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Alla scoperta dello splendido borgo di Specchia in Puglia

Incastonata nel cuore del Salento, Specchia è uno dei borghi più affascinanti della Puglia nella provincia di Lecce. Si tratta di un borgo di era medievale che ha saputo mantenere intatto il suo fascino antico nel tempo, a metà strada tra il Mar Adriatico ed il Mar Ionio. Caratterizzato da stradine lastricate, case in pietra bianca ed atmosfere suggestive, Specchia rappresenta la destinazione ideale per chi desidera immergersi nella storia e nelle tradizioni di questa meravigliosa regione italiana.

Un angolo della Puglia da non lasciarsi sfuggire per niente al mondo.

Un po’ di storia, le origini di Specchia

La storia di Specchia affonda le sue radici nell’epoca medievale, situato in un territorio abitato già in epoca preistorica. Il nome “Specchia” deriva probabilmente dalle specchie, degli antichi cumuli di pietre che venivano utilizzati come punti di riferimento o di vedetta dell’epoca. Il borgo medievale pugliese si sviluppò intorno al nono secolo, periodo in cui venivano costruite  fortezze e difese contro le incursioni del popolo dei Saraceni. Camminando ancora oggi per le strade del centro storico di Specchia, si percepisce l’atmosfera di un tempo così lontano come quello medievale.

Tra le accoglienti stradine del borgo pugliese abitano poco meno di 5.000 anime e sono custoditi edifici dal valore storico-artistico inestimabile. Sono diverse le influenze culturali che Specchia ha assorbito e che l’hanno resa senza dubbio una vera e propria meraviglia, capace di offrire tantissimo a chi la sceglie come meta delle sue esplorazioni, dal punto di vista architettonico, artistico, storico e gastronomico.

Cosa vedere a Specchia, gioiello salentino

Il centro storico del borgo

Il cuore di Specchia rappresenta il suo centro storico: un labirinto di vicoli stretti e tortuosi, pavimentati con lastre di pietra calcarea. Passeggiando per queste piccole vie, è facile ritrovarsi di fronte ad antiche case in pietra, cortili fioriti e scorci pittoreschi, che sembrano usciti da una cartolina. Uno dei punti più interessanti e suggestivi del centro storico di Specchia è Piazza del Popolo, il centro della vita cittadina, sulla quale si affacciano alcuni degli edifici più importanti del borgo.

Castello e Palazzo Risolo, simboli di Specchia

L’antico Castello Risolo, situato proprio in Piazza del Popolo, è uno dei simboli di Specchia, che venne costruito nel quindicesimo secolo. Il castello ha subito diverse modifiche nel corso dei secoli, ma conserva tutt’oggi il suo imponente aspetto. Oggi questo antico edificio è la sede di diversi eventi culturali e mostre temporanee, ed è possibile visitare alcune delle sue sale interne. La visita al castello offre ai visitatori una splendida vista sulla piazza e sulle case circostanti, per un panorama sicuramente da ricordare.

Accanto al castello, sempre in Piazza del Popolo, si trova Palazzo Risolo, un elegante edificio nobiliare, risalente al diciassettesimo secolo. Questo palazzo, con la sua facciata decorata e i suoi interni raffinati ed eleganti, è un esempio di architettura barocca salentina. Al suo interno, oggi, ospita il Municipio di Specchia e alcune sale espositive dove è possibile ammirare diverse opere d’arte.

La Chiesa Madre

Facciata della Chiesa Madre di Specchia

Fonte: 123RF

Chiesa Madre del borgo medievale di Specchia

La Chiesa Madre, che è stata dedicata alla presentazione della Beata Vergine Maria, è un altro importante edificio religioso di questo piccolo borgo della Puglia. La chiesa venne costruita nel XVI secolo ed è un esempio di architettura rinascimentale e tratti dello stile barocco. All’interno, si possono ammirare altari in marmo, dipinti e sculture che testimoniano la ricchezza artistica di Specchia.

Antica chiesa di Sant’Eufemia

La chiesa di Sant’Eufemia è uno degli edifici religiosi più antichi di Specchia, situata poco fuori il centro abitato. Questa chiesa, in stile romanico-bizantino, è un vero tesoro d’arte e spiritualità del borgo pugliese. L’interno, così semplice ma suggestivo, conserva affreschi e decorazioni uniche,  che raccontano la storia religiosa del borgo di Specchia. La chiesa è circondata da ulivi secolari, che creano un’atmosfera di pace e contemplazione.

I frantoi ipogei, per la produzione di olio

Una dei luoghi più particolari di Specchia sono sicuramente i frantoi ipogei, antichi luoghi di produzione dell’olio ricavati nel sottosuolo. Questi frantoi, che risalgono al periodo medievale, rappresentano un’importante testimonianza della tradizione olearia del Salento. Oggi è possibile visitarli per scoprire le tecniche di produzione dell’olio pugliese, immergendosi in un mondo sotterraneo, affascinante e misterioso.

Alberi di ulivo nelle campagna salentine

Fonte: iStock

Alberi di ulivo delle campagne salentine

Cosa fare nel borgo medievale di Specchia

Natura, passeggiate e trekking

Specchia può essere il punto di partenza ideale per escursioni e passeggiate nel territorio Salentino. I dintorni del borgo offrono numerosi sentieri, che attraversano uliveti, vigneti e campi coltivati, permettendo di immergersi a pieno nella natura e scoprire il paesaggio rurale della regione. Una delle escursioni sicuramente più suggestive è quella che conduce alla Serra di Specchia, una collina da cui si gode di una vista panoramica mozzafiato sul borgo di Specchia e sulle campagne circostanti.

Eccellenze pugliesi e degustazioni enogastronomiche

Da anni Forbes celebra la Puglia per i suoi sapori e per la sua cucina ed il borgo di Specchia non fa eccezione. Durante la visita non bisogna assolutamente perdere l’occasione di degustare i prodotti tipici locali del territorio pugliese. Ci sono numerosi ristoranti e trattorie tipiche, che offrono piatti della tradizione salentina, preparati con ingredienti freschi e genuini. Tra le specialità da provare ci sono sicuramente le orecchiette con le cime di rapa, il purè di fave con cicorie, e i pasticciotti, deliziosi dolci di pasta frolla ripieni di crema.

Eventi e manifestazioni

Specchia è un borgo vivace, nel quale si svolgono numerosi eventi e manifestazioni durante tutto l’anno. Tra i più importanti eventi di questo borgo ci sono: la Festa di San Nicola, patrono del borgo, che si celebra a maggio con processioni, spettacoli lungo le vie e fuochi d’artificio, e la Notte della Taranta, un festival di musica tradizionale salentina che attira visitatori da tutta Italia. Partecipare rappresenta un’ottima occasione per conoscere la cultura e le tradizioni locali e farsi trasportare dall’animo salentino del popolo locale.

Specchia è un luogo magico, dove il tempo sembra essersi fermato e dove è possibile riscoprire il piacere delle cose semplici. La sua bellezza, la sua storia e le sue tradizioni ne fanno una meta imperdibile per chi visita la Puglia e vuole scoprire il Salento, con la sua arte, la sua cultura e le sue spiagge strepitose.

 

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Taranto e le sue sirene, una leggenda romantica senza tempo

In passato colonia della Magna Grecia, oggi città moderna e artistica, Taranto è una meta splendida e molto romantica: affacciata su due mari, offre un panorama unico e rappresenta una delle località più ricche di storia e di tradizione dell’intera penisola salentina. Le sue origini risalgono a un passato molto antico, ovvero a quando venne considerata il polo strategico ed economico della Magna Grecia. E da luogo leggendario qual è, Taranto nasconde anche una storia dolceamara in una delle attrazioni più affascinanti, le sirene del suo lungomare.

Se non conoscete la famosa leggenda delle sirene di Taranto, questo è l’articolo che fa per voi, da leggere prima di pianificare la vostra prossima vacanza in Puglia.

Le sirene del lungomare di Taranto

Sono molti i turisti che, arrivando per la prima volta a Tarantopasseggiando sul suo lungomare, rimangono ammaliati dalle splendide statue di sirene che spuntano qua e là, appoggiate agli scogli. Le sculture, realizzate dall’artista contemporaneo Francesco Trani, sono state costruite in cemento marino affinché possano resistere all’azione erosiva del mare. Ce ne sono diverse, che spuntano dalle acque del Mar Ionio e arricchiscono il già splendido panorama del lungomare di Taranto. Una volta che avrete sentito la loro storia, ne rimarrete completamente conquistati.

La leggenda delle sirene

Si narra che, ai tempi in cui Taranto ricopriva il ruolo di capitale della Magna Grecia, le sirene, affascinate dalla bellezza della città, decisero di costruire qui il loro castello fatato. In paese viveva una splendida coppia: lei una ragazza splendida, lui un pescatore spesso lontano da casa. A causa della sua assenza, la giovane sposa cedette all’estenuante corte di un ricco signore locale. In preda al rimorso, confessò tutto al marito, il quale la portò con sé in barca e la spinse in acqua. Le sirene la salvarono e, rimaste incantate dal suo splendore, la incoronarono regina e le diedero il nome di Skuma (Schiuma).

Tempo dopo il pescatore, pentito del suo gesto, tornò in barca nel punto in cui credeva che sua moglie fosse annegata e si mise a piangere. Le sirene lo rapirono e lo condussero davanti alla loro regina, che naturalmente lo riconobbe immediatamente. Perdonandolo per il suo comportamento, convinse le sirene a lasciarlo in vita, e queste lo ricondussero a riva. Il pescatore capì l’enorme errore commesso e decise di riconquistare sua moglie. Grazie all’aiuto di una fata, riuscì a sottrarla dal castello delle sirene e a condurla vicino alle acque del golfo di Taranto.

La leggenda delle sirene di Taranto, tutto quello che devi sapere

Fonte: iStock

Le sirene di Taranto: la leggenda

Il finale della storia: le due versioni

Del finale della leggenda esistono due versioni diverse. Nella prima, i due giovani innamorati riuscirono a tornare a riva e vissero felici e contenti per il resto dei loro giorni; la seconda, invece, narra di una terribile onda che li travolse, trascinando il pescatore al largo assieme alle sirene e di lui non si ebbero più notizie. Skuma, in preda al dolore, decise di farsi suora e chiudersi in una delle torri del Castello Aragonese, che prese il nome di Torre della Monacella. E le sirene? Di loro non si seppe più nulla, ma rimangono immortali guardiane del golfo di Taranto, dagli scogli su cui riposano eternamente.

Il significato della leggenda

Ogni storia ha un significato profondo che racconta la vita quotidiana di tutti noi. La leggenda delle sirene di Taranto narra una storia di amore, tradimento e redenzione: da una parte, la vicenda che vede protagonisti Skuma e il pescatore rappresenta un amore puro e intenso, capace di superare qualsiasi ostacolo, dall’altra, sottolinea il potere del perdono. Il pescatore, accecato dalla gelosia, commette un grave errore tradendo la sua amata, ma il pentimento sincero e l’impegno per riconquistarla dimostrano il suo desiderio di redenzione e lo rendono degno del perdono di Skuma.

La loro storia si intreccia con quella della città. A fare da sfondo è sempre il mare, elemento centrale per la città di Taranto, considerato sia fonte di vita che di pericolo, oltre che simbolo dei misteri e delle profondità dell’animo umano.

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Le più belle spiagge di sabbia del Gargano tra Rodi e Vieste

La Puglia possiede tutti gli ingredienti per una vacanza perfetta: cibo fantastico, città splendide, paesaggi mozzafiato, ma soprattutto spiagge meravigliose. Tra le zone più famose per gli amanti del relax su spiagge di sabbia dalle acque cristalline c’è sicuramente il Gargano, l’area più selvaggia del litorale pugliese e luogo ideale dove trascorrere giornate indimenticabili. La maggior parte delle spiagge di sabbia sul Gargano, infatti, sono caratterizzate da piccole cale circondate da scogliere, con un arenile di sabbia chiara e fine, affacciate su un mare dai riflessi verde smeraldo e azzurro-turchese, autentiche meraviglie della natura.

Se avete pochi giorni per scoprirle e vi state chiedendo quali sono le spiagge di sabbia imperdibili del Gargano, questo articolo è esattamente quello che fa per voi!

Zaiana, Peschici

In passato spiaggia prediletta dai nudisti, oggi la cala di Zaiana a Peschici è considerata una delle spiagge più belle di tutta la Puglia. Circondata da alti costoni ricoperti di macchia mediterranea, vanta una sabbia fine e soffice, mentre le sue acque cristalline e tiepide invitano chiunque a tuffarsi al loro interno. Tuffarsi letteralmente, perché molte persone sfruttano i costoni per lanciarsi nel suo mare. A differenza di molte spiagge nei dintorni, quella di Zaiana è una spiaggia libera, seppur siano presenti anche un bar e un tratto di lido attrezzato. Se la visitate in alta stagione, consigliamo di andarci presto per assicurarvi un posto!

Baia di Manaccora, Peschici

Non lontano dalla spiaggia di Zaiana, si trova un’altra magnifica spiaggia di sabbia sul Gargano, quella di Manaccora. Situata in una delle più belle baie di tutta la Puglia, nei suoi pressi sorge anche un sito archeologico che testimonia la presenza di civiltà preistoriche nel territorio. La sabbia della spiaggia di Manaccora è fine e il fondale scende gradualmente. È sia libera che attrezzata, con stabilimenti balneari dotati di tutti i comfort, come il noleggio di lettini e ombrelloni, bar e ristoranti, dove mangiare ottimi piatti a base di pesce freschissimo, pescato in loco dai pescatori locali, con i quali potete anche organizzare una battuta di pesca o una gita in barca.

Spiaggia di Pizzomunno, Vieste

A Vieste, invece, proprio all’entrata della città, si trova la spiaggia di Pizzomunno, caratterizzata da sabbia fine e  fondale basso. Iconico è il monolite di calcare bianco, attorno al quale ruota una leggenda con protagonisti una coppia di innamorati, Pizzomunno e Cristalda, e un gruppo di sirene. Queste, indispettite perché non riuscirono ad ammaliare l’uomo, lo punirono trascinando Cristalda nelle profondità del mare. Pizzomunno, pietrificato dal dolore, assunse la forma del monolite che da il nome alla spiaggia. Anche qui si può scegliere se rilassarsi nel tratto di spiaggia libera o in quella attrezzata, magari ascoltando la canzone di Max Gazzé, il cui nome è proprio “La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno”.

Spiaggia di Pizzomunno

Fonte: iStock

La famosa spiaggia di Pizzomunno a Vieste

Porto Greco e Cala della Sanguinara, Vieste

A Vieste ricordiamo anche la spiaggia di Porto Greco, completamente immersa nel verde della rigogliosa vegetazione circostante. La spiaggia si può raggiungere a piedi attraverso un sentiero sterrato. Per gli amanti delle escursioni è possibile visitare la Grotta dei Marmi e la Grotta delle Viole, mentre a poca distanza sorge la spiaggia di Cala della Sanguinara, considerata il gioiello del Gargano. Si tratta di una caletta incastonata tra le rocce carsiche che caratterizzano quest’area della Puglia, circondate da pinete di pino d’Aleppo. La spiaggia si può raggiungere a piedi da un sentiero oppure via mare in barca.

Fontana delle Rose, Mattinata

Una delle spiagge più belle del Gargano è sicuramente Fontana delle Rose, situata nel territorio di Mattinata. Si tratta di una spiaggia molto suggestiva perché incastonata in un tratto costiero alto e roccioso grazie alla presenza di rocce sedimentarie ricoperte di pini. La spiaggia in sé è composta di sabbia e ghiaia, mentre le sue acque sono di un favoloso azzurro intenso con sfumature turchesi/blu e con fondali profondi, perfetti per nuotare o piccole immersioni. Qui ci sono sia tratti liberi che aree attrezzate dotate di ombrelloni, sdraio e ristoranti.

Baia dei Colombi, Vieste

Chi è alla ricerca di una spiaggia più intima e nascosta, un gioiellino da non perdere è sicuramente la Baia dei Colombi. Qui la sabbia è morbida e dorata, mentre il mare azzurro turchese, con acque molto trasparenti. L’accesso non è semplicissimo: chi desidera raggiungerla dovrà percorrere un sentiero immerso nella macchia mediterranea partendo dalla litoranea di Peschici. La spiaggia deve il suo nome alla gigantesca Grotta dei Colombi che la protegge, rendendo questo scenario incontaminato ancora più suggestivo.

Le spiagge di Rodi Garganico

Rodi Garganico è una delle mete più conosciute grazie al suo centro storico e agli 8 chilometri di spiagge. Da non perdere è la spiaggia di Levante, riparata dal vento grazie alla presenza del porto e caratterizzata da sabbia fine dorata e acque azzurro-blu. Circondata da alberi di agrumi è il litorale di San Menaio, dove sono presenti quattro spiagge caratterizzate da un fondo sabbioso fine e color dorato chiaro e dal fondale marino poco profondo, pianeggiante e sabbioso.

Spiaggia di Rodi Garganico

Fonte: iStock

Spiaggia cittadina di Rodi Garganico
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Monte Sant’Angelo, la capitale della cultura di Puglia 2024

Incastonato tra il mare e la montagna, in Puglia c’è un piccolo borgo che in questi mesi sta vivendo il suo “momento speciale”: si tratta di Monte Sant’Angelo, conosciuto soprattutto per la sua bellezza incontaminata e perché ospita ben due Patrimoni UNESCO nel suo territorio. Quest’anno, rappresenta la sua regione come capitale della cultura, motivo per cui tra le sue vie e i suoi palazzi storici si terranno diversi appuntamenti importanti. Scopriamo qualcosa in più.

Monte Sant’Angelo, gli eventi culturali del 2024

Casette di calce bianca che rifulgono sotto il sole e una meravigliosa vista sul mare: il borgo di Monte Sant’Angelo, situato in provincia di Foggia, è una piccola perla del Gargano. Si trova in una zona boscosa, dove la natura è ancora incontaminata, e può vantare sia un bellissimo panorama montuoso che un facile accesso alla costa, dove sorgono alcune delle spiagge più belle dell’Adriatico. Il paesino, che conta poco più di 11mila abitanti, è stato eletto capitale della cultura in rappresentanza della Puglia per il 2024.

Per l’occasione, nei prossimi mesi qui si terranno diversi eventi importanti, tra spettacoli, musica e incontri culturali. Alcuni dei più affascinanti coinvolgono i due Patrimoni UNESCO del borgo. Il primo è il Santuario di San Michele Arcangelo, meta di pellegrinaggio che attira moltissimi visitatori ogni anno: dal 22 al 25 giugno 2024 sarà possibile partecipare ad alcuni appuntamenti dedicati al patrimonio culturale di Monte Sant’Angelo, con visite guidate e musei aperti gratuitamente. Mentre il mese prossimo sarà il turno delle faggete vetuste della Foresta Umbra: sabato 6 e domenica 7 luglio 2024 si terranno camminate nel verde, degustazioni e una splendida passeggiata in notturna.

Alla scoperta del borgo di Monte Sant’Angelo

Ma il borgo di Monte Sant’Angelo merita una visita in qualsiasi momento dell’anno, perché è un luogo davvero speciale. A partire proprio dal Santuario di San Michele Arcangelo, antico edificio di culto realizzato in epoca romano-bizantina e poi restaurato nel XIII secolo, quando assunse il suo aspetto attuale. È da qui che si può accedere alla vicina Grotta di San Michele Arcangelo, esempio di fenomeno carsico che caratterizza il territorio: è considerata una delle grotte sacre più suggestive al mondo, l’unica in Italia ad essere stata riconosciuta dal National Geographic.

L’antico centro urbano di Monte Sant’Angelo si è sviluppato proprio attorno al primo santuario e alla sua grotta, che già in antichità erano mete di pellegrinaggio conosciute in tutta Europa. Particolarmente affascinanti sono le mura duecentesche, solo in parte ancora visibili, che un tempo cingevano il centro abitato. E, tra le testimonianze difensive del paese, spicca anche il Castello di Monte Sant’Angelo, costruito attorno all’anno 830 e successivamente rimaneggiato più e più volte, sino ad assumere l’aspetto odierno.

Attorno al borgo, la natura è ancora incontaminata: il sito della Foresta Umbra, un’ampia area naturale protetta all’interno del Parco Nazionale del Gargano, ospita delle spettacolari faggete vetuste protette sotto l’egida dell’UNESCO sin dal 2017. Ma non manca, come abbiamo già visto, uno sbocco sul mare. Lo troviamo presso la Marina di Monte Sant’Angelo, un territorio pianeggiante che si affaccia sul Golfo di Manfredonia ed è caratterizzato da una rigogliosa macchia mediterranea, con vegetazione superba che accoglie anche bellissimi uliveti.

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Brindisi Notizie Puglia Viaggi

Il meraviglioso Castello Svevo di Brindisi, dove si terrà la cena di gala del G7

La Puglia, in questi giorni, è sotto gli occhi di tutto il mondo perché è proprio in questa magnifica regione italiana che si terrà il G7, ovvero un forum intergovernativo composto da Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America, nazioni il cui peso politico, economico, industriale e militare è ritenuto di centrale importanza su scala globale. La data di inizio è proprio quella di oggi, ovvero il 13 giugno, e stasera i leader del mondo si ritroveranno per una cena di gala presso la città di Brindisi, e più precisamente nell’affascinante Castello Svevo.

Alla scoperta del meraviglioso Castello Svevo di Brindisi

Il Castello Svevo di Brindisi è il più importante e antico di questa affascinante città lambita da un limpido Mar Adriatico. Situato in via dei Mille 4, nel cuore della città, è chiamato anche “castello grande” o “di terra” per distinguerlo da quello aragonese.

Costruito per volere di Federico II nel 1227 come residenza fortificata, è composto da materiali derivanti dalle vecchie mura e dai monumenti cittadini che all’epoca erano in rovina.

L’imponenza e l’eleganza di cui è caratterizzato non passano di certo inosservate ai suoi visitatori, e siamo certi che anche i leader mondiali che stasera avranno l’opportunità di cenare qui rimarranno esterrefatti: si sviluppa attorno ad un cortile di forma trapezoidale ed è circondato da un’alta muraglia che a suo volta possiede un magnifico mastio con funzione di entrata e altre sei torri, due di forma circolare, tre a pianta quadrata e una pentagonale.

Nella cortina più esterna, invece, sono presenti classici torrioni circolari tardo medievali e rinascimentali, tutti muniti di artiglieria.

Si tratta di una struttura spettacolare, e dove stasera si terrà la cerimonia di inaugurazione di uno degli eventi più importanti a livello mondiale. Secondo le prime indiscrezioni, i leader del G7, i loro staff e i diplomatici saranno accolti in tre sale distinte che impreziosiscono il Castello Svevo.

Vi sveliamo una piccola curiosità: in una delle bellissime sale di questo maniero pugliese – per la precisione in quella che si trova poco dopo l’ingresso – vi è custodita una epigrafe che riporta l’iscrizione relativa all’ampliamento del Castello ad opera di Ferdinando d’Aragona.

La tradizione pugliese per la cena inaugurale

La cena inaugurale di questa sera porterà sui piatti dei leader tutta la semplicità, l’autenticità, il gusto e la tradizione pugliese. I big della Terra, compreso anche il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, delizieranno i loro palati con un menu leggero di quattro portate, piatti della cultura di Puglia e con pesce proveniente da tutta la regione (e non solo).

Stando a quanto si può leggere su Sky Tg24, il presidente di Federalberghi, Pierangelo Argentieri, ha assicurato che saranno utilizzati ingredienti coltivati esclusivamente nel “tacco d’Italia”. Il menu prevede infatti un antipasto con scorfano, pomodorini secchi ed erbe aromatiche, accompagnati da barattieri e pomodorini fiaschetto di Torre Guaceto.

Il secondo piatto, invece, è stato ideato per fare un vero e proprio un omaggio alla cucina italiana (ma assolutamente preparato con ingredienti di questa affascinante regione): tortelli ripieni di gallinella, quindi di pesce, con julienne di pesce serra affumicato.

Ma non è finita qui, perché i leader questa sera assaggeranno anche un ottimo filetto di dentice alle mandorle di Toritto e una crema di burrata di Andria con crumble di tarallo dolce e ciliegie ferrovia.

Non mancherà di certo un ottimo vino locale per accompagnare il tutto, e la possibilità di gustare un altrettanto speciale amaro Carduus di Brindisi con un buonissimo caffè Fadi.

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Basilicata Calabria Notizie Puglia Viaggi

È partito il Treno della Magna Grecia, per un viaggio autentico in Italia

L’Italia è tutta straordinaria, ma c’è una zona che potremmo definire epica, leggendaria, e che permette di fare un vero e proprio tuffo in un passato che è difficile da dimenticare. Parliamo di quel territorio anticamente definito “Magna Grecia”, che interessa diverse regioni del nostro Paese. Ed ora, dopo tanta attesa, è partito un convoglio che unisce Puglia e Calabria, passando per l’altrettanto affascinante Basilicata: benvenuti a bordo del Treno della Magna Grecia.

Come funziona il Treno della Magna Grecia

Il Treno della Magna Grecia è un interessante servizio che ha iniziato a scaldare i suoi motori il 9 giugno e che ora sarà attivo nei fine settimana fino al prossimo 29 settembre. Si tratta di un treno turistico a tutti gli effetti che corre lungo una delle linee ferroviarie più belle e pittoresche d’Italia: è quasi interamente affacciata sul limpido Mar Jonio.

I passeggeri hanno quindi l’occasione di intraprendere un mitico viaggio a bordo di automotrici diesel ALn663 di Trenitalia, uno dei rotabili ferroviari di costruzione italiana che hanno fatto la storia del trasporto locale. In sostanza, sono locomotive in cui si ha ancora la possibilità di abbassare i finestrini, per ammirare ad occhio perfettamente nudo luoghi di inestimabile bellezza naturalistica, storica, archeologica e molto altro ancora.

Il percorso di questo treno epico

Il percorso del Treno della Magna Grecia è attualmente sperimentale, ma l’obiettivo è renderlo un servizio definitivo che permetterà di collegare tre magnifiche regioni, Basilicata, Puglia e Calabria, in maniera molto più facile, piacevole ed ecosostenibile.

Il treno, che in questa fase collega Taranto e Sibari fermando nelle stazioni di Metaponto, Scanzano Jonico, Policoro e Nova Siri, consente di fare un vero e proprio viaggio tra le radici storiche di questa magnifica aerea del nostro Paese.

Fino al 29 settembre, quindi, quattro treni delle Ferrovie dello Stato viaggeranno di sabato e domenica: due da Taranto a Sibari (con partenza dalla città pugliese alle ore 9:02 e alle 16:33) e due in direzione contraria (con partenza dalla città calabrese alle 11:10 e alle 18:32) .

Le soste più belle del Treno della Magna Grecia

Come accennato, il treno collega Taranto a Sibari. Taranto è una bellissima realtà della Puglia che è nota anche con il soprannome di “Città dei due mari” per la sua posizione geografica a cavallo tra il Mar Grande e il Mar Piccolo. Affacciata sul Golfo delle Sirene, vanta una storia antichissima e tante meraviglie da scoprire che sembrano plasmarsi alle sue “due anime”: da un lato c’è la Città Vecchia, il cuore più antico, dall’altro il Borgo Nuovo, la parte più moderna della città.

Sibari, una delle più importanti città della Magna Grecia affacciata su un meraviglioso tratto di Mar Jonio che fa parte della provincia di Cosenza, è la meta ideale per chi a spiagge meravigliose vuole unire il fascino storico, grazie ad importanti siti archeologici. Straordinario, infatti, è il suo parco archeologico che protegge le tracce delle tre città che in età antica dominarono la Piana della Sibaritide: Sybaris, Thurii e Copia.

Il Treno della Magna Grecia, lungo il suo epico percorso, compie diverse fermate come, per esempio, Metaponto, perla della provincia di Matera. Una sosta da non perdere per nessuna ragione al mondo, perché rappresenta un antico ponte tra Italia e Oriente in cui sono ancora oggi impresse le immagini e i segni della grandiosità del passato. Non mancano di certo spiagge da sogno e tutti i servizi necessari per chi desidera trascorrere vacanze facendo bagni in un mare paradisiaco.

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Una tappa culinarea a Taranto: il Caseificio San Marco

Per coloro che desiderano immergersi completamente nella cultura e nei sapori di una regione, Taranto offre un’esperienza culinaria senza pari e il Caseificio San Marco è una tappa imprescindibile per chiunque desideri assaporare l’autentica tradizione casearia pugliese.

Taranto, città dalla storia millenaria e dalle tradizioni radicate, non è solo un luogo ricco di testimonianze archeologiche e di fascino artistico, ma anche un vero paradiso per gli amanti della buona cucina. Tra le sue strade strette e le piazze animate, i profumi dei formaggi tipici pugliesi si fondono con l’aria salmastra del mare, creando un’atmosfera unica che invita a gustare ogni prelibatezza che questa terra ha da offrire.

Uno scatto dei due titolari di Caseificio San Marco a lavoro

Fonte: Caseificio San Marco

I titolari di Caseificio San Marco a lavoro

I sapori della tradizione locale

In questo contesto, il Caseificio San Marco si erge come un autentico baluardo della cultura casearia locale. Con oltre mezzo secolo di esperienza alle spalle, rappresenta una vera e propria istituzione per gli amanti dei formaggi di qualità. Qui, la produzione artigianale è il fulcro di ogni attività, garantendo la massima cura e dedizione in ogni fase del processo di lavorazione.

I prodotti offerti dal Caseificio San Marco spaziano dall’iconica burrata, con il suo cuore cremoso e avvolgente, alle mozzarelle fior di latte, dalle scamorze affumicate ai provoloni stagionati. Ogni formaggio è una celebrazione della tradizione casearia pugliese, una sinfonia di sapori autentici che conquista il palato di chiunque li assaggi.

L’innovativa “Mozzapella”

Il Caseificio San Marco non si limita solo alla produzione di formaggi di alta qualità, per soddisfare le esigenze del mercato moderno, ha abbracciato l’innovazione con Mozzapella, un’iconica apecar personalizzata che porta i suoi prodotti freschi e genuini direttamente nelle strade di Taranto e dei paesi limitrofi. Un modo unico e originale per portare la tradizione casearia pugliese direttamente tra la gente, rendendo l’esperienza culinaria ancora più accessibile e coinvolgente.

I titolari di Caseificio San Marco ritratti mentre sono nello store

Fonte: Caseificio San Marco

I titolari di Caseificio San Marco

Il Caseificio San Marco è molto più di un semplice luogo di produzione di formaggi, è un’autentica oasi di sapori e tradizioni, un punto di riferimento per chiunque desideri assaporare l’autenticità della cucina pugliese. Con la sua dedizione alla qualità, alla tradizione e all’innovazione, continua a conquistare il cuore e il palato di residenti e turisti, offrendo un’esperienza culinaria indimenticabile a chiunque decida di fare tappa nella spartana città di Taranto.

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La Puglia è blindata per il G7: tutto quello che non si può fare

Mancano pochissimi giorni all’inizio del G7 presso l’hotel Borgo Egnazia di Savelletri, una frazione del comune di Fasano, in provincia di Brindisi: i grandi del mondo si riuniranno da queste parti, dal 13 al 15 giugno, per discutere di diversi impegni politici, dai quali emergerà un documento che eserciterà un’influenza significativa sulla governance globale e sui suoi processi decisionali. La Puglia sarà quindi sotto i riflettori di tutto il mondo, tanto da essere diventata – in parte – zona rossa. Scopriamo insieme tutto ciò che non si può e non si deve fare in questi giorni.

La zona rossa in Puglia

Puglia blindata per il G7. Nei giorni del summit in programma a Borgo Egnazia saranno in vigore misure di sicurezza straordinarie e limitazioni rigidissime. Lo scopo è garantire la sicurezza dei leader dei Paesi presenti e di tutti coloro che saranno in zona durante questo caldissimo periodo: i tiratori scelti sono già arrivati nelle masserie che ospiteranno i capi di Stato e le delegazioni, così come i piani in caso di attacchi (nucleari, batteriologici) sono pronti nell’eventualità in cui – ma ovviamente si spera di no – dovessero essere richiesti.

Alcuni dei limiti previsti, come è possibile immaginare, riguarderanno anche i cittadini e i turisti che saranno costretti a rispettare regole molto particolari e rigide. Per esempio, come si può leggere su La Repubblica, i lavoratori di Borgo Egnazia e San Domenico non potranno nemmeno utilizzare i telefoni, in quanto sarà vietato averli per scattare foto e video o per comunicare con i parenti.

La cena di gala presso il Castello Svevo: limitazioni anche a Brindisi

Come detto, il G7 avrà luogo a Borgo Egnazia, ma alcuni eventi collaterali ci saranno anche nelle zone limitrofe, come la cena di gala presso il Castello Svevo, il più importante e antico della città di Brindisi, la sera del 13 giugno. Si tratta di un’occasione importantissima per la bellissima città pugliese, perché potrà mostrare al mondo intero tutti i suoi affascinanti monumenti e anche la sua straordinaria cultura.

Il maniero, con la sua irresistibile bellezza e imponenza, sarà quindi al centro del mondo, ma per ragioni di sicurezza sarà sottoposto a divieti molto severi. In una serie di strade comprese fra il centro di Brindisi (principalmente fra le Sciabiche, le vie limitrofe al Castello Svevo e la parte del rione Casale prossima al Seno di Ponente) non si potrà camminare, ad eccezione dei residenti, per l’intera giornata del 13 giugno. Tantissimi saranno anche i divieti di sosta: nessun veicolo potrà sostare o circolare all’interno della zona rossa.

La chiusura dello spazio aereo

Aeroporti di Puglia ha fatto sapere che in occasione del G7 verrà temporaneamente chiuso lo spazio aereo per i voli commerciali dell’aeroporto di Brindisi dalle ore 19:00 alle ore 23:00 del 13 giugno 2024.

Il consiglio è quindi quello di contattare la compagnia aerea di interesse per verificare le variazioni (cancellazione, ritardo, riprogrammazione) del proprio volo.

Fasano divisa in tre aree

La città di Fasano è stata divisa in tre aree: “attenzione”, accesso controllato”, e “massima sicurezza”. Nelle zone ad “accesso controllato” si potrà accedere solo con i badge dall’11 al 16 giugno. Sono personali e non cedibili, a controllare il rispetto della norma ci saranno le forze di Polizia.

Nelle aree di “massima sicurezza”, invece, non si potrà assolutamente entrare, al punto che anche i lavoratori potranno raggiungere le strutture soltanto con navette scortate. Lo stesso discorso vale per gli agricoltori, che potranno arrivare presso le loro campagne solo per attività indispensabili entro le 7:00 e senza mezzi agricoli pesanti.

Divieto di balneazione e non solo

Le meravigliose spiagge della zona, da lunedì 10 sino a sabato 15, saranno aperte solo per i residenti e per gli ospiti delle strutture alberghiere, ma non per fare quello che si desidera: sarà in vigore un divieto di balneazione.

Poi ancora barche off limits per i diportisti nel porto di Savelletri, mentre l’intero seno di ponente del porto di Brindisi sarà interdetto alla navigazione, sempre da lunedì 10 fino a sabato 15.

I controlli alle frontiere

Il Ministero dell’Interno ha disposto, in vista del G7, il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere, terrestri, marittime e aeree, dalle ore 14:00 del 5 giugno alle ore 14:00 del 18 giugno. Una prassi consolidata dagli Stati in occasione di eventi analoghi.

In poche parole, già in questi giorni è sospesa la libera circolazione prevista dall’area Schengen, che consente a più di 400 milioni di persone di spostarsi liberamente tra i Paesi membri senza sottoporsi ai controlli di frontiera.

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Alla scoperta di Noci, in Puglia, tra gnostre e profumo di cioccolato

Il borgo di Noci è un luogo incantevole e ammaliante, incastonato in uno scenario unico al mondo. I trulli e le masserie, caratteristici del luogo, fanno subito capire a chi fa tappa qui che si è immersi in una delle aree più deliziose della Puglia. Il paese sorge a metà strada tra Bari e Taranto ed è abbarbicato su una delle splendide colline delle Murge. A circondarlo ci sono i rigogliosi boschi di fragno e altri territori dal fascino irresistibile, come ad esempio quello di Alberobello.

Ecco tutto quello che c’è da vedere a Noci, uno dei borghi storici più belli della Puglia.

La storia di Noci

Il borgo di Noci ha una storia lunga secoli. Le prime notizie sulla presenza di un centro abitato risalgono al VI secolo, quando nacque come fortezza militare. Nei secoli successivi, fu la dominazione normanna a fondare un vero e proprio nucleo cittadino. Tale centro fu eretto attorno a una torre normanna che è poi stata trasformata in un campanile.

A partire dal ‘300, il borgo ha vissuto un periodo piuttosto florido. Ha allargato i suoi confini e si è impreziosito sia dal punto di vista economico sia da quello culturale e artistico. La chicca di Noci è il suo centro storico. I turisti che si perdono nelle sue vie, che pullulano di arte e architettura, è come se vivessero una sorta di dolce viaggio in un tempo antico.

Cosa vedere a Noci: chiese e luoghi storici

Uno dei luoghi simbolo e tra i più suggestivi di Noci è la Chiesa Matrice, dedicata a Santa Maria della Natività. Venne eretta nei primi anni del ‘300 per volontà, si narra, di Filippo I d’Angiò. La tradizione vuole che il principe di Taranto ebbe un’apparizione della Madonna mentre si trovava in questa zona e per omaggiare tale evento avrebbe fatto costruire una chiesa al cui interno, tutt’oggi, si possono ammirare stupende opere d’arte e architettoniche. Tra queste spicca un fonte battesimale policromo trecentesco. Anche l’esterno dell’edificio ha numerosi elementi di valore, come ad esempio l’antica facciata tardo-gotica e il suo campanile. A pochi passi dalla collegiata, svetta la Torre dell’orologio (chiamata anche Torre civica) che dall’800 è il simbolo del paese.

Tra i luoghi che meritano una visita figura anche la chiesa abbaziale di Barsento. Sulla data della sua costruzione gli studiosi hanno dibattuto a lungo. La tesi più accettata oggi, avendo elementi del periodo romanico, è che la chiesa sia stata edificata nei secoli XI-XII. La costruzione sorge sulla vetta di una collinetta affacciata sul canale di Pirro, a circa 6 km dall’abitato.

Altro luogo d’interesse è la Chiesa dei Cappuccini, che ha visto delle modifiche tra l’Otto e il Novecento sul vecchio convento francescano fondato nel XVI secolo. Al suo interno c’è la sagrestia che ospita una tela seicentesca attribuita a Luca Giordano raffigurante la Vergine.

Meritano una menzione anche il monastero benedettino della Madonna della Scala, fondato da don Emanuele Caronti nel 1930 su un edificio benedettino situato a circa 5 km dal centro abitato, ed il santuario della Madonna della Croce che ha sede a 1 km dal nucleo storico del paese e risale al XV secolo. Al suo interno c’è l’affresco della Madonna della Croce di autore ignoto del XV secolo, restaurato nel 1999 e nel 2020.

Le gnostre di Noci

Altra particolarità di Noci sono le gnostre. Si tratta di piccoli cortili aperti che si affacciano sulle viuzze del centro storico. Inizialmente erano delle vere e proprie strade, successivamente chiuse tra le abitazioni che andarono ad implementarsi man mano che la popolazione aumentava. Oggi queste aree chiuse su tre lati sono una delle attrazioni più note e apprezzate per chi giunge a Noci, soprattutto durante il periodo autunnale.

Gli eventi più importanti a Noci

Noci è una località ricca di eventi e tradizioni, oltre che di luoghi storici da visitare. Durante la settimana Santa, hanno grande importanza la processione dei Misteri e la processione del Cristo di Casaboli. Nel corso della prima, le statue rappresentanti vari momenti della passione di Cristo vengono portate per il paese in commemorazione delle fasi salienti della Passione e Morte di Gesù; nella seconda, ad essere portato in processione è un crocifisso molto antico e venerato dai nocesi, che secondo la tradizione proviene dal casale di Casaboli (da qui il nome dato all’evento).

Altro appuntamento importante per il borgo è la festa patronale in onore della Madonna della Croce, che si festeggia dal 30 aprile a 4 maggio. In questi giorni si svolgono tutti gli anni diverse manifestazioni e pellegrinaggi in paese.

Noci si veste poi a festa per San Rocco. All’evento liturgico del 16 agosto e poi della 1ª domenica di settembre, segue l’omonima fiera che pullula di eventi e iniziative.

Durante la seconda domenica di ottobre è il momento dei solenni festeggiamenti in onore di Maria SS.ma del Rosario e dei santi medici Cosma e Damiano. Alla commemorazione liturgica si affiancato concerti bandistici, spettacoli pirotecnici e luminarie. La processione serale del lunedì è preceduta da sbandieratori e da una cavalcata.

Inoltre, tra ottobre e novembre, a Noci vengono organizzate diverse sagre e feste. La più famosa è il Bacco nelle gnostre, una manifestazione del vino novello e delle castagne, nota anche per il cioccolato. I piccoli cortili che si affacciano sulle strade del centro storico fungono da luogo di aggregazione, dove residenti e turisti si danno appuntamento per sorseggiare un buon bicchiere di vino e per consumare qualche caldarrosta. Tantissime poi le iniziative allestite per l’evento che, a causa della pandemia, è stato sospeso dal 2020 al 2022. Nel 2023 è tornato ad animarsi. Si tratta di una delle sagre più famose e rinomate dell’area.

Dove si trova noci e come arrivare al centro storico

Noci sorge in una zona collinare, a un’altezza media di 420 metri s.l.m. A oggi conta più di 18mila abitanti e il suo comune fa parte della città metropolitana di Bari. Per accedervi si possono percorrere diverse strade provinciali: c’è quella che arriva da Putignano (6 km), da Alberobello (10 km), da Mottola (20 km), da Gioia del Colle (18 km), da Martina Franca (24 km), da Massafra (28 km), da Castellaneta (25 km) e da Fasano (30 km).

Attorno a Noci c’è una circonvallazione grazie alla quale gli automobilisti possono aggirare il centro urbano e raggiungere lo svincolo che conduce alle zone limitrofe.

A Noci si può anche arrivare in treno nella stazione omonima che si trova sulla ferrovia Bari-Martina Franca-Taranto ed è gestita dalle Ferrovie del Sud Est. È una linea ferroviaria antica, entrata in servizio nel lontano 1903 assieme al tronco Putignano-Locorotondo.

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In Puglia tornano a risplendere le Miniere di Bauxite

Sono tornate a risplendere le Miniere di Bauxite, cuore rosso del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in Puglia. Inaugurate in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, hanno finalmente riaperto al pubblico dopo numerosi interventi di recupero e valorizzazione ambientale che hanno restituito alla luce questo importante patrimonio dell’archeologia industriale. Scopriamole più da vicino.

Recuperate le le Miniere di Bauxite, gioiello della Puglia

Un tempo giacimento di primaria importanza per l’estrazione di minerali, oggi le Miniere di Bauxite a Spinazzola, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, conservano la memoria di un passato industriale, ospitando habitat e specie faunistiche che ne fanno un tesoro di biodiversità, recuperati grazie al progetto che ha permesso di rimuovere 11 tonnellate di rifiuti che deturpavano il paesaggio, ripristinare i prati aridi mediterranei e gli stagni temporanei, habitat di grande valore ecologico, installare casette nido per favorire la nidificazione di diverse specie faunistiche, realizzare punti panoramici e un percorso didattico per favorire la fruizione sostenibile del sito.

Grazie a un protocollo d’intesa siglato tra Ente Parco e Comune di Spinazzola è stata avviata una gestione regolamentata del sito, al fine di tutelarlo e per non vanificare gli interventi di ripristino degli habitat. I visitatori potranno ammirare le Miniere di Bauxite dall’alto, attraverso l’area didattica e i punti di osservazione appositamente predisposti.

È fondamentale seguire il percorso tracciato nell’ambito del progetto e rispettare le regole di comportamento vigenti in zona A del Parco (Area di Riserva Integrale), che comprendono il divieto di raccogliere o danneggiare pietre e vegetazione. L’accesso al fondo della miniera, invece, è riservato unicamente al personale tecnico del Parco e a persone autorizzate. Per interdire la discesa, oltre al posizionamento di una sbarra di ferro è stata emanata una apposita ordinanza a tutela della pubblica incolumità e del sito.

Alla scoperta del Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Chiamato il “cuore di pietra” della Puglia, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è tra i pochi esempi al mondo di prateria arida mediterranea, modellata dal carsismo che ha scolpito nei millenni la roccia affiorante. Istituito nel 2004, si estende per 68.077 ettari sulla parte più elevata delle Murge pugliesi. Il territorio è uno scrigno di biodiversità dove si alternano doline, colline, inghiottitoi, lame, grotte, scarpate, creste rocciose e boschi di quercia e conifere. L’azione dei venti e delle piogge ha dato forma a un eccezionale repertorio di siti geologi, dal 2019 oggetto di un iter di studi per entrare nella rete internazionale dei Geoparchi UNESCO.

Visitare i geositi è un viaggio lungo la storia della terra, sin dall’età dei dinosauri. Tra questi, oltre alle le Miniere di Bauxite, hanno particolare importanza Cava Pontrelli, con circa 25.000 impronte di dinosauro rinvenute, Grotta di Lamalunga, che conserva lo scheletro dell’Uomo di Altamura, un neandertaliano vissuto tra 130.000 e 190.000 anni fa, il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina. Monumento simbolo del Parco è invece il celebre Castel del Monte, ad Andria, splendida fortezza del XIII secolo, fatta costruire da Federico II di Svevia sulla sommità di una collina a 539 metri s.l.m nell’altopiano delle Murge settentrionali, oggi Patrimonio UNESCO e tra i siti culturali più visitati in Italia.