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Su TikTok si sogna l’estate italiana: le mete più amate

I social network sono ormai protagonisti delle tendenze di viaggio, i content creator sanno come attirare l’attenzione su un luogo o un evento tanto da aver causato in alcuni casi l’overtourism. Per l’estate 2025 però, c’è un nuovo trend e a guidarlo non sono influencer e blogger ma utenti comuni che amano viaggiare e mostrano un forte desiderio di visitare il Belpaese. Il trend si chiama “Manifesting an Italian Summer” e mostra clip di pochi secondi di vari spot. In cima a tutti? Le Cinque Terre in Liguria, Capri e la Costiera Amalfitana, le bellissime isole Egadi e le Eolie in Sicilia senza mai dimenticare la Puglia.

Non solo mare però: i turisti hanno compreso quanto possano essere magici i borghi con sagre, eventi, arte e castelli. Ecco perché l’estate italiana piace tanto: ottimo cibo, storia, cultura e ovviamente spiagge. Il tutto con un tocco in più: il concetto di “dolce far niente” con tanto di audio tratto dal film “Mangia, prega, ama”.

Capri e la costiera

La protagonista assoluta del trend estivo su TikTok è Capri che si associa alla costiera amalfitana. Le immagini della Grotta Azzurra, dei faraglioni al tramonto e delle piazzette animate all’ora dell’aperitivo riempiono i feed di milioni di utenti. Capri è l’estate chic, quella delle boutique eleganti, dei sandali su misura e degli scorci da cartolina.

Ma l’isola non è solo bellezza: a tavola si celebra la semplicità e il sapore del Mediterraneo. Da non perdere lo spaghetto alle vongole, magari gustato in una terrazza affacciata sul blu, accompagnato da un bicchiere di vino Falanghina. I più golosi non possono lasciarsi sfuggire la torta caprese, con mandorle e cioccolato fondente. E ovviamente perché non una bella pizza? Ci si sposta poi tra Positano, Amalfi e Ravello: i 3 luoghi cult della costiera Amalfitana. Borghi colorati, giardini fioriti e stradine in pietra vengono accompagnati dal profumo di limoni che sembra essere ovunque nell’aria.

La costiera amalfitana in estate

Fonte: iStock

Visitare la costiera amalfitana in estate seguendo i consigli di TikTok

Le Cinque Terre e i dintorni

La Cinque Terre card ha dato modo ai turisti di spostarsi da La Spezia e raggiungere splendidi paradisi. Vernazza, Manarola, Monterosso, Corniglia e Riomaggiore offrono panorami incredibili: case colorate arroccate sul mare, scogliere drammatiche e sentieri tra vigneti. Tra un tuffo e una camminata, ci si ferma nei piccoli ristoranti a gustare le specialità liguri: le trofie al pesto, rigorosamente con basilico DOP, pinoli e Parmigiano, sono il piatto simbolo. Non manca il pesce azzurro e la focaccia ligure, ideale per uno snack veloce in spiaggia.

Accanto alle Cinque Terre, anche località meno affollate come Levanto, Lerici e il borgo incantato di Tellaro stanno vivendo un momento d’oro. Tellaro, in particolare, è uno di quei posti che sembrano usciti da un libro di favole, perfetto per i reel romantici con tramonti sul mare e silenzi dorati. Cosa non perdere? Sicuramente una masterclass per imparare a fare il pesto, un buon cono gelato o un conetto di fritto di calamari. Per chi ha un po’ di tempo in più ci si può spostare verso Portovenere: si raggiunge in traghetto comodamente dal porto di La Spezia e ha davvero tanti scorci da godersi tra cui la grotta di Byron.

Le isole Egadi

Da non perdere le isole Egadi: i turisti su TikTok mostrano diversi scorgi di Favignana ma non meno rilevanti Levanzo e Marettimo che guadagnano sempre più views grazie ai contenuti virali sul social. Snorkeling, relax, arte e storia si mescolano. Favignana, la più conosciuta, regala scorci incredibili come Cala Rossa e Cala Azzurra. Tra una nuotata e una pedalata (la bici è il mezzo migliore per girare l’isola), ci si ferma per un pranzo veloce con pane cunzato, condito con pomodoro, acciughe, origano e olio d’oliva.

A Marettimo, regno degli escursionisti e degli amanti della natura incontaminata, si gustano piatti come il cous cous di pesce, eredità delle influenze arabe. E ovunque, la regina dell’estate siciliana è lei: la granita, da provare al limone, ai gelsi o al caffè, con l’imperdibile brioche col tuppo.

Le isole della laguna di Venezia

I turisti stranieri che non hanno mai visitato l’Italia mettono Venezia nella top 3 dei luoghi da non perdere. Una volta arrivati, però, scoprono che i veri tesori della Laguna non si trovano solamente in città. Sono molti, infatti, ad acquistare biglietti di traghetti per visitare le isole più autentiche. Burano è uno spot fotogenico con casette colorate mentre Murano è il luogo cult per acquistare un oggetto artigianale in vetro e magari assistere alla realizzazione. L’aperitivo a base di spritz e cicchetti è super fotografato.

Roma, nonostante il caldo

Gli italiani non amano visitare Roma in piena estate: il centro sa essere davvero difficoltoso da affrontare nelle giornate più calde. Il patrimonio artistico e la curiosità degli stranieri non li ferma però e mettono proprio la capitale tra queste mete top. Da una passeggiata ombreggiata a villa Borghese all’opportunità di vedere la città di notte: sono tante le proposte che hanno conquisto i viaggiatori. Durante la bella stagione ci sono anche musei che aprono ad orari speciali, un esempio celebre sono i musei Vaticani. Tra una visita ai Fori Imperiali e una passeggiata in Piazza Navona, è impossibile resistere a un gelato artigianale: pistacchio, nocciola o i gusti più trendy come fichi e mandorle. E a pranzo? La carbonara è un must, così come la cacio e pepe o l’amatriciana, da gustare in una trattoria con tovaglie a quadri e vino della casa nel quartiere di Trastevere.

Roma tra le mete top dell'estate italiana

Fonte: iStock

Visitare Roma in estate seguendo i consigli di TikTok

La campagna toscana

Ultima proposta che sembra tornare come leitmotiv nel trend? La Toscana. E no, non parliamo di Firenze. Nonostante la culla del rinascimento venga apprezzata, durante i mesi più caldi i turisti sembrano preferire la zona dei borghi e più rurale. Ci si sposta verso Siena e Volterra mettendo località come San Gimignano e il Chianti tra le mete imperdibili. Qui, tra degustazione di vini, piatti della tradizione come i pici all’aglione e i crostini con fegatini ci si gode un’estate slow soggiornando in agriturismo.

Insomma, le opportunità di viaggio in Italia sono tante da nord a sud e TikTok con il suo trend “Manifesting an Italian Summer” sta consolidando la popolarità di alcune destinazioni mettendone in luce anche altre meno battute.

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Carnevale di Manfredonia: storia, eventi e informazioni utili

Il Carnevale di Manfredonia è una delle manifestazioni più attese della Puglia, un’esplosione di colori, creatività e divertimento che ogni anno attira migliaia di visitatori e che, con le sue sfilate spettacolari, le iniziative culturali e il coinvolgimento della comunità, ha saputo mantenere vivo il legame con la tradizione, rinnovandosi di edizione in edizione.

Scopriamo insieme la storia, il programma e tutte le informazioni utili per partecipare all’edizione 2025.

La storia del Carnevale di Manfredonia

Le origini del Carnevale di Manfredonia si intrecciano con la lunga tradizione delle festività carnevalesche italiane, che affondano le loro radici nei Saturnali dell’Antica Roma. Tuttavia, la versione moderna e istituzionalizzata della manifestazione ha preso forma nel 1952, quando il Comune diede il via ufficialmente a un evento che avrebbe acquisito nel tempo una risonanza sempre maggiore.

Dal 1997, l’organizzazione del Carnevale è stata curata dall’ente comunale “Istituzione del Carnevale Dauno”, sostituito nel 2014 dall’Agenzia del Turismo, organo di promozione territoriale del comune di Manfredonia. Un passaggio fondamentale che ha contribuito a rendere l’evento ancora più strutturato e attraente per il turismo.

Uno degli appuntamenti simbolo della manifestazione è la “Sfilata delle Meraviglie”, nata nel 1998 e dedicata ai bambini delle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di Primo Grado. Il prestigio di questa sfilata ha raggiunto livelli internazionali, tanto che l’UNICEF ha deciso di concederle il patrocinio.

Nel corso degli anni, il programma del Carnevale ha subito varie evoluzioni: dal 2012 al 2016, la “Sfilata delle Meraviglie” è stata unificata con la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati, dando vita a un’unica, imponente manifestazione. Nel 2016, le sfilate hanno preso il nome di “Gran Parate”, mentre dal 2017 la “Gran Parata delle Meraviglie” è tornata a essere un evento a sé stante.

Le date del Carnevale di Manfredonia 2025

Maschera del Carnevale di Manfredonia

Fonte: Photo by: Bluered/REDA/Universal Images Group via Getty Images

Maschera del Carnevale di Manfredonia

L’edizione 2025 del Carnevale di Manfredonia prevede quattro date principali:

  • Domenica 23 febbraio – Prima Gran Parata
  • Domenica 2 marzo – Seconda Gran Parata
  • Martedì 4 marzo – Celebrazione del Martedì Grasso
  • Sabato 8 marzo – Notte Colorata

Quattro appuntamenti che offriranno la possibilità di immergersi nell’atmosfera festosa della città pugliese.

Gli eventi clou del Carnevale 2025

Le sfilate dei carri allegorici

Le due Gran Parate del Carnevale, in programma per domenica 23 febbraio e domenica 2 marzo, sono il momento più atteso della manifestazione.

I carri allegorici, vere e proprie opere d’arte in movimento, sfileranno tra le vie accompagnati da gruppi mascherati e dalle scuole di danza. A inaugurare la sfilata saranno la madrina del Carnevale, Simona Frascaria, la Reginetta del Carnevale di Manfredonia con le altre Miss, e le Majorettes ufficiali del Carnevale della Scuola di Arti Sceniche My Dance di Rita Vaccarella.

L’energia travolgente delle sfilate trasformerà Manfredonia in un universo di colori e musica, per regalare uno spettacolo indimenticabile a cittadini e turisti.

Lucio Dalla Day – Golden Night

Martedì 4 marzo, il Carnevale di Manfredonia renderà omaggio a uno degli artisti più amati della musica italiana con il Lucio Dalla Day – Golden Night, un evento interamente dedicato al legame tra il cantautore e la città.

Durante la giornata, il Chiostro di Palazzo San Domenico ospiterà la mostra fotografica “L’ora più dolce – Storia di un legame eterno”, curata dalla Pro Loco Manfredonia.

Alle 10:30, presso il Palazzo dei Celestini, si terrà un talk con la partecipazione di HER, Felice Sblendorio e Vittoria de Salvia, che racconteranno aneddoti e ricordi del loro rapporto con Lucio Dalla.

La giornata si concluderà alle 18:00 con la spettacolare Golden Night delle Meraviglie, una performance davanti al LUC “Peppino Impastato” che celebrerà la magia della musica del grande artista.

Luna Park di Carnevale

Il centro storico di Manfredonia si trasformerà in un grande Luna Park di Carnevale, dove i più piccoli potranno divertirsi con spettacoli di giocolieri, mangiafuoco, mascotte, teatrini di burattini e street band. Un’area interamente dedicata ai bambini e alle famiglie, che potranno vivere il Carnevale con un pizzico di magia e stupore.

Carnevale senza barriere

Un evento speciale è in programma martedì 25 febbraio con il Carnevale senza barriere, un veglione mascherato dedicato alle associazioni che si occupano di persone con disabilità.

L’iniziativa, ospitata dalla sede della Lega Navale Italiana di Manfredonia, sarà animata da spettacoli, balli e momenti di condivisione, a sottolineare l’importanza dell’inclusione e della partecipazione di tutti ai momenti di festa.

Biglietti del Carnevale di Manfredonia

Parata alla Notte Colorata del Carnevale di Manfredonia

Fonte: Photo by Davide Pischettola/NurPhoto via Getty Images

Sfilata della Notte Colorata del Carnevale di Manfredonia

Per chi desidera vivere l’esperienza del Carnevale da una posizione privilegiata, sono state allestite due tribune in Piazza Marconi, da cui sarà possibile assistere in tutta comodità alle Gran Parate.

I biglietti, non numerati, danno accesso alle tribune per una delle seguenti date:

  • Domenica 23 febbraio – ore 10:00
  • Domenica 2 marzo – ore 17:00
  • Sabato 8 marzo – ore 18:00

L’ingresso alle sfilate lungo il percorso cittadino e agli altri eventi del programma resta invece completamente gratuito.

I biglietti per le tribune si possono acquistare tramite la sezione Biglietteria del sito ufficiale del Carnevale di Manfredonia.

Come raggiungere il Carnevale di Manfredonia

Manfredonia è facilmente raggiungibile sia in auto che con i mezzi pubblici.

  • In auto: chi arriva dall’Autostrada A14 (Adriatica) può prendere l’uscita Foggia e proseguire sulla SS89 in direzione Manfredonia;
  • In treno: la stazione ferroviaria più vicina è Foggia, da cui si può prendere un autobus per Manfredonia. È consigliabile verificare gli orari con attenzione per le eventuali coincidenze;
  • In aereo: l’aeroporto più vicino è il Karol Wojtyła di Bari-Palese. Da qui, si può raggiungere Foggia in treno o autobus e poi proseguire fino a Manfredonia.
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Carnevale di Massafra, il folklore pugliese tra carri allegorici e maschere

Pasqua e Natale addò t’acchie, Carnevale fall’a caste“, che tradotto significa “Pasqua e Natale dove ti capita, Carnevale fallo a casa”. Questo detto proviene da una città pugliese situata nell’entroterra a nord di Taranto, solcata da suggestive gravine e lame di origine carsica. Stiamo parlando di Massafra che, in occasione del Carnevale, trasforma le sue strade in un divertente teatro a cielo aperto che coinvolge tutti i cittadini, anche quelli che non vivono più in Puglia.

Il detto iniziale, infatti, rimanda ai tempi passati quando i contadini, che una volta trascorrevano in Calabria e in Lucania i mesi invernali per dedicarsi alla potatura degli ulivi, ritornavano a casa per il Carnevale e si concedevano una pausa di almeno tre giorni. Come avrete capito si tratta di un evento particolarmente sentito che, seppur quest’anno non preveda gli spettacolari carri allegorici, mantiene intatta la sua atmosfera festosa.

Scopriamo insieme la storia del Carnevale di Massafra e le date e gli eventi per l’edizione del 2025!

Storia del Carnevale di Massafra

Tra le feste più attese in Puglia, il Carnevale di Massafra veniva festeggiato in origine a partire dal 17 gennaio con un ciclo di festini organizzato soprattutto le domeniche e i giovedì. Quest’ultimi ricoprivano un ruolo centrale perché assumevano un nome e un significato propri. Il giovedì dei monaci, il giovedì dei preti, il giovedì dei cornuti (o degli sposati) e per ultimo il giovedì dei pazzi: in questa giornata la festa esplodeva in tutta la sua spettacolarità.

I giovedì si festeggiavano in modo particolare: quello dei cornuti con un lauto pranzo nell’ambito familiare, mentre tra monaci e preti si celebrava scambiandosi un cordiale invito a pranzo, che nel periodo di Carnevale era succulento e appetitoso. Per arrivare al Carnevale moderno, però, bisogna aspettare il 1951.

Quell’anno, alla vigilia della Quaresima, alcuni giovani della città organizzarono uno scherzo: affissero dei manifesti che annunciavano una corrida per l’ultima domenica di Carnevale nell’allora piazza principale della città. Il giorno dell’evento, con i cittadini ignari della beffa, si presentò un bizzarro corteo composto da un toro di cartapesta sorretto da due ragazzi, un matador, un veterinario in camice bianco e picadores a cavallo di manici di scopa.

Nel 1952 si tenne il primo concorso a premi dedicato ai gruppi mascherati, mentre nel 1953 nacque ufficialmente la prima edizione del Carnevale massafrese, con la tradizionale sfilata dei carri.

Date del Carnevale di Massafra 2025

Il Carnevale di Massafra è giunto alla sua 72ma edizione. La festa inizierà ufficialmente il 27 febbraio con il gran ballo del Giovedì dei Pazzi organizzato in Piazza Vittorio Emanuele. Proseguirà nelle date del 2 e del 4 marzo, con la sfilata in Corso Roma di ben 16 gruppi mascherati e 4 maschere isolate.

L’accesso alle sfilate è gratuito e cominceranno alle 17:30.

Eventi 2025 del Carnevale di Massafra

Quest’anno, seppur non ci saranno i maestosi carri in cartapesta, il Carnevale di Massafra festeggerà con altri eventi che coinvolgono sia i gruppi mascherati che feste in piazza con musica e DJ.

La sfilata dei gruppi mascherati

Le maschere ufficiali del Carnevale di Massafra sono Gibergallo e Lu Pagghiùsë. Il primo è una maschera realmente esistita dagli anni ’70, interpretata dal massafrese Gilberto Gallo, riconoscibile non solo perché indossa un frac bianco e nero e una maglia a strisce gialle e rosse, ma anche perché truccato come un clown con un cuore rosso dipinto sulle labbra, accompagnato da un gallo al guinzaglio.

Lu Pagghiuse, invece, rappresenta una delle caratteristiche della città, la passionalità. La maschera incarna un personaggio a metà strada fra un menestrello, un giullare e un contadino e porta la bisaccia e il “cupa-cupa”, uno strumento musicale di origini antiche legato alla tradizione contadina.

Durante la sfilata dei gruppi mascherati, il cui ordine viene sorteggiato qualche settimana prima, sfileranno sia le maschere ufficiali che quelle ideate dai partecipanti.

Il primo corso mascherato si terrà domenica 2 marzo mentre il secondo è previsto per martedì 4 marzo. Le sfilate partiranno alle ore 17:30 dal piazzale dello Stadio in Via R. Livatino, per poi proseguire lungo Via Magna Grecia, corso Roma, piazza Vittorio Emanuele e tornare infine sullo stesso percorso fino a Via R. Livatino.

Il Giovedì dei Pazzi

Il Giovedì dei Pazzi, tra i momenti di divertimento più attesi, si terrà il 27 febbraio in Piazza Vittorio Emanuele. Durante l’evento ci sarà musica live suonata dai DJ Federico Scavo, Mark Lanzetta e il Praja on Tour di Gallipoli.

Come raggiungere il Carnevale di Massafra

Se state pianificando una vacanza di Carnevale e avete scelto Massafra, in Puglia, come destinazione finale, potrete raggiungere la città in modi diversi. Se arrivate con la vostra auto vi basterà prendere l’uscita dell’autostrada A14 Bologna-Taranto, proseguendo poi sulla Strada Statale 106 Salerno-Reggio Calabria in direzione Taranto.

Se preferite arrivare in treno, potete scendere alla stazione di Massafra salendo sulla linea Bari-Taranto. In autobus, invece, ci sono diverse linee di autotrasporto che collegano la città con i paesi più vicini e non solo. Infine, se arrivate da molto lontano e preferite usare l’aereo, potete atterrare sia all’aeroporto di Bari che di Brindisi, per poi raggiungere Massafra con i mezzi pubblici.

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Torre Guaceto e New York City: le migliori destinazioni green del mondo

Lo scorso 10 febbraio 2025, in occasione della Bit di Milano, sono stati assegnati i prestigiosi Green Travel Awards, uno speciale riconoscimento che premia le eccellenze del turismo sostenibile. Si tratta di un evento che ha celebrato non solo le destinazioni più eco-friendly del mondo, ma anche gli addetti ai lavori, ossia gli operatori turistici e le diverse strutture ricettive che hanno mostrato maggiore impegno e sposato la causa della tutela dell’ambiente e della promozione di un turismo responsabile.

Tra le realtà premiate, anche una località italiana: la Riserva Naturale di Torre Guaceto in Puglia, a fianco della Grande Mela, l’intramontabile New York City, entrambi incoronate come migliori Green Destinations.

Cos’è il Green Travel Award

Giunto alla sua tredicesima edizione, il Green Travel Award è un premio del settore turistico istituito dal GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) con l’intento di celebrare e omaggiare quelle che sono, durante l’anno, le migliori realtà che si distinguono per la loro filosofia ecologica.

Il premio si articola in cinque categorie: Best Green Destination, Best Green Accommodation, Best Green Family Hotel, Best Green Tour Operator, e Best Practices Mobilità, oltre a una Menzione d’onore. La giuria è notoriamente composta da giornalisti e professionisti del settore e per scegliere i vincitori viene invitata a valutare non solo la bellezza dei luoghi, ma a considerare anche (anzi, soprattutto) le politiche ambientali adottate per preservare e valorizzare l’ambiente.

Premiata la Riserva Naturale di Torre Guaceto

Torre Guaceto, in Puglia, è stata riconosciuta come la Best Green Destination italiana. Situata nel comune di Carovigno, in provincia di Brindisi, questa riserva naturale è un esempio lampante di come la natura e l’uomo possano convivere in perfetta armonia, anche nel Belpaese.

Con circa 3.300 ettari di biodiversità che spaziano dalla macchia mediterranea alle praterie popolate da posidonia oceanica, Torre Guaceto è un vero e proprio gioiello naturale che ha fatto della sostenibilità il focus di ogni attività. La riserva è anche l’unica in Italia ad ospitare un laboratorio archeologico e in estate il lido balneare è aperto anche ai diversamente abili, dimostrando un impegno verso l’inclusività, oltre che per la protezione dell’ambiente.

New York City si veste di verde

La città di New York ha ricevuto il premio come Best Green Destination estera: il piano OneNYC20250 messo in atto nella metropoli, punta infatti a ridurre le emissioni di gas serra dell’80% entro il 2025 e ad eliminare i rifiuti destinati alla discarica entro il 2030.

New York, Manhattan

Fonte: iStock

New York, il verde di Manhattan

Per dare concreta e ulteriore prova del suo impegno nella green mission, New York ha anche sviluppato una rete di 1.500 km di piste ciclabili, promuovendo la mobilità sostenibile, e ha creato la Green Guide to NY, che invita i turisti a scoprire la città in modo ecologico. I visitatori possono adesso partecipare a iniziative come il NYC Carbon Challenge, che coinvolge persino gli hotel nella riduzione delle emissioni. Un esempio simbolico della nuova anima verde della città è l’High Line, il parco urbano costruito su una linea ferroviaria dismessa.

Il Colosseo, la menzione d’onore

Un’altra menzione speciale è andata al Parco Archeologico del Colosseo, che ha ricevuto la Menzione d’onore per il progetto PArCo Green. Questo sito storico, che come sappiamo è tra i più visitati al mondo, è anche un esempio di come un’area archeologica possa essere un polmone verde nel cuore della città.

Infatti, oltre alla conservazione di antiche fontane e di un vigneto da cui si produce un vino autoctono, il parco romano oggi ospita diverse specie di fauna selvatica, promuovendo iniziative di tutela della biodiversità, come l’apicoltura. Il progetto di riqualificazione in corso include anche percorsi didattici per i visitatori e una forte attenzione alla gestione dell’acqua e delle risorse naturali.

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Lecce è la meta perfetta per la prossima stagione secondo il Times

Il Times premia Lecce e lo fa suggerendola come meta da visitare in un weekend di primavera. In Italia abbiamo un patrimonio artistico e culturale ricchissimo, che offre maggiori opportunità per scoprire il territorio uscendo dai classici itinerari turistici.

Conosciuta con il soprannome di Firenze del Sud viene premiata dal Times proprio per le meraviglie del centro storico e per la sua cultura gastronomica; la rivista propone la località simbolo del Salento come meta per un fine settimana primaverile.

Perché Lecce è da vedere secondo il Times

Lecce, con il centro storico dallo stile spiccatamente barocco, ha conquistato il Times che l’ha inserita tra le perle d’Italia più suggestive da visitare questa primavera. Tra i motivi? Sicuramente il clima che risulta mite e già dalla primavera dà modo di godersi un po’ di aria di mare e le giornate soleggiate tipiche del Salento.

Iniziare la giornata con un bel caffè leccese, a base di caffè freddo e sciroppo di mandorle, fare merenda con un rustico o una puccia e proseguire l’esplorazione del centro storico è una buona idea… le cose da fare sono tante e un weekend potrebbe persino non bastare! I ponti sono tanti, da quello del 25 aprile a quello di Pasqua passando poi per il 1° maggio e il 2 giugno: oltre a ciò, si aggiungono offerte imperdibili con voli low cost che collegano le principali città proprio a Lecce. Il mare è a due passi: si raggiungono in pochissimi minuti località top quali Porto Cesaro, Torre dell’Orso e Punta Prosciutto godendole al momento migliore, lontano dall’overtourism estivo. Tra i motivi che hanno convinto il Times a premiare Lecce ci sono i collegamenti low cost: sono tantissimi i voli economici che danno modo di raggiungere la cittadina italiana a prezzi stracciati.

Secondo il Times è proprio il periodo di aprile e maggio il migliore per scoprirla: la temperatura è piacevole rispetto all’estate piena e in più non c’è pericolo di un numero esagerato di viaggiatori che invece arriva durante l’estate per fare le proprie vacanze al mare in Salento.

Rovine dell'anfiteatro romano a Lecce

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Cosa vedere nel centro storico a Lecce secondo il Times

Cosa fare a Lecce: i consigli del Times

Chi ha la fortuna di poter partire per Lecce in primavera e godersi un bel weekend soleggiato dovrebbe iniziare a esplorarla iniziando dal centro storico: la perla del Salento con strade lastricate e palazzi in pietra leccese si fa notare con edifici barocchi.

Basilica di Santa Croce

Non esiste modo migliore per esplorare Lecce se non partendo dalla Basilica di Santa Croce: l’edificio, capolavoro del XVI secolo, custodisce la reliquia della vera croce e al suo interno è un tripudio di decorazioni scolpite con grandissima maestria. Putti, animali fantastici, motivi floreali e dettagli che sembrano emergere dalla pietra danno vita a una visione che lascia senza fiato. La costruzione risale al 1549, ma è stata conclusa solo nel 1695, quasi un secolo dopo. A firmare l’opera sono stati architetti come Gabriele Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo e Cesare Penna che se ne sono occupati nel tempo. Uno dei tratti distintivi è la facciata, un tripudio di decorazioni in pietra leccese. Le colonne tortili e i timpani riccamente scolpiti completano l’opera, donando alla chiesa un aspetto scenografico e teatrale. Se l’esterno dà un impatto wow, non è meno rilevante l’interno, con una navata impreziosita da sontuosi altari laterali e un soffitto a cassettoni. Marcia in più le decorazioni in oro, le statue e le opere pittoriche.

Palazzo Vernazza

Al di fuori dei classici itinerari turistici, ma consigliati dal Times, c’è Palazzo Vernazza. Dal primo sguardo può sembrare solo un’elegante dimora del XV secolo, ma in realtà nasconde pavimenti che lasciano a bocca aperta. Alcuni scavi archeologici hanno fatto emergere fondamenta risalenti all’età del ferro e con l’aiuto della tecnologia e la realtà virtuale si può esplorare arrivando fino ai tempi dei romani.

Salire sul campanile per vedere Lecce dall’alto

Non si può dire di aver visto Lecce senza almeno una sosta al Duomo, un capolavoro barocco che però dà il meglio di sé dalla vista del campanile datato XVII secolo. La buona notizia? Non dovrai affaticarti su scalinate ripide per salire: a pagamento potrai acquistare un biglietto per utilizzare l’ascensore e ammirare la città dall’alto. 72 metri d’altezza che ti offrono una delle viste più suggestive su Lecce. E se hai il pass turistico per esplorare la città, è gratis!

Salire sul campanile di Lecce

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Salire sul campanile di Lecce per vedere la città dall’alto

Esplorare il museo Sigismondo Castromediano

Un museo da non perdere? Secondo il Times è quello di Sigismondo Castromediano, che dà modo di fare un viaggio tra reperti storici e dipinti che attraversano secoli. Si passa dai resti risalenti alle civiltà messapica fino alle tele medievali, raggiungendo poi l’arte contemporanea.  Una curiosità che molti non sanno? Questo è il museo più antico della Puglia ed è specializzato in archeologia, raccontando storia e reperti rinvenuti proprio nel territorio salentino. Il nome lo si deve al Duca patriota e intellettuale omonimo che lo ha fondato nel 1868, con l’obiettivo di raccogliere i reperti della zona e conservandoli ai postumi.

Visitare i giardini di Villa Reale

Un’altra chicca? Sicuramente Villa Reale: un tocco di eleganza nella tua gita visitando l’edificio anni ’20 progettato dal paesaggista Pietro Porcinai: salta subito all’occhio un perfetto equilibrio tra natura e architettura. Se si prenota con un po’ di anticipo oltre a visitare gratuitamente i giardini si potrà persino avere accesso all’interno a discrezione del proprietario, che darà modo di vedere le opere di design che arredano le stanze.

Assaggiare il pasticciotto

Non si vive di sola arte però: tra un giro e l’altro per la città ci si dovrebbe concedere un peccato di gola come il pasticciotto. Il dolce tipico salentino è un guscio di frolla croccante che rivela all’interno un cuore di crema pasticcera. Nella versione più classica è semplice, ma ne esistono tantissime varianti, tra cui crema e amarena, pistacchio e cioccolato. Un altro dolce tipico? Una torta di mandorle spesso servita con del gustoso gelato al limone. E se tutto ciò non ti bastasse, allora leggi la nostra guida su cosa vedere a Lecce: potrai creare un itinerario perfetto e personalizzato per scoprire la città salentina simbolo del barocco italiano.

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Ischitella: il borgo del Gargano che racconta storia e meraviglia

Sulle pendici del promontorio del Gargano, in provincia di Foggia, il borgo di Ischitella si affaccia su un panorama a dir poco straordinario, laddove il mare si distende fino a incontrare le lontane Isole Tremiti e, nelle giornate più limpide, persino la costa croata. Antica fortezza difensiva, terra dell’olio d’oliva e degli agrumi, è altresì nota per aver dato i natali a Pietro Giannone, uno dei giuristi italiani più importanti.

I quartieri storici di Terra Vecchia e Rione Ponte raccontano due anime distinte: il fascino medievale delle strette stradine e delle case a terrazza si contrappone alla grazia settecentesca delle linee eleganti e regolari.

E non sono soltanto le vedute a incantare: i tramonti, con la luce dorata, trasformano le passeggiate lungo i vicoli in momenti di pura magia. Una sosta in uno dei tanti punti panoramici regala attimi di contemplazione e autentica connessione con la natura.

Cosa vedere a Ischitella, perla pugliese

Il cuore di Ischitella si svela come un intreccio affascinante di vicoli lastricati, palazzi nobiliari e antiche testimonianze religiose, che raccontano una storia lunga e ricca di vicissitudini.

Simbolo del borgo è il Castello, conosciuto oggi come Palazzo Ventrella: in pieno centro storico, sulla parte più alta del colle, l’edificio odierno nasce dai resti di un’antica fortezza sveva distrutta dal devastante terremoto del 1646. Ricostruito nel XVIII secolo per volere del principe Francesco Emanuele Pinto, conserva la sua imponente torre, realizzata nel 1714, che domina il panorama.

Tra le chiese più importanti spiccano la Chiesa di Sant’Eustachio, costruita a metà del Settecento, e la suggestiva Chiesa della Santissima Annunziata, detta anche del Crocifisso di Varano. Quest’ultima, edificata nel X secolo sulle rive del Lago di Varano, custodisce uno pregiato crocifisso ligneo gotico della seconda metà del XIV secolo, protagonista della festa del 23 aprile, un sentito evento che ogni anno richiama fedeli e visitatori.

A pochi passi dal centro, da vedere è il Convento di San Francesco al cui interno si possono ammirare preziosi affreschi trecenteschi. Ma ciò che affascina di più è la leggenda legata al “Cipresso di San Francesco“. Si narra che quest’albero sia nato dal bastone che il santo piantò nel terreno dopo una preghiera, un simbolo di fede e speranza.

Infine, passeggiare tra le strade acciottolate di Ischitella rappresenta un invito a scoprire i sapori autentici del Gargano. Fermarsi in uno dei locali del centro storico significa immergersi in un mondo di profumi e sapori: limoni e arance appena spremuti, orecchiette con cime di rapa, zuppa di pesce e grigliate di pescato fresco sono solo alcune delle prelibatezze da gustare.

Tutto il fascino dei dintorni

A pochi chilometri dal borgo ecco due laghi meravigliosi, Lesina e Varano, che aggiungono ulteriore poesia a questo angolo del Gargano. Il Lago di Varano, il più grande, è una laguna protetta dove è possibile dedicarsi a sport acquatici, gite in barca o, semplicemente, a contemplare la natura.

Più a ovest, il Lago di Lesina si distingue per la sua forma allungata e per l’area protetta istituita nel 1981, un vero paradiso per gli amanti della fauna e della flora. La riserva naturale è una meta in cui il tempo appare sospeso, ideale per chi cerca tranquillità e bellezza incontaminata.

Scendendo verso il mare, si incontra poi Rodi Garganico, borgo dalle casette bianche e spiagge dorate, un altro gioiello che completa l’esperienza di chi visita Ischitella e i suoi dintorni.

Come Arrivare a Ischitella

In auto, l’uscita autostradale di Poggio Imperiale è la scelta migliore per chi proviene da nord, mentre Candela è consigliata per chi arriva da sud lungo la A16.

Chi preferisce i mezzi pubblici può usufruire delle numerose linee di autobus che collegano il Gargano alle principali località.

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Le 5 mete preferite dagli inglesi in Italia

Non solo Roma, Firenze, Venezia e Milano: come svela la rivista Express gli inglesi amano altre mete italiane, alcune delle quali fuori dai classici itinerari turistici. Appassionati d’arte, turismo enogastronomico, moda e tanto altro: ecco quali sono le 5 mete preferite dagli inglesi in Italia.

Salento

In cima alle mete preferite dagli inglesi in Italia c’è una località di mare del sud. Siamo in Puglia e più precisamente nel Salento: il cuore british è stato conquistato dal mare cristallino, dalle tradizioni folkloristiche e dai sapori locali indimenticabili. Tra i luoghi preferiti? Cala dell’Acquaviva, un’insenatura suggestiva circondata da rocce e vegetazione mediterranea dove l’acqua è pulitissima.

Amatissimi i borghi pugliesi e più precisamente Castro dove molti turisti amano fermarsi al rinomato Martinucci Cafè per gustare un pasticciotto, dolce tipico salentino composto da una frolla croccante e un cuore cremoso di crema pasticcera. Non solo spiagge però, il Salento conquista per piccoli paeselli che sembrano sospesi nel tempo: basti pensare a Specchia e Presicce, inseriti tra i borghi più belli d’Italia. C’è anche da scoprire per gli amanti della natura, basti pensare al Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio: qui ci si può godere bellissime passeggiate, momenti di relax osservando una delle baie più belle della costa ionica.

Imperdibile Lecce: molti restano incantati nell’osservare lo stile barocco che fa da leitmotiv tra chiese e palazzi storici; tra i luoghi cult da non perdere piazza Sant’Oronzo, dove è possibile ammirare i resti dell’anfiteatro romano e sedersi nei caffè all’aperto e la basilica di Santa Croce un capolavoro d’arte barocca.

Castro in Salento

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Castro, una delle destinazioni del Salento preferite dagli inglesi

Scopello

Seconda destinazione nella top 5 delle preferite dagli inglesi è Scopello. Gli italiani e in modo particolare i siciliani già la amano ma è curioso che all’estero sia diventata così apprezzata una località dalle atmosfere senza tempo. A rendere iconica la meta? La tonnara, una struttura per la pesca del tonno ormai dismessa, che regala viste mozzafiato sul mare e sulle imponenti faraglioni. Suggestiva la visita del centro storico dove botteghe e ristoranti tipici danno modo di acquistare souvenir gastronomici e provare sul posto prodotti tipici come il pane cunzato, una specialità siciliana farcita con olio extravergine d’oliva, acciughe, pomodorini e origano.

Gli inglesi amano gustarsi un aperitivo local brindando con un tradizionale calice di Spritz e una vista effetto wow sul Mediterraneo. La magia del momento è resa ancora più intensa dai colori caldi che tingono le scogliere.

Da non perdere, a pochi km di distanza, la riserva naturale dello Zingaro: qui non solo si trovano alcune delle spiagge più belle della Sicilia ma addirittura dell’intera penisola. Dai paesaggi costeggiati dalla macchia mediterranea alle calette nascoste con spiagge di ciottoli: è un territorio tutto da scoprire.

Scopello in Sicilia

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Scopello, una delle destinazioni italiane preferite dagli inglesi

Lari

Che la Toscana sia nel cuore di molti turisti stranieri non è un mistero ma a trionfare non è la rinascimentale Firenze o le città di Siena e Pisa ma Lari. Amatissima soprattutto per la tranquillità e la tradizione culinaria, la destinazione non è altro che un borgo collinare affascinante e caratteristico che ha dato i natali alla pasta artigianale della famiglia Martelli che ancora oggi tramanda la tradizione di generazione in generazione.

Passeggiando sul posto non è raro incrociare gruppi di inglesi che esplorano le vie del borgo tra le case in pietra e le mura medievali. Una visita al Castello dei Vicari, imponente fortezza che domina il borgo, permette di fare un viaggio nel passato e di scoprire la storia di questa parte della Toscana. Un motivo in più per visitare Lari? La cucina toscana: qui i ristoranti hanno in menù specialità imperdibili. Dai sughi caserecci a formaggi e salumi del luogo ma tra i piatti iconici da provare ci sono le pappardelle al ragù di cinghiale da accompagnare con un calice di Chianti.

Lari in Toscana

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Lari, tra le mete preferite dai britannici in Italia

Dolomiti

Quarto gradino di questa top 5 va alle Dolomiti. Non solo un patrimonio mondiale dell’Unesco ma una destinazione top per chi ama la montagna. Gli inglesi la scelgono per le bellezze naturali più autentiche che le rendono uniche.

Affascinanti tanto in estate quanto in inverno, hanno molto da offrire in ogni mese dell’anno. In estate, i sentieri escursionistici conducono a prati fioriti, laghi alpini e rifugi panoramici dove poter gustare piatti tipici come canederli, polenta e strudel di mele. Tra le mete top? Il lago di Braies: con acque color smeraldo e un paesaggio incorniciato crea una vera e propria passeggiata instagrammabile da condividere sui social. Altra perla delle Dolomiti è quella di Corvara: durante l’inverno si trovano qui alcune delle piste da sci più apprezzate dove non manca il famoso après-ski, con locali dove degustare vin brulè o bombardini. In estate invece si snodano itinerari per il trekking e gite in bicicletta.

lago di Braies nelle Dolomiti

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Lago di Braies, una delle destinazioni nelle Dolomiti più amate dagli inglesi

Isola del Giglio

Un’altra meta di mare tra le 5 preferite dagli inglesi: siamo ancora una volta in Toscana ma non è l’Elba a conquistare tutti. A rubare il cuore british è l’isola del Giglio, si trova a pochi km dalla costa e viene apprezzata per la natura incontaminata. Si trovano qui alcune delle spiagge più belle del mar Tirreno: basti pensare a cala dell’Arenella e cala delle Cannelle. Imperdibile il borgo di Ciglio Castello: dominata dalla maestosa rocca aldobrandesca e mura perfettamente conservate, fa fare ai turisti un passo indietro nel tempo. Qui si possono assaporare specialità locali come il “panficato”, un dolce tipico a base di fichi secchi, noci e miele. E per gli amanti delle escursioni? Da non perdere i sentieri panoramici e i percorsi trekking.

Non ci sono dubbi: l’talia affascina i turisti stranieri e ogni anno sono tanti gli inglesi che arrivano nella nostra Penisola con l’intento di scoprire il patrimonio artistico, gastronomico e culturale che ha da offrire. Dopo il boom delle più famose città d’arte è però il momento di volgere lo sguardo ad altre proposte e questa è la top 5 delle mete preferite dagli inglesi in Italia.

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Premiate le tre regine del turismo enogastronomico in Italia

Il legame tra gli italiani e il viaggio alla ricerca di cibo, vino, olio e di tutte le altre tipicità agroalimentari del nostro territorio è sempre più forte. La regione preferita tra gli italiani sia per i viaggi già fatti (39,3%) che per quelli futuri (33,9%), è la Toscana. Seguono l’Emilia-Romagna e la Puglia, che s’invertono nell’ordine se consideriamo le intenzioni di viaggio. È quanto è emerso dal settimo Rapporto sul turismo enogastronomico italiano appena presentato a Parma.

I dati del rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2024

Il 70% degli intervistati dichiara di aver fatto almeno una vacanza negli ultimi tre anni con questa motivazione primaria: le risposte evidenziano un +12% sul 2023 e +49% sul 2016. E, mentre il turismo domestico generalista ha segnato un calo nel corso dell’ultima stagione estiva, quello enogastronomico non ha deluso, anzi: c’è un ampio bacino di domanda, stimato in 14,5 milioni di potenziali turisti del gusto, che opta prevalentemente per mete domestiche (64%).

Numeri che riflettono la crescita delle ricerche sul web di informazioni e suggerimenti sui viaggi enogastronomici., basti pensare che rispetto al 2023, le ricerche online dei “cooking tourism” da parte degli inglesi sono aumentate del 250%, mentre per “best cities for food in the world” del 143%.

A questo si aggiunge il potere dei social, pubblicati soprattutto su Instagram e TikTok, che hanno reso virali immagini e racconti legati al cibo, spingendo le persone ad appassionarsi e a desiderare di conoscere le culture enogastronomiche del mondo, sperimentandole anche nel corso dei propri viaggi. Basti pensare che l’hashtag #food si trova in circa 250 milioni di post pubblicati su Instagram, il 38% degli utenti della piattaforma guarda contenuti legati al cibo e il 27% li condivide.

Dal rapporto emergono cinque nuove tribù enogastronomiche:
• i Ricercatori (42,1%), che viaggiano per provare nuove esperienze enogastronomiche, entrare in contatto con la comunità locale ed immergersi nella cultura della meta visitata;
• i Festaioli (23%), turisti che si avvicinano con una certa “leggerezza” all’enogastronomia, vista come una scusa per stare in compagnia e divertirsi;
• gli Intellettuali (19%), il cui motto è “viaggiare per arricchire il proprio bagaglio culturale”;
• i Figli dei Fiori (11,5%), che vedono nel viaggio enogastronomico un’occasione per pensare al proprio benessere psico-fisico e volersi bene;
• gli Edonisti (4,3%), che decidono di compiere un viaggio enogastronomico per concedersi un lusso.

Il vino (con il 38,1% delle preferenze) è considerato il prodotto più rappresentativo dell’Italia in ambito agroalimentare. Seguono nell’immaginario collettivo nazionale delle icone enogastronomiche del Belpaese l’olio extravergine di oliva (24%), la pizza (22%), la pasta (15%) e i formaggi (11%). A questa ricchezza si unisce la percezione diffusa di un patrimonio unico, genuino, diffuso sull’intero territorio e di qualità.

Lo studio è stato realizzato da Aite-Associazione italiana turismo enogastronomico e ideato da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico, con il supporto di Visit Emilia e Valdichiana Living, il patrocinio di Federturismo, Fondazione Qualivita, Iter Vitis Les Chemins de la vigne en Europe e la collaborazione dell’Università degli studi di Bergamo, Economics Living Lab e TheFork.

Turismo enogastronomico nelle mete estere

L’enogastronomia si conferma fra le esperienze più desiderate anche per i turisti europei: il 15,3% della popolazione del Vecchio Continente (circa 20,6 milioni di potenziali turisti) ha intenzione di affrontarle nei viaggi in programma per questa stagione invernale, a prescindere dalla tipologia di viaggio (mare, city break, culturali e outdoor). Ed è alto anche l’interesse per le mete e le attrazioni a tema cibo delle mete a lungo raggio: in particolare svettano le destinazioni del Far East (Giappone, Corea del Sud, Cina) e il Brasile.

Quanto vale il turismo enogastronomico in Italia

Grazie alla collaborazione con Economics Living Lab, spin-off dell’Università di Verona, il rapporto annuale fornisce per la prima volta una risposta riguardo l’impatto economico e sociale del turismo enogastronomico che è alquanto significativo. Ha contribuito, infatti, a oltre 40 miliardi di euro sull’economia italiana nel 2023 – di cui 9,2 diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto –, con un rapporto benefici/costi pari a 6,9, confermandosi importante per l’economia italiana, con un forte potenziale di crescita e un ruolo non secondario nell’occupazione e nella distribuzione del reddito.

Progetti futuri

Per sviluppare ulteriormente il turismo enogastronomico servono però alcune iniziative. Il rapporto ne ha individuate alcune, di natura burocratica e normativa, ma anche concrete come la creazione di musei nazionali del cibo, dedicati alle eccellenze italiane come il vino, l’olio e la pizza, ma anche migliorare l’accessibilità e i collegamenti verso le aree rurali e interne, con soluzioni innovative e sostenibili per quei luoghi non accessibili con mezzi pubblici, sfruttare le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale per la gestione turistica dei piccoli produttori e, infine, sviluppare un sito nazionale dedicato al turismo enogastronomico.

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Il presepe vivente di Tricase: l’emozione della Natività in una location suggestiva

Ci sono presepi viventi che, più di altri, restano impressi nella memoria di chi li visita. Tra questi c’è sicuramente quello allestito a Tricase, considerato uno dei più belli di tutto il Salento grazie alla cura con la quale viene realizzato e alla location suggestiva in cui viene organizzato. La particolarità di questo presepe, arrivato alla 43ma edizione, è che coinvolge circa 200 persone intente a raccontare la Natività contestualizzata nell’ambiente tipico salentino attraverso i mestieri e le rievocazioni in costume in un mix perfetto di arte, religione e folklore locale.

Storia del presepe vivente di Tricase

Quando nasce l’idea del presepe vivente di Tricase? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro al 1976, quando Andrea Rizzo, Tricasino di Caprarica, decise di aprire le porte della sua casa, chiamata Villa delle Gomene, situata in cima a Monte Orco, per condividere la sua passione religiosa con il resto della comunità attraverso la rappresentazione della Natività con un presepe vivente allestito nel giardino.

Grazie alla collaborazione con amici e conoscenti, Andrea Rizzo riuscì a realizzare il suo sogno che oggi compie ben 43 anni e viene considerato uno degli eventi più attesi della zona durante il periodo di Natale.

Date e orari del presepe vivente di Tricase

Il presepe vivente di Tricase, tra quelli più suggestivi di tutta Italia, apre le porte ai visitatori il 25, 26, 28, 29 dicembre 2024 e il 1, 4, 5, 6 gennaio 2025 dalle 17:00 alle 20:30.

L’ingresso è gratuito per un percorso lungo 2 chilometri per quattro ettari in totale di superficie, dove migliaia di lampadine luccicanti contribuiscono a creare l’atmosfera perfetta illuminando il sentiero e le centinaia e centinaia di comparse. Queste, ricordiamo, non sono attori professionisti, ma abitanti della città che si prestano alla tradizione per interpretare i diversi personaggi della Natività e gli antichi mestieri come il vasaio, il fabbro o il calzolaio.

Presepe vivente Tricase Salento

Fonte: Ufficio Stampa

Vista dall’alto del presepe vivente di Tricase

Dove si trova e come raggiungere il presepe vivente di Tricase

La rappresentazione della Natività viene organizzata presso la collinetta di Monte Orco in agro di Tricase, cittadina del Salento, in provincia di Lecce, situata a 15 chilometri da Santa Maria di Leuca. Chi viaggia in auto può arrivare a destinazione prendendo la superstrada Lecce-Maglie-S.Maria di Leuca. Potete lasciare la vostra vettura nei parcheggi vicini al presepe e proseguire a piedi.

Programma del presepe vivente di Tricase

Una volta varcato il portale che indica ‘Città di Betlemme‘, vi ritroverete immersi negli scenari tipici della Natività, ma non solo. Il presepe vivente di Tricase rappresenta anche un’occasione unica, per gli abitanti della cittadina, per preservare e valorizzare le tradizioni locali attraverso la messa in scena degli antichi mestieri. Dal pelacane (conciatore di pelli, mestiere legato alla maestosa Quercia Vallonea di Tricase) al funaro (il costruttore delle funi di lavoro), fino al tessitore, allo scalpellino e al cartapestaio, per citarne alcuni.

Tutte le scene sono curate in ogni dettaglio non solo nei costumi, ma anche nella ricostruzione di strumenti quali mulini, frantoi e macchine artigianali. E, nel mentre che scoprite queste figure antiche, potrete completare la vostra esperienza degustando le specialità locali come le pittule e il vino. Infine, il giorno della Befana, in occasione della serata conclusiva, si svolgerà la tradizionale sfilata dei personaggi in costume d’epoca con partenza dall’atrio del Castello Principesco di Tricase in Piazza Pisanelli fino alla grotta del presepe con i Re Magi.

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Alla scoperta di Pulsano, luogo di tradizioni e bellezze naturali della Puglia

Esistono luoghi in grado di trasmettere la propria anima vivace, autentica, inclusiva, di raccontare storie che vengono da un passato remoto per farle rivivere nel presente, di incantare con scorci di architetture antiche alternati a panorami suggestivi sul mare più tranquillo. Uno dei posti che regalano tali suggestioni è sicuramente Pulsano, una piccola cittadina del Salento affacciata sul golfo di Taranto. Qui, nell’assolata Puglia, il clima è mite e le stagioni calde sono più lunghe.

Partiamo alla scoperta di questo luogo incredibile diviso tra terra e mare, con il suo centro storico antico e le spiagge dalla soffice sabbia dorata.

Storia di Pulsano

Oggi è una cittadina vivace e proiettata verso il futuro, pur conservando gelosamente le proprie tradizioni. Pulsano ha una storia antica che trova le prime testimonianze nel lontano neolitico. Lungo le sue coste, che si affacciano per circa 9 chilometri sul Mar Ionio, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce diversi reperti storici che ne raccontano il passato più remoto, con la zona di Torre Castelluccia che mostra esempi di unità abitative dell’Età del Bronzo (XI-X secolo a.C.) e una necropoli (XIV secolo a.C.). Inoltre, i ferventi scambi commerciali tra popolo pulsanese e micenei sono testimoniati dai numerosi resti di ceramiche rinvenuti.

Dal mare, i pacifici abitanti dell’area si spinsero poi verso l’entroterra per cercare riparo dai saccheggi dei pirati che giungevano sulle coste del Mediterraneo. È per questo che il centro abitativo antico si trova tutt’oggi a circa 5 chilometri dalle sue splendide spiagge.

Ma da dove è nato il particolare nome di Pulsano? Sembra che l’origine sia strettamente legata al lontano passato: si narra che derivi dal presidio militare che venne posto a guardia della marina, dando al termine “polso” il significato di forza e di vigore. Ma si pensa che sia connesso anche al “gioco del polso”, quello che oggi chiamiamo braccio di ferro, che rivive a Pulsano nell’evento estivo “Polso Sano”. La manifestazione ogni anno anima la cittadina con rievocazioni storiche, tornei e intrattenimento musicale.

Il centro storico di Pulsano: cosa vedere

Pulsano rappresenta il connubio perfetto tra la bellezza del mare e l’autenticità della vita salentina percepibile in ogni scorcio che compone il suo centro storico. È nel cuore della cittadina che si esprime l’enorme patrimonio artistico-culturale di questo suggestivo borgo.

Camminando lungo il reticolato di viuzze che lo compongono, si possono esplorare a passo lento alcuni degli edifici più importanti, come il castello medievale, le chiese e il Museo archeologico. Vediamoli tutti in un itinerario alla scoperta delle meraviglie storiche di questo gioiello della costa ionica affacciata al Golfo di Taranto.

Il Castello De Falconibus

È il Castello De Falconibus il monumento più rappresentativo del trascorso medioevale di Pulsano, che prende il nome dal principe che decise di trasformare una vecchia torretta in un luogo di difesa. Una struttura a pianta rettangolare dotata di 5 torri, aggiunte nel corso del tempo, fino al 1435, che fungeva da avamposto di stazionamenti dei soldati per proteggere la popolazione dalle incursioni dei pirati.

Appartenuto per un lungo periodo alla casata Muscettola, che governava queste terre, il castello è stato acquistato dal Comune nel 1912. Fino al 1993 è stato il Municipio di Pulsano, mentre oggi, parzialmente ristrutturato, è sede dei consigli comunali e Museo Storico delle Tradizioni e delle Attività Umane, oltre a fare da sfondo a diversi eventi culturali che si svolgono nell’antistante piazza Castello.

Castello De Falconibus nel cuore di Pulsano

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Castello De Falconibus

Le chiese di Pulsano

A due passi dal Castello De Falconibus, dall’altro lato della piazza, sorge la Chiesa della Confraternita del Purgatorio, la più antica della zona. Dotata di un piccolo campanile, conserva al suo interno le statue dei misteri, simboli della settimana Santa del borgo, che ogni anno richiama numerosi fedeli.

A poca distanza, soltanto 100 metri, si raggiunge la Chiesa di Santa Maria La Nova. Realizzata verso la metà dell’Ottocento, è una struttura a tre navate dotata di un grande campanile. Al suo interno custodisce una riproduzione della grotta della Madonna di Lourdes. Meta di pellegrinaggi, la grotta è stata proclamata Santuario Mariano nel 1947 a cui è legato un evento che viene festeggiato l’11 febbraio di ogni anno dalla popolazione. In questa chiesa, riportata agli antichi splendori grazie alla ristrutturazione del 2005, sono custodite statue in cartapesta realizzate dai più bravi maestri leccesi di questa curiosa arte.

Chiesa Santa Maria la Nova, nel cuore di Pulsano

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Chiesa Santa Maria la Nova

Di fronte alla Chiesa di Santa Maria La Nova spicca anche la facciata della Chiesa della Confraternita del SS Sacramento con il suo piccolo campanile, mentre poco distante dal centro abitato di Pulsano si può raggiungere anche la Chiesa del Crocifisso: una struttura religiosa dal colore candido che risalta rispetto al paesaggio circostante, al cui interno è custodita una scultura lignea del XV secolo raffigurante il Crocifisso. È qui che numerosi fedeli si riuniscono ogni venerdì di Quaresima per dedicarsi alla preghiera.

Il Museo archeologico

A soli 250 metri dal castello di Pulsano, merita una visita il Museo Civico: qui sono custoditi numerosi reperti archeologici di estremo valore, risalenti all’Età del Bronzo e ai secoli successivi, oltre a numerose testimonianze della vivacità commerciale che anticamente caratterizzava la costa salentina negli scambi con i popoli dell’Egeo.

Tradizioni enogastronomiche e culturali

Pulsano è da esplorare non solo nei suoi vicoli, ma anche nelle sue tradizioni. Si scopriranno così i sapori tipici del territorio, provando le eccellenze enogastronomiche proposte da ristorantini e cantine locali, e si conosceranno le usanze tramandate nei secoli attraverso i numerosi eventi culturali che animano la cittadina, soprattutto in estate.

Seduti in uno dei tipici locali del borgo, lungo la costa affacciata alle acque cristalline oppure partecipando a una delle sagre popolari estive, si può provare ad esempio la “Tajedda”, una focaccia ripiena con cipolla, olive e capperi. Tra i diversi prodotti tipici di Pulsano, molti con denominazione De.co, troviamo i succulenti fichi e fichi d’india, lo squisito pesce fresco e le ricche produzioni casearie, in particolare caciotte, ricotta e caciocavallo.

Pulsano è anche una delle tappe della Strada del Vino d.o.c. di Lizzano e del Primitivo di Manduria, oltre a essere Strada dell’Olio. Qui vengono prodotte, tra le altre specialità, buonissime bottiglie di Negroamaro e di Primitivo, oltre all’Olio Terra d’Otranto DOP.

Marina di Pulsano: le spiagge più spettacolari

Spostandoci dal centro abitato verso la costa si aprono panorami suggestivi sulle meravigliose spiagge di Marina di Pulsano. Qui gli amanti della stagione estiva possono rilassarsi lungo i litorali dalla sabbia bianca e soffice, cimentarsi in sport d’acqua e trascorrere piacevoli giornate baciati dal sole salentino.

Lunga circa 9 chilometri, la costiera si suddivide in diverse spiagge e calette, sia pubbliche che private, caratterizzate da fondali bassi e da acque cristalline, perfette anche per le famiglie con bambini.

La più conosciuta e frequentata (e per questo da raggiungere nelle primissime ore del mattino) è la spiaggia di Montedarena, un piccolo paradiso esotico con sabbia candida lambita da acque limpide e turchesi. Qui non mancano vari servizi che garantiscono il massimo comfort a tutti.

A due passi da Montedarena si trova la Baia Capparrone (chiamata anche Baia Verde), più intima e raccolta, con suggestive scogliere punteggiate dalla profumata macchia mediterranea che sembra circondare in un abbraccio la spiaggia. Con il suo fondale basso, è adatta a tutti ed è facilmente raggiungibile.

Baia di Capparrone sulla costa di Marina di Pulsano, affacciata al Mar Ionio

Fonte: Valentina Falcone – Comune di Pulsano

Baia di Capparrone (o Baia Verde)

Le spiagge di Marina di Pulsano non finiscono qui: c’è il Lido Silvana, sul quale si affaccia l’antica Torre Castelluccia con i resti archeologici, e c’è la Baia del Pescatore, chiamata anche spiaggia di Luogovivo, imperdibile mezzaluna sabbiosa sulla quale spiccano le colorate barche dei pescatori.

Altri angoli di paradiso affacciati sullo Ionio sono Lido Checca, Pezzarossa, La Fontana, Le Canne e Serrone: calette e piccole baie incantevoli tutte da esplorare in un viaggio alla scoperta della Pulsano più autentica.

Una delle spiagge di Marina di Pulsano, affacciate sul Golfo di Taranto

Fonte: iStock

Mare cristallino nelle spiagge di Marina di Pulsano