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Kansai: un viaggio tra natura, spiritualità e storia del Giappone

Un lago enorme, 1800 anni di storia e una terra capace di raccontare il Giappone più vero. La regione del Kansai, costellata di templi Zen e castelli antichi che conducono alle vestigia dei ninja, è un viaggio unico nel cuore del Sol Levante che permette di assaporare le tradizioni più autentiche attraverso un contatto profondo, diretto e spirituale, con la natura tipica della prefettura di Shiga.

Castello di Hikone, il Tesoro Nazionale del Giappone

Affacciato sul Lago Biwa, di cui offre una vista meravigliosa ma particolarissima, il Castello di Hikone richiama le atmosfere delle epoche in cui indomiti guerrieri usavano incrociare le spade. La struttura che ammiriamo oggi è quella che il clan ha costruito quattro secoli fa ed è immersa in un giardino di alberi di ciliegio, grandi protagonisti del Sakura Matsuri, il sito del mastio che si estende in un giardino più ampio – il Genkyu-en – e che in origine era destinato allo svago del signore feudale e dei suoi ospiti.

La costruzione principale, designata come Tesoro Nazionale, nasconde quattro stanze private ed è circondato da una rete di muri e torri che lo proteggono, tra lui la Tenbin-yagura, la torre bilancia, che deve il suo nome alla sua struttura perfettamente simmetrica. È inoltre l’unica torre di questo tipo dell’intero Giappone, dotata di un corridoio strategico che metteva in comunicazione le due estremità e che poteva essere abbattuto in caso di necessità.

Il tempo del Castello di Hikone è invece scandito dalla campana che, da secoli, suona per cinque volte esatte lungo tutta la giornata. I suoi rintocchi si sentono passeggiando per il mastio e lungo i suoi dintorni, oltre che in tutta la città: un elemento suggestivo che è stato inserito nell’elenco dei 100 paesaggi sonori del Giappone.

Una città mercantile ricca di storia

Omihachiman sorge sulle rive del Lago Biwa, sull’antica via Nakasendo che collega Tokyo a Kyoto, e ancora oggi conserva l’anima fiorente della città mercantile che è stata un tempo. Il canale Hachiman-bori ha infatti fornito una valida via di comunicazione, favorendo lo sviluppo della città di Omi come potenza commerciale. Il nome di Hachiman viene però aggiunto solo in seguito in onore del dio shintoista della guerra che qui dimora nel Tempio di Himure Hachimangu.

Il cuore pulsante del centro, che batte alimentato dalla ricchezza e dalla generosità dei primi commercianti di Omi, risiede nei tanti templi e nelle opere pubbliche presenti lungo l’intera area dell’antica città mercantile. Shin-Machi Dori è infatti un esempio, perfettamente conservato, di come vivessero i mercanti di Omi mentre il Museo della città, che oggi ospita numerose mostre su materiali popolari, è una testimonianza dello stile delle costruzioni dei primi mercanti.

La tradizione si conserva anche grazie al Festival del fuoco Sagicho di Omihachiman, noto come una delle manifestazioni più pericolose del Giappone, e che ogni anno si svolge a metà marzo. Tra i festeggiamenti, è inclusa una gara per stabilire quale sia il migliore tra una grande selezione di mastodontici carri sagicho, realizzati in paglia, bambù e carta. Le costruzioni sono trasportate attraverso la città da uomini vestiti e truccati da donne. Al culmine del Festival, i carri vengono bruciati mentre le persone danzano intorno al fuoco.

Prima dell’invenzione e dell’arrivo della automobili, il canale della città era una delle vie di comunicazione principali che ravvivava l’area per il grande traffico commerciale. La rotta di scambio maggiore ha però diviso la città in due parti, con i samurai che vivevano a nord e i civili a sud. Oggi è possibile passeggiare lungo il canale per cogliere appieno l’atmosfera di quei tempi e capire quale sia stata l’importanza dell’acqua in una zona a forte vocazione mercantile.

Il Canale di Hachiman-Bori

Fonte: JNTO

Il Canale di Hachiman-Bori

Alla scoperta del lago di Biwa, il più grande del Giappone

Situato al centro della Prefettura di Shiga, il lago deve il suo nome alla forma naturale che lo caratterizza, che ricorda un biwa, liuto della tradizione giapponese. La lunghissima costa, con 235 chilometri da esplorare, è ricca di cose da fare. È infatti possibile fare gite in barca, passeggiate o tour delle isole. Sul lato ovest si può invece ammirare la spiaggia di Omimaiko, con sabbia bianca e rigogliosi pini, mentre per gli appassionati del campeggio è d’obbligo una tappa a Okubiwako, affacciato sull’acqua e perfetto per rilassarsi apprezzando la bellezza naturale del luogo.

Il nuoto è certamente lo sport più praticato, ma sono anche disponibili canoe e kayak, provare lo stand up paddle boarding, imparare la vela o il windsurg. In inverno, sono disponibili piste da sci per bambini. L’enorme specchio d’acqua che ricopre parte del Giappone può essere esplorato anche in crociera, con cibo e intrattenimento, disponibili con rotte di breve e media durata.

Il lago Biwa è meraviglioso anche in inverno. Qui è infatti costruita la funivia più veloce del Giappone che conduce su per il Monte Horai, alla valle di Biwako, che conta su una rinomata stagione sciistica. Qui si può sciare o fare snowboard, con vista lago. In estate, il clima è più fresco rispetto alla città e si può godere del panorama con la zip-line o con il vertiginoso Skywalker.

Lunga vita e spiritualità al Santuario Shirahige

Il piccolo santuario shintoista Shirahige sorge sul lato ovest del Lago Biwa ed è famoso per il caratteristico torii che si erge proprio in mezzo al lago. Le origini di questa costruzione sono antichissime e risalgono al 675 d.C., ma nel corso del tempo ha subito diverse modifiche. Pare infatti che il torii, nel lontano 1280, rimanendo sommerso in seguito all’innalzamento del livello del lago. Quello che vediamo oggi risale a un rifacimento moderno del 1981.

Il suo nome, Shirahige, significa letteralmente barba bianca. Questo perché è dedicato a Sarutahiko, una divinità dell’antica mitologia giapponese che veniva rappresentata come un uomo anziano con barba e capelli bianchi. È inoltre conosciuto per i suoi poteri speciali: sarebbe infatti capace di infondere lunga vita e salute.

Santuario Shirahige

Fonte: JNTO

Il Santuario Shirahige

Chikubushima, l’isola degli dei

Conosciuta anche come isola degli dei nella città di Nagahama, si trova al largo della costa settentrionale del Lago Biwa. Tra le attrazioni del posto, ricordiamo il tempio dell’isola, Hogonji, in cui è possibile acquistare delle deliziose bamboline Daruma dedicate a Benzaiten che porterebbero fortuna per un anno. Al Santuario di Tsukubusuma si possono lasciare invece dei dischi d’argilla, i kawarake, capaci di esaudire i desideri più nascosti. Le due costruzioni riflettono la confluenza delle due religioni giapponesi nel corso di più di un millennio.

Isola di Chikibu

Fonte: JNTO

Isola di Chikibu

Alla scoperta di Osaka

Da Tokyo a Osaka in shinkansen, per vivere un’atmosfera completamente diversa rispetto a quella della Capitale e che permette di immergersi in una vita notturna entusiasmante, cibo delizioso – specialmente quelli dei quartieri di Tenma e Ura Namba – e una calorosa accoglienza offerta dalle persone del posto. La città dell’Expo 2025 offre inoltre un interessante lato storico, con il castello che si pone come attrazione principale: un luogo ideale per approfondire la storia.

Il Castello di Osaka

Fonte: JNTO

Il Castello di Osaka

Da non perdere le luci al neon del ponte di Dotonbori e la zona di Minami, oltre che i maggiori festival della stagione come il Tenjin Matsuri (sfilata di barche), Kishiwada Danjiri (grandi carri di legno) e il Festival di Ebessan (dedicato al successo negli affari).

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Questa è la spiaggia più bianca del mondo: di notte si trasforma in uno spettacolo fluorescente

Tra le bellezze mozzafiato che arricchiscono il patrimonio naturalistico del nostro pianeta, ce ne sono alcune che meritano sicuramente una menzione speciale per il loro fascino unico e la capacità di trasportarci in ambientazioni quasi magiche ed eteree.

In particolare, esiste un luogo dove l’acqua porta in scena uno spettacolo surreale e, con l’aiuto di un fenomeno naturale, dà vita a una danza di colori fluorescenti nelle acque notturne dell’oceano. Sembrerebbe un sogno, ma invece è pura realtà.

Ci troviamo in Australia e più precisamente nella Jervis Bay, una baia oceanica lunga 16 chilometri situata a sud di Sydney, nel Nuovo Galles del Sud.
Qui le spiagge sono celebri in tutto il mondo per la loro sabbia bianchissima, tanto che una di queste, Hyams Beach, si è aggiudicata il record come arenile più bianco del pianeta. Ma l’incredibile bellezza di questa baia diventa ancor più seducente dopo il tramonto, quando la luce del giorno lascia spazio all’oscurità della notte. E mentre il sole riposa, nelle acque che si allungano sulle coste va in scena uno spettacolo notturno a dir poco incantevole.

Hyams Beach, la meraviglia della spiaggia che brilla di notte

Se di giorno la costa bianchissima di Hyams Beach ha una bellezza mozzafiato e viene raggiunta da moltissimi turisti e curiosi, è durante la notte che si trasforma in uno scenario unico e decisamente più affascinante. Al calar del sole, infatti, la baia si trasforma in un dipinto dai colori fluorescenti. Il buio lascia spazio all’azzurro e al verde brillante, tonalità che spiccano tra le acque che si fanno strada verso la riva, regalando un colpo d’occhio irresistibile. Sembrerebbe un miracolo, ma in realtà questo evento spettacolare ha una spiegazione scientifica ben precisa.

Si chiama bioluminescenza ed è un fenomeno naturale attraverso cui alcuni organismi viventi, in questo caso le masse di plancton presenti in acqua, emettono una luce particolare grazie alla reazione dell’energia chimica che si converte in energia luminosa. Nello specifico, durante la fioritura delle alghe del plancton, i movimenti delle onde o quelli provocati dal passaggio delle barche provocano in questi microorganismi delle vibrazioni che portano a una reazione chimica: iniziano così ad illuminarsi e a risplendere nella notte. Secondo questo meccanismo, nell’oscurità della Jervis Bay il plancton bioluminescente conferisce all’acqua certe sfumature di luce che trasformano il mare in una distesa scintillante che sembra riflettere il cielo stellato.

La spiaggia di Hyams, e le altre distese di sabbia che compongono la baia di Jervis, fanno parte della lista dei pochissimi luoghi in tutto il pianeta nei quali si può osservare il fenomeno della bioluminescenza. Nonostante si tratti di un evento naturale che tipicamente avviene solo in determinate condizioni climatiche, che riguardano la temperatura e il vento, qui è possibile ammirarlo in ogni periodo dell’anno e abbastanza frequentemente.

Spiaggia di Hyams

Fonte: lovleah / iStock

Hyams beach, la spiaggia più bianca del mondo nella baia di Jervis

L’incantevole patrimonio naturalistico della Jervis Bay

Oltre allo spettacolo di luci dato dalla bioluminescenza e al colore candido delle spiagge, la Jervis Bay ha numerose altre carte da giocarsi, regalando ulteriori esperienze da sogno. Nelle sue acque cristalline, infatti, si può anche pescare e fare kayak, oppure avvistare numerose specie di animali, come i pinguini minori blu (i più piccoli al mondo), i delfini, le foche e, con un pizzico di fortuna, anche le balene.

Ma non solo. A sud di questa baia paradisiaca si trova il Booderee National Park, un’area che comprende una grande varietà di spiagge, fauna selvatica e vegetazione nella quale addentrarsi per fare escursioni e avvistare i celebri canguri. Un luogo da inserire nella lista dei desideri e da visitare almeno una volta nella vita.

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Inhotim, il giardino delle meraviglie dove arte e natura si fondono

Nel cuore della lussureggiante foresta brasiliana si erge un luogo magico e insolito, dove la creatività dell’uomo si fonde armoniosamente con la natura, dando vita a un’esperienza straordinaria.

Oggi ci troviamo a Inhotim, il museo d’arte contemporanea all’aperto più grande dell’America Latina, un’autentica sinfonia di colori e opere immersa nella maestosità della flora e della fauna circostanti.

Nascosto tra le colline del Minas Gerais, a soli novanta minuti da Belo Horizonte, questo luogo cattura il cuore e l’immaginazione dei turisti di tutto il mondo, creando un’esperienza davvero indimenticabile. Ti condurremo in un viaggio attraverso un parco vasto e incantevole, dove palme, tucani e colibrì si muovono in armonia con sculture visionarie e installazioni artistiche, che danno vita a scenografie spettacolari e uniche.

Inhotim: un Eden terrestre nel cuore del Brasile

Inhotim

Fonte: Getty Images

Inhotim, Brumadinho, Brasile

Nella città di Brumadinho, tra le braccia accoglienti della Foresta Atlantica, si cela Inhotim. Questo autentico paradiso terrestre è il frutto della visione audace dell’industriale Bernardo Paz, in collaborazione con l’eccezionale architetto paesaggista Roberto Burle Marx. L’obiettivo? Proteggere la bellezza naturale della riserva e trasformarla in capolavoro, dove arte e natura si intrecciano splendidamente.

Un parco delle meraviglie che custodisce oltre 500 opere d’arte create da talentuosi artisti brasiliani e internazionali. Sculture maestose, fotografie che catturano l’anima, video coinvolgenti, installazioni intriganti, disegni e pitture che narrano emozioni e storie, rendendo ogni passo un viaggio attraverso un vero e proprio museo en plein air.

Questo patrimonio inestimabile si rivela ancora più prezioso grazie alla presenza di una ricca biodiversità, con circa 3000 specie di piante che fanno da cornice naturale alle opere d’arte. I sapienti botanici hanno compiuto una vera magia, incastonando con maestria alcune creazioni artistiche tra i rami e i petali, realizzando così una scenografia dove l’espressione umana danza in perfetta sinergia con la generosità della natura.

Inoltre, i padiglioni futuristici che accolgono le installazioni come gioielli preziosi, aggiungono un tocco di modernità a questa cornice paradisiaca. Ogni angolo di Inhotim rivela un’incredibile attenzione ai dettagli, una cura meticolosa che trasforma il parco in un rifugio per l’anima.

Esplorando Inhotim: un viaggio culturale tra arte e natura

Con i suoi 600 ettari di foresta protetta, cinque laghetti e 45 ettari di giardini curati con amore e dedizione, Inhotim ti accoglie in un mondo dove ogni passo è una pagina da scoprire. Come in una vasta biblioteca, i sentieri si trasformano in capitoli che narrano la storia di opere d’arte eccezionali e della flora lussureggiante che le circonda.

Ogni passeggiata è un viaggio che permette di scoprire opere di artisti straordinari come Oiticica, Miguel Rio Branco, Giuseppe Penone con la sua imponente “Elevazione“, Doug Aitken, Janet Cardiff e molti altri. I percorsi, talvolta lunghi e impegnativi, ti faranno scoprire un tempio dell’arte contemporanea che si espande costantemente.

L’ambizione sconfinata e visionaria del progetto, infatti, mira a trasformare questo luogo straordinario in un’opera d’arte full immersive. Oltre alle opere, il parco aspira a diventare un microcosmo culturale, con l’aggiunta di alberghi, negozi, teatri e biblioteche, diventando così una tappa obbligatoria per tutti coloro che desiderano conoscere il Brasile attraverso la sua anima più autentica.

Inhotim

Fonte: Getty Images

Inhotim, Brumadinho, Brasile
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Zihuatanejo, la città del Messico dal colore dell’argilla

Una città quasi completamente del colore dell’argilla affacciata sul mare, dove l’anima festaiola si mescola con quella tradizionale. Parliamo di Zihuatanejo, in Messico, una località che si specchia sulla meravigliosa costa del Pacifico e che ancora oggi mantiene intatta la sua autenticità

Informazioni utili

Zihuatanejo la quarta città in grandezza dello Stato messicano del Guerrero. Sfortunatamente questo Stato del Messico non gode di ottima reputazione e anzi, è considerato uno dei più pericolosi del Paese.

Al tal proposito il sito ViaggiareSicuri scrive le seguenti parole: “Si raccomanda di evitare i viaggi nello Stato di Guerrero: nelle principali città (Chilpancingo, Acapulco) e nelle zone rurali hanno avuto luogo numerosi episodi di violenza. In caso di viaggio verso destinazioni turistiche in questo Stato è consigliabile effettuare trasferimenti in aereo”.

Le buone notizie sono che Zihuatanejo è una destinazione turistica e che è servita anche da un aeroporto internazionale, e per questo è più sicura di altre località dello Stato. Tuttavia, è sempre bene tenere gli occhi aperti e non lasciare nulla al caso, qui come in altre località del mondo.

Cosa si presenta

Fino a qualche anno fa Zihuatanejo era un’oasi di pace e relax, un rifugio tranquillo per surfisti e pescatori. Oggi è una meta più turistica, ma che in qualche modo riesce a mantenere la sua autenticità: una città dove spicca il color argilla e in cui tutto si vive all’aria aperta. Ma non solo, perché è anche un angolo di Messico costellato di insenature e calette assolutamente suggestive.

Zihuatanejo sembra essere caratterizzata da una doppia anima. Alzando lo sguardo, infatti, si nota la vicina località turistica di Ixtapa che è posta su una collina e puntellata di mega resort e ristoranti. Anche a Zihuatanejo ci sono sempre più hotel e adatti a tutte le tasche, ma in qualche modo qui il popolo messicano vive ancora seguendo i suoi ritmi, usi e costumi. Sembrerebbe quasi che la tradizione non voglia lasciare del tutto il posto al moderno.

Spiagge di Zihuatanejo

Fonte: iStock

La Ropa, la spiaggia più famosa di Zihuatanejo

Non mancano le navi da crociera che riempiono le strade cittadine, ma a livello generale Zihuatanejo è sinonimo di relax, grazie anche alle sue tante belle spiagge.

Le spiagge più belle

Questa città messicana sulla costa del Pacifico possiede una spiaggia cittadina che prende il nome di Playa Principal. Popolarmente chiamata Playa Municipal, sorge proprio di fronte al lungomare e si rivela perfetta per veder tramontare il sole.

C’è poi Playa Madera che è decisamente più bella dell’altra e che al calar del buio regala uno spettacolo incredibile di luci che si specchiano sulle sue acque.

Poi ancora Playa La Ropa, probabilmente la più famosa di tutta la città. Si tratta di un’ampia distesa di sabbia impreziosita da svettanti palme e accarezzata da acque sempre calme e calde.

Molto interessante è anche Playa Las Gatas che, essendo più piccola, risulta molto più tranquilla delle precedenti. Infine Playa Larga che ancora si presenta vergine e che regala una delle viste più emozionanti di tutto il Messico.

La vita all’aria aperta di Zihuatanejo

Le attività da fare a Zihuatanejo sono principalmente all’aria aperta. I turisti che vengono da queste parti scelgono di fare un’escursione in barca verso la vicina isola di Ixtapa. E non c’è da biasimarli, perché anche qui ci sono ben tre magnifiche spiagge – tutte vicine tra loro – che sono una diversa dall’altra: le acque più calme si trovano al largo delle spiagge di Varadero e Cuachalalate, mentre Coral Beach è perfetta per lo snorkeling perché proprio qui sopravvive una magnifica barriera corallina.

Non mancano piccoli e caratteristici ristoranti in cui mangiare un gustoso piatto tipico.

A circa 30 minuti di distanza da Zihuatanejo sorgono le rovine di Xihuacan, un interessante sito archeologico mesoamericano che conta ben 3.000 anni. Ma ad affascinare molto più di altro è la sua particolare storia: sembrerebbe non appartenere a una sola cultura ma, anzi, pare proprio che venisse utilizzato come luogo di culto da diverse tribù, tra cui e Cuitlateca, Tarascan, Mixteca, Aztechi e molto altro ancora.

I turisti che scelgono Zihuatanejo lo fanno anche perché si rivela l’ideale per i subacquei, specialmente i principianti. Il periodo che va da novembre a maggio è il più opportuno per scoprire i suoi colorati fondali marini, merito del mare che in questa fase dell’anno è particolarmente calmo.

Tra le varie meraviglie oceaniche da avvistare ci sono delfini, mante, tartarughe, pesci tropicali, balene, cavallucci marini e tantissime altre bellissime creature acquatiche.

Playa La Madera( Zihuatanejo)

Fonte: iStock

Veduta della Playa La Madera

E poi le passeggiate vista mare, come quella che si può fare sul Paseo del Pescador in cui si affacciano negozi e ristoranti sempre accompagnati dal fruscio delle onde. Un percorso molto suggestivo e che conduce al cospetto della piazza principale, che la sera si anima con balli, street food e musica dal vivo.

Un’altra attività molto amata dai turisti che scelgono Zihuatanejo è quella di andare in bicicletta: ci sono ben otto chilometri di piste ciclabili.

Due, tuttavia, sono i percorsi principali: uno di questi conduce da Ixtapa a Zihuatanejo, mentre l’altro va da Ixtapa Marina fino a Playa Linda.

Da queste parti è possibile anche avvistare delle magnifiche e sinuose megattere, delle balenottere che possono misurare anche 17 metri di lunghezza e dotate di lunghe pinne pettorali e una testa bitorzoluta. Non è difficile vivere questa esperienza, perché la costa del Pacifico del Messico è famosa in tutto il mondo anche per gli avvistamenti di questi cetacei. E in particolare lo è Zihuatanejo, perché sorge su un tratto di litorale che a sua volta si trova sulla linea di migrazione di questi animali.

Ci sono turisti che decidono di venire in questa località messicana per il golf: la vicina Ixtapa possiede due campi da 18 buche di livello mondiale.

Infine, anche un’interessante attività al chiuso: il Museo Archeologico Costa Grande. Si tratta di un luogo che illustra la particolare e interessante storia archeologica di questa zona del Messico.

Il museo è piccolo e possiede solo sei sale espositive, ma in poco spazio riesce a coprire diverse epoche storiche che arrivano fino ai giorni nostri: il posto ideale per fare un viaggio nella cultura messicana e anche nella storia indigena.

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Tra i grattacieli di Tokyo si nasconde un palazzo da fiaba

Organizzare un viaggio a Tokyo, in qualsiasi periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Lo è perché la popolosa capitale del Giappone è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto.

Da una parte i templi storici che conservano e proteggono la storia e le tradizioni del territorio, dall’altra i grattacieli ultramoderni e futuristici che disegnano lo skyline e brillano sotto le luci al neon di una città che non dorme mai.

Ed è proprio tra gli edifici moderni che svettano verso il cielo che oggi vogliamo perderci e immergerci insieme a voi. Per scoprire un luogo dalle forme oniriche e dalle fattezze incantate, proprio lì dove nessuno guarda mai. Un palazzo da fiaba, dal fascino unico, che si nasconde tra i grattacieli di Tokyo.

Il segreto più bello del quartiere Shinjuku

Il nostro viaggio di oggi ci conduce al cospetto di una grande metropoli, di una città che da sempre capeggia le travel wish list degli avventurieri di tutto il mondo. Ci troviamo a Tokyo, e più precisamente nel quartiere di Shinjuku, meta prediletta dei giovanissimi e degli universitari.

Conosciuto per il suo distretto dei grattacieli, che ospita al suo interno bar, ristoranti e un hotel di lusso, Shinjuku è un punto di riferimento per la movida cittadina. Qui, infatti, è possibile trovare numerosi locali notturni e vivaci nightclub, ma non solo. Il quartiere ospita l’osservatorio panoramico del Tokyo Metropolitan Government Building, il polmone verde del Monte Hakone, teatri, gallerie e librerie. Ci sono poi i campus universitari che attirano studenti provenienti da ogni dove che popolano la zona a ogni ora del giorno e della sera.

Ed è proprio uno di questi campus la destinazione di oggi. Un edificio unico e uguale a nessun altro che per forme, lineamenti e colori, sembra trasportare in un altro mondo. Si tratta di un edificio situato nei pressi dell’Università di Waseda, una delle più importanti università private di tutto il Paese. Un piccolo gioiello architettonico sorprendere ispirato all’opera di Antoni Gaudí e che sembra uscito da un libro di fiabe.

Waseda El Dorado: il palazzo fiabesco tra i grattacieli di Tokyo

Fonte: Masayuki Yamashita / Alamy / IPA

Waseda El Dorado: il palazzo fiabesco tra i grattacieli di Tokyo

Waseda El Dorado: il palazzo fiabesco tra i grattacieli di Tokyo

A pochi minuti a piedi dalla stazione metropolitana di Waseda, e a due passi dal cancello principale dell’Università, è impossibile non notare quell’edificio stravagante e sinuoso che cattura l’attenzione di ogni passante. Si tratta di El Dorado, un palazzo di 5 piani costruito nel 1983 dall’architetto visionario Toshirō Tanaka, conosciuto anche con il nome di Von Jour Caux.

Cos’ha di speciale questo edificio è evidente dalle foto che lo ritraggono. Il disegno architettonico, infatti, esalta e celebra la cultura giapponese con uno stile chiaramente ispirato all’opera del grande Antoni Gaudí. Balconi curvi in ferro battuto che restituiscono le immagini di ninfee, eleganti finestre decorate in ogni dettaglio, orpelli e ornamenti realizzati in ceramica che riproducono ornamenti e disegni di vario genere.

Waseda El Dorado è un piccolo gioiello architettonico che pochi turisti conoscono, ma che vale davvero la pena di raggiungere anche solo per i suoi esterni stravaganti. Anche gli interni sono visitabili parzialmente. L’ingresso ospita un mosaico grandioso e suggestivo che riproduce fedelmente l’antico Gorgoneion, mentre le pareti del corridoio sono caratterizzate da murales astratti e da vetrate colorate che sembrano trasportare i viaggiatori in un mondo onirico e incantato. Nell’atrio, invece, soggiorno una grande ed enigmatica scultura che raffigura una mano rivolta verso il basso.

L’edificio, considerato una sorta di galleria d’arte, ospita anche un negozio di antiquariato e un salone di bellezza. I piani superiori, invece, non sono visitabili perché riservati ai residenti.

Waseda El Dorado

Fonte: Masayuki Yamashita / Alamy / IPA

Waseda El Dorado, l’edificio da fiaba a Tokyo
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Questo gioiello architettonico è un santuario dedicato alla meditazione

Nel vasto e variegato mosaico di luoghi sacri che adornano il nostro pianeta, esistono gioielli nascosti che sembrano usciti direttamente dalle pagine di una fiaba. Luoghi di fede che, oltre a essere immersi in scenari naturali mozzafiato, racchiudono in sé storie ricche di fascino e mistero. Tra boschi incantati, scogliere a strapiombo sul mare, ombre di eremi silenziosi, ogni angolo di questo mondo nasconde un santuario, una chiesa, un luogo di preghiera che custodisce un pezzo di storia della nostra umanità.

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in un luogo meraviglioso, carico di significato e di una bellezza straordinaria, dove l’ingegno umano si unisce alla grandezza della natura.  Questo luogo speciale si trova nascosto nella pittoresca località di Sea Ranch, sulla costa della California.

Qui, tra il blu intenso del mare e il verde lussureggiante della vegetazione costiera, emerge una cappella unica nel suo genere. È la Sea Ranch Chapel che, con le sue forme sinuose ed eleganti, sembra quasi fondersi con l’ambiente circostante, in un’armonia perfetta. Un luogo che parla al cuore, invita alla riflessione e ti avvolge con il suo fascino semplice e disarmante.

Sea Ranch Chapel: un monumento all’amore senza tempo

Sea Chapel

Fonte: iStock

Sea Ranch Chapel, California

Incastonata nel panorama selvaggio della California, la Sea Ranch Chapel emerge come un’oasi di pace e riflessione.

Questo capolavoro architettonico, aperto al pubblico tutti i giorni dell’anno, dalle prime luci dell’alba fino al calar del sole, offre un rifugio inaspettato a coloro che cercano un momento di tranquillità o un’improvvisa ispirazione. La sua struttura unica invita a distaccarsi dalla frenesia quotidiana e a immergersi in un’atmosfera di contemplazione e rinnovamento spirituale.

L’opera d’arte è il risultato della generosità straordinaria di due residenti della zona, Robert e Betty Buffum, che hanno dato vita a un luogo unico pensato per la meditazione e la preghiera, un vero rifugio dove la comunità potesse riunirsi e trovare conforto. Completata nel dicembre del 1985, questa cappella è un tributo alla memoria di Kirk Ditzler, un aviatore della marina, zoologo e artista, il cui spirito vive ancora in ogni angolo di questa chiesetta fiabesca.

Sea Ranch Chapel: un capolavoro che unisce arte e natura

La Sea Ranch Chapel è un esempio straordinario di come l’arte, l’artigianato e l’architettura possano fondersi in un’unica, affascinante sinfonia.

L’essenza dell’edificio risiede al suo interno, dove il lavoro di Bruce Johnson, un rinomato scultore e falegname, si manifesta in tutta la sua maestria. L’artista, infatti,  ha progettato con cura i sedili in legno di sequoia e pali intagliati, così come le mensole sul muro circostante, che sembrano quasi crescere organicamente dai pavimenti e dalle pareti, creando un ambiente avvolgente e accogliente.

Questi dettagli raffinati non hanno solo uno scopo funzionale, ma rendono ogni angolo della cappella un tributo vivente all’artigianato tradizionale e all’architettura innovativa.

Il cuore pulsante di questo ambiente risiede indiscutibilmente nel soffitto in gesso. Si tratta di un intricato disegno floreale, abilmente scolpito, che conferisce allo spazio una sensazione di leggerezza e libertà. I petali adornati da suggestivi elementi marini, conciglie e ricci di mare, creano un’atmosfera coinvolgente che cattura l’attenzione al primo sguardo.

Questi preziosi tesori oceanici non solo arricchiscono l’intero edificio con un tocco di realismo, ma sono anche potenti simboli di connessione tra il paesaggio e il mondo esterno. Un autentico tributo alla bellezza della natura e al suo potere di ispirare, commuovere e unire le persone in modo profondo e significativo.

Sea Ranch

Fonte: 123RF

Sea Ranch Chapel, California
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Su questa nave abbandonata la natura ha creato un capolavoro

Nel vasto e insondabile mondo degli oceani, sono molte le storie che risiedono sotto la superficie, silenziose e dimenticate. Una di queste è quella della SS Ayrfield, una nave che ha solcato i mari per oltre un secolo, prima di ritrovare un insolito riposo nelle acque tranquille del porto di Homebush, in Australia.

Un tempo, era un robusto vascello a vapore, costruito per resistere alle tempeste più violente e ai viaggi più lunghi. Ma oggi, la sua struttura arrugginita non trasporta più merci o passeggeri. Al suo interno, invece, si è sviluppata una rigogliosa foresta di mangrovie, creando un incredibile spettacolo di natura e ingegneria umana.

Ogni giorno, sembra sorgere dalle acque come un fantasma, con il suo carico verde che ondeggia dolcemente al ritmo delle maree. È un’immagine che affascina e incanta, un simbolo del modo in cui la natura può reclamare ciò che l’uomo ha abbandonato.

SS Ayrfield: il relitto d’epoca che ospita una foresta

SS Ayrfield

Fonte: 123RF

SS Ayrfield, Sidney

L’SS Ayrfield, un tempo noto come Corrimal, è un relitto d’epoca che testimonia un passato industriale ora avvolto dalla bellezza della natura. Questo ex cargo si distingue non solo per la sua storia affascinante, ma anche per la foresta che attualmente ospita sul suo scafo arrugginito.

Un’imponente nave da carico a vapore da 1.140 tonnellate che ha svolto un ruolo significativo nel XX secolo, trasportando carbone tra le città industriali di Newcastle e Sydney. Dopo aver servito durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1972 è stata ritirata dal servizio e condotta alla leggendaria Baia di Homebush con l’intento di essere smantellata. Tuttavia, il processo di demolizione non è mai stato portato a termine, lasciando l’SS Ayrfield come un monumento eterno sullo sfondo del panorama marittimo.

Nel corso degli anni, ha subito una trasformazione sorprendente. Infatti, una varietà di piante e alberi ha iniziato a germogliare sulla sua struttura di acciaio, trasformandola in un’inaspettata foresta galleggiante. Questo fenomeno eccezionale ha catturato l’attenzione della comunità globale, attirando fotografi e turisti da ogni angolo del mondo. L’SS Ayrfield, con il suo verde rigoglioso che contrasta con il suo passato industriale, è diventato una delle attrazioni più fotografate della zona.

L’SS Ayrfield e il trionfo della natura

Tra i vari relitti presenti nella Baia di Homebush, l’SS Ayrfield si erge come un punto di riferimento unico per la sua bellezza antica e selvaggia. Combinando elementi storici e naturali, continua a catturare l’immaginazione dei visitatori, offrendo una narrazione visiva che rimanda a una storia ricca e complessa.

Questa nave, un tempo testimone del fervore industriale del passato, con il passare del tempo si è trasformata in un vivace ecosistema verde, dimostrando come la natura possa prosperare anche negli ambienti più impensati.

Ma c’è un momento che tocca le corde dell’anima in modo particolare. È il tramonto, quando il cielo si tinge di colori vividi che si riflettono sull’acqua, creando un contrasto affascinante con il rosso invecchiato dello scafo della SS Ayrfield e il verde brillante delle mangrovie che la circondano. In questo scenario unico, il relitto della nave assume un fascino quasi surreale, trasformandosi in un dipinto vivente che unisce storia, natura e arte, una piccola fetta di un passato che si rifiuta di essere dimenticato.

SS Ayrfield

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SS Ayrfield, Sidney
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Scopri le meraviglie delle Marche durante il Festival di Sanremo

Immagina di essere a Sanremo in occasione della 74esima edizione del Festival dedicato alla musica italiana e partire per un viaggio unico, composto da un mix avvincente di musica, cultura, e intrattenimento. Ma perché solo immaginarlo?

Dal 5 al 10 febbraio, partecipando agli eventi all’interno de’ Il Villaggio del Festival organizzati dalla Camera di Commercio delle Marche, potrai godere di una full immersion di cinque giorni nel cuore del territorio marchigiano. Avrai l’opportunità di esplorare i maestosi monti azzurri, tuffarti nel mare blu e rilassarti sulle spiagge dorate. Scoprirai le dolci colline e le tradizioni affascinanti degli antichi borghi, mentre ti immergerai nella cultura, nel buon vivere e nella tradizione enogastronomica delle Marche.

Durante il Festival di Sanremo, le Marche saranno protagoniste, promuovendo le loro bellezze storiche, artistiche, paesaggistiche e culturali. Il presidente della Camera Marche, Gino Sabatini, sottolinea l’impegno nel promuovere l’immagine e l’attrattività delle Marche durante uno dei principali eventi mediatici nazionali e internazionali: «Ancora una volta il nostro ente è a fianco della Regione e dei principali attori istituzionali ed economici per promuovere l’immagine e l’attrattività delle Marche in uno dei principali eventi mediatici nazionali ed internazionali. Un grande impegno organizzativo in collaborazione con la Camera di Commercio Riviere di Liguria, in un’ottica di sostegno che valorizza sempre più la nostra dimensione aggregata».

Il direttore de’ Il Villaggio del Festival Giuseppe Grande, ha annunciato entusiasmanti novità per questa edizione. «Abbiamo anche eventi esclusivi, come la 14ma edizione del Gran Gala della Stampa, con la conduzione di Marino Bartoletti e Luana Ravegnini, dove la giuria di qualità ha presentato le nomination per Fiorello, Annalisa, Negramaro, Ricchi e Poveri e altri rispetto ai premi da ritirare, quali Numeri Uno-Città di Sanremo, premio Super Hit, premio della Critica e premio alla Carriera”, afferma Grande..

Vuoi partecipare agli eventi in programmati da Il Villaggio del Festival? Puoi farlo in modo gratuito registrandoti sul sito http://www.ilvillaggiodelfestival.it.

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Dentro un sogno surrealista: il parco sculture Gibbs Farm

Esistono luoghi nel mondo che sembrano sussurrare storie antiche al vento, luoghi che racchiudono in sé l’essenza della bellezza in tutte le sue forme. Posti che, nel loro silenzioso splendore, ci incantano e ci stupiscono con la loro straordinaria bellezza. Che siano doni di Madre Natura o creazioni dell’uomo, ci invitano ogni giorno a intraprendere emozionanti viaggi alla scoperta delle meraviglie che il nostro pianeta ha da offrire.

Oggi, ci lasciamo avvolgere dall’incanto di un luogo davvero speciale: la Gibbs Farm in Nuova Zelanda. Nascosta nel cuore pulsante della città di Auckland, questa fattoria si distingue da tutte le altre. Non è un semplice appezzamento di terra dedicato all’agricoltura, ma un museo a cielo aperto, un’esposizione artistica che sfida i confini tra il reale e l’immaginario. Qui, l’arte si fonde con la natura in un connubio perfetto, dando vita a un panorama surreale che ti lascerà davvero senza parole.

Gibbs Farm: la fattoria delle meraviglie

Gibbs Farm

Fonte: Getty Images

Gibbs Farm, Auckland, Nuova Zelanda

Alan Gibbs, figura emblematica del panorama economico della Nuova Zelanda, è un uomo di affari la cui ricchezza è pari solo alla sua innata passione per l’arte. Fondatore della Gibbs Amphibians, azienda leader nel settore dei veicoli anfibi ad alta velocità con sedi a Detroit, Michigan, Nuneaton e Auckland, nonostante il suo trasloco a Londra, ha mantenuto un legame forte e indelebile con il suo paese d’origine, dimostrando un impegno costante nel promuovere la cultura e l’arte neozelandesi attraverso un progetto artistico senza precedenti: la Gibbs Farm.

Situata su una vasta area verde, vicino al porto di Kaipara, questa incredibile attrazione è stata creata vent’anni fa e, ancora oggi, continua a incantare i visitatori di tutto il mondo. Ma ciò che la rende unica nel suo genere sono le imponenti sculture che popolano il paesaggio: lavori artistici monumentali che si stagliano contro il cielo, contribuendo a creare un’atmosfera di straordinario fascino.

Una destinazione imperdibile e originale che ospita le opere di 22 artisti contemporanei di fama mondiale. Ammirarle vuol dire lasciarsi incantare dalla bellezza naturale della fattoria e dai suoi tesori, veri e propri capolavori che si integrano perfettamente nel paesaggio idilliaco di queste terre.

Le sculture più incredibili del parco d’arte neozelandese

Nella spettacolare cornice della Nuova Zelanda, le opere d’arte sfidano il paesaggio naturale con audacia e originalità. Tra queste, spicca “Horizons“, una delle prime sculture commissionate per la proprietà. L’opera, realizzata nel 1994 dal rinomato artista Neil Dawson, presenta un profilo ondulato di ferro che evoca l’immagine di un gigantesco fazzoletto stropicciato. Stagliata contro il cielo come una silente dichiarazione di presenza artistica, questa scultura offre un effetto visivo mozzafiato. Mentre il vento lo muove delicatamente, sembra diventare quasi trasparente, creando un’illusione ottica che stupisce e affascina. Sembra quasi sfidare le leggi della fisica, librarsi nell’aria come una piuma e allo stesso tempo affondare le sue radici nel terreno, fondendosi con lo scenario circostante.

Accanto alla leggerezza di “Horizons“, la Gibbs Farm ospita un’altra opera d’arte straordinaria: “Red Cloud Confrontation in Landscape” di Leon Van Den Eijkel. Realizzata nel 1996, questa scultura è una sequenza colorata di volumi che, degradando in altezza con le tonalità del rosso, del giallo e del blu, creano una superficie orizzontale obliqua che scandisce il panorama naturale, un dialogo silenzioso ma vibrante tra arte e ambiente, tra l’opera dell’uomo e la bellezza della natura.

E infine, tra le molteplici installazioni, “Arches” di Andy Goldsworthy si distingue con un particolare fascino. Accessibile solo su prenotazione, è una sequenza di archi realizzati in pietra scozzese che sembrano emergere direttamente dal terreno. Creando un ponte immaginario tra il passato e il presente, l’artista ha saputo dar vita a un’opera che unisce storia, arte e natura in un connubio sorprendente. È un luogo in cui l’arte incontra la natura in modi sorprendenti e innovativi, trasformando il paesaggio in una tela vivente e dinamica.

Gibbs Farm

Fonte: Getty Images

Gibbs Farm, Auckland, Nuova Zelanda
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Il ponte “interstellare” che sta ipnotizzando il mondo

Spesso sui social media capita di imbattersi in luoghi talmente tanto belli da non sembrare veri: calette azzurre, spiagge dalla texture particolare, canyon o montagne imbiancate. Panorami suggestivi, sì, ma anche abbastanza gettonati e comuni, se proprio vogliamo dire la verità. Invece, la viralizzazione del ponte di Chongqing in Cina sta lasciando tutti di stucco per il suo aspetto davvero insolito, che ha fatto chiedere a moltissimi utenti di Instagram e TikTok se si trattasse di un posto accessibile o dello scorcio di una futuristica base spaziale.

Sì, perché il ponte, della lunghezza totale di 3,6 chilometri, ha una forma così particolare che associarla a una navicella spaziale o a un veicolo destinato a viaggi interstellari sembra quasi naturale: per via della sua travatura reticolare in acciaio e del design circolare della parte inferiore, osservandolo ci si sente quasi pronti a partire verso l’Universo profondo.

La funzione del ponte “spaziale”

Il ponte di Chongqing è stato realizzato per collegare i quartieri di Dadukou e Banan. I progettisti volevano creare una superstrada sospesa all’avanguardia, adattandosi agli elevatissimi standard richiesti per l’organizzazione dei trasporti in Cina. Era già chiaro fin dall’inizio che la superstrada avrebbe avuto diversi livelli: nella parte superiore sarebbe stata urbana, a doppio senso e suddivisa in otto corsie, mentre nella parte inferiore doveva essere destinata al transito ferroviario.

Ponte di Chongqing

Il progetto doveva anche includere due torri, che avrebbero dovuto avere, oltre a una funzione portante, anche quella di base per delle sale di controllo e monitoraggio. L’idea, dunque, si presentava piuttosto ambiziosa ed è per questo che il lavoro è stato affidato alla China Communications Construction Company, punta di diamante del settore nel Paese.

Dall’idea alla realizzazione

Se l’idea, come abbiamo già detto, era ambiziosa, il risultato è andato addirittura oltre. Come annunciato ai tempi della realizzazione (2022) proprio dalla China Communications Construction Company, quello di Chongqing è ufficialmente diventato il più grande ponte sospeso stradale-ferroviario più lungo del mondo, con una lunghezza totale di 1.384 metri e una campata principale di 660 metri. Ma non solo, perché come dimostra la sua viralizzazione è anche uno dei più suggestivi, grazie a quello che, di base, era il suo concept.

Chongqing ponte virale

Infatti, quando il team di progettazione ha ideato il ponte, non ha voluto soltanto creare un mezzo di collegamento che desse spazio alle auto (e al treno), ma ha voluto inserire dei dettagli che si rifacessero alla cultura regionale di Chongqing e al suo fitto legame con le acque: nato dall’acqua, prosperato dall’acqua e reso magnifico dall’acqua è uno dei motti della regione cinese. Così, le sue torri sono state pensate a forma di  “goccia d’acqua”.

Grazie a questa idea le torri sembrano delle gocce, appunto, che si fondono nel fiume Yangtze partendo dall’alto, mentre il ponte passa attraverso e restituisce un effetto architettonico innovativo. In più, il design circolare della parte inferiore del ponte ha uno scopo speciale: serve principalmente a garantire una sorta di finestra, un effetto di trasparenza che fa sì che le persone possano vedere sia il paesaggio dei veicoli che gli edifici urbani da quasi qualsiasi prospettiva.

La suggestione interstellare

La parte inferiore del ponte è accessibile e il pubblico può recarsi sulla spiaggia, assistendo allo spettacolo “spaziale” che campeggia sui social. Durante la stagione secca, per altro, il fiume Yangtze si ritira e l’area diventa l’ideale per picnic e scampagnate “interstellari”, che fanno quasi pensare a chi si reca sul posto di essere all’interno di una base collocata da qualche parte su un pianeta lontano.

Chongqing

Quando si cammina sotto le torri, la parte circolare che si apre in basso sembra quasi una porta del tempo e dello spazio: uno spettacolo davvero degno delle migliori scene tratte da film di fantascienza.