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Visto ed ETA: differenze, Paesi di applicazione e nuove regole

Il Regno Unito, da sempre meta ambita dai turisti europei, sta per introdurre una nuova regolamentazione che renderà più complesso l’accesso al suo territorio. A partire dal 2 aprile 2025, tutti i viaggiatori, compresi coloro che intendono fare solo scalo in un aeroporto britannico, dovranno richiedere un’autorizzazione elettronica preventiva, l’Electronic Travel Authorisation (ETA). Questo sistema ricalca quello già in vigore negli Stati Uniti con l’ESTA.

L’ufficialità della misura è stata confermata dal governo britannico lo scorso 10 settembre, specificando che la richiesta dell’ETA sarà possibile dal 5 marzo 2025. Con questa autorizzazione elettronica si potrà viaggiare per turismo in tutto il Regno Unito per un periodo massimo complessivo di sei mesi, anche frazionati in più viaggi.

Inoltre, anche i cittadini britannici dovranno adeguarsi a un sistema simile per l’ingresso nei Paesi dell’Unione Europea, con controlli biometrici previsti ai confini.

Cos’è l’ETA e verso quali Paesi serve

L’Electronic Travel Authorisation (ETA) non è un visto, bensì un’autorizzazione elettronica che consente ai cittadini stranieri non residenti di entrare in un Paese senza necessità di visto, purché il soggiorno non superi i sei mesi.

L’ETA è obbligatoria per tutti gli stranieri non residenti che non necessitano di visto per soggiorni brevi o che non possiedono alcuno status di immigrazione nel Paese di destinazione. Anche i bambini sono soggetti a questo requisito.

Per i cittadini italiani, l’ETA è richiesta per viaggiare nei seguenti Paesi:

  • Samoa Americane
  • Australia
  • Canada
  • Guam (territorio statunitense situato in Micronesia)
  • Israele
  • Kenya
  • Nuova Zelanda
  • Commonwealth delle Isole Marianne Settentrionali
  • Porto Rico
  • Seychelles
  • Sri Lanka
  • Stati Uniti
  • Isole Vergini Americane
  • Regno Unito
  • Irlanda del Nord

Cos’è il visto e verso quali Paesi serve

Il visto d’ingresso è un documento ufficiale rilasciato da uno Stato che autorizza un individuo straniero a entrare nel proprio territorio per un periodo specifico e per motivi definiti (turismo, lavoro, studio, ecc.). Il visto può essere stampato sul passaporto o rilasciato come documento separato da presentare all’arrivo. Alcuni Paesi non richiedono il visto grazie ad accordi di libera circolazione.

I cittadini italiani necessitano di un visto per viaggiare nei seguenti Paesi:

  • Afghanistan
  • Algeria
  • Arabia Saudita
  • Azerbaijan
  • Benin
  • Bhutan
  • Burkina Faso
  • Bahrain
  • Bangladesh
  • Burundi
  • Camerun
  • Cambogia
  • Chad
  • Repubblica Centrafricana
  • Costa d’Avorio
  • Repubblica del Congo
  • Repubblica Democratica del Congo
  • Cuba
  • Egitto
  • Eritrea
  • Etiopia
  • Guinea Equatoriale
  • Kuwait
  • Gabon
  • Gibuti
  • Giordania
  • Ghana
  • Guinea
  • Guinea-Bissau
  • India
  • Indonesia
  • Iran
  • Isole Comore
  • Liberia
  • Libia
  • Laos
  • Libano
  • Mali
  • Maldive
  • Myanmar
  • Mauritania
  • Repubblica di Nauru
  • Nepal
  • Niger
  • Nigeria
  • Corea del Nord
  • Qatar
  • Pakistan
  • Papua Nuova Guinea
  • Russia
  • Rwanda
  • Sud Sudan
  • Somalia
  • St. Helena
  • Sudan
  • Siria
  • Sierra Leone
  • Tanzania
  • Togo
  • Turkmenistan
  • Uganda
  • Zimbabwe
  • Yemen

Differenza tra ETA e visto

L’ETA e il visto sono due procedure di autorizzazione all’ingresso in un Paese, ma presentano differenze sostanziali:

L’ETA:

  • È un’autorizzazione elettronica necessaria per i cittadini di determinati Paesi che vogliono viaggiare senza visto per brevi periodi;
  • È collegata elettronicamente al passaporto;
  • Non richiede documenti cartacei o visite a un’ambasciata;
  • Viene rilasciata rapidamente attraverso una procedura online.

Il Visto:

  • È un documento ufficiale rilasciato da un governo per consentire l’ingresso per un periodo specifico e per motivi definiti (turismo, lavoro, studio, ecc.);
  • Può richiedere una procedura cartacea, colloqui in ambasciata e tempi di attesa più lunghi;
  • È obbligatorio per entrare in alcuni Paesi che non offrono esenzioni per soggiorni brevi.

Dove possono viaggiare gli italiani senza visto e senza ETA

I cittadini italiani possono accedere senza necessità di visto o ETA nei seguenti Paesi:

  • Albania
  • Andorra
  • Angola
  • Anguilla (territorio britannico nei Caraibi)
  • Antigua e Barbuda
  • Argentina
  • Armenia
  • Aruba
  • Austria
  • Bahamas
  • Barbados
  • Bielorussia
  • Belize
  • Belgio
  • Bolivia
  • Sint Eustatius e Saba
  • Bosnia ed Erzegovina
  • Botswana
  • Brasile
  • Isole Vergini Britanniche
  • Brunei
  • Bulgaria
  • Capo Verde
  • Isole Cayman
  • Cile
  • Cina
  • Colombia
  • Isole Cook
  • Costa Rica
  • Croazia
  • Cipro
  • Curaçao
  • Repubblica Ceca
  • Danimarca
  • Dominica
  • Repubblica Dominicana
  • Ecuador
  • El Salvador
  • eSwatini
  • Estonia
  • Isole Falkland
  • Isole Faroe
  • Fiji
  • Finlandia
  • Francia
  • Guyana Francese
  • Polinesia Francese
  • Antille Francesi
  • Georgia
  • Germania
  • Gibilterra
  • Grecia
  • Groenlandia
  • Grenada
  • Guatemala
  • Guyana
  • Haiti
  • Honduras
  • Hong Kong
  • Ungheria
  • Islanda
  • Iraq
  • Irlanda
  • Giamaica
  • Giappone
  • Kazakistan
  • Kiribati
  • Kosovo
  • Kirghizistan
  • Lettonia
  • Regno del Lesotho
  • Liechtenstein
  • Lituania
  • Lussemburgo
  • Macao
  • Madagascar
  • Malawi
  • Malesia
  • Isole Marshall
  • Malta
  • Mauritius
  • Mayotte
  • Messico
  • Micronesia
  • Moldavia
  • Monaco
  • Mongolia
  • Montenegro
  • Montserrat
  • Marocco
  • Mozambico
  • Namibia
  • Paesi Bassi
  • Nuova Caledonia
  • Nicaragua
  • Niue
  • Macedonia del Nord
  • Norvegia
  • Oman
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2025 in Gran Bretagna: è l’anno della cultura e della natura

Il 2025 si preannuncia come un anno straordinario per la Gran Bretagna, che sarà un vero crocevia di celebrazioni culturali, aperture di nuovi spazi e occasioni per immergersi nella natura. Con eventi che spaziano dall’arte alla letteratura, dallo sport alla storia, quest’anno promette di catturare l’attenzione dei visitatori di ogni provenienza. Ecco una panoramica dei momenti più attesi e delle esperienze da non perdere.

Arte e cultura con Bradford al centro della scena

Al centro del palcoscenico culturale britannico c’è Bradford, proclamata Città della Cultura del Regno Unito 2025. Questa città vibrante ospiterà un programma di oltre 1.000 eventi che abbraccia il suo patrimonio multiculturale e industriale. Tra installazioni d’arte pubblica e progetti comunitari, il fiore all’occhiello sarà la riapertura del National Science and Media Museum, trasformato in un centro di eccellenza per il cinema, la fotografia e la radiodiffusione.

Nel sud dell’Inghilterra, gli amanti della letteratura celebreranno i 250 anni dalla nascita di Jane Austen con eventi dedicati nei luoghi più cari alla scrittrice, come Bath e l’Hampshire. A Londra, il V&A East al Queen Elizabeth Olympic Park, inaugura con la mostra “The Music Is Black: A British Story”; mentre dal 12 aprile al 16 novembre 2025, il V&A South Kensington ospiterà la mostra ‘Cartier’, dedicata alla leggendaria Maison Cartier. L’esposizione presenterà oltre 350 pezzi di gioielleria, tracciando la storia, l’artigianalità e l’evoluzione di Cartier in uno dei marchi di gioielleria più prestigiosi al mondo.

Inaugurerà invece il 5 luglio al Design Museum di Londra la mostra ‘Barbie®: The Exhibition’ che esplora l’evoluzione della bambola più famosa del mondo, evidenziando il suo impatto culturale, dalle origini nel 1959 alla sua influenza sulla moda, il design e la rappresentazione di genere in oltre sei decenni.

Tra storia e patrimonio rivive il fascino del passato

Il 2025 segna i 200 anni dalla nascita della ferrovia moderna, celebrati con il programma nazionale Railway 200. Tra gli eventi chiave, l’apertura della New Hall del Locomotion Museum di County Durham e la rinnovata Station Hall del National Railway Museum di York. Il passato ferroviario si unisce alle celebrazioni astronomiche con i 350 anni del Greenwich Royal Observatory, che inaugura il progetto “First Light”.

In Scozia, l’Inverness Castle Experience offre un’esperienza immersiva che intreccia la storia e il patrimonio culturale locale, mentre in Inghilterra riaprono il Jewry Wall Museum di Leicester, con il suo focus sul passato romano, e l’Hull Maritime Museum, arricchito da nuove mostre dedicate al mare.

Celebrazioni reali e tradizioni senza tempo

Anche l’anno regale si annuncia fitto di appuntamenti che segneranno il 20° anniversario di matrimonio del Re Carlo III e della Regina Camilla. Un’occasione perfetta per visitare la loro tenuta di Highgrove nei Cotswolds, celebre per i suoi giardini. Ma anche per assistere a eventi tradizionali di grande richiamo, come il Trooping the Colour, il Royal Edinburgh Military Tattoo e gli iconici Highland Games, un’esplosione di sport e folklore scozzese.

Una celebrazione della tradizione scozzese, della sportività e dello spirito comunitario, che si svolge in città e villaggi di tutta la Scozia dalla primavera all’inizio dell’autunno, con danze popolari, parate dei clan e competizioni iconiche come il lancio del caber, del martello e il tiro alla fune.

Chi ama il glamour potrà assistere al Royal Ascot e alle mostre regali, come “Royal Portraits: A Century of Photography” al Palace of Holyroodhouse, a Edimburgo, che presenta la monarchia britannica attraverso un secolo di ritratti fotografici che catturano momenti formali e della vita familiare.

Tiro alla fune

Fonte: iStock

Tiro alla fune agli Highland Games in Scozia

Giardini incantevoli e avventure all’aria aperta

La natura sarà protagonista nel 2025, con eventi che spaziano dai giardini botanici, considerati un vero tesoro nazionale, alle avventure sotto i cieli stellati. Il celebre Chelsea Flower Show a Londra, in programma dal 20 al 24 maggio, aprirà le porte di giardini innovativi e mostre floreali di fama mondiale. Per chi cerca gemme meno conosciute, l’Harrogate Spring Flower Show e i giardini regionali, come l’Eden Project in Cornovaglia, promettono esperienze altrettanto memorabili.

Dalle oasi verdi urbane ai cinque giardini principali della Royal Horticultural Society (RHS), c’è sempre un angolo di natura da scoprire. Tra le novità, il RHS Flower Show di Wentworth Woodhouse, in programma dal 16 al 20 luglio 2025, farà il suo debutto nel calendario della Royal Horticultural Society, presentando progetti di giardini all’avanguardia, spettacolari esposizioni floreali, conferenze tenute dai migliori esperti del settore e musica dal vivo, tutto sullo sfondo di una delle dimore storiche più maestose della Gran Bretagna.

Gli amanti dell’astronomia potranno partecipare al North York Moors and Yorkshire Dales Dark Skies Festival, che festeggia il suo decimo anniversario con attività di astrofotografia e osservazione delle stelle. Eventi simili, che offrono ulteriori opportunità di osservare i cieli notturni della Gran Bretagna, si svolgeranno anche durante la Welsh Dark Skies Week e il Cumbrian Dark Skies Festival.
E per chi preferisce le escursioni, in occasione del suo 60° anniversario, la Pennine Way invita a cimentarsi su un percorso di lunga distanza attraverso i suggestivi paesaggi dell’Inghilterra settentrionale.

Pennine Way

Fonte: iStock

Hill Walking lungo il Pennine Way, UK

I grandi eventi sportivi

Ad agosto, la Gran Bretagna ospiterà la Coppa del Mondo di rugby femminile, con partite in numerose città, tra cui Brighton, Bristol, Londra, Manchester, Northampton, Sunderland e York. Che si tratti di assistere a una partita in riva al mare a Brighton & Hove o di immergersi nella cultura di Bristol, in ogni località c’è poi molto da scoprire, al di là dello sport. Parallelamente, la stagione della Premier League offrirà emozioni calcistiche negli stadi più iconici del Paese, tra cui l’Old Trafford, Anfield e Stamford Bridge, con possibilità di partecipare a tour dei diversi complessi sportivi nei giorni senza partite.

Il calendario sportivo comprende anche il Royal Ascot, la Henley Royal Regatta e il Gran Premio di Formula 1, oltre agli emozionanti Highland Games e alla storica Boat Race.

Un’estate di festival e celebrazioni

Il 2025 si conferma un anno particolarmente favorevole per i festival musicali, tra cui il Reading and Leeds Festival, il Festival dell’Isola di Wight e il TRNSMT di Glasgow. Gli appassionati di musica potranno anche celebrare il ritorno degli Oasis sul palcoscenico, mentre eventi come il Green Man Festival offriranno esperienze eco-consapevoli. Sul fronte LGBTQIA+, il Portsmouth UK Pride e i celebri Brighton & Hove Pride e Manchester Pride illumineranno l’estate con colori e inclusività.

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Qual è l’ultimo Paese a festeggiare il Capodanno?

Stiamo per salutare il 2024 con festeggiamenti di ogni tipo, ma soprattutto a orari diversi! Il Capodanno nelle diverse parti del mondo segue i fusi orari specifici della Terra, creando una sequenza unica di celebrazioni. Sapete che attualmente ci sono 24 fusi orari, alcuni dei quali differiscono dal Tempo Coordinato Universale (UTC) di 30 o 45 minuti invece che di un’ora? Di conseguenza alcuni Paesi festeggiano il Capodanno prima di tutti gli altri, mentre alcuni festeggiano per ultimi. E non è finita qui!

Il 1 gennaio come data per celebrare il Capodanno è puramente convenzionale in quanto stabilita dal calendario gregoriano. Nella Gwaun Valley in Galles, per esempio, il nuovo anno si celebra tradizionalmente il 12 gennaio, seguendo il calendario giuliano usato fino al 1752. I cinesi, invece, festeggeranno il loro Capodanno a febbraio.

Prendendo in considerazione il calendario gregoriano, che è quello che osserviamo in Italia, qual è l’ultimo Paese a festeggiare il Capodanno? E il primo? Ve li raccontiamo di seguito!

L’ultimo Paese a festeggiare il Capodanno

Tecnicamente, gli ultimi a festeggiare il Capodanno sono i territori statunitensi di Baker Island e Howland Island, anche se parlare di ‘festeggiamenti’ potrebbe essere un tantino errato perché entrambe le zone, infatti, sono disabitate!

Howland e Baker sono due minuscoli atolli nel Pacifico, distanti quaranta miglia l’uno dall’altro, situati appena a nord dell’Equatore. Negli anni ’30, gli Stati Uniti inviarono segretamente oltre 100 uomini delle Hawaii per colonizzare questi vulcani estinti e costruire piste di atterraggio, al fine di rivendicarli per l’aviazione. Infatti, quando Amelia Earhart scomparve nel 1937, era diretta verso l’isola di Howland. Oggi, entrambe le isole sono rifugi nazionali per uccelli marini, uccelli costieri, delfini e pesci tipici della barriera corallina.

I due atolli sono diventati gli ultimi territori a festeggiare il Capodanno quando nel 2011 le Samoa decisero di modificare il proprio fuso orario per allinearsi all’Australia e alla Nuova Zelanda. Da quel momento, infatti, sono passate dall’essere le ultime a festeggiare il Capodanno alle prime.

L’ultimo Paese abitato a festeggiare, invece, sono le Hawaii, dove l’arrivo dell’anno nuovo viene celebrato con fuochi d’artificio e fantastiche feste in spiaggia, molte delle quali organizzate dai vari hotel e dai resort presenti.

Il primo Paese a festeggiare il Capodanno

Se prendiamo come riferimento il nostro fuso orario, il primo Paese a festeggiare il Capodanno è Kiribati. Questo arcipelago situato in Oceania e appartenente alla Repubblica delle Kiribati, è il primo posto abitato al mondo in cui si passa all’anno nuovo. Il secondo Paese a festeggiare con fuochi d’artificio e feste nei resort, come vi abbiamo anticipato, sono le Isole Samoa, il posto ideale per celebrare non una, ma ben due volte. Molte persone che si trovano su queste isole, infatti, prendono un breve volo di mezz’ora per le Samoa Americane per festeggiare il Capodanno daccapo.

Infine, tra i Paesi che festeggiano per primi c’è anche Tonga: qui si celebra il nuovo anno soprattutto sul lungomare di Nuku’alofa durante il Block Party, un evento dove una lunghissima fila di banchetti gastronomici propone da bere e da mangiare per far festa fino all’arrivo della mezzanotte, la quale verrà annunciata dai rintocchi di tutte le chiese della città.

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La Gran Bretagna sta costruendo una delle ferrovie più costose del mondo

High Speed 2 (HS2), il progetto britannico di ferrovia ad alta velocità, doveva essere una rivoluzione infrastrutturale. Lanciato nel 2012 con la promessa di collegare Londra alle principali città del nord dell’Inghilterra, l’HS2 ha accumulato costi astronomici e controversie senza precedenti.

Con una spesa attuale stimata tra 58,4 e 70 miliardi di dollari solo per la prima fase, il progetto è diventato sinonimo di spreco e cattiva gestione. Si parla di circa 416 milioni di dollari per miglio, un record mondiale che supera anche i costi della California High Speed Rail negli Stati Uniti.

Costi fuori controllo e promesse disattese

Il confronto con altri progetti ferroviari europei è impietoso. La linea francese TGV Tours-Bordeaux, ad esempio, costava tra i 32 e i 40 milioni di dollari per miglio. Persino la Cina e il Giappone, nonostante la densità delle loro megalopoli, costruiscono reti ferroviarie a costi significativamente inferiori. Ma in Gran Bretagna, i costi per l’HS2 sono saliti in maniera vertiginosa, tra interferenze politiche, pianificazione burocratica e un settore edile che cerca di proteggersi con contratti onerosi.

La mancanza di una strategia di lungo termine, unita a cambiamenti frequenti nella leadership del progetto e alla turbolenza politica degli ultimi anni, ha reso HS2 un’impresa davvero travagliata. Sei primi ministri e otto ministri delle finanze hanno supervisionato, spesso in modo inadeguato, un progetto che prometteva di “livellare” le disuguaglianze regionali ma che ha finito per accentuare il divario tra Londra e il resto del paese.

Impatti ambientali e resistenze locali

L’HS2 non ha solo sollevato polemiche per i costi. Le comunità locali hanno espresso forte opposizione per i danni ambientali causati dalla costruzione. La linea attraversa aree di straordinaria bellezza naturale e antichi boschi, provocando così la rabbia degli ambientalisti. In risposta, sono stati piantati milioni di nuovi alberi e avviati progetti di rinaturalizzazione, ma queste iniziative non sono bastate a placare le critiche.

I risultati: tra ingegneria innovativa e prospettive da definire

Nonostante le controversie, l’HS2 rappresenta un’impresa ingegneristica senza eguali. Il viadotto della Colne Valley, ad esempio, si estende per oltre tre chilometri tra laghi e corsi d’acqua, mentre le nuove stazioni di Birmingham e Old Oak Common sono state progettate come moderne “cattedrali” del trasporto. Tuttavia, tali successi rischiano di essere oscurati da un futuro ancora da definire.

La rete in origine prevista a forma di Y, che avrebbe collegato Londra a Manchester e Leeds, è stata ridotta in maniera drastica. Tratte fondamentali come la sezione Birmingham-Crewe sono state accantonate, e persino il completamento della stazione di Londra Euston è in bilico. I treni, una volta pronti, viaggeranno solo su alcune tratte alla velocità prevista di 250 mph, mentre su altre dovranno condividere binari congestionati con servizi esistenti.

Un futuro incerto per l’HS2

Con l’aumento dei costi e una rete ferroviaria incompleta, l’HS2 rischia di fallire nel raggiungere gli obiettivi di capacità e sostenibilità. Gli esperti avvertono che il progetto potrebbe, paradossalmente, ridurre l’efficienza del sistema ferroviario, spingendo più passeggeri a scegliere auto e aereo, con un impatto negativo sul clima.

Nonostante i segnali positivi da parte del nuovo governo laburista, che ha promesso investimenti nelle infrastrutture, se l’HS2 sarà ultimata ancora non è certo. Le promesse di “livellare” il Paese e stimolare l’economia rischiano di rimanere un sogno irrealizzato, mentre il Regno Unito si interroga su come un progetto così ambizioso sia diventato il simbolo di sprechi e mancanza di visione.

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The Britannic Explorer, il nuovo treno di lusso che attraversa terre da sogno

Belmond continua a ridefinire gli standard del viaggio di lusso con il lancio di The Britannic Explorer, A Belmond Train, il primo treno di lusso che opererà attraverso l’Inghilterra e il Galles. Con il debutto previsto per luglio 2025, questa innovativa esperienza su rotaia si propone di coniugare la tradizione ferroviaria britannica con elementi contemporanei di stile, gastronomia e cultura.

Un viaggio unico tra eleganza e scoperta

The Britannic Explorer promette un’esperienza di viaggio senza precedenti, seguendo tre affascinanti percorsi che attraversano paesaggi naturali di rara bellezza nel Regno Unito: la Cornovaglia, il Distretto dei Laghi e il Galles. I viaggiatori partiranno da Londra per un itinerario di tre notti, durante il quale avranno l’opportunità di esplorare due regioni per ogni viaggio. Gli itinerari saranno programmati da venerdì a lunedì per la rotta Cornovaglia-Distretto dei Laghi, e da lunedì a giovedì per la tratta gallese.

A bordo del Britannic Explorer, gli ospiti potranno partecipare a escursioni guidate per scoprire la storia e la cultura delle destinazioni. Le serate offriranno momenti di relax e socializzazione nel bar panoramico, cuore pulsante della vita a bordo, ispirato alla botanica.

Il costo sarà a partire da 11.000 sterline (circa 13.000 euro) per una cabina doppia e includerà itinerari di tre notti, escursioni, pasti, vino e altre bevande alcoliche. Per ulteriori dettagli e prenotazioni, è possibile consultare il sito ufficiale di Belmond.

Design e comfort di alto livello

Il design del Britannic Explorer porta la firma del prestigioso studio londinese Albion Nord, celebre per il suo stile raffinato. Gli interni del treno evocano l’essenza dei paesaggi inglesi, con una palette cromatica che richiama la bellezza naturale che si staglia fuori dai finestrini. Le 18 cabine, tra cui tre Grand Suite e 15 suite, sono realizzate con materiali di alta qualità e con un’attenzione particolare ai dettagli, per garantire ai viaggiatori un’esperienza di viaggio che unisce lusso ed eleganza.

Britannic Explorer, suite

Fonte: Belmond

Le splendide suite del Britannic Explorer

Gli ospiti avranno l’opportunità di rilassarsi nella privacy delle loro cabine, oppure di usufruire della suite benessere a bordo, dotata di trattamenti rivitalizzanti. Ogni momento a bordo è studiato per far vivere il viaggio come un’esperienza immersiva e memorabile.

L’offerta gastronomica firmata Simon Rogan

L’esperienza culinaria a bordo del Britannic Explorer è affidata a Simon Rogan, chef rinomato per la sua filosofia “Farm to fork”, basata sull’uso di ingredienti stagionali e sostenibili. Il suo approccio valorizza prodotti locali di altissima qualità, provenienti spesso da coltivazioni di proprietà o da fornitori selezionati. I menu offerti durante i viaggi sono personalizzati per ciascun percorso e celebrano le specialità gastronomiche britanniche attraverso il tè pomeridiano, pranzi e cene.

Britannic Explorer, vagone ristorante

Fonte: Belmond

Il vagone ristorante di lusso del Britannic Explorer

Rogan ha commentato: “Per me, il vero lusso nasce da ingredienti modesti, coltivati con cura, nel rispetto dell’ambiente. L’approccio che propongo permette ai viaggiatori di assaporare piatti che riflettono il legame profondo tra ingredienti e territorio”. Il bar del treno, ispirato alle farmacie dell’epoca vittoriana, offrirà cocktail originali e una selezione di gin e birre artigianali, omaggiando le eccellenze delle distillerie e birrerie locali.

Esperienze e paesaggi incomparabili

Ogni itinerario del Britannic Explorer è concepito per offrire un accesso esclusivo a tesori nascosti e iconiche destinazioni inglesi e gallesi. Tra le esperienze proposte, vi sono visite private a gallerie d’arte di fama internazionale, come la Hauser & Wirth Somerset, con cene a seguire, e tour dei Tremenheere Sculpture Gardens in Cornovaglia. I passeggeri potranno anche immergersi nella natura con nuotate nei laghi del Distretto dei Laghi e esplorazioni guidate delle montagne e delle coste gallesi.

Gary Franklin, Vicepresidente Treni e Crociere di Belmond, ha sottolineato: “Il Britannic Explorer rappresenta un’evoluzione significativa nel nostro portafoglio di esperienze di viaggio di lusso. Offriamo ai nostri ospiti la possibilità di ammirare le coste frastagliate della Cornovaglia, la natura incontaminata del Parco Nazionale di Snowdonia e i paesaggi del Distretto dei Laghi da una prospettiva unica.”

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Il Cammino Celtico, tra Irlanda e Galles a caccia di luoghi sacri

Negli ultimi anni, un numero crescente di viaggiatori sta riscoprendo l’antica arte del camminare, rivolgendosi a un turismo lento che valorizza il percorso tanto quanto la destinazione.

I cammini, spesso legati a rotte storiche e spirituali, offrono l’opportunità di esplorare luoghi sacri e immersi nella natura, lontano dai ritmi frenetici della vita moderna. Il pellegrinaggio a piedi, un tempo pratica di fede e introspezione, sta tornando in auge, attirando non solo i credenti, ma anche chi cerca un’esperienza autentica e rigenerante.

Tra l’Irlanda e il Galles, terre misteriose per eccellenza e contraddistinte da un passato millenario, è nato il Cammino Celtico, che unisce il pozzo sacro di Maedoc a Ferns, nel sud-est dell’Irlanda, con quello di St Non, vicino alla città cattedrale del Pembrokeshire di St Davids, per un totale di circa 260 chilometri, più il viaggio in traghetto di tre ore e mezza tra Rosslare e Fishguard.
Si tratta, probabilmente, della via percorsa dallo sciamano irlandese Saint Aidan (alias Maedoc), quando partì per studiare seguendo il mago gallese Saint David.

Come per ogni cammino che si rispetti, è disponibile un libretto da timbrare presso i punti di sosta e il suggerimento è quello di riempire una bottiglia al pozzo di Maedoc e portarla con sé.

Una magica esperienza da “pellegrino solitario” in Irlanda

La partenza è da Our Lady Island, antico luogo di pellegrinaggio nell’angolo sud-orientale dell’Irlanda, nella diocesi di Ferns, per dirigersi, lungo la costa, a Carnsore Point, la punta sud-orientale dell’Irlanda dove si incontrano l’Oceano Atlantico e il Mare d’Irlanda. In questo tratto, è possibile sperimentare la magica esperienza del “pellegrino solitario”, senza incontrare altre persone sulle ampie spiagge di ciottoli.

Gran parte del percorso in Irlanda si svolge su asfalto rurale e offre l’occasione di vivere esperienze autentiche e arricchenti: ad esempio, a Oulart Hill, in una sala del villaggio con il tetto di paglia, House of Stories, vanno in scena regolarmente spettacoli di poesia e canzoni.

Inoltre, in questa zona, risuona ancora l’eco della ribellione del XVIII secolo contro il dominio britannico che aveva portato alla breve repubblica di Wexford e della leggenda secondo cui Sant’Aidan portò con sé delle api quando tornò da St Davids: il miele era vitale a quei tempi.
Le leggi medievali in Irlanda regolamentavano nel dettaglio l’apicoltura fino al risarcimento dovuto se si veniva punti dall’ape di un vicino. Per celebrare i legami del Cammino con le api, verranno presto installate tre gigantesche arnie di legno che amplificheranno il suono delle colonie al loro interno.

L’arrivo in Galles

Whitesands Bay, Galles

Fonte: iStock

La spiaggia di Whitesands Bay in Galles

La seconda parte del pellegrinaggio inizia dal Pembrokeshire e il sentiero gallese segue per lo più la strada costiera, con alcune deviazioni per visitare i luoghi sacri, come salire sulla scogliera di Fishguard e attraversare vari siti neolitici e un’antica croce prima di raggiungere il pozzo sacro di Llanwnda.

Proseguendo, il paesaggio è plasmato da scogliere intervallate da profonde insenature isolate: si cammina attorno a Strumble Head, suggestivo promontorio sul Mare d’Irlanda, per poi arrivare a Trefin, affascinante e storico villaggio con una piccola spiaggia di ciottoli e un antico mulino.

La tappa successiva è la spiaggia di Whitesands Bay, ampia distesa di sabbia bianca verso il remoto promontorio roccioso di St Davids Head, ideale per il surf. Qui spiccano una cappella in rovina del VI secolo e, alle spalle, la collina dove si narra che San Patrizio abbia sentito la “chiamata” a tornare in Irlanda.

Il termine del sentiero è il pozzo di San Non sulla scogliera fuori St Davids (Non era la madre di San David che fu violentata e poi abbandonata a partorire da sola, così narra la leggenda, sulla scogliera durante una tempesta).

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ETA obbligatorio, la novità per entrare in UK da aprile

Sono molti i luoghi del Regno Unito amati dai turisti europei, ma dal 2025 sarà un po’ più complicato raggiungerli. A partire dal 2 aprile 2025, i cittadini che desiderano viaggiare su territorio inglese dovranno necessariamente richiedere un’autorizzazione elettronica preventiva (ETA), anche solo per uno scalo aeroportuale. Il procedimento è simile a quello che attualmente interessa i viaggi, anche solo per scalo, verso gli Stati Uniti, i quali necessitano dell’Esta.

Ad annunciarlo è stato il governo britannico che, martedì 10 settembre, ha fornito date e dettagli di questa nuova procedura. Con l’ETA potrete viaggiare per motivi turistici in tutto il Regno Unito per un periodo massimo di sei mesi in totale, anche se questo avviene a più riprese. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, come richiederlo e le altre informazioni che possediamo in questo momento.

Come funzionerà l’ETA

L’autorizzazione ETA, necessaria per entrare nel Regno Unito a partire dal prossimo anno, costerà 10 sterline (circa 12 euro) e sarà obbligatoria per tutti gli europei, italiani compresi. Il governo britannico ha deciso di introdurre questo nuovo sistema di immigrazione allo scopo di rafforzare la sicurezza sfruttando le nuove tecnologie. A essere esentati saranno esclusivamente gli irlandesi e gli europei già residenti nel Regno Unito.

Per richiederla vi basterà seguire la procedura online nel sito ufficiale o tramite app dal 5 marzo 2025. Durante la compilazione del modulo dovrete fornire diverse informazioni come i dati del passaporto, allegare una foto e rispondere a domande inerenti il tema della sicurezza. Una volta inoltrata la richiesta, secondo le dichiarazioni attuali, riceverete una risposta entro tre giorni. Se l’autorizzazione viene rifiutata non avrete possibilità di richiederla, ma dovrete munirvi di visto. Se invece, al contrario, la risposta sarà positiva, l’autorizzazione sarà valida per due anni e permetterà ingressi multipli fino a 6 mesi, ma solo ed esclusivamente a scopi turistici.

Dal 2025, inoltre, anche i britannici che viaggeranno nell’Unione Europea dovranno richiedere un permesso simile e sottoporsi a controlli biometrici alle frontiere.

Pronostici sul turismo

L’introduzione dell’ETA sta provocando diversi pareri negativi. Il quotidiano britannico Indipendent, per esempio, ha sottolineato come i turisti arabi provenienti da Emirati Arabi, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita, che già necessitano dell’autorizzazione per accedere al Regno Unito, stiano evitando Londra come scalo per non incorrere in eventuali complicazioni durante il loro viaggio.

Anche molti operatori del settore turistico hanno espresso le loro perplessità, in primis l’Irlanda del Nord. Attualmente, secondo l’Alleanza Turistica dell’Irlanda del Nord, il 60% dei turisti non britannici che visitano l’Irlanda del Nord si recano anche nella Repubblica e prevedono che l’autorizzazione influisca negativamente sull’afflusso dei turisti sull’isola.

Il rischio è che molti tour operator globali escluderanno Belfast e l’Irlanda del Nord dai loro itinerari, considerandole un’opzione non più fattibile. L’Unione Europea si muoverà nella stessa direzione perché diventa sempre più concreta l’introduzione di un sistema simile chiamato Etias (sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi), un visto elettronico che costerà 7 euro e sarà valido per tre anni. Anche in questo caso, come per il Regno Unito e gli Stati Uniti, l’obiettivo primario sarà quello di facilitare i viaggi in Europa e di migliorare la loro sicurezza.

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Quali sono le location nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli

I maestosi paesaggi della Nuova Zelanda sono ormai diventati, nell’immaginario collettivo, sinonimo degli adattamenti cinematografici della Terra di Mezzo di JRR Tolkein e delle avventure di hobbit, elfi e nani.

Ma per la seconda stagione della serie prequel di Prime Video The Rings of Power (Gli Anelli del Potere), la Terra di Mezzo si è trasferita in Gran Bretagna, terra natale del celebre scrittore.

Partiamo, allora, per un tour alla scoperta delle location chiave.

Windsor Great Park

Mentre lo scorso anno i membri della famiglia reale inglese e i leader mondiali si preparavano a riunirsi al Castello di Windsor per gli eventi dell’Incoronazione di Re Carlo III, un mondo fantastico popolato da orchi, elfi ed epiche battaglie ha preso vita a pochi passi di distanza.

Il Windsor Great Park, antico bosco di querce millenarie già scenario in “Harry Potter e i Doni della Morte” e in “World War Z”, è stato impiegato per ricreare i vari regni in Gli Anelli del Potere. Cercatelo nei momenti di apertura della seconda stagione, quando Elrond e Galadriel tornano per affrontare il Sommo Re e discutono su cosa fare con i tre anelli che possiedono.

Nel parco è stata girata anche l’epica battaglia che chiude la stagione, con una troupe di 1000 persone e 400 comparse coinvolte.

Virginia Water

Collocato all’estremità del Windsor Great Park, il parco che abbraccia il lago Virginia Water era in origine concepito come una sorta di “luna park” per i reali.

Le scene di “Gli Anelli del Potere” sono state girate alla Cascade, una fragorosa cascata artificiale che raggiunge altezze vertiginose.

High Rocks and Harrison Rocks, Kent

Nel primo episodio, le magnifiche e magiche High Rocks di arenaria si intravedono durante l’inseguimento di Elrond e Galadriel attraverso i boschi, e si rivelano una vincente “transizione” dal Windsor Great Park al mondo degli Elfi.

L’accesso per esplorare le imponenti rocce, note tra i turisti alla ricerca di avventura, prevede un modesto contributo di £6.

Anche la vicina Harrison Rocks è stata protagonista delle riprese per inscenare il regno elfico di Lindon.

Frensham Common, Surrey

Il Frensham Common del Surrey è stato utilizzato per rappresentare i “battiti intermedi tra i regni” quando i personaggi compiono viaggi attraverso la Terra di Mezzo.

Di proprietà del National Trust, si tratta di un’area incredibile che si estende su circa 4 chilometri di brughiera aperta, pini e boschi misti, un mosaico colorato di ruggine e verde, viola e malva.

Si trova all’interno dell’Area di straordinaria bellezza naturale delle colline del Surrey (AONB) ed è designata Sito di interesse scientifico speciale (SSSI) da Natural England, zona di protezione speciale (ZPS) e zona speciale di conservazione (ZSC).

Frensham Common è stata location anche per le riprese della serie Netflix “The Witcher”, e i laghi hanno riprodotto il  fiume Nilo nel classico cult “La Mummia”.

La scena che è stata girata a Tenerife

La produzione si è poi spostata a Tenerife per alcune scene della seconda stagione.

In particolare, il Parco Nazionale del Teide, all’ombra del Monte Teide, con affioramenti rocciosi, colline ricoperte di sabbia e pianure vulcaniche, è protagonista negli episodi iniziali che vedono lo Straniero attraversare il pericoloso paesaggio di Rhûn con i suoi compagni Piedilerti. Rhûn è una zona della mappa della Terra di Mezzo per la quale Tolkien non ha fornito molti dettagli nei suoi scritti, lasciando al team di Rings of Power più flessibilità nell’ideazione dei panorami.

Durante il difficile viaggio, il trio incontra il misterioso anziano e amato personaggio di Tolkien, Tom Bombadil. L’interno della sua dimora è stato ricostruito con cura in un teatro di posa presso i Bray Studios nel Regno Unito, ma le riprese esterne sono state girate sul posto a Tenerife.

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Ora si può visitare il Castello di Balmoral, ultima dimora della regina Elisabetta

Era l’8 settembre del 2022 e tutto il mondo veniva a conoscenza che la regina Elisabetta, la più longeva (e forse amata) del Regno Unito, aveva cessato di vivere. L’ultima sua dimora, quindi il luogo della sua scomparsa, era stato il Castello di Balmoral, residenza privata della famiglia reale britannica, che ora si può finalmente visitare con un tour speciale.

Tutte le meraviglie del Castello di Balmoral

Il bellissimo Castello di Balmoral sorge nella zona dell’Aberdeenshire, in Scozia, e si sviluppa su una superficie totale di 20.000 ettari. Circa mille ettari di questi sono occupati dalla Ballochbuie Forest, una delle più importanti aree verdi della zona, che conserva gli ultimi esemplari di pino della Caledonia, nativo proprio di questo Paese.

Al giorno d’oggi questa magnifica residenza è anche un complesso fondamentale per la salvaguardia della fauna locale, in quanto qui girovagano diversi bellissimi cervi rossi. Composto da circa 150 stanze, offre interni lussuosi e spesso impreziositi con dipinti d’epoca.

Non si può e non si è mai potuto visitare il Castello nella sua interezza, in quanto i viaggiatori avevano accesso esclusivamente ai giardini e alla sala da ballo. Tuttavia, re Carlo ha deciso di lanciare una nuova iniziativa che permette ai turisti di circolare in alcune delle stanze utilizzate dai Windsor, scoprendo interessanti dettagli della loro vita quotidiana. È stato infatti ideato un nuovo tour, chiamato “Balmoral Experience“, disponibile solo per un tempo limitato (e per un numero circoscritto di persone).

The “Balmoral Experience”

I tour estivi di questo incredibile castello sono già disponibili per il pubblico e includono la visita delle stanze utilizzate dal re e dalla regina, le sale da pranzo, l’atrio del paggio e il corridoio rosso. Ma non è tutto, perché i visitatori possono anche partecipare alla cerimonia tradizionale del Té pomeridiano.

The “Balmoral Experience”, quindi, permette di fare un vero e proprio tuffo nella storia e nel patrimonio di questa tenuta particolarmente amata dalla regina (tanto che l’ha scelta come luogo in cui trascorrere i suoi ultimi giorni di vita) insieme all’aiuto di guide esperte.

E questa è la prima volta, da quando il castello fu completato nel 1855, che è concesso al pubblico di intraprendere un tour privato con guide esperte, per conoscere le origini del Castello e anche come (e quanto) è stato amato dalle generazioni della famiglia reale.

Le date per la visita e dove acquistare i biglietti

Sul sito di questa magnifica residenza situata tra i paesaggi aspri e selvaggi delle Highland Scozzesi, si può leggere che le visite estive (quindi quelle che prevedono il “Balmoral Experience”) sono già aperte al pubblico e che lo saranno fino all’11 agosto.

Ma c’è già un però: i biglietti sono stati messi in vendita ad aprile e sono andati esauriti in meno di un giorno. Per la precisione, 3.400 ticket sono stati venduti in poche ore, con persone in arrivo non solo dal Regno Unito, ma anche dall’Australia, Stati Uniti e Nuova Zelanda.

Tra le altre cose, i prezzi non sono nemmeno così accessibili perché sono di 100 sterline (quindi circa 117 euro) per la visita guidata e di 150 sterline (più o meno 175 euro) per fermarsi anche a prendere il Té gustando pasticcini e tramezzini locali.

L’unica possibilità di visita attualmente non in sold out è la “Balmoral General Admission 2024“, che consente di scoprire solo i giardini e la sala da ballo per un costo di 17,50 sterline, quindi circa 20 euro.

Vista l’incredibile richiesta, la speranza di molti è che vengano riaperte le vendite per l’esclusivo “Balmoral Experience”. Non resta che attendere per scoprire se verrà concessa ad altri fortunati questa incredibile opportunità.

La famiglia reale al Balmoral Castle

Fonte: Getty Images

Vecchia foto della famiglia reale al Castello di Balmoral
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House of the Dragon 2: le spettacolari location della serie Tv

Debutta finalmente l’attesissima seconda stagione di “House of the Dragon”, la serie Tv americana basata su uno dei celebri romanzi di George R.R. Martin, come prequel dell’altrettanto famosa “Game of Thrones” – che ha tenuto incollati milioni di telespettatori per decine di episodi entusiasmanti. Anche stavolta, il serial ha come sfondo per le sue riprese alcuni dei luoghi più suggestivi di Regno Unito, Spagna e Portogallo. Scopriamo insieme quali sono le location più spettacolari.

“House of the Dragon 2”, tutti i dettagli

Attesa ormai da due anni, “House of the Dragon 2” torna sui nostri schermi lunedì 17 giugno 2024, in prima visione su Sky Atlantic – anche se i più curiosi avranno sicuramente sbirciato in anteprima la puntata in inglese trasmessa la sera prima su HBO, l’emittente americana che ha prodotto la serie Tv di grande successo. La seconda stagione si basa, come abbiamo già visto negli episodi passati, sul romanzo “Fuoco e sangue” di George R.R. Martin, autore della saga delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” che ha dato origine alla serie Tv “Game of Thrones” (“Il Trono di Spade” nell’adattamento italiano).

“House of the Dragon 2” è il prequel, la cui trama è ambientata 190 anni prima degli eventi poi narrati nel “Il Trono di Spade”: gli spettatori hanno così potuto soddisfare gran parte delle loro curiosità, scoprendo ad esempio come ha avuto inizio il declino della Casa Targaryen e molti altri dettagli che spiegano ciò che poi è avvenuto nella serie Tv già andata in onda. Anche questa seconda stagione vanta un cast d’eccezione, ma ciò che più attira l’attenzione del pubblico (oltre alle avvincenti vicissitudini dei protagonisti) è l’ambientazione spettacolare in cui si svolge l’azione.

Le location di “House of the Dragon 2”

Non solo Winterfell, la celebre fortezza della famiglia Stark: sono molti i posti iconici della serie Tv. Diverse sono le location scelte per le riprese di “House of the Dragon 2”, che in gran parte ricalcano quelle della prima stagione – con una new entry importante e un “abbandono” inatteso, quello della preziosa città fortificata di Ait-Ben-Haddou in Marocco. Molte delle scene sono state girate ancora una volta in Cornovaglia, e in particolar modo presso l’isola di St. Michael’s Mount (dove si trova il castello che fa da sfondo alle vicende della Casata Velaryon) e le splendide spiagge di Holywell Beach e Kynance Cove.

La principale location di questa seconda stagione è però la new entry, il Galles: la regia ha scelto il parco nazionale di Snowdonia, ricco di panorami suggestivi. In particolare, spiccano alcuni luoghi di grande bellezza, soprattutto nelle contee di Gwynedd (come Trefor Quarry e la Ogwen Valley) e di Anglesey (come Beaumaris e Llanddwyn Beach). Rimanendo in Gran Bretagna, alcune riprese sono state girate nel Peak District, lungo la catena montuosa dei Pennini, nella regione del Derbyshire. Dobbiamo poi volare un po’ più lontano per scoprire gli altri posti che hanno fatto da sfondo a “House of the Dragon 2”.

Il set si è spostato, ancora una volta, in Spagna: in particolare è la città di Caceres ad aver accolto le riprese, quelle riguardanti Approdo del Re. Mentre le città di Trujillo e Lloret de Mar, viste già nella prima stagione, tornano a sorprenderci di nuovo. Molto affascinante è anche la cornice dei giardini botanici di Santa Clotilde, dove sono stati ambientati i giardini reali della Fortezza Rossa. Infine, in Portogallo spicca il castello medievale di Monsanto, che offre un panorama a dir poco mozzafiato. Per quanto riguarda invece le riprese in interno, la location è quella dei Warner Bros Leavesden Studios.