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La via dello shopping più bella d’Europa è una galleria d’arte

Quando siamo in viaggio ci ritroviamo spesso ad attraversare e a percorrere le stesse strade più volte. Lo facciamo velocemente e distrattamente con il solo obiettivo di raggiungere le attrazioni principali della città, per seguire il nostro itinerario o per scoprire nuovi e inediti angoli che incantano e che stupiscono.

Eppure, nel mondo, esistono strade che meritano tutta la nostra attenzione perché sanno trasformare anche una semplice passeggiata in un’esperienza magica che incanta a ogni passo. Ne sono un esempio le vie dello shopping delle grandi metropoli e quelle dell’arte dei piccoli borghi, così come quelle più caratteristiche e antiche dei centri storici.

Lo è anche quella inaugurata ad Amsterdam nel 2017, che più che una galleria dello shopping, è un vero e proprio capolavoro d’arte visiva che incanta e sorprende a ogni passo. Benvenuti dentro il Beurspassage.

La galleria delle meraviglie di Amsterdam

Ci troviamo sulla Damrak, una delle strade più celebri e popolate di tutta Amsterdam, quella che collega la stazione centrale a piazza Dam e agli altri punti iconici della città. È proprio percorrendo questa via che possiamo arrivare davanti a una galleria delle meraviglie. Una via dello shopping sapientemente decorata che si presenta sin dalla sua inaugurazione come un capolavoro d’arte senza eguali.

Il Beurspassage, questo il suo nome, è una via dello shopping coperta che collega Damrak e la Nieuwendijk, due delle strade più vivaci e dinamiche dell’intera città. Al suo interno ci sono negozi di ogni genere che attirano cittadini e viaggiatori. Ma questa galleria, che strategicamente collega le due zone più vive di Amsterdam, è in realtà molto di più di una semplice strada dedicata allo shopping. E basta guardare le foro per capirne il motivo.

Beurspassage, Amsterdam

Fonte: 123rf/jordi2r

Beurspassage, Amsterdam

De Beurspassage

Una volta entrati nel Beurspassage, l’attenzione è completamente catturata e rapita da quel magnifico e straordinario soffitto che si estende per 450 metri quadrati di meraviglia.

La luce che proviene dai sette lampadari che percorrono il soffitto ad arco, mette in risalto i coloratissimi mosaici di vetro e le strabiliati raffigurazioni. Gli specchi apposti sui lati, poi, creano un continuo gioco di riflessi che incanta e stupisce a ogni passo.

Gli ornamenti sono opulenti e i colori eleganti, lo stile artistico delle raffigurazioni fa riferimento ai dettami occidentali e orientali, pur non rinunciando alla contemporaneità. Viene fuori così un capolavoro artistico senza eguali che sembra trasportare i visitatori in un mondo onirico e favolistico.

Al centro di tutto c’è l’acqua, l’elemento portante del Beurspassage. Appare nel verde smeraldo, che è il colore predominante, nei pesci e nelle bolle d’aria, nei riflessi che sembrano proprio creati dai giochi dell’acqua. Nella sua totalità l’opera è un omaggio a questo elemento, nonché ai canali di Amsterdam.

L’incanto continua e aumenta con l’osservazione diretta che permette di scorgere nuovi e inediti dettagli. I lampadari, per esempio, per forme e dimensioni ricordano quei complementi d’illuminazione tipici della tradizione classica, ma in realtà sono realizzati con diverse parti di biciclette. Osservandoli da vicino è possibile individuare ruote, raggi e manubri.

Anche il pavimento in granito, intarsiato con motivi ricorrenti, è un omaggio alla città e al materiale utilizzato per molti dei monumenti di Amsterdam. In qualsiasi direzione si muova la sguardo la passeggiata di trasforma in un’esperienza immersiva senza eguali.

A creare questo capolavoro d’arte visiva sono stati Arno Coenen e Iris Roskam, gli artisti visionari che hanno firmato un altro capolavoro unico nel suo genere: il Markthal di Rotterdam, in collaborazione con lo scultore Hans van Bentem.

Così, quel semplice corridoio dedicato allo shopping, è stato trasformato in un museo d’arte che ospita un’opera collettiva strabiliante. Il suo nome? Amsterdam Oersoep. E, tradotto letteralmente, vuol dire zuppa primordiale.

Beurspassage, Amsterdam

Fonte: Getty Images

Beurspassage, Amsterdam
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Come in una fiaba: il Giardino dei Draghi è un luogo magico

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti che per forme, colori e lineamenti assomigliano a tutte quelle ambientazioni che popolano l’immaginario favolistico e che incantano.

Eppure questi luoghi sono veri, anche se unici e straordinari. E in molti casi portano la firma di Madre Natura, proprio lei che con sapiente pazienza è riuscita a creare quelli che sono i paesaggi più belli del mondo intero.

Ed è in uno di questi che vogliamo portarvi oggi. Un parco delle meraviglie che è un monumento naturale di imparagonabile bellezza e che conserva alcune delle leggende più suggestive del Paese intero. Benvenuti nel Giardino dei Draghi.

Il Giardino dei Draghi

Per conoscere ed esplorare questo giardino incantato dobbiamo recarci nel cuore della Romania e più precisamente nella regione storica della Transilvania. È proprio nella terra delle fate e dei vampiri, delle fiabe e delle leggende popolari, che sorge un luogo che lascia senza fiato, una riserva naturale protetta considerata uno dei luoghi più belli di tutto il Paese.

Il suo nome Grădina Zmeilor ed è il Giardino dei Draghi della Romania. Si tratta di luogo incantato che ospita un patrimonio paesaggistico e geologico di immenso valore. L’area, che si estende per quasi 30000 metri quadrati, conserva quello che è uno dei paesaggi più affascinanti, variegati e complessi del mondo intero.

Le rocce che puntellano il giardino, e che sono tutte diverse per forme e dimensioni, svettano verso il cielo fino a trapassare le nuvole creando uno scenario idilliaco e onirico.

Situato nei pressi del villaggio di Gâlgăul Almaşului, il Giardino dei Draghi è nato a seguito del distacco di alcuni blocchi di arenaria del massiccio montuoso dalla collina Dumbrava. Le rocce, che con il tempo sono state plasmate dal vento, dalla pioggia, dalla neve e dal gelo, oggi affascinano e suggestionano l’immaginario collettivo per le forme che hanno assunto e per le storie che ispirano e conservano tutt’oggi.

Un luogo incantato nel cuore della Romania

Grădina Zmeilor è considerato uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi dell’intera Romania. Quelle monumentali rocce, che caratterizzano in maniera univoca l’intero paesaggio, hanno dato vita a storie e leggende che ancora oggi incantano e affascinano.

Secondo la tradizione popolare, la nascita del sito è avvenuta a seguito di una grandiosa e leggendaria battaglia tra le forze del bene e del male che si è combattuta proprio in quest’area. Un’altra storia, invece, narra che le rocce che caratterizzano il territorio non sono altro che i draghi che qui vi abitavano, e che a causa di un sortilegio sono stati trasformati in pietra.

Ogni roccia ha la sua storia, il suo nome e la sua leggenda. Nella parte occidentale del Grădina Zmeilor ci sono i blocchi di arenaria più grandi e popolari dell’intera area. Secondo i local, proprio su queste due rocce, si riposavano due grandi e maestosi draghi.

Indipendentemente dalle storie in cui scegliete di credere o da quelle che volete creare, il Giardino dei Draghi resta un luogo straordinariamente unico, un posto fiabesco e naturale che incanta, emoziona e stupisce a ogni passo.

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È la più grande opera d’arte visiva al mondo, e puoi attraversarla

Se l’obiettivo di un viaggio è quello di cogliere l’essenza più vera e autentica di una città, allora, c’è solo un luogo che dovete raggiungere, attraversare ed esplorare, ed è il suo mercato.

Da Parigi a Barcellona, passando per Valencia e Copenhagen, ogni grande città ha il suo mercato coperto, un luogo che è crocevia di incontri e di abitudini, di atmosfere uniche e di tradizioni. Un posto in cui è possibile acquistare prodotti caratteristici e deliziare il palato con proposte locali.

E se è vero che visitare questi luoghi ci permette di entrare in qualche modo nel cuore pulsante delle città, è altrettanto vero che ne esiste uno, in Europa, che fa molto altro, che regala un’esperienza sensoriale e sbalorditiva. Che è un omaggio alla bellezza, alla terra e ai suoi frutti. Perché non si tratta di un semplice mercato, ma dell’opera visiva più grande al mondo. Benvenuti nel Markthal di Rotterdam.

Dentro il Markthal di Rotterdam

Correva l’anno 2014 quando la notizia dell’apertura del Markthal di Rotterdam si diffondeva in tutto il mondo. A entusiasmare l’animo dei cittadini, e a incuriosire i viaggiatori, non era solo il fatto di poter aggiungere all’itinerario urbano un luogo dove poter mangiare e fare shopping, ma soprattutto quello di poter attraversare una struttura che aveva fatto dell’arte e della cucina un binomio vincente e straordinario.

Nel Markthal, oggi lo sappiamo, si può mangiare, degustare e fare shopping sotto un arco delle meraviglie realizzato con sapienza e geniale creatività dagli artisti Arno Coenen e Iris Roskam. Il nome dell’opera d’arte è cornucopia, un corno dell’abbondanza di nome e di fatto.

Basta guardare le immagini scattate da cittadini e viaggiatori che hanno attraversato questo posto per comprendere che quella che abbiamo davanti è l’opera artistica visiva più spettacolare del mondo intero. La cornucopia, che fa da contrasto alle pareti grigie esterne, si concretizza con un murales vivace e colorato che è un tripudio di colori e di bellezza, ed è un omaggio all’arte e alla cucina.

Il Markthal di Rotterdam è un mercato e anche un’opera d’arte, un unicum nel suo genere. Le persone qui si incontrano e si fermano a parlare, fanno acquisti oppure assaggiano le prelibatezze della cucina locale in una cornice straordinariamente affascinante e sorprendente da ogni punto di vista.

Markthal, Rotterdam

Fonte: iStock/pidjoe

Markthal, Rotterdam

La cornucopia dell’abbondanza

Si chiama Horn of Plenty l’opera d’arte realizzata da Arno Coenen e Iris Roskam e che corre fluida sulle pareti dell’intero mercato coperto di Rotterdam. Una cornucopia dell’abbondanza che si è estende per oltre 11000 metri quadrati e che ha trasformato questo luogo in un’opera d’arte immersiva e sensoriale. Per realizzarla sono stati utilizzati 4000 pannelli in alluminio che sono stati poi posizionati lungo l’arco come tessere di un mosaico digitale.

Il grandissimo murales, che omaggia il cibo e l’abbondanza, raffigura i prodotti sani e genuini della terra, gli stessi che possono essere acquistati tra le bancarelle del mercato. Ci sono frutta e verdura, arance, filari di grano e pesci giganti. C’è un omaggio straordinario al cosmo e ai suoi frutti, alla natura e a tutti gli esseri viventi che la popolano.

Per grandezza e maestosità, il grande murales, sembra richiamare gli straordinari affreschi che campeggiano sulle volte delle chiese rinascimentali. Non è un caso, infatti, che sin dalla sua inaugurazione Horn of Plenty si sia guadagnato l’appellativo di Cappella Sistina di Rotterdam.

Non ci sono divinità, nuvole o putti, ma ci sono i frutti della terra e tutte le altre creature che la abitano e che colorano di meraviglia questo luogo da vivere e attraversare.

Markthal, Rotterdam

Fonte: iStock/kievith

Markthal, Rotterdam
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Non solo Dracula: in Transilvania ci sono anche le fate

Esistono luoghi al mondo che sanno essere affascinanti e seducenti come pochi altri. Che richiamano e attraggono i viaggiatori quasi come se fossero una calamita. Sono quelle destinazioni che incantano non solo per la bellezza che gli appartiene, ma anche e soprattutto per le storie che conservano e preservano, per quei miti e quelle leggende mai dimenticate.

Ed è questo il caso della Transilvania, la regione situata nel cuore della Romania, famosa per le sue cittadine medievali, per quello straordinario e sconfinato paesaggio naturale e per le testimonianze dei vari popoli che sono rimaste intatte in tutto il territorio.

Ma la regione è celebre anche per i suoi castelli, quelli che svettano verso il cielo facendosi spazio tra i boschi e le montagne, come quello di Dracula che, siamo certi, non ha bisogno di presentazioni. Ma c’è anche un altro castello da raggiungere ed esplorare qui, e non ha nulla a che fare con la favola spaventosa del Conte Vlad. Si tratta di una dimora incantata che sorge proprio lì, dove un tempo vivevano le fate.

Le fate della Transilvania

È un territorio magico, quello che appartiene alla Transilvania, che incanta e seduce con le sue storie e con le sue leggende che sembrano quasi rivivere in quei paesaggi naturali e onirici. La Valle delle Fate è uno di questi.

Boschi e prati lussureggianti danno il benvenuto ai viaggiatori mentre sullo sfondo si staglia un castello fiabesco che sembra uscito da un racconto dei Fratelli Grimm. Ci troviamo nel cuore della Transilvania, a Porumbacu de Sus e a circa 30 chilometri da Sibiu.

È qui che possiamo scoprire ed esplorare un territorio magico dominato dalla presenza di un castello che è così bello da non sembrare reale. Una dimora che non solo incanta per le sue forme sinuose e per il paesaggio che si snoda tutto intorno, ma anche per la leggenda che riguarda la sua nascita.

Si narra, infatti, che tanto tempo fa uomini e fate convivevano pacificamente in questa incontaminata valle ai piedi della montagna. Tutto cambiò improvvisamente con l’arrivo di un drago che, vista la bellezza di questo luogo, decise di creare qui la sua dimora.

Per proteggere questo territorio uomini e fate si unirono in battaglia, e dopo giorni di lotta riuscirono a sconfigger il drago. Purtroppo, però, l’intera valle fu totalmente distrutta da quella battaglia. Fu allora che le fate scelsero di andare via per trovare una nuova casa, con la promessa che un giorno, quando la natura sarebbe rinata, sarebbero tornate.

Con il tempo i boschi sono tornati rigogliosi, i fiumi si sono colmati di acque limpide e trasparenti e i fiori dei campi sono sbocciati più colorati che mai. Nessuno sa se le fate sono tornate in questo luogo, quello che invece sappiamo è questo angolo incantato della regione fu scoperto da una coppia nel 2014 che qui scelse di creare la propria dimora, omaggiando le fate.

Così, solo con l’ausilio di materiali naturali, come sabbia, argilla, paglia e legno, venne costruito il Castello di Argilla della Valle delle Fate.

Il Castello della Valle delle Fate

Sin dalla sua costruzione, il Castello di Argilla della Valle delle Fate non ha mai smesso di incantare. Tutto merito di quelle forme incredibili che ricordano le dimore che abbiamo visto sui libri delle fiabe. Ma anche di quella natura straordinaria e incontaminata che circonda la struttura e che rende l’intero paesaggio un sogno a occhi aperti.

Il castello, come anticipato, è stato realizzato esclusivamente con materiali naturali e questo lo rende ancora più suggestivo. Le pareti sono state create con argilla e paglia mentre le porte e le finestre sono state realizzate in legno da artigiani locali. Il tetto, che svetta verso il cielo, sembra imitare il movimento delle montagne che si stagliano sullo sfondo creando uno scenario unico.

Il castello nella Valle delle Fate è oggi aperto ai visitatori. Salendo sulle due torrette principali potrete ammirare l’intera valle che si perde verso i meravigliosi Carpazi. Tutto intorno, invece, si snoda un romantico giardino fatto di erba soffice e fiori colorati dove è possibile trascorrere le giornate.

Per quanto riguarda le fate, invece, nessuno le ha più viste. Ma tutti sono pronti a giurare che si trovino proprio qui per proteggere quel luogo che un tempo era la loro dimora.

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In Francia esiste un castello delle fiabe che deve essere “salvato”

Esistono luoghi che non smettono mai di incantarci perché per forme, colori e dettagli, rimandano proprio a quell’immaginario favolistico che ha caratterizzato inevitabilmente la nostra infanzia. Lo stesso che ci ha fatto sognare da bambini e che non smette ancora di farlo.

Non stupisce, quindi, quella meravigliosa sensazione che proviamo dentro ogni qualvolta ci troviamo davanti ai castelli del mondo, luoghi ricchi di storia e di bellezza che, inevitabilmente, ci rimandano a storie affascinanti e seducenti, vere o leggendarie, che riguardano principi e principesse, cavalieri e regnanti.

Ed è una di queste storie che vogliamo raccontarvi oggi, diversa da quelle che conosciamo ma reale e suggestiva. È quella dello Château de Vigny, il castello delle fiabe in Francia che ha bisogno del nostro aiuto.

Le Château de Vigny

Ci troviamo nella Val d’Oise, nella regione dell’Île-de-France, è qui che esiste uno splendido castello che appare come una visione magica agli occhi di chi lo guarda. Progettato dall’architetto Charles Cazot, lo Château de Vigny è una delle massime espressioni di stile neogotico visibile in ogni suo straordinario dettaglio.

Imponente e maestoso, questo edificio si sviluppa su una superficie di quasi 4000 metri quadrati, e come tutti i castelli che si rispettano, anche questo è circondato da un fossato e protetto da ben sei torri merlate. La struttura ospita 176 camere, mentre tutto intorno si estende un parco naturale di 20 ettari.

Le sue origini risalgono al 1504 quando, il cardinale Georges d’Amboise, scelse di costruire quella che sarebbe stata la sua futura dimora in un sito già occupato da una vecchia struttura medievale. Altre modifiche, visibili nell’aspetto attuale del castello, furono apportate nel 1880 per volontà dell’allora proprietario Philippe Vitali, principe di Sant’Eusebio.

Di secolo in secolo, questo castello situato ad appena 40 chilometri da Parigi, ha fatto da scenografia alle storie e alla vita delle grandi famiglie di Francia che si sono susseguite come proprietarie negli anni.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, però, ha causato ingenti danni alla struttura del castello che, passato per mano di diversi proprietari, è stato abbandonato. Nel 2001 Château de Vigny è stato acquistato da un’azienda giapponese che ha sfruttato i grandi spazi della struttura per inaugurare una scuola di cucina, ma il progetto è poi fallito e il castello è tornato in stato d’abbandono.

Rimesso in vendita nel 2015, l’edificio è stato acquistato dall’imprenditore Fabrice Levesque che aveva come obiettivo quello di trasformare il castello in un hotel di lusso. Purtroppo, però, le condizioni interne erano così disastrose da necessitare di un importante restauro. Così è nata l’Associazione per il salvataggio del castello di Vigny, capeggiata dallo stesso Levesque.

Un castello da salvare

La bellezza architettonica e l’importanza storica di questo castello per tutta la Val d’Oise gli hanno fatto guadagnare il titolo di monumento storico già nel 1984. Nonostante gli sforzi che si sono susseguiti negli anni per la salvaguardia di questo edificio, oggi lo Château de Vigny è in pericolo, motivo per il quale è stata lanciata una raccolta fondi aperta a tutti.

Nonostante dall’esterno il castello non sembra aver subìto i danni del tempo, in realtà, i suoi interni vertono in condizioni disastrose, motivo per il quale attualmente la struttura è chiusa al pubblico. Ma se vi trovate nella Val d’Oise, il consiglio è quello di raggiungerlo per ammirare tutto il suo incanto anche da fuori.

E se a guardarlo avete la sensazione di averlo già visto da qualche parte, lasciatevi dire che non vi state sbagliando. Château de Vigny, infatti, ha fatto da sfondo al videoclip Te Amo di Rihanna, nonché a pellicole come Les Barbouzes, Les Tontons flingueurs e Versailles.

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La cartolina magica dal lago che rischia di scomparire

Esistono luoghi nel mondo che sono così belli da non sembrare reali, paesaggi che per forme e colori sembrano usciti da una fiaba onirica. Posti che, da soli, bastano a farci compiere viaggi lunghissimi e chilometrici solo per arrivare lì, al cospetto della grande bellezza. Per contemplarla e immortalarla nelle istantanee di un viaggio indimenticabile.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, uno di quelli che si mostra davanti allo sguardo attonito dei viaggiatori come se fosse lo spettacolo più bello del mondo, quello destinato a lasciare senza fiato. Una meraviglia così straordinaria, ma così fragile, che rischia di restare solo nei nostri ricordi e nelle ultime cartoline di viaggio.

Sì perché il panorama mozzafiato che offre il lago di Urmia, dichiarato dall’Unesco riserva della biosfera, è destinato a sparire per sempre.

C’era una volta il lago di Urmia

C’era una volta uno specchio d’acqua straordinario, per grandezza e importanza. Si trattava del terzo lago salato più grande del mondo. Ed era così bello da essere stato dichiarato dall’Unesco come riserva della biosfera nel 1976.

Immerso nel cuore dell’Iran, tra le provincie dell’Azerbaigian Orientale e dell’Azerbaigian Occidentale, il lago di Urmia era attrazione turistica senza eguali, nonché casa di numerose specie animali , come fenicotteri, pellicani e cicogne, che vivevano tra i piccoli affioramenti rocciosi, che tornavano durante le migrazioni, che incantavano i viaggiatori con la loro presenza.

C’è oggi quello stesso lago, la cui maestosità riecheggia solo nei ricordi di chi lo ha visto e lo ha vissuto nel suo massimo splendore. Sì perché questo patrimonio naturale immenso sta scomparendo.

A causa dell’elevato tasso di evaporazione delle acque, della siccità che continua a colpire il territorio e delle numerose dighe costruite nelle zone limitrofe, il lago si è ridotto sensibilmente negli ultimi anni lasciando gran parte della sua superficie asciutta.

Quel che resta di un meraviglioso lago

Di quasi la metà di quei 5200 chilometri quadrati di acqua, non restano che piccole rocce che si fanno spazio tra la terra, arbusti secchi e sabbia arida, la stessa in cui sono rimaste intrappolate alcune imbarcazioni negli anni. Anche gli animali, che avevano fatto di questo paradiso naturale la loro casa, stanno abbandonando la zona.

Eppure il lago, anche se così fragile, continua a dare spettacolo. Lo ha fatto quando si è mostrato al mondo in una veste nuova e inedita che ha incantato tutti quanti, proprio quando le sue acque si sono tinte di rosa. Purtroppo, però, quello scenario fiabesco non era altro che l’ennesimo grido d’aiuto. Le acque del lago di Urmia, infatti, hanno assunto quel cangiante colore rosa a causa della diffusione dell’alga Dunaliella che ha trovato spazio fertile nel bacino proprio per colpa della siccità.

Quello che resta del lago, oggi, sono le ultime spettacolari immagini diffuse sul web e scattate dai viaggiatori che raggiungono l’Iran per ammirare per l’ultima volta quel patrimonio che sta scomparendo. Sono le istantanee che mostrano le acque rosa e che, nonostante tutto, fanno sognare. Sono le stesse che immortalano le navi bloccate tra la sabbia e l’acqua, illuminate da un cielo stellato.

E tutto ciò che possiamo fare, adesso, è restare ad ammirare quel che resta di un paradiso naturale che presto non vedremo più.

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In Francia c’è un piccolo porto che sembra dipinto da un artista

Esistono dei luoghi che sono così belli da non sembrare veri, che assumono forme e colori che assomigliano in tutto e per tutto a cartoline dipinte da un artista. E invece sono reali, come solo loro sanno essere. Ed è solo raggiungendoli, contemplandoli e vivendoli che possiamo scoprire quanto è meraviglioso il mondo che abitiamo e quanto questo è capace di sorprenderci ogni volta, sempre un po’ di più.

Ed è l’incanto che prende il sopravvento, dentro e fuori, quando raggiungiamo quel pittoresco porto di pescatori che si trasforma nella cartolina di viaggio più bella che abbiamo mai visto. Un luogo che si apre soltanto davanti allo sguardo dei più attenti osservatori perché, come un tesoro prezioso, è protetto e nascosto dalle case, dai palazzi e dalle attrazioni di una grande città.

Per scovarlo dobbiamo tornare nella splendida Marsiglia. È qui, infatti, che nascosto sotto il viale della corniche Kennedy, c’è un piccolo e tradizionale porto che sembra dipinto da un artista. Benvenuti a Vallon des Auffes.

Vallon des Auffes

Ogni luogo, nel mondo, ha la sua cartolina di viaggio. Quella che immortala il paesaggio più iconico, suggestivo e affascinante dell’interno territorio. E come tutti anche Marsiglia ne ha una.

A campeggiare sull’immagine troviamo lui, il porto di Vallon des Auffes. Un porticciolo accogliente e pittoresco che sembra trasportare i viaggiatori in un luogo che non è assoggettato alle leggi del tempo e dello spazio. L’atmosfera, infatti, sembra sospesa, mentre tutto intorno scorre velocemente.

Raggiungere il porto marsigliese non è poi così difficile. Vallon des Auffes è situato nel settimo arrondissement di Marsiglia, a una manciata di chilometri dal Vieux-Port, tra la Plage des Catalans e la baia di Malmousque. Per arrivare a questa piccola valle potete percorrere la corniche Kennedy, una delle strade panoramiche vista mare più belle d’Europa che costeggia la città di Marsiglia. Arrivati nei pressi del Monumento all’Esercito d’Oriente, scoverete una scala che conduce direttamente al piccolo porto. Lì, dove inizia la magia.

Marsiglia: dentro una cartolina

Scavalcato l’ultimo gradino, vi ritroverete all’interno di quello che sembra uno dei quadri più belli dipinti da un’artista. Con la sua atmosfera tradizionale, che sembra essere ferma a tanti anni fa, Vallon des Auffes incanta e stupisce per la sua bellezza.

Una volta arrivati qui, i sensi saranno avvolti da contrasti di colori, profumi tradizionali e brusii della natura che si confondo tra le chiacchiere delle persone. Prendetevi tutto il tempo per contemplare il panorama e i suoi straordinari dettagli. Tutto, qui, merita la vostra attenzione.

Vallon des Auffes non è molto grande, eppure la sua bellezza è maestosa. Ad accogliervi nel porticciolo ci saranno le pointu, le tradizionali barche da pesca che sono simbolo e icona del Mediterraneo, che galleggiano suggestivamente sulle acque turchesi che bagnano Marsiglia.

Tutto intorno, invece, le piccole case dei pescatori, caratterizzate da una palette cromatica cangiante e vivace, costeggiano vicoli stretti e stradine tortuose che vi accompagneranno nel cuore pulsante di questo piccolo porto.

A fare da cornice, a questo scenario da cartolina, ci sono gli archi di pietra e mattoni che creano la giusta distanza tra questo piccolo paradiso e il mondo esterno. Vallon des Auffes, infatti, è il luogo migliore da raggiungere per chi cerca un po’ di tranquillità dal caos cittadino e costiero e per chi vuole provare i piatti della tradizione marsigliese nei ristoranti caratteristici immersi in un’atmosfera unica.

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Tibet, c’era una volta un antico regno

Spiritualità, montagne misteriose e panorami mozzafiato: il Tibet, la regione autonoma asiatica incastonata nella parte Nord dell’Himalaya, è tutto questo e anche di più. È la meta ideale per un viaggio diverso dal solito, un’occasione unica per riscoprire sé stessi tra la bellezza della natura incontaminata e il silenzio dei monasteri buddhisti.

Non è un caso che sia conosciuto anche come “tetto del mondo”: le sue vette sono un richiamo irresistibile per gli appassionati della montagna alla ricerca di una scalata indimenticabile. Un viaggio in Tibet significa anche scoprire un regno che è scomparso per sempre, ma ha lasciato un segno indelebile nel paesaggio.

Le rovine di Guge permettono al visitatore di capire quanto fosse ricco culturalmente e artisticamente il Tibet nell’antichità. Addentrarsi in quella che un tempo era un’importante rotta commerciale è senza dubbio un’esperienza che vale la pena provare.

Gli incantevoli paesaggi del Regno di Guge

Scomparso a seguito di una guerra alla metà del ‘600, il Regno di Guge si mostra ancora oggi in tutta la sua bellezza, grazie alle rovine rimaste intatte e protette dalle montagne rocciose. Il clima secco e fresco del luogo è stato uno dei maggiori artefici della meravigliosa conservazione dei resti di una civiltà che ha avuto il suo massimo splendore diversi secoli fa.

Il complesso, arroccato su una collina alta 300 metri, ha un fascino che rapisce al primo sguardo per la sua maestosità. Proprio questa collina, infatti, emerge in tutta la sua grandezza dalla riva del fiume Xiangquang, appartenente al distretto di Zaborang, a pochi chilometri dalla contea di Zada regalando un pizzico di mistero a quello che una volta è stato il Regno di Guge.

A dominare il paesaggio è il palazzo, che sembra un castello e che sovrasta l’intero territorio a cui fanno seguito i templi e gli edifici residenziali, tutti collegati da un complicato sistema di tunnel sotterranei.

A rendere ancora più affascinante questo luogo ci ha pensato il restauro completato nel 2016 che ha riportato alla luce stanze, pagode, tombe, opere d’arte e soprattutto dei murales particolari presenti all’interno dei quattro templi che hanno contribuito a rendere famoso il regno.

Panorama del Regno di Guge

Fonte: iStock

Il meraviglioso panorama del Regno di Guge

La fine del Regno di Guge

Ma come è possibile che una civiltà così prolifera, epicentro delle rotte commerciali, sia scomparsa all’improvviso? I motivi della fine di un regno che al suo apice comprendeva l’intero Ngari e si estendeva anche al Kashmir e all’odierno Pakistan, non sono molto chiari, anche se sono state formulate delle teorie in proposito.

Secondo una di queste ricostruzioni, bisogna tornare indietro al IX secolo, quando finì il regno dell’imperatore del Tibet Lang Dharma a causa di una guerra civile.

Il pronipote di Lang Dharma, Jide Nyimagon, si spostò con il suo seguito fino a Ngari dove fondò il Regno di Guge. A loro volta, i tre figli di Nyimagon fondarono altrettanti regimi, Guge, Ladakj e Burang. Fu proprio la conquista del Palazzo di Guge nel 1635 da parte dell’esercito del Regno di Ladakh a mettere la parola fine allo stesso Regno di Guge. Il palazzo fu completamente devastato e i famigliari dell’ultimo imperatore di Guge sparirono per sempre.

È una storia davvero emozionante che si può apprezzare ancora meglio ammirando da vicino lo splendore di queste rovine.

Rovine delle abitazioni di Guge

Fonte: iStock

Uno scorcio delle rovine del Regno di Guge
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C’è una strada che puoi percorrere seguendo la luce dei fari

Sono tante le cose che ci spingono a metterci in viaggio e a raggiungere mete lontane o vicine. Sono le attrazioni iconiche del mondo, sono le culture e le tradizioni che non conosciamo e che non vediamo l’ora di toccare con mano. E poi, ancora, i paesaggi incontaminati, gli scenari da cartolina e quei patrimoni storici, culturali e paesaggistici che appartengono all’intera umanità.

E se è vero che la scelta di una destinazione segue inevitabilmente il volere del cuore e i gusti di ogni singolo viaggiatore, è altrettanto vero che tutti siamo mossi dallo stesso desiderio di vivere esperienze uniche e irripetibili.

Ed è proprio in una di queste esperienze che vogliamo accompagnarvi oggi, quella che ci porta lungo una strada che si percorre seguendo la luce dei fari, la stessa che conduce in alcuni dei luoghi più suggestivi e panoramici del mondo intero. Benvenuti sulla Route des Phares.

La Route des Phares

Il suo nome è Route des Phares, e tradotto letteralmente vuol dire la strada dei fari. Un nome tanto evocativo e suggestivo quanto calzante che ci introduce a quella che è una delle strade più belle del mondo.

Per scoprirla dobbiamo recarci in Bretagna, la penisola collinare del nord della Francia, conosciuta per la sua costa frastagliata, per le cittadine balneari e per tutti quei panorami da cartolina che si possono scoprire a ogni chilometro percorso.

Ogni anno, in questo luogo straordinario, migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il globo giungono per ammirare quelli che sono gli scorci panoramici più belli del mondo. Ma c’è un altro modo per scoprire quella che è una delle coste più straordinarie dell’intera Europa, ed è quello che ci porta sulla strada dei fari.

I guardiani solitari del mare e della costa, in questo tratto di strada che va da Brignogan e arriva fino a Brest, si trasformano in nuovi e inediti punti cardinali che accompagnano gli avventurieri in un viaggio alla scoperta di luoghi iconici, selvaggi e straordinari, illuminando di luce il loro percorso.

Pointe de Saint-Mathieu

Fonte: iStock

Pointe de Saint-Mathieu

Alla scoperta della costa bretone e dei suoi fari

Sono alti e maestosi, più piccoli e suggestivi, alcuni estremamente solitari. Ma tutti sono uniti nella stessa missione, quella di illuminare le coste e il sentiero dei viaggiatori.

I fari che si snodano lungo la selvaggia costa bretone sono tantissimi, basti pensare che qui è presente la più alta concentrazione di questi guardiani notturni. Ed è proprio a loro che è stato affidato il compito di illuminare il viaggio on the road che porta alla scoperta di questo luogo straordinario.

Sulla Route des Phares è possibile incontrare quelli che sono i fari più belli e suggestivi della Bretagna, e forse del mondo intero. La strada si snoda per circa 90 chilometri e conduce ad alcuni dei luoghi più incontaminati e iconici di tutto il territorio.

Alcuni di questi fari, quasi tutti, sono aperti al pubblico e consentono ai visitatori di salire in cima, dalla quale è possibile godere di un panorama mozzafiato. Tra i più belli e affascinanti troviamo quello di Saint Mathieu, che prende il nome dal promontorio sul quale è collocato. Solitario, maestoso e imponente, questo faro è circondato da scogliere frastagliate e altissime che creano uno scenario unico al mondo.

Tra i fari più scenografici di tutta la Bretagna troviamo il Petit Minou. Situato sulla costa settentrionale, a pochi chilometri da Brest, questo guardiano solitario posizionato a picco sul mare e collegato alla terra da un ponte di pietra, crea un panorama unico al mondo. Impossibile non innamorarsi.

C’è poi un faro, non lontano da Brignogan, che stupisce e incanta per la sua maestosità. Si tratta del Phare de l’Ile Vierge e, con i suoi 83 metri d’altezza, è il faro più alto d’Europa, ed è spettacolare.

Phare de l'Ile Vierge

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Phare de l’Ile Vierge
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Dormire in una capanna galleggiante nel cuore di una riserva naturale

Le esperienze che andiamo cercando quando ci mettiamo in viaggio, attraversando il mondo intero o restando nel nostro Paese, passano inevitabilmente anche per gli alloggi. Negli ultimi anni, infatti, l’esigenza di pernottare all’interno di strutture non convenzionali ci ha permesso di vivere avventure incredibili e uniche.

Lo sanno bene tutte quelle persone che hanno scelto di rifugiarsi all’interno di baite nel bosco o di alloggiare nelle case sugli alberi, quelle che hanno dormito in alloggi stravaganti come navicelle spaziali, carrozze dei treni o bolle trasparenti sotto il cielo stellato.

Lo sanno bene tutti coloro che sono disposti ad attraversare il mondo per dormire in mezzo alla natura, per connettersi con essa e vivere avventure mozzafiato. Ed è quello che succede in Thailandia, nella riserva naturale di Khao Sok, dove capanne galleggianti ospitano i viaggiatori con la promessa di vivere l’esperienza più incredibile di una vita intera.

Le case galleggianti sul lago di Khao Sok

Un parco straordinario, una diga fondamentale e un lago cristallino che sembra un gioiello: questo è il panorama che si palesa davanti agli occhi dei viaggiatori che raggiungono la riserva naturale di Khao Sok, ed è meraviglioso.

Ci troviamo nella provincia di Surat Thani, al cospetto della più grande e incontaminata foresta pluviale di tutta la Thailandia. L’area, che negli ultimi anni è diventata meta ambita e frequentata dai viaggiatori di tutto il mondo, ha mantenuto intatta la sua straordinaria autenticità, oltre ad aver preservato una biodiversità straordinaria di flora e fauna.

Ed è proprio in questo scenario da favola, circondato tutto intorno da una natura lussureggiante, che si trova un resort galleggiante. Una struttura davvero unica che consente ai viaggiatori di vivere un’esperienza inedita e sorprendente nel cuore del parco.

Le capanne galleggianti di Keeree Warin hanno tutto ciò di cui i viaggiatori hanno bisogno. Dal bagno privato alla camera da letto, passando per altri comfort che per attenzione e dettagli ricordano le strutture ricettive di lusso. Ma il vero lusso, qui, è dato dalla posizione unica e strategica di queste capanne sul lago che offrono un panorama mozzafiato.

Si vive sull’acqua in un’atmosfera di assoluta tranquillità, in un paesaggio in grado di rigenerare i sensi e accarezzarli dolcemente, dove a farla da padrone è la natura selvaggia con i suoi suoni, i suoi colori e le sue forme.

L’esperienza ha inizio già durante il percorso per raggiungere le case galleggianti di Keeree Warin. Per arrivare al resort, infatti, è necessario navigare il lago per poco più di un’ora a bordo di una long-tail boat, la caratteristica imbarcazione a coda lunga utilizzata nel Paese. Dopo di che si arriva alla capanna: fermatevi qualche minuto a osservare il panorama che vi circonda, da qui la vista è meravigliosa.

Keeree Warin Chiewlarn Resort

Fonte: Getty Images

Keeree Warin Chiewlarn Resort

Tutte le meraviglie del Parco Nazionale di Khao Sok

L’ambiente in cui sorge il resort di Keeree Warin è davvero unico. Le capanne galleggianti, infatti, sono circondate da colline caratterizzate da una vegetazione fitta e rigogliosa che si affacciano e si specchiano sullo splendido lago.

Questo alloggio straordinario non solo rappresenta il modo più autentico per ritrovare il contatto con una natura straordinaria, ma è anche il punto di partenza perfetto per scoprire le meraviglie del Parco Nazionale di Khao Sok.

Istituita nel 1980, questa riserva naturale del sud della Thailandia, preserva e conserva alcune delle aree più incontaminate del Paese. C’è la foresta fitta e rigogliosa che ospita animali selvatici e piante antiche e rare, ci sono delle formazioni carsiche calcaree che spuntano dall’acqua e svettano verso il cielo creando uno scenario da fiaba. Godetevi il paesaggio onirico: la vista più bella del mondo è qui.

Keeree Warin Chiewlarn Resort

Fonte: Getty Images

Keeree Warin Chiewlarn Resort