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Influencer viola il divieto sulla Spiaggia rosa di Budelli e viene multata a distanza

Un’influencer brasiliana residente a Dubai è stata rintracciata dalla Capitaneria dell’Arcipelago della Maddalena per aver violato il divieto di accesso alla famosa Spiaggia rosa di Budelli. Sulla Spiaggia rosa di quest’isola della Sardegna, chiamata spiaggia di Cala di Roto, non soltanto è vietato camminare, ma è anche vietato avvicinarsi alla battigia co<n un natante. L’influencer, invece, avrebbe violato entrambi i divieti pur di postare la sua impresa su Instagram. Ingenuamente, infatti, si sarebbe filmata mentre raggiungeva il litorale a bordo di un catamarano, ma soprattutto dopo aver lasciato le impronte dei piedi su quella spiaggia così paradisiaca quanto protetta. Il video, pubblicato in diverse story, ha scatenato una valanga di polemiche visto lo sfoggio dell’infrazione sui social.

La Spiaggia rosa di Budelli, un vero e proprio angolo di paradiso, infatti, è sotto tutela dal 1998. All’influencer, è stata elevata una sanzione amministrativa di 1800 euro in violazione della vigente Ordinanza dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, che pone il divieto assoluto di accesso nello specchio acqueo e relativa spiaggia a qualunque soggetto non autorizzato. Nonostante i divieti, però, le forze dell’ordine sono impegnate quasi quotidianamente nel documentare sbarchi clandestini su questa spiaggia. Per curiosità e come avvertimento per chiunque fosse intenzionato a replicare l’imprsa dell’ifluencer, la multa per aver calpestato la sabbia della Spiaggia rosa è di 300 euro. I 1500 euro restanti sono perché il catamarano non aveva alcuna autorizzazione di ingresso nel parco.

Perché la spiaggia rosa di Budelli è vietata

L’isola di Budelli è raggiungibile solo via mare e questo aiuta a proteggerla dal turismo di massa. L’isolotto, che ha una superficie di circa 1,6 km quadrati e che fa parte dell’Arcipelago della Maddalena, vanta 12 chilometri di coste meravigliose che hanno fatto sognare generazioni di turisti e appassionati di mare. Tutte sono accessibili tranne una: la spiaggia rosa. L’attrazione principale dell’isola, che si trova a Sud-Est dell’isola di Budelli, deve il suo colore a frammenti microscopici di coralli e conchiglie come la Miriapora truncata e Miniacina, un organismo unicellulare marino composto da gusci calcarei. Purtroppo, poiché la grande massa di turisti stava alterando l’eccezionalità della spiaggia in quanto, nonostante le severe restrizioni, erano molti a portare via qualche manciata di sabbia come souvenir, si è eso obbligatorio il divieto d’accesso. Dato l’alto rischio di deterioramento di questo angolo di paradiso, la direzione del Parco della Maddalena ha quindi proibito l’accesso alla zona.

Il lieto fine 42 anni dopo

Ignari, forse, del danno ambientale, migliaia di turisti, nel tempo, hanno depredato la spiaggia portando via un po’ di sabbia alla stregua di un bellissimo souvenir. Qualcuno, a guardare la situazione attuale di quel luogo così incantato, si è pentito della sua azione tanto spensierata quanto dannosa. E c’è chi ha provato a cambiare le cose come dimostra quella bottiglia piena di sabbia rosa fatta recapitare all’associazione Sardegna Rubata e Depredata. Dopo 42 anni, infatti, la sabbia è tornata al suo posto. Nel 2020, l’associazione si è vista recapitare una bottiglia da un litro contenente la sabbia rosa presa a Budelli nel 1978. Il cimelio è arrivato dalla Liguria, accompagnato dalla lettera di Eleonora, donna 42enne che ha raccontato di aver ereditato da suo padre proprio la magica sabbia rosa. Potete leggere la vicenda che abbiamo raccontato qui.

Le altre spiagge dell’isola di Budelli

Il resto della costa non ha nulla da invidiare alla Spiaggia rosa: c’è un alternarsi di piccole insenature, rocce e scogliere che colorano il mare in maniera unica. Vale la pena visitare Cala Piatto, Cala Cisternone, Cala di Trana e Cala del Cavaliere. Le acque sono un sogno per chi ama fare immersioni e snorkeling, sia per i paesaggi sottomarini sia per la gran quantità di pesci e di crostacei. Ma bisogna fare sempre attenzione a non rovinare la fauna e la flora marine.

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Influener viola il divieto sulla Spiaggia rosa di Budelli e viene multata a distanza

Un’influencer brasiliana residente a Dubai è stata rintracciata dalla capitaneria dell’Arcipelago della Maddalena per aver violato il divieto di accesso alla famosa Spiaggia rosa di Budelli. Sulla Spiaggia rosa di quest’isola della Sardegna, chiamata spiaggia di Cala di Roto, non soltanto è vietato camminare, ma è anche vietato avvicinarsi alla battigia con un natante. L’influencer, invece, avrebbe violato entrambi i divieti pur di postare la sua impresa sui social. Ingenuamente, infatti, si sarebbe filmata mentre raggiungeva il litorale a bordo di un catamarano, ma soprattutto dopo aver lasciato le impronte dei piedi su quella spiaggia così paradisiaca quanto protetta. Il video, pubblicato in diverse story, ha scatenato una valanga di polemiche visto lo sfoggio dell’infrazione sui social.

La Spiaggia rosa di Budelli, un vero e proprio angolo di paradiso, infatti, è sotto tutela dal 1998. All’influencer, è stata elevata una sanzione amministrativa di 1800 euro in violazione della vigente Ordinanza dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, che pone il divieto assoluto di accesso nello specchio acqueo e relativa spiaggia a qualunque soggetto non autorizzato. Nonostante i divieti, però, le forze dell’ordine sono impegnate quasi quotidianamente nel documentare sbarchi clandestini su questa spiaggia. Per curiosità e come avvertimento per chiunque fosse intenzionato a replicare l’imprsa dell’ifluencer, la multa per aver calpestato la sabbia della Spiaggia rosa è di 300 euro. I 1500 euro restanti sono perché il catamarano non aveva alcuna autorizzazione di ingresso nel parco.

Perché la spiaggia rosa di Budelli è vietata

L’isola di Budelli è raggiungibile solo via mare e questo aiuta a proteggerla dal turismo di massa. L’isolotto, che ha una superficie di circa 1,6 km quadrati e che fa parte dell’Arcipelago della Maddalena, vanta 12 chilometri di coste meravigliose che hanno fatto sognare generazioni di turisti e appassionati di mare. Tutte sono accessibili tranne una: la spiaggia rosa. L’attrazione principale dell’isola, che si trova a Sud-Est dell’isola di Budelli, deve il suo colore a frammenti microscopici di coralli e conchiglie come la Miriapora truncata e Miniacina, un organismo unicellulare marino composto da gusci calcarei. Purtroppo, poiché la grande massa di turisti stava alterando l’eccezionalità della spiaggia in quanto, nonostante le severe restrizioni, erano molti a portare via qualche manciata di sabbia come souvenir, si è eso obbligatorio il divieto d’accesso. Dato l’alto rischio di deterioramento di questo angolo di paradiso, la direzione del Parco della Maddalena ha quindi proibito l’accesso alla zona.

Il lieto fine 42 anni dopo

Ignari, forse, del danno ambientale, migliaia di turisti, nel tempo, hanno depredato la spiaggia portando via un po’ di sabbia alla stregua di un bellissimo souvenir. Qualcuno, a guardare la situazione attuale di quel luogo così incantato, si è pentito della sua azione tanto spensierata quanto dannosa. E c’è chi ha provato a cambiare le cose come dimostra quella bottiglia piena di sabbia rosa fatta recapitare all’associazione Sardegna Rubata e Depredata. Dopo 42 anni, infatti, la sabbia è tornata al suo posto. Nel 2020, l’associazione si è vista recapitare una bottiglia da un litro contenente la sabbia rosa presa a Budelli nel 1978. Il cimelio è arrivato dalla Liguria, accompagnato dalla lettera di Eleonora, donna 42enne che ha raccontato di aver ereditato da suo padre proprio la magica sabbia rosa. Potete leggere la vicenda che abbiamo raccontato qui.

Le altre spiagge dell’isola di Budelli

Il resto della costa non ha nulla da invidiare alla Spiaggia rosa: c’è un alternarsi di piccole insenature, rocce e scogliere che colorano il mare in maniera unica. Vale la pena visitare Cala Piatto, Cala Cisternone, Cala di Trana e Cala del Cavaliere. Le acque sono un sogno per chi ama fare immersioni e snorkeling, sia per i paesaggi sottomarini sia per la gran quantità di pesci e di crostacei. Ma bisogna fare sempre attenzione a non rovinare la fauna e la flora marine.

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Un viaggio a Santa Caterina di Pittinuri, nel Montiferru sardo

Seppur la Sardegna sia una delle destinazioni più amate in tutto il mondo, ci sono alcune zone che, ancora, non sono molto conosciute. I paesaggi variegati del Montiferru e i suoi piccoli borghi marinari, per esempio, rappresentano località bellissime che non sempre trovano spazio nei classici itinerari di chi sceglie l’isola come meta delle proprie vacanze, e questo è un peccato. In particolare, nella provincia di Oristano, spicca un piccolo borgo chiamato Santa Caterina di Pittinuri che primeggia per la qualità delle sue acque, per il clima favorevole e per la sua atmosfera selvaggia fatta di scogliere, grotte e spiagge sabbiose.

Questo è un territorio antico, da capire ed esplorare lentamente. Cosa vedere, quindi, in questo viaggio alla scoperta di Santa Caterina di Pittinuri e dei suoi dintorni per un’esperienza diversa a contatto con una Sardegna meno nota, ma altrettanto speciale? Lo raccontiamo in questo articolo, ricco di storie, consigli e suggerimenti.

La bellezza di Santa Caterina di Pittinuri

Un pittoresco borgo marinaro circondato da spiagge bellissime che, nelle giornate di maestrale, diventano lo scenario perfetto dove dedicarsi al kite e wind surf. La zona costiera di Santa Caterina di Pittinuri, oltre al suo mare e all’atmosfera tranquilla, è rinomata anche perché custode da più di 400 anni di una torre costiera, chiamata appunto Torre di Pittinuri. La torre fu costruita nel 1578 e trovandosi sopra un rilievo roccioso alto 28 metri rendeva possibile avvistare altre torri costruite in questo periodo e collocate nelle località costiere attigue, oltre che imbarcazioni provenienti dal mare. Si erge con una forma sinusoidale e ha l’aspetto marinaresco e rustico caratteristico di una torre di avvistamento.

Questa località balneare, turistica e allegra, unisce i profumi e colori del mare con quelli della montagna e delle foreste del Montiferru. All’interno del borgo spicca la chiesetta di origine medievale, dove a metà maggio si celebra la festa di Santa Caterina: il santuario, infatti, diventa meta di un pellegrinaggio che parte dalla basilica di Cuglieri, di cui Santa Caterina di Pittinuri è frazione. Cosa fare, qui, se non godersi la vita lenta del centro Sardegna rilassandosi su splendide insenature come la cala di Riu ‘e sa Ide, costituita da lingue di roccia che, come balene spiaggiate, sprofondano dolcemente nel mare, creando una piscina naturale dalla quale è possibile calarsi per fare il bagno (fate però molta attenzione a non scivolare!).

Litorale di Santa Caterina di Pittinuri

Fonte: iStock

Vista aerea del litorale di Santa Caterina di Pittinuri

Cosa vedere nei dintorni

Dopo aver scoperto le bellezze di Santa Caterina di Pittinuri, perché non dedicare un pomeriggio al vicino borgo di Cuglieri? Tra le cose da vedere spicca senza dubbio la basilica e collegiata di Santa Maria della Neve: bella e maestosa, grazie alla sua altezza è visibile da qualsiasi via della città. La facciata della chiesa è piuttosto recente (XX secolo) e presenta una forma molto regolare, moderata e squadrata. L’interno è notevolmente curato e gode del restauro effettuato agli inizi del XXI secolo. È composta da una sola navata e al centro presenta una grande cupola con la volta a botte. Questa chiesa raccoglie numerose tele e quella forse più celebre raffigura un evento miracoloso avvenuto moltissimi anni fa, nel XIV secolo, legato al ritrovamento in questo posto di una statua della Madonna col Bambino.

Da Cuglieri è possibile ammirare un promontorio prorompente: si tratta del complesso vulcanico del Montiferru, la cui cima più alta è il Monte Urtigu. Il picco più elevato raggiunge i 1050 metri e sono presenti alcuni sentieri raggiungibili valicando le strade che connettono i piccoli borghi nei pressi dell’abitato di Cuglieri e di Santa Caterina di Pittinuri. Dalla cima del monte si ha una vista spettacolare su tutto il territorio attiguo e anche su quello più distante.

Luoghi culturali e storici

Per una giornata all’insegna di storia e cultura bisogna lasciarsi alle spalle le spiagge di Santa Caterina di Pittinuri e visitare uno dei siti medievali più interessanti della regione, quello del Casteddu Ezzu, detto anche semplicemente Castello di Montiferru. Secondo alcuni fu costruito nel XII secolo per difendere i territori limitrofi. Con il passare dei secoli, soprattutto dopo una brutta vicenda che coinvolse dei marchesi locali, non venne più utilizzato, perdendo parte della sua bellezza originaria. A giudicare dalla struttura oggi visibile doveva essere veramente un bel castello, temibile da chi lo osservava dalla valle sottostante. Purtroppo però non ci sono studi che descrivano le funzioni delle sue aree interne.

Nelle vicinanze è possibile visitare anche i monumenti dell’età prenuragica rappresentati dalle domus de Janas di Fanne Massa e di sa Spelunca de Nonna, dove sono presenti un atrio, una cella voltata e due camere funerarie. Nell’altopiano di Corchinas, invece, si trovano i resti della Cornus fenicio-punica (VI secolo a.C.), centro della rivolta antiromana durante le guerre puniche, mentre di epoca romana, i curiosi troveranno le tombe con iscrizioni, monete, statue e i resti di un ponte. All’interno del sito archeologico di Cornus è presente anche l’area paleocristiana di Columbaris che custodisce i resti di due basiliche, raro esempio sardo di battistero paleocristiano, e un’arca cimiteriale cristiana.

Le spiagge da non perdere vicino a Santa Caterina di Pittinuri

Sono molti i luoghi magici nei dintorni di Santa Caterina di Pittinuri, uno su tutti l’iconico e scenografico arco di S’Archittu. Questo monumento naturale, insieme alla sua piccola spiaggia, è una location amata soprattutto al tramonto. Per scatti indimenticabili sarà fondamentale aspettare che il sole si posizioni esattamente dentro l’arco. Nella parte meridionale del borgo, invece, si trova la spiaggia Stella, nota anche come ‘spiaggia dei preti’ perché in passato sede di un seminario estivo. Qui i bagnanti troveranno una meravigliosa sabbia chiara intervallata da bianchi scogli piatti tipici di questo territorio, oltre che una scalinata in pietra che conduce alla piccola spiaggia di sa Capanna, una delle mete preferite degli appassionati di immersioni, pesca subacquea e snorkeling.

Arco di S'Archittu

Fonte: iStock

L’iconico arco naturale di S’Archittu al tramonto
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Un’oasi di relax a San Teodoro

Nel cuore della splendida Sardegna, l’Hotel Costa Caddu sorge come un’oasi di tranquillità e lusso. Situato nei pressi di San Teodoro, questo hotel a tre stelle rappresenta una destinazione perfetta per coloro che cercano una vacanza fatta di relax, lontano dal caos della vita quotidiana. Con le sue ampie aree verdi, la cucina raffinata e l’attenzione ai dettagli consente di vivere un’esperienza di benessere senza pari.

Un rifugio di pace

L’Hotel Costa Caddu si distingue per essere leggermente distaccato dal centro di San Teodoro, offrendo ai suoi ospiti la pace e la tranquillità tanto desiderate. Lontano dalle zone affollate e turistiche, questa struttura si presenta come un’oasi di relax immersa nella natura incontaminata della Sardegna: le sue suite di lusso, dotate di piscina privata e circondate da un incantevole giardino, offrono agli ospiti un’esperienza unica di privacy e comfort.

La suite Graziata dell'Hotel Costa Caddu vista dall'esterno

Fonte: Hotel Costa Caddu

La suite Grazietta dell’dell’Hotel Costa Caddu, immersa nel proprio meraviglioso e curato giardino, la Suite offre servizi privati quali parcheggio coperto, piscina esterna ed area relax

Cucina gourmet e servizi esclusivi

Presso l’Hotel Costa Caddu, la soddisfazione dei sensi è garantita anche a tavola. Il ristorante gourmet della struttura propone prelibatezze culinarie ispirate alla tradizione locale, preparate con ingredienti freschi e di alta qualità. Inoltre, gli ospiti possono godere di servizi esclusivi come le eleganti piscine e la possibilità di prenotare attività emozionanti, come escursioni sull’isola di Tavolara o arrampicate sul monte Nieddu, attraverso partner esterni selezionati.

Una delle piscine dell'Hotel Costa Caddu

Fonte: Hotel Costa Caddu

La piscina privata dell’Hotel Costa Caddu, ad uso esclusivo delle suite

Prossimità alle attrazioni locali

Nonostante la sua tranquilla posizione, l’Hotel Costa Caddu è strategicamente situato a soli 3 km dal centro di San Teodoro e a breve distanza dall’aeroporto di Olbia, rendendo facile raggiungere la struttura. Inoltre, la spiaggia di Isuledda, a soli 500 metri dall’hotel, offre agli ospiti la possibilità di godere del mare cristallino e delle spiagge incontaminate della Sardegna.

La destinazione ideale

L’Hotel Costa Caddu rappresenta una destinazione ideale per coloro che cercano una fuga dalla routine quotidiana e desiderano immergersi nella bellezza naturale e nella tranquillità della Sardegna. Con le sue camere lussuose, la cucina raffinata e i servizi personalizzati, questa struttura promette un’esperienza indimenticabile all’insegna del relax e del benessere. Per una vacanza che sa di pace e della tranquillità.

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Riparte il Trenino Verde della Sardegna: date e itinerari

Uno speciale trenino è pronto a portare i passeggeri attraverso paesaggi selvaggi e inalterati, dando la possibilità di raggiungere il cuore della Sardegna, quella reale e più autentica, altrimenti irraggiungibile. Un’esperienza unica, che offre l’opportunità di conoscere in modo inedito i diversi aspetti del paesaggio dell’isola e di vivere le atmosfere di un viaggio nel tempo. Scopriamo gli itinerari del Trenino Verde, simbolo del turismo lento.

Gli itinerari del Trenino Verde, esperienza unica in Sardegna

‘Trenino’ perché a scartamento ridotto – è la linea più lunga d’Europa – ‘verde’ per il territorio ricco di vegetazione che attraversa. Un viaggio a bordo del pittoresco Trenino Verde è senza dubbio una delle avventure più indimenticabili che la Sardegna possa offrire, percorrendo un affascinante itinerario tra rupi a strapiombo, vallate selvagge, ricche foreste che nascondono mufloni, cinghiali, volpi e altri esemplari autoctoni, profonde gole e superbi ponti, mentre allo sguardo si svela un paesaggio rimasto quasi immutato negli anni. Proprio come in un’escursione in montagna, a bordo del Trenino Verde della Sardegna si possono fare viaggi diversi, alcuni molto facili e brevi, e altri più lunghi e impegnativi, questi ultimi nei luoghi più remoti e incontaminati dell’isola.

Cominciamo con la tratta dal paese ducale di Mandas a Laconi, il borgo premiato con la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Si trova alle porte della Barbagia, immerso nei boschi, oasi di bellezza e tranquillità. Si può ripercorrere parte del viaggio che lo scrittore inglese David Herbert Lawrence  fece nel 1921, descritto nel suo libro “Mare e Sardegna”, che racconta le bellezze di questa parte dell’isola, ricchissima di testimonianze nuragiche, con un percorso che si snoda tra località uniche.

Un altro viaggio speciale lo offre la tratta Macomer – Tresnuraghes, nel territorio del Marghine – Planargia, dove si possono ammirare i verdi pascoli con panorami incontaminati, e degustare un buon bicchiere del famoso vino Malvasia. Si viaggerà sulla bellissima carrozza in legno Bauchiero datata 1913, trainata dal vecchio locomotore. Al termine del percorso, lungo 46 km, è previsto il trasferimento in pullman per Bosa e visita del bellissimo borgo costiero.

Altrettanto affascinante il viaggio Tempio-Luras, un percorso di 11 km con una durata di circa 40 minuti senza soste. Partendo dalla stazione di Tempio, il Trenino Verde passa per Nuchis. viaggiando in costante discesa attraverso un paesaggio contraddistinto dalle querce da sughero e dal granito, terminando al capolinea di Luras, nella subregione storica della Gallura.

La linea ferroviaria Arbatax-Gairo collega il mare con la montagna, con un percorso lungo 62 Km e una durata complessiva (con le soste) di quasi 4 ore all’andata e 3h 30′ al ritorno. Lasciandosi alle spalle le barche dei pescatori della Cala dei Genovesi, il Trenino Verde attraversa Tortolì, dirigendosi verso l’interno tra una vegetazione sempre più folta e, dopo i paesi di montagna di Elini e Lanusei, permette di ammirare ampie vedute su tutta la costa. Si passa poi vicino al Lago Alto del Flumendosa e si arriva a Gairo Taquisara, nei cui paraggi si può vivere l’insolita e affascinante esperienza della visita ai villaggi fantasma di Osini Vecchio e di Gairo Vecchio, abbandonati dal 1951 a causa di una terribile alluvione.

Il calendario del 2024 del Trenino Verde

Ecco gli itinerari attivi del Trenino Verde e le date di ogni tratta.

  • Cagliari-Mandas. Tutti i sabati, dal 4 maggio al 26 ottobre.
  • Mandas-Laconi. Tutte le domeniche, dal 5 maggio all’8 dicembre.
  • Arbatax – Lanuseo – Gairo. Tutti i mercoledì e le domeniche, dal 16 giugno al 13 ottobre.
  • Macomer – Bosa. Nelle seguenti domeniche: 5-12-19 maggio; 16 giugno; 8-15-22-29 settembre; 6-13-20-27 ottobre.
  • Luras – Tempio. Tutte le domeniche, dal 12 maggio all’8 dicembre.
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Cosa fare in Sardegna con i bambini, tra mare e divertimento

Vacanze in famiglia? La Sardegna è la meta perfetta: ci sono tantissime località da visitare con i più piccini, tra parchi divertimento e siti archeologici unici al mondo, in grado di catturare la loro attenzione. E poi, naturalmente, c’è un mare strepitoso dalle acque cristalline. L’isola ospita molte spiagge perfette per i bambini, facili da raggiungere e caratterizzate da fondali che digradano dolcemente, per fare il bagno in tutta sicurezza. Scopriamo quali sono le attività migliori da fare in Sardegna con tutta la famiglia.

Le attività da fare in Sardegna con i bambini

Si sa, intrattenere i più piccini in vacanza non è sempre facile: i bambini hanno bisogno di sfogare tutte le loro energie, e un bel prato verde è sempre un’ottima soluzione. Ma è importante anche visitare qualche attrazione locale e scoprire le bellezze dei posti in cui si viaggia. Meglio dunque scegliere qualche divertimento a misura di bimbo. In Sardegna, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Ecco quali sono le attività migliori per chi ha figli piccoli.

Iniziamo dallo storico Trenino Verde, un itinerario turistico apprezzato da grandi e piccini. Il convoglio, una carrozza d’epoca riportata al suo splendore originario, affronta una linea a scartamento ridotto attraversando una gran varietà di paesaggi: dal mare alla montagna, passando per i vigneti e gli ulivi dell’entroterra. Ci sono diversi percorsi tra cui scegliere, per un totale di oltre 600 km di pura emozione e di panorami meravigliosi da sbirciare dal finestrino.

I bimbi amano gli animali, meglio ancora se sono diversi da quelli che hanno sempre visto nella loro vita. Il Parco della Giara, ben 4.500 ettari di superficie verde, ospita oltre 100 specie faunistiche, tra cui i famosi cavallini della Giara: sono gli ultimi equini selvaggi presenti in Europa, e hanno dimensioni piuttosto ridotte, un mantello solitamente scuro e code lunghissime. Spazio poi a tantissime altre creature meravigliose, come i ricci, le lepri, le martore, le volpi e decine di specie diverse di volatili.

E a proposito di animali, la Sardegna offre una possibilità unica: ammirare lo spettacolo dei fenicotteri rosa. Queste graziosissime creature, presenti soprattutto tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, devono la particolare sfumatura del piumaggio al pigmento rosso dei crostacei di cui si cibano. Dove li possiamo trovare? I fenicotteri rosa popolano in particolar modo le aree paludose, e tra i luoghi migliori per avvistarli ci sono lo stagno di Cabras (ad Oristano) e lo stagno di Santa Gilla (a Cagliari).

Fenicotteri rosa nello stagno

Fonte: 123RF

I bellissimi fenicotteri rosa della Sardegna

Un’altra bella attività da fare con i bambini consiste nel visitare Sardegna in Miniatura, un parco divertimenti situato vicino a Barumini. Ci sono tantissime opportunità di scoprire alcuni degli aspetti caratteristici dell’isola, con riproduzioni in miniatura delle attrazioni più belle. Ma c’è molto di più: dal planetario al museo dell’astronomia, passando per il parco dei dinosauri (con miniature di queste gigantesche creature) e per il parco nuragico, che riproduce un vero villaggio dell’antichità.

Volare con la fantasia: è una cosa che ai bimbi riesce benissimo, e qualche volta anche noi adulti possiamo permettercelo. Andiamo allora alla scoperta della suggestiva roccia di Capo d’Orso, un monumento naturale modellato dal vento e dagli agenti atmosferici: si tratta di una vera e propria scultura che ricorda quella di un orso, situata ad oltre 120 metri di altezza nei pressi di Palau. È invece a Castelsardo che si può ammirare la roccia dell’elefante, un masso color rosso al cui interno si trovano delle domus de janas, siti di sepoltura d’epoca nuragica.

Infine, ecco l’acquario di Cala Gonone: è un ambiente ricco di bellezze, dove i più piccoli potranno vedere decine di creature marine e imparare il rispetto per la natura. L’acquario è infatti realizzato con materiali di riciclo e sistemi a basso consumo energetico. Inoltre ospita due animali speciali: si tratta di Ugo, una tartaruga Caretta caretta che ha subito gravi danni dopo aver ingerito dei rifiuti in acqua, e di Rosa Fumetta, una splendida volpe intossicata durante un incendio boschivo tra le foreste dell’oristanese.

Archeologia e divertimento: le attività per i ragazzini

Le esigenze dei più piccolini sono di certo molto diverse da quelle di ragazzini che ormai hanno bisogno di un intrattenimento più interessante. Per fortuna, la Sardegna ha molto da offrire anche in questo campo: ci sono molte opportunità per visitare paesaggi particolari, in grado di imprimersi nella memoria dei giovanissimi turisti, o anche per scoprire “sul campo” ciò che si è studiato a scuola, in storia o in geografia. Insomma, non ci resta che trovare le più belle attrazioni sarde per i ragazzini già in età scolastica.

Nei pressi di Alghero c’è un vero e proprio mondo sotterraneo tutto da scoprire: stiamo parlando della Grotta di Nettuno, un luogo magico in grado di incantare e sorprendere grandi e piccini. Questo cunicolo si apre tra le rocce affacciate sul mare, ed è visitabile sia in barca che a piedi. Al suo interno si possono trovare diverse sale, in un percorso lungo circa 2,5 km: nel primo tratto si può ammirare il Lago La Marmora, dove si stagliano stalattiti e stalagmiti color marmo che si riflettono nelle acque turchesi. Andando avanti il panorama si fa ancora più bello: meglio non perderselo.

Vista della Grotta di Nettuno

Fonte: iStock

Il panorama incredibile della Grotta di Nettuno

La Sardegna ha un ricco passato minerario, sia nell’entroterra che lungo la costa: di quel passato ci sono ancora oggi numerose testimonianze, che sicuramente interesseranno i ragazzini. Sarà come vivere un’avventura sottoterra, un’esplorazione ricca di emozioni. Nella regione del Sulcis-Inglesiente ci sono diverse miniere da visitare. È il caso di quella di Serbariu, a Carbonia, che ospita anche il Museo del Carbone. O di quella di Masua, che custodisce un vero e proprio villaggio minerario sospeso lungo una parete rocciosa.

Anche i siti archeologici sardi offrono tante curiosità per i più giovani. Andiamo, ad esempio, alla scoperta della Necropoli di Anghelu Ruju: siamo di nuovo vicino ad Alghero, dove si snoda il più grande complesso di grotte sepolcrali dell’isola. L’ampia vallata, a circa 10 km dal mare, ospita 38 tombe scavate nell’arenaria, risalenti al 3.200-2.800 a.C. Passeggiare tra le sepolture, chiamate localmente domus de janas, è come fare un viaggio indietro nel tempo.

Un’altra preziosa testimonianza archeologica che non eguali al mondo è Su Nuraxi, nel comune di Barumini. Si tratta di un antico villaggio nuragico, il più grande (e forse anche quello meglio conservato) di tutta la Sardegna. L’insediamento venne costruito attorno ad un nuraghe quadrilobato, caratterizzato cioè da un bastione di quattro torri angolari e una centrale. Si ritiene che quest’ultimo risalga al periodo compreso tra il XVI e il XIV secolo a.C. Considerato Patrimonio dell’UNESCO, siamo sicuri riuscirà a conquistare l’interesse dei ragazzini.

Nei pressi di Olmedo c’è la prima biosfera tropicale della Sardegna: stiamo parlando della Butterfly House, un luogo esotico dove ammirare oltre 400 farfalle, tantissimi insetti e decine di piante tropicali. Ma non solo: al suo interno ci sono due parchi giochi per i più piccini, due piscine per mille tuffi divertenti, due bar, un punto ristoro e una pizzeria. Insomma, c’è proprio tutto quello che serve per intrattenere l’intera famiglia e trascorrere una giornata diversa.

Infine, ecco il suggestivo Parco di Aymerich: è una grande oasi urbana, dove immergersi nella natura a due passi dalla città. Si trova a Laconi, ed è un viaggio tra boschi e cascate che impressiona grandi e piccini. Al suo interno è presente persino un antico castello risalente a più di 1.000 anni fa, l’ideale per far sognare grandi avventure ad ogni bambino. La parte più selvaggia ospita invece alberi esotici e secolari, tra cui un gigantesco cedro dell’Himalaya e il Taxus baccata, chiamato anche “albero della morte”. È l’occasione migliore per fare un po’ di scienza con i figli.

Le spiagge migliori per i più piccini

Ovviamente, non si può andare in Sardegna senza trascorrere qualche giorno al mare, almeno se si sceglie la stagione estiva. Con i più piccoli, tuttavia, non è affatto vero che una spiaggia vale l’altra: l’isola ospita alcune splendide calette rocciose che meritano assolutamente una visita, ma che tuttavia sono difficili da raggiungere e magari hanno fondali molto alti, quindi non sono proprio l’ideale. Per fortuna, non manca una vasta scelta di località perfette per le famiglie. Vediamo quali sono le spiagge migliori (tra cui alcune Bandiere Verdi, certificate per i bambini).

Iniziamo da Santa Teresa di Gallura, una località turistica balneare molto rinomata: il villaggio è frequentato fino a notte fonda, con tantissimi locali dove mangiare prelibatezze e ascoltare buona musica. Tuttavia, le sue spiagge sono l’ideale per i più piccolini, a partire dalla baia Rena Bianca. Una mezzaluna di sabbia candida lambita da acque cristalline, che sono sempre molto tranquille e basse fino al largo: cosa c’è di meglio per far divertire i bambini? Qui sorge anche la cinquecentesca Torre di Longosardo, per immaginare incredibili avventure cavalleresche.

È invece nel sud della Sardegna che si trova Villasimius, una meta balneare molto conosciuta e a pochi passi da Cagliari. La spiaggia migliore per le famiglie è proprio quella cittadina, chiamata Simius: è facilissima da raggiungere, ed è caratterizzata da una lunga lingua di sabbia soffice e ben riparata dal vento, con fondali bassi e tanti servizi a disposizione, per avere tutto a portata di mano. A non molta distanza c’è lo stagno di Notteri, uno dei luoghi più belli dove ammirare i famosi fenicotteri rosa nel loro splendore.

Spostiamoci ora a Cagliari, una città meravigliosa da esplorare anche con i bambini. La sua spiaggia urbana è un vero sogno: il Poetto vanta ben 8 km di litorale molto ampio, dove è impossibile non trovare un posto libero – anche in piena estate. Qui si recano soprattutto i cittadini, quando il sole fa capolino e concede un tuffo nelle acque meravigliose del Golfo degli Angeli. Una delle particolarità di questa spiaggia è il fondale sabbioso e basso, dove i bimbi possono giocare in tutta sicurezza (ma sempre sotto l’occhio vigile di un adulto!).

Vista sulla spiaggia del Poetto

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La bellissima spiaggia del Poetto, a Cagliari

Considerata la perla della penisola del Sinis, lungo la costa occidentale della Sardegna, la spiaggia di Is Arutas è un litorale di sassolini di quarzo colorati dove si infrangono le piccole onde di acqua trasparente. In passato è stata elencata tra le spiagge più belle al mondo, proprio per i suoi incredibili colori. Il mare è così meraviglioso da consentire ai turisti di fare snorkeling: per i ragazzini, è un’esperienza assolutamente da provare. Potranno così vedere da vicino cosa si nasconde nell’affascinante mondo sottomarino che popola il Mediterraneo.

L’isola di San Pietro, la principale dell’arcipelago del Sulcis, è un’oasi naturalistica, ma anche il luogo ideale dove trascorrere le vacanze con i bambini. La città di Carloforte (inserito tra i Borghi più belli d’Italia) con le sue casette colorate è davvero molto affascinante: sembra che qui il tempo si sia fermato. Le spiagge che si stendono a due passi dal paese sono tutte meravigliose, nonché perfette per i ragazzini. Caratterizzate da una sabbia finissima e soffice, hanno fondali che digradano dolcemente e sono di solito molto riparate dal vento.

Abbiamo già visto che Alghero è una delle mete preferite per le famiglie, viste le tante attrazioni che ci sono nei dintorni e i numerosi servizi per intrattenere i bambini. Non potevano ovviamente mancare delle spiagge bellissime, dove mamma e papà possono rilassarsi un po’ mentre i più piccoli si divertono. Una delle migliori è la spiaggia delle Bombarde, perla della Riviera del Corallo. La sua sabbia chiara si staglia contro le scogliere rossastre e il verde della macchia mediterranea che la cinge alle spalle. I più avventurosi possono persino fare un po’ di surf: potrebbe essere l’occasione perfetta per far scoprire ai ragazzini questo sport adrenalinico.

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Kansai: un viaggio tra natura, spiritualità e storia del Giappone

Un lago enorme, 1800 anni di storia e una terra capace di raccontare il Giappone più vero. La regione del Kansai, costellata di templi Zen e castelli antichi che conducono alle vestigia dei ninja, è un viaggio unico nel cuore del Sol Levante che permette di assaporare le tradizioni più autentiche attraverso un contatto profondo, diretto e spirituale, con la natura tipica della prefettura di Shiga.

Castello di Hikone, il Tesoro Nazionale del Giappone

Affacciato sul Lago Biwa, di cui offre una vista meravigliosa ma particolarissima, il Castello di Hikone richiama le atmosfere delle epoche in cui indomiti guerrieri usavano incrociare le spade. La struttura che ammiriamo oggi è quella che il clan ha costruito quattro secoli fa ed è immersa in un giardino di alberi di ciliegio, grandi protagonisti del Sakura Matsuri, il sito del mastio che si estende in un giardino più ampio – il Genkyu-en – e che in origine era destinato allo svago del signore feudale e dei suoi ospiti.

La costruzione principale, designata come Tesoro Nazionale, nasconde quattro stanze private ed è circondato da una rete di muri e torri che lo proteggono, tra lui la Tenbin-yagura, la torre bilancia, che deve il suo nome alla sua struttura perfettamente simmetrica. È inoltre l’unica torre di questo tipo dell’intero Giappone, dotata di un corridoio strategico che metteva in comunicazione le due estremità e che poteva essere abbattuto in caso di necessità.

Il tempo del Castello di Hikone è invece scandito dalla campana che, da secoli, suona per cinque volte esatte lungo tutta la giornata. I suoi rintocchi si sentono passeggiando per il mastio e lungo i suoi dintorni, oltre che in tutta la città: un elemento suggestivo che è stato inserito nell’elenco dei 100 paesaggi sonori del Giappone.

Una città mercantile ricca di storia

Omihachiman sorge sulle rive del Lago Biwa, sull’antica via Nakasendo che collega Tokyo a Kyoto, e ancora oggi conserva l’anima fiorente della città mercantile che è stata un tempo. Il canale Hachiman-bori ha infatti fornito una valida via di comunicazione, favorendo lo sviluppo della città di Omi come potenza commerciale. Il nome di Hachiman viene però aggiunto solo in seguito in onore del dio shintoista della guerra che qui dimora nel Tempio di Himure Hachimangu.

Il cuore pulsante del centro, che batte alimentato dalla ricchezza e dalla generosità dei primi commercianti di Omi, risiede nei tanti templi e nelle opere pubbliche presenti lungo l’intera area dell’antica città mercantile. Shin-Machi Dori è infatti un esempio, perfettamente conservato, di come vivessero i mercanti di Omi mentre il Museo della città, che oggi ospita numerose mostre su materiali popolari, è una testimonianza dello stile delle costruzioni dei primi mercanti.

La tradizione si conserva anche grazie al Festival del fuoco Sagicho di Omihachiman, noto come una delle manifestazioni più pericolose del Giappone, e che ogni anno si svolge a metà marzo. Tra i festeggiamenti, è inclusa una gara per stabilire quale sia il migliore tra una grande selezione di mastodontici carri sagicho, realizzati in paglia, bambù e carta. Le costruzioni sono trasportate attraverso la città da uomini vestiti e truccati da donne. Al culmine del Festival, i carri vengono bruciati mentre le persone danzano intorno al fuoco.

Prima dell’invenzione e dell’arrivo della automobili, il canale della città era una delle vie di comunicazione principali che ravvivava l’area per il grande traffico commerciale. La rotta di scambio maggiore ha però diviso la città in due parti, con i samurai che vivevano a nord e i civili a sud. Oggi è possibile passeggiare lungo il canale per cogliere appieno l’atmosfera di quei tempi e capire quale sia stata l’importanza dell’acqua in una zona a forte vocazione mercantile.

Il Canale di Hachiman-Bori

Fonte: JNTO

Il Canale di Hachiman-Bori

Alla scoperta del lago di Biwa, il più grande del Giappone

Situato al centro della Prefettura di Shiga, il lago deve il suo nome alla forma naturale che lo caratterizza, che ricorda un biwa, liuto della tradizione giapponese. La lunghissima costa, con 235 chilometri da esplorare, è ricca di cose da fare. È infatti possibile fare gite in barca, passeggiate o tour delle isole. Sul lato ovest si può invece ammirare la spiaggia di Omimaiko, con sabbia bianca e rigogliosi pini, mentre per gli appassionati del campeggio è d’obbligo una tappa a Okubiwako, affacciato sull’acqua e perfetto per rilassarsi apprezzando la bellezza naturale del luogo.

Il nuoto è certamente lo sport più praticato, ma sono anche disponibili canoe e kayak, provare lo stand up paddle boarding, imparare la vela o il windsurg. In inverno, sono disponibili piste da sci per bambini. L’enorme specchio d’acqua che ricopre parte del Giappone può essere esplorato anche in crociera, con cibo e intrattenimento, disponibili con rotte di breve e media durata.

Il lago Biwa è meraviglioso anche in inverno. Qui è infatti costruita la funivia più veloce del Giappone che conduce su per il Monte Horai, alla valle di Biwako, che conta su una rinomata stagione sciistica. Qui si può sciare o fare snowboard, con vista lago. In estate, il clima è più fresco rispetto alla città e si può godere del panorama con la zip-line o con il vertiginoso Skywalker.

Lunga vita e spiritualità al Santuario Shirahige

Il piccolo santuario shintoista Shirahige sorge sul lato ovest del Lago Biwa ed è famoso per il caratteristico torii che si erge proprio in mezzo al lago. Le origini di questa costruzione sono antichissime e risalgono al 675 d.C., ma nel corso del tempo ha subito diverse modifiche. Pare infatti che il torii, nel lontano 1280, rimanendo sommerso in seguito all’innalzamento del livello del lago. Quello che vediamo oggi risale a un rifacimento moderno del 1981.

Il suo nome, Shirahige, significa letteralmente barba bianca. Questo perché è dedicato a Sarutahiko, una divinità dell’antica mitologia giapponese che veniva rappresentata come un uomo anziano con barba e capelli bianchi. È inoltre conosciuto per i suoi poteri speciali: sarebbe infatti capace di infondere lunga vita e salute.

Santuario Shirahige

Fonte: JNTO

Il Santuario Shirahige

Chikubushima, l’isola degli dei

Conosciuta anche come isola degli dei nella città di Nagahama, si trova al largo della costa settentrionale del Lago Biwa. Tra le attrazioni del posto, ricordiamo il tempio dell’isola, Hogonji, in cui è possibile acquistare delle deliziose bamboline Daruma dedicate a Benzaiten che porterebbero fortuna per un anno. Al Santuario di Tsukubusuma si possono lasciare invece dei dischi d’argilla, i kawarake, capaci di esaudire i desideri più nascosti. Le due costruzioni riflettono la confluenza delle due religioni giapponesi nel corso di più di un millennio.

Isola di Chikibu

Fonte: JNTO

Isola di Chikibu

Alla scoperta di Osaka

Da Tokyo a Osaka in shinkansen, per vivere un’atmosfera completamente diversa rispetto a quella della Capitale e che permette di immergersi in una vita notturna entusiasmante, cibo delizioso – specialmente quelli dei quartieri di Tenma e Ura Namba – e una calorosa accoglienza offerta dalle persone del posto. La città dell’Expo 2025 offre inoltre un interessante lato storico, con il castello che si pone come attrazione principale: un luogo ideale per approfondire la storia.

Il Castello di Osaka

Fonte: JNTO

Il Castello di Osaka

Da non perdere le luci al neon del ponte di Dotonbori e la zona di Minami, oltre che i maggiori festival della stagione come il Tenjin Matsuri (sfilata di barche), Kishiwada Danjiri (grandi carri di legno) e il Festival di Ebessan (dedicato al successo negli affari).

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Sardegna fuori stagione: l’itinerario Romanico

Molti di noi, quando sentono la parola “Sardegna”, pensano al mare, alle spiagge che sembrano rubate al paradiso e all’estate. È giusto ed anche normale, ma la realtà dei fatti è che questa regione immersa nel Mediterraneo è molto altro, e in qualsiasi stagione dell’anno.

L’isola è ricca di montagne, boschi, pianure, corsi d’acqua e pregna di ecosistemi, tanto da essere definita metaforicamente come un micro-continente. E poi è un territorio caratterizzato da un paesaggio che ospita le vestigia della civiltà nuragica, ma anche dell’arte antica di Roma, punto di riferimento per l’intera cultura europea: il Romanico.

L’architettura Romanica della Sardegna

La diffusione dell’architettura Romanica in questa isola che è un sogno a occhi aperti ci permette di poter visitare delle meraviglie che sono tutte da scoprire. Ci sono abbazie, priorati e chiese monastiche, un’architettura sacra che è ancora oggi custode di preziose memorie.

Un Romanico che però, a dirla tutta, si distingue – e non di poco – da quello che tutti conosciamo: qui gli edifici sono ricchi di motivi figurativi, mitologici , vegetali, zoomorfi e molto altro ancora, merito di altre influenze come quelle di formazione pisana e provenzale.

Le testimonianze che sono visibili anche adesso sono tantissime, ma la redazione di SiViaggia ha fatto una selezione di quelle che, secondo noi, sono le più emozionanti. Ciò non toglie che anche quelle non nominate in questo articolo meritino certamente una visita.

Le chiese campestri in Sardegna

Monastir, località della provincia del Sud Sardegna, offre diversi siti archeologici di notevole importanza storica e chiese. Tra queste c’è la Chiesa di Santa Lucia che si erge sul tracciato dell’antica via romana, nota come Caralibus Turrem. Eretta nel tardo Duecento, è immersa nelle campagne e avvolta in un’atmosfera fatta di pace e natura. Un vero e proprio tesoro architettonico nel cuore della vegetazione, un’opera d’arte del fascino intramontabile ed evidente in ogni suo angolo.

Luogosanto è invece un borgo della provincia di Sassari che si fa spazio ai piedi della collina di “Monti Ghjuanni”. Da queste parti svetta fiera nei cieli la Chiesa di San Leonardo, che è ubicata sopra un banco di granito. In tempi lontani era a la cappella gentilizia del Castello di Balaiana, mentre oggi è un vero esempio di passato ancora in vita che si inserisce in maniera armoniosa nel paesaggio in cui è immerso.

Luogosanto, Sardegna

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / W. BUSS /

La Chiesa di San Pietro a Luogosanto, Sardegna

Voliamo ora a Silanus, un paese che si trova a circa 40 chilometri da Nuoro e ricco di eredità nuragiche ed antiche chiese. Come quella dedicata a Santa Sabina: non si hanno notizie certe della sua costruzione, ma quel che è sicuro è che è in calcare bianco nella parte superiore e in trachite nera in quella inferiore. A colpire è anche l’interno, particolarmente sobrio nelle linee anche se vi si innalza una bella cupola ogivale.

La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia è un vero e proprio capolavoro che prende vita a Codrongianos, in provincia di Sassari. Si tratta della più famosa e spettacolare chiesa medievale della Sardegna, anche grazie al suo alto campanile scuro che svetta in una verde vallata.

Infine, per quanto riguarda le chiese campestri, vi consigliamo di fare un salto ad Uta, un comune della città metropolitana di Cagliari. Qui sorge la Chiesa di Santa Maria che è ritenuta una delle massime espressioni dell’incontro della cultura provenzale e tosco-lombarda dell’architettura romanica in Sardegna. Risale alla prima metà del XII secolo e sorge sulle rovine di una chiesa più antica e modesta.

Chiesa di Santa Maria di Uta: il Romanico in Sardegna

Fonte: iStock

L’affascinante Chiesa di Santa Maria di Uta

Le chiese romaniche nel limite urbano

Santa Maria Coghinas è una realtà che sorge nella Sardegna nord-occidentale, a cinque chilometri dal mare e a 50 da Sassari. Tra le sue attrazioni migliori c’è la Chiesa della Madonna delle Grazie che è stata costruita in pietra arenaria nella seconda metà del XII secolo. Dopo una serie di modifiche e restauri, oggi sfoggia un’unica navata con facciata a spioventi piene di decorazioni.

Ghilarza è un bellissimo borgo sardo che fa parte della provincia di Oristano, e nella sua frazione di Zuri si fa spazio la meravigliosa Chiesa di San Pietro, uno dei più sublimi esempi di architettura sacra medievale nell’isola. Ma non è tutto, perché questo magnifico edificio religioso nasconde anche un affascinante segreto: dal caratteristico colore rosso-ocra della roccia lavica di cui è costituito, si trova in una zona in cui giace sott’acqua il ‘vecchio Zuri’, paese che riapparire nei periodi di estrema siccità.

Chiesa di San Pietro,

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

La rossa Chiesa di San Pietro a Zuri, Sardegna

Decisamente affascinante è anche la Chiesa di San Giovanni di Sinis a Cabras, meravigliosa località della Sardegna facente pare della provincia di Oristano. Ad essere più precisi si trova a poca distanza dai resti dell’antica Tharros, ed è un gioiello storico-architettonico di inestimabile valore. Dalle forme molto particolari, presenta interni organizzati in tre navate separate da tre archi in successione e coperte da volte a botte.

Nella provincia del Sud Sardegna vale la pena fare un salto anche a Dolianova, centro situato nel territorio storico del Parteolla e dimora della Chiesa di San Pantaleo, uno dei principali monumenti romanici di questa affascinante isola italiana. Costruita tra inizio XII secolo, prende vita nel centro storico del paese e colpisce per la maestosità architettonica, per il decoro scultoreo e per le sue opere pittoriche.

Infine vi consigliamo di fare un salto a Tratalias, anch’esso parte della provincia del Sud Sardegna. Il borgo, che nel film “La fine è nota’ viene descritto come “non è vicino a niente”, è avvolto dal fascino intatto della sua storia millenaria che si può assaporare anche nella sua maestosa Chiesa di Santa Maria di Monserrato, che presenta caratteristiche architettoniche uniche nel panorama sardo.

Chiesa di Santa Maria di Monserrato, Tratalias

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

La maestosa Chiesa di Santa Maria di Monserrato di Tratalias

Le bellissime chiese urbane

Tra le chiese romaniche urbane della Sardegna vale senza ombra di dubbio la pena menzionare la Basilica di San Gavino, San Proto e San Gianuario di Porto Torres, un vero e proprio incanto della provincia di Sassari. Si tratta del monumento cristiano romanico più grande e antico dell’isola, ma anche di uno dei più significativi: dall’iconografia anomala, è stata eretto nell’XI secolo ed è avvolto nel mistero di episodi leggendari.

Ottana è il centro del ‘cuore’ della Sardegna che fa parte della provincia di Nuoro e famoso per varie unicità, tra cui un’antica e favolosa cattedrale: la Chiesa di San Nicola. Posta su una collinetta, ha la facciata a capanna, alta e stretta, e si sviluppa su tre ordini. L’interno, dal canto suo, custodisce opere di pregio, tra cui un crocifisso ligneo cinquecentesco.

Ottana, Chiesa di San Nicola

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La straodinaria Chiesa di San Nicola a Ottana

La Chiesa di San Pietro del Crocefisso, detta anche “delle Immagini”, è uno spettacolo architettonico che si trova a Bulzi, un borgo di circa 530 abitanti che fa parte della provincia di Sassari. Si erge isolata, tra quiete e silenzio, e un tempo era parte di un complesso monastico di cui attualmente restano soli pochi ruderi. Vanta un esterno caratterizzato da una facciata in opera bicroma arricchita da archetti in pietra calcarea chiara e si distingue per essere una meta di pellegrinaggio durante la celebrazione de su Rughifissu, che si tiene a fine giugno.

Voliamo ora a Villamar, un paese a circa 50 chilometri di distanza da Cagliari che conserva ancora oggi i fasti del suo glorioso passato, come la Chiesa di San Pietro. Dalle influenze arabeggianti, possiede una particolare forma che la rende uno delle più singolari architetture romanico-pisane del centro-sud della Sardegna. Sorge nel centro storico del borgo e tra le sue possenti mura protegge diverse sculture di pregevole fattura, come quella dedicata a San Pietro in abiti pontificali.

Infine – ma ci teniamo a ricordarvi che l’architettura Romanica della Sardegna è molto più ampia di quello che trovate descritto in questo pezzo, la Cattedrale di Santa Chiara, principale luogo di culto di Iglesias, in provincia del Sud Sardegna. Posta nella magnifica cornice di piazza Municipio, offre una sontuosa facciata a capanna divisa in due ordini da una cornice. L’interno, invece, è con pianta a croce latina, navata unica, due cappelle per lato, transetto e abside quadrangolare.

Cattedrale di Iglesias

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / G. COZZI

Cattedrale di Santa Chiara, incanto di Iglesias
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Vacanze in Sardegna: perché andare via mare è ancora l’opzione migliore

Sta per arrivare quel momento dell’anno in cui tutti iniziamo a sognare le vacanze primaverili e, ancor di più, quelle estive. Tra le mete più straordinarie (non solo d’Italia, ma del mondo intero) da raggiungere durante le belle stagioni c’è la Sardegna, un’isola del Mediterraneo che tra mare, spiagge, storia e natura è praticamente un sogno che si avvera.

Tuttavia, emergono sempre una serie di dubbi non solo su dove andare, vista l’importante estensione della regione, ma anche su come arrivare. La buona notizia è che la Sardegna è dotata sia di porti che di aeroporti, la brutta è che in base a quello che sceglierete dovrete rinunciare a delle cose. Per fortuna, noi di SiViaggia abbiamo fatto una serie di riflessioni che ci hanno portato a capire che andare via mare è quasi sempre l’opzione migliore. E ora vi spieghiamo il perché.

I vantaggi di andare in traghetto

L’aereo è un mezzo di trasporto certamente più rapido, ma allo stesso tempo costringe a privarsi anche di alcuni elementi che possono rivelarsi utili durante un viaggio in Sardegna, primaverile o estivo che sia.

Ma non solo, perché solcare i mari a bordo di navi permette anche di muoversi più liberamente, di ammirare la bellezza del mare e guardare i colori e i paesaggi che mutano in base all’ora della giornata. Senza dimenticare il fatto che è più facile divertirsi e conoscere persone, sempre se lo si desidera.

La nave, tra le altre cose, permette di raggiungere molte più zone dell’isola e anche con più facilità, perché i porti sono in numero superiore rispetto agli scali aerei.

E poi la fondamentale possibilità di imbarcare il veicolo: se non si possiede una vettura propria, per esplorare la Sardegna si è costretti ad affittarne una. I prezzi del noleggio in Italia adesso sono alle stelle, e per questo portare la propria auto è sicuramente la soluzione più conveniente.

Ma non solo, perché imbarcando la propria automobile si possono portare bagagli senza limite di peso, opzione che in aereo non esiste.

Alcuni potrebbero pensare che i costi dei traghetti per la Sardegna siano troppo elevati, ma la verità è che a disposizione dei clienti ci sono diverse soluzioni, ideali per tutte le tasche. In più, alcune compagnie offrono persino la possibilità di far viaggiare gratis i bambini fino ai 3-4 anni e diverse riduzioni per i pargoli più grandi.

Inoltre, durante l’anno, gli operatori propongono diversi tipi di offerte per prenotazioni anticipate e anche tariffe molto economiche per chi vuole visitare la Sardegna fuori stagione.

Infine, nessun membro della famiglia viene lasciato fuori: sulle navi per la Sardegna c’è posto per il proprio animale domestico, per il quale è prevista anche una cabina pet-friendly.

Alla luce di tutti questi vantaggi può però scattare un dubbio: quale compagnia utilizzare? La risposta è che dipende da voi, ma anche che esiste una piattaforma in grado di aiutarvi tantissimo nella vostra scelta. Parliamo di Ferryhopper, che permette di confrontare varie compagnie di navigazione e prenotare traghetti per oltre 500 destinazioni, al miglior prezzo e senza costi nascosti. Inoltre, scaricando l’App di Ferryhopper, potrete gestire al meglio la vostra prenotazione, fare il check-in online e avere tutto a portata di mano.

Viaggiatrice che guarda la costa della Sardegna dal ponte della nave

Fonte: Getty Images

Viaggiare in Sardegna via mare

In Sardegna in aereo: pro e contro

Prendere l’aereo per andare in Sardegna non è un’opzione da depennare perché, anzi, può rivelarsi molto utile quando le esigenze sono diverse da quelle di un viaggio vero e proprio.

Se l’idea è quella di fermarsi in una località con tutti i servizi possibili, come per esempio le bellissime Alghero e Cagliari, l’aereo è senz’altro il mezzo di trasporto più adeguato.

Ma la verità è che una volta che si va in Sardegna non c’è niente di più bello che scoprirla, visitando le sue zone che passano dal mare cristallino alle cime da scalare. In questo caso, quindi, è preferibile il traghetto con cui portare la propria auto, perché il noleggio in aeroporto ha spesso prezzi alti, specialmente in estate.

E poi i problemi di peso: tra cibo ottimo e oggetti di artigianato fatti da maestri del settore diventa davvero complesso organizzare la valigia per il ritorno.

In aereo, tra le altre cose, si sta più scomodi anche se, ad onor del vero, il viaggio dalle maggiori città italiane dura sicuramente meno di quello in nave. E poi l’ultimo piccolo svantaggio dell’aereo: si rischiano forti dolori alle orecchie per via dei cambi di pressione, fastidi che in nave non si provano.

Cosa vedere assolutamente in Sardegna

Fermo restando che il viaggio in traghetto in Sardegna presenta più vantaggi rispetto all’aereo, abbiamo deciso di selezionare per voi alcune cose da vedere assolutamente in questa magnifica isola.

La prima è la bellissima città di Olbia, in provincia di Sassari, ovvero la porta d’ingresso di quest’isola paradisiaca. Il posto ideale per ammirare le vestigia del passato grazie ai musei e alle necropoli, una delle quali comprende ben 350 tombe. Ma non solo, perché Olbia è anche il punto di partenza ideale per andare alla scoperta di un altro tesoro di questa regione italiana: la Costa Smeralda.

La seconda è Porto Torres, sempre parte della provincia di Sassari, che è un susseguirsi di spiagge da sogno. Perfettamente collegata via mare all’Italia continentale, è un angolo di Sardegna dove storia e natura convivono in armonia, tanto che a due passi da essa sorgono alcuni dei territori più affascinanti dell’isola.

Uno di questi è il Parco Nazionale dell’Asinara, ovvero un’isola nell’isola: 50 chilometri quadrati terrestri e 100 costieri che regalano inestimabili tesori naturalistici e faunistici. Sentieri immersi nella natura che si affacciano di fronte a un altro gioiello locale: l’eccezionale spiaggia La Pelosa d Stintino.

C’è poi l’irresistibile Cala Mariolu che sorge a Baunei, parte della provincia di Nuoro. Si tratta di un paradiso dal fascino tropicale caratterizzato da un fondale basso di sassolini bianchi e sabbia rosa a tratti.

La Sardegna è anche un terra ricca di borghi incantevoli come Castelsardo, in provincia di Sassari, che si affaccia sul limpido mare e che è costituito da un dedalo di stradine labirintiche. Un paesino dove il tempo pare non essere passato mai, perché le donne locali ancora intrecciano i cestini con le foglie delle palme nane.

Infine, una meraviglia della natura: la Gola Gorropu che sorge tra Barbagia e Ogliastra e che è uno spettacolare monumento naturale ricco di biodiversità e patria del trekking.

Per maggiori informazioni sugli spostamenti via mare, i prezzi e le offerte in corso, vi invitiamo a consultare periodicamente la pagina di Ferryhopper dedicata ai traghetti per la Sardegna.

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Il borgo dove sorge una suggestiva chiesa-tempio

Un piccolo borgo di montagna con pochissimi abitanti, circondato da paesaggi meravigliosi, ma anche da un alone di esoterismo: si tratta di Rosazza, antico paesino piemontese che sorge in una posizione piuttosto isolata e che deve la sua fama ai misteri che lo caratterizzano. Per la gran parte, gli edifici che vi sono stati costruiti nel corso dell’800 hanno infatti un aspetto abbastanza inquietante e sono legati all’occultismo e alla massoneria. Scopriamo qualcosa in più.

Rosazza, un paesino ricco di misteri

Situato in provincia di Biella, il paesino di Rosazza conta meno di 100 abitanti ed è un minuscolo agglomerato di casette abbarbicate ai piedi delle Alpi Pennine, nell’alta Valle Cervo. Il paesaggio è strepitoso: la natura è ancora incontaminata e offre moltissime opportunità per chi ama la vita all’aria aperta, tra itinerari di montagna e trekking impegnativi. Ma torniamo al piccolo borgo che ci affascina per il suo aspetto esoterico. A cosa è dovuto questo alone di mistero che vi aleggia? Dobbiamo fare un tuffo indietro nel tempo.

Il merito è di Federico Rosazza Pistolet, che in questa vallata nacque e visse per quasi tutta la sua vita: è stato un politico italiano, nonché senatore del Regno d’Italia a partire dal 1892, ed è conosciuto soprattutto per aver realizzato numerose opere a favore della popolazione della Valle del Cervo. In particolare, gran parte delle sue costruzioni si trova proprio a Rosazza, ed in questo modo contribuì allo sviluppo economico di questa piccola comunità montana. La parte “misteriosa” riguarda il fatto che il senatore apparteneva alla massoneria e aveva interessi per il mondo esoterico e per l’alchimia, tutti elementi che si riflettono nelle sue opere.

La chiesa-tempio e gli altri edifici esoterici

La chiesa-tempio di Rosazza

Fonte: ANSA Foto

La chiesa-tempio di Rosazza

Uno degli edifici più celebri di Rosazza, dovuti al senatore, è la chiesa-tempo che sorge nel cuore del paese. Per realizzarla, sul finire dell’800, venne fatta demolire l’antica chiesa cristiana e venne spostato il vicino cimitero. Nelle sue intenzioni, qui doveva essere costruito un tempio adibito formalmente anche al culto cristiano. Il risultato è stupefacente: vi si ritrovano tantissimi spunti che richiamano l’esoterismo e la tradizione della società iniziatica dei massoni. In particolare, spiccano il pavimento del sagrato a scacchiera, le numerose rose disseminate in tutta la chiesa e la croce a svastica sulla parete principale: si tratta di un simbolo della fertilità femminile, legato ad un antico culto gallico.

Un’altra particolarità della chiesa-tempio è la realizzazione di un sentiero che permetteva di collegarla alla Valle Cervo, al Santuario di San Giovanni e al Santuario della Vergine Nera di Oropa. Se siete a Rosazza, potete poi ammirare il magnifico castello costruito dal senatore negli ultimi due decenni dell’800: anche qui ci sono chiari riferimenti esoterici, come le false murature sbrecciate, i finti colonnati e il maestoso arco d’accesso dove svettano le teste di tre valligiane con una stella a cinque punte tra i capelli.

La stella a cinque punte è un elemento ricorrente, a Rosazza: la si trova, assieme alla rosa, in diverse fontane che sono disseminate per tutto il paese. Infine, merita una visita anche il Palazzo Comunale, realizzato attorno alla fine dell’800 per ospitare la sede del municipio. I suoi dettagli decorativi sono impressionanti, come la torre ornata da merlature ghibelline e la scala di marmo bianco che permette di accedere ai piani superiori. Si dice che qui Federico Rosazza tenesse le sue riunioni massoniche.