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Inaugura in Italia il primo resort dedicato al Padel, ecco com’è

Padel che passione: è uno sport che viene praticato da tantissime persone che, racchetta alla mano (diversa da quella per il tennis), si sfidano in un’attività che si fa a coppie e all’insegna del divertimento e della sfida.

Non stupisce, quindi, che in Italia apra il primo resort dedicato al padel, un luogo dedicato a questo sport, ma non solo: è il benessere delle persone a essere al centro del progetto. Campi al chiuso e all’aperto, piscina, palestra, ristorante dove gustare piatti di altissima qualità, ma anche camere dotate di ogni confort, in uno spazio di design e curato in ogni minimo aspetto.

The Padel Resort aprirà i battenti a Como, alla fine di febbraio e sarà uno spazio accogliente e capace di rispondere alle esigenze più disparate. Ecco com’è.

Tutti i dettagli per conoscere come sarà The Padel Resort

The Padel Resort, primo in Italia ad avere 11 campi da padel, dovrebbe aprire i battenti per la fine del mese di febbraio a Como e la sua realizzazione ha avuto uno scopo importante: quello di recuperare e riqualificare la zona industriale che di trova in via Pasquale Paoli. Il progetto è stato realizzato dalla famiglia Parolini, proprietaria anche di Iperauto S.p.a. e questo resort mira a diventare un luogo in cui gli ospiti non solo possono divertirsi e praticare attività sportiva, ma anche staccare dal mondo esterno. Le menti dietro al progetto sono Roberto Parolini e l’architetto Vito Ruscio.

Ma com’è il The Padel Resort? Nella struttura saranno presenti 11 campi, di questi 9 saranno interni. Ma non solo, ci saranno: una palestra, un centro di fisioterapia, un ristorante gourmet I tigli, un bistrot (entrambi affidati alle sapienti mani dello chef Franco Caffara), un coworking, una concessionaria Maserati, e, ma in questo caso l’inaugurazione è prevista entro l’estate, ci sarà un boutique hotel dotato di 21 camere deluxe, piscina e solarium. Il resort si sviluppa su 17mila metri quadrati.

Gli stazi di The Padel Resort

Fonte: The Padel Resort

The Padel Resort, gli spazi e gli arredi

Lo sport protagonista del resort

Aperti tutti i giorni dell’anno e dotati di un’Academy con professionisti, gli 11 campi da padel sono superpanoramici, a questi si aggiungono due studi di fisioterapisti e osteopati, una palestra e un’area coworking. La piscina da 25 metri, poi, si trova nella parte esterna e con l’inaugurazione dell’hotel è previsto anche il taglio del nastro del solarium.

Un vero e proprio tempio del benessere, il luogo perfetto per dedicarsi all’attività sportiva ma anche per lavorare e rilassarsi grazie agli spazi coworking e alle aree verdi.

E anche un progetto che mira ad accontentare gli amanti di questa attività sportiva. Il padel, infatti, è uno sport che sta attirando sempre più appassionati, basti pensare che – secondo un articolo di giugno 2023 pubblicato sulla Gazzetta dello Sport – i tesserati in Italia ammontano a 1,2 milioni. Dati che, se confrontati con i numeri degli anni precedenti, dimostrano che c’è stata una crescita del 489% in quattro anni.

The Padel Resort, lo spazio per le riunioni

Fonte: The Padel Resort

The Padel Resort uno spazio per le riunioni

Come sarà l’hotel

Aprirà per l’estate, invece, l’hotel annesso che metterà a disposizione degli ospiti 24 camere tutte di tipologia deluxe. Le stanze saranno molto ampie, grandi 25 metri quadrati e saranno tutte dotate di un ampio balcone affacciato sul giardino, la piscina, il solarium attrezzato e il beach bar.

Sport, benessere, spazi per riunioni, ottimo cibo: il tutto in un solo luogo, nella bellissima città di Como. Le attività e i servizi del resort saranno disponibili per gli ospiti dell’hotel, per i tesserati e per tutti, previa prenotazione.

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Idee di Viaggio New York Nord America ristoranti Viaggi

Questo ristorante serve le patatine fritte più costose del mondo

Le patatine fritte più costose del mondo? Le ha pensate e realizzate un ristorante che si trova negli Stati Uniti e, più precisamente, a New York. Il costo è di 200 dollari motivati dagli ingredienti (decisamente preziosi) con cui vengono preparate.

Amate in tutto il mondo, le patatine sono un vero e proprio must sulle tavole e in ogni luogo si trovano in tante versioni diverse. In genere accessibili a tutti, ma non al Serendipity3 di New York, locale noto per i suoi Guinness World Record, tra cui quello del panino più costoso al mondo. Così come le patatine fritte, che si aggirano sui 200 dollari, ovvero al momento circa 183 euro.

Le patatine da Guinness? La ricetta del Serendipity3 di New York

Gli ingredienti che compongono il piatto sono straordinari e giustificano il prezzo, stiamo parlando delle patatine fritte del Serendipity3 di New York che si sono aggiudicate il Guinness World Record. Il nome del piatto è significativo: Crème de la crème des pommes frittes ed è realizzato utilizzando il meglio. Pensate dagli chef Joe Calderone e Fredrick Schoen-Kiewert, sono state realizzate per offrire un piatto unico. E così hanno trasformato lo street food per eccellenza in un manicaretto da record.

Ingrediente base sono le patate Clipperback. Queste innanzitutto devono essere prima sbollentate, ma non in acqua qualsiasi, bensì nello champagne Dom Perignon e nell’aceto di Champagne-Ardenne Le Blanc. Passaggio successivo è la frittura: che non si pensi, però, all’olio, infatti questo passaggio viene effettuato utilizzando puro grasso d’oca.

Le patatine vengono infine cosparse con olio alimentare e condite con sale e olio al tartufo. Ultimo passaggio: quando vengono impiattate (rigorosamente servite su un piatto di cristallo), vengono accompagnate con scaglie di tartufo e salsa al formaggio.

Questa ricetta ha ottenuto il Guinness dei primati nel 2021 e, all’epoca, c’era una lista d’attesa molto lunga per poterla gustare. Come riportava la CNN, infatti, era di circa dieci settimane.

Gli altri piatti da record nel locale di New York

Non solo patatine: al Serendipity3 di New York sono stati realizzati altri piatti da record, per questo – se si programma una vacanza nella Grande Mela – vale la pena inserirlo tra le tappe. Oltre ai piatti tradizionali e a costi più accessibili, si trovano anche quelli che hanno ottenuto il Guinness World Record.

Come un semplice panino al formaggio servito alla “modica cifra” di 214 dollari, circa 195 euro. La ricetta è stata riproposta per un tempo limitato ad aprile 2023 in occasione della giornata nazionale del formaggio alla griglia. Anche in questo caso la preparazione prevede l’uso di ingredienti extra lusso e di altissima qualità.

Come spiega un post Instagram del locale il The Quintessential Grilled Cheese Sandwich è composto da: “Pane francese Pullman Champagne fatto con Dom Perignon Champagne e scaglie d’oro commestibili 23k, imburrato con burro al tartufo bianco alimentato a erba”. Al suo interno, poi, una farcitura davvero speciale realizzata con il formaggio Caciocavallo Podolico: “Prodotto in Sud Italia dal latte della mucca Podolica, che pascola all’aperto, nutrendosi di erbe fortemente aromatiche come finocchietto, liquirizia, ginepro, alloro e fragole selvatiche, infondendo al latte questi dolci profumi aromatici. Ci sono solo circa 25.000 di queste vacche speciali e producono latte solo durante maggio e giugno, rendendo questo formaggio uno dei più pregiati e rari al mondo”.

Nel menu visibile sul sito ufficiale del locale risultano ordinabili (ma in anticipo) i piatti del Guinness World Record: Golden Opulence Sundae (un dolce gelato davvero speciale), l’hamburger Le Burger Extravagant, il panino Quintessential Grilled Cheese Sandwich, Foot Long Haute Dog, Luxe Milkshake e le patatine fritte più costose al mondo.

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Sono questi i migliori ristoranti d’Italia quest’anno

Due ristoranti con tre stelle Michelin, il massimo riconoscimento che si possa ottenere, per la prima volta nella storia della Guida Michelin in Italia, mentre salgono da undici a 13 i tre stelle italiani; 26 ottengono la prima stella e cinque la seconda.

L’edizione 2024 della Guida Michelin presentata a Brescia premia anche quest’anno l’eccellenza della ristorazione italiana, aggiungendo alla già folta schiera di chef – la maggior parte giovani – altre dieci stelle passando così da 385 a 395.

Le novità della Guida Michelin 2024

I nuovi ristoranti tre stelle Michelin

Si accendono nuove stelle sui ristoranti italiani. Il già stellato chef altoatesino Norbert Niederkofler ottiene le tre stelle per il ristorante di Brunico Atelier Moessmer Norbert Niederkofler.

Inoltre, dopo tanti anni le tre Stelle tornano nel Sud con il ristorante Quattro Passi di Nerano, sulla Costiera Amalfitana, della famiglia Mellino. In totale la Guida Michelin 2024 conta 13 ristornati tri stellati.

I nuovi ristoranti due stelle Michelin

Le due stelle Michelin sono più numerose e le hanno ottenute ben cinque ristoranti italiani: La Rei Natura di Serralunga d’Alba dello chef Michelangelo Mammoliti, il George Restaurant sul rooftop del Grand Hotel Parker’s di Napoli e Piazzetta Milù della famiglia Izzo a Castellammare di Stabia, sempre in Campania. Due ristoranti due stelle Michelin sono a Milano: Verso Capitaneo dei fratelli Capitaneo e Andrea Aprea, all’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati. In totale la Guida Michelin 2024 conta 40 ristoranti bi stellati.

I nuovi ristoranti una stella Michelin

Sono 26 i nuovi ristoranti che hanno ottenuto una stella Michelin e sono distribuiti in tutte le regioni d’Italia. Andiamo in ordine: in Lombardia ce ne sono ben cinque nuovi di stellati e si tratta di Horto aperto da Norbert Niederkofler a Milano, del ristorante La Coldana di Lodi, Il Fagiano a Fasano del Garda, di Contrada Bricconi a nel borgo di pietra di Oltressenda Alta in Val Seriana e del locale Sui generis di Saronno.

Quattro ristoranti sono invece in Sicilia e sono il Votavota a Marina di Ragusa, il Crocifisso di Noto, il Cortile Spirito Santo a Siracusa e Il Bavaglino, ricavato in un ex edificio per la salatura del pesce a Terrasini. Quattro anche in Toscana: Il Visibilio a Castelnuovo Berardenga, il Saporium Firenze nel Capoluogo toscano, La Magnolia nell’hotel Lord Byron di Forte dei Marmi e Osmosi, in una cascina storica di Montepulciano.

In Campania ce ne sono tre, Alici dell’hotel Borgo Santandrea di Amalfi, il Bluh Furore, sotto la “bandiera” di chef Enrico Bartolini, affacciato sul fiordo, e Un piano nel cielo di Leopoldo Elefante a Praiano. Tre nuovi anche in Umbria, che raddoppia il numero di ristoranti stellati in un sol colpo: Ada, nel centro storico di Perugia, Une, ricavato in un antico mulino a Capodacqua, una frazione di Foligno, ed Elementi, di chef Andrea Impero nell’albergo Borgobrufa a Torgiano.

Due si trovano in Liguria ovvero il Marin al Porto Antico di Genova e il Vignamare ad Andora. Altrettante nuove stelle sono andate al Veneto con i ristoranti Nin a Brenzone sul Garda e Vite all’intero del Treviso Arts District di Lancenigo.

Uno solo nuovo in Emilia-Romagna, e si tratta di Casa Mazzucchelli a Sasso Marconi, così come in Trentino, il Dolomieu di Madonna di Campiglio, una piccola stube di legno di rovere con soli sei tavoli, e in Valle d’Aosta con il Wood di Cervinia. guidato da una chef proveniente dalla Lapponia svedese e un nuovo ristorante con una stella c’è anche a Roma, l’Orma Roma del celeberrimo chef di origine colombiana Roy Caceres. In totale, la Guida Michelin 2024 conta 342 ristoranti con una stella Michelin.

 

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Abruzzo Curiosità ristoranti Viaggi

Abruzzo, mangiare in un trabucco cullati dalle onde

Tra le innumerevoli bellezze naturalistiche e paesaggistiche, l’Abruzzo vanta anche la Costa dei Trabocchi, un magico tratto di litorale che si snoda lungo la Strada Statale 16 Adriatica, in provincia di Chieti, che da Francavilla al Mare arriva a San Salvo passando per Ortona, Fossacesia, San Vito Chietino e Vasto.

Un luogo romantico e unico, costellato da spiagge tra le più affascinanti della costa adriatica e dalle iconiche strutture in legno che le danno il nome, i trabocchi (o trabucchi) appunto, simili ad antiche palafitte a pelo d’acqua, utilizzate in passato dai pescatori.

Oggetto di restauro, oggi per la maggior parte sono riconvertiti in ristoranti e offrono, così, l’occasione unica di gustare prelibati piatti, cullati dal suono delle onde e con lo sguardo perso nel blu.

I Trabocchi: di cosa di tratta

Sono simboli della costa chietina, antichi strumenti per la pesca che narrano la storia e la tradizione del popolo abruzzese, edificati lungo le spiagge e ancorati agli scogli e alle rocce, industriose costruzioni in legno impiegate per pescare senza dover uscire con la barca (e che, per alcuni pescatori, diventavano la casa in cui abitare).

Tra i mezzi da pesca più antichi del mondo, si pensa risalgano addirittura ai Fenici. In ogni caso, le prime testimonianze della presenza dei trabocchi sul litorale d’Abruzzo sono del XV secolo, all’interno di un’opera religiosa sulla vita di Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V.

Parlando della struttura vera e propria, si compongono di una piattaforma in legno che si protende sul mare, con un paio (o più) di lunghi bracci definiti “antenne”, ai quali si lega il “trabocchetto”, una rete a maglie strette.
Un complesso sistema di argani consentiva poi di immergere la rete in acqua e sollevarla con il pescato.

Il loro nome potrebbe derivare dal latino “trabs” ovvero “legno, trave” in riferimento alle travi in legno di pino d’Aleppo usate per costruirli, un materiale molto resistente e presente in grande quantità nel territorio.

Uno dei simboli indiscussi dell’Abruzzo, vennero cantati da D’Annunzio, originario di Pescara, nell’opera “Il Trionfo della Morte “come macchine che parevano vivere di vita propria”.

Le meraviglie della Costa dei Trabocchi

punta aderci vasto

Fonte: iStock

Punta Aderci, Vasto, Abruzzo

Diamo ora un’occhiata al favoloso litorale che ospita i trabocchi, partendo da Ortona, con invidiabili spiagge di morbida sabbia dorata e raccolte baie selvagge lambite da un mare limpido e cristallino.
Da segnalare, senza alcun dubbio, Punta dell’Acquabella, “un nome una garanzia”, Punta Ferruccio, spiaggia di ciottoli, Lido dei Saraceni e Lido Riccio.

Proseguiamo fino a incontrare San Vito Chietino, di origine medievale, tuttora custode di un centro storico disegnato da scorci unici sulla costa, chiesette antiche e le tracce delle mura difensive.
Qui emozionano il Promontorio del Turchino, dalle onde color turchese, spiagge di fine sabbia alternate a baie di roccia e ciottoli, e l’Eremo delle Portelle, o Eremo Dannunziano, dove il Vate trascorse un periodo della sua vita.

Rocca San Giovanni, tra i Borghi Più Belli d’Italia, vanta litorali eccezionali che si fregiano della Bandiera Blu, Fossacesia, dall’antico centro storico, ha il suo fiore all’occhiello nel litorale incastonato nella tranquilla baia “Golfo di Venere”, Torino di Sangro ospita la Riserva Naturale Regionale Lecceta, di 180 ettari, e stupendi arenili in località “Costa Verde” e “Le Morge”.

Infine, dall’abitato di Casalbordino si giunge a Punta Aderci, nel territorio comunale di Vasto, magnifico promontorio custode della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci con alcune delle spiagge più apprezzate d’Italia.

Invece Vasto, è suddivisa in Vasto Vecchia, su di una collina a 144 metri di altezza, e in Vasto Marina, gettonata località balneare adatta a tutti per trascorrere rigeneranti giornate in spiaggia.

Dove mangiare in Abruzzo al suono delle onde

Tavolo allestito sul trabocco in Abruzzo

Fonte: iStock

Tavolo allestito sul trabocco in Abruzzo

Come accennato, moltissimi trabocchi oggi sono ristoranti di pregio, in cui assaporare una cucina tradizionale ma moderna a base di ingredienti freschi nella meravigliosa cornice del Mare Adriatico.

A Fossacesia, ad esempio, la sensazione di mangiare “in mezzo al mare” la dona il Trabocco Pesce Palombo, citato già negli anni Venti e ricostruito, secondo i canoni originali, a seguito della mareggiata che lo distrusse nel 1979.
Gestito dalla famiglia Verì, propone una cucina che unisce la tradizione della cucina marinara e di terra all’innovazione e utilizza le materie prime che il mare e il mercato offrono sulla base della stagionalità.
Il menu fisso comprende aperitivo, antipasto, primo e secondo a scelta, frutta fresca e dolci tipici.

Appartiene alla famiglia Verì anche il Trabocco Punta Cavalluccio, sulla costa di Rocca San Giovanni in località Cavalluccio, dove i piatti vengono preparati con pescato locale sulla base di antiche ricette della cucina marinara.
Il menu, a prezzo fisso, si arricchisce con un’ampia carta dei vini (oltre 60 etichette) e una location che non lascia indifferenti.

A Rocca San Giovanni in Contrada Vallevò troviamo il Trabocco Sasso della Cajana, a conduzione familiare, per gustare piatti genuini e freschi preparati con il pescato dell’Adriatico e dei pescatori della zona.
La vista è superba e il menu fisso con antipasti freddi e caldi, un primo, frittura di pesce, dolci e caffè.

Ancora a Rocca San Giovanni, il Trabocco Punta Isolata, dal panorama mozzafiato, propone un’esperienza culinaria di grande qualità con menu fisso a base di pesce abbinato ai migliori vini della Costa Teatina.
Abbondanti antipasti freddi e caldi, primo, due portate di secondo e contorni, per gustose ricette della tradizione.

A San Vito Chietino, in Via Cristoforo Colombo, si trova il Trabocco Punta Fornace cui si accede direttamente dalla spiaggia.
Romantico, con il suono del mare in sottofondo, offre una vasta gamma di antipasti, sia caldi che freddi, e un ricco menu che cambia in base al pescato e include una decina di antipasti, un primo, un secondo con contorno, frutta, dolce e caffè.

A Marina di San Vito, ecco il Trabocco San Giacomo, “sospeso tra cielo e mare”, inaugurato il 2 agosto 2015.
Il menu, che può variare a seconda del pescato del giorno, prevede antipasti freddi e caldi, primo del giorno, secondo, dolce della casa.

Infine, incastonato nel “Golfo di Venere”, a nord di Fossacesia, il Trabocco Punta Punciosa ospita il ristorante “Le 17 lune”, gestito da Monica e Loris.
I piatti rappresentano la tipica cucina abruzzese della costa adriatica, con ottimo pesce fresco dell’Adriatico.

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Lima Notizie Perù ristoranti Sud America Viaggi

In questa città puoi cenare nel ristorante migliore del mondo

Al primo posto della celebre classifica The World’s 50 Best Restaurants c’è un locale che si trova in America Latina. Ed è a Lima, in Perù, quindi che puoi cenare nel migliore ristorante al mondo. Si tratta del Central che, nell’edizione 2023 del riconoscimento, si trova sul tetto del mondo.

Un’occasione, ghiotta ci viene da dire, per programmare una vacanza nel paese sudamericano e unire la cucina d’eccellenza alle bellezze di una terra tutta da esplorare. Tutto quello che c’è da sapere sul ristorante migliore al mondo e sulla città che lo ospita per una vacanza che coinvolge gusto, sguardo ed emozioni.

Central: il ristorante migliore al mondo si trova a Lima in Perù

Quando si viaggia lo si fa per esplorare, per conoscere il mondo, per aggiungere esperienze al proprio bagaglio. Lo si fa con gli occhi: osservando le meraviglie che ci accolgono in ogni angolo del globo terrestre. Lo si fa con il cuore, accumulando emozioni che restano indelebili. E lo si fa con i sensi, sperimentando nuovi gusti e sensazioni. Come quelle culinarie, che sono senza dubbio tra le più apprezzate.

Ecco che, se si programma una vacanza a Lima in Perù, non ci si può far sfuggire l’occasione di provare a cenare nel migliore ristorante al mondo, almeno secondo quanto stabilito da The World’s 50 Best Restaurants, classifica che ogni anno – dal 2002 – viene stilata dal mensile inglese Restaurant coinvolgendo, tramite sondaggio, chef, ristoratori e critici internazionali.

Il ristorante ha aperto nel 2008, lo chef è chef Virgilio Martínez che lavora con la moglie Pía León (responsabile di un altro locale in classifica, ovvero il Kjolle in 28esima posizione). L’obiettivo, riuscito, era quello di far conoscere tecniche e ingredienti autoctoni, sempre nel rispetto delle stagioni.

Del resto, lo ha detto anche William Drew, direttore dei contenuti di The World’s 50 Best Restaurants: “Virgilio Martinez, Pía León e tutta la squadra del Central hanno aperto la strada alla valorizzazione degli ingredienti autoctoni attraverso i loro piatti innovativi e alla loro maestria nell’arte dell’accoglienza. Il loro impegno nella ricerca, nel rispetto del patrimonio nazionale e nella promozione della biodiversità unica del Perù non ha eguali”.

I prezzi variano: come riporta Scatti di Gusto vengono proposti diversi menù degustazione da tante portate: da quelli più costosi (che pare si aggirino introno ai 300 euro) ad altri che hanno un costo di circa 260 euro. Si tratta di un’esperienza che riesce a coinvolgere tutti i sensi e che permette di conoscere un po’ meglio le tipicità del Perù.

Il secondo piano del ristorante Central a Lima, in una foto datata 2013

Fonte: Getty Images – Crediti foto: Cris Bouroncle/AFP

Il secondo piano del ristorante Central a Lima, in uno scatto del 2013

Lima, cosa vedere nella città peruviana

Oltre al cibo, Lima offre tantissime cose da vedere ed esperienze da vivere. Intanto è bene ricordare che il centro storico della città sudamericana è Patrimonio dell’Umanità Unesco: quindi, a ogni angolo regala scorci indimenticabili.

Poi vale la pena ammirare Plaza de Armas e inserire nelle tappe da non perdere anche la Cattedrale di San Giovanni Apostolo Evangelista, la cui prima realizzazione è datata 1535. Tra i distretti da non perdere ci sono il Miraflowers, dove si trova anche il Central, e il Barranco ricco di locali notturni. E ancora il Parco dell’amore con la scultura Il Bacio di Víctor Delfín e la sua vista impareggiabile, il Museo Larco in cui ammirare l’arte precolombiana e l’Huaca Pucllana, la grande e antica piramide che si triva distretto di Miraflores.

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fiordi Idee di Viaggio ristoranti Viaggi

Puoi entrare nella più grande installazione artistica galleggiante del mondo

I fiordi norvegesi, tesori naturali di ineguagliabile bellezza, rappresentano una delle meraviglie più affascinanti del pianeta. Queste incredibili formazioni geologiche, scolpite nel tempo da millenni di erosione glaciale, si infiltrano nel cuore dell’entroterra norvegese, creando uno scenario affascinante di acque azzurre e placide, circondate da imponenti montagne e lussureggianti foreste.

Immerso in questi incantevoli paesaggi, nel cuore dell’Hardangerfjord, è stato recentemente inaugurato l’Iris Expedition Dining, un ristorante esclusivo che offre molto più di un semplice pasto. È un vero e proprio viaggio, una storia coinvolgente e un’esperienza sensoriale unica.

Il ristorante è situato all’interno del Salmon Eye, un’imponente struttura che pesa oltre 1200 tonnellate. e si erge a un’altezza di circa 15 metri, posata su una piattaforma galleggiante. La struttura è magnificamente rivestita da ben 9.500 scaglie, che creano un effetto visivo mozzafiato. Come un incantevole stormo di pesci scintillanti, riflettono la vita marina vibrante del fiordo, trasformando questo luogo in un autentico simbolo dell’oceano.

Iris Expedition Dining: un’esperienza unica nel cuore dell’Hardangerfjord

Non è solo la struttura esterna dell’Iris Expedition Dining a stupire. Al suo interno, l’installazione regala un’esperienza sensoriale indimenticabile, in cui l’arte della cucina si fonde con la bellezza della natura, per offrire ai visitatori un’avventura senza pari.

Il ristorante è dedicato, infatti, alla vita marina sostenibile ed è gestito con maestria da Anika Madsen, una chef danese di grande talento.

Prima di salpare verso il Salmon Eye su barche completamente elettriche, gli ospiti potranno immergersi in un’esperienza straordinaria per scoprire gli ingredienti del menu composto da ben 18 portate, un viaggio gastronomico unico che li condurrà alla scoperta di sapori straordinari.

L’obiettivo è dimostrare l’importanza di ripensare a come garantire uno sviluppo sostenibile del sistema alimentare globale, puntando solo su ingredienti a chilometro zero.

Dal prelibato pesce fresco pescato direttamente dal fiordo ai prodotti del territorio colti nelle fattorie vicine, ogni pasto è una festa di sapori e tradizioni locali. Il menu si adatta perfettamente alle stagioni, rispecchiando così il paesaggio in costante cambiamento e regalando agli ospiti un’esperienza davvero unica e straordinaria.

L’esclusivo Iris Expedition Dining accoglie solo 24 persone, è aperto quattro giorni alla settimana, dal mercoledì al sabato ed è possibile prenotare sul sito ufficiale.

Salmon Eye: un’icona di arte e architettura sostenibile

Il design audace e l’approccio innovativo del Salmon Eye lo rendono un vero e proprio punto di riferimento per l’arte e l’architettura sostenibile.

L’obiettivo del progetto è quello di mantenere uno sguardo attento sulla salute dei nostri oceani e sulla sostenibilità: un impegno senza compromessi per un futuro migliore.

Ma Salmon Eye non è soltanto un capolavoro architettonico, è anche un’esperienza educativa immersiva. Una volta all’interno, i visitatori vengono trasportati nel suggestivo mondo delle pratiche di acquacoltura sostenibile.

Inoltre, la struttura è stata attentamente progettata per avere il minimo impatto ambientale possibile, fungendo anche da hub per il dialogo sulla sostenibilità e promuovendo una comunità di consumatori informati per preservare il nostro pianeta.

Iniziative come quelle del Salmon Eye non solo salvaguardano la bellezza naturale e la salute ecologica dei fiordi, ma assicurano anche il loro godimento continuo per le generazioni future. Il successo di questi sforzi è un potente modello per altri Paesi del mondo, dimostrando che lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale possono andare di pari passo.

 

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itinerari culturali musei Notizie ristoranti Viaggi

Questo ristorante storico è stato trasformato in un museo

Organizzare un viaggio in Spagna è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione. Lo è perché il Paese intero ospita un patrimonio culturale, artistico e naturale di immensa bellezza che varia e si differenzia a ogni chilometro percorso. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e non basta certo un solo viaggio per scoprirle tutte.

Dalla capitale Madrid, che ospita il Palazzo Reale e il Museo del Prado, a Barcellona, dove è possibile ammirare le suggestive opere di Antoni Gaudí, passando per Segovia e per il suo castello medievale e perdendosi tra i paesi bianchi dell’Andalusia: questi sono solo alcuni degli itinerari che vi permetteranno di scoprire i meravigliosi territori che si snodano nel Paese.

A questi, poi, se ne aggiunge un altro. Si tratta di una tappa inedita e straordinaria, un’esperienza che unisce l’arte e il gusto in un unico luogo. Sì perché in Spagna, e più precisamente a Cala Montjoi, quello che è un ristorante storico, caratteristico e tradizionale, è stato trasformato in un museo. Pronti a partire?

Il ristorante-museo sulla Costa Brava

Il nostro viaggio di oggi ci conduce al cospetto di uno dei territori più affascinanti, suggestivi e popolari di tutta la Spagna, stiamo parlando di Costa Brava, un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti delle spiagge e della natura. Proprio qui, e più precisamente a Cala Montjoi, nel Parco Naturale di Cap de Creus, esiste un locale che è un vero e proprio punto di riferimento per tutto il territorio, per i cittadini e per i viaggiatori.

Stiamo parlando di elBulli1846, un ristorante situato a nord di Girona, la cui storia è anticipata nel suo nome. Il numero 1846, infatti, fa riferimento ai piatti che sono stati preparati e offerti dal locale sin dalla sua inaugurazione. Gastronomia e innovazione hanno sempre contraddistinto il menu del ristorante che è un vero e proprio omaggio al territorio e alle tradizioni spagnole.

elBulli1846 non soddisfa solo il palato, anche se questo motivo, da solo, basterebbe per raggiungere il celebre ristorante. Il locale, infatti, è stato trasformato in un museo, il primo al mondo di questo genere. Con oltre 60 installazioni artistiche, concettuali e audiovisive, questo tempio del gusto si prepara ad accogliere viaggiatori di tutto il mondo per permettere loro di vivere un viaggio sensoriale e straordinario nella gastronomia.

elBulli1846, installazioni esterne

Fonte: elBulli1846/PepoSegura

elBulli1846, installazioni esterne

elBulli1846: il primo ristorante a trasformarsi in un museo

Sono oltre 4.000 i metri quadrati sui quali si snoda il museo, incorniciato dalla natura straordinaria e suggestiva del Parco Naturale del Cap de Creus. Qui, i visitatori potranno perdersi e immergersi in 69 installazioni artistiche, concettuali e audiovisive che permettono di addentrarsi in un viaggio inedito e sensazionale tra tradizione e innovazione.

Gli ospiti potranno interagire con le opere d’arte, entrare idealmente nel concept della ristorazione di elBulli1846 in un paesaggio mozzafiato, dove tutto viene integrato in maniera armoniosa. Alla fine del percorso, inoltre, le persone potranno entrare all’interno di elBulliDNA, un’installazione a forma di una grotta, inserita tra le bellezze naturalistiche di Cap de Creus, dove – attraverso laboratori – verranno svelati tutti i progetti del ristorante dell’ultimo ventennio. Sarà possibile, inoltre, visitare l’edificio storico del ristorante, quello dove elBulli ha avuto sede per 50 anni.

L’appuntamento, con questa inedita e straordinaria avventura, è previsto questa estate. Il museo, infatti, resterà aperto dal 15 giugno al 16 settembre.

elBulli1846, installazioni esterne

Fonte: elBulli1846/PepoSegura

elBulli1846, installazioni esterne
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Consigli itinerari culturali mare ristoranti tradizioni Viaggi

Il gusto del mare in un’atmosfera incantevole

Se siete alla ricerca di un’esperienza culinaria unica, che unisca tradizione, autenticità e una vista mozzafiato sul mare, il ristorante Bellavista è il luogo perfetto. Situato nella suggestiva collina di Giulianova, in provincia di Teramo, questo ristorante storico è stato fondato nel 1975 dai coniugi Caralla e oggi è gestito con passione e dedizione dai loro figli Mirella, lo Chef e Roberta e Luigi, i responsabili di sala.

La storia del Bellavista è una storia di tradizione familiare che si tramanda di generazione in generazione. Ogni piatto è preparato con cura e rispetto per la cucina mediterranea e le radici abruzzesi, offrendo ai clienti un’esperienza autentica e genuina. I sapori semplici e le ricette tradizionali si fondono armoniosamente per creare un vero e proprio viaggio culinario nel cuore dell’Abruzzo.

Da assaggiare il celebre piatto pluripremiato!

La specialità del ristorante Bellavista è il celebre Brodetto alla Giuliese, un piatto che ha conquistato i palati di numerosi visitatori e che è stato premiato come il miglior Brodetto dell’Adriatico. Il brodetto, originariamente un piatto “povero” della cucina marinara, nasce infatti dalla generosità degli armatori che donavano ai pescatori i pesci meno pregiati.

Nel tempo, ogni regione e ogni zona ha personalizzato la ricetta base secondo la propria tradizione e rispettando la disponibilità del pescato. Per assaporare la speciale versione della famiglia Carella, basterà recarsi al ristorante Bellavista ogni giovedì.

Il Brodetto alla Giuliese è solo uno dei tanti piatti che il ristorante offre ai suoi ospiti. La vasta selezione di pesce fresco, preparato con maestria e creatività, soddisferà anche i palati più esigenti. Inoltre, il ristorante dispone di una pizzeria, dove lo storico pizzaiolo Biagio, con maestria ed esperienza, seleziona ingredienti di alta qualità per creare una pizza fragrante e facilmente digeribile, seguendo metodi e strumenti tradizionali.

Uno dei piatti di pesce del ristorante Bellavista a Giulianova
Uno dei piatti di pesce del ristorante Bellavista a Giulianova

Vivete un’esperienza sensoriale completa in una location incantevole.

Il ristorante Bellavista si trova in collina e offre una vista panoramica mozzafiato sul mare adriatico, creando un’atmosfera suggestiva e romantica.

La vista panoramica del ristorante Bellavista a Giulianova
La vista panoramica del ristorante Bellavista a Giulianova

E se desiderate godervi appieno l’esperienza magica del Bellavista, potete soggiornare presso il Bellavista Relax, un boutique hotel perfetto per la vostra vacanza da sogno.

Lasciatevi trasportare in un viaggio culinario che unisce tradizione, autenticità e una vista mare che vi lascerà senza fiato. Il ristorante Bellavista vi aspetta per regalarvi momenti indimenticabili.

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Il momento migliore per una vacanza in Emilia

In previsione dell’estate, non c’è luogo migliore dove andare se non in quella terra che ha subìto molti danni per via delle condizioni meteorologiche: l’Emilia-Romagna. Da sempre una Regione che ha moltissimo da offrire, dalle bellezze culturali ai paesaggi naturali fino all’ottima tavola.

Per chi decide di trascorrere una vacanza in Emilia, sono in arrivo tantissime offerte e riduzioni nei principali musei, hotel e ristoranti di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Tutte città che sono facilmente e velocemente raggiungibili in treno. Per questo motivo, chi viaggia con Trenitalia in Emilia, fino al 31 agosto ha diritto a tutta una serie di facility che sicuramente rendono una vacanza più piacevole e abbordabile.

Musei scontati

Nei weekend sono previste riduzioni e agevolazioni sul biglietto d’ingresso nei musei e per le visite guidate, su presentazione del biglietto delle Frecce. I musei convenzionati sono a Parma la Camera di San Paolo, il Polo museale Piazza Duomo, Battistero, Museo Diocesano, Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Complesso monumentale della Pilotta e il Teatro Regio.

A Reggio Emilia si avrà uno sconto per la visita guidata della Collezione Maramotti, mentre a Piacenza si avrà diritto allo sconto per visitare il Museo della Cattedrale, ai Musei Civici di Palazzo Farnese e alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi.

Hotel convenzionati

Ai possessori dei biglietti delle Frecce, le strutture alberghiere convenzionate di Parma, Piacenza e Reggio Emilia applicheranno una riduzione del 15%, su prenotazioni dirette, per soggiorni di due notti nel weekend (da venerdì a domenica).

Tour ed escursioni

Per chi avesse tempo, c’è la possibilità di prendere parte a esperienze a prezzi agevolati. A Parma c’è la possibilità di fare un tour della Food Valley, mentre il Comune di Parma propone un Parma City Tour, che comprende una piacevole passeggiata tra vie e i vicoli della città in compagnia di una guida turistica per ammirare i luoghi più suggestivi e affascinanti del centro storico e conoscere cosa rende Parma così speciale. A Reggio Emilia ci sono offerte sui pacchetti di Itinere, mentre a Piacenza si può fare un tour guidato della città.

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Quali sono i migliori ristoranti del mondo: la classifica 2023

Ogni anno una giuria internazionale di un migliaio di esperti di food elegge i cento migliori ristoranti del mondo. È stata annunciata la classifica dei primi 50 Best Restaurants del 2023 e, diciamo subito che per l’Italia non è una buonissima notizia.

Pochi, infatti, gli chef italiani quest’anno. Uno su tutti spicca per eccellenza: si tratta del Ristorante Enrico Bartolini al Mudec – il Museo delle culture – di Milano, che fa il proprio ingresso nella prestigiosa classifica.

Una sola new entry italiana

L’unico tre stelle Michelin a Milano è, al momento, la sola new entry italiana presente in classifica in posizione numero 85. Con 12 stelle Michelin, Enrico Bartolini è il cuoco più stellato d’Italia. Otto i ristoranti che ha nel nostro Paese e che portano la sua firma, tra Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto e Sardegna. Ognuno esprime un metodo di pensiero e di lavoro che si fonda sulla valorizzazione del territorio, della biodiversità e del talento delle persone.

Le novità dal 51° al 100° posto

Oltre a Bartolini, l’elenco dei ristoranti che va dal 51° al 100° posto comprende altre undici new entry dall’Ecuador a Panama, dalla Francia alla Turchia. Con 21 ristoranti in classifica, l’Europa guadagna quattro nuovi ingressi: oltre al Mudec di Bartolini, troviamo il Ceto, all’interno del nuovo hotel panoramico The Maybourne Riviera a Roquebrune Cap Martin, aperto dallo chef Mauro Colagreco del tri stellato Mirazur di Mentone, già Best of the Best (occupa il 95° posto), il Restaurant Kei a Parigi (93°) e il ristorante Ricard Camarena Restaurant, anch’esso all’interno di un museo, il Bomba Gens Centre d’Art, a Valencia (96°).

Oltre ai 21 locali europei, l’elenco comprende 15 ristoranti asiatici, sei Nordamericani, cinque Sudamericani e tre Mediorientali/africani.

I 50 Best Restaurants

La seconda parte della classifica, che poi è anche la più importante perché saranno svelati i cinquanta ristoranti migliori al mondo, sarà annunciata il prossimo 20 giugno a Valencia.

Solitamente la classifica dei primi posti non si differenzia molto rispetto a quella dell’anno precedente, salvo grandi novità e nuove aperture eccellenti che stravolgono la top ten. Lo scorso anno, il ristorante che si è aggiudicato il primo posto è stato il Geranium di Copenhagen. La Capitale danese si è riconfermata uno dei luoghi migliori del mondo quanto a ristorazione.

Prima del Gernaium era un altro ristorante di Copenhagen a occupare la vetta mondiale, il famoso Noma, guidato dallo chef René Redzepi, che chiuderà nel 2024 per diventare un grande laboratorio di cucina. La cucina danese, grazie alla sua ridefinizione, è diventata la “nuova cucina nordica”, innovativa, ma anche locale, tradizionale e organica. Insieme ad altri chef danesi qualche anno fa è stato stilato un Manifesto che raccoglie le linee guida del concetto di cibo che evidentemente è vincente,

Sul podio della classifica dei 50 Best del 2022 c’era anche il ristorante sudamericano Central di Lima, in Perù, che occupava la seconda posizione, mentre la medaglia di bronzo è andata al Disfrutar, nel cuore di Barcellona.