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Tevere Day 2024 festeggia il fiume di Roma nuovo patrimonio Unesco

Roma si prepara a celebrare un traguardo di grande prestigio per il suo fiume. In occasione della sesta edizione del Tevere Day, in programma dal 7 al 13 ottobre 2024, è stato annunciato l’inserimento del tratto del fiume che attraversa il centro storico della capitale tra i beni tutelati dall’Unesco. Un riconoscimento significativo per l’associazione Tevere Day, che da anni si impegna per il rilancio e la valorizzazione del fiume, promuovendo iniziative che coinvolgono l’intera città.

Un evento di punta per Roma

Ormai entrato nel calendario dei grandi eventi della capitale, il Tevere Day è una manifestazione di punta per Roma, capace di unire il divertimento e la riflessione sul futuro del principale corso d’acqua cittadino. Organizzata con il contributo di Roma Capitale e parte del programma dell’Estate Romana 2024, la sesta edizione si svolgerà lungo 84 chilometri di sponde del Tevere, coinvolgendo numerosi quartieri della città e località limitrofe come Ostia e Fiumicino.

Circa 140 eventi diffusi animeranno le rive del fiume, con punti focali situati al Lungotevere degli Anguillara, al Ponte della Musica e a Scalo de Pinedo. Il Tevere Day non sarà limitato solo alla città di Roma, ma si estenderà anche ai parchi naturali di Nazzano Tevere Farfa, Ostia Antica e Fiumicino con i Porti Imperiali, regalando ai partecipanti un’immersione nelle bellezze naturali e storiche del territorio.

Il riconoscimento Unesco

“A rendere ancora più significativa questa edizione, inoltre, è il nuovo ruolo del fiume Tevere che, per il tratto che attraversa il centro storico della capitale, verrà riconosciuto quale patrimonio Unesco,” ha dichiarato Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, durante la conferenza stampa di presentazione del Tevere Day 2024, ufficializzando il riconoscimento del fiume tra i beni tutelati dall’Unesco, non solo per la sua valenza storica, ma anche per il suo valore ambientale e culturale. Un risultato importante, che sarà celebrato e approfondito nel corso di un convegno dal titolo “Tevere patrimonio del mondo”, in programma l’8 ottobre all’Ara Pacis.

Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza del fiume come elemento unificante della città: “Il Tevere è il filo conduttore che lega le ricchezze di Roma, dal Circo Massimo a Ostia Antica. Organizzare giornate per valorizzarlo è un’idea vincente, e continueremo a sostenerla in futuro”.

Tevere Day

Fonte: Ufficio Stampa Tevere Day

Battello sul fiume, Tevere Day, Roma

Un programma per tutte le età

Il Tevere Day 2024 vuole essere una festa per tutti, con eventi e attività pensate per ogni fascia d’età. Tra le attività previste, spiccano escursioni in bicicletta, aperitivi in barca sotto i ponti del fiume, sport all’aria aperta come canoa, canottaggio, pesca e scherma. I più giovani potranno partecipare a lezioni di skateboard e roller, mentre le famiglie avranno l’opportunità di godere delle numerose iniziative sportive e culturali, tra cui visite guidate alle mostre e tour storici lungo le sponde del fiume.

A partire dal 7 ottobre, si inizierà a celebrare il fiume con gli incontri “Parliamo di Tevere” all’interno dei luoghi della cultura della città, tra librerie, biblioteche e musei, in cui saranno invitati scrittori, esperti e personaggi che parleranno del Tevere, raccontando storie, aneddoti, progetti e nuove iniziative legate al suo recupero e alla sua valorizzazione.

Per i più piccoli, saranno organizzati laboratori didattici e attività di sensibilizzazione ambientale, tra cui le “Lezioni di Ambiente”, un progetto educativo rivolto alle scuole che si terrà dall’11 al 13 ottobre, coinvolgendo studenti di ogni grado in esperienze a contatto con la natura e il fiume, promuovendo la conoscenza della biodiversità e l’educazione ambientale.

Aperture straordinarie

Tra le novità di quest’anno, spicca l’apertura straordinaria del murale “Carnevale Romano” di Orfeo Tamburi, custodito nel Palazzo dell’Anagrafe. Questo evento speciale, curato dal Municipio 1, è un ulteriore segnale dell’impegno dell’associazione Tevere Day nel promuovere la cultura anche al di là delle sponde del fiume.

Un’altra esclusiva sarà l’apertura dei siti archeologici dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, tra cui il Tempio di Giove Giovario, mai accessibile prima al pubblico, assieme ai Sacconi Rossi, al Refettorio, alla Chiesa di S. Giovanni Calibita, alla Sala Capitolare. Questi luoghi, ricchi di storia e fascino, rappresentano un’opportunità unica per scoprire tesori nascosti nel cuore di Roma.

Tra gli appuntamenti più attesi, torna anche il Festival Musicale dei Municipi, un evento che vedrà la partecipazione di orchestre di quartiere, bande e cori provenienti dai vari municipi di Roma. Un’occasione per godere della musica popolare e tradizionale, creando un’atmosfera festosa lungo le rive del Tevere.

Con oltre 200 associazioni coinvolte e un programma che spazia dallo sport all’intrattenimento culturale, il Tevere Day 2024 si preannuncia come un evento imperdibile per romani e turisti. Gli organizzatori, sostenuti da partner prestigiosi come Bulgari, puntano a consolidare l’importanza del fiume non solo come risorsa naturale, ma come simbolo di identità e coesione per la città.

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Il lago Sandro Pertini è il più grande di Roma e si nasconde tra le case

Esistono luoghi in cui la forza della natura vince su tutto, anche sui maltrattamenti dell’uomo e sulla cementificazione. Quegli angoli di mondo in cui Madre Natura si è presa una rivincita e ha dato vita ad ambienti sospesi nel tempo, in cui immergersi totalmente per ritrovare una quiete che, sempre più spesso, si perde tra il caos di una grande città e la vita frenetica a cui siamo ormai tutti abituati.

Fermiamoci un momento e andiamo alla scoperta di uno di questi angoli di paradiso, nel cuore della nostra capitale. Qui, tra via Portonaccio, via Prenestina e via di Casal Bertone, a Roma, sorge un prezioso lago proprio là dove potrebbe esserci un parcheggio: il lago Sandro Pertini, noto anche come Lago Bullicante Ex SNIA. Un luogo naturale nato per caso e che lotta ogni giorno contro la cementificazione.

La storia del lago che si è ribellato al cemento

È uno specchio d’acqua circondato da una natura rigogliosa, il lago Bullicante (anche Sandro Pertini). Si trova nella parte orientale di Roma, a poca distanza dalla stazione Prenestina. È nato nel 1992 per una pura casualità (oppure potremmo chiamarlo destino?): a quell’epoca si stavano svolgendo i lavori di escavazione in un cantiere dell’ex fabbrica della SNIA Viscosa, che a metà del Novecento era il più grande insediamento industriale della capitale, per la costruzione di un parcheggio sotterraneo.

Durante lo sbancamento, venne intercettata la falda acquifera che si trovava a pochi metri di profondità, alimentata dall’antico fosso della Marranella. Il cantiere venne così allagato e, nonostante i tentativi di deviare il flusso dell’acqua per continuare nella realizzazione del parcheggio, la natura ebbe la meglio, dando vita a quello che oggi conosciamo come un laghetto che copre circa 10.000 mq di superficie: tra i laghi del Lazio è il più grande della capitale all’interno dell’anello ferroviario.

Questa oasi naturale in mezzo alla città è stata nominata lago Sandro Pertini ed oggi fa parte del Parco pubblico “delle Energie”. Vi si accede dall’ingresso di via Prenestina.

Un luogo raro: il tesoro naturale custodito nel lago Sandro Pertini

Qui, in questo angolo d’Italia in cui la natura ha preso il sopravvento sulle costruzioni dell’uomo, la biodiversità assume un’importanza ancor più accentuata. Riconosciuto nel 2021 come Monumento naturale dalla Regione Lazio, questo specchio d’acqua ospita circa 360 specie vegetali spontanee e più di 130 coltivate. Sono state inoltre censite quasi 90 specie di avifauna protetta, tra cui l’airone rosso, il martin pescatore, la sgarza ciuffetto e il falco pellegrino.

Quello di Sandro Pertini è un lago raro, uno dei pochissimi casi noti di “rinaturazione spontanea” in Europa, gemellato con il lago di Bruxelles, il Marais Wiels. Ma è anche un importante esempio di archeologia industriale italiana, con quei ruderi appartenenti alla ex fabbrica dismessa Snia Viscosa che emergono dalle sue acque.

La popolazione locale, le associazioni, ma anche le università, da anni sono impegnate nella salvaguardia di questa oasi naturale che attira la curiosità e gli studi dei ricercatori. A difesa del lago è nato il Forum territoriale permanente del Parco delle Energie e anche i giovani di Fridays for Future sono attivi e uniti nella sua difesa contro la cementificazione e le speculazioni edilizie, organizzando eventi e giornate per far conoscere a tutti questo piccolo tesoro naturale.

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Roma, Sardegna e Sud Tirolo, i luoghi top d’Italia in autunno per gli americani

Secondo Travel + Leisure, il noto magazine statunitense con sede a New York, gli americani iniziano ad apprezzare le vacanze in Europa in particolare durante l’autunno, tralasciando un po’ il periodo estivo, sempre più caratterizzato da ondate di calore, mancanza di aria condizionata in svariati luoghi e l’implacabile folla dei turisti, tutti aspetti che concorrono a rendere il viaggio “scomodo e disagevole”.

Così, emerge la tendenza a pianificare i voli transatlantici nei mesi autunnali, quando le temperature scendono ma si rivelano ancora dolci e miti e le prime nevicate sono ancora lontane. In più, difficile non apprezzare le mete prescelte avvolte nei magici colori dorati del foliage e di una luce inconfondibile.

E poi, l’Europa offre davvero l’imbarazzo della scelta, sia per chi pianifica una visita nelle maggiori città e capitali, sia per chi, invece, opta per la montagna o il mare. Le destinazioni predilette dagli americani? Londra, Parigi, Ibiza, Madeira, Copenaghen, le Highlands scozzesi, la Grecia, la Norvegia, la costa francese ma anche l’Italia e, in questo caso, tre vincono su tutte le altre.

Ecco di quali si tratta.

Roma, il fascino che non tramonta

L’atmosfera millenaria che si respira passeggiando per la Città Eterna non smette mai di far innamorare e i turisti statunitensi non fanno eccezione.

Nella speciale classifica di Travel + Leisure per le località da scoprire in autunno, Roma è al primo posto della Top Ten, magnifica in tutte le stagioni e ideale per l’autunno.

Qualche consiglio per un’avventura romana di stile? Iniziare il tour da Galleria Borghese, una delle gallerie d’arte più prestigiose della città, e poi esplorare l’Orto Botanico, rigoglioso giardino ricco di sentieri tortuosi, fontane nascoste e alberi secolari.

Dopo aver fatto tappa al cospetto degli iconici punti di interesse della capitale, dal Colosseo al Vaticano, da Trastevere a Piazza Navona (e la lista potrebbe continuare all’infinito), non può mancare una golosa sosta all’Antico Forno Roscioli, storica panetteria la cui pizza al taglio è una “rivelazione”, e un buon gelato presso una delle innumerevoli gelaterie sparse per il centro.

In Sardegna, finalmente lontano dal caldo torrido

Barumini, Barbagia

Fonte: iStock

Nuraghe di Barumini

Terza classificata la Sardegna che, in autunno, diventa la scelta perfetta per andare in bici, fare escursioni e concedersi un’entusiasmante gita in barca: infatti, se in estate il caldo è torrido, settembre, ottobre e la prima settimana di novembre sorprendono piacevolmente.

Oltre a godere appieno della bellezza unica dell’isola, i turisti hanno l’occasione di partecipare agli eventi culturali di “Autunno in Barbagia“, celebrati in una trentina di villaggi della regione montuosa della Barbagia fino alla metà di dicembre.

Ma non è tutto: l’autunno sardo significa degustazioni di vino, tranquille visite ai siti archeologici e rigeneranti nuotate nelle limpide acque dello splendido mare, ancora caldo dopo i mesi estivi.

Sud Tirolo, natura spettacolare

Infine, all’ottavo posto delle mete predilette dagli americani per l’autunno in Europa, spicca il Sud Tirolo, considerato il top per vacanze attive all’aria aperta, per conoscere da vicino e assaporare la tradizione vitivinicola locale e concedersi un soggiorno in uno dei molti resort con centri benessere.

In più, i boschi si tingono di meravigliose tinte pastello e al tramonto le cime e i pinnacoli appaiono arancioni, rosa, rossi o viola, dando vita al cosiddetto “bagliore delle Dolomiti“.

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Urban Nature, la festa della natura in città: gli eventi

Sono moltissime le città italiane che verranno coinvolte nella splendida iniziativa all’insegna del green e della sostenibilità promossa dal WWF, ma che avrà il suo fulcro nella capitale, Roma.

Urban Nature è la festa del WWF, giunta quest’anno alla sua ottava edizione, volta alla sensibilizzazione di amministrazioni comunali e cittadini sul concetto della protezione e della valorizzazione del verde urbano.

Ecco i dettagli e il programma di questa iniziativa che vedrà animare le piazze e le vie di molte città italiane con tantissimi eventi, per il weekend del 28 e 29 settembre.

Cos’è la festa Urban Nature del WWF

L’importanza del verde urbano è sempre più evidente, soprattutto se ci si concentra a osservare i dati più recenti. Secondo il Servizio europeo per il cambiamento climatico di Copernicus, infatti, l’estate appena trascorsa è stata la più calda mai registrata a livello globale ed europeo. Agosto è stato il 13° mese negli ultimi 14 mesi in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5°C i livelli preindustriali. Questa sequenza di record rende sempre più probabile che il 2024 si confermi come l’anno più caldo mai registrato.

Le conseguenze di queste temperature estreme incidono direttamente sulla salute umana, soprattutto per le persone più vulnerabili. Il WWF sottolinea che oltre il 4% della mortalità estiva nelle città europee è legata al fenomeno delle isole di calore urbane, con una particolare incidenza sugli over 65. Solo nel 2023, le ondate di calore hanno causato oltre 47.000 decessi in Europa, con l’Italia tra i paesi maggiormente colpiti.

L’assenza di aree verdi nelle città contribuisce alla formazione delle isole di calore, fenomeno dovuto in gran parte alla predominanza di materiali edili come asfalto, cemento e metallo rispetto agli spazi verdi.

In città, all’aumento delle temperature si aggiungono eventi meteorologici estremi, come le piogge intense, nonché l’inquinamento atmosferico: infatti, oltre il 70% delle emissioni nocive per il clima proviene dalle città, e l’83% della popolazione urbana europea è esposta a livelli di inquinamento dannosi per la salute.

L’eccessiva cementificazione, l’inquinamento e il cambiamento climatico hanno trasformato le città in punti critici, richiedendo una rapida transizione verso una maggiore sostenibilità per migliorare la qualità della vita dei loro abitanti.

Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia, spiega a cosa si dedica Urban Nature: “Per quanto riguarda l’inquinamento, un ettaro di foresta urbana può rimuovere in media 17 kg all’anno di PM10 e 36 kg di ozono troposferico. Con Urban Nature, vogliamo diffondere la consapevolezza del valore della natura urbana per il benessere delle persone, promuovendo azioni virtuose da parte di amministratori, comunità, cittadini e imprese per proteggere e ampliare la biodiversità nelle città“.

Gli eventi in tutta Italia per Urban Nature

Le iniziative dedicate al verde urbano e promosse nel weekend della festa del WWF Urban Nature sono più di 100 e coinvolgono tante città in tutta Italia, come Roma, Milano, Cagliari, Chieti, Palermo, Siena, Bologna, Parma e Trieste.

Il 29 settembre, nella giornata di domenica, l’evento centrale si terrà nella capitale presso la terrazza del Pincio, con tante iniziative pensate per il pubblico partecipante.

Questa edizione di Urban Nature, in collaborazione con i Carabinieri Forestali Raggruppamento Biodiversità e l’Associazione Nazionale Musei Scientifici (Anms), e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, ISPRA e Anci, ha un programma veramente variegato che prevede anche un concorso dedicato alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie. In collaborazione con il CICAP, il WWF invita infatti gli studenti a ideare progetti per proteggere e ampliare la “natura urbana”, sviluppando il pensiero critico e le competenze trasversali necessarie per un futuro sostenibile.

In più di 1.700 piazze italiane i visitatori potranno acquistare una pianta di Erica per supportare i progetti mirati allo sviluppo del verde nelle città italiane. Invece, come già annunciato, domenica l’evento di Urban Nature toccherà Roma, anche a Villa Borghese con una serie di laboratori dedicati al mondo delle piante, sessioni di yoga, lettura nel verde, passeggiate naturalistiche, forest bathing e molto altro.

Info più dettagliate, programma e città coinvolte disponibili sul sito ufficiale dell’evento.

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La Grande Cascata di Tivoli nella Valle dell’Inferno

Un luogo che sembra sospeso tra sogno e realtà, dove il passato stupisce con i suoi resti tutti da scoprire e dove la mano dell’uomo ha saputo creare qualcosa di indimenticabile. Siamo a Tivoli, vicino a Roma dove sorge il parco di Villa Gregoriana al cui interno si possono ammirare manufatti di tante epoche diverse, piante e la grande cascata, seconda in altezza, dietro solo a quella delle Marmore.

Un posto che è stato riportato alla sua antica bellezza in tempi recenti e che si può raggiungere per una gita, anche con i bambini e gli amici a quattro zampe. Si resterà stupiti da tanto fascino percorrendo sentieri battuti anche da personaggi del passato e lasciandosi incantare a ogni angolo.

Il parco Villa Gregoriana della cascata di Tivoli

Un regno della meraviglia e dello stupore: è il parco Villa Gregoriana e sorge in quella che un tempo era chiamata Valle dell’Inferno, all’interno del quale si trova la suggestiva e grande cascata. Siamo a Tivoli, a solo mezzora di automobile dalla Capitale d’Italia: Roma. Qui si apre d’innanzi ai nostri occhi uno scenario di grande bellezza, dove l’estetica incontra la storia e dove la mano dell’uomo ha saputo creare qualcosa di straordinario. Un percorso romantico di grande fascino che colma lo sguardo di stupore.

Al suo interno si possono percorrere i sentieri, lungo i quali si incontrano settantaquattro specie arboree. Ma non solo perché, oltre a essere uno scrigno in cui la natura cresce rigogliosa, è anche luogo in cui la storia si mostra in tutta la sua bellezza.

Un tratto del percorso denntro il Parco Villa Gregoriana a Tivoli

Fonte: iStock

Tivoli, tratto del sentiero nel Parco Villa Gregoriana

Vi sono reperti appartenenti a epoche differenti. Ad esempio, ci si imbatte nelle rovine della domusdi Manlio Vopisco, oppure si può vedere il Tempio di Vesta con le sue colonne corinzie. Interessante sapere che all’epoca della realizzazione ammontavano a 18, ma oggi se ne possono ammirare 10. Da non perdere anche le grotte (di Nettuno e delle Sirene) e poi lasciarsi togliere il fiato dai suggestivi scorci e dal panorama unico.

Un luogo in cui respirare natura e storia, basti pensare che il parco di Villa Gregoriana è stata una delle mete del Grand Tour romantico, che vedeva ricchi aristocratici europei viaggiare inserendo tra le varie tappe anche diverse località italiane: così nell’arco dell’Ottocento qui sono passati moltissimi personaggi illustri.

Una vista del Parco Villa Gregoriana a Tivoli

Fonte: iStock

Tivoli, il parco Villa Gregoriana

La cascata di Tivoli

All’interno di questo scenario di grande meraviglia c’è un luogo che concorre alla sua fama, la grande cascata. Seconda solamente a quella delle Marmore, ci mostra l’acqua compiere un salto di circa 120 metri. A realizzarla è stata l’intuizione di papa Gregorio XVI che, nel 1832, ha voluto trovare una soluzione per ridurre le conseguenze delle esondazioni dell’Aniene. Così l’acqua è stata incanalata in due cunicoli realizzati da mano umana e ha dato vita alla cascata, allontanando il corso del fiume dalle case.

Oltre a questa opera vennero piantate essenze e vennero pensati dei sentieri per camminare. Dopo anni in cui questo posto è stato meta ammirata di tanti, il parco è caduto in disuso fino a quando della sua gestione non si è occupato – a partire dal 2002 – il Fai. Dopo il recupero è nuovamente aperto al pubblico dal 2005. E chi lo visita ne resta ammaliato.

Come visitare la cascata e il parco

Innanzitutto, è bene sapere che per raggiungere il parco Villa Gregoriana con la sua cascata ci vuole solamente mezz’ora da Roma. Inoltre, se si arriva in stazione a Tivoli, i 400 metri di distanza si percorrono in circa 5 minuti.

L’ingresso è gratuito per coloro che sono iscritti al Fai, gli orari di apertura che osserva variano in base al periodo dell’anno. Per accedervi viene consigliato l’uso di scarpe comode, vi è un grande dislivello, esclusa l’area dell’Acropoli e dei templi, e si percorre in circa 90 minuti.

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Scontro Roma-Parigi: la Trinità dei Monti è della Francia

Ci sono monumenti che fanno parte dell’identità di Roma tanto da diventare iconici e attrazioni principali di chi fa visita alla città. Uno di questi è sicuramente la scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna, oggi al centro di un’accesa contesa tra Francia e Italia. La scintilla è scoppiata in seguito a un recente rapporto della Corte dei Conti di Parigi che critica la gestione “approssimativa” delle cinque chiese francesi di Roma – fra cui appunto Trinità dei Monti che affaccia sulla scalinata – e denuncia decisioni “opache” e “derive”.

Dopo la notizia arriva anche il commento del Ministro del Turismo Daniela Santanchè che, in un misto di irritazione e ironia, scrive sul social X: “Ma cosa sarebbe la Francia senza l’Italia. Non possono fare a meno del nostro lusso, delle nostre opere, della nostra bellezza. Ma ora esagerano”. Di seguito vi spieghiamo cosa sta succedendo.

Il patrimonio immobiliare francese in Italia

Recentemente, la Corte dei Conti francese ha fatto la ricognizione del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato francese a Roma. Perché questi patrimoni si trovano su suolo italiano? Per rispondere a questa domanda bisogna tornare indietro all’accordo internazionale bilaterale preso tra la Francia e la Santa Sede, a sua volta collegato a una decisione presa da Papa Pio VI nel 1790, che incaricò il cardinale de Bernis, ambasciatore francese presso la Santa Sede, di raggruppare tutti gli edifici religiosi a Roma e porli sotto la sua tutela.

A Roma ci sono cinque chiese “francofone”: la chiesa di San Francesco a Ripa, la chiesa di Santa Maria dell’Anima, la chiesa di San Claudio dei Francesi a piazza San Lorenzo in Lucina, la chiesa di San Luigi dei Francesi a piazza Navona e, infine, la protagonista di questa disputa: la chiesa di Trinità dei Monti. La scalinata, in particolare, fu progettata dall’architetto francese Francesco de Sanctis e costruita tra il 1723 e il 1725. Finanziata dai Re di Francia, in particolare da re Luigi XV, doveva rappresentare il segno della devozione francese alla Chiesa e sancire il legame culturale i due paesi.

Le critiche alla gestione della scalinata

I risultati della ricognizione eseguita dalla Corte dei Conti, a quanto pare, non sono stati positivi. Il rapporto ha ampiamente criticato la gestione delle proprietà denunciando decisioni “opache” e dichiarando la proprietà alla Francia non solo delle chiese, ma anche della famosa scalinata che porta a Piazza di Spagna. Inoltre, nel rapporto viene criticato l’utilizzo dell’Istituto Sacro Cuore di Trinità, nel quale si sottolinea una funzione non prevista dall’accordo preso nel 1828: “Il dominio è oggi occupato da una scuola privata italiana con elevate spese di iscrizione, in violazione delle disposizioni espresse del suddetto accordo, e in contraddizione con le sue disposizioni riguardanti il carattere francese del dominio della Trinité-des-Monts”.

Le critiche al rapporto non hanno tardato ad arrivare. Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli di Fdi, ha scritto sui canali social: “Viene da ridere. Bene, manderemo esperti al Louvre per fare la ricognizione aggiornata dei beni sottratti all’Italia nel corso della storia, soprattutto quella del XIX secolo o regalati da geni forse costretti a privarsi di rinomate opere d’arte che hanno reso il Louvre il museo più visitato al mondo”.

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Fontana di Trevi a numero chiuso e a pagamento: ipotesi contro l’overtourism

Il fenomeno overtourism continua a essere centrale nel pensiero di chi gestisce il turismo nelle città più visitate al mondo. Molto dipenderà dalle soluzioni che verranno proposte e attuate, fondamentali per evitare non solo di danneggiare siti e luoghi d’interesse storico e artistico, ma anche per permettere ai residenti di poter vivere nelle proprie città senza che vengano trasformate in un parco a tema.

Roma, si sa, è una delle destinazioni più affollate ed è per questo che il comune sta cominciando a proporre delle ipotesi. L’ultima riguarda l’iconica Fontana di Trevi, uno dei monumenti più famosi non solo della città, ma di tutto il mondo (è visitato da 8-12 mila persone al giorno). L’assessore al turismo propone di limitare l’accesso introducendo il numero chiuso e un biglietto, gratuito per i residenti e a pagamento per i turisti. L’obiettivo è chiaro: rendere la visita più piacevole e tranquilla rispetto al caos attuale.

Una proposta necessaria per preservare la Fontana di Trevi

I comportamenti scorretti e talvolta illegali dei turisti li conosciamo bene: da chi deturpa siti storici come il Colosseo, incidendo il proprio nome sulla pietra, a chi decide di tuffarsi in fontane dall’importanza inestimabile, come la Fontana di Trevi. La proposta per preservare questo monumento non è nuova, già l’anno scorso l’assessore Onorato aveva proposto di limitarne l’accesso, una soluzione che diventa sempre più necessaria sia perché i dati turistici a Roma sono in continuo aumento (a Ferragosto sono state contate 1,623 milioni di presenze, +5,86%) che in vista del Giubileo del 2025.

Gli stessi agenti della polizia locale che presiedono la piazza hanno dichiarato che la concentrazione di persone è talmente grande da rendere difficile una fruizione adeguata del monumento, di conseguenza spesso fonte di degrado.

Come funzionerà l’accesso al monumento

Come funzionerà, nel concreto, l’accesso limitato alla Fontana di Trevi? Secondo l’ipotesi proposta da Onorato, per arrivare al gradinato vero e proprio sarà necessaria una prenotazione nominale e l’acquisto di un biglietto di 2 euro per trenta minuti di visita. Il numero chiuso varrà solo per i turisti, mentre per i residenti non ci saranno restrizioni. La proposta introduce anche un numero massimo di accessi contemporanei alla piazza, mentre i ricavati verrebbero reinvestiti per assumere addetti al controllo dell’ingresso e dell’uscita.

I dati dimostrano che queste soluzioni, in una città come Roma, sono davvero necessarie: basti pensare che nel 2023 è stata visitata da 50 milioni di persone. Una proposta che si inserisce in un dibattito molto più ampio che interessa tante altre città europee e che riguarda un tema discusso anche dall’UNESCO, ossia il problema del ‘selfie tourism‘ di cui la stessa Fontana di Trevi è vittima.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura definisce il fenomeno come “la tendenza dei viaggiatori a visitare destinazioni principalmente per scattare e condividere foto di se stessi, spesso con monumenti iconici e paesaggi suggestivi sullo sfondo”. Questa tendenza causa sovraffollamento in zone specifiche della città, oltre che una tipologia di turismo mordi e fuggi che sacrifica l’esperienza del viaggio come opportunità di scoperta a favore del puro egocentrismo da social media.

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A Roma nasce il bus a chiamata, ed è gratis

Se nelle piccole realtà italiane il trasporto pubblico locale è da sempre uno dei tasti dolenti per i cittadini, non si può certo dire che una metropoli come Roma non sia ben servita. Almeno per quanto riguarda i quartieri più centrali, dove i mezzi pubblici sono regolari e frequenti, offrendo un ottimo servizio a chi non vuole spostarsi con l’auto. Ma cosa dire delle zone più periferiche, decisamente molto meno servite? È proprio con l’obiettivo di fornire collegamenti più puntuali che nasce il bus a chiamata, completamente gratuito e pronto ad entrare nella sua fase di sperimentazione. Ecco cos’è e come funziona.

Cos’è il bus a chiamata, il nuovo servizio sperimentale a Roma

Somiglia (almeno nelle intenzioni) più ad un taxi che ad un autobus pubblico, ma a differenza del primo è completamente gratuito per i cittadini romani. Di che cosa si tratta? È il nuovo servizio sperimentale del bus a chiamata, che ha come finalità agevolare gli spostamenti nei quartieri periferici e meno serviti dai trasporti pubblici, offrendo così un’alternativa ai mezzi privati – che come ben sappiamo sono tra le prime cause di inquinamento. Un’opportunità sostenibile, dunque, ma utile anche per risparmiare (non si spende niente!) e per evitare di aumentare il traffico, che a Roma è da sempre un bel problema.

“È davvero una straordinaria notizia per i cittadini romani: si tratta di un servizio innovativo a beneficio, in particolare, di coloro che vivono in periferia dove c’è più necessità di implementare l’offerta di trasporto collettivo integrando il Tpl [trasporto pubblico locale, ndr]. L’iniziativa rappresenta un altro pezzo importante del programma volto all’aumento della qualità e della quantità del trasporto pubblico, in particolar modo nelle periferie” – ha annunciato Eugenio Patanè, assessore alla Mobilità di Roma Capitale. Ma vediamo nel dettaglio come funziona il bus a chiamata.

Roma: come funziona il bus a chiamata

L’amministrazione ha deciso di mettere a disposizione dei cittadini un nuovo servizio, il bus a chiamata: questi mezzi di trasporto hanno una capacità di 8 posti a sedere e sono predisposti per il trasporto di una carrozzina, così da essere usufruibili anche dai passeggeri a mobilità ridotta. Il servizio è disponibile in modalità sperimentale a partire da mercoledì 4 settembre 2024 in zona Massimina, un quartiere periferico della capitale che non spicca certo per qualità e quantità dei mezzi pubblici di trasporto locale. I fruitori potranno spostarsi all’interno del quartiere e da/verso la stazione ferroviaria Aurelia.

Il bus a chiamata è gratuito e accessibile a tutti: attivo 7 giorni su 7 (festivi inclusi), copre l’orario compreso tra le 5:30 e le 24. Non sostituirà le linee di trasporto pubblico già esistenti, bensì le affiancherà per migliorare il servizio di mobilità locale, in una zona periferica difficilmente raggiungibile in altro modo. Gli utenti possono prenotare la chiamata del bus almeno 30 minuti prima dell’effettiva partenza, e comunque in un orario compreso tra le 5:30 e le 23:30, scegliendo il punto di partenza, la destinazione e l’orario desiderato.

Come fare? Basta scaricare sul proprio smartphone l’App ClicBus, registrandosi con i propri dati personali (i titolari di abbonamento Metrebus possono accreditarsi usando il codice già in loro possesso). Attraverso l’app, si può prenotare la propria chiamata in tutta semplicità. In alternativa, è possibile telefonare al numero 3429508191 per prenotare il bus. “Partiamo mercoledì prossimo con l’obiettivo di allargarci a tante altre zone, moltiplicando le opportunità di trasporto pubblico e contribuendo a ridurre le distanze tra quartieri, a partire da quelli più a ridosso del Gra” – ha dichiarato il sindaco Roberto Gualtieri.

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Viaggio a Roma alla scoperta delle sue ville più belle e da visitare assolutamente

Roma, la nostra affascinante Capitale, è un vero e proprio museo a cielo aperto che attraversa diverse epoche storiche. Molte sono le attrazioni da visitare tra le sue pressoché infinite vie e piazze, spesso prese d’assalto dai turisti che non possono fare a meno di ammirare estasiati l’eternità di questa città. Ed è proprio tra il caos che il più delle volte si nascondo luoghi di pura pace e bellezza, fatti di pinete, laghi, fiumi, giardini e sentieri che lasciano senza fiato. Parliamo delle ville storiche romane, che sono dei veri e propri gioielli tutti da scoprire.

Scopri tutte le attività che puoi fare a Roma

Villa Doria Pamphilj, tra le meglio conservate in città

Iniziamo questo viaggio dalla suggestiva Villa Doria Pamphilj, residenza storica dell’omonima famiglia nobile romana, che sorge in Via di San Pancrazio, appena fuori dalle mura nel quartiere Gianicolense. Si tratta di un luogo di puro incanto e che può essere davvero definito un’oasi di pace, poiché comprende il terzo più grande parco pubblico di Roma (184 ettari) e il Casino del Bel Respiro, sede di rappresentanza ufficiale del governo italiano e una delle opere architettoniche esteticamente più pregevoli di tutta la struttura.

Progettata da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi nel Seicento, è considerata una delle più importanti ville romane (oltre che un capolavoro perfettamente conservato), poiché mantiene ancora dopo secoli la sistemazione seicentesca e le principali caratteristiche del 700 e dell’800.

Villa Doria Pamphilj, Roma

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L’Arco dei Quattro Venti nel parco di Villa Doria Pamphilj

Da ammirare assolutamente sono il Giardino del Teatro, dove si svolgevano manifestazioni teatrali; la Cappella Doria Pamphilj, ultimo degli edifici costruiti nella villa; la Fontana del Giglio, con giochi d’acqua che vanno a confluire nel Laghetto del Belvedere; la Villa Vecchia, l’edificio più antico del Parco; i resti archeologici che comprendono anche una necropoli romana nella quale furono trovate due tombe di età Augustea; piante da frutto come cedri, limoni, aranci e molto altro ancora.

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Villa Medici, sul punto più alto di Roma

In posizione panoramica sulla collina del Pincio (punto più alto della città), accanto all’altrettanto affascinante Trinità dei Monti, sorge la maestosa Villa Medici che dal 1803 ospita l’Accademia di Francia a Roma. Si tratta di un pregevole edificio che risale alla metà del XVI secolo realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio.

La struttura è altamente sorprendente perché offre una facciata esterna dallo stile sobrio, che crea poi un netto contrasto con la facciata interna impreziosita da ghirlande, maschere, statue e bassorilievi antichi. Non mancano magnifici giardini popolati da sculture e fontane, ma anche siepi e pini che si estendono per oltre 7 ettari.

Villa Medici, Roma

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Tutta la bellezza di Villa Medici

Non sono di certo da meno gli interni, che custodiscono gelosamente pregevoli opere d’arte collezionate nei secoli e anche una delle più grandi biblioteche di arti decorative di Roma: possiede circa 37.000 volumi in lingua francese, dedicati alle arti plastiche, architettura e storia dell’arte.

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Villa Borghese, meraviglioso parco cittadino

È molto difficile descrivere con poche parole Villa Borghese, perché è un grande parco cittadino che può vantare sistemazioni a verde di diverso tipo, dal giardino all’italiana alle ampie aree di stile inglese, edifici, piccoli fabbricati, fontane e laghetti. Non a caso, è il quinto più grande parco pubblico a Roma (circa 80 ettari), un capolavoro che impreziosce il Municipio II, quartiere Pinciano.

Come accennato, gli edifici che si trovano al suo interno sono davvero numerosi: il Casino del Graziano, il Casino Giustiniani, l’Uccelliera e la Meridiana con i giardini segreti, il Casino dell’Orologio, la Fortezzuola, l’ampio Giardino del Lago con un romantico isolotto artificiale su cui domina il Tempietto di Esculapio e molto altro ancora.

Al suo interno vi è persino il Museo Canonica, casa-studio dall’artista Pietro Canonica, il Casino di Raffaello con una ludoteca per bimbi, la Casina delle Rose con la Casa del Cinema, il giardino zoologico recentemente convertito in Bioparco e chi più ne ha più ne metta.

Villa Borghese, orologio

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Il pittoresco orologio ad acqua di Villa Borghese

Straordinario è anche lo stesso Parco di Villa Borghese, che si estende tra il tratto delle Mura Aureliane che unisce Porta Pinciana a Piazzale Flaminio, ed i nuovi quartieri Salario e Pinciano. Ma non è ancora tutto, perché questa è anche una delle ville romane più ricche di testimonianze artistiche e paesaggistiche della città (e non solo): per la sua incredibile concentrazione di musei e istituti culturali è definita “Parco dei Musei”.

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Villa Torlonia, dalla storia complessa ma affascinante

Villa Torlonia ha una storia piuttosto complessa, un passato che contribuisce a renderla estremamente affascinate: situata nel quartiere Nomentano, è stata dapprima proprietà agricola della famiglia Pamphilj, per poi essere acquistata dal banchiere Giovanni Torlonia che la fece trasformare in propria residenza, fino a diventare residenza di Mussolini, poi struttura e in stato di abbandono e infine meraviglioso parco pubblico a partire dal 1978.

Oggi, infatti, è un affascinante parco con un complesso di edifici tra cui il bunker per Mussolini e due rifugi antiaereo che è possibile visitare insieme al giardino e ai preziosi musei.

Tra i luoghi di interesse da non perdere ci sono certamente il Casino Nobile, magistrale esempio di architettura neoclassica; la Casina delle Civette, trasformata ad opera dell’architetto Enrico Gennari in un “Villaggio Medievale” caratterizzato da porticati, torrette e loggette, decorato da maioliche e vetrate; il Complesso della Serra moresca, in stile neomoresco e con annessi anche altri elementi architettonici come la torre e la grotta; obelischi e molto altro ancora.

Villa Torlonia, Roma

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Casina delle Civette presso Villa Torlonia

Senza dimenticare che l’area naturalistica urbana di Villa Torlonia presenta una notevole biodiversità vegetale tutta da scoprire.

Villa del Priorato di Malta, dove c’è il “buco” più bello di Roma

Infine la Villa del Priorato di Malta che sorge in tutto il suo splendore sul Colle Aventino. Si tratta della sede storica del Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta, oggi Sovrano Militare Ordine di Malta.

È un affascinante complesso di edifici che si affacciano su un meraviglioso giardino all’italiana e che si presenta con una straordinaria piazzetta settecentesca decorata con trofei di guerra che narrano delle imprese dei cavalieri di Malta. Ma non è tutto, perché essa è nota anche perché il famoso buco della serratura del portone d’ingresso, dal quale sbirciando è possibile scorgere la maestosità della cupola di San Pietro.

Villa del Priorato di Malta, Roma

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La vista dal buco della serratura della Villa del Priorato di Malta

Oggi l’area gode del diritto di extraterritorialità e il suo centro ideale è la Chiesa di Santa Maria del Priorato, interna al giardino, che evoca il modello architettonico di un tempio romano, mentre l’interno riesce ad integrare la fantasia barocca e controriformista con le memorie classiche.

Roma è pura magia in ogni suo angolo, ma anche la culla di oasi di pace dove meno te lo aspetti.

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Si trova a Roma ed è il migliore hotel di lusso del mondo

La Città Eterna diventa ancora più brillante grazie allo sviluppo che sta attraversando nel settore del turismo e dell’hotellerie: Roma, infatti, nei recenti anni sta vedendo la realizzazione in città di nuovi hotel super lussuosi, come il Bulgari Hotel Roma, grazie al quale oggi la capitale è stata eletta come sede dell’hotel di lusso migliore al mondo.

Scopriamo insieme cosa fa di questo hotel il migliore del mondo nell’anno 2024 e come è nata la partnership tra Bulgari e Roma.

Dove si trova il Bulgari Hotel Roma

Il Bulgari Hotel Roma trova spazio nel palazzo di Piazza Augusto Imperatore, al numero civico 10: una sede a dir poco monumentale, che l’architetto Vittorio Ballo Morpugo realizzò nell’anno 1936, ma che ha di recente visto un lavoro di ristrutturazione della durata di tre anni durante i quali hanno preso parte al cantiere oltre 300 lavoratori del mestiere e una moltitudine di artigiani provenienti non solo dall’Italia, ma anche dall’estero.

Nel cuore della Roma più storica, autentica ed elegante, l’hotel del gruppo Bulgari è stato inaugurato nel giugno dello scorso anno ma non ha impiegato molto tempo a divenire uno dei migliori del Paese, nonché un hotel di fama internazionale per via della sua bellezza e del suo prestigio.

Bulgari Hotel Roma, suite

Fonte: BVLGARI

Una delle preziose suites del Bulgari Hotel Roma

Lo stesso assessore al Turismo della capitale, Alessandro Onorato, ha infatti dichiarato il suo entusiasmo con queste parole: “La partnership del gruppo con Roma è preziosa e vincente, traina la rivoluzione nel settore: fra 3 anni la città avrà il 30% di alberghi di lusso in più”.

Nel dicembre 2023, il Bulgari Hotel Roma era stato incoronato Migliore albergo di lusso del mondo tra tutti gli alberghi che avevano aperto le loro porte ai viaggiatori nel 2023, per opera della community di esperti online del nota come Luxury Travel Intelligence. Oggi, invece, è Virtuoso Travel (il network di altissimo livello nato nel 1951 a Fort Worth, negli USA) a decretare il suo ingresso nell’Olimpo dell’hotellerie eleggendolo Miglior Hotel 2024 di tutto il mondo.

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si dice orgogliosa del risultato raggiunto per Roma come capitale:«L’Italia non finisce di eccellere. Ora anche il miglior albergo del mondo è italiano. È a Roma e non poteva essere altrimenti».

Una partnership vincente

Alessandro Onorato, l’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, ha espresso la sua soddisfazione per il riconoscimento ottenuto dal Bulgari Roma. Ha elogiato il team e la proprietà per il successo dell’hotel e ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra Roma e Bulgari, annunciando progetti futuri entusiasmanti. Il lussuoso Bulgari Hotel Roma, creato da Silvio Ursini, vicepresidente di Bulgari e fondatore della divisione Hotels del gruppo, è stato anche protagonista di un documentario che ha mostrato la sua bellezza e lusso, inclusi dettagli come un’antica statua di Augusto, una spa di lusso, una biblioteca accessibile al pubblico, un ristorante guidato dal rinomato chef a tre stelle Michelin Niko Romito, una terrazza con vista sul Mausoleo di Augusto e camere e suite esclusive.

Onorato ha sottolineato che il successo dell’hotel Bulgari è un riconoscimento importante per Roma, evidenziando il cambiamento nel settore del lusso nella città. L’assessore ha anche aggiunto che la città di Roma sta vivendo una crescita significativa nel settore turistico, con un aumento del 45,2% nel 2023 rispetto al 2022, prevedendo che i numeri continueranno a migliorare nel 2024, con la capitale che diventerà sempre più un’importante destinazione nel settore del lusso e del turismo in Europa.