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I pozzi indiani che sono dei capolavori architettonici

Per via delle inevitabili associazioni con il nostro sapere e la nostra conoscenza, quando pensiamo ai capolavori architettonici dell’India ci vengono subito in mente il Taj Mahal o i sontuosi palazzi del Rajasthan. Invece non è tutto qui, perché per esempio, proprio in Rajasthan, si trovano dei veri e propri esempi di bellezza e arte pensati dall’uomo e per l’uomo: i pozzi indiani con gradini.

Queste strutture sono sparse per tutto lo Stato (ma se ne trovano altri in giro per l’India) e non solo restituiscono un colpo d’occhio che lascia senza fiato, ma hanno una storia lunghissima, che mescola acume, ingegno e necessità.

I pozzi indiani in Rajasthan e la loro storia

Immaginate di trovarvi di fronte a quelli che sembrano degli istrionici forti finemente decorati, caratterizzati da gradini che portano verso il centro: avrete un’idea di come possano apparire i pozzi indiani con i gradini. Di certo potreste chiedervi come siano nati, ed è presto detto: da sempre le regioni settentrionali e occidentali dell’India hanno dovuto lottare con la siccità. Lunghi periodi di secca portava la popolazione ad affrontare condizioni disperate e l’unico luogo dove si poteva trovare l’acqua era davvero molto, molto in profondità.

Pozzi indiani in Rajasthan: dei veri capolavori architettonici

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Il pozzo di Chand Baori

Accedere a luoghi sotterranei, com’è ovvio che sia, non era affatto semplice. Così, fra il 200 e il 400 d.C. alcuni regnanti del Rajasthan diedero ufficialmente il via alla realizzazione di pozzi che, inizialmente, si trovavano a ridosso di piccoli stagni. Con il passare del tempo e con l’aumento delle competenze in campo idrogeologico, la costruzione di queste strutture si fece via via più complessa, fino ad arrivare proprio alla costruzione dei pozzi con gradini, arricchiti da serbatoi, canali e dighe che garantivano la conservazione e la distribuzione dell’acqua.

I pozzi con gradini e la loro importanza

Più i pozzi con gradini diventavano efficienti, più architetti e regnanti si ingegnarono per farne dei veri e propri simboli di spiritualità e natura. In base alla loro struttura, i pozzi venivano consacrati a determinate divinità e venivano decorati in modo tale da inneggiare alla tranquillità, alla prosperità e alla gioia. Alcuni di questi pozzi hanno al loro interno degli spazi sacri dove chi si abbeverava, prelevava l’acqua o si bagnava potesse prima (o dopo) dedicare una preghiera di ringraziamento agli dei.

Pozzi indiani con gradini in Rajasthan: capolavori architettonici

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Il pozzo di Adalaj Vav

Tutti i pozzi sono scavati nella pietra e/o arricchiti con materiali come terra, pietrame e rocce. L’obiettivo era non solo quello di permettere a tutti di raggiungere l’acqua, ma anche di creare un ambiente che desse immediatamente sollievo dalla calura. Nei pressi dei pozzi, infatti, sono stati spesso piantati alberi e creati dei padiglioni per consentire a chiunque arrivasse di beneficiare sin da subito del ristoro che l’ambiente umido poteva garantire.

Il significato dei gradini dei pozzi indiani

Ma perché ci sono così tanti gradini nei pozzi indiani? Chiaramente tutto è stato studiato per permettere alle persone di raggiungere l’acqua, ma attenzione: niente è stato lasciato al caso. I pozzi indiani (che in Rajasthan vengono chiamati anche bawdibawribaoli o bavadi) erano suddivisi in piani specifici destinati a ogni classe sociale e l’accesso all’acqua avveniva tramite percorsi differenti che, naturalmente, portavano a dei “laghetti” artificiali differenti.

I pozzi con gradini del Rajasthan: capolavori d'architettura

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Il pozzo di Chan Baori

Non era permesso, per esempio, che donne e uomini accedessero allo stesso laghetto, così come non era permesso che ricchi e poveri si incontrassero. Inoltre, alcuni percorsi erano destinati a portare a delle aree specifiche destinate a cerimonie sacre o alle attività religiose in generale. Infine, in alcuni pozzi in particolare la discesa (e poi la salita) dei gradini poteva anche essere un cammino di caduta e rinascita: sono state infatti trovate delle incisioni che testimoniano questo valore simbolico.

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Anche l’Italia ha il suo castello delle fiabe: è spettacolare

Il castello nell’immaginario collettivo è un luogo meraviglioso, immerso in scenari fantastici pieni di mistero e di quella magia che è difficile spiegare a parole. Il Castel Savoia che si trova a Gressoney-Saint-Jean, in Valle d’Aosta, rispecchia in pieno tutte queste caratteristiche. Una volta arrivati si staglia davanti ai nostri occhi un paesaggio mozzafiato, complice il fatto di essere posizionato a 1350 metri di altitudine che ne fanno un piccolo gioiellino degno delle migliori favole. In inverno come in estate è il luogo in cui la natura regna incontaminata.

Fatto costruire dalla Regina Margherita nel 1899, che era solita trascorrere il periodo estivo proprio a Gressoney, domina tutta la vallata e le cime del Monte Rosa.

Un castello solo apparentemente austero

Costruito in una posizione spettacolare, il meraviglioso castello riesce a far convivere contemporaneamente differenti stili che tutti insieme, riescono ad armonizzare e a restituire un paesaggio fiabesco come pochi.

L’austerità delle cinque torri si nota subito dal rivestimento in mattoncini ma la presenza di numerose finestre esaltano la bellezza della struttura, soprattutto quando è ricoperta dalla neve o quando viene baciata dai raggi del sole.

Una volta varcata la soglia, quello che può sembrare a prima vista un ambiente freddo si riscalda e diventa accogliente grazie alla maestosa scala in legno di rovere riccamente decorata con intagli.

È uno degli elementi architettonici più affascinati di questo edificio e conduce direttamente a quello che a inizio ‘900 era il piano nobile. Qui infatti si trovano l’appartamento del Re Umberto I e le stanze della Regina Margherita. Il pianterreno invece era destinato alla sala da pranzo, a diversi salottini e alla veranda dalla quale si può ammirare il paesaggio. Il tratto distintivo di ogni ambiente è quello di essere decorato con pitture e arredi che richiamano lo stile medievale e non solo. Molte decorazioni si ispirano alla margherita, proprio in onore del nome della regina.

Agli arredi che riportano a un’epoca lontana si contrappongono dei servizi che per l’epoca potevano considerarsi all’avanguardia. Infatti, la sovrana aveva a disposizione acqua calda, termosifoni, l’illuminazione elettrica e addirittura un binario sotterraneo che serviva come mezzo di comunicazione tra la sala da pranzo e la cucina collocata in un altro edificio.

Castel Savoia a Gressoney interno

Fonte: Getty Images

Una delle stanze di Castel Savoia a Gressoney

A contatto con la natura: la passeggiata della Regina

Il panorama senza eguali e la grande passione per la montagna e l’escursionismo hanno fatto sì che la moglie di Umberto I scegliesse Castel Savoia come sua dimora estiva. La Regina Margherita, infatti, amava stare a contatto con la natura e immergersi in essa per scoprire ogni sua meraviglia.

Non è un caso che dal castello parta quella che oggi viene chiamata la “passeggiata della Regina”. Il sentiero facile da percorrere è lungo circa 3 km e arriva fino a Tschemenoal, una delle frazioni più pittoresche di Gressoney. Il sentiero ancora oggi conserva tutte quelle caratteristiche che hanno fatto innamorare perdutamente la sovrana come pini, abeti e un verde che spicca su ogni altra cosa. A rendere ancora più incantevole il panorama c’è poi il Lago di Gover, di origine artificiale, il luogo ideale in cui rilassarsi e la classica ciliegina sulla torta di un viaggio rigenerante.

Paesaggio Castel Savoia a Gressoney

Fonte: iStock/afinocchiaro

Il paesaggio mozzafiato di Castel Savoia a Gressoney
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Puoi dormire sotto il cielo stellato illuminato dall’aurora boreale: l’esperienza da sogno

Le esperienze di viaggio, quelle uniche e straordinarie che ci permettono di costruire i ricordi più belli di una vita intera, passano anche per gli alloggi. Non si tratta più solo di scegliere strutture ricettive per il riposo e il ristoro, ma di vivere avventure al di fuori dell’ordinario che sono parte integrante e caratterizzante di una vacanza, indipendentemente dalla destinazione.

Lo confermano le case sugli alberi, i lodge immersi nel deserto, le cabine nelle foreste e poi, ancora, gli hotel a tema e quelli caratterizzati da design originali e bizzarri. Tutte strutture ricettive, queste, che hanno in comune il medesimo obiettivo: rendere le avventure di viaggio indimenticabili.

E se è un’esperienza straordinaria e unica che volete vivere, allora, c’è solo un luogo che dovete raggiungere. Si tratta di un villaggio situato nella Lapponia Finlandese dove è possibile dormire sotto il cielo stellato illuminato dagli incredibili colori dell’aurora boreale.

Il villaggio con vista sull’aurora boreale

Il viaggio di oggi ci conduce tra gli incantati e incontaminati scenari della Lapponia Finlandese, proprio lì dove la natura regna incontrastata e il cielo mette in scena spettacoli di incredibile bellezza. Ci troviamo a Sirkka, un piccolo e delizioso paese tradizionale che negli ultimi tempi si è trasformato in una straordinaria località turistica che attira viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Le stazioni sciistiche di Levi e Yllas soddisfano le esigenze degli appassionati degli sport invernali, mentre i parchi nazionali Lemmenjoki e Pallas-Yllastunturi, facilmente raggiungibili dal villaggio, incantano lo sguardo di tutti gli appassionati della natura.

Ma c’è qualcosa di ancora più straordinario da vedere a Sirkka, uno spettacolo che si snoda proprio sopra le teste degli avventurieri che giungono fin lì. Si tratta dell’aurora boreale, uno dei fenomeni naturali più affascinanti del mondo intero. Ma non finisce qui perché proprio nel paese è stata costruita una struttura ricettiva, un villaggio in mezzo alla natura dotato di alloggi con soffitti trasparenti che permettono un accesso privilegiato al cielo stellato.

Quando le luci dell’aurora boreale illuminano le stelle, e tutto il paesaggio intorno, lo spettacolo diventa incredibile. È allora che, dal calore della propria stanza, è possibile vivere l’esperienza più magica di una vita intera.

Le cabine del Northern Lights Village

Fonte: Visit Finland

Le cabine del Northern Lights Village

Dormire sotto l’aurora boreale: l’esperienza da sogno

Il suo nome è Northern Lights Village, ed è il villaggio che nasce proprio sotto l’aurora boreale. La struttura, che dista 17 km da Levi e 33 km dall’Aeroporto di Kittilä, è completamente immersa nella natura lussureggiante della Lapponia Finlandese.

Il villaggio ospita diverse cabine dotate di ogni comfort e caratterizzate da ampi soffitti in vetro che permettono l’osservazione diretta sul cielo stellato al calar del sole. Succede che quando l’aurora boreale arriva di notte, illuminando di bellezza tutto intorno, è possibile assistere allo spettacolo incredibile direttamente dai caldi e intimi interni delle stanze.

Di giorno, invece, è possibile andare alla scoperta del territorio circostante grazie ad attività come safari con le renne, passeggiate con gli husky e ciaspolate, per lasciarsi suggestionare dall’incredibile paesaggio innevato che trasforma questo luogo in una straordinaria cartolina invernale.

Gli alloggi con vista sull'aurora boreale nella Lapponia Finlandese

Fonte: Visit Finland

Gli alloggi con vista sull’aurora boreale nella Lapponia Finlandese
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Alle porte di Pisa, c’è un palazzo che lascia a bocca aperta

La Torre di Pisa, nella meravigliosa piazza dei Miracoli, catalizza l’interesse di quasi tutti i turisti che visitano dalla città arrivando da tutto il mondo per l’unicità – indiscussa – di questo scorcio d’Italia.

Basta uscire di poco dalla città, però, per trovarsi difronte a uno degli edifici più incredibili e assolutamente inaspettati che esistano nel nostro Paese.

Pochissimi lo conoscono, ma è uno dei segreti meglio conservati che abbiamo nel nostro Paese. E merita una visita. Con tutta la famiglia. Si tratta della Certosa di Calci, che qualcuno chiama anche Certosa di Pisa, che dista una decina di chilometri dal centro città.

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Fonte: 123rf

Lo scalone della Certosa di Calci

La Certosa di Calci

Alle pendici del Monte Pisano, in quella valle oggi nota come Val Graziosa (“piena di grazia”, ma che un tempo era chiamata “buia”), la certosa ospitava un monastero certosino, ma a vederla è tutt’altro che un edificio austero come dovrebbe essere un luogo religioso.

Fondato nel 1366 da una famiglia di certosini, il complesso è stato ampliato tra il XVII e il XVIII secolo. Fu abitato dai monaci fino agli Anni ’70 quando poi lo abbandonarono per riaprire, negli Anni ’90, come Museo Nazionale. Oggi, è uno splendido monumento Barocco inserito in un contesto paesaggistico molto suggestivo.

Se dall’esterno, con la sua grandezza e maestosità, è visibile a distanza di chilometri, è all’interno delle sale, delle cappelle, degli scaloni e dei lunghi corridoi che riserva incredibili sorprese.

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Fonte: 123rf

Gli affreschi nella Certosa di Calci, Pisa

Cosa vedere

Completamente circondata da mura, la Certosa di Calci era una sorta di cittadella indipendente con tanto di pozzo d’acqua, orti coltivati e persino una farmacia. Una volta entrati nel complesso monastico, un grande parco accoglie i visitatori che accedono agli spazi chiusi attraverso uno scalone a doppia rampa che ricorda più l’accesso a una villa di delizia che a un monastero.

Lo stesso edificio in stile Barocco sembra più un castello che un luogo di culto. E sorprendenti sono gli interni: una miriade di sale e di piccole cappelle collegate tra loro da corridoi. Non c’è un ambiente che non sia completamente affrescato, dalle pareti al soffitto fino alle cupole, e poi stucchi, boiserie intagliate e pavimenti di marmo intarsiati: un tripudio di forme, colori e decori che fanno girare la testa.

Cicli pittorici del Vecchio e del Nuovo Testamento, e poi Vescovi, Santi, Sovrani e figure allegoriche: non manca nessuno.

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Fonte: 123rf

La spezieria della Certosa di Calci

Le sale imperdibili

L’interno della Certosa di Calci è una vera meraviglia, ma ci sono alcuni ambienti che lo sono ancor più e che meritano assolutamente una visita. Uno di questi è la Foresteria Granducale, così chiamata perché riservata ai re di Toscana che di tanto in tanto vi soggiornavano, con stucchi e affreschi di allegorie. Un altro è il refettorio, l’unico luogo dove i monaci potevano parlare tra loro, altrimenti le loro giornate le trascorrevano nel silenzio più completo, con un bellissimo affresco dell’Ultima cena.

Altri ambienti sono le celle dei monaci, disposte intorno a un grande chiostro. Non piccole stanze anguste e desolate, ma grandi appartamenti composti da più stanze con tanto di giardino privato. A ciascuna cella si accede attraverso una porta di legno decorata a indicare l’identità dell’inquilino che riceveva la razione di cibo quotidiano attraverso un passavivande esterno girevole.

Da non perdere anche l’antica spezieria (la farmacia), con ampi scaffali di legno e vasi – i cosiddetti “albarelli” – decorati che un tempo contenevano erbe medicinali per curare ogni sorta di male.

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Fonte: 123rf

Il chiostro delle celle dei monaci a Calci

Il Museo di storia naturale

In un’ala della Certosa è stato aperto un interessante museo, quello di storia naturale dell’Università di Pisa. Le sale ospitano collezioni di paleontologia, mineralogia e zoologia raccolte fin dal 1500, mentre all’esterno, nel grande giardino, è stato sistemato il gigantesco scheletro di un dinosauro.

Il museo ospita anche una delle gallerie di cetacei più grandi d’Europa, con interi scheletri di balena. Questa esposizione si trova nell’attico dell’ex monastero da cui, tra l’altro, si può godere di una bellissima vista sul territorio.

Visitare la Certosa di Calci e il museo

La Certosa di Calci è gestita dal ministero dei Beni culturali ed è aperta tutto l’anno. La visita è accompagnata dal personale del Polo museale della Toscana, mentre il Museo di storia naturale si può visitare liberamente tutti i giorni dalle 9 alle 19, la domenica e tra il 1° giugno e il 30 settembre fino alle 20.

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Fonte: 123rf

Affreschi e boiserie nelle sale della Certosa di Calci
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Dormire nel nido di un condor in cima al mondo: l’esperienza mozzafiato

Ogni giorno ci mettiamo in viaggio per vivere quelle che sono le avventure più belle della nostra vita. Lo facciamo per raggiungere tutte quelle meraviglie che appartengono al nostro pianeta e che sono state plasmate da Madre Natura, per esplorare quei territori suggestivi che abbiamo visto solo attraverso le immagini e per scoprire e riscoprire tutti quei capolavori creati dall’uomo che si sono trasformati nel simbolo di città e Paesi interi. Ma lo facciamo soprattutto per vivere esperienze uniche e indelebili da incorniciare nei nostri ricordi più belli.

E quando parliamo di esperienze di viaggio, non possiamo non menzionare anche gli alloggi. Non si tratta più, infatti, solo di scegliere un luogo in cui dormire, risposare e sostare, perché le offerte ricettive negli ultimi anni sono diventate sempre più straordinarie, emozionali ed esperienziali. Dei veri e propri sogni a occhi aperti da vivere e condividere.

E se è un sogno che volete vivere, allora abbiamo l’alloggio giusto che fa per voi. Si tratta di una capsula trasparente, ispirata al nido di un condor, e posizionata in cima al mondo. È qui che i viaggiatori più temerari possono vivere un’esperienza mozzafiato.

Dormire nel nido di un condor in Perù

Arroccate sulla cima della montagna che affaccia sulla suggestiva Valle Sacra di Cuzco, le capsule di vetro dello Skylodge Adventure Suites incantano e meravigliano, e regalano un’esperienza senza eguali.

Ci troviamo in Perù, tra le straordinarie bellezze naturali e storiche che appartengono a uno dei Paesi più affascinanti del mondo intero. Foresta Amazzonica e Machu Picchu, leggende inca, siti archeologici e città coloniali: un viaggio in questo straordinario territorio è destinato incantare gli occhi e a rubare il cuore.

E come se non bastassero tutte le avventure che si possono vivere organizzando un viaggio qui, ecco che c’è un’altra esperienza pronta a conquistare il cuore dei viaggiatori: un sogno a occhi aperti che si realizza tra le cime della montagna della Valle Sacra. È qui, infatti, che è stata costruita una struttura ricettiva unica e sensazionale che propone alloggi al di fuori dell’ordinario.

Si tratta capsule trasparenti abbarbicate sulla cime di una montagna della Valle Sacra del Perù. Proprio per la strategica posizione, e per le forme e i lineamenti, questi straordinari alloggi sono stati ribattezzati “nido del condor”. Sospesi tra cielo e terra, in uno dei territori più suggestivi del mondo, i viaggiatori possono vivere l’esperienza più magica di sempre: quella di dormire in mezzo alla natura sotto un cielo popolato da centinaia di stelle luminose.

Dormire nel nido del condor, Perù

Fonte: Airbnb

Dormire nel nido del condor, Perù

L’alloggio dei sogni in cima al mondo

Se è un sogno a occhi aperti che volete vivere, allora, il nido del condor in Perù saprà esaudire tutti i vostri desideri. Le capsule sospese delle Skylodge Adventure Suites, prenotabili su Airbnb, sono completamente trasparenti, così da permettere agli ospiti di abbracciare con lo sguardo la magica e mistica valle di giorno e anche di notte, quando arrivano le stelle a illuminare tutto intorno.

Arrivare alle capsule non è semplicissimo. Questi alloggi trasparenti, infatti, sono posizionati a un’altezza di 400 metri e sono raggiungibili scalando la via ferrata o percorrendo un intrepido sentiero attraverso le zipline. Faticoso è vero, ma l’esperienza da vivere è impagabile. Del resto si tratta di un alloggio in cima al mondo.

Le capsule dello Skylodge Adventure Suites, infatti, fanno parte proprio della categoria “In cima al mondo” di Airbnb, quella che permette ai viaggiatori di tutto il mondo di alloggiare in case o strutture che si trovano a oltre 3000 metri sul livello del mare e di godere di viste mozzafiato.mozzafiato;

Skylodge Adventure Suites

Fonte: Airbnb

Skylodge Adventure Suites
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L’igloo trasparente nella natura innevata con vista sull’aurora boreale

I viaggi che facciamo intorno al mondo, indipendentemente dalle motivazioni che ci spingono ad esplorarlo, sono destinati a incantarci e a stupirci ogni volta. Lo fanno i paesaggi naturali che lasciano senza fiato, i capolavori architettonici creati dall’uomo che diventano il simbolo di città e Paesi interi. Lo fanno anche tutte quelle culture e tradizioni che possiamo toccare con mano, e che sono lontanissime da noi.

E questo succede proprio perché è quando siamo in movimento che viviamo le esperienze più incredibili e straordinarie di sempre, quelle che per bellezza e meraviglia superano persino le aspettative e i nostri sogni.

Ed è un vero e proprio sogno a occhi aperti che oggi vogliamo farvi vivere portandovi in un luogo che sembra uscito da una fiaba. Una radura sconfinata e magica che è così bella non sembrare reale, lì dove è possibile dormire in un igloo trasparente completamente immerso nella natura innevata con vista sull’aurora boreale. Benvenuti a Ruka, nella magica Lapponia finlandese.

Viaggio tra le meraviglie naturali della Lapponia finlandese

È un viaggio incredibile e senza eguali, quello che ci conduce verso la Lapponia finlandese, in quei luoghi che incantano la vista e riscaldano il cuore, anche se le temperature raggiungono lo zero.

Un’avventura delle meraviglie che si perde tra i paesaggi di Ruka e Kuusamo, la zona più bianca e nevosa di tutta la Finlandia, nonché celebre località sciistica e luogo dove si snoda lo splendido Parco Nazionale di Oulanka.

Il territorio, che si estende ai confini della Russia e in prossimità del Circolo Polare Artico, regala scenari davvero incantati che sembrano usciti dai più bei libri di fiabe. Il paesaggio, che durante l’inverno viene completamente avvolto dalla bianca e candida neve, si trasforma della cartolina invernale più bella si sempre.

Ed è proprio qui, tra il fascino e la suggestione della Lapponia finlandese, che è possibile vivere una delle esperienze più incredibili di una vita intera. Quella di dormire all’intento di un igloo trasparente completamente immerso in una foresta innevata ad appena dieci chilometri dalla stazione sciistica di Ruka.

Magical Pond, gli igloo nella Lapponia Finlandese

Fonte: Visit Finland

Magical Pond, gli igloo nella Lapponia Finlandese

L’igloo trasparente con vista sull’aurora boreale: l’esperienza straordinaria

Il suo nome è Magical Pond, ed è molto più di una struttura ricettiva, si tratta di un’avventura senza eguali destinata a incantare i viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

A poco meno di dieci chilometri da Ruka, e dalla sua stazione sciistica che è da sempre meta prediletta degli appassionati degli sport invernali, tutta una serie di igloo trasparenti si snodano all’interno di un’area verdeggiante e lussuosa. La struttura è inserita in maniera armoniosa nel paesaggio con l’obiettivo di rispettare l’ambiente, tutelarlo e valorizzarlo. L’elettricità, infatti, o ottenuta esclusivamente grazie all’energia idroelettrica, una scelta questa che ha fatto guadagnare a Magical Pond le certificazioni Sustainable Travel Finland e Green Key.

Accoglienti e moderni, gli igloo sono tutti dotati di una facciata trasparente che permette agli ospiti di vivere un’esperienza di lusso, quella dell’osservazione diretta della natura a ogni ora del giorno e della notte. Caratterizzati da un arredamento scandinavo e dotati di ogni comfort, gli alloggi garantiscono una vista mozzafiato sulla natura selvaggia e autentica della Lapponia finlandese.

Da qui è possibile avvistare le renne e gli altri animali che popolano la foresta e che fanno capolino tra gli alberi coperti di neve per dare il benvenuto agli ospiti. Poi, quando il sole lascia spazio al crepuscolo, ecco che il compito di illuminare l’intera area è affidato al cielo stellato che qui brilla come non mai.

Da fine agosto ad aprile, io viaggiatori più fortunati possono ammirare lo splendore della Via Lattea illuminata dai colori dell’aurora boreale. Mettetevi comodi: lo spettacolo ha inizio.

Magical Pond, gli igloo con vista sull'aurora boreale

Fonte: Visit Finland

Magical Pond, gli igloo con vista sull’aurora boreale
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Il Castello di Rambouillet, una perla reale immersa nel verde

A solo un’ora da Parigi, in Francia, è possibile immergersi nel verde di una delle foreste più belle dell’intero Paese, la Foresta di Rambouillet, anche chiamata di Yveline, che culmina, come nelle favole più belle, con la splendida e romantica veduta di un maniero. Si tratta del Castello di Rambouillet, una perla a soli 60 chilometri dalla capitale.

Un‘antica tenuta reale che, nel corso degli anni, ha ospitato personalità storiche del calibro di Luigi XVI e la sua sposa Maria Antonietta. Un luogo carico di fascino, elegante e suggestivo e che attualmente è sede di rappresentanza del Presidente della Repubblica Francese. Un castello che sa conquistare a prima vista, grazie alla bellezza della sua struttura costruita intorno al 1300 e alla ricchezza dei suoi ambienti interni, dove si possono scoprire oggetti e un mobilio di un’epoca di lustro ormai passata ma che ancora vive tra le mura del Castello di Rambouillet.

Il castello

Dalla Sala del Consiglio alla maestosa scalinata realizzata in stile rinascimentale, fino al boudoir di Maria Antonietta, in un tour nella storia che, in poco meno di due ore, vi regalerà emozioni uniche e tutta la bellezza di un luogo che, attraverso i secoli, non ha perso nulla del suo fascino originario. Ma non solo. Perché il Castello di Rambouillet nasconde delle chicche davvero eccezionali e che meritano di essere scoperte e vissute a pieno.

Passeggiando nel verde del parco che circonda la tenuta, infatti, ci si può piacevolmente imbattere nella Capanna della Principessa di Lamballe. Si tratta di una piccola e caratteristica abitazione, realizzata con un tetto di paglia in stile rurale ma che, una volta entrati, si manifesta in tutta la sua straordinaria bellezza grazie alle sue pareti piene di conchiglie, pilastri in stile dorico, una preziosa cupola in madreperla e le stanze che, in epoca passata, venivano utilizzate dalle dame come toilette.

Altra tappa molto amata quando si visita il castello è quella nell’area che Luigi XVI di Borbone fece costruire in onore di Maria Antonietta, la latteria. Si tratta di una struttura dalle sembianze di un tempio neoclassico in cui primeggia la statua di una mucca durante l’allattamento del suo piccolo e in cui poter osservare gli antichi strumenti di porcellana che venivano usati per servire il latte. Tutto questo avverrà in un tour che vi saprà conquistare e che vi regalerà la possibilità di fare un tuffo nel passato.

La foresta di Rambouillet

Infine, altro passaggio che vale la pena compiere visitando l’affascinante Castello di Rambouillet, riguarda la foresta che lo circonda. Un luogo che attira milioni di visitatori ogni anno poiché si tratta di una delle riserve naturali più belle della Francia, e non solo.

Qui, tra la vegetazione che si mostra nelle sue infinite sfumature di colore e la fauna che la abita, scoiattoli, volpi, donnole, ghiri, faine, conigli, ricci, lepri, ecc., potrete godere di piacevolissimi momenti di relax, passeggiando nel verde e ammirando l’infinita bellezza della natura.

Il tutto immergendovi in un’atmosfera carica di fascino e di suggestione, in un’area della Francia custode di tesori e di meraviglie che sarà impossibile dimenticare.

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C’è un luogo del silenzio immerso nella natura toscana

È una quotidianità frenetica, caotica e sempre connessa quella che viviamo oggi, la stessa che troppo spesso ci costringe a trascurare il tempo da dedicare a noi stessi, al silenzio e alla rigenerazione dei sensi.

È anche per questo che il nostro modo di viaggiare è cambiato diventando più consapevole. Sempre di più, infatti, le persone di tutto il mondo approfittano delle vacanze per organizzare dei viaggi all’insegna del benessere fisico e mentale, dove il silenzio e la natura sono spesso gli unici protagonisti.

E se è questa l’esigenza che vi spinge a viaggiare oggi, allora, non potete non raggiungere questo luogo del silenzio immerso nella natura toscana. Un eremo francescano intriso di grande spiritualità che sorge ai piedi del Monte Sant Egidio e che è circondato tutto intorno dalla lussureggiante e verdeggiante natura della Valdichiana. Benvenuti all’Eremo Le Celle.

L’Eremo Le Celle

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Toscana, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione. Il suo capoluogo, per esempio, è considerato la culla del Rinascimento, un luogo che ospita e conserva alcune delle opere artistiche e architettoniche più importanti e celebri al mondo. Ma non è solo Firenze a incantare, nei suoi dintorni infatti si snodano tutta una serie di patrimoni paesaggistici e naturalistici che sorprendono e lasciano senza fiato, e che attirano ogni giorno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Il viaggio di oggi ci conduce proprio in Toscana, e più precisamente a Cortona. Situata in provincia di Arezzo, in una posizione dominante su tutta la Val di Chiana, la città è un gioiello tutto da scoprire che conserva la sua storia medievale nelle numerose testimonianze che caratterizzano il cuore cittadino. Partendo da qui, e percorrendo appena 5 chilometri, è possibile raggiungere l’Eremo Le Celle, un luogo affascinante e suggestivo dove ritrovare se stessi.

Il complesso è straordinario, non solo per la posizione strategica nel cuore della natura toscana, ma anche per il silenzio e la spiritualità che lo avvolgono e che lo rendono la meta ideale per tutti coloro che sono alla ricerca della pace e della tranquillità.

Un luogo del silenzio a due passi da Cortona

Situato a un’altezza di 550 metri di altitudine, a soli 5 chilometri dal centro storico di Cortona, l’Eremo le Celle è circondato tutto intorno dalla natura toscana, incastonato perfettamente tra il Monte Sant Egidio e la Val di Chiana. Il complesso è celebre sopratutto per aver ospitato San Francesco che, secondo la tradizione, proprio all’interno dell’edificio scrisse il suo testamento.

La storia del complesso è collegata direttamente al Santo che qui arrivò nel 1211 insediandosi all’interno di una struttura situata ai piedi del monte, dove costruì alcune celle. Nei secoli successivi, però, l’eremo fu lasciato in stato di abbandono fino a quando a prendersene cura furono i frati cappuccini, ai quali venne donato direttamente dal vescovo di Cortona.

A partire da quel momento, e fino a oggi, l’Eremo è diventato il luogo scelto per la formazione dei noviziati cappuccini. A viverci, invece, sono solo i frati che hanno scelto di restare in questo luogo del silenzio per pregare e per accogliere pellegrini e viaggiatori che desiderano immergersi in un luogo intriso di spiritualità e tranquillità.

È possibile anche dormire all’interno dell’eremo grazie a due casette adibite all’accoglienza di gruppi di viaggiatori che desiderano vivere un’esperienza all’insegna della spiritualità. I posti a disposizione sono circa 35 e gli ospiti possono restare per un massimo di 2 settimane. Quello che è richiesto, a chiunque voglia pernottare qui, è di condividere i momenti di preghiera con i frati. Non ci sono costi per vitto e alloggio, ma solo un’offerta libera.

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Questo è lo stadio più spettacolare del mondo: ti sorprenderà

Non si possono contare sulle dita di una mano tutte le meraviglie che popolano il mondo, le stesse che capeggiano le nostre travel wish list e che ci invitano ogni giorno a metterci in viaggio.

Lo facciamo per raggiungere le opere ingegneristiche e i capolavori architettonici firmati dall’uomo, per esplorare le attrazioni sensazionali che con i secoli si sono trasformate nei simboli di città e Paesi e per scoprire le aree archeologiche di estrema importanza che conservano e valorizzano le testimonianze storiche dell’intera umanità. Ma lo facciamo anche per osservare l’immenso patrimonio paesaggistico plasmato sapientemente da Madre Natura.

Il viaggio che vi proponiamo oggi, però, non ci porta in questa luoghi. Non sarà un’avventura alla scoperta di una delle meraviglie del mondo antico o moderno, né tanto meno di qualche miracolo della natura, ma di uno stadio. Non uno qualsiasi, ma il più spettacolare e suggestivo mai costruito fino a questo momento.

Lo stadio più bello del mondo

È un viaggio particolare e inedito quello che vogliamo fare oggi insieme a voi, ma non per questo meno straordinario. Sì perché la destinazione è un campo di calcio, uno stadio incredibile che sin dalla sua costruzione ha attirato la curiosità e l’interesse di moltissime persone. E non si tratta di una meta cara solo agli appassionati dello sport in questione, perché lo stadio di cui parliamo oggi è davvero un capolavoro visivo incastonato in un paesaggio mozzafiato destinato a incantare chiunque lo sorvoli, anche chi non ama il calcio.

Ci troviamo in Norvegia, e più precisamente a Henningsvaer, un pittoresco e delizioso villaggio di pescatori delle Isole Lofoten, nonché una delle mete turistiche più rinomate e frequentate dell’intero territorio. Diviso a metà dal canale principale, e per questo ribattezzato anche la Piccola Venezia delle Lofoten, il paese dei pescatori è caratterizzato da un’atmosfera sospesa e quasi incantata, scandita solo dal ritmo delle barche colorate in continuo movimento.

Un viaggio in questa destinazione consente di andare alla scoperta di uno dei villaggi più caratteristici e tradizionali delle Lofoten e di tutta la Norvegia, ma permette anche di ammirare quello che è lo stadio più bello del mondo. L’Henningsvaer Stadion, che prende il nome proprio dall’omonimo villaggio, è uno stadio galleggiante, circondato dal Mar di Norvegia. Il campo, infatti, è stato costruito su un piccolo isolotto roccioso collegato all’isola principale da un ponte.

Henningsvaer Stadium

Fonte: iStock

Henningsvaer Stadion

Benvenuti all’Henningsvaer Stadion

Il campo da calcio è stato realizzato su uno degli isolotti rocciosi emersi dalle acque del Mar di Norvegia, proprio nel cuore delle Lofoten. La superficie è stata livellata e ricoperta con un prato sintetico sul quale poi è stato costruito uno stadio che, come si evince dalle foto, non ha nulla a che vedere con le più moderne e avveniristiche costruzioni nel resto del mondo. Eppure si tratta di un vero e proprio capolavoro dell’uomo, al punto tale che qualcuno lo ha già ribattezzato come l’ottava meraviglia del mondo.

All’Henningsvaer Stadion non ci sono tribune, né tanto meno sono ospitate dispute internazionali o mondiali. A giocare nello stadio, costruito per il club calcistico di Henningsvaer, ci sono solo le squadre amatoriali. Ma questo non influisce in nessun modo sulla sua straordinarietà che, anzi, lo ha trasformato in una vera e propria attrazione turistica, non solo per la posizione strategica, ma anche per il panorama mozzafiato e naturale che si snoda tutto intorno.

Curiosità sull’Henningsvaer Stadion

Essendo completamente circondato dall’acqua, intorno al campo sono state posizionate delle griglie laterali realizzate con le rastrelliere utilizzate per l’essicazione del merluzzo. La loro presenza impedisce che la palla finisca in nel mare.

Henningsvaer Stadium

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Henningsvaer Stadion

 

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Conosci l’antica capitale della Scozia? È un luogo magico

Quando si pensa a un viaggio in Scozia, le tappe che vengono subito in mente sono due: Edimburgo e Glasgow. Sono le località più importanti del paese, ma per visitare la Scozia più autentica e intrigante non si può rinunciare a Dumferline. D’altronde si tratta dell’antica capitale, oltre che un concentrato impressionante di storia locale che rende il viaggio ancora più speciale. Il nome spiega molto di questa città che oggi vanta circa 60mila abitanti. Dumferline significa infatti “Il forte nella curva del fiume” (dal gaelico “Dun Fearam Linn”), un chiaro riferimento al corso d’acqua che scorre da queste parti e che nell’antico villaggio era di fondamentale importanza.

L’agglomerato originario di Dumferline risale addirittura al Neolitico, ma la sua prima registrazione ufficiale a livello geografico è quella dell’XI secolo, in occasione del matrimonio tra il re di Scozia Malcolm III e di Margaret. Fu proprio questa regina, vissuta tra il 1045 e il 1093 a far crescere a dismisura la città, grazie soprattutto a un’abbazia che nel tempo diventò la cattedrale e a un mausoleo in cui vennero sepolti sette sovrani scozzesi. L’ultima sepoltura reale risale al 1329, in occasione della morte di Robert Bruce, uno dei re più amati per il suo coraggio e dedizione.

Capitale della scozia e dell’economia

Il “magic moment” come capitale della Scozia durò diversi secoli, con un inesorabile declino nel periodo immediatamente successivo. Dumferline tornò a rifiorire soltanto all’inizio del ‘600, in occasione della prima rivoluzione industriale. Proprio nella città, infatti, si decise di costruire una fabbrica per la lavorazione del lino, tanto è vero che bastava pronunciare il nome della vecchia capitale per capire subito che si trattava del punto di riferimento nazionale per la biancheria. Dumferline sorgeva in un punto perfetto per queste attività, c’era abbondanza d’acqua e i mulini potevano essere alimentati senza problemi.
Non manca neanche un’aura di mistero nella storia dell’antico villaggio scozzese. Nel ‘700 un certo James Blake fu protagonista di quello che oggi definiremmo uno spionaggio industriale a tutti gli effetti: riuscì a entrare nelle fabbriche di lino damascato a Edimburgo e memorizzò la formula per la lavorazione, esportandola fino a Dumferline. Da quel momento l’antica capitale si specializzò proprio in questo settore con una fabbrica dopo l’altra e la produzione di tessuti sempre più raffinati e richiesti.

Il cimitero di Dumferline

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Il cimitero di fronte all’abbazia di Dumferline

Le altre attrazioni turistiche di Dumferline

Cosa non bisogna lasciarsi sfuggire durante una visita in questi luoghi? L’abbazia-cattedrale è senza dubbio l’attrazione principale, ma non l’unica, ci sono tanti spunti che possono rendere indimenticabile il viaggio. Il palazzo che sorge proprio di fronte a questo monumento non è un edificio a parte, visto che un tempo componeva proprio con l’abbazia un monastero benedettino con tanto di chiesa, appartamenti dei monaci, refettorio e molto altro ancora. Il sepolcro di Saint Margaret, la già citata Regina Margaret, è altrettanto affascinante, visto che conserva i resti della sovrana e in passato rappresentava un vero e proprio luogo di pellegrinaggio. Infine c’è la Abbott House, uno degli edifici più antichi di Dumferline, di proprietà in passato del commendatore dell’abbazia. Di sicuro è una tappa sorprendente e che vale la pena raggiungere almeno una volta nella vita.

Una veduta interna dell'abbazia di Dumferline

Fonte: iStock/Flavio Vallenari

L’interno dell’abbazia di Dumferline