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Esiste un paese buio dove il sole sorge con uno specchio. E si trova in Italia

Esistono luoghi nel mondo che non smettono mai di stupirci, alcuni lo fanno con opere grandiose e straordinarie che portano la firma dell’uomo, altri con tutti qui capolavori messi in scena da Madre Natura, territori che ospitano quelli che sono i fenomeni più strani e incredibili della Terra come il sole di mezzanotte o la notte polare.

Ed è proprio quando pensiamo a questi eventi straordinari che la nostra mente ci porta proprio lì, tra le meravigliose terre della penisola scandinava dove il sole brilla anche di notte e il buio regna incontrastato per settimane e mesi. Eppure anche in Italia esiste un luogo che è costretto a vivere senza la luce del sole.

Si tratta di Viganella, un piccolo paese della regione Piemonte di cui tutti parlano, non solo per la particolare condizione in cui vivono gli abitanti, ma anche e soprattutto per quel curioso stratagemma per creare la luce del sole con uno specchio.

Il sole artificiale di Viganella

Il sole artificiale di Viganella

Viganella, il paese al buio

Per conoscere la storia del piccolo paesino di Viganella dobbiamo recarci in Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, nel comune di Borgomezzavalle. È qui, nella la profonda Valle di Antrona circondata da boschi e tranquillità, che gli abitanti non vedono la luce per diversi mesi all’anno.

A causa delle alte montagne che circondano Viganella, il paesino è costretto a rinunciare al sole per quasi tre mesi, da novembre a febbraio. Sono 83 in totale i giorni di buio che devono affrontare i 200 abitanti del villaggio.

Nonostante il destino già segnato di chi ha scelto di restare a vivere in questa valle, le persone non si sono arrese e alcuni anni fa hanno creato un espediente per cambiare in maniera definitiva la loro quotidianità. Grazie a uno specchio i residenti hanno ricreato un “sole artificiale”.

Lo specchio di Viganella

Lo specchio di Viganella

Il nuovo sole di Viganella

Alcuni anni fa gli abitanti, con la collaborazione di un ingegnere locale e il supporto del sindaco del paese, hanno dato il via a una raccolta fondi per la costruzione di un gigantesco specchio di 40 metri quadri e 11 quintali di peso. Questo strumento è stato installato sulla montagna che fronteggia il paese a un’altezza di oltre mille metri.

Lo specchio, inaugurato nel 2006, riflette la luce del sole che non riesce ad arrivare in profondità illuminando alcuni dei luoghi pubblici del villaggio. Collegato a un computer, questo strumento viene attivato a novembre e disattivato a febbraio, ma nonostante le grandi dimensioni non riesce a raggiungere tutte le case del paese, riflettendosi solo nella piazza principale e nelle strade principali di Viganella, ma questo sembra bastare.

La notizia dello specchio di Viganella, negli anni, ha fatto il giro del mondo regalando al piccolo paese piemontese un primato di tutto rispetto, quello di primo luogo a essere riuscito a cambiare in maniera scientifica le condizioni climatiche.

Un esempio di ingegno italiano da seguire, quello di Viganella, che ha ispirato anche gli abitanti di terre lontane. A Rjukan infatti, un piccolo paese incastonato tra alte montagne, e situato a circa 150 chilometri dalla capitale della Norvegia, sono stati installati diversi specchi per illuminare il territorio durante i lunghi mesi invernali.

Il sole artificiale di Viganella

Il sole artificiale di Viganella

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Puoi vivere la tua favola entrando in questo museo

E se ci fosse un modo per allontanarsi dalla realtà, per entrare in un mondo parallelo e incantato, fatto di sogni e magia, anche solo per un istante, o per una giornata? In molti potranno pensare che ormai è finito il tempo delle fiabe, dei lieto fine e di tutto ciò che riguarda il mondo della fantasia e dell’immaginazione. Ma se non fosse così? Se vi dicessimo oggi tutti abbiamo la possibilità di diventare i protagonisti di una favola?

No, non siamo impazziti! Vi stiamo solo raccontando l’esperienza reale e magica che si può vivere all’interno del museo dedicato a Hans Christian Andersen, lo scrittore danese che ha trasformato in realtà in nostri sogni.

Quello che ha creato nuovi mondi, come quello della Sirenetta, del Brutto Anatroccolo e dalla Regina delle Nevi, quello a cui è dedicato il museo europeo all’interno del quale vige solo una regola: perdersi e immergersi tra le fiabe.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Quando venne confermata la notizia dell’apertura del nuovo Hans Christian Andersen Hus il mondo intero era in visibilio. Erano bastate due o tre foto di anteprima per comprendere che proprio all’interno dell’edificio danese si sarebbe potuta vivere una delle esperienze più incredibili della nostra vita. E ora, a distanza di tempo dall’inaugurazione, possiamo confermarvi che è così.

Ci troviamo a Odense, la città in Danimarca che ha dato i natali al celebre scrittore. E non è a lui che è dedicato questo grandissimo e strabiliante museo, ma alle sue fiabe che qui prendono vita attraverso esperienze immersive e uniche.

Nuovi mondi surreali si palesano davanti agli occhi dei visitatori che qui sono invitati a vivere nuove avventure sensoriali, a perdersi e immergersi in questi universi surreali e fiabeschi che pensavamo esistessero solo nella nostra immaginazione.

L’edificio che ospita l’Hans Christian Andersen Hus si muove sinuoso, imponente e meraviglioso, una struttura al di fuori dell’ordinario che di per sé è già una fiaba. A realizzarla è stato l’architetto giapponese Kengo Kuma che ha interpretato i sogni fanciulleschi realizzando un museo che si snoda per quasi 6000 metri quadrati nel centro storico di Odense.

L’edificio si presenta con tre grandi cilindri che ospitano il museo, un centro culturale dedicato ai bambini, e non solo, e un ristorante. Tre strutture collegate da un tunnel sotterraneo e da magici giardini che si snodano davanti agli occhi dei visitatori.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Il museo dove prendono vita le fiabe

Si entra al museo attraversando un piccolo cottage dal colore giallo, è la casa che un tempo era appartenuta ad Andersen e ch e si trova proprio nel centro storico di Odense. È qui, dove lo scrittore ha creato le sue più iconiche fiabe, che la magia ha inizio. Da questo piccolo microcosmo favolistico si arriva ad un universo che diventa sempre più grande, immersivo, meraviglioso.

Una volta entrati nel museo l’esperienza è incredibile. Architetture, suoni, luci e installazioni inebriano i sensi, li stordiscono e trasportano i visitatori in mondi paralleli che avevamo visto solo nelle favole più belle e mai dimenticate, e che ora sono reali.

Grazie alle tecnologie più innovative è possibile entrare nella mente visionaria dello scrittore e poi nelle sue opere, diventando i protagonisti di queste, facendo un viaggio straordinario tra le favole della nostra infanzia. Ma non vogliamo svelarvi di più perché la magia non si può raccontare, ma solo vivere.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

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La casa più strana del mondo è un edificio a forma di lumaca

Cosa ci spinge a scegliere le destinazioni di viaggio delle nostre prossime avventure? Le stagioni che si alternano, sicuramente, e che grazie agli spettacoli messi in scena da Madre Natura rendono i luoghi del mondo ancora più belli, o le attrazioni iconiche, simboli delle città e delle loro stesse identità. E poi, ancora, le manifestazioni grandiose, gli eventi e i festival da vivere, ma anche gli edifici, quelli stravaganti e super instagrammabili come la Snail House, la casa a forma di lumaca.

Ed è proprio per scoprire uno degli edifici più bizzarri d’Europa, e forse del mondo intero, che ci siamo spinti a Sofia, la deliziosa capitale della Bulgaria, che fuori del suo centro nevralgico ospita uno degli hotspot più celebri tra i turisti.

Nella periferia della città, e più nello specifico nel quartiere Simeonovo, si trova una gigantesca lumaca dipinta con i colori più sgargianti che conosciamo. Ma a differenza di quello che si può pensare, non si tratta di un parco ludico né di un’attrazione, ma di una casa.

Sofia: l’edificio a forma di lumaca

Il rosso, l’arancione, il verde, il blu e il marrone esplodono vorticosamente su una grande casa a forma di lumaca, si tratta della Snail House, un edificio che si snoda su cinque piani e che assume i caratteristici lineamenti del piccolo animaletto. Un luogo d’attrazione assolutamente da non perdere per tutti i turisti che giungono in città.

Cosa ci faccia una lumaca nella periferia di Sofia non ci è ancora del tutto chiaro, quello che sappiamo per certo è che l’edificio è stato costruito nel 2008 dall’architetto bulgaro Simeon Simeonov, che ne è proprietario. Se l’obiettivo era quello di stupire con questa creazione stravagante, possiamo dire che la missione è stata compiuta.

Nascosta nella periferia, la casa coloratissima ed eccentrica balza subito all’occhio. All’esterno, infatti, ci sono tutti gli elementi che ricordano una lumaca, dalle antenne al guscio, fino alle farfalle in pietra che si poggiamo sulla struttura.

Inserita nella classifica degli edifici più strani al mondo secondo Strange Buildings, la casa appartiene proprio al suo costruttore. Inizialmente pensata per diventare un asilo, è stata poi trasformata in una dimora realizzata solo ed esclusivamente con materiali ecologici.

Come è evidente dalle fotografie scattate da turisti e viaggiatori, l’edificio non ha pareti dritte, né angoli e bordi, ma si muove sinuoso fino a simulare il corpo coloratissimo di una lumaca.

L’edificio più instagrammabile d’Europa

Che un viaggio a Sofia possa trasformarsi in un’esperienza unica per scoprire gli oltre 2000 anni di storia della città crocevia di popolazioni e culture, è una cosa che tutti sappiamo. Quello che non tutti sanno, però, è che proprio qui, nella periferia della capitale della Bulgaria, che si trova quello che secondo noi è l’edificio più instagrammabile d’Europa, sicuramente in grado di definire in maniera unica il feed del celebre social network.

Raggiungere la casa a forma di lumaca dal centro di Sofia è semplicissimo, basta prendere la metro rossa e scendere a G.M. Dimitrov per poi salire sul bus 67 che conduce direttamente nel quartiere di Simeonovo. È lì che vi ritroverete davanti a una casa stravagante e coloratissima: la Snail House.

Non si può entrare dentro, ovviamente, essendo un’abitazione privata. Ma vale la pena restare lì per scattare qualche foto e condividerla sui propri social network prima di ritornare in città.

snail house

Snail house

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New Mexico: l’oceano di sabbia bianca in movimento che sembra un sogno

Esistono luoghi così belli e straordinari da non sembrare reali. Che si perdono all’orizzonte, che rubano i colori e le forme dalla natura, che inebriano i sensi, che stordiscono e incantano. E sono queste le sensazioni che si provano quando ci si ritrova al cospetto del deserto bianco del New Mexico, un oceano di sabbia le cui onde si increspano col vento creando un paesaggio che lascia senza fiato.

Ci troviamo a circa 50 chilometri da Las Cruces, al cospetto di uno dei parchi più belli, suggestivi e magici di tutta l’America. Il White Sands National Park è un parco nazionale statunitense situato nello Stato del Nuovo Messico ed è così bianco, scintillante ed etereo da sembrare un sogno.

Caratterizzato da un’immensa distesa di sabbia bianca che si perde a vista d’occhio, il Parco Nazionale delle sabbie bianche offre un panorama unico e alienante che assomiglia a un oceano di acque calme e placide mosse dal vento che determina, ogni volta, il suo paesaggio.

White Sands National Monument

White Sands National Monument

Il deserto di sabbia bianca in movimento

Il White Sands National Park si trova nel cuore del bacino della Tularosa, in New Mexico, e si snoda per una superficie di oltre 700 chilometri quadrati. La particolarità di questo deserto non è data solo dalla grande bellezza che stordisce sin dal primo sguardo, ma anche dalla composizione stessa delle sue aride dune, che lo fanno somigliare ora a un paesaggio lunare, ora a un oceano paradisiaco.

La sabbia che ricopre l’area del Parco Nazionale delle sabbie bianche, infatti, è composta da cristalli di gesso e si configura come la più grande distesa del pianeta di questo genere. Il deserto è nato durante l’ultima era glaciale, lì dove sorgeva il Lago Otero che occupava gran parte del bacino. Una volta che le sue acque si sono prosciugate, sull’area sono rimasti i residui di cristalli di gesso.

I cristalli in grani vengono spostati per tutta l’area dai venti che soffiano principalmente da sud-ovest, sono loro che permettono di creare quelle dune bianche di diverse dimensioni che contraddistinguono il paesaggio in maniera univoca. Le dune, però, non sono statiche, ma cambiano forma e si muovono sinuose, dano l’impressione a chi guarda di trovarsi davanti a un deserto in evoluzione.

White Sands National Monument

White Sands National Monument, area picnic

Visitare il White Sands National Park

Visitare il White Sands National Park è un’esperienza unica e straordinaria da fare almeno una volta nella vita. L’immensa distesa di sabbia bianca, infatti, appare agli occhi come un tappeto bianco e lucente che brilla ancora di più sotto i raggi del sole che sull’area si riflettono.

Meta imprescindibile di viaggiatori, turisti e fotografi provenienti da ogni parte del mondo, il White Sands National Park è una delle meraviglie più straordinarie da esplorare durante un viaggio tra i parchi degli Stati Uniti.

La visita al parco può essere fatta in auto, in bicicletta o in moto percorrendo la strada panoramica Dunes Drive che parte dal centro visitatori e conduce direttamente nel cuore delle dune. Lungo il tragitto è possibile fermarsi a contemplare il panorama surreale e riposarsi nelle aree di ristoro che si snodano tra il deserto. Tra le attività preferite, da grandi e bambini, c’è la discesa dalle dune in slittino.

Non mancano, ovviamente, sentieri escursionistici da percorrere a piedi. Dall’Interdune Boardwalk, la passerella in legno che sovrasta i cumuli di gesso e i fiori selvatici che fanno capolino nel bianco, ad altri percorsi panoramici più o meno intensi da attraversare in solitaria o con i ranger del parco per godere della grande bellezza di questo gioiello straordinario.

White Sands National Monument

White Sands National Monument

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L’esperienza scintillante tra le lanterne di Hoi An

Esiste un luogo magico e incantato, una città dove il sogno d’oriente prende forma al calar del sole, tra le luci e le lanterne, tra la storia e cultura, tra edifici caratteristici, tegole decorate e case antiche che assumono le sembianze di un passato mai dimenticato. Questo luogo si chiama Hoi An ed è una vera meraviglia.

Ci troviamo in Vietnam, lungo la costa centrale del Paese, in quella che è una delle città più suggestive e affascinanti di tutto il mondo. Attraversata da canali e caratterizzata dalle influenze culturali che si sono susseguite nei secoli, Hoi An è un gioiello tutto da scoprire.

È conosciuta come la Città delle Lanterne, un nome questo che fa riferimento alla presenza massiccia di lanterne colorate situate in ogni parte della città. Ma è anche un luogo che affascina con il suo immenso patrimonio culturale, storico e architettonico che si snoda dalla città vecchia fino al mare.

Hoi An

Hoi An

La città magica del Vietnam

Situata in Vietnam, Hoi An è la città più caratteristica e magica di tutto il Paese. Un mix perfetto di passato e presente che conserva le testimonianze di tutte le influenze culturali che qui hanno lasciato il segno ben visibile nelle stradine, nei vicoli e nelle viuzze, negli edifici preziosi e nelle botteghe.

Il centro storico, che corrisponde alla parte della città vecchia, è un agglomerato di gioielli architettonici che comprende edifici vietnamiti, giapponesi e cinesi. Proprio per questo motivo, e per la presenza di quello che è stato uno dei più importanti porti commerciali tra il XV e il XIX secolo, è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco.

Crocevia di incontri, popolazioni e culture, Hoi An conserva un fascino senza tempo. Le antiche pagode che si trovano al di là del fiume incantano, mentre il mercato all’aperto racconta la storia vivida e presente che scrivono i cittadini ogni giorno. Tra il centro storico e il resto della città si snodano ristoranti che portano in tavola i piatti della tradizione gastronomica, i negozi di tessuti e stoffe pregiate e i mercati all’aperto e al chiuso.

E come se questo non bastasse da solo a rendere la città magica, è quando il sole cala e lascia lo spazio al crepuscolo che uno spettacolo di incredibile bellezza prende vita. Hoi An sprofonda nel buio e a illuminarla sono solo le lanterne che l’accendono di mille colori.

È possibile trovarle ovunque: appese ai muri degli edifici, fuori le porte delle case, nei giardini, negli spazi esterni dei locali e persino sul fiume. Ed è davanti a questo spettacolo che il sogno orientale prende vita.

Hoi An

Hoi An

Hoi An: lanterne e non solo

C’è qualcosa di meravigliosamente straordinario in questa città che non si può spiegare, ma solo vivere. Sarà merito di quei templi, delle pagode e di tutti quegli edifici dall’architettura sontuosa ed eclettica che si snodano in quell’agglomerato di viuzze chiuse al traffico, oppure per quel fiume romantico costeggiato da antichi palazzi, mercati e templi. Senza dimenticare le spiagge, situate a pochi minuti dal centro, e raggiungibili con lunghe e suggestive passeggiate che permettono di scovare gli scorci più meravigliosi della città.

Hoi An è bella sempre, a ogni ora del giorno e della notte. Ma c’è un momento preciso in cui la città sembra dare il meglio di sé ed è durante la Luna piena. Ogni mese, il 14esimo giorno del ciclo lunare, si celebra la notte di Hoi An. Le strade vengono chiuse al traffico e tutta la città vecchia viene illuminata esclusivamente dalle lanterne.

Danze folcloristiche, eventi e manifestazioni fanno da sfondo a un’atmosfera incantata mentre le piccole lanterne mosse dal vento creano uno scenario magico.

Hoi An

Hoi An

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Il misterioso Lech de Ciampedel, il lago che appare e scompare

Nella fiabesca cornice della Vallunga, a Selva di Val Gardena, ogni anno la primavera porta con sé una magia: sì perché tra i verdi boschi, l’abbraccio delle maestose vette e i primi germogli appare anche uno spettacolare lago segreto, visibile soltanto per poche settimane.

Un capolavoro della Natura dai colori sbalorditivi, una gemma preziosa che risplende sotto i raggi del sole e diventa una meta imperdibile lungo gli itinerari alla scoperta della Val Gardena, Patrimonio UNESCO: è l’incredibile Lech de Ciampedel, lo specchio azzurro che appare e scompare.

La nascita dell’etereo e misterioso lago trentino

Lo abbiamo appena accennato: è la primavera a dare vita all’etereo Lech de Ciampedel nel cuore di Selva di Val Gardena quando le temperature si fanno via via più miti e i ghiacci si sciolgono raggiungendo la valle.

Qui si incontrano e si fondono plasmando il lago dalle infinite sfumature verde smeraldo in cui le vette dolomitiche possono specchiarsi: è un’emozione davvero unica e difficile da descrivere a parole, alberi solitari emergono dalle acque e raccolte spiaggette invitano a fare una piacevole sosta in un luogo paradisiaco.

Ciò che rende ancora più prezioso il Lech de Ciampedel è proprio il poco tempo in cui rimane visibile prima di lasciare il posto al vivace verde dei prati: risplende come una gemma solo tra maggio e giugno ed è questo il momento ideale per vivere la valle e le sue sorprese nella bellezza dei contrasti di inizio estate.

Come e quando visitare il lago

La comparsa del lago verde smeraldo rappresenta, ogni anno, un vero e proprio evento per gli amanti delle montagne più belle d’Italia.

Non a caso, l’Associazione Turistica Selva Val Gardena organizza, da maggio a giugno, escursioni guidate verso il misterioso laghetto, comodamente raggiungibile a piedi con una passeggiata al cospetto della valle del canyon lunga sette chilometri fino al prato fiorito conosciuto come “Pra da rì”, il Prato che ride.

Tra boschi e ghiaioni di bianca roccia dolomitica, il paesaggio è mozzafiato e lo diventa ancora di più non appena si scorge il Lech de Ciampedel: uno spettacolo da immortalare prima che il caldo dell’estate lo faccia evaporare.

La Val Gardena, eden per l’outdoor

Dopo i mesi invernali, con la tarda primavera e l’inizio dell’estate la Val Gardena si trasforma in un paradiso per gli amanti della vita all’aria aperta, delle escursioni e dell’outdoor.

Impreziosita dai contrasti tra le cime innevate delle Dolomiti e i rigogliosi pascoli alpini trapuntati di fiori, propone ben 600 chilometri di sentieri escursionistici ben segnalati e curati, 600 chilometri di trail per mountain bike, il trail Arena Val Gardena e moltissimi percorsi per arrampicata.

Inoltre, le località della valle sono collegate con i monti e i pascoli alpini a 2000 metri di altezza grazie a 17 impianti di risalita: da quassù la vista è talmente incantevole da lasciare senza parole.

In un simile scenario idilliaco, il lago che appare e scompare è un fiore all’occhiello e un soggetto fotografico unico nel suo genere: ammirarlo è un privilegio da non lasciarsi sfuggire così come una passeggiata lungo il mistico Sentiero della Posta con i “Buchi freddi”.

Val Gardena ┬®Fabrizia Postiglione

La magia della Val Gardena

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È questo l’hotel più remoto del mondo ed è spettacolare

Chiudete gli occhi e immaginate di trovarvi in uno degli angoli più remoti del pianeta che abitiamo, tra ghiacciai e cieli tersi, tra aurora boreale e sole di mezzanotte, senza connessione dati né wifi, senza automobili e traffico. Un sogno? Sì, ma che si avvera all’interno dello Sheldon Chalet, l’hotel più remoto ed esclusivo di tutto il mondo.

Svegliarsi in mezzo al nulla, e senza preoccupazioni, circondati solo dalla natura più selvaggia e autentica: è questa l’esperienza che tutti ci meritiamo almeno una volta nella vita, e che possiamo vivere proprio all’interno di quella che è la struttura ricettiva di lusso più isolata tra quelle che conosciamo.

Incastonato tra i ghiacciai del Parco nazionale e Riserva di Denali in Alaska, e raggiungibile dagli ospiti solo in elicottero, l’hotel offre un’esperienza rilassante e rigenerante a contatto con la natura più autentica e primordiale. Pronti a partire?

Sheldon Chalet, l'hotel più remoto al mondo

Sheldon Chalet, l’hotel più remoto al mondo

Alaska: dormire tra le cime di un ghiacciaio

Lo Sheldon Chalet è stato proclamato all’unanimità come uno dei rifugi di lusso più remoti del mondo, e lo è davvero. Inserito dal Times tra le destinazioni più incredibili della Terra, l’hotel è situato sulla cima di un ghiacciaio ed è raggiungibile dagli ospiti in elicottero in circa un’ora di volo con partenza dalla cittadina di Talkeetna.

Un dettaglio, questo, che anticipa in qualche modo l’esperienza esclusiva che si andrà a vivere, una vacanza all’insegna del relax, della rigenerazione dei sensi e delle energie immersi totalmente nella natura autentica e primordiale del Parco nazionale e Riserva di Denali.

Tutto qui è curato nei minimi dettagli, del resto l’obiettivo dello chalet, che è a conduzione familiare, è proprio quello di permettere ai viaggiatori di vivere un’esperienza al di fuori dall’ordinario in mezzo al nulla, ma con lusso.

Arroccato sul picco del Ruth Glacier, a 1800 metri d’altezza, lo Sheldon Chalet non è un resort dalle grandi dimensioni. La struttura, infatti, ha solo 5 camere da letto e può ospitare fino a massimo 10 persone. Ecco perché l’esperienza è davvero esclusiva. Ecco perché per riuscire a prenotare una stanza possono volerci mesi.

Sheldon Chalet, l'hotel più remoto al mondo

Sheldon Chalet, l’hotel più remoto al mondo

Vivere un sogno in mezzo al nulla

Nei dintorni non c’è niente, ma quel niente basta a sorprendere e a incantare. Perché è la natura qui a dare forma ai sogni, a mettere in scena gli spettacoli più belli del mondo. Senza telefono, smartphone, televisione e altre distrazioni, ecco che gli ospiti possono concentrarsi sulle meraviglie del mondo che abitiamo.

L’aurora boreale, per esempio, con le sue luci e i suoi colori avvolge il piccolo chalet e regala atmosfere fiabesche. E poi c’è il sole di mezzanotte nei mesi estivi che si configura come l’esperienza più romantica di sempre.

E sono tante le avventure da vivere: dalle passeggiate notturne illuminate solo dal candore della luna, all’esplorazione delle grotte di neve, dei crepacci e dei laghi. Ovviamente la caccia all’aurora boreale resta una delle attività preferite dai viaggiatori.

La bellezza fuori e il lusso dentro. I proprietari dello chalet, infatti, coccolano gli ospiti a suon di ostriche e champagne, servendo prelibatezze culinarie che si possono gustare nella sala comune dotata di ampie vetrate che permettono di osservare il panorama circostante.

Ma quanto costa vivere in questo sogno? Le tariffe partono da 25000 dollari a notte, ma per dormire nel cuore delle montagne dell’Alaska ne vale davvero la pena. Del resto la lista di prenotazioni è sempre lunghissima.

Sheldon Chalet, l'hotel più remoto al mondo

Sheldon Chalet, l’hotel più remoto al mondo

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Incastonata tra le Alpi c’è una città da fiaba sospesa sull’acqua

La chiamano La perla delle Alpi, perché in effetti a guardarla bene sembra davvero un gioiello prezioso. Si tratta di Annecy, la cittadina situata nel cuore della regione Alvernia-Rodano-Alpi e incastonata in una cornice suggestiva che riporta alla mente l’immaginario favolistico.

C’è chi l’ha ribattezzata la Venezia francese, perché in effetti quei canali che attraversano la città e che riflettono le ombre delle case e degli edifici che brillano al sole, ricordano la nostra meravigliosa laguna.

Le acque dolci, limpide e cristalline da una parte, e le montagne della regione alpina francese che si stagliano contro il cielo, rendono il capoluogo dell’Alta Savoia uno dei luoghi più suggestivi del Paese. Una cartolina da fiaba tutta da vivere e immortalare.

Annecy

Annecy

Un luogo da fiaba: benvenuti ad Annecy

Situata tra le alte colline e le montagne pre alpine, al confine con la Valle d’Aosta, Annecy è un luogo da favola che ogni anno accoglie visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Vengono qui per conoscere i segreti del centro storico, per fare gite in barca o in battello e per ammirare le splendide montagne di Semnoz e Tournette che fanno da sfondo a questa cartolina.

La città dell’Alta Savoia si snoda per 13 chilometri quadrati nei pressi del lago omonimo. Un bacino di origine glaciale conosciuto per le sue acque pulite, limpide e chiare all’interno delle quali si specchiano le montagne circostanti.

Non è solo la scenografia naturale a incantare e ad attirare i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, ma anche il prezioso patrimonio artistico, culturale e storico che appartiene al territorio. Annecy, infatti, conserva la storia dei Conti di Savoia e dei Conti di Ginevra, che la scelsero come residenza prima del 1980, quando questa fu annessa alla Francia per volontà di Napoleone III.

Ecco quindi che architetture caratteristiche dominano suggestivamente il centro storico che si snoda tra strade acciottolate, edifici colorati e strutture medievali, mentre tutto intorno i canali regalano sorprendenti giochi di luci riflesse quando splende il sole.

Annecy

Annecy

Dalla città vecchia ai suggestivi dintorni

Non basta un giorno per scoprire tutta la bellezza di Annecy, perché sono tanti i tesori nascosti tra le strade e i vicoli, tra i ponti, i canali e gli angoli nascosti. E poi ci sono gli scorci, quelli meravigliosi davanti ai quali innamorarsi, quelli da immortalare in istantanee di grande bellezza. Come quelle da scattare dal Palais de I’Île, situato proprio all’incrocio dei due canali che attraversano il centro storico e che sfociano poi nell’omonimo lago.

La città vecchia di Annecy, poi, è una vera meraviglia, un tripudio di storia e cultura che esplode proprio tra le case colorate, gli edifici, i ristoranti e i piccoli negozi che si susseguono uno dopo l’altro e che raccontano la vita degli abitandi della città. Qui è possibile vedere i due canali, Le Port e Le Canal du Vassé, che attraversano la città e che gli hanno dato l’apellativo di Venezia Francese.

Ovviamente, il Lago di Annecy è una tappa imprescindibile in questo viaggio. Con le sue acque azzurre, che sembrano aver rubato il colore dal cielo terso, crea un ambiente favolistico e quasi surreale. Nei dintorni del lago è possibile dedicarsi a a passeggiate per scoprire gli scorci naturali più suggestivi di tutto il territorio.

Non mancano poi le escursioni nei dintorni, come quella al Semnoz che consente di attraversare gli straordinari paesaggi alpini che circondano tutta la città. Salire in cima, poi, permette di godere dello splendido panorama sul lago e su Annecy.

Annecy

Annecy

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In Italia c’è un eden tropicale sospeso tra cielo e acqua

Sospeso tra il cielo terso e le acque cristalline di uno dei laghi più belli del BelPaese, si apre questo paesaggio silente, suggestivo e incantato. Un eden tropicale dove convivono, in perfetto equilibrio, piante rare e fiori esotici, splendidi pavoni e pappagalli colorati, insieme a fagiani di diverse specie. Ci sono anche le camelie che, insieme ai rododendri, ai cedri e ai limoni creano un paesaggio inedito e fuori dall’ordinario. Un paradiso terrestre che sembra trasportare in mondi lontani e sconosciuti e che invece si trova qui, tra le meraviglie del nostro stivale.

Ci troviamo al cospetto delle Isole Borromee sul Lago Maggiore, un arcipelago situato nel golfo omonimo che comprende in tutto tre isole, un isolotto e uno scoglio che incantano da sempre per la grande bellezza che preservano. Ma una, più di tutte, ha l’onere e l’onore di ospitare quello che forse è il giardino botanico più bello del mondo.

Accessibile in traghetto da Stresa, Isola Madre è un luogo onirico caratterizzato da colori straordinari e profumi inebrianti. Ospita un giardino che parla di passato, presente e futuro, e lo fa attraverso l’eleganza, la bellezza e una cura minuziosa che viene perpetuata da secoli.

Isola madre

Isola madre

Isola Madre: il giardino botanico

Allo scrittore francese Gustave Flaubert è bastato guardare l’Isola Madre, col suo patrimonio botanico unico, per descriverla come il luogo più voluttuoso visto al mondo. E in effetti quell’eden tropicale che abbraccia lo sguardo dei visitatori incanta e stordisce tutti i sensi celebrando la grande bellezza della natura.

L’attuale Parco Botanico dell’Isola Madre, che segue i dettami dei giardini all’inglese, è stato realizzato tra la fine del 700 e i primi anni dell’800 per volere del conte Vitaliano Borromeo. Il suo aspetto originario è stato mantenuto nei secoli e il giardino è diventato con il tempo meta imprescindibile di personaggi illustri come scrittori, artisti e imperatori.

Da quel momento è diventato la casa di piante, fiori e alberi provenienti da tutto il mondo, e suddivisi in diversi giardini, che qui hanno trovato l’habitat ideale grazie alle temperature miti e favorevoli.

I colori più belli della natura qui esplodono durante ogni stagione dell’anno e fanno da cornice ai boschetti e agli agrumi che si snodano tutto intorno, e agli alberi che svettano verso il cielo. Il risultato è un paesaggio onirico e quasi magico ottenuto dal lavoro sapiente di esperti giardinieri che, da anni e giorno dopo giorno, si prendono cura di tutti gli esemplari presenti nel giardino.

A completare la visione da sogno che il parco botanico offre ci pensano gli animali che qui vivono e passeggiano in libertà. Fanno capolino, dai cespugli e dai fiori, fagiani di diverse specie, pappagalli e meravigliosi pavoni.

Isola madre

Isola madre

Dall’antico cipresso alle protee: il giardino più bello del mondo

Una passeggiata all’interno del Parco Botanico dell’Isola Madre può trasformarsi in una vera e propria esperienza sensoriale, un viaggio intorno al mondo che passa per la visione di esemplari vegetali provenienti da ogni dove. Dai boschi di bambù a quelli di magnolie, passando per le fioriture di glicine e per i filari di agrumi che si perdono a vista d’occhio.

Ci sono le ninfee e i fiori di loto che danno vita a una sogno orientale e poi, ancora, le fioriture primaverili che incantano come solo loro sanno fare. Tra gli esemplari più rari e suggestivi troviamo le protee, fiori preistorici e simbolo del Sudafrica, che si snodano su una grande terrazza mettendo in scena una bellezza rara e indescrivibile.

Al centro del giardino campeggia il Palazzo Borromeo, un edificio costruito nel XVI secolo sui resti dell’antica Chiesa dedicata a San Vittore. I suoi interni, oggi aperti al pubblico, sono stati riportati al loro antico splendore grazie alla ricostruzione di arredi tipici dell’epoca.

Ed è proprio sul palazzo che ombreggia, imponente e maestoso, il più grande e antico esemplare europeo di cipresso portato qui nel 1862 dall’Himalaya, che sembra vegliare sull’isola e su tutte le sue meraviglie.

Isola Madre

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Anche l’Italia ha il suo castello delle fiabe: lo riconoscete?

A pochi chilometri da Torino, immerso nei boschi e nella natura lussureggiante del piemontese, c’è un borgo magico e suggestivo che sorge sulle rovine dell’antica città romana di Alladium. È in questo contesto straordinario che svetta maestoso verso il cielo il Castello Ducale di Agliè.

Il suo aspetto balza subito all’occhio, lo fa per la sua grandezza e per quel particolare stile architettonico che non assomiglia a nessun altro perché ha raccolto nel corso dei secoli i dettami degli stili che si sono susseguiti nel tempo, dando vita a un edificio eclettico e unico.

E non assomiglia neanche al castello della Walt Disney, quello che ha fatto da sfondo alle vicende di Cenerentola o della Bella e la Bestia. Il Castello Ducale di Agliè non ha le iconiche torri con i tetti a punta, eppure anche le sue stanze conservano le storie di amori, intrighi e passioni che hanno fatto parte dell’immaginario cinematografico e non solo.

Il Castello Ducale di Agliè

A poco più di 30 chilometri da Torino, troviamo il Castello Ducale di Agliè, situato proprio nell’omonimo borgo. L’edificio fa parte delle Residenze Sabaude del Piemonte ed è uno dei castelli più visti dagli italiani, se non dal vivo, sicuramente attraverso lo schermo, perché è proprio nei suoi interni e negli esterni che sono state girate alcune delle serie televisive italiane di maggior successo.

Come abbiamo anticipato, la sua struttura architettonica è molto particolare, perché raccoglie tutti gli stili che si sono seguiti nel tempo. La sua storia, infatti, è iniziata nel medioevo, periodo durante il quale venne costruito il primo nucleo della residenza.

Nel 1600, invece, il castello divenne di proprietà del conte Filippo San Martino d’Agliè, consigliere di Cristina di Francia. Fu lui a commissionare le prime modifiche dell’edificio, a partire dal rifacimento della facciata all’aggiunta di due gallerie e di un cortile.

Nel 1700, invece, la dimora venne acquistata dai Savoia e fu trasformata in una residenza reale alla quale vennero aggiunte nuove sale, adibite a stanze, e una chiesa collegata al palazzo. Un secolo dopo furono ancora i Savoia a ristrutturare gli arredi interni e le parti esterne, creando anche un lago. Nel 1939 il Castello di Agliè fu acquistato dallo stato italiano e aperto al pubblico come testimone di sette secoli di storia d’Italia e d’Europa.

Favole, storie e amori impossibili

Anche non avendolo mai visto dal vivo, vi sembrerà di riconoscere questo castello perché è lui l’assoluto protagonista di alcune delle serie televisive più celebri del nostro Paese. Qui sono state girate Elisa di Rivombrosa, La Bella e la Bestia e Maria José – L’ultima Regina.

Il fascino romantico e quella bellezza unica e senza tempo, lo hanno trasformato nella scenografia perfetta di intrighi, passioni e amori impossibili. Eppure queste storie non appartengono solo all’immaginario televisivo. Le grandi pareti del Castello d’Agliè, infatti, hanno protetto per anno un amore romantico e quasi impossibile, quello di Filippo San Martino e Cristina di Francia.

Il conte aveva rinunciato alla sua brillante carriera militare per restare accanto alla sua amata, perché proteggerla era lo scopo della sua vita. E così lo fece sempre, anche se questo gli costò l’arresto da parte del cardinale Richelieu. Negli anni di prigionia, raccontati attraverso tenere lettere di promesse e sogni, i due non smisero mai di tenersi in contatto, di pensarsi e di amarsi.

Castello di Agliè

Castello Ducale di Agliè