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Roma: è avvenuta un’altra importante scoperta

Roma non è stata costruita in un giorno, tanto che le sue viscere nascondono ancora tantissimi antichi tesori da scoprire. E non a caso un team di archeologici ha riportato alla luce dei reperti importantissimi, presso quello che un tempo era il sito del Foro di Cesare.

La scoperta

I ricercatori hanno trovato una fossa sepolta di rifiuti sanitari risalenti al Rinascimento, e quindi appartenenti al XVI secolo d.C. Si tratta di scarti dell’Ospedale dei Fornari fondato nel 1564 nella vicina Piazza della Madonna di Loreto.

Dagli scavi sono emerse attrezzature mediche, contenitori di medicinali in ceramica e statuette che forse rappresentavano effetti personali. Un lavoro importantissimo ed effettuato da un gruppo di ricerca guidato dall’archeologa Cristina Boschetti dell’Università di Aarhus in Danimarca.

Secondo la loro opinione, questa discarica fu utilizzata per liberarsi di quegli oggetti ritenuti potenzialmente infettivi. L’obiettivo era perciò limitare la diffusione delle epidemie.

La scoperta non è da sottovalutare in quanto potrebbe aiutare a capire meglio come funzionava il sistema di smaltimento dei rifiuti medici durante il maestoso periodo del Rinascimento, in quella che era (ed è anche oggi) una città densamente popolata.

Gli oggetti personali rinvenuti comprendevano una statuetta di un dromedario, medaglie devozionali, monete, fusi e un rosario. La camera che celava questo contenuto era rivestita di mattoni profonda circa 2,8 metri, e le recenti indagini recentemente effettuate hanno rivelato che risaliva al XVI secolo d.C.. Pare, infatti, che non fosse stata utilizzata né prima né dopo la deposizione degli oggetti in essa rinvenuti.

Sono emersi, tra le altre cose, anche frammenti rotti di vetro e ceramica, piccoli vasi in ceramica, figurine in terracotta, medaglie devozionali, vortici rotanti e un singolo grano, probabilmente da un rosario. C’erano anche diversi morsetti di piombo che venivano usati negli accessori per mobili e una quantità di legno carbonizzato.

Si ritiene che tali effetti personali appartenessero ad alcuni pazienti deceduti durante il ricovero a causa di una malattia infettiva, come la peste. Mentre i frammenti di legno bruciati e i morsetti di metallo, dovrebbero indicare quella che evidentemente era una normalità dell’epoca: bruciare mobili e altri oggetti appartenuti alle persone che soffrivano di malattie trasmissibili, per scongiurarne la diffusione.

Perché è una scoperta particolarmente importante

La scoperta che è stata da poco rivelata è di grande interesse archeologico perché la maggior parte degli gli scavi, condotti a Roma fino a questo momento, si sono concentrati soprattutto sul periodo più antico, come quello dei fasti imperiali di 2.000 anni fa.

Molte meno informazioni si hanno sul periodo rinascimentale. Per questo motivo scoperte di questo tipo sono un perfetto punto di partenza per comprendere più a fondo il modo in cui i nostri antenati combattevano le malattie infettive.

Del resto all’epoca non c’erano le “armi” e le conoscenze che abbiamo oggi. E durante il Rinascimento, a differenza dell’epoca attuale in cui abbiamo sviluppato un vaccino nel giro di anno grazie al progresso scientifico e tecnologico, le città europee erano spesso esposte a epidemie di malattie gravi e trasmissibili, e per questo la combustione e l’isolamento rappresentavano il metodo migliore per ridurre il rischio sanitario, soprattutto nei grandi contesti urbani come la città di Roma.

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Villa d’Este di Tivoli, un vero capolavoro

Appare quasi come un sogno, un capolavoro che fa vibrare il cuore di chiunque se la ritrovi di fronte. Stiamo parlando di Villa d’Este di Tivoli, un affascinante comune italiano della città metropolitana di Roma Capitale, che si distingue per essere uno spettacolo dell’architettura rinascimentale e un’opera eccellente dell’ingegneria idraulica.

Villa d’Este di Tivoli: la storia

La Villa d’Este di Tivoli è anche chiamata “sogno d’acqua”, un appellativo che le si addice assolutamente perché è una sorta di oasi di pace a due passi dalla Capitale dove il visitatore viene costantemente accompagnato dal rilassante ritmo delle fontane e dei giochi d’acqua.

Tale meraviglia è dovuta al cardinale Ferrarese Ippolito II d’Este che desiderava dare vita a un qualcosa di grandioso che potesse in qualche modo essere all’altezza dello sfarzo della vicina Villa Adriana, altra meraviglia fatta edificare dall’imperatore Adriano.

Fu un personaggio alquanto controverso, ciò non toglie che è proprio lui il committente di questo capolavoro che porta fieramente il suo nome.

Costituita da un palazzo e da un pregevole giardino, fu ideata dal pittore, archeologo, antiquario e architetto Pirro Logorio e realizzato dall’architetto Alberto Galvani insieme alla preziosa collaborazione di numerosi artisti ed artigiani.

Villa d’Este: il palazzo

Il complesso di Villa d’Este vanta un palazzo a dir poco eccezionale. Senza dubbio degne di nota sono le sale del piano nobile che sono magistralmente decorate e dipinte. Visitandole ci si sente catapultati nella maestosità dell’epoca, nonostante esternamente si presenti come un struttura  semplice e austera.

A donare armonia ci sono però le Terrazze Belvedere, strutturate su due ordini, che presentano arcate inserite in colonne e trabeazioni.

Il giardino all’italiana e le sue fontane

Villa d’Este di Tivoli si estende su un’area di 4,5 ettari e si plasma perfettamente lungo dei ripidi pendii. Numerose sono le fontane e i bacini ornamentali che fanno del parco in cui si trova immersa il primo esempio di giardino all’italiana del 1500.

Al centro del giardino svetta il palazzo di cui vi abbiamo parlato sopra che costituisce la sua asse centrale. Scendendo, invece, si arriva a una terrazza pianeggiante con la forma di un anfiteatro, mentre i cinque assi trasversali del giardino vanno a terminare in una fontana.

Il giardino di Villa d’Este sfoggia perciò una particolare disposizione che non è stata di certo realizzata per caso: l’obiettivo era nascondere la forma irregolare del terreno. Ciò che desideravano i suoi ideatori era dar vita a un’illusione ottica che facesse sembrare che il palazzo si trovasse al centro del giardino pur essendo fuori allineamento rispetto al corpo centrale.

In questo senso, quindi, il giardino è un’opera d’arte esemplare che segue i più alti principi di ingegneria idraulica.

Decisamente degna di nota è la grande cascata d’acqua che si getta fiera iniziando la sua corsa da un cratere che si trova in mezzo all’esedra. L’acqua che sgorga nelle numerose fontane di Villa d’Este è anche oggi quella del fiume Aniene.

In totale le fontane che creano spettacoli d’acqua sono 100 e tra le migliori non possiamo non menzionare:

  • Rometta: la rappresentazione di Roma sul trono;
  • Fontana dell’Ovato: con statue che raffigurano eroi della mitologia;
  • Fontana della Civetta: che spicca per le sue decorazioni e gli elementi artistici.;
  • Fontana dell’Organo: la principale fontana musicale di tutta la Villa;
  • Fontana della Proserpina: conosciuta anche come la Fontana degli Imperatori;
  • Fontana di Nettuno: la più fotografata;
  • Fontana del Bicchierone: la più famosa opera del Bernini.
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Roma set di “Beautiful”, la soap opera più vista al mondo

Dopo 9000 puntate, la soap opera più famosa, più seguita e più popolare del mondo ancora in onda (tanto da essere entrata nei Guinness dei primati) torna in Italia.

Era il 1997 quando il cast di “Beautiful” mise per la prima volta piede nel nostro Paese e allora fu il mitico Lago di Como, poi divenuto set di tantissime altre produzioni cinematografiche. Due anni dopo, nel 1999, fu la volta di Venezia e nel 2002 di Portofino, mentre nel 2012 sbarcò in Puglia.

“Beautiful” a Roma

A distanza di oltre dieci anni, “Beautiful”, che ha appena ricevuto ben 14 nomination alla 50^ edizione dei Daytime Emmy Awards, sceglie, per la prima volta in 36 anni, Roma, la Capitale della “grande bellezza”. E saranno ben sei le puntate girate nella Capitale e che pubblico italiano potrà vedere nella primavera del 2024 (negli Stati Uniti nel 2023).

E in città ci saranno tutti i protagonisti della soap, dal “nuovo” Ridge (Thorsten Kaye), che un tempo era interpretato da Ronn Moss, a Brooke (Katherine Kelly Lang), da Steffy (Jacqueline MacInnes Wood) a Carter (Lawrence Saint-Victor), e poi Hope (Annika Noel), Liam (Scott Clifton) e Thomas (Matthiew Atkinson).

Saranno diverse le location utilizzate. La troupe ha scelto alcuni dei luoghi simbolo della Capitale, come il Colosseo, uno tra i monumenti più famosi al mondo. Ci sarà poi spazio per gli splendidi scorci di piazza di Spagna, con i bellissimi palazzi che vi si affacciano e, soprattutto, con la celebre scalinata di Trinità dei Monti che conduce a una delle chiese più suggestive di Roma. Il set si sposterà in seguito in piazza Navona, al centro della quale spicca la Fontana dei Quattro Fiumi e il suo obelisco: sarà impossibile non riconoscere questo gioiello monumentale tra le scene della soap opera. Infine, dovrebbe rimanere tempo anche per girare delle scene al Gianicolo, celebre colle romano da cui si ammira un panorama strepitoso: sarà l’occasione giusta per qualche ripresa mozzafiato che offrirà una vista unica sulla Capitale.

Le altre location italiane

La soap più seguita al mondo viene da sempre girata a Los Angeles. dove vive la famiglia Forrester, proprietaria di una maison chiamata Forrester Creations, a capo della quale c’è Eric Forrester con la moglie Stephanie Douglas (deceduta) e i figli Ridge, Thorne, Angela (anch’essa deceduta), Kristen e Felicia.

Tuttavia, è capitato che la produzione si spostasse anche altrove. Fu a Villa d’Este, sul Lago di Como, che venne presentata la nuova collezione della Forrester Creations alla fine degli Anni ’90.

Nel 2013, in occasione dei 25 anni della soap opera più famosa nel mondo, si è scelto di girare alcune scene clou, quelle delle nozze dei giovani protagonisti Hope e Liam e degli ormai noti Ridge e Brooke, in Puglia.

I luoghi più suggestivi della regione in cui sono state effettuate le riprese delle dieci puntate andrate in onda allora sono stati Polignano a Mare, Alberobello e Fasano (in particolare la Masseria San Domenico). Per alloggiare, il cast ha preferito invece il meraviglioso Borgo Egnazia di Savelletri, amato da tante celebrity.

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Dentro il Pantheon, ad ammirare la finestra sul cielo di Roma

La stessa maestosità e imponenza, oggi come anche 2mila anni fa. Quando si pensa a Roma, non può non venire in mente il Pantheon, uno dei monumenti più riconoscibili della Città Eterna. Non è un semplice edificio, ma un testimone privilegiato dello sviluppo di un impero prima e di una città poi. È stato fonte di ispirazione per tanti artisti del Rinascimento e anche se il tempo ha in parte cambiato i colori e le sfumature del suo marmo, non si può non rimanere a bocca aperta ogni volta che ci si ritrova di fronte a una meraviglia del genere. Splendido all’esterno, ma anche all’interno, con la sua cupola caratteristica, unica al mondo.

Il monumento originario

Il Pantheon fu costruito per la prima volta 27 anni prima della nascita di Cristo su iniziativa di Marco Vipsanio Agrippa. Furono necessari tre anni per completarlo, ma purtroppo l’edificio originario è andato perso per sempre a causa di un incendio divampato nel 110 d.C. La costruzione successiva è quella che si può ammirare oggi quando si visita Roma. L’interno è dominato da un elemento che lascia a bocca aperta sia i romani stessi che i turisti, la cupola. Non è una semplice volta, ma la più grande in assoluto che sia mai stata costruita in calcestruzzo non armato.

Il Pantheon a Roma

Il diametro supera i 43 metri ed è la testimonianza impressionante di quanto gli architetti romani fossero ingegnosi. Il Pantheon è rimasto infatti intatto per tutto questo tempo e soprattutto dal foro della cupola sembra non entrare mai la pioggia, un fenomeno che è stato approfondito nel dettaglio. Non c’è copertura perché altrimenti il monumento sarebbe crollato su sé stesso, inoltre si voleva simboleggiare in questo modo il contatto diretto con le divinità. Ogni volta che piove, la corrente d’aria porta letteralmente a “frantumare” le gocce d’acqua, dunque anche in caso di precipitazioni intense la sensazione è che all’interno non succede nulla. Sul pavimento, tra l’altro, non si formano pozzanghere e questo rafforza quella che è una delle principali leggende romane.

Tra l’altro, il foro della cupola, meglio noto come “Oculus” rappresenta l’unica fonte di luce del monumento, un fascio luminoso che rende lo spazio ancora più ampio. Ogni visitatore non può non essere colpito, poi, dalla bellezza delle sette splendide nicchie presenti all’interno e dalle due colonne corinzie che in passato simboleggiavano le divinità legate al culti dei pianeti. A partire dal VII secolo, il Pantheon diventò un chiesa cristiana e da quel momento prese il nome di Santa Maria della Rotonda o Santa Maria ad Martyres. Ma c’è anche molto altro da ammirare all’interno di questa meraviglia della Capitale.

Le sepolture illustri del Pantheon

Da quando il Pantheon è diventato una basilica, sono stati conservati i sepolcri di personaggi illustri: ad esempio, un artista acclamato e importante come Raffaello Sanzio riposa qui ed è emozionante sapere di essere a pochi centimetri dai suoi resti.

L'interno del Pantheon

Dal 1878, inoltre, proprio nel monumento capitolino sono stati sepolti i Re d’Italia, vale a dire Vittorio Emuanele II, Umberto I e la Regina Margherita di Savoia. In poche parole visitare il Pantheon è un’esperienza unica e indimenticabile che permette di scoprire un edificio in grado di racchiudere in sé bellezza, armonia e architettura.

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Gli aeroporti di Roma si preparano all’estate: le novità

Si preannuncia un’estate ricca di novità per chi parte dagli scali della Capitale. La Summer 2023 di Aeroporti di Roma ha, infatti, in serbo per i viaggiatori tanti nuovi collegamenti, in particolare per il Nord America e l’Asia, che rafforzano il ruolo della città come gateway strategico per l’Italia.

La stagione estiva che si appresta ad iniziare viene inaugurata con l’attivazione di oltre 35 nuovi collegamenti aerei. Tra questi, più di 10 verso nuove destinazioni precedentemente mai servite con voli diretti, oltre a una programmazione che si avvicina gradualmente ai livelli pre-pandemia con più di 100 compagnie aeree che serviranno oltre 200 destinazioni verso più di 70 Paesi, collegando così tutti i continenti a Roma.

Aumentano i voli da Roma al Nord America

Il vero protagonista della prossima estate per gli aeroporti capitolini sarà il mercato nordamericano, con una pianificazione che, nei mesi di picco, arriverà a contare 34 partenze al giorno di cui ben 11 solo per New York (qui un’idea di viaggio davvero esclusiva). Un’offerta record, grazie ai nuovi collegamenti che saranno avviati da ITA Airways e agli sviluppi dei vettori americani che arriveranno a offrire un numero di rotte in crescita del 50% rispetto al 2019.

L’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, si posizionerà come terzo hub europeo dopo Londra e Parigi per numero di voli verso la Grande Mela e tra gli scali con la maggior crescita sui voli verso il Nord America, Canada incluso. Le novità continuano con i nuovi collegamenti per San Francisco, nuova destinazione che verrà lanciata nel corso dell’estate da ITA Airways e United Airlines, così come i voli per Città del Messico, grazie al debutto sullo scalo romano di Aeromexico. Aumentano poi le offerte su destinazioni storicamente collegate a Roma. New York vedrà l’ingresso anche di Norse Atlantic Airways come nuovo player con un volo giornaliero.

A partire da giugno, ITA Airways introdurrà un nuovo volo diretto per Washington, mentre l’aumento delle frequenze di Air Canada ed Air Transat renderà disponibili fino a 3 voli giornalieri per Toronto e Montréal. A investire sugli aeroporti romani anche WestJet, che aumenterà la disponibilità di voli per Calgary, unico collegamento diretto dall’Italia verso il Canada occidentale lanciato lo scorso anno, offrendo fino a 5 frequenze settimanali. È prevista, inoltre, una crescita della connettività anche per il Sud America, con il graduale incremento di Aerolineas Argentinas che arriverà a collegare il Leonardo da Vinci con 5 voli settimanali per Buenos Aires.

Nuovi voli per l’Asia e novità per il breve-medio raggio

Altra grande protagonista della Summer 2023 di Aeroporti di Roma sarà l’Asia. Oltre alle destinazioni disponibili per Tokyo Delhi, grazie all’aumento dei voli di ITA Airways già avviati a fine 2022, si assisterà al recupero delle compagnie aeree della Greater China, con la ripresa dei voli per Pechino e Shanghai, e l’incremento di offerta anche verso le città di Chengdu, Hangzhou e Chongqing.

A Fiumicino ci saranno circa 3 voli al giorno verso la Repubblica Popolare Cinese, e il ripristino del collegamento diretto per Taipei, capitale di Taiwan ricca di attrazioni, operato 3 volte a settimana. Roma sarà, inoltre, collegata fino a 2 volte al giorno con Seoul, grazie agli sviluppi di Korean Air ed Asiana, e 5 volte a settimana con Singapore, con la Singapore Airlines.

Restando nel lungo raggio, spicca l’incremento di offerta di Qatar Airways che offrirà in alcuni giorni della settimana fino a 3 voli giornalieri, salendo a 18 frequenze settimanali, così come quella di Gulf Air, partita a giugno 2022, che continua a investire sulla Capitale, introducendo la terza frequenza settimanale per Manama in Bahrain.

Infine, per il breve-medio raggio, nuove e interessanti destinazioni internazionali andranno ad arricchire l’offerta della città direttamente collegate con Roma: tra queste Baku (Azerbaigian), Faro e Funchal (Portogallo), Danzica (Polonia), Memmingen (Germania), Castellón (Spagna) e Bastia (Francia), grazie allo sviluppo di compagnie come Volotea, Vueling, Air Corsica, Wizz Air e Ryanair. In particolare, queste ultime due aumenteranno l’offerta di collegamenti introdotta nel 2022, arrivando a basare rispettivamente 11 e 9 aerei nello scalo di Fiumicino.

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Che fine fanno gli oggetti smarriti in aeroporto? Quelli di Roma sono all’asta. Puoi comprarli

A volte è colpa del troppo entusiasmo che si unisce all’euforia del momento, altre volte è la fretta, legata alla paura di fare tardi e di perdere quell’areo. Altre volte, ancora, si tratta di piccoli istanti di distrazione durante il controllo sicurezza che però si rivelano fatali. Indipendentemente dalle motivazioni, dai luoghi e dalle occasioni, ecco che ci ritroviamo senza il nostro paio d’occhiali da sole, senza più lo smartphone, il caricabatterie, o qualsiasi altra cosa che avevamo portato con noi per affrontare il viaggio.

Ma che fine fanno gli oggetti smarriti in aeroporto? Accorgersene in tempo è una fortuna, perché è allora che i viaggiatori possono riscattare le proprie cose al banco informazioni, se queste vengono ritrovate s’intende. Per chi invece non ha cercato, reclamato e riabbracciato i propri effetti personali, persi o dimenticati proprio in aeroporto, non c’è più nulla da fare, o quasi.

Sì perché per tutti gli oggetti smarriti all’interno dell’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, e non reclamati negli ultimi 13 mesi, saranno messi all’asta fino al 23 marzo del 2023 gestita dall’Istituto di Vendite Giudiziarie dei Tribunali di Roma e Tivoli. E se fosse l’occasione giusta per ritrovare quell’orologio al quale eravate tanto affezionati?

Che fine fanno gli oggetti smarriti in aeroporto?

È qualcosa che è successo a tutti, almeno una volta nella vita, di dimenticare qualcosa in aeroporto, proprio prima di partire per quella destinazione da sogno che avevamo sempre desiderato esplorare. Un capo d’abbigliamento, per esempio, o gli occhiali. Il tablet, l’orologio, un anello o una collana. C’è chi ha dimenticato un oggetto personale e chi, addirittura, un serpente a sonagli vivo. Il luogo incriminato è soprattutto quello del controllo sicurezza: per prepararsi velocemente e non correre il rischio di fare tardi, ecco che si dimentica qualcosa.

Può succedere anche in aereo che, a causa della distrazione o della stanchezza del viaggio, si perda qualcosa a bordo. Come abbiamo anticipato, accorgersene in tempo può davvero dare la possibilità di ritrovare i propri effetti personali. In quel caso è opportuno rivolgersi all’ufficio degli oggetti smarriti dell’aeroporto di riferimento.

Quando nessuno reclama gli effetti personali smarriti, per un motivo o per un altro e per diversi mesi, questi vengono affidati alla sorte. In Alabama, per esempio, esiste un gigantesco magazzino dal nome Unclaimed Baggage che collabora con diverse linee aeree. Quando gli oggetti e i bagagli conservati nel Lost & Found non vengono riscattati, il negozio li dona, li ricicla o li mette in vendita.

E così ha scelto di fare anche l’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, che ha organizzato un’asta per tutti gli oggetti non reclamati negli ultimi 13 mesi, e quindi considerati abbandonati.

L’asta degli oggetti smarriti nell’Aeroporto di Roma Fiumicino

Quelli messi all’asta dall’Istituto di Vendite Giudiziarie dei Tribunali di Roma e Tivoli, non sono dei singoli oggetti, ma dei veri e propri lotti di cose perse e mai più ritrovate. Ci sono, per esempio, diversi bagagli in vendita, e anche se il loro contenuto non è stato svelato potrebbe comunque risultare un affare. Ci sono anche tablet e iPad, occhiali da sole, accessori , gioielli e bigiotteria, anche questi venduti in lotti.

La vendita all’asta di tutti gli oggetti smarriti all’interno dell’aeroporto di Fiumicino sarà disponibile fino al 23 marzo online. E chissà se, in questa occasione, riuscirete a ritrovare quel cappello al quale eravate tanto affezionati.

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Puoi pranzare in un’opera d’arte tra angeli e sibille: succede nella Capitale

Organizzare un viaggio a Roma, per scoprire e riscoprire le meraviglie della città eterna, è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. La Capitale d’Italia, infatti, conserva e preserva da secoli un patrimonio storico, artistico e architettonico che ha influenzato il mondo intero, e che ancora oggi vive e sopravvive attraverso le numerose testimonianze che si trovano tra le strade e i quartieri della città.

Sono diversi gli itinerari che permettono di scoprire il glorioso passato della Capitale e che si intrecciano con le novità che ogni giorno la città di Roma propone. Insomma, le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e tutte sono destinate a sorprendere.

E se volete fare qualcosa di davvero sorprendente, durante un viaggio nella città eterna, allora non potete perdervi questo posto. Si tratta di un luogo inedito e straordinario che permette di pranzare dentro un’opera d’arte tra angeli e sibille. L’esperienza è unica.

Un’esperienza unica in uno spazio culturale

Sono tantissimi i luoghi nella Capitale che celebrano l’arte e la cultura, quella del presente, del passato e del futuro. Il Colosseo, la Basilica di San Pietro e i Musei Vaticani che ospitano la grandiosa Cappella Sistina, e poi i Fori imperiali, le piazze, le fontane e le sculture. Al fianco dei monumenti più iconici della città, gli stessi che ogni giorno sono raggiunti da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, ci sono anche i musei e gli spazi culturali dedicati proprio a chi vuole scoprire la storia dell’arte di Roma e del mondo intero.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, uno spazio culturale che ospita esibizioni e installazioni itineranti e periodiche situato all’interno di un edificio tanto bello quanto affascinante. Ci troviamo dentro il Chiostro del Bramante, una costruzione elegante e rinascimentale ispirata al disegno classico, e realizzata da Donato Bramante su commissione del cardinale Oliviero Carafa nel 1500.

Proprio qui, al di là delle sale espositive che ospitano periodicamente mostre itineranti, esposizioni e installazioni site-specific, esiste un bistrot che permette a cittadini e viaggiatori di pranzare, fare colazione o prendere un caffè all’interno di un’opera d’arte straordinaria. Ma non è tutto perché proprio da qui, è possibile ammirare da un accesso privilegiato un altro incredibile grande capolavoro che porta la firma del grande Raffaello.

La Sala delle Sibille nel Chiostro del Bramante

Fonte: Getty Images

La Sala delle Sibille nel Chiostro del Bramante

La Sala delle Sibille: pranzare in un’opera d’arte a Roma

Situato in Via della Pace, ad appena un chilometro di distanza da Piazza Navona, il Chiostro del Bramante ospita quella che è una delle esperienze più incredibile da vivere e da condividere nella capitale.

All’interno dello spazio culturale, infatti, esiste uno spazio adibito per colazioni, brunch e pranzi. Un bistrot che prende il nome di Sala delle Sibille e che proprio all’omonima opera di Raffaello, custodita della Chiesa di Santa Maria della Pace, è ispirato.

La sala in questione ospita l’opera site-specific di Fallen Fruit “Trappola d’Amore a Pleasure Palace”, realizzata nel 2021 in occasione della mostra Crazy e diventata adesso parte integrante dell’esperienza sensoriale. Questo capolavoro, infatti, riveste completamente le pareti e gli arredi della sala, consentendo agli ospiti del bistro di vivere una pausa golosa all’insegna della grande bellezza.

Ma non è tutto perché c’è un’altra sorpresa per chi sceglie di fermarsi all’interno della Sala delle Sibille. Da qui, infatti, è possibile ammirare da una finestra l’affresco “Le Sibille” di Raffaello conservato nella Chiesa di Santa Maria della Pace adiacente al Chiostro del Bramante.

La finestra che affaccia sul capolavoro di Raffaello, Chiostro del Bramante

Fonte: Getty Images

La finestra che affaccia sul capolavoro di Raffaello, Chiostro del Bramante
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Roma come i Caraibi: il nuovo parco acquatico

I Caraibi stanno per arrivare a Roma, o almeno questo è l’obiettivo di MagicSplash, il nuovo parco acquatico che fa capo a MagicLand, il parco divertimenti di Valmontone inaugurati nel 2011, che sta per aprire nella nostra Capitale.

MagicSplash, il nuovo parco acquatico

È già stato avviato il cantiere per il nuovissimo parco acquatico di Roma che accoglierà i visitatori in una vera e propria isola tropicale di oltre 40.000 metri quadrati.

E sì, sembrerà di stare davvero ai tropici: vegetazione rigogliosa – sono previste oltre 16.000 piante tropicali e palme – 10.000 metri quadrati di spiaggia con 5.000 tonnellate di sabbia bianchissima e attentamente selezionata per le sue speciali caratteristiche che la rendono refrattaria all’assorbimento di calore; 1.700 lettini e ombrelloni in paglia naturale in buona parte a disposizione gratuitamente.

Queste sono solo alcune delle cose di cui sarà possibile godere a MagicSplash perché in cantiere c’è anche l’Onda del Caribe, una piscina ad onde di 2.000 metri quadrati, e il dolce corrente di Rio Cauto, un fiume lento di quasi 400 metri lineari (il più lungo di tutto il Centro Sud Italia) avvolto da una fitta vegetazione tropicale.

Un parco estivo che è stato pensato anche per i bambini che qui troveranno El Castillo, un playground acquatico di oltre 12 metri di altezza e posizionato in una piscina di 1000 metri quadrati; la Laguna Tiburon, uno spray park per i più piccini; Cala Tortuga con 4 scivoli acquatici tra cui un Mini Cone e un Mini Boomerang che saranno perfetti per far divertire anche gli adluti.

Non mancherà di certo la sicurezza grazie a impianti che assolvono alle più recenti ed esigenti prescrizioni sul tema, al fine di garantire la migliore filtrazione e igienizzazione delle acque. Saranno poi presenti 35 bagnini ed assistenti bagnanti, centinaia di giubbotti salvagente e un punto di primo soccorso, costantemente presidiato da personale sanitario.

A completare l’offerta ci saranno quattro punti ristoro all’interno di strutture in legno di eucalipto e paglia naturale: una hamburgheria, una pizzeria, una panineria ed un chiringuito per dissetarsi con una fresca bibita, succhi di frutta naturale, macedonie, granite, smoothies, gelati e cocktail. Poi menù vegetariani e vegani e il Bazar Del Mar, un negozio di articoli da spiaggia fornito di ogni necessità. Poi ancora aree attrezzate con spogliatoi, docce con acqua calda e armadietti di sicurezza per depositare le proprie borse.

Ma non solo. MagicSplash ha pensato anche a coloro che preferisco godere di maggiore privacy: sarà disponibile Playa Paraiso in cui prenotare una delle 6 Cabanas in paglia con una capienza fino a 6 persone ognuna, tutte dotate di spiaggia privata e dei migliori comfort come vasca idromassaggio, frigorifero con bibite a disposizione, divanetti, lettini e teli mare.

Quando aprirà è quanto costerà MagicSplash

MagicSplash avrà a sua disposizione un nuovo ingresso dedicato, dotato di un nuovo ed ampio parcheggio di circa 500 posti auto, oppure attraverso MagicLand, dopo aver acquistato una estensione del biglietto.

Attualmente non c’è una data precisa sull’apertura del nuovo parco acquatico romano, ma è attualmente prevista per l’estate del 2023 con probabili tariffe a partire da 14,90 € per l’intera giornata, ma anche biglietti pomeridiani per chi vi accederà dalle 2 del pomeriggio in su.

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Scoperta “Roma”, la donna simbolo della città

Che Roma nella sue viscere nasconda ancora tantissimi tesori antichi lo sanno anche i muri, ma che con gli ultimi scavi ritornasse alla luce qualcosa di così importante non era di certo prevedibile. È stata scoperta “Roma”, la donna simbolo della città. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Durante gli scavi della metro C emerge “Roma”

Durante gli scavi per la metro C di Roma, e più precisamente quelli che si stanno effettuando presso la stazione di Porta Metronia, è tornato alla luce dopo centinaia di anni un raffinatissimo reperto dell’antica Roma, una personificazione della stessa Città Eterna.

Nei fatti tutto questo non è una novità: il tema iconografico è già noto. Le prima immagini di “Roma” sulle monete romane risalgono al 269 a.C., anche se in realtà è presente su altre monete romane coniate a Locri nel 204 a.C. La vera cosa che sorprende in relazione a questo ritrovamento è che il primo e unico caso finora al mondo in cui ci la personificazione di “Roma” è eseguita su un vetro dorato.

Come nelle monete già rinvenute in passato, “Roma” è rappresentata come una donna in veste amazzonica, armata di spada. Talvolta clipeata o coronata di alloro, con vicino una Vittoria alata o altri simboli.

Le dichiarazioni degli esperti

La funzionaria archeologa della Soprintendenza speciale di Roma, Simona Morretta, ha spiegato all’ANSA che: “Già un vetro dorato è un reperto molto raro, ma questo non ha confronto allo stato attuale degli studi. Non si era mai trovato un vetro dorato con la personificazione della città di Roma“.

L’esperta ha poi continuato specificando che è un reperto di “straordinaria finezza esecutiva”. Stando a quanto appreso fino a ora, originariamente era il fondo di una coppa, un oggetto all’epoca decisamente particolare e che spesso veniva utilizzato come dono.

Niente di poi così diverso rispetto ai nostri tempi in cui con alcuni peculiari ed eleganti bicchieri o boccali, il bevitore può guardare in trasparenza l’immagine sul fondo. Sì, sembrerebbe che ci avevano già pensato i romani. Anche se, come ben spiegato da Morretta e sempre all’ANSA: “Noi non sappiamo se venisse usato realmente per contenere qualcosa o come soprammobile, ma certamente mettere una immagine sul fondo rispecchia quell’idea”.

Il manufatto ha vissuto diverse ‘vite’ prima di arrivare a noi: “Era un oggetto prezioso e quando si è rotto o scheggiato non l’hanno voluto buttare. Ma dato che una coppa di vetro non si poteva riparare, ne è stato ‘ritagliato’ il fondo, e può darsi che sia stato esposto su un mobile o appeso a una parete”.

Inoltre, è emerso che il reperto non apparteneva alla caserma trovata negli scavi. La struttura militare fu abbandonata alla metà del III secolo, e in seguito ne vennero tagliati i muri, le macerie buttate all’interno e tutto venne ricoperto di terra. Il vetro dorato è emerso proprio da questi strati di interro ed è posteriore: “Da questo primo studio – ha aggiungo l’archeologa  parlando con l’ANSA– ci sembra un manufatto degli inizi del IV secolo“.

La buona notizia è che ora avrà un’altra vita in quanto diventerà di fruizione pubblica: avrà una teca dedicata nella stazione-museo della metro di Porta Metronia.

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Tutti i modi per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino

Fiumicino, o meglio l’aeroporto romano intitolato al genio di Leonardo da Vinci, si fa sempre più grande e bello in vista del Giubileo del 2025. In questa prospettiva, il principale scalo di Roma sarà ancora più accessibile e semplice da raggiungere, anche dal resto d’Italia. D’altronde è risultato al primo posto nella classifica dei migliori aeroporti d’Italia e quello con i maggiori numeri del Paese.

Stando agli ultimi dati, nel 2021 ha quasi recuperato i valori prepandemia, coinvolgendo circa il 14,4% del traffico totale. Ha messo a segno oltre undici milioni e mezzo di viaggiatori nel 2021, ovvero il 18,6% in più rispetto al 2020, e raggiunto punte giornaliere di circa 90mila presenze. Molto, molto di più del secondo scalo cittadino, situato a Ciampino a una ventina di chilometri sud-est dalla città. Ecco tutte le ultime indicazioni per sapere come raggiungere l’aeroporto di Fiumicino.

Tutti i modi per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino

Nonostante le dimensioni imponenti – sono stati da poco inaugurati i lavori di ampliamento al Terminal 1 – lo scalo si trova vicino alla capitale – circa 30 chilometri a ovest di Roma –  e soprattutto è raggiungibile con diversi mezzi, per tutti i budget e le esigenze. Dall’auto al treno al bus fino ai transfer privati, le opzioni sono moltissime e tutte estremamente comode. Dal centro città, è possibile arrivare velocemente in aeroporto per imbarcarsi, senza timore di perdere l’aereo.

Transfer per Fiumicino in auto e in taxi

Se ci si reca in aeroporto con la propria auto, la strada più veloce per raggiungere l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci di Fiumicino è prendere il Grande Raccordo Anulare (GRA) per poi immettersi sull’autostrada A91 Roma – Fiumicino. Per chi viene da Civitavecchia, basta seguire le indicazioni per lo scalo subito dopo il casello di uscita. Sono a disposizione parcheggi differenziati a seconda del tempo di sosta, breve, media, lunga.

Se invece non si dispone di una macchina, ma si vuole il comfort di un passaggio in auto, esistono organizzazioni che offrono transfer dal centro di Roma fino al terminal delle partenze. A seconda delle necessità, si possono prenotare sia transfer privati con autista sia passaggi collettivi. Le tariffe sono particolarmente vantaggiose, specie se si viaggia in un piccolo gruppo. In ogni caso, si tratta di soluzioni pratiche e sicure, oltre che incredibilmente comode. Se il traffico non è eccessivo, servono circa 45 minuti di viaggio.

Naturalmente esiste anche il servizio di auto pubbliche. La tariffa del taxi per Fiumicino, partendo da Roma centro.è di circa 50 euro.

Come arrivare da Roma Termini a Fiumicino in treno

Viaggiare su rotaia è comodissimo, e soprattutto permette di arrivare a Fiumicino senza le incognite del traffico. Il treno Leonardo Express, ad alta velocità e senza fermate intermedie, collega la centralissima Stazione Termini direttamente con la stazione situata all’interno dell’area aeroportuale, in prossimità dei Terminal di arrivo e partenza. Il treno per Roma Fiumicino prevede collegamenti numerosi e veloci: le partenze sono effettuate ogni 15 minuti e il tempo di percorrenza è di 32 minuti.

Sono sempre di Trenitalia i treni regionali della linea FL1 che coprono la distanza fra le altre stazioni della capitale, come Roma Tiburtina, con lo scalo aeroportuale. Le partenze sono ogni 15 minuti nei giorni feriali e ogni 30 nei giorni festivi.

Per chi invece proviene da fuori Roma, quattro treni ad alta velocità – due in arrivo e due in partenza – collegano quotidianamente l’aeroporto Leonardo da Vinci con Napoli, Firenze, Bologna, Padova e Venezia, senza necessità di effettuare cambi.

Come arrivare in centro a Roma in bus

Con una formula economica, sono numerose le compagnie di bus che coprono la tratta Fiumicino-centro di Roma. Tra le principali sono da segnalare Sit Bus Shuttle e Terravision. Quasi tutte effettuano una fermata in corrispondenza di Roma Termini e delle altre stazioni cittadine. Per non perdere nemmeno un minuto di tempo, e saltare la fila, conviene acquistare in anticipo il biglietto del bus.

Come andare da Fiumicino a Ciampino

Al momento non esiste un collegamento diretto fra l’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino e l’aeroporto Giovan Battista Pastine di Ciampino. Pertanto, se si deve effettuare un transfer fra i due scali, si può prendere a Fiumicino l’autobus fino a Termini da lì il Ciampino Airlink per raggiungere l’altro aeroporto, o viceversa. Un’altra soluzione, più costosa, è effettuare il tragitto in taxi o prenotando un transfer privato.