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Bodø, la panchina con vista sull’aurora boreale è un sogno. Come raggiungerla

L’aurora boreale è tornata a dare spettacolo infiammando i cieli dei Paesi del nord Europa e non solo. Tra le destinazioni più magiche da raggiungere in questo periodo c’è sicuramente Bodø, la “capitale” del Nordland norvegese che deve la sua fama anche e soprattutto alla fervente scena culturale.

Questa città, situata a nord del Circolo Polare Artico, è infatti una delle mete più affascinanti e attraenti per chi giunge in Norvegia. Non solo perché è il perfetto punto di partenza per chi vuole esplorare la natura selvaggia del territorio, ma anche perché è una destinazione in continua evoluzione, soprattutto dal punto di vista artistico e culturale, come dimostra il titolo di Capitale Europea della Cultura del 2024.

Insomma, i motivi per raggiungere la città sono tantissimi e, a questi, se ne aggiunge uno davvero magico. Sulla spiaggia di Ausvika infatti, ad appena 10 minuti da Bodø, sono state installate delle panchine con vista sull’aurora boreale. La visione è un sogno a occhi aperti.

Osservando l’aurora boreale in Norvegia: il posto più bello

Organizzare un viaggio in Norvegia, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea, lo è perché il Paese scandinavo offre tutta una serie di paesaggi mozzafiato che si snodano tra le montagne, i ghiacciai e i profondi fiori lungo la costa. Farlo adesso, però, permette ai viaggiatori di vivere esperienze davvero uniche che lasciano senza fiato.

Questo, infatti, è il periodo perfetto per andare a caccia di aurora boreale, dato che l’attività di questo fenomeno è intensa come non mai. Gli spettacoli del cielo sono più frequenti e vivaci, e lo saranno fino al 2026, registrando un picco importante che si verifica ogni 11 anni circa.

I luoghi da raggiungere per contemplare lo show della natura a testa in su sono tantissimi, tra questi spicca la Norvegia settentrionale che, con i suoi cieli tersi e l’inquinamento luminoso ridotto al minimo, si candida a destinazione perfetta per ammirare l’aurora boreale.

E se è vero che a guardare la lista dei luoghi da raggiungere non c’è che l’imbarazzo della scelta, è altrettanto vero che c’è un posto che, più degli altri, regalerà agli avventurieri un’esperienza unica e irripetibile.

Sulla spiaggia di Ausvika – una delle più suggestive e affascinanti del Paese – sono state infatti installate delle panchine che affacciano direttamente sull’aurora boreale. Qui, ad appena dieci minuti da Bodø, il designer Sander Kommedahl ha voluto regalare un sogno a cittadini e viaggiatori di tutto il mondo.

Le sedute, progettate con l’obiettivo di permettere di godere lo show nel migliore dei modi, si affacciano sul mare e sul cielo, e possono essere utilizzate da chiunque in maniera gratuita.

Panchina sull'aurora boreale, Norvegia

Fonte: Nadia Nordskott/visitnorway.com

Le panchine con vista sull’aurora boreale in Norvegia progettate dal designer Sander Kommedahl

Come avvistare l’aurora boreale: consigli utili

Bodø, e più in generale la Norvegia del nord, è la destinazione perfetta da raggiungere in questo periodo. Come abbiamo anticipato, infatti, il fenomeno dell’aurora boreale è ora nel suo picco massimo. Questo vuol dire che le probabilità di avvistare quella danza dalle infinite sfumature che infiamma il cielo sono più alte che mai.

Ma qual è il momento migliore per avvistare l’aurora boreale? I mesi ideali per ammirare il fenomeno sono quelli che vanno da ottobre a fine marzo. Per godere dello spettacolo in tutta la sua bellezza è consigliabile scegliere un luogo buio, lontano quindi dalle luci cittadine e da qualsiasi altra fonte luminosa, e volgere lo sguardo verso nord. Prima di partire per la caccia consigliamo, inoltre, di controllare le previsioni: la visione appare in tutto il suo splendore quando il cielo è terso e privo di nuvole.

La panchina con vista sull'aurora boreale a Bodø

Fonte: Nadia Nordskott/visitnorway.com

Spiaggia di Ausvika, Bodø
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È stato scoperto un mondo nascosto sotto i ghiacci dell’Antartide

Ci sono posti del mondo che lasciano senza fiato con la loro bellezza selvaggia: uno di questi è l’Antartide, con i suoi ghiacciai, il freddo che penetra nelle ossa e una natura che leva il fiato. È qui che – qualche anno fa – è stata fatta una scoperta eccezionale: sotto lo strato di ghiaccio è stato trovato un mondo affascinante e straordinario, valli subglaciali e catene montuose nell’Antartide occidentale.

A portare avanti queste importantissime esplorazioni è stato il progetto PolarGap dell’Agenzia spaziale europea, con un gruppo di lavoro guidato dalla Northumbria University.

Le tre vallate sotto l’Antartide potrebbero essere importanti nel futuro, come suggeriva lo studio, poiché si legge sul sito della Northumbria University: “Aiutano a incanalare il flusso di ghiaccio dal centro del continente verso la costa” e questo serve anche in previsione di un eventuale assottigliamento della calotta glaciale a causa del cambiamento climatico. Tutto quello che c’è da sapere.

Antartide, il mondo nascosto sotto il giaccio

Il mondo è ancora un luogo tutto da scoprire che rivela soprese a ogni studio ed esplorazione, mostrando come sia ricco di bellezze e di tesori, preziosi e di fondamentale importanza per tutti noi. Come il mondo nascosto che – tempo fa – era stato scovato sotto l’Antartide grazie a uno studio portato avanti dall’Esa.

Un mondo fatto di montagne e vallate, meraviglioso e affascinante, scovato proprio grazie a un progetto di mappatura del Polo Sud, porzione di terra che rimaneva scoperta dai satelliti.

Ed è così che sono state trovate le tre enormi vallate, di dimensioni davvero notevoli. La più grande è la Foundation Trough: la sua lunghezza supera i 350 chilometri ed è larga 35, per renderci conto della vastità di questa area basti sapere che la lunghezza equivale a quella che vi è tra Londra e Manchester, mentre la larghezza è una volta e mezza l’isola di Manhattan. davvero impressionate.

Ve ne sono altre due di poco più piccole: la depressione Patuxent si snoda per oltre di 300 km e la sua larghezza ammonta a più di 15 km, mentre l’Offset Rift Basin è lunga 150 km e larga 30 km.

Questo mondo sotto il ghiaccio non è solo molto affascinante ma è anche una scoperta importante, come aveva spiegato Kate Winter della Northumbria University: “Ora sappiamo che la regione montuosa impedisce al ghiaccio dell’Antartide orientale di scorrere attraverso l’Antartide occidentale verso la costa – si legge sul sito dell’Università -. Inoltre, abbiamo scoperto tre valli subglaciali nell’Antartide occidentale che potrebbero essere importanti in futuro. Se la calotta glaciale si assottiglia o si ritira, questi corridoi controllati topograficamente potrebbero facilitare un flusso di ghiaccio più avanzato verso l’entroterra e potrebbero portare allo spostamento della spartiacque glaciale dell’Antartide occidentale. Ciò, a sua volta, aumenterebbe la velocità con cui il ghiaccio scorre dal centro dell’Antartide verso i suoi bordi, portando a un aumento dei livelli globali del mare”.

Un mondo sommerso affascinante e straordinario, ma soprattutto fondamentale per comprendere anche il futuro.

Antartide, tutti i suoi segreti

Fonte: iStock

Antartide, tutti i segreti di questa terra meravigliosa

La nuova scoperta sull’Antartide

Di recente è stata fatta una nuova scoperta in merito all’Antartide e ha a che fare con un tempo talmente lontano da essere difficile da misurare. Infatti, a quanto pare, la glaciazione di questo luogo ha preso il via circa 34 milioni di anni fa, ma non ha coperto tutto il continente e non lo ha fatto subito. Nell’Antartide occidentale, infatti, ci sono voluti quasi sette milioni di anni prima che il clima cambiasse arrivando alla formazione delle calotte glaciali.

Il team di ricerca, formato dall’Alfred Wegener Institute, dal Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina (AWI) in Germania, con il coinvolgimento dei ricercatori del British Antarctic Survey, dell’Università di Heidelberg e del MARUM Center for Marine Environmental Sciences presso l’Università di Brema, ha scoperto anche come era il paesaggio.

Come riportato nella newsroom della Northumbria University, uno dei professori ha affermato: “Il polline e le spore conservati nei sedimenti rivelano un quadro dettagliato del passato paesaggio dell’Antartide occidentale, simile all’attuale Patagonia, con foreste e boschi ricchi di faggi meridionali e clima temperato-freddo”.

Difficile immaginarlo così ora, quando i nostri occhi possono vedere paesaggi bianchi, in cui ghiaccio e neve sembrano essere tutt’uno con il mare e il cielo. Un mondo affascinante e prezioso, delicato e da tutelare.

Antartide, un mondo tutto da scoprire

L’Antartide è un mondo tutto da scoprire, di impareggiabile bellezza, un posto in cui la natura regala scenari che levano il fiato tra immense distese di ghiaccio e neve, mare e animali fantastici. Qui si possono incontrare pinguini, orche, foche e alcuni giganti dell’acqua come balene e megattere.

Viaggi in Antartide, quello che devi sapere

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Quello che devi sapere sui viaggi in Antartide

Un posto da esplorare ad esempio grazie ad apposite crociere, pensate per far ammirare ai visitatori alcuni dei luoghi più spettacolari. E se negli ultimi anni questa zona della terra ha visto un boom di turisti, grazie a prezzi più accessibili – infatti pare che nel 2024 ci siano state oltre 122 mila persona secondo dati riportati dal Corriere della Sera – è anche vero che questo può avere un impatto non propriamente positivo sull’ambiente. Una ricerca pubblicata su Nature, si legge su Donna Moderna, ha sottolineato che la neve si sta sciogliendo più velocemente anche per il numero di visitatori che raggiungono questa terra.

Chi, comunque, visita questi luoghi riceve delle informazioni molto puntuali su cosa non deve portare con sé e su quali sono i comportamenti da non adottare.

Oltre alle navi si può raggiungere il Polo Sud con gli aerei. I viaggi in questo luogo possono durare da una settimana circa, fino ad arrivare a un mese. Ci sono viaggi che permettono di fare delle escursioni e altri che consentono la visita solamente a bordo delle imbarcazioni.

Una cosa è certa questo luogo selvaggio, e in cui la natura ha cesellato un paesaggio favoloso, è una grande attrattiva per molti, anche per i tesori che ancora nasconde e possono essere svelati. Proprio come le grandi vallate sotto il ghiaccio, una ricchezza che non è solo fantastica da immaginare, ma che ha anche importanti conseguenze scientifiche.

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Elephant Rock: l’incredibile roccia a forma di elefante

La natura riesce a fare delle vere e proprie magie: spettacoli incredibili che sono la ragione che ci spinge a fare la valigia e partire alla volta di tutte queste meraviglie che possiamo scoprire intorno al mondo.

Viaggiare significa fare il pieno di bellezza, approfondire la cultura dei luoghi e conoscere posti in cui la natura ha lasciato il segno, oppure lo ha fatto la mano dell’uomo.

Oggi viaggiamo verso l’Islanda, terra ricca di bellezze, dove ogni angolo restituisce allo sguardo panorami spettacolari e indimenticabili. È qui, al largo della costa, nell’arcipelago delle isole Westman che si trova una roccia favolosa, dalla forma incredibile e che è stata realizzata dalla natura. Si chiama Elephant Rock ed è sull’isola di Heimaey: basta guardarla per capire il perché le è stato dato questo nome, la sua forma – infatti – ricorda quella della testa di un elefante.

Un luogo sospeso, tra sogno e realtà, proprio come tutta questa area, dove si trovano meraviglie che sono veri e propri gioelli che spingono a fare le valigie e a partire.

Elephant Rock, la roccia incredibile in Islanda

È un luogo ricco di bellezze, compresa una straordinaria roccia a forma di elefante: siamo al largo della costa sud-ovest dell’Islanda, una terra ricca di tante meraviglie e di luoghi da scoprire unici al mondo nel nord dell’Europa. Tutti aspetti che la rendono la meta di viaggio perfetta per chi è alla ricerca di natura selvaggia, cieli indimenticabili e una cultura affascinante e le cui radici vanno ricercate nella notte dei tempi.

Siamo sull’isola di Heimaey, nell’arcipelago delle isole Westman, dove si trovano non poche meraviglie. Ed è proprio sulla costa di questa piccola isola abitata che si trova Elephant Rock, una roccia spettacolare, la cui forma ricorda in maniera molto evidente un elefante.

A crearla non è stata la mano dell’uomo, ma l’attività vulcanica: infatti è composta da roccia basaltica e la si può ammirare nell’area nord-occidentale dell’isola. Quando la si guarda si può notare la proboscide, si scorgono gli occhi e si intuiscono le orecchie.

È stata l’erosione naturale, insieme agli agenti atmosferici, a darle vita e rendendola un luogo incredibile, di quelli che restano per sempre tra le cartoline più belle di una vacanza indimenticabile.

Elephant Rock il paesaggio circostante

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Elephant Rock, il meraviglioso paesaggio circostante

Elephant Rock tra storia e leggende

Tutto l’arcipelago è composto da isole e scogli nati grazie alle eruzioni vulcaniche, per questo il suo aspetto è tanto affascinante: così pare proprio che sia nata Elephant Rock, dal lavoro del vulcano Eldfell che con la sua lava – poi solidificatasi a contatto con la fredda acqua dell’Oceano Atlantico – avrebbe dato vita a questa roccia sorprendente.

A fare il resto sono stati acqua e vento, che hanno lavorato nel corso dei secoli come uno sculture realizzando qualcosa di davvero incredibile. E di tempo per farlo ne hanno avuto in abbondanza: basti sapere che pare che si stima che questa roccia abbia circa 15mila anni.

Ma se questa è la spiegazione scientifica, ovviamente, non mancano le leggende: tradizioni tramandate di bocca in bocca, affascinanti e straordinarie di cui l’Islanda è terra ricca.

Si racconta, ad esempio, che quella che oggi è una roccia maestosa un tempo fosse un vero elefante, che è stato pietrificato dopo una punizione degli dei, in alternativa potrebbe essere così per via di un incanto. Il grande animale, giunto vicino all’acqua per riposare, si sarebbe addormentato per sempre trasformandosi in roccia. C’è, poi, una leggenda che sottolinea che a realizzarla sia stata mano umana. O, ancora, che possa ricordare Cthulhu, la celebre creatura nata dalla penna di HP Lovecraft, scrittore tra i più importanti del genere horror.

Miti e leggende che rendono – se possibile – ancora più affascinante visitare Elephant Rock e la sua isola.

Cosa vedere sull’isola di Heimaey oltre a Elephant Rock

Ci sono tantissime cose da vedere e da scoprire sull’sola di di Heimaey. Elephant Rock, ad esempio, si può raggiungere a piedi ma anche grazie a tour marini: escursioni che permettono di ammirare le balene, ma anche le orche, oltre a pulcinelle di mare. Un dato interessante in merito: in estate ammonta a otto milioni la popolazione di questi uccelli.

Sull’isola, che si sviluppa su poco più di 13 chilometri quadrati e conta circa 4mila abitanti, vi è Eldheimar: una casa che è stata sepolta dall’eruzione del 1973 che permette di conoscere in maniera approfondita la storia di quell’evento.

Da qui, poi, si può scorgere un altro posto incredibile: si tratta dell’isola di Surtsey, iscritta nei Patrimoni dell’Umanità Unesco e luogo che nessuno – se non pochissime persone – può raggiungere. Ci si deve limitare, infatti, alla vista di questa isola solamente da lontano perché la sua nascita molto recente (ha iniziato a formarsi nel 1963 in seguito all’attività vulcanica) la rende il luogo perfetto per comprendere tantissime informazioni sulla vita di vegetali e animali.

Come si raggiunge

Ma come si arriva sull’isola di Heimaey dove si può ammirare la bellissima Elephant Rock? Si può raggiungere con l’aereo, infatti vi è l’aeroporto di Vestmannaeyjar, a due piste. In alternativa con il traghetto che parte da Landeyjahöfn, comodissimo poiché il collegamento è davvero breve: per raggiungere l’isola si devono percorrere solamente 12 chilometri, in circa 30 minuti.

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Puglia, il mistero della foresta pietrificata

C’è un segreto prezioso che si nasconde nel mare pugliese, una foresta che sembra uscita dalla fantasia per trasformarsi in realtà. Siamo a Torre Ovo e guardiamo la meraviglia del mare pugliese, ci troviamo vicini alla frazione di Campomarino del comune di Maruggio, dove la meraviglia non solo la si può osservare sopra la superficie dell’acqua, ma anche sotto, dove si nasconde una foresta pietrificata, dall’aspetto suggestivo e misterioso.

Un luogo in cui la bellezza della natura circostante si mescola alla storia, che emerge tra reperti di epoche del passato che si intrecciano tra loro, ma anche alle meraviglie che si nascondono a poco profondità sotto il livello dell’acqua e che vale la pena scoprire programmando una vacanza in questo luogo dalla bellezza impareggiabile che si trova nel Sud Italia: il mistero della foresta pietrificata in Puglia, tutta da scoprire.

La foresta pietrificata in Puglia, dove si trova

Ci troviamo in un territorio che si trova tra Campomarino di Maruggio e Torricella, un posto di confine e di impareggiabile bellezza, che si affaccia sul Mar Ionio. Uno scenario affascinante, in cui la natura e i reperti del passato diventano gioielli da scoprire. Nella zona, ad esempio, si trovano le suggestive Dune di Campomarino che si estendono per 41 ettari e con un’altezza che arriva fino ai 12 metri.

Campomarino di Maruggio, il parco dunale lì vicino la Torre Ovo

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Campomarino di Maruggio, il parco dunale lì vicino la Torre Ovo: nello stesso mare la foresta pietrificata

Poco distante da qui, ma nello stesso mare, a Torre Ovo, nell’acqua che si estende verso l’orizzonte, si cela un segreto magnifico. Una foresta pietrificata sotto il mare, tra i cinque e i sette metri di profondità, nella baia su cui si affaccia la torre di guardia. A osservare nelle profondità marine si scorgono rocce calcaree le cui forme sembrano ricreare quelle dei tronchi degli alberi. L’estensione di questa prateria pietrificata, conosciuta anche come foresta fossile, è di circa 800 metri.

Ma come ha potuto crearsi una simile bellezza? Una cosa è certa, quella sul fondale non è una vera foresta, ma è il rusltato della “mano della natura” che ha creato qualcosa di straordinario.

Il mistero della foresta pietrificata

Una risposta certa su come si è formato questo tesoro sottomarino non c’è, ma è certo che il mare lo custodisca ormai da tantissimi anni. La foresta pietrificata, infatti, oltre a essere rara pare poter essere stata realizzata dai gasteropodi durante il Pleistocene, scavando le proprie tane.

Un’intervista su Telerama riporta il fatto che si tratta di sedimenti che hanno formato “il calco di una tana”, che potrebbe essere stata realizzata da un crostaceo di grandissime dimensioni.: una volta che il buco è rimasto vuoto, questo potrebbe essersi riempito di sedimenti. Poi l’erosione avrebbe lasciato questi sedimenti, eliminando il “calco”. Oppure potrebbe essere il risultato del lavoro e delle tane di conchiglie bivalvi o gasteropodi che vivevano sul fondo del mare.

Quello che è certo è che la foresta pietrificata nasce da un lavoro che è durato migliaia di anni, che ha dato vita a uno spettacolo unico al mondo e che è visibile non solo per i sub esperti, ma anche per chi ha voglia di fare una piccola esplorazione sottomarina.

Cosa vedere nei dintorni della foresta pietrificata

La Puglia è uno scrigno di tesori di incomparabile bellezza e Torre Ovo è uno di quelli. In una gita alla scoperta della foresta pietrificata deve essere inserita anche questa costruzione datata 1473, realizzata per difendere questo luogo dagli attacchi dei Saraceni. Edificio affascinante, si affaccia a picco sul mare da un’altezza di 15 metri.

E poi, oltre alle Dune di Campomarino, si può ammirare il piccolo comune di Maruggio (di cui Campomarino è la frazione sul mare): un borgo medievale salentino, con il suo bellissimo centro storico, le architetture religiose, le costruzioni militari (Torre Ovo), i suoi palazzi e gli edifici rurali.  Senza dimenticare i suoi prodotti tipici che sono un’esplosione di gusto e sapori.

Maruggio, borgo vicino a quel mare dove c'è la foresta pietrificata in Puglia

Fonte: iStock

Maruggio, comune vicino al mare dove c’è la foresta pietrificata in Puglia
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Miracolo a Dubai: il giardino più grande del mondo è qui

C’è un giardino che è un vero e proprio sogno a occhi aperti, un luogo in cui prendono forma villaggi, cuori giganteschi, aeroplani, animali e in cui la realtà supera la fantasia. Tutto è stato realizzato con i fiori e le piante e il colpo d’occhio è favoloso, multicolore e spettacolare.

Siamo a Dubai, terra in cui lo stupore è di casa, dove i palazzi arrivano a toccare il cielo e l’ingegno dell’uomo si mostra in tutta la sua incredibile tecnica. Qui c’è un giardino enorme, che accoglie i visitatori e li fa immergere in una fiaba, un luogo fantastico che è anche un’esplosione di colori e natura.

Benvenuti al Dubai Miracle Garden, il giardino di Dubai che ospita 150 milioni di fiori e si sviluppa su un’area di 72mila metri quadrati.

Dubai Miracle Garden, tutto sul giardino più grande (e magico) del mondo

Passeggiare per il Dubai Miracle Garden significa fare il pieno di stupore e meraviglia: siamo a Dubai negli Emirati Arabi e questo luogo fatto di fiori e piante naturali è considerato il più grande al mondo. Ci si imbatte, ad esempio, in una donna che galleggia nell’aria: è la Floating Lady, i cui capelli ricadono verso il terreno, così come l’abito realizzato con meravigliose petunie rosse. Oppure si può fare la conoscenza di un grande orsacchiotto e misurare il tempo con un gigantesco orologio floreale di 15 metri: i disegni cambiano in base alla stagione ed è fatto con fiori e piante.

Dubai Miracle Garden: il grande orologio

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Dubai Miracle Garden: il maestoso orologio

Un’altra attrazione imperdibile è l’aeroplano ricoperto da fiori e piante: si tratta dell’iconico Airbus A380 a due piani di Emirates, realizzato a grandezza naturale su cui vi sono più di 500mila fiori e piante.

E poi vi sono bellissime figure e casette che si specchiano nell’acqua del Lake Park, zona in cui i colori e i contrasti sono meravigliosi, ma non mancano un campo di girasoli, un punto panoramico da cui ammirare tutta la meraviglia di questo giardino a Dubai, un Heart Tunnel in cui ci si muove tra cuori e fiori, senza dubbio il punto più romantico di tutti, e le zone coperte da ombrelli colorati dove passeggiare o sedersi.

Per rilassarsi durante la visita ci sono apposite aree salotto intorno al Lake Park: per godere di un momento di relax ma anche per ammirare una vista straordinaria.

Siamo a Dubai, in Asia, dove la realtà supera la fantasia e in ogni luogo ci si imbatte in qualcosa di straordinario per grandezza e ingegno, proprio come questo giardino fantastico che non ha nulla da invidiare ad altri celebri in tutto il mondo.

Tutte le informazioni utili per visitare il giardino di Dubai

Per pianificare una visita al Dubai Miracle Garden si deve innanzitutto visitare il sito internet ufficiale per verificare aperture e orari. In genere si può accedere dal lunedì al venerdì  dalle 9 alle 21, mentre il sabato e la domenica dalle 9 alle 23. Si può raggiungere con i mezzi pubblici, come metropolitana e autobus, ma anche con il taxi.

Aereo Emirates: attrazione Dubai Miracle Garden, il giardino a Dubai

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L’aereo Emirates, un’attrazione del Dubai Miracle Garden

Questo luogo di grande fascino e bellezza ha aperto i battenti nel 2013, il 14 febbraio ovvero il giorno di San Valentino, e da allora è una delle attrazioni cittadine che vale la pena visitare.

Accanto, poi, si trova un’altra tappa in cui la meraviglia la fa da padrona: si tratta del Dubai Butterfly Garden che si fregia di essere il più grande giardino coperto delle farfalle al mondo: composto da dieci cupole, queste ospitano un totale di 15mila farfalle di 50 tipologie diverse che differiscono per dimensioni e colori. Si sviluppa su oltre 6.670 metri quadrati. Una doppia magia, da raggiungere se si programma una vacanza in questo luogo sempre più amato in tutto il mondo.

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Il mistero dei Templari svelato: 10 luoghi simbolici in Italia

I Cavalieri Templari, uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani medievali, rappresentavano il braccio armato della Chiesa, la milizia di Dio, e avevano lo scopo di difendere i pellegrini lungo la strada per Gerusalemme nel periodo delle Crociate (XII secolo). Attorno a loro sono nate mille leggende collegate al Sacro Graal e ad alcuni luoghi simbolici, molti dei quali sono in Italia. Noi di SiViaggia ne abbiamo selezionati 10, dove pare si riunissero e detenessero il loro potere.

Castel del Monte, Andria

Ad Andria, in Puglia, sorge l’affascinante e misteriosissimo Castel del Monte. Si tratta di un forte edificato intorno al 1240 su di un alto colle, a circa 540 metri sul livello del mare. Pare che la sua nascita sia dovuta a Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, ed è un luogo talmente tanto speciale che è stato persino inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco nel 1996.

Stando a diverse fonti, questa affascinante fortezza è associata alla leggenda del Santo Graal, poiché sembrerebbe che proprio fra le sue possenti mura fu custodito il calice da cui Gesù bevve il vino durante l’Ultima Cena. Non vi sorprenderà sapere, quindi, che ancora oggi al suo interno sono gelosamente custoditi alcuni simboli che rimandano ai Cavalieri Templari, che rendono questo luogo ancor più magico e pieno di fascino.

Santa Pudenziana a Narni

Santa Pudenziana è una delle chiese di Narni, affascinante borgo della provincia di Terni, ed è da molti ritenuto uno degli edifici religiosi romanici più suggestivi d’Italia. Un’incantevole struttura costruita con dei materiali di recupero (forse di una delle tante ville romane che un tempo impreziosivano il territorio circostante) e che sfoggia un campanile di ben 30 metri di altezza che lascia senza fiato.

Santa Pudenziana, Narni

Fonte: Getty Images

La bellissima Chiesa di Santa Pudenziana a Narni

Da sempre gli storici si chiedono se è sia solo un luogo di culto oppure se qui siano passati i Templari, poiché sono davvero tantissimi i segni che ancora adesso sono impressi su di essa: si trova all’interno su di un promontorio che domina la vallata sottostante (i Templari erano erano soliti scegliere i loro posti secondo canoni ben precisi); è circondata da sorgenti naturali di acqua che vengono raccolte in un antico fontanile; possiede una finestra, a forma di croce maltese, che d’estate crea uno strano fenomeno che permette alla luce di penetrarvi e inondare di rosso “sangue” le navate; molto altro ancora.

Castelmezzano, provincia di Potenza

Castelmezzano è un suggestivo borgo della provincia di Potenza incastonato tra le frastagliate e irresistibili vette delle Piccole Dolomiti Lucane. Famoso anche perché punto di partenza dell’imperdibile volo dell’angelo, un cavo d’acciaio che collega Castelmezzano con il borgo di Pietrapertosa grazie a un volo adrenalinico, sembrerebbe avere misteriosi legami anche con i Templari.

Un esempio di questa attinenza è lo stesso stemma del borgo, ovvero un cavallo nero montato da due cavalieri. Ma non è di certo tutto, perché nella sua Chiesa Madre di Santa Maria sono stati scoperti una porta segreta, un architrave triangolare e una croce templare a otto punte iscritta nella roccia, e anche tante altre cose legate a questo misterioso ordine.

Chiesa del Santo Sepolcro, Bologna

Voliamo ora a Bologna e più precisamente alla Chiesa del Santo Sepolcro, bellissimo edificio risalente probabilmente al V secolo con una pianta ottagonale che funge da chiaro riferimento alla Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Affascinante è anche l’interno, caratterizzato da una navata circolare con dodici colonne di marmo.

Si pensa che i Cavalieri Templari abbiano svolto un ruolo nella realizzazione degli spazi nel Santo Stefano di Bologna, di cui fa parte anche questo affascinante edificio religioso.

Camerano, provincia di Ancona

Camerano, in provincia di Ancona, è un paese che prende vita nello splendido scenario del Parco del Conero e conosciuto per le “Meraviglie Sotteranee”, “Il Rosso Conero” e il pittore “Carlo Maratti”.

Camerano, Marche

Fonte: Getty Images

Veduta di Camerano

I più curiosi devono invece assolutamente sapere che nel palazzo della famiglia Trionfi c’è un sistema di sotterranei con una grotta e un tempietto a pianta circolare. In questa camera ci sono nove nicchie e un sedile che sarebbe lo “scranno del magister”, il capo dei Cavalieri.

Castello della Rotta a Moncalieri

Non è di certo da meno Moncalieri, comune della provincia di Torino, in cui svetta fiero un maestoso castello che è una delle principali Residenze Sabaude. Oltre ad essere infestato dai fantasmi, questo è un edificio che in passato è stato anche un sito dei Cavalieri Templari.

Il castello fu posseduto dall’ordine intorno al 1100 d.C., e pare custodisca le vestigia di un cavaliere crociato che si è fatto seppellire qui col suo cavallo. Non vi sorprenderà sapere, quindi, che uno dei fantasmi che si aggira tra le sue mura è proprio quello del cavaliere templare a cavallo.

Grotte di Osimo

Osimo è una cittadina della provincia di Ancona adagiata su una dolce collina, ma anche una località ricca d’arte e di storia. E non è ancora tutto, perché il sottosuolo cittadino è attraversato da una fitta rete di cunicoli e ambienti sotterranei scavati a più livelli, che fanno di questo posto un luogo di misteri.

Grotte di Osimo, Marche

Fonte: Getty Images

Il fascino delle Grotte di Osimo

In particolare nel sottosuolo all’altezza di Palazzo Fava Simonetti, c’è l’impronta inconfondibile dei Templari testimoniato dalla Triplice Cinta, un simbolo che i Cavalieri apponevano in luoghi per loro sacri. Del resto, pare che proprio qui ci fosse il più antico stanziamento Templare, dal 1167 al 1317.

Castello della Magione di Poggibonsi

Non è di certo da meno il Castello della Magione di Poggibonsi, in provincia di Siena, complesso monumentale del XI secolo appartenuto ai Cavalieri Templari. Definito “il più completo complesso ospedaliero medievale rimanente in Europa occidentale”, è ancora in perfetto stato di conservazione.

Chiesa di Santa Fede a Genova

La Chiesa di Santa Fede è ormai un ex edificio religioso che sorge nel suggestivo e colorato centro storico della città di Genova. Stando a varie fonti, l’edificio sarebbe appartenuto ai Cavalieri Templari almeno fin dal 1161. Solo nel 1312, in concomitanza con la tragica soppressione di quell’ordine di monaci guerrieri, sarebbe passato ai cavalieri gerosolimitani della vicina Commenda di San Giovanni di Pré.

La Grotta dei Templari a Bassiano

Infine Bassiano, in provincia di Latina, borgo dalla pianta tipicamente medievale e dalle origini antichissime. La sua storia è quindi molto lunga, ma anche particolarmente affascinante perché sembrerebbe legata a quella degli ultimi anni dei Templari, quando essi, cacciati da varie parti d’Italia, si rifugiarono qui.

Bassiano, Lazio

Fonte: iStock

Vista panoramica del centro storico di Bassiano

Non sarà perciò una sorpresa sapere che qui prende vita persino la Grotta dei Templari, una cavità naturale alla quale si accede da un cunicolo piuttosto buio e stretto e la cui entrata si trova nel bellissimo Santuario del Crocifisso.

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La più grande opera di Land art in Italia si trova in Sicilia. Ed è spettacolare

Quando arte e natura si incontrano e si fondono tra passato e presente, non può che nascere qualcosa di unico e spettacolare. Lo dimostra la più grande opera di Land art in Italia che porta la firma di Alberto Burri, artista e genio indiscusso del XX secolo. 80 mila metri quadri di cemento bianco e stradine che si intersecano per raccontare, attraverso una cartina geografica artistica, la storia di una città scomparsa.

Il Grande Cretto, questo il nome dell’opera di Burri, si trova nel cuore della Sicilia, esattamente nel luogo dove un tempo sorgeva la città di Gibellina, distrutta da un terribile terremoto. Andiamo alla scoperta dell’anima antica e moderna di Gibellina, proclamata Capitale italiana dell’arte contemporanea per il 2026.

Gibellina Vecchia e Gibellina Nuova: la storia

Quella che appartiene a questo borgo siciliano è un’incredibile storia di resilienza. C’è stata una Gibellina Vecchia appartenente ad un passato non troppo lontano, ora scomparsa, ed una Gibellina Nuova che è ritornata a vivere.

Risale all’Alto Medioevo, quello che fu il borgo antico di Gibellina. Ma la sua storia fatta di tradizioni, lavori agricoli umili e campagne è stata interrotta bruscamente dal terremoto del Belìce del 1968, un evento sismico che nella fredda notte tra il 14 e il 15 gennaio colpì duramente la Valle del Belìce, la vasta area della Sicilia occidentale tra le provincie di Trapani, Agrigento e Palermo.

L’antico borgo, raso al suolo dalla furia del sisma, venne abbandonato per costruire, a circa 11 chilometri di distanza, il centro abitato di Gibellina Nuova, che conta poco più di 3.600 abitanti.

Fu in occasione della sua ricostruzione che, negli anni ‘80, l’ex sindaco Ludovico Corrao decise di chiamare nel borgo diversi architetti e artisti di fama mondiale, per avvicinare all’uomo questo territorio splendido e allo stesso tempo sfortunato. Tra coloro che parteciparono al progetto, si sono viste personalità come Pietro Consagra, Leonardo Sciascia, Renato Guttuso, Mimmo Paladino ed Alberto Burri. Ed è proprio quest’ultimo che ha dato vita a quella che oggi è considerata la più grande opera di land art d’Italia: il Cretto di Burri.

Cretto di Burri, opera di land art a Gibellina

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Grande Cretto, o Cretto di Burri, Gibellina Vecchia

Il Cretto di Burri: l’opera d’arte contemporanea

Il territorio che apparteneva alla città scomparsa di Gibellina Vecchia è stato ricreato sensibilmente attraverso un distesa di cemento bianco: il Cretto di Burri, o Grande Cretto. Attraversando Trapani con la macchina, è impossibile non notare quella collina completamente invasa da un labirinto squadrato di cemento bianco con viuzze spoglie che lo attraversano, in contrasto con i colori vividi della natura circostante. Si tratta in realtà di una delle più importanti e celebri manifestazioni di land art italiana, la corrente artistica contemporanea che vede l’intervento diretto dell’uomo, o meglio di un artista, su un territorio naturale.

Tra gli artisti che risposero alla chiamata per la ricostruzione del borgo ci fu anche Alberto Burri, che però, dopo essersi accorto che ormai il nuovo insediamento era quasi ultimato, decise di fare qualcosa per la memoria del paese distrutto. Scelse quindi di partire dalle macerie del luogo che non esisteva più per realizzare un maestoso e grandissimo cretto bianco, così da preservare per sempre, grazie al cemento, la memoria di Gibellina.

Cretto di Burri, splendida opera di land art in Italia

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Stradine del Cretto di Burri, a Gibellina

Burri, già noto per i suoi incredibili Cretti (termine che significa proprio “crepa, spaccatura”) realizzati per i musei di Capodimonte e Los Angeles, scelse di realizzarne uno anche qui, ma questa volta su scala ambientale. Prese così forma un rettangolo di circa 270 per 310 metri, che ricopre un’area di 80 mla metri quadri, composto da 122 blocchi di cemento (realizzato con le macerie del borgo distrutto) alti 1,60 metri.

I vicoli bianchi che oggi caratterizzano il cretto siciliano, e che si possono percorrere, ricalcano le strade del centro storico del paese prima del terremoto, come se fossero delle profonde ferite del terreno che nessuno può più dimenticare. L’obiettivo era quello di restituire, proprio attraverso l’arte, la memoria di un’identità dal grandissimo valore culturale e sociale.

I lavori di realizzazione dell’opera di Land art furono interrotti nel 1989 per poi essere ripresi nel maggio del 2015, terminando l’opera voluta dall’artista che scomparve nel 1995.

Cretto di Burri

Fonte: ANSA

I blocchi di cemento del Cretto, nati dalle macerie della vecchia Gibellina

Cosa vedere a Gibellina Nuova

Non c’è soltanto il Cretto di Burri da ammirare in questo territorio. Anche la cittadina di Gibellina Nuova è un museo d’arte contemporanea a cielo aperto. I numerosi artisti che hanno contribuito alla costruzione del nuovo centro hanno installato diverse opere d’arte e di architettura sperimentale, che ne fanno una meta culturale di rilevanza nazionale e internazionale, tanto che il 31 ottobre 2024 Gibellina è stata proclamata Capitale dell’Arte contemporanea 2026.

Camminare per il centro abitato nuovo è quindi un’esperienza immersiva nella storia e nella cultura di questo territorio, passando dal museo alla nuova chiesa, dalle piazze alle installazioni artistiche.

Il Museo d’arte contemporanea

Sono circa 2 mila le opere d’arte custodite dal Museo d’arte contemporanea Ludovico Corrao di Gibellina Nuova. Nato nel 1980 grazie al contributo di numerosi artisti, offre un percorso museale suggestivo, un viaggio nella storia drammatica della cittadina e nella sua rinascita, ma anche un tuffo nell’arte contemporanea italiana e internazionale dal primo Novecento ad oggi.

É possibile visitarlo dal Martedì alla Domenica, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:00. L’ingresso ha un costo di 8 euro (ridotto a 4 o 2 euro per determinate categorie di utenti).

La chiesa madre

Un dei gioielli dell’architettura da ammirare a Gibellina è la Chiesa Madre. Posta in cima ad una collina, osserva il paese dall’alto dal 1972 con la sua geometria insolita e suggestiva. Progettato da Ludovico Quaroni e Luisa Anversa, l’edificio è composto da moduli e sottomoduli che lasciano spazio, al centro, ad una enorme sfera liscia di cemento.

Chiesa Madre di Gibellina

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Chiesa Madre di Gibellina

La piazza del comune e la torre civica

Il municipio è affacciato a piazza XV gennaio 1968, anch’essa un museo a cielo aperto. Il portico che la circonda ospita ceramiche decorate da Carla Accardi, mentre ai bordi spiccano le sculture di metallo bianco chiamate “La città di Tebe” di Pietro Consagra, la scultura in travertino “Città del sole” di Mimmo Rotella e “La torre” di Alessandro Mendini. Un’opera, quest’ultima, dalle forme insolite e quando è in funzione emette quattro volte al giorno un mix di suoni che rievocano le voci e i rumori caratteristici della vita quotidiana della vecchia Gibellina.

Il sistema delle piazze

Sono anche le piazze a fare da protagoniste nel centro abitato di Gibellina. Viene chiamato “sistema delle piazze”, un insieme di aree recintate da strutture laterali progettate da Franco Purini e Laura Thermes. Del sistema delle piazze fanno parte:

  • Piazza Rivolta del 26 giugno 1937;
  • Piazza Fasci dei Lavoratori;
  • Piazza Monti di Gibellina;
  • Piazza Autonomia Siciliana;
  • Piazza Passo Portella delle Ginestre.
Piazza Rivolta del 26 giugno 1937, Gibellina

Fonte: iStock

Piazza Rivolta del 26 giugno 1937, Gibellina

Le Orestiadi di Gibellina

Non è un caso che Gibellina sia stata proclamata capitale dell’Arte contemporanea per il 2026: dal 1981 qui prendono vita ogni anno, in estate, le Orestiadi. si tratta di un festival internazionale con manifestazioni che vanno dalle rappresentazioni teatrali a quelle musicali, dalla pittura alla scultura, al cinema, e che richiama moltissimi artisti, appassionati e viaggiatori curiosi.

Il biglietto per partecipare al Festival Orestiadi ha un costo di 15 euro (ridotto a 10 per determinate categorie).

Museo delle Trame Mediterranee e la Montagna di Sale

In contrada Salinella, a due passi dal centro cittadino, sorge il Museo delle Trame Mediterranee ospitato nel Baglio Di Stefano. Custodisce e reinterpreta la storia culturale del Mediterraneo con pitture, sculture, scritture, arazzi, gioielli e originali capi di abbigliamento del passato.

Ad aggiungere valore al museo è la “Montagna di Sale”, opera di Mimmo Paladino del 1990 in occasione delle Orestiadi: una grande collina in cemento, pietre e vetroresina, ospita trenta cavalli in legno che sembrano affondare, o riemergere, da questo colle bianco. Un richiamo simbolico alla tragedia che gli abitanti dell’antica Gibellina hanno vissuto.

L’ingresso al Museo delle Trame mediterranee costa 6 euro intero, oppure 4 o 2 euro se si rientra nelle categorie che hanno diritto alla riduzione, come studenti, residenti, bambini.

L'opera "Montagna di Sale", di Mimmo Paladino, Gibellina Nuova

Fonte: Getty Images

“Montagna di Sale”, di Mimmo Paladino, Gibellina Nuova

Porta del Belice

Ad accogliere i visitatori di questa cittadina artistica è la Porta del Belice o Stella d’ingresso al Belice, un’istallazione in acciaio inox realizzata da Pietro Consagra. É alta 26 metri ed è posizionata proprio sulla strada che conduce a Gibellina Nuova, ed è davvero suggestiva.

Dove si trova e come arrivare al Cretto di Burri

La cittadina che ospita il Cretto di Burri si trova nel cuore della Sicilia occidentale, in provincia di Trapani. Per raggiungerla è necessario spostarsi in auto. Dista circa 72 chilometri da Palermo e 82 da Trapani, le due grandi città più vicine. In entrambi i casi, una volta giunti al Comune di Santa Ninfa, si prosegue lungo la SS119 fino a raggiungere il Cretto.

Informazioni utili

Per visitare l’opera di land art di Burri, nella vecchia Gibellina, si può lasciare l’auto al Parcheggio Cretto di Burri segnalato.

Passeggiare tra le le “crepe” dell’opera richiede circa un’ora di tempo, ammirando il paesaggio circostante fatto di campi coltivati, prati e alcune rovine dell’antico borgo ancora esistenti su un’altura a poca distanza. Si può poi raggiungere Gibellina Nuova, in cui perdersi tra le vie alla ricerca di opere d’arte, piazze e monumenti.

Nei dintorni, non può mancare una tappa alle città fantasma di Salaparuta e di Poggioreale, anch’esse segnate dallo stesso destino a causa del terremoto del ‘68.

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Elysium, la nuova Las Vegas europea si trova in Spagna

Hotel di lusso, casinò, ville, centro commerciale, parco acquatico, auditorium per gli eventi: Elysium avrà molto di Las Vegas. Solo che, anziché trovarsi negli Stati Uniti, nascerà in Spagna, nel cuore dell’Estremadura.

Sarà una “smart city”, un progetto innovativo che in Europa non ha eguali. Ad annunciare la sua nascita è stato il colosso statunitense Cora Alpha, che si occuperà della sua realizzazione. A Castilblanco, nell’Estremadura, nei prossimi anni si potrà quindi visitare e soggiornare in una città che un po’ ricorderà Las Vegas e un po’ un grande parco divertimenti. Inoltre, sarà immersa in splendide aree verdi, con sentieri per i trekkers e i cicloturisti, e offrirà ai suoi residenti e ai turisti un’infinità di servizi all’avanguardia.

Divertimento nella nuova città Elysium City

Sarà una città del futuro che avrà tutto ciò di cui si può avere bisogno, e anche molto di più. Elysium City si svilupperà lungo la costa del fiume Guadiana, che attraversa la penisola iberica per più di 800 km.

La costruzione di questo colosso cittadino avverrà in due fasi: la prima vedrà nascere un hotel 5 stelle con casinò e uno a 4 stelle, un parco a tema, un parco acquatico, un centro conferenze, un campo da golf a 18 buche, un’arena per sport e concerti omologata per i match calcistici, un porto e uno spazio dedicato ai festival. La seconda fase, invece, vedrà lo sviluppo di altri cinque o sei hotel, una pista per la Formula Uno e tante altre attrazioni.

“È fondamentalmente una città che stiamo creando da zero. Una città intelligente, che avrà nel suo core business il divertimento: ci sarà un parco in stile Disney, e un parco acquatico che sarà diverso da tutti gli altri, e che vedrà la completa integrazione con il paesaggio. Il nostro obiettivo? Dar vita ad un posto in cui la gente voglia vivere, lavorare e divertirsi”, ha dichiarato John Cora, fondatore e amministratore delegato di Cora Alpha, nell’annunciare questo ambizioso progetto. L’idea di un parco a tema Disney arriva probabilmente dalla passata esperienza di Cora, che ha trascorso trent’anni all’interno della The Walt Disney Company, seguendo la progettazione e lo sviluppo del progetto d’espansione del Disneyland Resort.

panoramica di Elysium City nel progetto della Las Vegas europea

Fonte: Castilblanco Elysium Corporation

Il progetto di Elysium City, panoramica

Il progetto di Elysium City

Il progetto di Elysium City è veramente impressionante. L’intera area di 1.185 ettari su cui si estenderà la mappa cittadina, che accoglierà circa 20 mila residenti e 56 mila lavoratori, sarà suddivisa in 9 distretti. Ognuno di questi sarà dedicato a un aspetto specifico della vita, dal lavoro all’intrattenimento, dal turismo alla natura:

  • Area dei servizi: saranno inclusi un ospedale, un centro benessere, la stazione dei pompieri e della polizia e infrastrutture tecnologiche;
  • Centro Urbano: qui vivranno i cittadini di Elysium, con edifici ad uso misto, uffici, imprese, zone commerciali, musei e un centro culturale e finanziario;
  • Istruzione e sport: area per studenti e sportivi con università, centri educativi, biblioteca, centro di ricerca e luoghi attrezzati per l’attività fisica;
  • Hotel: area per hotel di lusso e Resort, oltre che una zona residenziale a bassa densità, con tutti i comfort;
  • Centro per l’intrattenimento: nella parte più centrale della città, sarà il cuore del divertimento con un parco tematico e uno acquatico, un’area per eventi virtuali e hotel;
  • Area di espansione: zona residenziale a bassa densità immersa in aree verdi e rete di sentieri per il trekking e le attività all’area aperta;
  • Città: un distretto in cui si concentreranno luoghi per i grandi eventi come concerti e spettacoli teatrali con anfiteatri integrati con la natura, ma anche boutique hotel e area glamping affacciata sul fiume;
  • Marina: la zona della città in cui si svilupperanno tutte le attività acquatiche, come vela e area tuffi, ma anche per ristoranti, hotel e negozi;
  • Fattoria solare: enorme area dedicata alla produzione di energia solare tramite distese di pannelli fotovoltaici, che permetteranno il sostentamento energetico della città.

In più, è prevista anche l’implementazione di una App utile per la fruizione di tutti i servizi di questa città smart: si potranno riservare stanze di hotel, acquistare biglietti per i concerti, trovare annunci di lavoro o gestire tutta la burocrazia dei residenti. Tutto a portata di smartphone.

Le strade cittadine nel progetto di Elysium City

Fonte: Castilblanco Elysium Corporation

Il progetto di Elysium City, le strade cittadine

La perfetta città intelligente del futuro: gli obiettivi di Elysium

È normale chiedersi perché sia stata scelta proprio quest’area della Spagna per realizzare la Las Vegas d’Europa. Secondo quanto spiegato da Cora in occasione della presentazione del progetto, il suo clima è simile a quello della California del Sud, e quella individuata è una location splendida, sulla cima di una collina e con una vista spettacolare sul fiume Guadiana. Una posizione strategica, inoltre, che permette di raggiungere Madrid in un’ora e mezza.

Sono 4 gli obiettivi che Elysium vorrà perseguire nella realizzazione di questo progetto faraonico e ambizioso:
  • Sostenibilità: dalla costruzione della città fino alla sua amministrazione giornaliera, verranno implementate tecnologie ecologiche e soluzioni innovative per minimizzare l’impatto ambientale;
  • Spazi verdi stimolanti: rigogliose aree verdi e sostenibili che fungeranno da “polmoni” per la città. Sorgeranno parchi, giardini e spazi ricreativi mirati ad incentivare uno stile di vita sano e attivo;
  • Tecnologie integrate: sistemi intelligenti per la gestione energetica e connettività di ultima generazione, tutto per garantire maggior efficienza, sicurezza e comodità a coloro che risiederanno in questa città dei sogni;
  • Architettura d’avanguardia: edifici e zone pubbliche avranno uno stile unico dalle forme contemporanee e con funzionalità eccezionali.

Una città che non avrà nulla da invidiare a Las Vegas, sia per il divertimento che per uno stile di vita proiettato alla sostenibilità futura e al progresso tecnologico. Lo sforzo economico non è indifferente: si prevede che verranno investiti ben 18 miliardi di euro per realizzare questo progetto rivoluzionario. Anche se non si ha ancora una data sicura sul completamento dei lavori, siamo certi che ne sentiremo parlare ancora.

Architetture contemporanee nella Elysium City, Spagna

Fonte: Castilblanco Elysium Corporation

Architetture contemporanee che caratterizzano Elysium City
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Viaggio alla scoperta dei 7 condomini più iconici ed originali del mondo

Il design architettonico non è solo una questione di estetica, ma rappresenta anche un elemento essenziale nella definizione dell’identità stessa delle città. Alcuni edifici residenziali, grazie a elementi unici e distintivi, sono infatti diventati simboli riconoscibili a livello globale e delle vere e proprie “icone” dei paesi in cui sorgono, capaci di trasformarsi in tappe turistiche grazie al loro stile innovativo.

Laserwall – la prima azienda di bacheche digitali per i condomini – ha selezionato 7 dei condomini più particolari in Italia e in giro per il mondo da aggiungere ai propri itinerari di viaggio, per riflettere sul concetto stesso di “abitare” e sull’importanza crescente delle innovazioni architettoniche in termini di sostenibilità e digitalizzazione.

Turning Torso, Malmö, Svezia

Progettato dall’architetto Santiago Calatrava, è un grattacielo residenziale in Svezia che rappresenta una delle più audaci espressioni dell’architettura neo-futurista.

Inaugurato nel 2005, questo edificio è ispirato alla scultura “Twisting Torso” dello stesso Calatrava e deve il suo nome alla rotazione di 90 gradi dei piani, dalla base fino alla sommità, la quale crea un effetto visivo insolito che richiama il movimento dinamico del corpo umano che si contorce. Con i suoi 190,4 metri di altezza e 54 piani, è attualmente il grattacielo più alto della Scandinavia e ospita circa 150 famiglie, che possono usufruire anche di una sauna al 43° piano e di un centro fitness.

La caratteristica più sorprendente del progetto è l’attenzione alla sostenibilità: la struttura, infatti, è alimentata interamente da fonti rinnovabili in modo da ridurre al minimo il suo impatto sull’ambiente, elemento cruciale per la green city di Malmö. Inoltre, per ogni unità abitativa, è stato previsto un sistema di smaltimento dei rifiuti organici, contribuendo alla promozione di pratiche sostenibili quotidiane.

Cube houses, Rotterdam, Olanda

Situate nel cuore della città di Rotterdam, queste abitazioni futuristiche, opera dell’architetto visionario Piet Blom, ricreano un vero e proprio “villaggio urbano”: ogni casa cubica esagonale simboleggia infatti un albero e, nell’insieme, sono organizzate nello spazio per richiamare una foresta stilizzata, il cosiddetto “Blaakse Bos” (Bosco di Blaak).

Si tratta di 39 unità abitative, ciascuna caratterizzata da pareti inclinate di 54,7 gradi e da una superficie di circa 100 metri quadrati. Questa particolare configurazione ha portato alla creazione di spazi abitativi insoliti e alla necessità di creare un arredamento su misura.

Il complesso non solo rappresenta una sfida ingegneristica, essendo costruito sopra una delle arterie stradali più trafficate della città, ma funge anche da ponte pedonale che collega il centro di Rotterdam al vecchio porto.

I più curiosi possono anche visitare il museo Kijk-Kubus, che permette di vedere dall’interno una di queste particolari abitazioni e di scoprire di più su questo condominio originale ammirando i modelli, le fotografie e le presentazioni multimediali per approfondire i passaggi che hanno portato alla creazione del complesso, dal progetto al risultato finale.

Bosco verticale, Milano

Dietro la costruzione delle due torri che compongono il complesso, alte rispettivamente 80 e 112 metri, vi è la volontà di riscoprire la relazione tra essere umani e natura. Esse sono infatti la dimora non solo di residenti dalla provenienza internazionale, ma anche di 800 alberi e di circa 20.000 tra piante perenni e arbusti. Questo ambiente rigoglioso è diventato inoltre un rifugio per molte specie di animali, con un conseguente ripopolamento faunistico nella città.

La cura delle piante è sicuramente una parte essenziale di questo progetto di “riforestazione urbana” ed è affidata ai “Flying Gardeners”, un team di arboricoltori-scalatori professionisti che si occupa della potatura e della verifica dello stato delle chiome degli alberi e degli arbusti.

Oltre a essere un modello di sostenibilità e biodiversità, questo “condominio verde” si distingue anche per l’adozione di tecnologie innovative che migliorano la qualità della vita dei residenti. Tra queste, spicca la presenza della bacheca digitale di Laserwall che contribuisce a rendere il palazzo sicuro e interconnesso grazie alle funzionalità offerte con cui è possibile convogliare tutte le informazioni che facilitano la vita del condominio mettendole al servizio degli inquilini.

Hundertwasserhaus, Vienna, Austria

Hundertwasserhaus, Vienna

Fonte: Ph Ufficio Stampa Business Press srl

Il grattacielo Hundertwasserhaus, a Vienna

Hundertwasserhaus” è un complesso abitativo di 50 alloggi popolari realizzato negli anni ’80 e situato nella periferia di Vienna, opera dell’estro dell’architetto austriaco Friedensreich Hundertwasser – da cui eredita il nome. Gli appartamenti colpiscono subito i passanti per via della vegetazione rigogliosa che cresce lungo le pareti, i colori vivaci, le fantasie variopinte e le linee irregolari, offrendo così un forte contrasto con il grigiore tipico delle aree periferiche delle città europee.

I nuclei familiari che abitano questo insolito edificio possono inoltre contribuire al decoro della facciata con dei disegni personali, trasformando così la struttura in una vera e propria opera d’arte collettiva.

“Hundertwasserhaus” non solo ha il merito di superare gli stereotipi architettonici delle periferie, ma anche di aver ridefinito l’identità visiva stessa del quartiere Landstraße che lo ospita, diventando una vera e propria tappa turistica imperdibile.

Wave, Vejle, Danimarca

L’originale complesso condominiale firmato dallo studio di design “Henning Larsen Architects” sorge lungo le sponde del fiordo di Vejle, nella penisola danese dello Jutland, e si compone di cinque torri a forma di onda, ciascuna di nove piani con appartamenti privati: la struttura architettonica sinuosa è progettata per rendere omaggio al paesaggio circostante, rievocando infatti la forma sia delle creste delle onde del mare di Danimarca sia del profilo delle colline intorno al fiordo.

L’edificio ospita un centinaio di eleganti appartamenti, caratterizzati da una predominanza di colore bianco e dalla presenza di balconi di vetro che contribuiscono a rendere gli ambienti interni particolarmente luminosi. Le grosse vetrate hanno anche il pregio di illuminare la notte delle sponde del fiordo con le luci delle abitazioni che si riflettono sullo specchio d’acqua circostante, contribuendo così ad arricchire l’immagine complessiva dell’area per i passanti e i turisti.

Muralla Roja, Alicante, Spagna

Progettata negli anni ‘60 dall’architetto catalano Ricardo Bofill i Levi, la “Muralla Roja” (“Mura Rossa”) deve il suo nome alla predominanza del colore rosso che caratterizza questa sorprendente struttura e che contribuisce a creare un’atmosfera onirica. È situata sulla costa, non lontano da Alicante, e per realizzarla Bofill ha preso spunto sia dall’estetica costruttivista sia dall’architettura mediterranea e in particolare dalle Kasbah, le cittadelle fortificate arabe.

Il risultato visivo finale sfida la relazione tra spazio e forma con un insieme di edifici interconnessi tramite scalinate esterne, corridoi labirintici e terrazze panoramiche, che ospitano 50 appartamenti privati di varia metratura (monolocali, bilocali e trilocali).

Il complesso non è solo rosso, ma include anche tonalità di rosa, viola e azzurro, aggiunte per creare un effetto ottico di fusione con cielo e mare, generando così un’illusione di spazio maggiore. Una struttura dal fascino surrealista che si pensa abbia ispirato persino la location in cui è ambientata la serie sudcoreana “Squid Game”.

Habitat 67, Montreal, Canada

Il complesso edilizio progettato dall’architetto israeliano-canadese Moshe Safdie che sorge lungo il fiume Saint Laurent a Montréal, in Québec, fu realizzato in occasione dell’Expo Mondiale del 1967 e divenne presto un vero e proprio “manifesto” dell’architettura del Novecento.

La struttura brutalista, composta da 354 blocchi di cemento armato (“béton brut” in francese, il termine che dà il nome alla corrente) distribuiti su 12 piani, è stata realizzata come risposta alla crescente densità della popolazione nei centri urbani.

Tramite l’impiego di moduli prefabbricati, l’architetto Safdie ha creato una nuova tipologia di edificio residenziale, in cui nonostante i volumi delle “scatole-appartamento” rimangano gli stessi, nessuna abitazione risulta davvero uguale all’altra. Ognuno dei 158 condomini attuali differisce infatti per panorama, punti di accesso e orientamento, offrendo un’esperienza abitativa unica.

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La porta del paradiso si trova in Cina: ecco come arrivarci

E se vi dicessimo che la porta del paradiso esiste ed è in un luogo di grande fascino? Per poterla ammirare si deve volare fino in Cina e, più precisamente, si deve raggiungere la città di Zhangjiajie che si trova nella zona nordoccidentale della provincia dello Hunan.

E qui, sulla cima di una montagna, che sorge questa sorta di portale che sembra proprio voler congiungere la terra con il cielo, non stupisce che la traduzione di Tiānmén Shān (montagna Tianmen) sia monte della porta celeste, perché è lì che si trova questa cavità naturale.

Raggiungerla, però, non è così semplice: si deve fare un po’ di fatica, ma si è ripagati da panorami incredibili e da tante altre attrazioni che si possono trovare nei pressi della medesima location.

Porta del paradiso, come arrivare al luogo da sogno in Cina

Ci sono posti che sembrano usciti dalla nostra immaginazione, da una storia, da un sogno. Uno di questi posti è la porta del paradiso che si trova in Cina e che vale la pena raggiungere se si desidera vivere un’esperienza indimenticabile.

Lo scenario è favoloso, basti sapere che poco lontano da qui si trovano anche le montagne che hanno ispirato Avatar, per questo non è difficile capire la portata della bellezza di questo posto.

La porta del paradiso non si trova in basso, ma per ammirarla dal vivo si deve salire verso il cielo e, nello specifico, a 1519 metri di altitudine. A guardarla si tratta di un grande buco nella montagna, un arco scolpito dalla natura di una grandezza abbastanza impressionate: 30 metri.

La strada per raggiungere la porta del paradiso

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Cina, la strada per raggiungere la porta del paradiso

Ma prima di arrivarci si deve faticare: si può percorrere una strada che si snoda per ben 99 tornanti, oppure scegliere di salire con una funivia realizzata in anni recenti che parte dalla stazione ferroviaria di Zhangjiajie: viene considerata tra le più lunghe al mondo e si allunga per 7455 metri. Poi vi sono anche 999 scalini, da percorrere per raggiungere la cavità: regalano un panorama straordinario, anche se la fatica di percorrerli tutti va messa in conto.

In cima vi è la porta del paradiso, che pare sia “nata” nel 263 con il crollo del dorso di una grotta: il tempo e gli agenti atmosferici hanno fatto il resto.

Non solo porta del paradiso: le altre tappe

Senza dubbio la porta del paradiso è uno di quei luoghi in Asia in cui la natura regala scorci indimenticabili, tra i picchi delle montagne e le foreste, ammirando il paesaggio circostante. Ma non è l’unico posto meraviglioso e mozzafiato che vale la pena vedere quando si è lì.

Vi sono alcuni percorsi da provare come Il cammino della fede – in inglese Walk of Faith -, si tratta di una passerella in vetro, a strapiombo sul vuoto, che si snoda per 60 metri: decisamente da brividi, ma perfetta per chi non soffre di vertigini e ama l’adrenalina. Si può anche percorrere un ponte sospeso, ugualmente adatto a chi non ha paura delle altezze. E poi visitare un tempio, molto suggestivo e che permette di cogliere l’anima spirituale di questi luoghi.

Un viaggio nel cuore della natura, dove la mano dell’uomo ha saputo realizzare strutture capaci di rendere il viaggio ancora più memorabile.

La lunga scala per la porta del paradiso

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La lunga scala di 999 gradini per la porta del paradiso in Cina