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Manfredonia, vivace (e bellissima) cittadina pugliese

Definita “Porta del Gargano”, Manfredonia è una vivace cittadina balneare pugliese nota per il suo porto ma anche per il vasto patrimonio storico che si svela passo dopo passo lungo le stradine del centro che pullulano di negozietti tipici.

Infatti, il nucleo originario, ovvero la cittadina di Siponto (attuale frazione) prosperò in epoca greca e romana mentre il nuovo nucleo vide la luce per volere dell’ultimo sovrano svevo del Regno di Sicilia, Manfredi di Hohenstaufen, da cui deriva il nome.

Le tappe da non perdere a Manfredonia

Una visita a Manfredonia può iniziare dal suo cuore pulsante, Piazza del Popolo, su cui si stagliano la Chiesa di San Domenico, dal bel portale gotico, fatta edificare da Carlo d’Angiò II alla fine del XII secolo, e l’ex Convento di San Domenico, oggi sede del Municipio, custode della Cappella di Santa Maria Maddalena che espone la “Collezione Rizzon“, dal valore inestimabile poiché composta da manufatti provenienti dall’antica Siponto.

Seconda tappa imprescindibile è il Castello Svevo, edificato nel 1256 grazie al Re Manfredi e rimaneggiato nel corso dei secoli fino ad assumere la struttura dalla pianta irregolare che possiamo ammirare: ospita il Museo Archeologico Nazionale per scoprire la storia dell’antica città di Sepontina nonché preziosi reperti quali le Stele di Daune che rappresentano figure umane e che risalgono al VI e VII secolo.

Altro simbolo indiscusso di Manfredonia è poi la sua Cattedrale, intitolata al patrono San Lorenzo Maiorano, costruita nel XII secolo in stile gotico, distrutta dagli Ottomani nel 1620 e infine riedificata nel 1643-48 in marmo traventino: al suo interno conserva le reliquie del Santo nonché pregevoli opere d’arte tra cui un crocifisso ligneo del Duecento, la statua in legno policromo “Madonna dagli occhi sbarrati” o “La Sipontina”, e l’icona della Madonna di Siponto.
Attiguo alla Cattedrale, merita una sosta anche il Museo Diocesano, con sette spazi espositivi con reperti archeologici dell’antica Siponto insieme a oggetti sacri ed ecclesiastici.

Rimanendo in tema di edifici religiosi, non va tralasciata la Chiesa di San Francesco, la più antica della città, voluta dall’arcivescovo Pietro II nel 1348, rasa al suolo durante l’invasione turca e ricostruita nel 1676: l’esterno rimane in stile romanico mentre l’interno è gotico.

Ancora, a dieci minuti di auto in direzione Foggia, incanta il Parco Archeologico di Siponto, che testimonia il grande ruolo dell’antica città in epoca romana, in particolare con i resti della Basilica Paleocristiana con pavimento a mosaico e tre navate con abside centrale, e la Chiesa medievale di Santa Maria Maggiore, costruita tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo.

Infine, non può mancare una passeggiata sul lungomare, fulcro della movida estiva, da cui si gode di una splendida vista sul Golfo di Manfredonia.

Turismo balneare a Manfredonia: le spiagge da vivere

Come accennato, Manfredonia è un’apprezzata meta balneare della Puglia grazie alle sue spiagge di sabbia fine accarezzate da un mare cristallino.

Tra le più gettonate troviamo il Lido di Seponto, ampio arenile sabbioso con aree libere e attrezzate, la Spiaggia degli Sciali, tratto di costa che include località come Scalo dei Saraceni, Sciali di Lauro e Sciali degli Zingari, ed è dotato di stabilimenti balneari, strutture ricettive e zone libere, la Spiaggia di Ippocampo e la Spiaggia di Zaponeti, entrambe con sabbia chiara e limpide acque azzurre.

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Valle d’Itria: un itinerario per scoprire la Puglia più vera

Fra verdi distese di ulivi e mare che dista una ventina di minuti, cuore della Puglia più vera è la Valle d’Itria, caratterizzata dagli inconfondibili trulli, le pittoresche abitazioni in pietra dalla forma di cono, masserie, muretti a secco, panorami da cartolina e borghi che non si dimenticano.

Laddove terminano le Murge e ha inizio il Salento, tra le provincie di Bari, Brindisi e Taranto, la valle si regala per una vacanza autentica, lenta, alla scoperta di preziose meraviglie passo dopo passo.

Cosa vedere in Valle d’Itria: Alberobello, la perla

Non si può non iniziare l’itinerario alla scoperta della stupenda valle pugliese senza citare Alberobello, il borgo dei trulli, il più famoso e inserito nel 1996 dall’UNESCO nella World Heritage List nonché Bandiera Arancione del Touring Club.

È davvero impossibile, infatti, non serbarne un ricordo indelebile: l’atmosfera è “magica e originale“, i rioni uno più affascinante dell’altro (basti pensare al turistico Rione Monti con circa mille trulli e al Rione Aia piccola a uso residenziale), i candidi trulli protagonisti indiscussi.

Da non perdere il trullo sovrano, il più grande, l’unico con due piani e immensa cupola di 14 metri: la casa museo ospita mobili d’epoca originali e un delizioso giardino.

Carovigno, gioiello dalle origini millenarie

Carovigno, in provincia di Brindisi, sorprende con un centro storico dalle origini millenarie che custodisce ancora le due antiche porte d’accesso, Porta Ostuni e Porta Brindisi, le tipiche case in pietra e calce bianca, e il Castello Dentice di Frasso, in posizione panoramica, con tre delle quattro torri originarie tuttora in piedi.

In più, a pochi chilometri dal cuore del borgo, ecco la splendida Riserva Naturale di Torre Guaceto e l’Area Marina Protetta, 1200 ettari plasmati da dune alte anche 15 metri, uliveti secolari e paludi: è il posto ideale per trekking e itinerari in bicicletta al cospetto di natura e storia.

Le Grotte di Castellana, incanto sotterraneo

Castellana Grotte, Puglia

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Castellana Grotte, Puglia – iStock

Il raccolto comune di Castellana Grotte è custode di una delle innumerevoli meraviglie di Puglia, vale a dire le Grotte di Castellana, uno spettacolo di cavità, stanze e corridoi a circa 70 metri di profondità con stalattiti, stalagmiti, fossili e concrezioni dai colori e dalle forme uniche.

La visita guidata, lungo due itinerari a scelta, uno completo e uno parziale, conduce in un mondo che non si può descrivere a parole e, amate dai turisti a livello internazionale, sono a pieno titolo un’occasione imperdibile per scoprire un lato naturistico straordinario della Valle d’Itria.

Lo storico borgo di Ceglie Messapica

Da includere nella lista delle mete da non perdere in Valle d’Itria è lo storico borgo di Ceglie Messapica, uno dei più antichi della Puglia, dal centro storico medievale disegnato da suggestivi vicoletti su cui si affacciano le tipiche casette bianche ed edifici dall’assoluto valore architettonico e storico.

Simboli ne sono Piazza Plebiscito con l’ottocentesca Torre dell’Orologio, la Collegiata di Santa Maria Assunta con facciata in stile proto-classico, cupola maiolicata e pregevoli affreschi all’interno, e poi il Castello Ducale in posizione panoramica, che ospita il MAAC – Museo Archeologico e dell’Arte Contemporanea con Pinacoteca Emilio Notte e Biblioteca Comunale Pietro Gatti.

Cisternino, tra i Borghi Più Belli d’Italia

L’itinerario prosegue con Cisternino, tra i Borghi Più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club, antico e candido borgo appollaiato su una collina verdeggiante.

Passeggiare lungo il centro storico dall’atmosfera “intima e raccolta” è un vero piacere: vasi fioriti danno un tocco in più alle basse case di stile orientale, alle scalinate, al dedalo di vicoletti lastricati e ai cortili nascosti.

Dalla piazza centrale Vittorio Emanuele si diramano quattro rioni tutti da percorrere per fare la conoscenza dei “fornelli“, le osterie aperte a ogni ora, dove assaporare il meglio della gastronomia del territorio, vanto indiscusso di Cisternino.

La poliedrica Fasano

Spiagge da favola, uno dei parchi faunistici più grandi d’Italia e un patrimonio storico di sicuro fascino: tutto questo è Fasano, fondata nell’XI secolo.

Qui, da prevedere qualche ora lungo il centro storico dove le stradine sono talmente strette da impedire ai raggi solari di filtrare e sono molte le attrazioni a partire dalla principale Piazza Ciaia su cui svettano antichi palazzi nobiliari nonché la Torre dell’Orologio e Palazzo Balì, sede del Municipio, per arrivare alla Chiesa di San Giovanni Battista dalla facciata tardo-rinascimentale, e al Torrione delle Fogge, superstite del muro di cinta che delimitava Fasano in passato con quattro torri d’avvistamento.

Locorotondo, il bianco borgo di Puglia

Locorotondo, Puglia

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Locorotondo, Puglia – iStock

Quieto borgo della Valle d’Itria dalle candide casette è poi Locorotondo, tra i Più Belli d’Italia, dall’inconfondibile forma circolare e “regno dei balconi fioriti” e delle cummerse, abitazioni dalla forma rettangolare con tetti spioventi realizzati in chiancarelle, lastre in pietra calcarea.

Camminando lungo il labirinto di abbaglianti stradine, lo sguardo si posa su chiese antiche, botteghe artigiane e palazzi barocchi: meritano una menzione la Chiesa di San Giorgio Martire dalla facciata neoclassica, la seicentesca e semplice Chiesa di San Nicola, il barocco Palazzo Morelli, e la Torre dell’Orologio del XVIII secolo.

La “bellissima ed elegante” Martina Franca

La magnifica cittadina di Martina Franca, dal glorioso passato, ha saputo conservare intatto il fascino del suo cuore storico a 400 metri di altezza, facile da scoprire a piedi, e vero e proprio “museo a cielo aperto”.

L’intrico di stretti vicoletti di ciottoli mostra bellezze ineguagliabili come Palazzo Ducale, oggi sede del Municipio dalle sale riccamente affrescate, il signorile Palazzo Nardelli e la Basilica di San Martino, in stile barocco martinese.

Inoltre, da segnalare è il Bosco di Pianelle, riserva naturale regionale ricca di biodiversità con rilassanti itinerari da percorrere a piedi e in bicicletta: sono, infatti, 15 chilometri di sentieri suddivisi in 21 percorsi.

Ostuni, la “città bianca” per eccellenza

Infine, non si può lasciare la Valle d’Itria senza aver fatto tappa a Ostuni, la “città bianca” per eccellenza della Puglia, conosciuta anche come “città presepe” oppure “regina degli ulivi”.

Il suo candido cuore medievale svetta su un’altura abbracciata da verdi uliveti e si fa apprezzare per le case imbiancate a calce, i tortuosi vicoletti, le scalette e otto torrioni aragonesi.

Da ammirare la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata nel XV secolo nella parte più alta per volontà di Ferdinando d’Aragona e Alfonso II, in stile gotico.

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Sant’Agata di Puglia, un vero e proprio balcone panoramico

L’entroterra della Puglia non ha nulla da invidiare a tante altre località turistiche ben più famose: ci sono dei piccoli borghi graziosi che hanno conservato intatto il loro aspetto medievale, paesini dove il tempo sembra essersi fermato ad alcuni secoli fa. Uno di questi è Sant’Agata di Puglia, che vanta una vista panoramica di tutto rispetto, tanto da essere considerato un vero e proprio “balcone”. Scopriamolo insieme.

Sant’Agata di Puglia, una vista mozzafiato

Un coacervo di strette viuzze che si inerpica sul versante di un’altura: questo è Sant’Agata di Puglia, in provincia di Foggia, un piccolo borgo dall’aspetto suggestivo. Incastonato a quasi 800 metri di quota tra i Monti Dauni, è un vero e proprio “balcone” panoramico che si affaccia sul tavoliere delle Puglie, spingendosi fino al golfo di Manfredonia, e sul Vulture (in Basilicata). La vista è dunque davvero mozzafiato, tanto che il paese è noto anche con il soprannome di “loggia della Puglia”. Qui la natura è ancora incontaminata e rigogliosa, un luogo ideale dove rigenerarsi e fare qualche bella camminata.

Sant’Agata di Puglia sorge infatti in una cornice molto affascinante, circondato da campi coltivati e da uliveti – dai quali si produce un buonissimo olio extravergine d’oliva, considerato un’eccellenza locale. Nel corso degli anni, il borgo ha saputo sfruttare la sua attrattiva trasformandosi in una località ad alto richiamo turistico, soprattutto per via del suo centro storico così ben conservato e per gli eventi folkloristici che vi vengono organizzati. Proprio per il modo in cui ha saputo valorizzare le sue risorse, il paese ha conquistato la prestigiosa Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

Cosa vedere a Sant’Agata di Puglia

Quali sono le bellezze di Sant’Agata di Puglia? Il borgo conserva ancora la sua struttura medievale: l’impianto urbanistico si è sviluppato a forma di spirale, con il centro storico abbarbicato lungo il versante di un’altura, ai piedi di un suggestivo castello di epoca longobarda. E allora partiamo proprio da qui, da questa affascinante fortezza che ha resistito intatta al passare dei secoli. La roccaforte, divenuta simbolo del paese, venne costruita per motivi difensivi, in una posizione strategica sulla valle del torrente Calaggio. Passata di mano in mano, nel ‘500 venne trasformata in residenza nobiliare dalla famiglia Orsini.

Nei primi anni 2000, il castello divenne di proprietà del comune ed ebbero inizio i lavori di restauro che permisero all’edificio di tornare al suo splendore originario. La fortezza non è l’unica opera difensiva di cui resta traccia a Sant’Agata di Puglia: il borgo è infatti circondato da due cinte murarie, la prima a protezione del castello e la seconda di quella che era l’antica cittadella. Su quest’ultima si apre l’Arco della Porta Nuova, l’ingresso principale al paese. Molto suggestive, inoltre, sono le chiese che si possono ammirare nel centro storico, come quella di Sant’Andrea e quella di San Michele Arcangelo.

Spiccano anche alcuni palazzi nobiliari, che presentano decorazioni pregiate: uno di essi è Palazzo de Marinis, costruito alla fine del ‘500. Più recente è invece Palazzo Vinciguerra, che risale al ‘700 ed è stato edificato su vecchie abitazioni ricavate dalla roccia. Un altro luogo assolutamente da scoprire, infine, è il convento delle Vergini, un tempo importante luogo di culto e spiritualità, oggi convertito parzialmente in albergo e in museo.

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Cosa vedere a Fasano e dintorni, la Puglia da scoprire anche fuori stagione

È tra le cinque mete della Puglia più amate dai turisti di tutto il mondo, anche fuori stagione, secondo i dati diffusi dall’Osservatorio del Turismo di PugliaPromozione all’ultima Bit, la fiera dedicata al turismo che si è svolta a Milano. Stiamo parlando di Fasano, un luogo ricco di attrattive da scoprire non soltanto d’estate, ma in ogni stagione dell’anno.

Una meta così bella e interessante tanto che il prossimo giugno ospiterà un appuntamento internazionale di enorme rilievo: il G7.

Il territorio di Fasano è ricco di attrattive turistiche, dai borghi ai siti storici, tra masserie, trulli e frantoi, passando per chiese, luoghi sacri e siti preistorici; dai paesaggi naturali fatti di oasi, paludi e dune di sabbia al vicino mare, meta di turismo nella stagione estiva, senza dimenticare le sue eccellenze gastronomiche, naturalmente.

Cosa vedere nel centro di Fasano

Il centro di Fasano, detto U’mbracchie, che significa “ombra”, dovuta alle strette stradine di calce bianca che non permettono al sole di picchiare nelle ore più calde, è un piccolo gioiello da scoprire passo dopo passo. Quasi ogni piazza e piazzetta è dominata da una chiesa, che contribuisce alla scenografia: ce ne sono tantissime, una più affascinante dell’altra. Da non perdere la più antica, Santa Maria della Grazia, è i famosi portici delle Teresiane, ciò che resta di un antico convento del XVII secolo.

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Fonte: 123rf

I portici delle Teresiane a Fasano

Dalle viuzze del centro storico, si può giungere al Torrione delle Fogge, l’unico superstite dell’antica cinta muraria che ne comprendeva altri tre agli angoli delle mura, che nel ‘600 circondava la Vecchia Terra.

La collina di Fasano

Tra terre coltivate, frutteti, uliveti e piccoli vigneti, alle spalle di Fasano c’è un luogo perfetto epr chi ama le attività outdoor. A poche centinaia di metri sul livello del mare e a pochi chilometri dal più animato centro si trova un polmone verde da cui godere di un bellissimo panorama che, attraversando la piana degli ulivi millenari, degrada verso il blu cristallino del Mediterraneo.

In questo paesaggio verde, spicca quella che è chiamata la “Capitale” dei trulli di Fasano, il borgo di Cocolicchio, un antico abitato con un’alta concentrazione di trulli tuttora abitati, magnifiche architetture, masserie e muretti a secco.

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Fonte: 123rf

Il centro storico di Fasano, in Puglia

La piana degli olivi monumentali di Fasano

Tra gli ulivi secolari di questa splendido tratto di Puglia dove l’aria profuma di mare sorgono alcuni bellissimi borghi che hanno ciascuno una loro storia da raccontare. Come Speziale, il cui nome si riferisce all’unico farmacista (“speziale”, appunto) che in origine viveva qui. Oggi sono comunque poche le famiglie che vi abitano in un contesto storico che fonda le sue origini nel Medioevo.

Montalbano è un altro dei piccoli borghi di Fasano. A pochi chilometri dal mare, è immerso in un paesaggio fatto di ulivi e campagne costellate da monumentali masserie fortificate che caratterizzano questa parte di Valle d’Itria. Molti visitatori vengono ad ammirare l’antico dolmen, un monumento megalitico e luogo sacro delle popolazioni che lo edificarono nell’antichità.

A dare il nome al piccolo borgo di qualche migliaio di anime di Pozzo Faceto è l’omonimo santuario, dedicato alla Beata Vergine del pozzo. Leggenda vuole che la sua sacra immagine sia stata rivenuta proprio durante i lavori nel pozzo adesso visibile all’ingresso del santuario.

Nel periodo natalizio, il borgo più famoso di tutti però è Pezze di Greco la cui notorietà è legata uno dei più suggestivi presepi viventi d’Italia.

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Fonte: 123rf

L’antica città di Egnazia in Puglia

Il mare a Fasano

Sono diverse le località di mare nei pressi di Fasano, una più bella dell’altra. C’è Torre Canne, la spiaggia degli abitanti di fasano, molto frequentata anche dai turisti d’estate e perfetta per le famiglie. Questo luogo è noto per le sue terme.  Infatti, oltre il Fiume Grande, in un grande parco di palme, tamerici, salici, pin, da secoli sgorgano dal sottosuolo ben undici falde acquifere. Due di queste hanno anche delle qualità terapeutiche.

Poi c’è Savelletri di Fasano, antico borgo marinaro nei pressi dell’antica Egnazia, oggi straordinaria area archeologica di un’antica città pugliese, che per il suo mare cristallino ha ottenuto la Bandiera Blu. Qui la spiaggia ha la sabbia bianchissima. Un vero paradiso. Ma il luogo più affascinante è sicuramente il Parco naturale delle Dune costiere, un’oasi protetta di biodiversità fatto di canneti e laghetti e di bellissime dune protette e incontaminate, luogo molto amato da chi pratica birdwatching.

Per chi desidera visitare Fasano e i suoi dintorni, il portale turistico Terre di Fasano raggruppa tutta una serie di spunti e di itinerari con consigli di viaggio per esplorare il centro storico cittadino, le colline, la piana degli olivi monumentali e il mare.

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Fonte: 123rf

Il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere
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La “Pompei della Puglia”, un sito archeologico (ancora) tutto da scoprire

Per quarant’anni hanno scavato riuscendo a fare emergere solamente il 20% dell’area archeologica. La maggior parte dell’antica civiltà che abitava questo luogo e della storia che potrebbe raccontare resta ancora un mistero.

Per l’importanza che ha, però, è stata soprannominata la “Pompei della Puglia”. Stiamo parlando del sito di Herdonia, oggi conosciuta con il nome di Ordona, che si trova in provincia di Foggia.

Si tratta di un’antica città di epoca romana, che fu scoperta per puro caso su una collina nel lontano 1962 dall’archeologo belga Joseph Mertens, il quale avviò le proprie ricerche in un’area mai indagata prima. Nel ’93, all’équipe belga si è aggiunta un’équipe italiana, guidata da Giuliano Volpe, archeologo e rettore emerito dell’Università di Foggia.

Gli scavi hanno riportato alla luce il percorso delle antiche mura cittadine, i resti di due templi, di una basilica, del foro, del mercato, delle terme e di un piccolo anfiteatro e poi l’area residenziale delle domus. Il tutto risulta essere ancora ben conservato. All’esterno delle mura è stata trovata anche una vasta necropoli.

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Fonte: @Getty Images

I resti della basilica a Herdonia, la “Pompei della Puglia”

Herdonia, la “Pompei della Puglia”

Dagli elementi che sono stati rinvenuti, pare proprio che Herdonia ricoprisse un ruolo molto importante all’epoca del suo splendore. Nell’età imperiale, era infatti attraversata da una delle vie più importanti dell’antica Roma, la via Minucia, poi rinominata via Traiana, che collegava Benevento a Brindisi, e quindi alla Grecia, rimasta in uso fino al Medioevo e, ancora oggi, utilizzata nel tratto appenninico.

Fu teatro di due importanti battaglie durante la seconda guerra punica, poi, fece l’errore di passare dalla parte di Annibale e di schierarsi, quindi, come altri Comuni della Daunia, contro Roma e ciò non le fu mai perdonato, tanto che alla fine della guerra la popolazione fu deportata.

Nel Duecento, vi sorse una delle residenze di caccia di Federico II di Svevia. In età tardomedievale, subì un progressivo spopolamento e fu abbandonata definitivamente attorno al XIV-XV secolo. Solo un paio di secoli dopo iniziò a ripopolarsi grazie al volere di re Ferdinando IV di Borbone che si prefissò di riqualificare tutta l’area agricola del tavoliere meridionale.

Un sito troppo poco conosciuto

Per far sì che questo sito non cada nell’oblio, un’associazione locale si occupa di organizzare rievocazioni storiche in costume ed eventi teatrali che riscuotono sempre un grande successo, ma ciò non è sufficiente a far conoscere ai turisti che visitano la zona la “Pompei della Puglia”.

L’incuria e l’abbandono stanno gravemente danneggiando quanto era stato portato alla luce negli Anni Sessanta. La vegetazione si è riappropriata del luogo e gli affreschi che erano stati restaurati hanno già bisogno di nuovi interventi, tanto che, per riuscire ad attirare l’attenzione, gli scavi archeologici di Ordona sono stati candidati dalla popolazione locale tra i Luoghi del cuore del FAI.

Parte del sito, una decina di anni fa, è stato acquisito dal proprietario dei terreni dal ministero dei Beni Culturali e la speranza è quella di farlo diventare, un giorno, il Parco archeologico dell’antica città di Herdonia, un luoog unico per tutta la Daunia, ma anche per tutta l’Italia. Ma c’è ancora molto da fare e tanto da scavare.

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In Italia c’è un nuovo e bellissimo giardino da visitare

Nel circuito dei Grandi Giardini Italiani c’è una grande novità: per la prima volta, si è appena aggiunto un nuovo e meraviglioso giardino che si trova in Puglia. Si tratta del Giardini Mileto che si trova a Pozzo Faceto di Fasano, nel cuore della Valle d’Itria.

Come nascono i Giardini Mileto

I Giardini Mileto nascono dal desiderio di rivalorizzare un’antica cava e i terreni circostanti presenti in un lembo di terra di circa 14 ettari appartenenti alla famiglia Zizzi, proprietaria anche di un vivaio per la vendita di piante ornamentali e la progettazione e la realizzazione di giardini, distante soli 3 chilometri.

L’idea della famiglia era di convertire un’area agraria in un parco naturalistico caratterizzato da un’elevata biodiversità di piante, provenienti dalle diverse zone del Mediterraneo, ma anche di altre zone del mondo. L’obiettivo era quindi quello di creare un giardino composto da cinque diverse aree tematiche collegate tra loro.

Le cinque aree tematiche

Il Cammino: si estende lungo un percorso alberato costeggiato da specie con diversi periodi di fioritura, in modo da offrire un’alternanza di colori tra le diverse stagioni dell’anno.

Il Teatro: sulle alte pareti rocciose predominano arbusti come il Biancospino, il Mirto e il Pistacia lentisco che, insieme al rosso della terra, danno vita a un palcoscenico senza eguali.

Il Palmeto: è il luogo in cui arte e poesia si intersecano tra loro, stimolando l’immaginazione del visitatore. Il fruscìo delle canne da zucchero, il gorgoglìo dell’acqua e l’ondeggiare delle Pampas sono fonte di quiete per la mente.

Il Deserto: è composta da piante succulente (comunemente dette piante grasse), destinate a riprodurre un ambiente tipico di quelle zone prive d’acqua per dimostrare che, anche in zone aride e rocciose, è possibile realizzare un giardino ecosostenibile.

Il Frutteto: qui si può degustare e acquistare l’olio extravergine di oliva di produzione dei Giardini Mileto, ma anche le diverse colture stagionali, raccolte dall’orto biologico e preparate a chilometro zero.

I Giardini Mileto aprono al pubblico dal 30 aprile al 31 ottobre 2024.

I Grandi Giardini Italiani

Nati per promuovere e valorizzare i più bei giardini d’Italia, il circuito dei Grandi Giardini Italiani è nato nel 1997 da un’idea di Judith Wade, la “signora dei giardini”, australiana di nascita, ma cresciuta in Inghilterra, e approdata nel nostro Paese alla fine degli Anni ’90, oggi CEO di Grandi Giardini Italiani.

Comprende 150 tra i giardini più famosi nella storia dell’arte del nostro Paese e comprende luoghi iconici come i giardini di Villa d’Este a Cernobbio, sul Lago di Como, quelli di Tivoli appena fuori Roma, i Giardini Vaticani, quelli di Castel Gandolfo, la Reggia di Caserta e la Reggia di Venaria.

Sono giardini di proprietà dello Stato italiano, ma anche privati, come Villa Bell’Aspetto a Nettuno, entrata nel circuito nel 2022 insieme ad altri quattro, Villa di Montruglio, vicino a Vicenza, Villa Rezzola a Lerici, in Liguria, il Giardino dell’Impossibile sull’isola di Favignana, e la Biblioteca degli Alberi, il più recente giardino sorto a Milano, e ora i Giardini Mileto in Puglia.

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Vacanze in Puglia tra esperienze indimenticabili e lussuose ville

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L’isola col faro che galleggia sul Mar Ionio

Il Salento è una destinazione incantevole che attira ogni anno i turisti di tutto il mondo per le sue coste mozzafiato, il mare cristallino e le spiagge sabbiose, il luogo l’ideale per gli amanti del sole e del mare.

Un vero scrigno di storia e cultura, tra uliveti secolari e masserie tradizionali, che nasconde tesori incredibili che aspettano solo di essere scoperti.

Le isole che costellano il territorio sono poche, ma tutte meritano senza dubbio di essere visitate. Il viaggio di oggi ci conduce sull’Isola di Sant’Andrea, una terra caratterizzata da una bellezza selvaggia e incontaminata. Qui è impossibile non rimanere incantati di fronte alle scogliere a picco sul mare, le acque turchesi e le grotte suggestive, una meta imperdibile per coloro che desiderano immergersi nella natura e scoprire la magia del Salento.

L’Isola di Sant’Andrea: un paradiso mediterraneo

L’Isola di Sant’Andrea, conosciuta anche come Isola di Gallipoli, sorge appena sopra il livello del mare, raggiungendo un’altitudine di poco più di tre metri, una caratteristica che la rende estremamente vulnerabile all’impeto delle onde e dei venti.

Quest’area protetta si estende per circa 50 ettari ed è una testimonianza della straordinaria ricchezza della biodiversità mediterranea.

Infatti, l’intera area fa parte del Parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea e Litorale di Punta della Suina, un luogo di grande rilevanza per la fauna, soprattutto per la nidificazione del Gabbiano Corso. Nonostante attualmente sia disabitata, l’isola è aperta alle visite e regala uno spettacolo mozzafiato da ogni prospettiva.

Una delle attrazioni più affascinanti è il suo imponente faro, un edificio che si erge maestoso e si lascia ammirare anche da lontano. Con la sua architettura distintiva e la sua storia secolare, rappresenta non solo un punto di riferimento, ma anche una testimonianza silenziosa del passato dell’isola.

Nel 1997, il Ministero della Difesa propose l’inserimento dell’Isola di Sant’Andrea nella lista dei beni da vendere a privati. Tuttavia, nel 2000, grazie alle azioni intraprese da associazioni e partiti politici, il Tribunale di Lecce emise una sospensione che ne vietava qualsiasi forma di vendita. Questo provvedimento legale sottolineò la consapevolezza del valore intrinseco e dell’importanza di conservare questo luogo unico. L’Isola di Sant’Andrea è diventato un bene invendibile, garantendo così la preservazione nel tempo e la sua bellezza naturale per le generazioni future.

Spiaggia Punta Pizzo Gallipoli

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Spiaggia Punta Pizzo, Parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea, Gallipoli

Cosa fare sull’Isola di Sant’Andrea

L’Isola di Sant’Andrea offre una vasta gamma di attività e attrazioni per i visitatori che desiderano vivere un’esperienza all’insegna del relax, immersi completamente nella natura. Il suggerimento è quello di dedicare del tempo alle passeggiate lungo i sentieri panoramici alla scoperta della sua bellezza brulla e selvaggia.

Imperdibile è la salita fino alla cima del faro che permette di ammirare panorami emozionanti e godere di una vista privilegiata sulla bellezza dell’isola e delle sue acque cristalline.

Questa destinazione è anche un vero paradiso per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni. Il mare limpido invita, infatti, all’esplorazione della meravigliosa e variegata vita marina che anima questi fondali. Inoltre, è possibile sperimentare diverse attività acquatiche, come il kayak, il paddleboard e numerose escursioni in barca.

L’Isola di Sant’Andrea è un tesoro che merita di essere custodito e valorizzato, un luogo magico che lascia un’impronta indelebile nel cuore di chiunque lo visiti.

Isola Sant'Andrea al tramonto

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Isola di Sant’Andrea al tramonto, Gallipoli, Puglia
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Sul Cammino di Celestino V, 500 km da Roma al Gargano

Dal cuore dell’Abruzzo fino al mare” e, presto, entro il Giubileo del 2025, dalla Capitale fino a Vieste, sul Gargano: lo storico Cammino di Celestino V alla Maiella si fa grande e si trasforma, passo passo, in un cammino sul modello di Compostela, sacro itinerario ricco di spiritualità e suggestioni sulle tracce del Papa eremita.

Il progetto, in via di sviluppo, prende il nome di “Cammino grande di Celestino“, un percorso di ben 570 chilometri, 37 tappe e 65 Comuni.

Da Roma a Vieste, il nuovo cammino spirituale del Mediterraneo

I tempi sono maturi per il Parco Nazionale della Majella per immaginare e dare vita a un ampliamento dell’apprezzato e conosciuto Cammino di Celestino, che si snoda lungo la rete sentieristica ufficiale del Parco, dall’Aquila a Ortona.

Lo sguardo, infatti, volge avanti, al tracciato che unirà la Via Francigena alla Puglia, passando per l’Abruzzo e il Molise e inglobando i Patrimoni UNESCO del Global Geopark Maiella, della Perdonanza Celestiniana e della Transumanza nonché otto aree naturali protette.

Sarà un percorso grandioso che toccherà Castel Gandolfo, Subiaco, L’Aquila, Fontecchio, Sulmona, Caramanico Terme, Serramonacesca, Ortona, Vasto, Serracapriola e infine Vieste dove Celestino V, dopo la rinuncia al soglio pontificio, inseguito dagli uomini del nuovo Papa Bonifacio VIII, aveva intenzione di imbarcarsi per la Dalmazia.

Il Cammino di Celestino, nel cuore dell’Abruzzo

Nel 2018, nacque il tracciato originario del Cammino, voluto dal Parco della Majella per raccontare le vicende del vecchio eremita Pietro Angelerio e far conoscere al mondo i preziosi eremi rupestri in cui si ritirò nella sua lunga vita, prima di essere chiamato a diventare Papa.

Un cammino di 90 chilometri in sei tappe, da Sulmona in provincia dell’Aquila fino a Serramonacesca in provincia di Pescara, che ricalca i sentieri (il più delle volte semplici mulattiere) probabilmente utilizzati da Pietro per spostarsi da un eremo all’altro nella magnificenza della natura abruzzese.

La partenza avviene dalla Badia Celestiniana di Sulmona, tocca i comuni di Pacentro, Roccacaramanico, Caramanico, Decontra, Roccamorice, Abbateggio, Lettomanoppello, Manoppello e Serramonacesca, consentendo di visitare sette eremi rupestri, due abbazie, un sito con tombe rupestri e due siti archeologici prima di arrivare all’Abbazia di San Liberatore a Maiella a Serramonacesca.

Il 22 giugno 2022, presso la splendida cattedrale di Santo Spirito nella Badia Morronese, è arrivato l’annuncio ufficiale della piena operatività delle nuove tappe che vanno dall’Aquila a Sulmona e da Serramonacesca a Ortona.

225 chilometri che collegano il cuore dell’Abruzzo al Mare Adriatico passando per luoghi a dir poco straordinari: dalla Basilica di Collemaggio, dove Pietro fu incoronato Papa, lungo la valle dell’Aterno, tra antichi borghi e siti storici, toccando gli abitati di Stiffe, Campana, Fontecchio, Beffi, Castelvecchio Subequo e Raiano, fino alla Valle Peligna e alla maestosa Maiella; da qui prosegue poi tra gli eremi e i santuari della Montagna Madre fino al litorale di Ortona.

In particolare, gli ultimi tre giorni corrispondono con i passi del Cammino di San Tommaso, fino alla Cattedrale dell’apostolo a Ortona e, con un ultimo sforzo, al Castello Aragonese e al mare.

Dal Castello, una scalinata consente di raggiungere la pista ciclabile della Via verde della Costa dei Trabocchi che scende, seguendo il tracciato della vecchia ferrovia adriatica, fino a Vasto.

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La spiaggia di Torre Guaceto, tra le più amate della Puglia

Una delle regioni più amate del nostro Paese per le vacanze estive è la Puglia. Situata nel “tacco” dello Stivale, è conosciuta in tutto il mondo per i borghi dal caratteristico intonaco bianco, per la campagna dal sapore antico, ma soprattutto per le sue paradisiache spiagge. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di portarvi a scoprire uno degli arenili più apprezzati della regione: la Spiaggia di Torre Guaceto.

Come si arriva alla Spiaggia di Torre Guaceto?

La meravigliosa spiaggia di Torre Guaceto si trova a Carovigno, in provincia di Brindisi, e più precisamente in Contrada Pennagrossa, all’interno della Riserva Naturale di Torre Guaceto.

Arrivare è piuttosto semplice: basta percorrere la SS 379. Da questa strada si hanno poi due opzioni, ovvero uscire a Serranova e seguire le indicazioni stradali per Punta Penna Grossa, oppure scegliere la deviazione per Apani. In entrambi i casi, si raggiunge un grande parcheggio a pagamento da cui si può usufruisce del servizio navetta o del noleggio di biciclette. All’interno della riserva, come è possibile immaginare, non si possono utilizzare mezzi propri.

Caratteristiche

La Spiaggia di Torre Guaceto inevitabilmente vi farà innamorare: dalla forma stretta e lunga, è una morbida distesa di sabbia bianca e dorata. Sono presenti anche delle dune di sabbia che la separano dal resto del litorale. Il mare, turchese e cristallino, è una sorta di sogno a occhi aperti, mentre i suoi fondali sono un turbinio di flora e fauna colorata. A colpire il visitatore sono anche delle scogliere, alcune a pelo d’acqua, che creano un interessante contrasto per via del loro colore scuro.

Il mare di Torre Guaceto

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I colori della Riserva di Torre Guaceto

In questa bellissima striscia di sabbia è possibile di usufruire di ombrelloni e lettini, così come fare lunghe passeggiate e/o andare in bici. La Spiaggia di Torre Guaceto è anche attrezzata per le persone con disabilità in quanto è presente una pedana solarium che facilità gli spostamenti in carrozzina.

C’è da fare però un po’ di attenzione: data l’importanza naturalistica della zona, alcuni tratti non sono accessibili. Ne è un esempio la Spiaggia delle Conchiglie, così chiamata perché vi dimorano tantissime piccole conchiglie, in cui vige il divieto di balneazione. Questo particolare arenile si trova in quella che, all’interno della Riserva, viene chiamata zona A e dove è possibile fare escursioni subacquee soltanto dopo aver ricevuto un’autorizzazione.

Le spiagge accessibili al pubblico sono quelle della zona B, ovvero la parte che comprende il litorale della Spiaggia di Punta Penna Grossa, e la zona C nei pressi della Spiaggia di Apani.

Infine, sappiate che questa spiaggia è così chiamata per un preciso motivo: la torre aragonese che qui svetta e che veniva utilizzata per avvistare l’arrivo delle navi saracene nel XVI secolo.

Cos’altro visitare nella Riserva

La meravigliosa Riserva Naturale di Torre Guaceto è stata dichiarata Area Naturale Marina nel 1991 e si estende per circa 8 chilometri. Visitarla vuol dire ritrovarsi nel tipico, ma assolutamente affascinante, paesaggio della macchia mediterranea.

Tale riserva, inoltre, è suddivisa in due parti: quella marina in cui si fanno spazio ben 5 isolotti, e quella terrestre dove a dominare è senza ombra di dubbio una lussureggiante vegetazione.

Nella parte marina ci sono le tre zone, A B e C, di cui vi abbiamo parlato sopra. La prima, dove è possibile esclusivamente fare snorkeling, regala fondali ricchi di posidonia, alghe, pesci e crostacei. La seconda è invece balneabile e navigabile e si possono persino praticare corsi di vela e di immersione subacquea. La terza è destinata alla pesca ecosostenibile dei soli pescatori professionisti.

La zona della Riserva terrestre è invece l’habitat di tre ambienti naturali diversi. C’è la macchia mediterranea accanto alla quale prende vita una parte paludosa che si affaccia sull’area costiera in cui svettano dune alte fino a 10 metri. Qui si può fare un po’ di trekking attraversando percorsi stabiliti che conducono alla torre, passeggiare in bicicletta e persino fare un tour con il Trenino del Mare. Al contempo si può anche percorre la zona umida fino per giungere alla torre e alla sorgente del Gawsit.

Torre aragonese in Piglia

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La bellissima torre aragonese

Visitare Carovigno

Se si passa da queste parti vale la pena fare un salto anche a Carovigno: il bel borgo dai profili completamente bianchi dista solo 5 chilometri dal mare. Il suggestivo centro cittadino sorge su una piana impreziosita da mandorli, frutteti e uliveti ed è ricco di interessanti monumenti, oltre a essere spesso animato da imperdibili eventi.

Il paese sembra sospeso tra passato e presente ed è caratterizzato da un insieme di stradine e piazze che gli donano un fascino altamente autentico. Tantissime sono le architetture religiose che incantano il viaggiatore, ma a lasciare senza parole è la Chiesa Madre del XIV secolo, intitolata a Maria Assunta.

Nel punto più alto del borgo si erge invece un maestoso castello composto di tre torrioni che possiedono una forma strutturale diversa. Chiamato Castello Dentice di Frasso, prende il nome dagli ultimi nobili che vi soggiornarono. Il forte possiede anche dei sotterranei in cui ci sono le “segrete”. Al suo interno, tra le altre cose, è possibile visitare il museo delle tradizioni popolari, così come le sue bellissime stanze tra cui le sale da pranzo, la biblioteca, l’ampio salone e il caminetto.

Accanto al maniero si trova la Chiesa di Sant’Anna che aveva la funzione di cappella per i feudatari del castello.

Leggermente più distante, e per essere precisi su un rilievo collinare a 100 metri di altezza, svetta il Santuario Madonna del Belvedere che regala pace e tranquillità. Da qui la vista è davvero eccezionale: spazia su una distesa di olivi secolari e arriva fino al mare limpido che lambisce la Puglia.

Al suo interno ci sono invece due cavità (cripta superiore e cripta inferiore), messe in relazione tra loro e con la navata del tempio dalla “scala santa” composta da 47 gradini. Altrettanto interessanti sono gli affreschi dove viene ritratta principalmente la Madonna del Belvedere.

Insomma, vale assolutamente la pena concedersi una giornata di relax presso la Spiaggia di Torre Guaceto per poi scoprire la vibrante natura della Riserva in cui si trova e terminare il viaggio tra la storia antica del bellissimo borgo di Carovigno.

Cosa vedere a Carovigno

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Il borgo di Carovigno