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Esiste un’isola profumata da scoprire e annusare

L’isola Lussino o Losinj conosciuta anche come “Isola profumata” è una meta sempre più amata dai turisti. Si trova in Croazia, nella parte settentrionale del Quarnero ed è costeggiata da numerose baie e insenature, le sue particolarità non finiscono mai. Il luogo perfetto per una vacanza rilassante, per staccare la spina e godersi a ritmo lento la vita. La vera specialità di quest’isola è la natura che ha regalato a Lussino 1018 specie di piante, rendendola così un luogo profumato e suggestivo.

Lussino e le sue caratteristiche

Lussino vanta una posizione favorevole e un microclima particolarmente accogliente, mite e perfetto per godersi la natura. Circondata dal mare cristallino del Quarnero e coperta da una lussureggiante vegetazione, l’isola di Lussino è il posto dei sogni per coloro che amano i profumi. Infatti, è piena di piante medicinali che riempiono l’aria di fragranze da favola.

L’isola di Lussino, non è solo natura e piante. Con i suoi due centri Lussinpiccolo (Mali Lošinj) e Lussingrande (Veli Lošinj), è un’isola animata e ricca di attrattive. Inoltre, è semplice da raggiungere dalla terraferma. Una vera chicca per gli amanti della Croazia.

Lussinpiccolo

Lussinpiccolo è il principale centro turistico dell’isola. In estate la cittadina è gremita di turisti che affollano la vivace baia principale dove si trovano negozi e ristoranti. A rendere unico questo luogo sono le caratteristiche case dalle facciate color pastello. Tra le vie di Lussinpiccolo è possibile ammirare la chiesa della Natività della Vergine con la sua piazza lastricata e l’art Collection, un museo dedicato alle collezioni d’arte delle famiglie Mihilcic e Piperata.

lussinpiccolo isola di Lussino

Le case color pastello di Lussinpiccolo

Lussingrande

A soli 4 km da Lussinpiccolo sorge Lussingrande una cittadina meno affollata, più tranquilla. Con un bellissimo porto sul quale si affacciano negozi e gelaterie, tutto circondato da case colorate alte e strette. Non può mancare l’incantevole passeggiata che va dal fianco alla chiesa di Sant’Antonio fino ad ad arrivare alla scogliera, da cui ammirare un mare selvaggio. Perdersi tra i vicoli caratteristici è essenziale per assorbire l’anima di questa perla croata.

I profumo di Lussino

Un’isola famosa per la sua aria profumata, le piante selvatiche che la popolano e l’atmosfera rarefatta che si respira passeggiando tra la natura locale. Non potete perdervi l’originale degustazione delle piante spontanee della flora. Lussino è l’isola dove tutto profuma di rosmarino, di limone, d’arancia. Non vi bastano? L’aria ha l’odore magico di lavanda e mirto, di perpetuino e salvia, di timo e pino, ciclamini, zafferano e violette… Lussino affascina tutti con i suoi aromi e invita gli ospiti a rilassarsi, abbandonando i sensi. Un luogo unico davvero.

isola di lussino croazia

La bellezza selvaggia dell’isola di Lussino

Il mare della Croazia

L’isola Lussino è famosa anche per il mare e le spiagge. Offre una grande varietà: ci sono baie di sabbia bianca con mare poco profondo, ciottoli bianchi piatti sul versante occidentale, scogliere piatte affacciate sul mare profondo dai colori blu e turchese. La costante è il mare pulito e l’ambiente rilassante, con un panorama mozzafiato.

Lussino è davvero un’isola dei sogni, tra cittadine dai vicoli stretti e antichi, profumi che volano nell’aria, fino al mare cristallino. Ci siete mai stati?

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In Argentina esiste l’autostrada degli UFO. Chi ha il coraggio di percorrerla?

Amanti del paranormale, semplici curiosi e – perché no? – anche increduli scettici provenienti da ogni angolo del mondo: è qui, tra le montagne dell’Argentina, che trova spazio un luogo ricco di misteri. Nel cuore del Paese, tra mille bellezze, si dipana infatti l’autostrada degli UFO. Pronti per un’avventura che ha dell’incredibile?

L’autostrada dell’UFO, la magia dell’Argentina

Ebbene sì, esiste davvero una strada divenuta famosa per i suoi avvistamenti alieni. Soprannominata “autostrada degli UFO”, è quella che conduce alla volta di Capilla del Monte e dell’imponente vetta di Cerro Uritorco, che si staglia nel cuore di un’immensa vallata dell’entroterra argentino. Siamo a poco più di 100 km da Cordoba, dove la natura è ancora incontaminata e nei villaggi si respira un’atmosfera autentica. Lungo la strada, almeno stando alle tantissime testimonianze dei turisti che l’hanno già percorsa, non sarebbe affatto raro abbattersi in alcuni eventi soprannaturali.

C’è chi dice di aver avvistato delle strane luci muoversi a zig zag nel cielo, chi invece non ha alcun dubbio e rivela di aver visto un vero e proprio UFO. La verità, naturalmente, è ben lontana dall’essere scoperta: quel che sappiamo per certo è che l’autostrada in questione ha un fascino decisamente surreale, soprattutto quando si è ormai ad un passo da Capilla del Monte. Questo delizioso villaggio incastonato tra le montagne vive infatti una realtà che sembra ben diversa da quella a cui siamo abituati. È il paradiso del new age, tra negozietti di cristalli e pietre magiche, terapeuti di ogni arte esoterica e – ovviamente – persone che hanno avuto contatti alieni.

Qui, quasi tutti i residenti hanno una storia da raccontare, e sono moltissimi i visitatori che, una volta giunti nella cittadina, avvertono un’energia diversa. Per i più curiosi, c’è un osservatorio astronomico che permette di ammirare l’immensità dello spazio (e magari avvistare qualche movimento sospetto). E naturalmente non può mancare una visita presso il locale museo dedicato proprio all’ufologia, che custodisce cimeli decisamente bizzarri. Nel mese di febbraio, inoltre, Capilla del Monte celebra il suo Alien Festival: per tre giorni ci si sbizzarrisce tra concerti e sfilate in costume.

Capilla del Monte

Il villaggio di Capilla del Monte

L’incredibile mistero di Cerro Uritorco

Se Capilla del Monte vi sembra un luogo ricco di misteri, non avete ancora sentito parlare di Cerro Uritorco, una delle sette meraviglie naturali della regione. Si tratta della vetta più alta delle Sierras Chicas, situata a circa 3 km dal villaggio: per raggiungere la sua cima ci si inerpica in un lungo sentiero di trekking immerso nella natura, non particolarmente difficile se si ha un minimo di allenamento. Pare che sia proprio questa montagna il centro dell’attività extraterrestre dell’intera Argentina. Addirittura, per molti sarebbe nientemeno che un portale verso altri mondi.

Nelle vicinanze, c’è un’altra attrazione che riconduce al mistero alieno. Il 9 gennaio 1986, dopo che un ragazzino disse di aver visto un UFO sorvolare la montagna, sulla vetta di Cerro Pajarillo apparve una grande impronta circolare di erba bruciata, di circa 100 metri di diametro, che sembrava proprio lasciata dall’atterraggio di un disco volante. Inutile dire che questo incidente diede linfa vitale ad un turismo dedito proprio alla ricerca di UFO e altre testimonianze del passaggio extraterrestre. Un turismo che ancora oggi, dopo tanti anni, non accenna a trovare tregua.

Capilla del Monte

Il panorama di Capilla del Monte

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In Inghilterra c’è un bosco incantato che sembra uscita da un libro di fiabe

A guardarlo bene sembra quasi di conoscerlo il bosco di Micheldever perché probabilmente questo assomiglia proprio a quello che ha fatto da sfondo alle vicende dei protagonisti delle nostre favole preferite. Che sia davvero questo, non possiamo saperlo, quello che è certo però è che questo angolo di natura lussureggiante sembra davvero essere uscito da un libro di fiabe.

C’è chi a guardare le foto lo scambia per un dipinto impressionista e chi ancora per un abile disegno ad acquerello, quello che è certo è che questo bosco, probabilmente, è uno dei più suggestivi e magici di tutto il mondo.

Per scoprirlo, e attraversarlo, dobbiamo recarci nel Regno Unito e più precisamente nella contea dell’Hampshire. È qui che tra i piccoli e sognanti villaggi si estende una foresta lussureggiante e silenziosa che in primavera diventa un tripudio di colore grazie alle campanule in fiore.

Tra faggi, farfalle e sentieri incantati

La magia che conserva questo angolo di paradiso dell’Hampshire non ha nulla a che vedere con la stregoneria. Il merito dell’atmosfera idilliaca e onirica che caratterizza questo luogo, infatti, è da attribuire esclusivamente a Madre Natura che, ancora una volta, rende il mondo che abitiamo straordinario.

Il bosco di Micheldever appare davanti agli occhi degli osservatori come un’intricata e fitta rete di giochi di luce. I raggi del sole, infatti, si insinuano tra i faggi e le conifere illuminando i fiori di campo tra i quali si nascondono timidamente farfalle e uccelli di diverse specie.

Questo luogo, infatti, è diventato con gli anni l’habitat ideale di molte specie floristiche e faunistiche. Addentrandoci nel bosco e nella sua profondità, attraverso i tanti sentieri che si fanno strada tra alberi e cespugli, ecco che possiamo fare incontri ravvicinati con daini e cervi Muntjac che hanno fatto del bosco la loro casa. Questi animali, abituati alla presenza dell’uomo, si trasformano in guide straordinarie per scoprire le meraviglie naturali di questa foresta incantata.

Il bosco incantato di Micheldever

Poco battuto dai sentieri più turistici, ma meta prediletta dei cittadini del territorio, il bosco di Micheldelver è un luogo davvero straordinario che assicura un’esperienza sensoriale fatta di pace e bellezza. Ricco di bellezze naturali, questo angolo fatato che si estende per oltre 300 ettari, si trova a soli 8 chilometri dalla città di Winchester.

Rifugio perfetto per fuggire dal caos cittadino e per fare il pieno di energie in ogni stagione dell’anno, il bosco di Micheldelver è il luogo ideale per ritrovare il contatto con la natura più autentica attraverso passeggiate, bagni nella foresta o meditazione, ma anche picnic nelle aree di sosta attrezzate con tavoli e panche in compagnia di farfalle, uccelli e fiori.

Il bosco di Micheldelver è aperto gratuitamente ai visitatori 365 giorni l’anno e raggiunge il suo massimo splendore in primavera. È in questo periodo, precisamente tra aprile e maggio, che le campanule in fiore trasformano tutto il territorio circostante in un paesaggio dalle mille sfumature di lilla e dai profumi inebrianti che crea atmosfere magiche e uniche.

Foresta di Micheldever

Campanule in fiore nel bosco di Micheldever

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Dormire in un “occhio” sospeso nella foresta

Gli alloggi sono diventati sempre più determinanti per la scelta delle destinazioni di viaggio perché ormai sono parte integrante delle esperienze che desideriamo vivere. Così ecco che, negli ultimi anni, le offerte da parte di hotel e strutture ricettive sono diventate sempre più originali e straordinarie per rispondere alle nostre esigenze.

Possiamo dormire in campi di lavanda che si perdono all’orizzonte, alloggiare in una casa sugli alberi o in una botte di vino. E poi, ancora, in piccole cabine immerse nella foresta o in rifugi da brivido ad alta quota. E che dire delle stanze d’albergo che ricreano le ambientazioni dei nostri cartoni animati preferiti?

Tra tutti questi stravaganti e sensazionali alloggi, uno più di tutti ci ha colpito. Si tratta di un occhio sospeso nella foresta che consente di vivere un’esperienza impossibile da dimenticare. Chi di voi ha voglia di salire quassù?

Free Spirit Spheres

Free Spirit Spheres

Le sfere sospese nella foresta canadese

Se volete vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario a stretto contatto con la natura autentica e selvaggia, allora questi alloggi situati all’interno della foresta pluviale di Nanaimo sono quello che stavate cercando. Ci troviamo sull’isola di Vancouver in Canada, e più precisamente nei pressi del lago di Horne. È qui che sono stati creati tre alloggi di forma sferica sospesi tra gli alberi.

Free Spirit Spheres, è questo il nome di camere straordinarie che sembra annunciare in qualche modo l’esperienza in totale libertà che si andrà a vivere, è un camping che offre tre alloggi di forma sferica caratterizzati da una grande finestra rotonda che affaccia direttamente sulla natura e che diventa la naturale estensione del nostro occhio pronto a osservare la foresta dall’alto per fare il pieno di energie.

Gli alloggi sferici, realizzati in legno, sono fissati agli alberi a svariati metri di altezza e restano sospesi nella natura, tra terra e cielo. È possibile raggiungerli attraverso una passerella che conduce direttamente alla stanza.

Le Free Spirit Spheres sono tre e presentano caratteristiche differenti per dimensioni e arredamento. Tutte, però, garantiscono un contatto ravvicinato con il territorio circostante. Eve è il primo alloggio sferico a essere stato creato ed è immerso in un piccolo bosco di cedri e aceri. Le dimensioni della stanza sono ridotte e la rendono perfetta per viaggiatori solitari o coppie avventurose.

Troviamo poi Eryn, che può accogliere fino a tre persone, ed è dotata anche di un lucernario per ammirare il manto di stelle che illumina la foresta di notte. Infine troviamo Melody, una sistemazione ideale per due o te persone, con un arredamento molto curato e suggestivo.

Free Spirit Spheres

Free Spirit Spheres

Vivere la foresta dall’alto, interni

L’esperienza che si vive all’interno delle Free Spirit Spheres è davvero unica. La posizione degli alloggi, infatti, è straordinaria così come è suggestiva la vista che questi offrono. L’avventura è molto wild, ma non mancano i servizi igienici, che sono posti proprio sotto le camere, e alcune aree comuni come la zona picnic e le docce.

Le strutture sono situate all’interno del bosco sulla Horne Lake Road e sono prenotabili tutto l’anno e in ogni stagione, così da poter contemplare i meravigliosi spettacoli messi in scena dalla natura, dall’inverno all’estate.

Nei pressi di Free Spirit Spheres, inoltre, troviamo Mount Washington, Horne Lake Caves e Georgia Strait, luoghi che ci consentono di fare il pieno di natura e di ricaricare le energie.

Free Spirit Spheres

Free Spirit Spheres

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Come in una fiaba: la grotta delle meraviglie tra la natura italiana

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci perché è pieno di meraviglie che incantano e sorprendono. E per scoprire la grande bellezza che ha messo in scena Madre Natura, e che poi è stata preservata e valorizzata dall’uomo, non abbiamo bisogno per forza di recarci dall’altra parte del globo, perché alcune di queste sono legate in maniera indissolubile al nostro territorio. Come le Cascate del Varone e quella grotta delle meraviglie che sembra uscita da un libro di fiabe.

Ci troviamo a Tenno, nei pressi di Riva del Garda. È qui che è conservato alla stregua di un tesoro prezioso uno dei luoghi più straordinari, affascinanti e suggestivi di tutto il Trentino Alto Adige. Non è un caso che proprio qui ogni anno giungono migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo per ammirare e attraversare l’incantevole paesaggio che si apre davanti agli occhi.

Tappa imprescindibile di un viaggio in Trentino, nonché principale attrazioni naturale dell’Alto Garda, le cascate sono inserite all’interno del contesto paesaggistico del Parco Grotta Cascata Varone, un luogo intriso di fascino e magia dove è possibile ammirare tutta la grandiosità della natura. Pronti a partire?

Cascate del Varone

Cascate del Varone

Le Cascate del Varone

Situate a tre chilometri da Riva del Garda, queste cascate sono delle vere e proprie celebrità in tutta la regione da secoli. Già nel 1800, infatti, scrittori, poeti e uomini illustri amavano visitare questo microcosmo romantico e misterioso fatto di antri scuri e vorticosi zampilli d’acqua e giochi di luci e ombre.

Lo scrittore e saggista tedesco Thomas Mann ha descritto la grande bellezza di questo luogo, visitato durante una vacanza sul Lago di Garda, nel suo libro La montagna incantata durante. Una bellezza che ha incantato anche altri come Gabriele D’Annunzio, il principe Umberto II e Franz Kafka. Perché in effetti, guardando la cascate che irrompono in un paesaggio selvaggio e idilliaco, è impossibile non innamorarsi.

Con una maestosa altezza di 100 metri, le cascate sono originate dal torrente Magnone e alimentate dalle perdite sotterranee del lago di Tenno. Per osservare la discesa dell’acqua, in tutta la sua grandiosità, è possibile addentrarsi nella gola attraversando la passerella inaugurata il 20 giugno del 1874 Re di Sassonia, Giovanni, ed il Principe Nicola di Montenegro.

Cascate del Varone

Cascate del Varone

La grotta delle meraviglie

Quello che oggi è l’ingresso del Parco Grotta Cascata Varone è stato progettato dall’architetto Maroni, lo stesso che ha firmato il progetto del Vittoriale, la villa a Gardone di Gabriele D’Annunzio.

Diventata simbolo e orgoglio dei cittadini del territorio, la grotta delle meraviglie si apre agli occhi di chi guarda con un tripudio di elementi naturali e acquatici. Tra piccoli sentieri e ponticelli che attraversano zone di luce e di ombre, si arriva alla Grotta Inferiore dove si ammira l’ultima parte della cascata che conclude la sua grandiosa caduta.

Salendo i 115 scalini che collegano le diverse parti della grotta, è possibile arrivare alla parte superiore dove tutto ha inizio, dove la cascata fa il suo salto. Per arrivare fin lì occorre addentrarsi nelle viscere della montagna attraversando un tunnel lungo 15 metri che conduce nella zona più suggestiva di tutto il parco.

Tra la Grotta Inferiore e quella Superiore, però, un altro paesaggio idilliaco si apre davanti agli occhi dei visitatori, un Parco Botanico dove le piante mediterranee e gli arbusti di alta montagna convivono insieme a palme, jukke, cipressi e oleandri.

Visitare il Parco Grotta Cascata Varone, quindi, è una vera e propria esperienza straordinaria che permette di entrare in contatto con la natura autentica e vivere il perfetto equilibrio tra acqua, natura e architetture naturali.

Cascate del Varone

Cascate del Varone

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Santo Stefano Rotondo, il tempio della perfezione

È nella bellezza delle sue linee rotonde, nella sinuosità dei suoi archi e negli incantevoli affreschi che custodisce al suo interno che si nasconde la vera perfezione della Basilica di Santo Stefano Rotondo, uno dei più antichi tempi cristiani. Nel cuore di Roma sorge questa incredibile chiesa a pianta circolare, che ancora oggi suscita grande meraviglia.

Santo Stefano Rotondo, nel cuore di Roma

Arte, architettura e storia si intrecciano amabilmente, tra le ampie arcate e i portici della Basilica di Santo Stefano Rotondo: è a due passi dal Colosseo, dove le mille bellezze della Città Eterna tornano a rivivere ogni giorno, che possiamo ammirare un vero capolavoro. È, questa, una delle più antiche chiese della cristianità e luogo di grande spiritualità, che ne pervade ogni singolo mattone. Eretta nel V secolo, probabilmente per volere di Papa Leone I, sin dall’inizio è nata come tempio di perfezione. La sua pianta circolare è simbolo di totalità e armonia, richiamo della meraviglia cosmica e dell’ordine della creazione.

Dal punto di vista architettonico, Santo Stefano Rotondo rientra nel periodo di massimo fulgore dello stile paleocristiano romano, che si rifà, proprio nelle linee rotonde, alla splendida Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il progetto originale era sicuramente molto ambizioso: i tre cerchi concentrici che costituivano la sua pianta erano divisi da imponenti colonne architravate, e al loro interno avevano volte a botte e numerosi spazi riccamente decorati. Lastre di marmo rivestivano pavimenti e, in alcuni casi, persino le pareti, mentre il tetto era sorretto da travi in legno.

Santo Stefano Rotondo

Santo Stefano Rotondo, la pianta circolare

La storia della Basilica di Santo Stefano Rotondo

Nei secoli successivi, la Basilica ha subito numerosi interventi che l’hanno portata al suo splendore attuale. Pregiati mosaici e affreschi stupendi hanno trovato pian piano luogo tra le mura di Santo Stefano Rotondo. E tra i suoi arredi più celebri spicca la “Sedia di Gregorio Magno”, un antico sedile in marmo di epoca romana, che secondo tradizione veniva impiegato dal pontefice per pronunciare le sue omelie. Ma il periodo più buio era dietro l’angolo, e si è manifestato con ripetuti saccheggi che hanno spogliato la chiesa delle sue ricchezze – e della sua bellezza incredibile.

Privata di tutto ciò che aveva più pregio e lasciata nell’incuria più totale, la Basilica ha vissuto un primo ritorno di gloria attorno al 1100, quando Papa Innocenzo II ha ordinato la creazione del suggestivo porticato d’ingresso a cinque arcate che ancora oggi possiamo ammirare prima di entrare nella chiesa. E ancora qualche secolo più avanti ha avuto inizio un’importante opera di restauro affidata alle mani esperte dell’architetto fiorentino Bernardo Rossellino. Negli ultimi decenni, Santo Stefano Rotondo è diventato luogo di importanti scavi archeologici che hanno riportato alla luce splendidi manufatti. E i restauri non hanno ancora avuto fine: riportare la Basilica alla sua antica bellezza è l’obiettivo ultimo, preservandone al contempo la storia.

Santo Stefano Rotondo

Il portico di Santo Stefano Rotondo

Santo Stefano Rotondo, tra simbologia e misteri

Se la forma rotonda di questa splendida chiesa di Roma richiama un’antica simbologia che sembra permeare l’intero edificio, Santo Stefano Rotondo è anche luogo di misteri incredibili. Sulle sue pareti vi sono affreschi che suscitano soggezione e un pizzico di orrore, rappresentando con crudeltà tutti i modi in cui un uomo può essere martirizzato. Si tratta del ciclo del Pomarancio, che include ben 34 scene di martirio con terrificanti punizioni in grado di generare più di un brivido freddo. Lo scopo? Mettere in guardia dai pericoli che si possono incontrare lungo il cammino, un monito a dir poco terrorizzante.

Santo Stefano Rotondo

Santo Stefano Rotondo, gli affreschi

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I giardini dell’Eden esistono e si trovano in Italia

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci perché è pieno di meraviglie che incantano, stupiscono e inebriano i sensi come il giardino botanico André Heller, paragonabile per bellezza e sontuosità solo a quello dell’Eden.

Ci troviamo a Gardone Riviera, in provincia di Brescia, nella splendida cornice del lago di Garda. È qui che un terreno ospitante specie botaniche provenienti da tutto il mondo si snoda per oltre 10000 metri quadrati. Una collezione ricchissima che trasforma questo giardino in un microcosmo prezioso tutto da scoprire.

Il complesso ecologico che si incastona perfettamente nella natura del territorio e la presenza di una raccolta eccezionale rende questo luogo un unicum in Italia.

Giardino botanico André Heller

Giardino botanico André Heller

Il giardino botanico André Heller

È un giro nel mondo fuori dall’ordinario quello che si può fare all’interno del giardino botanico André Heller attraverso l’osservazione delle specie botaniche presenti, provenienti da ogni parte del globo, dalle Alpi all’Himalaya, dal Mato Grosso alla Nuova Zelanda, passando per il Giappone, l’Australia, il Canada e l’Africa.

A rendere ancora più straordinario questo luogo nella sua totalità è il fatto che ogni specie presente è sapientemente collocata nel suo ambiente naturale. Il risultato è un giardino delle meraviglie che si snoda in diverse sezioni che però risultato continuative e perfettamente comunicanti tra di loro.

È possibile camminare tra ruscelli e cascate, ammirare laghetti e stagni, e poi ancora piccole colline in pietra e muri ricoperti da edere. La natura, che regna incontrastata, fa da cornice alle strutture artificiali create all’interno del giardino: sculture straordinarie e scenografie suggestive ricreano un eden sontuoso che incanta.

Quello di André Heller è un vero e proprio universo a sé che coniuga perfettamente natura e arte, dove convive armoniosamente la presenza dell’uomo e quella di tutte le creature viventi che lo popolano.

Giardino botanico André Heller

Giardino botanico André Heller

C’era una volta un giardino

La nascita di questo piccolo paradiso terrestre, che mette in scena uno spettacolo straordinario, è da attribuirsi ad Arturo Hruska, medico dentista di origine cecoslovacca, nonché naturalista e botanico. Quando dall’Austria l’uomo si trasferì a a Gardone Riviera rimase estasiato dalla bellezza del lago e dallo scenario che si manifestò davanti ai suoi occhi.

Così nel 1901 scelse di acquistare un terreno terrazzato sul versante del Monte Lavinio per creare il suo vigneto. Ma ben presto quella terra si trasformò in un giardino botanico incastonato nella magica cornice del Lago di Garda e della sua vegetazione lussureggiante.

Dal 1989, il giardino botanico di Gardone Riviera è passato nelle mani di del poeta e artista austriaco André Heller che oggi ne è custode. Sotto la sua gestione il terreno si è trasformato in un complesso ecologico e artistico che ospita oltre 3000 piante proveniente da tutto il mondo e moltissime opere d’arte di artisti di fama internazionale.

Il risultato, oggi, è quello di monumento paesaggistico e naturalistico dove l’opera dell’uomo si integra perfettamente con le meraviglie che appartengono alla terra.

Il Giardino botanico André Heller, situato proprio nel cuore di Gardone Riviera, è aperto tutti i giorni da marzo a ottobre, dalle ore 9 alle ore 19.

Giardino botanico André Heller

Giardino botanico André Heller

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La necropoli scavata nella roccia a strapiombo sui canyon

Il nostro Paese non smette mai di stupirci perché è pieno di meraviglie. Alcune di queste portano la firma di Madre Natura, altre sono state costruite dall’uomo nel corso dei secoli e raccontano una storia straordinaria che appartiene alla nostra umanità. E poi ci sono quelle che rappresentano il perfetto equilibrio tra ciò che ha fatto l’uomo e che la natura ha preservato, come Pantalica, la necropoli rupestre costruita sull’altopiano a strapiombo sulla valle dell’Anapo.

Un luogo dall’immensa importanza naturalistica e archeologica che appartiene, orgogliosamente, al nostro BelPaese. La necropoli di Pantalica, infatti, è situata sopra la valle dell’Anapo, a Siracusa.

Non sono solo la storia che conserva e l’alto valore archeologico che possiede che rendono questo sito oggi un vero e proprio gioiello italiano, ma anche il suo contributo paesaggistico che trasforma tutto in un’atmosfera surreale, misteriosa e quasi magica.

Necropoli di Pantalica

Necropoli di Pantalica

C’era una volta una necropoli

Sono in molti a credere che quelle grotte scavate nella roccia, a strapiombo sulla valle dell’Anapo, in tempo costituissero l’antica Hybla, il regno siculo che fiorì tra il XIII e il VIII secolo a.C., quello che è certo è che il paesaggio unico e straordinario che la presenza della necropoli crea, lo rende uno dei più belli e importanti luoghi protostorici siciliani.

La storia, la natura e l’archeologica qui si fondono in una meraviglia visiva che incanta il mondo interno, anche se la località di Pantalica è ancora estranea al turismo di massa. Questo però non l’ha certo fatta passare inosservata, al punto tale che nel 2005 è stata inserita all’interno dell’elenco della lista dei siti del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Un riconoscimento che non stupisce dato che, trovarsi davanti a questo scenario, può lasciare senza fiato. Scavate nella roccia ci sono tante piccole fessure più o meno profonde: sono le tombe che si snodano per quasi 5 chilometri di perimetro e sono più di 5000.

Questo grande numero di tombe rende la necropoli di Pantalica una delle più grandi di tutta Europa. Le piccole grotte che sembrano essere tanti occhi che si affacciano sulla natura selvaggia e incontaminata Valle dell’Anapo, costituiscono ben 5 necropoli che risalgano al periodo che va dal XIII all’VIII secolo a.C. All’interno di queste sono stati rinvenuti molti oggetti di bronzo ora conservati all’interno del Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa.

Necropoli di Pantalica

Necropoli di Pantalica

Pantalica: tra archeologia e natura

A rendere ancora più suggestivo il panorama che si presenta davanti agli occhi di chi guarda è la natura lussureggiante nella quale la necropoli è immersa. Le necropoli scavate nella roccia, infatti, si affacciano a strapiombo sui territori di Ferla, Cassaro e Sortino dove scorrono i fiumi Anapo e Calcinara tra i canyon della zona.

Pantalica è una riserva naturale straordinaria caratterizzata da acque limpide che attraversano la natura rigogliosa e lussureggiante che si estende tutto interno. Proprio i corsi d’acqua, col tempo, hanno eroso le rocce calcaree creando i canyon profondi e suggestivi che rendono il paesaggio magico e surreale, straordinariamente unico.

Raggiungere questo luogo permette alle persone di entrare in contatto con un pezzo si storia dell’interna umanità, ma anche di conoscere la Sicilia più autentica e selvaggia lontana dal turismo di massa.

riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande

Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande

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Lauwersmeer: a caccia di stelle in Olanda

Non c’è niente di più magico di un cielo stellato. Pensare di poter viaggiare seguendo quei puntini luminosi che brillano sopra le nostre teste non è più un desiderio collegato solo ed esclusivamente all’immaginario favolistico o a quello onirico. Ce lo insegnano tutti quei luoghi che promuovono l’assenza dell’inquinamento luminoso e che ci permettono di godere delle visioni più straordinarie di sempre.

Le stesse che hanno incantato pittori, scrittori, poeti e artisti e che ora ci meravigliano, diventando le attrazioni principali dei viaggi che organizziamo durante le nostre stagioni preferite.

È sempre più comune, infatti, il desiderio di mettersi in viaggio alla ricerca dei cieli stellati più belli del mondo, quelli dove le stelle e i pianeti sono i grandi protagonisti, quelli come il Parco Nazionale del Lauwersmeer, il più scuro, magico e affascinante Dark Sky Park in Europa.

Parco Nazionale del Lauwersmeer

Parco Nazionale del Lauwersmeer

Meraviglioso di giorno, magico di notte: Parco Nazionale del Lauwersmeer

Esiste un luogo di incantevole bellezza, vicino al mare di Wadden, dove viaggiatori di tutto il mondo possono ritrovare quel contatto autentico e primordiale con la natura. Stiamo parlando del Parco Nazionale del Lauwersmeer, un gioiello prezioso che si snoda sul confine  tra le province della Frisia e di Groninga.

Sono 6000 gli ettari che contraddistinguono questo eden della natura dove vive un’enorme varietà di uccelli, dove trovano rifugio tantissime specie di flora e fauna, lì tra corsi d’acqua, prati selvatici, distese infinite di orchidee e canne alte e lussureggianti.

E se il parco è una vera e propria meraviglia di giorno, è quando cala la notte che sprigiona tutta la sua magia. Quando il sole saluta gli abitanti del parco, gli animali notturni escono dai loro rifugi e, silenziosamente, passeggiano nel buio. Ma non sono soli: a guidarli ci sono le stelle che brillano e che squarciano l’oscurità.

Parco Nazionale del Lauwersmeer

Parco Nazionale del Lauwersmeer

Il Dark Sky Park in Olanda

I luoghi privi di inquinamento luminoso, in Europa, sono rari e per questo ancora più apprezzati dagli amanti dell’Astroturismo. Stiamo parlando dei Dark Sky Park, parchi e riserve che assicurano che la natura non venga disturbata dalle luci artificiali e venga preservata tutta la sua bellezza.

Il Parco Nazionale del Lauwersmeer, con il suo titolo di Dark Sky Park, rientra tra questi. Una presenza eccezionale e un vanto per l’Olanda, dato che il Paese è tra i primi posti per il più alto livello di inquinamento luminoso al mondo.

E invece Lauwersmeer è un vero tesoro prezioso, perché quando il sole tramonta, succede qualcosa di meraviglioso. La natura sembra sprofondare nell’oscurità più intensa che però non fa paura, perché basta alzare gli occhi al cielo per trovare la bussola, per ritrovare la strada inseguendo le stelle.

Il Dark Sky Park di Lauwersmeer è considerato uno dei luoghi più bui della terra dove poter scoprire e riscoprire la natura nel silenzio e nella tranquillità assoluta, interrotta solo dal risveglio degli animali notturni. La caccia alle stelle ha inizio quando arriva il crepuscolo, ma il firmamento è così fitto e popolato che sarà facile perdere velocemente il conto.

Parco Nazionale del Lauwersmeer

Parco Nazionale del Lauwersmeer

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Come in una fiaba: il sogno d’oriente in Italia

Esiste un luogo di incredibile bellezza nel nostro Paese, così bello da non sembrare neanche vero. Un gioiello che manifesta tutto il splendore negli esterni lussuosi e negli interni che si palesano in un caleidoscopio di colori, un capolavoro architettonico in stile moresco che rappresenta il più bel grande sogno d’Oriente mai realizzato in Italia. Stiamo parlando del Castello di Sammezzano.

Situato nel comune di Reggello, in provincia di Firenze, questo capolavoro di architettura orientalista è uno dei luoghi più affascinanti del nostro Paese. Circondato un suggestivo giardino, nel Valdarno, il castello è stato inserito tra i Luoghi del Cuore Fai.

Un bene prezioso da recuperare e salvaguardare che racconta una storia fatta di sogni grandiosi realizzati proprio nel nostro Paese, un sogno che però oggi sembra sempre meno accessibile da tutti.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano, una bellezza fragile

Il Castello di Sammezzano è una bellezza fragile, così lo ha definito il Comitato per i duecento anni dalla nascita del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. L’edificio, infatti, non è attualmente accessibile e la sua grandiosa maestosità è contemplabile solo dall’esterno o dalle foto oggi diffuse sul web.

Quello di Sammezzano sembra un castello delle fiabe che ricorda la straordinaria Alhambra di Granada perché da quella prende ispirazione. Un sogno realizzato dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, su suo progetto e finanziamento.

Edificato tra il 1853 e il 1889, su una preesistente grande fattoria del 1605 , questo gioiello orientale ospita 365 stanze decorate in stile moresco, ognuna delle quali è dedicata a ogni giorno dell’anno. Dopo la morte di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che dedicò la sua intera vita a perfezionare l’edificio in cui visse per più di 40 anni, il castello fu lasciato in stato di abbandono.

Dopo essere diventato oggetto di saccheggio durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale è stato trasformato in un hotel di lusso fino agli anni ’90 per poi passare nelle mani di un’azienda inglese. Nuovamente abbandonato, a causa degli alti costi di manutenzione, il Castello di Sammezzano è diventato il simbolo di una fragile e infinita bellezza da preservare.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

Un sogno a occhi aperti: gli interni del Castello di Sammezzano

Le istantanee che immortalano gli interni del castello rappresentano le testimonianze di quel sogno orientale mai dimenticato. Anche l’accesso alla struttura è pressoché impossibile al momento, ma attraverso le fotografie a nostra disposizione possiamo godere dei frammenti di quella grande bellezza. La stessa che contraddistingue in maniera univoca la sala dei Pavoni – Peacock Room -, il grande ambiente nel quale il padrone di casa intratteneva gli ospiti.

Stucchi e maioliche in stile moresco che caratterizzano la regale stanza, non sono altro che il preludio della meraviglia che che si snoda per il resto del castello.

Tutto intorno all’imponente struttura del Regello, c’è un meraviglioso parco lussureggiante nel quale campeggiano maestose sequoia che arrivano a sfiorare i 50 metri d’altezza.

La bellezza straordinaria dell’edificio lo ha trasformato, col tempo, in un sogno quasi proibito, nonché in un luogo di grande ispirazione per i registi cinematografici. Gli esterni, così come gli interni mozzafiato, sono apparsi in diversi i film romantici e sognanti, proprio come l’edificio. Tra i più famosi ricordiamo Finalmente… le mille e una notte di Antonio Margheriti, Il fiore delle mille e una notte di Pier Paolo Pasolini e il più recente Il racconto dei racconti – Tale of Tales.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano