Armorique. Qui è bello perdersi per le strade, ma se si vuole visitare qualcosa ci si può avventurare lungo il sentiero dei Monts d’Arée o visitare l’antica abbazia di Landévvenec.

Undicesimo giorno: Carnac e i suoi megaliti

Spingendosi verso Sud-Est, si arriva alla cittadina di Carnac dove si trovano allineamenti megalitici che si estendono per chilometri e chilometri e attirano viaggiatori da tutto il mondo. Da non perdere il dolmen, nella vicina località di Locmariaquer, lungo più di 30 metri.

Carnac-francia

Fonte: 123RF

I megaliti di Carnac in Francia

Dodicesimo giorno: Belle-île-en-Mer

Con una traversata in traghetto da Quiberon si arriva sull’isola Belle-île-en-Mer dove sarà possibile visitare la Citadelle Vauban e rimanere estasiati davanti alle alte falesie, alle spiagge spettacolari e all’entroterra selvaggio di quest’isola. Qui l’itinerario alla scoperta della Bretagna e della Normandia si conclude. Non resta che pianificare l’itinerario in ogni dettaglio. Bon voyage!

Categorie
Arte e cultura Idee di Viaggio isole Isole Canarie mare primavera scogliere Tenerife Viaggi Viaggi Avventura

Perché la primavera è la stagione perfetta per innamorarsi definitivamente delle Isole Canarie

Paesaggi vulcanici, dal Parco Nazionale del Teide a Tenerife a quello di Timanfaya a Lanzarote; vaste distese di sabbia dorata, come quelle di Corralejo a Fuerteventura; scogliere e coste frastagliate battute dal vento. Le Isole Canarie sono tante cose, ma soprattutto un richiamo a trascorrere le proprie giornate all’aria aperta per scoprirne ogni angolo. Quale periodo migliore se non la primavera per fare quest’avventura?

Seppur siano una destinazione invernale ben nota per le loro temperature miti, nella realtà dei fatti questo splendido arcipelago spagnolo scolpito dalla lava è un piacere da esplorare soprattutto nei mesi compresi fra marzo e maggio, prima che le temperature salgano vertiginosamente e che le sue location più belle diventino troppo affollate.

Se non siete ancora convinti, qui vi raccontiamo nel dettaglio perché la primavera è la stagione perfetta per innamorarsi definitivamente delle Isole Canarie, proponendovi anche un’offerta estremamente vantaggiosa per volare a prezzi scontati.

Le temperature sono perfette per fare trekking

Esplorare le Isole Canarie in primavera è un’esperienza fantastica, soprattutto per chi vuole cogliere appieno lo spirito selvaggio dei suoi paesaggi intraprendendo i vari trekking. Le temperature in questo periodo sono ideali perché restano intorno ai 20 gradi, mentre in estate, per esempio, possono andare anche oltre i 30 gradi, non proprio perfetti per fare escursioni.

Ogni singola isola offre tante opportunità per fare trekking indimenticabili. Tenerife è l’isola più grande e popolosa, con il punto più alto della Spagna, il Monte Teide (3718 metri), il più famoso tra gli escursionisti. Se volete avere la certezza di incontrare pochissime persone, però, vi basterà raggiungere le aree interne, solitamente più calme e tranquille. Anche a La Palma troverete montagne piuttosto alte, con il punto più elevato rappresentato da Roque de los Muchachos, che raggiunge i 2426 metri.

Insomma, non importa in quale isola atterriate, ci saranno sempre sentieri escursionistici suggestivi ad aspettarvi.

Tenerife

Fonte: iStock

Paesaggio tipico di Tenerife

Le isole sono poco affollate

I mesi primaverili sono quelli meno affollati, offrendo così ai viaggiatori un’atmosfera più rilassata e autentica. La maggior parte dei turisti, infatti, sceglie le Isole Canarie come destinazione per sfuggire ai mesi invernali. Questo si traduce in una riduzione della folla nelle spiagge, nei sentieri escursionistici e nei principali luoghi di interesse. Le temperature primaverili sono piacevoli e moderate, ma possono riservare delle giornate non proprio adatte a nuotare, scoraggiando quindi chi cerca esclusivamente il caldo per vacanze di puro relax. Inoltre, escluso il periodo di Pasqua, la primavera è un periodo più tranquillo per quanto riguarda le festività rispetto ai mesi estivi.

Prezzi bassi sui voli: l’offerta Ryanair

Inoltre, essendo considerata bassa stagione, la primavera consente anche di risparmiare sui voli e sugli alloggi. I voli, in particolare quelli operati da Ryanair, sono particolarmente vantaggiosi in questo periodo grazie a un’offerta appena lanciata. Chi prenota entro il 23 marzo 2025 per volare dal 1 aprile al 31 maggio 2025 potrà usufruire di uno sconto del 15%.

I voli scontati partono da Milano Malpensa, con biglietti a partire da 36 euro, e Bologna con offerte a partire da 77 euro.

Categorie
Consigli Latina mare scogliere Tirreno tradizioni vacanze Viaggi

Come arrivare a Ponza, la più grande delle Isole Pontine

Ponza, la più grande delle Isole Pontine, si trova al largo della costa del Lazio. Situata nel Mar Tirreno, a circa 33 chilometri a sud del promontorio del Circeo, questa isola italiana rappresenta una destinazione perfetta per chi cerca un rifugio lontano dal trambusto della vita cittadina. Con le sue scogliere mozzafiato, calette nascoste e acque cristalline, Ponza offre un’esperienza di vacanza che combina bellezze naturali incontaminate e una storia ricca di tradizioni. Raggiungere Ponza può sembrare un’impresa complessa, ma con le giuste informazioni è possibile pianificare il viaggio in modo semplice e senza intoppi.

Dove si trova Ponza e perché visitarla?

Ponza è un’isola che appartiene all’arcipelago delle Isole Pontine, situata a metà strada tra Roma e Napoli. È la meta ideale per chi cerca un luogo di pace, dove il tempo sembra essersi fermato e dove la bellezza naturale regna sovrana. Le sue coste frastagliate, le grotte marine e le acque limpide la rendono perfetta per chi ama il mare, lo snorkeling e le escursioni in barca. Oltre alla natura, Ponza vanta un affascinante patrimonio storico e culturale, con resti archeologici romani, pittoreschi borghi di pescatori e un’atmosfera autenticamente mediterranea. Nonostante le sue dimensioni relativamente piccole, l’isola offre una varietà di attività che spaziano dal relax in spiaggia alle esplorazioni subacquee, fino alla degustazione di specialità culinarie locali, come il pesce fresco e i piatti a base di frutti di mare.

Come arrivare a Ponza?

Raggiungere Ponza richiede un po’ di pianificazione, ma una volta organizzato il viaggio, il percorso si rivelerà un’avventura piacevole e parte dell’esperienza stessa. Ponza non ha un aeroporto, quindi per raggiungerla bisogna combinare il trasporto via terra con quello via mare.

Da Roma a Ponza

Chi parte da Roma, una delle città più vicine a Ponza, ha diverse opzioni a disposizione. La soluzione più comune è quella di raggiungere uno dei porti da cui partono i traghetti o gli aliscafi per l’isola. In questo caso, le principali località di imbarco sono Anzio, Terracina, Formia e San Felice Circeo.

Da Roma, è possibile raggiungere Anzio in treno. La stazione di partenza è Roma Termini, dalla quale si prende un treno regionale che impiega circa un’ora per arrivare ad Anzio. Una volta giunti ad Anzio, il porto è a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Durante l’estate, Anzio offre un servizio regolare di traghetti e aliscafi per Ponza. Il viaggio in mare dura circa 1 ora e 30 minuti in aliscafo e un po’ di più con il traghetto, ma permette di ammirare il litorale laziale durante la traversata.

Un’altra opzione è quella di dirigersi a Terracina. Anche in questo caso, da Roma Termini partono treni regionali che raggiungono Terracina in circa un’ora e mezza. Da Terracina, il porto dista pochi minuti di taxi o autobus dalla stazione ferroviaria. Terracina è un altro punto di imbarco per Ponza, con servizi di traghetti e aliscafi durante l’alta stagione. Il tragitto in aliscafo da Terracina a Ponza dura circa 50 minuti, mentre in traghetto si impiegano circa due ore.

Formia rappresenta un’altra alternativa. Da Roma Termini, ci sono treni frequenti che raggiungono Formia-Gaeta in circa un’ora e venti minuti. Una volta arrivati a Formia, è possibile prendere un taxi o una navetta fino al porto, che dista pochi minuti dalla stazione. Il servizio di traghetti e aliscafi da Formia a Ponza è regolare tutto l’anno, con una durata del viaggio che varia da un’ora e venti minuti a due ore, a seconda del mezzo scelto.

Infine, per chi desidera un’opzione più esclusiva, San Felice Circeo offre collegamenti stagionali con Ponza. Da Roma, si può raggiungere il Circeo in auto o autobus, percorrendo la strada statale Pontina in circa un’ora e mezza. Il porto di San Felice Circeo offre un servizio di aliscafo per Ponza durante l’estate, con una traversata che dura circa un’ora.

Da Napoli a Ponza

Per chi si trova a Napoli, la via più diretta per Ponza è il porto di Formia. Da Napoli Centrale, ci sono treni regionali che collegano Napoli a Formia-Gaeta in circa un’ora e dieci minuti. Una volta giunti a Formia, il porto è facilmente raggiungibile in pochi minuti. Da qui, i traghetti e gli aliscafi partono regolarmente per Ponza, con un viaggio che varia tra un’ora e venti minuti e due ore.

Un’altra opzione è quella di raggiungere il porto di Terracina. Da Napoli, si può prendere un treno diretto a Formia e da lì cambiare per Terracina. Una volta a Terracina, è possibile imbarcarsi per Ponza, come descritto precedentemente.

Ponza

Fonte: iStock

Ponza, tra i più pittoreschi del Mediterraneo

In auto

Raggiungere i porti di imbarco in auto è un’altra possibilità. Da Roma, seguendo la strada statale Pontina (SS148) si arriva ad Anzio, Terracina e San Felice Circeo in circa un’ora e mezza. Chi preferisce Formia, invece, può seguire l’autostrada A1 in direzione Napoli e uscire a Cassino, proseguendo poi per Formia. I porti dispongono di parcheggi custoditi dove è possibile lasciare l’auto durante il soggiorno a Ponza.

In autobus verso i porti

Per chi preferisce i mezzi pubblici, ci sono anche collegamenti autobus da Roma e Napoli verso i principali porti. Da Roma, sono previsti servizi diretti per Anzio, Terracina, Formia e San Felice Circeo. Il viaggio in autobus, sebbene più lento rispetto al treno, permette di arrivare direttamente ai porti di imbarco senza dover cambiare mezzo. Da Napoli, invece, sono disponibili autobus per Formia, ma questa opzione è meno comune rispetto al treno.

Chi arriva in aereo

Chi arriva da altre parti d’Italia o dall’estero può volare fino agli aeroporti di Roma Fiumicino o Roma Ciampino, o in alternativa all’aeroporto di Napoli Capodichino. Da Roma Fiumicino e Ciampino, ci sono collegamenti ferroviari o autobus per raggiungere Roma Termini, da cui proseguire per i porti di imbarco descritti in precedenza. Da Napoli Capodichino, si può prendere un taxi o una navetta fino alla stazione centrale, e da lì proseguire in treno verso Formia.

In barca privata

Per i più avventurosi, è possibile raggiungere Ponza anche in barca privata. L’isola dispone di un porto ben attrezzato, con servizi per l’ormeggio e il rifornimento. La navigazione verso Ponza può partire da diversi punti della costa laziale o campana, con tempi di percorrenza che variano in base al punto di partenza e alle condizioni del mare.

Una volta arrivati a Ponza, ci si trova immersi in un paradiso naturale dove il tempo sembra essersi fermato. Raggiungere l’isola, sebbene possa richiedere qualche sforzo logistico, è un’esperienza che ripaga ampiamente, grazie alla bellezza del paesaggio e alla tranquillità che Ponza offre ai suoi visitatori. Con una pianificazione accurata, ogni tappa del viaggio diventa parte dell’avventura, rendendo la scoperta di Ponza un ricordo indelebile.

Categorie
Algarve Europa Idee di Viaggio mare Portogallo scogliere spiagge vacanza natura Viaggi

Cosa vedere e cosa fare a Sagres

Sulla sponda sud del Portogallo, su quelle coste e scogliere dal mare “infinito” dell’Atlantico, è lì che sorge Sagres, un piccolo villaggio della regione portoghese dell’Algarve, fra la natura selvaggia.

Questo posto è il luogo ideale e perfetto per fuggire dal caos delle città per ripararsi in luoghi in mezzo alla natura. In una regione caratterizzata da scogliere mozzafiato, spiagge di sabbia incontaminate ed un’atmosfera rilassata. Sagres grazie a queste caratteristiche riesce ad affascinare i propri visitatori, proveniente da tutto il mondo.

Si tratta di una freguesia, ovvero una piccola frazione di comune, che ha però un’importanza storica notevole per il Portogallo e per l’intero continente europeo. È proprio qui a Sagres, infatti, che il principe Enrico il Navigatore fondò la sua scuola di navigazione, che venne chiamata, appunto, Scuola di Sagres, nel quindicesimo secolo, e che diede vita alle grandi scoperte marittime da parte del Portogallo.

Cosa vedere nel villaggio di Sagres

La fortaleza di Sagres

La fortezza di Sagres è un luogo imperdibile, poco fuori dal centro cittadino. Questa struttura venne costruita nel quindicesimo secolo ed era considerato un punto di grandissima importanza strategica per la difesa del Paese. Al suo interno, oggi, è ospitato un museo, nel quale poter scoprire di più sulla storia e sulle esplorazioni marittime del Portogallo. Inoltre, è possibile visitare il massiccio muro di cinta, sul quale si trova una passerella dalla quale godere di una vista spettacolare sul mare aperto e immaginare le antiche navi lasciare il porto di Sagres sotto la guida del re.

La fine del mondo: il Capo di San Vincenzo

Questo è il punto che una volta veniva considerato dai marinai come il punto in cui finiva il mondo conosciuto. Si tratta del Cabo de Sao Vicente, il Capo di San Vincenzo, un promontorio che si affaccia sull’Oceano Atlantico, punto nel quale si trova uno dei fari più antichi del Portogallo, che guidava le navi attraverso le pericolose acque dell’oceano.

Il faro è un’attrazione turistica, visitabile dai visitatori che non vogliono perdere la possibilità di ammirare questo luogo così affascinante, iconico per il villaggio di Sagres e per l’intero Portogallo, che si affaccia su imponenti scogliere alte fino a 75 metri.

La cittadina e il porto peschereccio

Il piccolo centro storico della città di Sagres è molto semplice, un luogo dall’aspetto quasi fatiscente, in sintonia comunque, con gli altri piccoli centri della regione. L’attività principale in questa zona è da sempre la pesca, e nella parte più antica, ancora non molto turistica, ci sono bar tranquilli e tradizionali ristoranti portoghesi, ideali per un pranzo economico.

Il porto peschereccio è sulla costa orientale, una parte più riparata del promontorio, e durante il giorno si può ammirare il via vai delle barche dei pescatori che scaricano i loro carichi di pesce fresco.

Le spiagge più belle di Sagres

Come appena visto, Sagres è un luogo di grande interesse storico, ma anche un paradiso naturale dove è possibile trovare spiagge uniche e naturali, grazie alla sua posizione privilegiata tra l’Oceano Atlantico e le colline dell’Algarve. Tra le spiagge più belle è possibile visitare:

  • Praia do Tonel: questa è una delle spiagge più famose di Sagres e, come tutta la costa sud del Portogallo, grazie alle correnti presenti, è il luogo ideale per gli amanti di sport acquatici, come il surf ed il kitesurf. È la giusta destinazione per chi è alla ricerca di una vera e propria scarica di adrenalina. E per chi non ama questi sport, la spiaggia di Praia do Tonel è sicuramente la scelta giusta per godere di panorami unici e mozzafiato sull’oceano e rilassarsi al sole;
  • Praia da Mareta: questa spiaggia, a differenza di Praia do Tonel, è un luogo più tranquillo. Si tratta di una spiaggia ideale per le famiglie, grazie anche alla sua posizione più protetta dalle correnti oceaniche, il che la rende una scelta sicura per chi vuole fare un bagno in acqua senza preoccupazioni;
  • Praia do Beliche: situata più a nord del villaggio di Sagres, la spiaggia di Beliche è un’ottima scelta per chi vuole passare una giornata lontano dalla folla. La spiaggia è circondata da alte scogliere e le sue acque calme sono ideali per nuotare e fare snorkeling, mentre la spiaggia, di sabbia fine, è l’ideale per lunghe passeggiate.
Vista dall'alto della spiaggia di Tonel, a Sagres, con spiaggia dorata e mare mosso

Fonte: iStock

Spiaggia di Tonel, paradiso per surfisti a Sagres

Cosa fare a Sagres e dintorni?

Sagres, grazie alla sua posizione favorevole alle correnti che colpiscono la sua costa, come già detto in precedenza, si presenta come la destinazione ideale per gli amanti di sport acquatici come il kitesurf o il windsurf. Inoltre, grazie a queste sue particolari caratteristiche, la costa di Sagres viene considerato un paradiso per i surfisti europei, anche italiani, alla ricerca di un’alternativa alle spiagge italiane dove è possibile praticare surf.

Sono anche presenti diverse zone al riparo dalle forti correnti dell’Oceano Atlantico e che si prestano perfettamente ad essere luoghi ideali per snorkeling ed immersioni subacquee. A Sagres, infatti, ci sono diversi centri di immersione che offrono escursioni guidate per andare alla scoperta dei fondali portoghesi e della varietà di pesci che la popolano

Per chi, invece, ama fare delle escursioni sulla terra ferma e vuole immergersi nei paesaggi naturali della regione dell’Algarve e delle sue scogliere, Sagres offre numerosi sentieri panoramici che attraversano paesaggi mozzafiato. Il sentiero più famoso di questa zona del Portogallo è la Rota Vicentina, il cammino dei pescatori, che segue la costa offrendo viste spettacolari sulle scogliere e sull’oceano.

Ecco come arrivare a Sagres

Arrivare a Sagres e passare una vacanza alla scoperta dell’Algarve e di questa regione naturale del Portogallo è molto semplice. Il villaggio, infatti, è facilmente raggiungibile, in auto o con i mezzi pubblici, dal vicino aeroporto di Faro, che dista circa 1 ora e 30 minuti in auto e che è collegato con le principali città portoghesi e non solo.

Inoltre, per chi ama i viaggi on the road, Sagres è raggiungibile anche dalla capitale Lisbona, attraversando il Paese, godendo dei suoi fantastici paesaggi, con un viaggio di circa tre ore in auto.

Sagres è una destinazione affascinante che merita assolutamente di essere visitata. Con le sue lunghe spiagge e le sue alte scogliere,  un luogo ideale per gli amanti della natura, per gli appassionati di storia, ma anche, e soprattutto, per i surfisti ed amanti di sport acquatici.

Categorie
Asia Idee di Viaggio litorali mare scogliere Thailandia Viaggi

Railay, con le spiagge che sorgono tra maestose scogliere calcaree

La voglia di mare, di caldo e di acque cristalline è sempre fortissima in molti di noi. Non c’è da sorprendersi, perché il sole rimette al mondo e perché in luoghi con queste caratteristiche è facile trovare la pace dei sensi. Tra le mete più gettonate per chi è in cerca di quanto appena detto ch’è la Thailandia, che di tesori naturali ne nasconde davvero tantissimi, come la sua affascinante Railay Beach.

Railay Beach, informazioni utili

Iniziamo questo viaggio con una dovuta premessa: questo angolo della Thailandia è comunemente chiamato Railay Beach – o Rai Leh -, come a farci pensare che sia una spiaggia unica. Nei fatti non è propriamente così: è un gruppo di spiagge che si sviluppa su una piccola (ma affascinante) penisola che si chiama Railay, e che comprende Railay West, Railay East, Phra Nang Beach e Ton Sai.

Ci troviamo nel Sud della Thailandia, un vero e proprio paradiso tropicale dove svettano nei cieli immense falesie calcaree che racchiudono spiagge che sono un sogno a occhi aperti. Per la precisione, Railay sorge nella Provincia di Krabi, parte del distretto di Mueang Krabi.

Quando il visitatore arriva si innamora della bellezza della zona, così perfetta che pare quasi impossibile che sia stata la natura a fare tutto da sola. Poi ci sono i colori brillanti che si alterano a quelli candidi, che con la luce del sole vanno a creare dei contrasti che risultano poi difficili da dimenticare.

Railay, Thailandia

Fonte: iStock

Passeggiando lungo le spiagge della magnifica penisola di Railay

No, non si può raggiungere in auto perché la penisola di Railay è accessibile solo in barca a causa delle alte falesie che tagliano l’accesso continentale. Una volta arrivati però ci si può muovere anche a piedi, grazie a dei “vicoli” che attraversano la natura e che conducono nei vari lati di questa affascinante penisola baciata dal caldo Mare delle Andamane e incorniciata da giungla lussureggiante e da rocce imponenti. Per fortuna, ci sono diversi tour in partenza (che prevedono anche escursioni di un giorno intero) da varie località del Paese.

Le spiagge di Railay

Anche in questo caso dobbiamo fare una doverosa promessa: le spiagge di Railay sono, in alcuni momenti dell’anno, particolarmente incontaminate e lambite da acqua cristallina, tendente al verde, al punto che è possibile osservarne i fondali. Nonostante questo, non si possono escludere giornate con il mare torbido, a causa delle numerose barche che portano i turisti a scoprire questa zona thailandese e delle condizioni atmosferiche.

Railay West, a tutto relax

Se si arriva da Ao Nang si attracca con la barca a Railay West, una spiaggia che si presenta ampissima e con una sabbia particolarmente bianca e morbida. Non mancano maestose scogliere calcaree a rendere il paesaggio surreale, e diversi servizi in grado di allietare il soggiorno dei visitatori: ci sono hotel, bar e ristoranti.

In sostanza, se ci si vuole fermare qualche giorno da queste parti siete arrivati nella zona della penisola più ideale per farlo. Ciò non toglie che sia possibile rilassarsi, prendere il sole e fare bagni in un contesto paesaggistico di vero pregio.

Railay West, Thailandia

Fonte: iStock – Ph: David_Bokuchava

La bellissima spiaggia di Railay West

Railay Est, natura allo stato puro

Railay Est è quasi completamente diversa da Railay West: qui il relax è pressoché impossibile perché la natura è allo stato puro. Quest’area della penisola, infatti, si caratterizza per la presenza di una mangrovia fangosa fiancheggiata da uno stretto sentiero di cemento.

Non mancano gli hotel, bar, ristoranti e negozi, ma sicuramente l’assenza della sabbia non permette di vivere una classica giornata di tintarella. Tuttavia, la distanza da qui agli altri spot della baia con spiagge dove poter stendere il proprio asciugamano da mare è davvero minima.

Phra Nang Beach, spettacolo vero

Probabilmente Phra Nang Beach è lo spettacolo più bello per chi arriva a Railay ed è in cerca di mare: pur essendo una spiaggia dalle dimensioni contenute, offre una vista panoramica speciale perché un’immensa roccia calcarea si erge fiera in mezzo al suo limpido mare.

Da queste parti, inoltre, sorge anche la grotta di Phra Nang che è molto famosa perché contiene centinaia di manufatti fallici in legno che vengono portati qui dai pescatori, ma anche perché permette di nuotare all’ombra di straordinarie scogliere carsiche per poi rilassarsi su una mezzaluna di soffice sabbia bianca.

A differenza della altre zone di Railay, qui non ci sono negozi, bar o ristoranti esclusivi, ma solo un grande resort.

Phra Nang Beach, Thailandia

Fonte: iStock

Phra Nang Beach e la sua incredibile grotta al tramonto

Cos’altro fare a Railay

Sarebbe un peccato arrivare a Railay e fare esclusivamente dei bagni nel suo caldo mare, perché questa zona si presta perfettamente a fare tantissime diverse attività: arrampicate su roccia, kayak, immersioni, snorkeling, trekking nella giungla, rafting e molto altro ancora.

Merito delle sue impressionanti scogliere che attirano scalatori da tutto il mondo che vengono qui per scoprire l’altra particolare zona della penisola, Ton Sai, dallo stile più rustico e in cui gli avventurieri sfidano loro stessi sulle sue famose rocce carsiche.

Vi basti sapere che da queste parti ci sono oltre 150 sentieri ferrati, con numerosi strapiombi e pareti rocciose lisce.

Come arrivare e cosa sapere

Come accennato sopra, la favolosa penisola Railay è accessibile solo in barca. Da Krabi ci vogliono circa 90 minuti, mentre da Ao Nang solo 15. Tutti i punti di interesse in zona sono raggiungibili a piedi, ma si consiglia vivamente di venire da queste parti tra aprile a novembre perché, anche se le temperature rimangono alte e costanti durante tutto l’anno, le precipitazioni sono piuttosto comuni durante gli altri mesi.

In sostanza, Railay è una zona particolarmente amata e frequentata dai viaggiatori, al punto da rischiare di perdere un po’ di autenticità. Ma la verità è che basta attendere che i gruppi di turisti se ne vadano per scoprire una bellezza autentica, e in cui possono trovare pane per il loro denti sia i viaggiatori in cerca di relax, sia coloro che vogliono vivere un po’ di pura avventura.

Penisola di Railay

Fonte: iStock

Un magnifico angolo della penisola di Railay
Categorie
Europa Irlanda mare Notizie scogliere Scozia Viaggi

Rockall, lo scoglio disabitato conteso da quattro Paesi

È disabitato, inadatto alla vita e di dimensioni modeste: eppure, è diventato un simbolo di rivalità tra Irlanda e Scozia e anche altri Paesi sono coinvolti nella disputa per contenderselo.

Si tratta di Rockall, uno sperone di roccia che emerge nel nord dell’Atlantico, alto 17 metri, lungo 25 e largo 22, a 420 chilometri a nord della Contea irlandese di Donegal e a 370 chilometri a ovest dell’arcipelago scozzese delle Ebridi Esterne.

Non vi crescono erba né arbusti ed è soltanto meta di passaggio di poche specie di uccelli migratori mentre le sue acque pullulano di merluzzi, calamari e rane pescatrici nonché di giacimenti di gas naturale e petrolio che sono motivo di interesse per numerosi Paesi.

Le rivendicazioni dei Paesi coinvolti

Uno scoglio disabitato attira su di sé le attenzioni di molte nazioni, tra cui il Regno Unito che lo rivendica parte del proprio territorio dal 1955 e lo ha annesso alla Scozia nel 1972.

Eppure, l’Irlanda e gli altri Paesi non riconoscono tale annessione e ciò scatena, periodicamente, discussioni e dispute soprattutto per questioni legate alla possibilità di esplorare le risorse naturali di Rockall e ai diritti di pesca.

In effetti, la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare stabilisce che le rocce non abitabili non possano avere una zona economica esclusiva, cioè quella porzione di mare che si estende dalla costa fino a 370 chilometri al massimo su cui uno Stato esercita una sorta di “sovranità” come, ad esempio, lo sfruttamento della pesca.

Tuttavia, il Regno Unito continua a ritenere Rockall parte della propria zona economica esclusiva, considerando che il territorio più vicino allo scoglio è l’isola scozzese di Soay: così, avrebbe il diritto di pesca esclusivo a Rockall in quel tratto di mare che arriva fino a 22 chilometri dalla costa, come previsto dalle leggi internazionali.

Anche se nel 2014 Regno Unito e Irlanda avevano pubblicato i nuovi confini delle rispettive acque territoriali con Rockall appartenente al territorio britannico, le polemiche non si sono placate: se l’Irlanda sostiene che lo sperone roccioso non debba spettare ad alcuno Stato, l’Islanda ne rivendica l’appartenenza in quanto si troverebbe sulla propria piattaforma continentale.

E la motivazione islandese è la stessa che spinge la Danimarca a rivendicare il possesso su Rockall poiché farebbe parte della piattaforma continentale che include l’arcipelago danese delle isole Fær Øer.

Forti tensioni sono esplose nel giugno 2019 quando Fiona Hyslop, ministra scozzese per la Cultura, il Turismo e gli Esteri, aveva minacciato di allontanare alcune navi da pesca irlandesi dalle acque attorno allo “scoglio della discordia”: il governo irlandese, di contro, aveva contestato le rivendicazioni scozzesi e l’associazione di pescatori della contea irlandese del Donegal aveva ribadito che le navi avrebbero continuato l’attività di pesca a Rockall come sempre.

Ancora, nel 2021, una nave del governo scozzese aveva bloccato una nave da pesca irlandese per impedirle di pescare nelle “acque territoriali della Scozia”.

Rockall, il “simbolo di rivalità” tra Scozia e Irlanda

Come accennato, lo scoglio disabitato dell’Atlantico è, nel tempo, diventato un “simbolo di rivalità” tra Scozia e Irlanda.

Nel 1985, ad esempio, il veterano dello Special Air Service (divisione dell’esercito britannico) Tom McClean rimase su Rockall per quaranta giorni al fine di reclamarlo come possesso britannico.

Nel 1992, due fratelli irlandesi, Phillip e Fergus Gribbon, progettarono di occuparlo per togliere la targa con cui gli inglesi lo avevano rivendicato nel 1955 ma poi desistettero.

Prima ancora, i Wolfe Tones, gruppo folk irlandese, dedicarono allo sperone una canzone che diceva che non sarebbe “mai finito nelle mani avide della [Gran] Bretagna“.

Più di recente, nel 1997, un gruppo di attivisti di Greenpeace rimasero su Rockall per 42 giorni per protestare contro le attività di estrazione del petrolio mentre, nel 2014, lo scozzese Nick Hancock vi restò 45 giorni per raccogliere fondi a favore di un’associazione benefica.

Categorie
Idee di Viaggio mare Mediterraneo Sardegna scogliere Viaggi

Pan di Zucchero, uno degli scogli più suggestivi d’Italia

La natura è in grado di creare dei piccoli capolavori che l’uomo, nonostante anni di evoluzione, non sarebbe mai capace di replicare. Il nostro Paese è ovunque testimone di questa maestria, ma tra tutte le meraviglie della natura ce n’è una che conserva persino un curioso primato: è il faraglione più alto del Mediterraneo.

Parliamo di Pan di Zucchero, un suggestivo scoglio che sorge a pochi chilometri di distanza dall’insenatura di Masua, frazione di Iglesias, nella zona sud-occidentale della Sardegna.

Pan di Zucchero: info utili

Fino al XVIII secolo questo isolotto di roccia in mezzo al mare sardo si chiamava Concali su Terràinu. Tuttavia, a causa della sua quasi somiglianza con il Pão de Açúcar – un maestoso colle alto 396 metri sul livello del mare che svetta a Rio de Janeiro – è da molti anni conosciuto come lo Scoglio di Pan di Zucchero.

Ad essere del tutto onesti, è anche il colore della sua roccia calcarea che ricorda questo dolce ingrediente: ha sfumature bianche, candide, ed è così particolare che durante il momento del tramonto i raggi del sole lo illuminano cono tonalità che vanno dal giallo all’arancione.

Il Pan di Zucchero non è da sempre lì, in mezzo al prezioso e limpido mare sardo. La sua posizione – così come la sua forma – è il frutto della potente azione dell’erosione marina che ne ha determinato l’isolamento dalla terraferma. Dall’aspetto massiccio e arrotondato, sfoggia ben 133 metri di altezza e una superficie di 0,03 km².

Pan di Zucchero, Sardegna

Fonte: iStock – Ph: makasana

Lo Scoglio Pan di Zucchero visto dall’alto

E poi le piogge, che nel corso dei secoli hanno portato alla creazione sulle pareti di questa imponente roccia di due grotte simili a gallerie: due grandi e solenni archi si aprono al livello del mare, porte accessibili in barca e che regalano un’esperienza emozionante.

Straordinario è anche il panorama da cui è incorniciato, con falesie che si stagliano a oltre 100 metri di altezza, gli scogli di S’Agusteri e il Morto (ad esso collegati) e una serie di calette che fanno innamorare.

Come raggiungerlo

Nonostante possieda un nome angelico, raggiungere il Pan di Zucchero non è un impresa sempre facile poiché i fondali nei suoi dintorni sono spesso caratterizzati da forti correnti, anche se apparentemente calmi.

Ma se le condizioni atmosferiche lo permettono, occorre semplicemente salire a bordo di una barca o un gommone dalla splendida insenatura di Masua.

Oltre all’emozione di trovarsi al cospetto di questo gigantesco scoglio e di passare con un’imbarcazione nelle sue “viscere” grazie alle sue suggestive aperture, il Pan di Zucchero offre la possibilità di fare climbing, ma esclusivamente con attrezzatura e supporto di guide specializzate. Una volta in cima il panorama è emozionante, e in più la sua vetta è anche lo spot ideale per raggiungere con lo sguardo i tre “fratelli minori”, due detti s’Agusteri e uno il Morto.

Le grotte sono lunghe rispettivamente 20 e 25 metri e sono l’ habitat di uccelli marini, mentre di fronte a questo grazioso isolotto si affaccia lo sbocco a mare del tunnel minerario di Porto Flavia.

Il tunnel minerario di Porto Flavia

Porto Flavia è una complessa opera umana che sembra stare in equilibrio tra montagna e mare. Si tratta infatti di un vero e proprio capolavoro di ingegneria, progettato da Cesare Vecelli, poiché prima di esso i minerali erano caricati a mano sulle navi a vela e trasportati al porto di Carloforte, da dove poi partivano verso il resto del continente.

Porto Flavia, Sardegna

Fonte: iStock – Ph: Marc_Osborne

Porto Flavia, la miniera in bilico tra montagna e mare

Parliamo perciò di un’incredibile miniera con un tunnel lungo circa 600 metri che offre una vista emozionante sul suggestivo faraglione di Pan di Zucchero (e non solo).

Realizzata tra il 1922 e il 1924, comprende anche un villaggio minerario che si fa spazio sul pendio di Punta Cortis e in cui sorge pure un museo delle Macchine da Miniera. E poi l’affascinante spiaggetta di Porto Flavia, dalla sabbia morbida e l’acqua trasparente, persino incorniciata da una fresca e rigenerante pineta.

Le spiagge da non perdere in zona

La zona in cui sorge lo Scoglio di Pan di Zucchero è davvero meravigliosa e culla di spiagge e calette che sono un invito al benessere e al relax. Imperdibile, per esempio, è la stessa Spiaggia di Masua che è accarezzata da un mare cristallino, oltre a donare un panorama più che speciale.

Un po’ più a Nord davvero speciale è Cala Domestica, una baia eccezionale protetta da alte falesie e controllata da una torre spagnola. Fino al 1940, da queste parti si imbarcavano minerali estratti dalle miniere, e per questo è ancora oggi la culla di rovine di magazzini, depositi e gallerie scavate dai minatori.

Dalla conformazione che ricorda un fiordo, offre sabbia bianca che si mescola a granelli ambrati e dorati, mentre alle sue spalle dei piccoli arbusti di macchia mediterranea si fanno spazio su graziose dune.

Poi ancora la Spiaggia di Buggerru che è una distesa di sabbia morbida dai riflessi chiari bagnata da un mare dalle splendide tonalità azzurre. Dal fondale basso e sabbioso, è a due passi dal centro abitato di questo ex villaggio minerario.

Andando verso Sud, invece, da non perdere sono le spiagge del Golfo del Leone di Gonnesa che mette a disposizione oltre 3 km di lidi incontaminati. Tra queste merita una menzione la Plag’e Mesu – che tradotto significa “spiaggia di mezzo” – che è una grande lingua di sabbia bianca bagnata dal tipico mare cristallino della Sardegna. Essendo esposta dal maestrale, è particolarmente amata dai surfisti che qua trovano numerose onde da dominare.

Infine Funtanamare – Funtan’e Mari in campidanese – che è il tratto più lungo della zona e che conserva un aspetto selvaggio. Con sabbia fine dalle mille sfumature dorate e rosate, fa da letto a un’acqua marina che assume tinte che vanno dal verde smeraldo all’azzurro.

Affollatissima d’estate, in realtà è meta molto ambita anche durante i mesi invernali perché qui si può venire ad ammirare tutta la forza del mare. Inoltre, regala un’atmosfera dai profili magici al tramonto, quando i raggi del sole baciano le linee dello Scoglio di Pan di Zucchero e dei promontori di Masua che si innalzano a strapiombo sul mare.

Funtanamare, Sardegna

Fonte: iStock

La bella Spiaggia di Funtanamare
Categorie
Europa Idee di Viaggio Inghilterra litorali mare scogliere Viaggi

Una spiaggia caraibica in Europa: alla scoperta di Pedn Vounder

Per rilassarsi nella meravigliosa cornice di una spiaggia caraibica, non è necessario partire alla volta dei Caraibi o delle Mauritius e affrontare ore e ore di volo: anche l’Europa vanta, infatti, la sua spiaggia caraibica, nominata tra le prime 50 al mondo secondo la classifica a cura di Big 7 Travel, a fianco delle eccezionali spiagge delle località esotiche.

Si tratta di Pedn Vounder, nel cuore della Cornovaglia, incastonata tra le splendide scogliere di Treryn Dinas, una delle spiagge più incantevoli del territorio, un autentico gioiello che andrebbe visto con i propri occhi almeno una volta nella vita.

Alla scoperta di Pedn Vounder, Caraibi d’Europa

Acque cristalline e morbida sabbia finissima e candida: è così che si presenta Pedn Vounder, all’estremità orientale della baia di Porthcurno da cui, durante la bassa marea in primavera, si può giungere a piedi. In tutti gli altri casi, si regala dopo aver percorso un sentiero tortuoso con vedute che lasciano senza parole.

Il promontorio a est è il luogo in cui si trova la famosa Logan Rock, un blocco rettangolare di granito che pesa circa 70 tonnellate e che può essere fatto oscillare avanti e indietro da una persona.

Insomma, una meta unica nel proprio genere, un tempo “spiaggia segreta” che, oggi, è una delle più apprezzate della Cornovaglia, salita alla ribalta sui giornali e, così, desiderata dalla maggior parte dei turisti che si trovano in zona.

Il mare limpidissimo e turchese invita a rigeneranti tuffi e nuotate, ideale per lo snorkeling, e la baia è un vero spettacolo, incastonata tra scogliere rocciose, uno capolavoro della natura che ha fatto anche da location cinematografica nella prima serie dello show televisivo di successo Poldark.

È la destinazione perfetta per chi desidera rilassarsi e staccare dalla frenetica vita di tutti i giorni e trascorrere momenti preziosi e indimenticabili ammirando la bellezza incredibile del paesaggio.

Cosa sapere per godersi appieno la spiaggia caraibica in Europa

Ecco alcuni consigli per visitare in totale sicurezza e serenità la remota Pedn Vounder.

Dove parcheggiare

Arrivando in auto, sono due i parcheggi tra cui scegliere ed entrambi prevedono una passeggiata per raggiungere la spiaggia: uno è a Porthcurno (leggermente più lontano) mentre l’altro si trova nel villaggio di Treen, più vicino al litorale.

Il periodo migliore

Per godersi appieno Pedn Vounder è importante informarsi sugli orari delle maree poiché, inevitabilmente, quando la marea è alta vi è meno spiaggia.

Altro aspetto da tenere in considerazione è l’affollamento. Infatti, siccome è diventata così famosa, la spiaggia è molto gettonata: meglio andare al mattino presto oppure verso la fine della giornata.

Ci sono strutture sulla spiaggia di Pedn Vounder?

La spiaggia è immersa totalmente nella natura e non dispone di servizi igienici, bar o negozi, per cui occorre portare con sé tutto ciò di cui si ha necessità.

È comunque presente un bagno vicino al parcheggio Treen.

Come arrivare alla spiaggia di Pedn Vounder lungo il sentiero della costa sud-occidentale

Parcheggiando a Treen, prendete il sentiero di fronte ai servizi igienici appena fuori dal parcheggio: sono circa 10 minuti a piedi fino alla spiaggia.

Considerato il terreno, è consigliabile indossare scarpe da ginnastica o da trekking.

Categorie
Idee di Viaggio mare scogliere Viaggi

Le scogliere dipinte da Friedrich esistono davvero: sono mozzafiato

Quante volte abbiamo immaginato di poter entrare in quadro e di ammirare dal vivo la bellezza di quei luoghi con i nostri occhi? Scenari resi immortali dalle pennellate sapienti degli artisti, luoghi talmente straordinari da meritare di essere impressi per sempre su tela, in capolavori divenuti immortali.

Come le scogliere dipinte da Caspar David Friedrich nel 1818. Quelle rocce bianche a picco sul mare esistono davvero e sono mozzafiato. Per ammirarle dal vivo si deve andare sull’isola baltica di Rügen in Germania, un luogo che è stato capace di affascinare il pittore, mentre si triovava lì in viaggio di nozze con la moglie.

Le bianche scogliere di Rügen: qui il dipinto diventa realtà

Vedere dal vivo ciò che gli artisti hanno reso immortale su tela è un’esperienza unica. Tanti luoghi del mondo sono stati riprodotti diventando quadri celebri. Come dimenticare – ad esempio – La notte stellata sul Rodano dipinta da Vincent van Gogh durante il suo soggiorno ad Arles, oppure La montagna Sainte -Victoire di Paul Cézanne, in cui ha ritratto l’omonimo monte che si trova in Provenza. E ancora Le bianche scogliere di Rügen un dipinto di Caspar David Friedrich. Il dipinto si trasforma in un’ambientazione reale a Rügen, isola tedesca che si trova nel Mar Baltico. Lì si trovano un gruppo di scogliere in gesso che hanno il nome di  Stubbenkammer e si trovano all’interno del Parco Nazionale di Jasmund. Le scogliere arrivano a un’altezza di oltre 150 metri e – nella parte alta – sono incorniciate da foreste di faggio.

La loro particolarità è il colore bianco, che crea un suggestivo contrasto con l’ambiente circostante in cui abbondano l’azzurro e il verde. L’isola di Rügen è la più grande del Mar Baltico e , oltre alle scogliere, sono molto celebri le sue località balneari che si trovano nella zona sud orientale. Il collegamento con Stralsund è possibile grazie a un ponte che si sviluppa per circa 25 chilometri.

L’isola è molto affascinante, amata dai turisti e ricca di cose da fare. Basterà passeggiate nei centri abitati oppure in mezzo alla natura, ammirare le ambientazioni scenografiche e le bellissime località da visitare, come il capoluogo Bergen, oppure le cittadine di Binz e Putbus.

Per vedere le bianche scogliere, infine, si deve raggiungere il Parco Nazionale di Jasmund, lì ci sono punti panoramici da cui osservare le rocce che si gettano nel Mar Baltico.

Il quadro di Caspar David Friedrich diventa realtà e ci lascia senza fiato

E così, sull’isola tedesca, Le bianche scogliere di Rügen diventano realtà per gli occhi dei visitatori. Il quadro è stato realizzato dal pittore nel 1816 mentre si trovava lì in villeggiatura con la neo-sposa Caroline Bommer.

Nel quadro sono ritratti proprio loro due insieme al fratello della moglie, ma le loro figure non sono centrali: l’artista ha voluto lasciare il posto d’onore al paesaggio. E allora gli occhi si soffermano sulle rocce affilate e bianche, sugli alberi che fanno da contorno e sull’azzurro del mare sullo sfondo: un gioco di contrasti e di colori che lascia senza fiato sia osservando il quadro sia ammirandolo dal vivo.

Per immergersi nella sua atmosfera dobbiamo raggiungere l’sola di Rügen, oppure andare a vedere il quadro che si trova presso la Collezione Oskar Reinhart Am Römerholz, a Winterthur in Svizzera.

Categorie
Liguria mare Notizie scogliere Viaggi

La migliore località della Liguria dove andare quest’estate

La Liguria è una delle destinazioni estive per eccellenza, ricca di località balneari dove godere appieno della bellezza del mare e delle spiagge, sia sabbiose che contornate da scogli e ameni scorci selvaggi.

A soli 12 chilometri dalla cosmopolita Genova, infatti, appare Sori, un delizioso e tranquillo antico borgo di pescatori che si specchia tra le onde e sale a incontrare il verde dell’entroterra.

Una vera sorpresa da conoscere e apprezzare.

Sori e le sue frazioni, tra le mete top del Golfo Paradiso

Una rilassante baia del Golfo Paradiso, nell’incanto della Riviera Ligure di Levante, accoglie Sori, tra le alte scogliere e la costa rocciosa tra la famosa Recco e Pieve Ligure, una meta dove trascorrere piacevoli giornate lontano dalla frenesia delle città e della vita di tutti i giorni, dedicandosi soltanto ad ammirare le vivaci case colorate dei borghi marinari liguri, il volo dei gabbiani e le barche che riposano sulla riva.

Una passeggiata tra le vie, dove arriva il profumo di salsedine, regala vedute uniche sull’abitato, sulla costa che prosegue all’orizzonte, e sulle colline terrazzate e gli uliveti che ospitano le frazioni di Sori, in posizione dominante sul blu, ideali per escursioni e trekking nel cuore della natura:

  • Sant’Apollinare, con chiesa romanica del 1195 con il sagrato da cui si gode di una splendida vista sulla vallata di Sori, la costa a picco sul mare e Punta Chiappa verso il promontorio di Portofino;
  • San Bartolomeo, piccolo nucleo di case sparse attorno alla chiesa del XII secolo;
  • Lago, con la cappella intitolata alla Madonna di Lourdes;
  • Capreno, a mezza costa, con la settecentesca Chiesa di San Pietro ricca di marmi, quadri e affreschi, e un bosco di castagni ideale per rigeneranti camminate;
  • Canepa, con l’abitato che rispecchia la tipica disposizione a schiera delle case genovesi;
  • Teriasca, di probabile origine cinquecentesca, raccolto attorno alla Chiesa di San Lorenzo;
  • Sussisa, di origine rurale, con punti di aggregazione nella Chiesa di San Matteo e nella Società Operaia e Contadina;
  • Levà, borgo di mezza costa con la Chiesa della Provvidenza, risalente al Settecento.

Cosa vedere nel borgo di Sori

spiaggia sori liguria

Fonte: iStock

Scorcio della spiaggia di Sori

Già il tragitto pedonale che conduce dalla stazione ferroviaria al cuore del borgo prepara alla meraviglia dell’abitato che si affaccia sulla spiaggia: punti top sono la piazzola panoramica da cui si ammirano il cuore pulsante su cui si staglia l’iconico campanile della Chiesa di Santa Margherita, le colline, il mare e l’orizzonte a perdita d’occhio, e la rossa panchinaViviAmo Sori“.

Scesa la scalinata, ecco poi la meta: la baia con la spiaggia di ghiaia a due passi, la Parrocchiale il cui interno è impreziosito da marmi, stucchi e pregevoli dipinti settecenteschi, e il carruggio principale, Via Sant’Erasmo, ombreggiato da due file di case colorate, sfidante salita che porta in premio altre chicche di Sori: la panoramica piazzetta omonima, l’Oratorio sede di manifestazioni culturali e musicali, e, girato l’angolo, la casa natale di Tommaso Picasso, il bisnonno del celeberrimo pittore.

Scoprire gli angoli caratteristici del borgo marinaro si accompagna al suono delle onde e a soste di puro relax sulla sabbia che ne è parte integrante.

Ma, prima di andare via, vi sono ancora due tappe da includere nel territorio: lungo Via Sauli, il Santuario della Madonna delle Grazie, custode dell’icona della Madonna Nera, e, presso la già citata frazione di Sant’Apollinare, l’omonima chiesa con il suo sagrato da cui la vista lascia davvero senza fiato.