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In Egitto, alla scoperta del tempio di Kôm Ombo

Un luogo di culto antico, in cui si sente vibrare il passato più remoto tra le pietre che sono lì da tanto tempo e che sono testimoni silenziose di una civiltà. Un’emozione che si può provare in Egitto se si visita il tempio di Kôm Ombo che è stato realizzato nel periodo della dinastia tolemaica, che ha governato il regno dal 305 al 30 a.C.

Si trova vicino all’omonima cittadina, sulla riva orientale del Nilo e a una quarantina di chilometri dalla grande città di Assuan. Pietre che ricordano il colore del sole e della terra e che sono state poste lì migliaia di anni fa a costruire un luogo di culto particolarissimo e suggestivo, un posto che vale la pena scoprire per carpire un po’ di quell’anima del passato così affascinante e, per certi versi, misteriosa.

Alla scoperta del tempio di Kôm Ombo

L’Egitto è una terra di bellezze, ricca di un passato che emerge con le sue preziose testimonianze in tanti luoghi e che ci fa sentire l’eco di un passato lontano e grandioso. Uno dei posti da visitare, se si programma un viaggio in questo Paese che sembra fare da collegamento tra Africa del Nord e Medio Oriente, è il tempio di Kôm Ombo. La sua storia è strettamente collegata a quella di Tolomeo VI, infatti è stato inizialmente costruito da lui proprio all’inizio del suo regno. Successivamente ha subito alcuni rimaneggiamenti per essere ampliato.

Su questo sito già precedentemente vi era una più antica struttura religiosa, che pare sia stata realizzata durante il Nuovo Regno, ovvero tra il 1550 e il 1069 a.C., ma ciò che possiamo ancora ammirare e apprezzare oggi è di un periodo diverso, ovvero quello greco-romano tra il 332 a.C. e il 395 d.C.

La peculiarità di questo tempio è quella di essere dedicato a due dei (il dio coccodrillo Sobek e il dio falco Har wer) e così ha due ingressi, due corti, ma anche due sale ipostile e due santuari.

Quando lo si visita si rimane affascinati dalle colonne con i suggestivi capitelli, ma anche dalle decorazioni in bassorilievi che impreziosiscono le pareti. Ragiungerlo significa fare un viaggio nel passato, anche alla scoperta di una cultura e di tradizioni lontane ed estremamente intriganti. Dal tempio, poi, si gode di una magnifica vista sull’ansa del Nilo.

Come e quando visitare il tempio di Kôm Ombo

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Come e quando visitare il tempio di Kôm Ombo in Egitto

Come e quando visitare il tempio di Kôm Ombo

Visitare il tempio di Kôm Ombo è molto facile, infatti la struttura è aperta tutti i giorni dalle sette alle 21. Il modo più bello e suggestivo per raggiungerlo, a quanto pare, è tramite fiume: navigando sul Nilo si arriva al sito rimanendo profondamente affascinati da tanta bellezza: vi sono pacchetti crociere che includono una sosta qui. In alternativa si può arrivare anche in automobile (si impiegano circa 40 minuti da Assuan) oppure in autobus.

Ma non è l’unica meraviglia da scoprire in questo luogo; infatti, accanto al tempio c’è un Museo del coccodrillo all’interno del quale si possono vedere le mummie dei coccodrilli del Nilo, con esemplari di 4,30 metri, ma anche più piccoli (di “soli” due metri). Tra le altre cose si possono ammirare statue del dio Sobek e un modello di tomba, andando alla scoperta dei metodi di sepoltura e le bare in cui veniva posto l’animale sacro. Anche questo museo mantiene gli stessi orari di apertura del tempio.

L’orario migliore per raggiungerli? Senza dubbio il fascino del tramonto è qualcosa di magico.

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Eisriesenwelt, si trovano in Austria le grotte più spettacolari d’Europa

Raggiungerle è tanto affascinante quanto visitarle: una di quelle esperienze che rimarranno per sempre tra i ricordi più belli, perché mescola la bellezza e la maestosità della natura, con l’avventura e il senso di scoperta che deriva dal potere vedere con i propri occhi la sua magnificenza.

E il viaggio che va fatto almeno una volta nella vita ci porta in Austria, non così distante da Salisburgo. È qui, infatti, che tra le alte vette si possono ammirare le Eisriesenwelt, ovvero le più grandi grotti carsiche con formazioni di ghiaccio al mondo.

Avventurarsi al loro interno significa poter ammirare un mondo di ghiaccio custodito nel cuore della mpntagna, dove il freddo ha plasmato quelle che possono – a tutti gli effetti – essere considerate opere d’arte.

Un mondo segreto e bellissimo, che incanta e stupisce a ogni passo: tutto quello che bisogna conoscere per programmare una visita alle Eisriesenwelt.

Alla scoperta delle Eisriesenwelt, le spettacolari grotte carsiche

Un sistema di grotte che si dipana per tantissimi chilometri, unico nel suo genere, modellato dai corsi d’acqua che scorrevano tra le rocce milioni di anni fa e che poi hanno lasciato spazio al freddo e affascinante ghiaccio. Siamo vicini a Wefren, piccolo paese austriaco che custodisce bellezze. Infatti, oltre alle Eisriesenwelt (che si può tradurre con mondo dei giganti di ghiaccio) vi è la fortezza di Hohenwerfen, che domina il paesaggio circostante e che è stata realizzata tra il 1075 e il 1078, e il Castel Blühnbach databile intorno al XV secolo.

È qui che si trova questo tesoro segreto custodito dalla montagna, un mondo dei giganti di ghiaccio che si estende per circa 42 chilometri, di cui solo il primo può essere visitato da chi si reca fino a lì.

Ci si arriva prima con una funivia, poi per un tratto a piedi, per poi immergersi all’interno di uno scrigno di bellezza con tantissimi tesori da scoprire. Un viaggio che vale la pena, perché si ottengono in cambio un paesaggio da favola e un mondo cesellato dalla mano della natura.

Eisriesenwelt, tutto su queste grotte magiche

Era il 1879 ed è stato allora che il naturalista salisburghese Anton von Posselt-Czorich è entrato per circa 200 metri in una grotta e ha scoperto in maniera ufficiale le Eisriesenwelt. Un tesoro meraviglioso che, con il passare del tempo, le esplorazioni hanno svelato e se, per un certo periodo di tempo si arrivava qui solamente a piedi, successivamente è stata realizzata la funivia.

Il labirinto di grotte si sviluppa per circa 40 chilometri e la sua formazione è avvenuta nel tempo, basti pensare che le prime fessure possono essere datate intorno ai 100 milioni di anni fa. Per questa ragione questo sito è affascinante non solo per la sua bellezza ma anche per la sua storia.

Ed entrare qui significa poter ammirare le magnifiche formazioni di ghiaccio che vanno a comporre una vera e propria galleria d’arte celata dalla montagna e visibile solo a chi si avventura fino a qui.

Il percorso e l'ingresso alle grotte Eisriesenwelt

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Il percorso a piedi e l’ingresso alle grotte Eisriesenwelt

Come arrivare e come organizzare una visita

Questo luogo meraviglioso in Austria si trova a circa 50 chilometri da Salisburgo, meta di grande bellezza e fascino per le sue architetture straordinarie e barocche, per la musica e per il paesaggio in cui è incastonata.

A poca distanza si trova il sistema di grotte Eisriesenwelt, in cui i visitatori esplorano sale, stretti passaggi e formazioni di ghiaccio straordinarie e di diverse dimensioni. Per arrivare si deve salire su una funivia, che in tre minuti porta all’inizio di un percorso a piedi di circa 20 minuti, grazie al quale si raggiunge l’ingresso della grotta posto a 1641 metri d’altitudine. La visita ha una durata di circa un’ora (70 minuti per l’esattezza) e le aperture sono stagionali. Ad esempio, per il 2025, è bene sapere che sarà accessibile dal primo maggio e fino al 31 ottobre. La funivia è aperta dalle 8,45 alle 15,20, mentre la grotta lo è dalle 9,30 alle 14,45 con visita guidata.

Ci sono alcune cose importanti da sapere per prepararsi alla visita, la prima è che la temperatura (anche in estate) è al di sotto dello zero, quindi, è bene raggiungere le Eisriesenwelt con un abbigliamento consono: scarpe robuste e vestiti pesanti. Sul sito ufficiale viene segnalato che si tratta di un’escursione piuttosto faticosa dal momento che si superano 134 metri di dislivello, ma che ogni possibile difficoltà verrà ripagata dalla bellezza dell’ambiente che si andrà a esplorare.

Eisriesenwelt, un tratto del percorso per arrivare

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Eisriesenwelt: un tratto del percorso per arrivare

Se poi si ha la fortuna di raggiungere le grotte durante una giornata di bel tempo il panorama è ancora più stupefacente.

Arrivare alla partenza della funivia partendo da Wefren è piuttosto semplice, la distanza è di soli cinque chilometri e vi è un parcheggio accanto al centro visitatori, per chi desidera è disponibile anche un servizio navetta.

Dal centro visitatori, poi, si procede con la salita in funivia, che ha una durata di tre minuti circa, e poi si percorre un sentiero in ghiaia per circa venti minuti fino a quando non ci si immerge nel cuore della montagna alla scoperta delle Eisriesenwelt.

Come detto, anche qui ci sarà da camminare (basti sapere che si arriva al punto più alto della grotta percorrendo 700 gradini), ma ogni passo sarà ripagato con scorci indimenticabili. In totale, ci vogliono circa tre ore di tempo per vivere pienamente questa esperienza, tra partenza e ritorno, ed è consigliato l’acquisto online del biglietto, selezionando una fascia oraria, quella in cui sarà necessario accedere al centro visitatori e partire alla volta delle grotte. Non è possibile fare foto o filmati.

Un mondo scintillante, fatto di sculture di ghiaccio, ci aspetta e si trova dentro una montagna in Austria. Benvenuti a Eisriesenwelt.

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Halligen, le isole che scompaiono nel mare

Durante l’alta marea scompaiono quasi del tutto, ma nel resto del tempo esistono e sono davvero bellissime. Stiamo parlando delle Halligen, isolotti che in maniera ciclica vengono inghiottiti dall’acqua del Mare del Nord.

Un posto affascinante da visitare, come tutti i luoghi in cui la natura dà il meglio di sé e incanta con esperienze uniche nel loro genere. Ma anche un luogo che mostra come l’ingegno dell’uomo possa essere molto utile dove sembra difficile vivere. Infatti ci sono alcune aree di queste isole che non vengono sommerse e sono quelle dove sorgono le costruzioni, realizzate appositamente su collinette artificiali per essere protette dal gelido mare che bagna la zona più settentrionale della Germania.

Tutto quello che c’è da sapere sulle Halligen, su come visitarle e quando raggiungerle.

Halligen, le meravigliose isole inghiottite dal mare

Siamo nel Parco nazionale del Wattenmeer dello Schleswig-Holstein, in quella parte del Mare del Nord che è stata denominata Mare di Wadden che dal 2009 è patrimonio dell’umanità Unesco. Qui, nella Germania settentrionale, si trovano dieci piccole isole, le Halligen, che nel Medioevo pare fossero circa una cinquantina ma sono state con il tempo sommerse dalle acque, restando quelle attuali. Piatte, alluvionali e soggette a inondazioni cicliche che avvengono nel corso dell’anno, il loro fascino deriva dal fatto che ci sono ma scompaiono in base alle maree. Di fatto la loro esistenza è molto precaria e dipende anche dall’innalzamento del mare.

Ora ci sono diversi momenti nel corso dell’anno in cui scompaiono, ma solo in parte. Infatti, è stata la mano dell’uomo a renderle abitabili, dando vita a Warften, ovvero colline artificiali di un’altezza di circa un metro che permettono di proteggere le costruzioni.

Sono una manciata quelle abitate e vale la pena raggiungerle, non solo per la straordinarietà della loro presenza, ma anche perché sono parte integrante di un contesto paesaggistico di grande importanza: come detto fanno parte di un parco nazionale (dove vi sono altre meraviglie), sono inserite nei patrimoni dell’umanità e sono anche parte di un’area biosfera Unesco.

Cosa sapere sulle Halligen

Le Halligen sono “sogni fluttuanti”, come le aveva descritte il poeta Theodor Storm: di queste solo alcune sono abitate e vale la pena visitarle tutto l’anno perché ogni stagione offre allo sguardo panorami straordinari.

Tra le dieci isole la più vasta è la Hallig Langeness che si estende su una superficie di circa 9,5 chilometri quadri e conta 121 residenti, oltre a 2 alberghi e altrettanti ristoranti e bar, sono invece 116 le persone che vivono a Hooge, 578 ettari di terra su cui si trovano una scuola e un asilo, oltre a due hotel, cinque ristoranti e due bar. Val Gardena, infine, è la terza isola più grande e conta 11 residenti.

Luoghi meravigliosi, magici, da visitare per ammirare la natura, per scoprirne l’unicità e che possono essere raggiunti in giornata oppure mete per una vacanza più lunga. Si possono fare passeggiate, immersi nell’aria salmastra, tra animali e paesaggi straordinari.

Ogni isola ha delle peculiarità, basti pensare che quella di Nordstrandischmoor ospita migliaia di oche Brent che qui si riposano durante la migrazione. Oltre a questo, con la sua superficie di 1,9 chilometri quadrati ospita 23 residenti e una scuola, che è la più piccola della Germania.

Per raggiungere la più grande delle Halligen, Langeness, si può utilizzare il traghetto che parte dalla stazione di Schlüttsiel che in estate parte tutti i giorni alle 10 con un viaggio di due ore ttraverso lo spettacolare Mare di Wadden. Giunti sull’isola si può, ad esempio, noleggiare una bicicletta e andare in esplorazione senza dimenticare di non perdere alcune tappe fondamentali come il museo o il faro, che però non è accessibile. Esiste anche un collegamento con la terraferma che però è accessibile solo agli abitanti dell’isola e con i loro mezzi privati.

Hallig Langeness, la più grande delle Halligen, le isole che scompaiono

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Hallig Langeness, la più grande delle isole che scompaiono

Quando andare alle Halligen

Tra novembre e marzo le isole vengono inondate anche una ventina di volte, ma vale la pena scoprire questi luoghi in ogni momento dell’anno. Sul sito ufficiale vengono segnalati, ad esempio, diversi appuntamenti tipici della zona. Ad esempio, il mercato invernale di Langeness con torte fatte in casa, bibite, e oggetti realizzati a mano, oppure l’arrivo di grandi stormi di oche Brent sui prati: uno spettacolo naturale maestoso e indimenticabile. E, ancora, le danze in costume tradizionale che vengono riproposte ogni due anni su Hallig Hooge. Vengono organizzati anche alcuni eventi come tour di birdwatching, mostre, escursioni e molto altro.

Anche l’estate è un periodo favoloso per visitare queste isole, in quanto ci sono delle zone balneabili dotate di docce con acqua dolce, viene consigliato di verificare gli orari di acqua bassa e alta in quanto è meglio nuotare quando la marea è alta.

Il consiglio, prima di partire, è quello di informarsi sui siti ufficiali per poter prenotare e contattare l’host se si decide di voler dormire lì. Stessa cosa per i collegamenti che possono subire delle variazioni in base al periodo dell’anno in cui si decide di partire, ma possono essere soggetti a modifiche anche in base alle condizioni del mare, come bassa marea o temporali.

Una cosa è certa: vale la pena raggiungere queste incredibili isole, luogo in cui la natura viene tutelata e in cui le persone vivono in maniera sostenibile di turismo ma anche impiegati nella difesa delle coste.

Halligen: le barche con la bassa marea a Hallig Hooge

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Barche con la bassa marea a Hallig Hooge, una delle Halligen
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Perché Buenos Aires è il sogno di ogni amante dei libri

Immaginatevi un mondo pieno di librerie, in cui sfogliare volumi preziosi, conoscere storie affascinanti e perdersi tra le pagine della grande letteratura. Oppure scovare tesori nascosti, libri a cui ridare vita o conoscere.

Immaginatevi, anche, una città viva, vivace, culturalmente ricca, tanto da essere stata soprannominata la Parigi del Sudamerica per le sue atmosfere stimolanti e per la sua bellezza. Siamo a Buenos Aires, capitale dell’Argentina, ma anche città in cui le librerie hanno un posto d’onore.

A dirlo sono i numeri, basti pensare che – secondo una ricerca portata avanti dal World Cities Culture Forum e datata 2013 – era la città con il maggior numero di librerie per abitante: all’epoca erano 734, che – dati alla mano – si poteva tradurre con 25 ogni 100mila abitanti.

E qui, tra le altre cose, si trova anche una delle librerie più belle al mondo: si tratta di El Ateneo, che è stata ricavata all’interno di quello che un tempo era il teatro Gran Splendid.

Viaggio alla scoperta delle librerie di Buenos Aires, città perfetta per tutti i lettori e meta prediletta da tutti coloro che amano i libri.

El Ateneo, il teatro che è diventato libreria

Di riconoscimenti questa libreria ne ha ricevuti già parecchi, del resto non stupisce dal momento che è stata realizzata in un luogo meraviglioso, custodendone il fascino. Stiamo parlando di El Ateneo Grand Splendid, oggi casa per tantissimi romanzi, ma nata come teatro. L’edificio è stato inaugurato nel 1919 e poteva ospitare fino a 1050 spettatori, per poi trasformarsi in cinema anni dopo. È nel 2000 che ha cambiato destinazione d’uso, restando però un luogo di cultura. Nella libreria, e anche su quelli che un tempo erano palchi sono stati ricavati dei posti a sedere, per sfogliare i volumi e lasciarsi affascinare dalle storie. Ma non solo, perché dove vi era il retro del palcoscenico è stata realizzata una caffetteria.

El Ateneo Grand Splendid a Buenos Aires

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El Ateneo Grand Splendid, un ex teatro diventato libreria a Buenos Aires

E, una volta entrati, lo sguardo vaga sui tantissimi volumi, riconoscendo però anche le caratteristiche del teatro: un mix inebriante e una vera e propria tappa imperdibile per tutti i bibliofili. Come detto, ha ottenuto alcuni riconoscimenti: basti sapere che The Guardian nel 2008 l’ha inserita nella lista delle librerie più belle del mondo, mentre successivamente Nation Geographic l’ha premiata con la prima posizione.

Si trova lungo Avenida Santa Fe, una delle strade dello shopping cittadino, nel barrio Recoleta, luogo di storia e ricco di tesori da scoprire.

Libreria d’Avila, la più antica della città (e non solo)

Pare che la nascita della Libreria d’Avila possa essere fatta risalire al XVIII secolo e, per questa ragione, viene considerata la più antica della città e dell’intera Argentina: la data di apertura è stata infatti il 1785. Al suo interno vi sono libri e riviste antiche, ma anche volumi da collezione e rarità. È celebre, inoltre, per il suo caffè letterario che si trova nel seminterrato.

La vecchia sede, però, non esiste più: demolita e ricostruita nel 1926 con le caratteristiche che la contraddistinguono ancora oggi. Si trova vicino a Plaza Mayor e merita una visita per la sua importanza storica e culturale.

Le altre librerie da non perdere di Buenos Aires

Ci spostiamo in Avenida de Mayo dove si trova la libreria El Tunel, un vero e proprio luogo in cui chi ama i libri può perdersi tra volumi di ogni genere e appartenenti a epoche differenti. Un altro dettaglio da non sottovalutare il fatto che questa attività, che ha diversi anni, si trovi all’interno di un edificio storicamente importante. Si tratta di Palazzo Vera, realizzato nel 1910 si affaccia su Avenida de Mayo e su via Rivadavia, non è distante dal Café Tortoni.

Libreria El Tunel a Buenos Aires

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Buenos Aires, la Libreria El Tunel

È, invece, molto particolare la libreria Mi casa dove si trovano volumi di poesia e narrativa contemporanea, per visitarla pare si debba chiedere un appuntamento, ma per chi è curioso di conoscere il catalogo è bene sapere che possiede anche un negozio online. Ad aprirla è stata Nurit Kasztelan, poetessa, che ha scelto come location proprio la sua abitazione. Si trova a Villa Crespo, vicino alla stazione della metropolitana B Malabia e vende anche oggetti particolari e ricercati.

A Palermo Soho, poi, si trova Libros del Pasaje: che la giornalista americana Elizabeth Stamp ha inserito tra quelle librerie che vale la pena visitare almeno una volta nella vita. Una vasta selezione di volumi, che comprendono davvero tutto, ma anche attività culturali sono alcune delle caratteristiche di questo luogo che ha aperto i battenti nel 2004 in un quartiere molto vivace e ricco di locali da conoscere a Buenos Aires. Si trova all’interno di una vecchia abitazione ristrutturata, l’atmosfera è accogliente e al suo interno vi è anche un bar.

Nello stesso quartiere, ma nella zona denominata Hollywood, ci si imbatte in Eterna Cadencia, con la sua bellissima atmosfera, ospita più di 40mila titoli, oltre a essere la location per presentazioni, festival, interviste dal vivo e tanti eventi.

Per chi cerca libri in lingue inglese, infine, la meta da raggiungere è la Walrus Books a San Telmo, barrio antico e affascinante della città, luogo in cui gli edifici richiamano al periodo Coloniale, dove trovare tantissimi volumi differenti, immergendosi in un’atmosfera davvero favolosa e colorata tra tappeti, scaffali e muri dalle sfumature vivaci.

Queste sono solo alcune delle affascinanti librerie che si possono visitare a Buenos Aires in Argentina, una diversa dall’altra, ma tutte accomunate dal prezioso tesoro che contengono. E che possono andare a comporre il perfetto tour per bibliofili in questa terra ricca di meraviglie da vedere.

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I cinque meravigliosi fenomeni naturali da vedere almeno una volta nella vita

La magia che sa regalare il nostro mondo è qualcosa di unico e magnifico: i fenomeni naturali sono capaci di stupire, emozionare, togliere il fiato.

Sono incredibili e vale la pena viaggiare per poterli ammirare almeno una volta nella vita. Ci sono quelli che tengono con lo sguardo puntato verso il cielo, alla scoperta delle infinite sfumature che può regalare, oppure quelli che ci fanno osservare con meraviglia la terra, che può diventare selvaggia e al tempo stesso spaventosa. E, ancora, la neve e il ghiaccio che con le loro sculture trasformano ogni luogo in un regno d’inverno. E infine le tavolozze di colori e luci che scaturiscono dall’acqua.

Esperienze incredibili e straordinarie, quel tipo di evento che fa venire voglia di fare la valigia, mettersi in viaggio e di esplorare il mondo per rimanere incantati da tanta meraviglia. I cinque fenomeni naturali da vedere nel mondo, per partire subito alla scoperta della magia che c’è sulla Terra.

L’aurora boreale, il cielo si tinge di colore fluorescente in Alaska

Il cielo che si tinge di colori, luci fluorescenti che sembrano danzare nella notte, andando a creare quadri astratti meravigliosi nella volta celeste. L’aurora boreale è uno spettacolo ammaliante, che si può ammirare in diverse parti del mondo. Se le mete europee da raggiungere sono – ad esempio – Islanda e Scandinavia (ma non mancano anche la Scozia e le Dolomiti, località dove è un fenomeno molto più raro), nel resto del mondo per assistere a questo spettacolo di luci si deve raggiungere il Canada o l’Alaska. Nella parte più settentrionale degli Stati Uniti, questo posto regala spettacoli meravigliosi, in particolare nel Denali National Park quando l’aurora boreale è già visibile a partire da agosto ed è favolosa a settembre.

L’aurora boreale in Alaska: fenomeni naturali da vedere

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L’aurora boreale in Alaska, uno dei fenomeni naturali da vedere

I penitentes: il freddo crea la magia di uomini di neve

Si innalzano come piccole lame e vengono chiamati penitentes: sono sculture di neve indurita che sembrano ricordare tante piccole persone, incappucciate e le une vicine alle altre. Le loro dimensioni variano molto e c’è chi dice che siano state viste alte fino a cinque metri: si possono trovare nelle Ande, ma anche in Asia e Africa e si conoscono da tempo, basti pensare che a parlarne per primo è stato Charles Darwin. Si dice, inoltre, che siano presenti anche sulla superficie di Plutone. Affascinanti, vero?

Fenomeni naturali da vedere: i penitentes in Cile

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Fenomeni naturali da vedere nel mondo: i penitentes

Geyser Strokkur, pinnacoli di acqua si inalzano verso il cielo in Islanda

E se dalla terra scaturissero pinnacoli di acqua che si elevano verso il cielo anche per decine di metri? Succede in diversi luoghi, ma uno dei più spettacoli da raggiungere è l’Islanda. Qui vi sono diversi geyser come lo Strokkur, collocato nella valle di Haukadalur, area geotermale celebre in cui si incrocia anche Geysir, quello che ha dato il nome a tutti gli altri. Le colonne a cui da vita Strokkur possono raggiungere i 30 metri e lasciano senza fiato. Inoltre, questa tappa fa parte di quel percorso turistico affascinante e ricco di posti pazzeschi, noto con il nome di Cerchio d’Oro, che porta alla scoperta di alcune tappe imperdibili e memorabili dell’Islanda, una terra selvaggia e ricca di meraviglie straordinarie.

Geyser Strokkur: fenomeni naturali da vedere

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Geyser Strokkur in Islanda: i fenomeni naturali da vedere

Grand Prismatic Spring, la sorgente calda che esplode di colori e meraviglia

Ci spostiamo negli Stati Uniti e, più precisamente, all’interno del Parco Nazionale di Yellowstone uno dei più belli e affascinanti. Qui si trova qualcosa di davvero speciale, ovvero la terza più grande sorgente calda al mondo. Fin qui tutto bene, ma la sua straordinarietà è anche un’altra. Infatti, la peculiarità della Grand Prismatic Spring è data dai colori che la rendono una vista incantata e straordinaria in cui le tante sfumature di azzurro e verde, si mescolano con l’arancio e il rosso, oppure con il verde scuro. Ha un diametro di 110 metri, circa, e la sua acqua ha una temperatura di circa 70 gradi.

Difficile pensare che uno spettacolo simile possa essere vero, ma è naturale anche se sembra nato dalla mano di un pittore che ha giocato con la tavolozza e ha dato via a contrasti incredibili ed emozionanti. A fare quel “lavoro”, infatti, non è stato un artista ma i suoi colori sono dati dal la presenza di batteri. E la magia conquista al primo sguardo.

Grand Prismatic Spring: fenomeni naturali da vedere

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Grand Prismatic Spring, con i suoi colori è uno dei fenomeni naturali da vedere

Il mare che brilla nella notte, un fenomeno naturale simile alla magia: la bioluminescenza

Immaginatevi il fascino notturno del mare, con la sua immensa bellezza. E ora immaginatevelo punteggiato di luci scintillanti: si tratta del fenomeno della bioluminescenza dovuto alla presenza nell’acqua di alghe o piccoli organismi che si illuminano al buio.

L’effetto è davvero magico e non c’è un solo luogo in cui è possibile ammirarlo, ma diverse destinazioni – se si è fortunati – possono permetterci di assistere a uno spettacolo naturale così incredibile. Ad esempio, si possono ricordare le seguenti località: Cortez nella Florida del Sud, Reethi Beach alle Maldive, Mosquito Bay a Porto Rico e la Laguna Luminous in Giamaica, solo per citarne qualcuna.

Una cosa è certa: assistere a questo spettacolo lascia senza fiato e ci ricorda che la magia esiste, è nel mondo e intorno a noi e va ricercata nella bellezza della natura che la crea ogni giorno in forme e disegni sempre nuovi.

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Monowi: alla scoperta del paesino che ha un solo abitante

Benvenuti a Monowi, popolazione un solo abitante, località Nebraska – Stati Uniti. No, non è uno scherzo: questa cittadina, che si trova a poca distanza dal Dakota del Sud, è abitata da una sola persona, secondo i dati più recenti.

Si trova in un territorio che apparentemente sembra disperso nel nulla ed composta da un pugno di case, abbandonate. Con qualche eccezione. E per questo estremamente affascinante e, come tutti i luoghi del mondo unici nel loro genere, vale la pena visitarla perché nonostante sia disabitata, la sua unicità la rende una tappa curiosa per tutti coloro che desiderano esplorare gli Stati Uniti.

Tutto quello che c’è da sapere su Monowi, luogo con un solo abitante in Nebraska e villaggio incorporato nella contea di Boyd..

Monowi, la storia della città con un solo abitante

C’è stato un tempo in cui Monowi era una cittadina degli Stati Uniti abitata, con una sua economia e una popolazione che superava il centinaio di persone. A spiegarlo il sito Nebraska’s Natural Resources Districts su cui si legge che l’ufficio postale è stato aperto nel 1902 ed è rimasto in funzione fino al 1967, mentre il periodo d’oro di questa cittadina si può far risalire agli anni Trenta quando qui abitavano circa 150 persone. Addirittura, secondo Travel and Leisure, in quel periodo di massimo splendore le attività commerciali erano circa 120 e comprendevano negozi di alimentari, ristoranti e anche una prigione.

Piano piano la popolazione di questo luogo degli Stati Uniti si è ridotta, anche a causa dell’abbandono delle campagne. Fino a quando nel 2004 gli abitanti di Monowi da due si sono ridotti a uno: infatti è in quell’anno che è morto Rudy, il marito di Elsie Eiler, al momento circa 90 anni e unica cittadina.

Oggi è lei che si occupa tutto e, a quanto pare, è sindaco ed esattore delle tasse, ma anche colei che gestisce l’unico bar cittadino che è aperto dal 1971, secondo quanto riportato da un articolo del New York Times. Ed è sempre lo stesso articolo che spiega che, se Monowi continua a esistere, il merito è suo in quanto “archivia ogni anno i documenti richiesti dalla contea e dalla stato”.

Cosa fare a Monowi

Pur essendo abitata da una sola persona Monowi è una città viva: il bar è aperto tutti i giorni –  tranne il lunedì – e nella taverna la signora Elsie serve da bere e da mangiare non solo ai visitatori, ma anche a residenti della zona: hot dog, hamburger, birre, sono tra le specialità e ha anche una licenza per la vendita di alcolici. Si tratta di un luogo davvero tradizione, tutto in legno e con qualche tavolo. Quando ha celebrato i 50 anni di attività, nel 2021, ha raccontato a Nebraska Public Media che può contare circa una cinquantina di avventori al giorno. Non deve stupire, dunque, che l’orario di chiusura si aggiri intorno alle 21,30 di sera.

Le tasse che raccoglie servono a pagare l’accensione dei tre lampioni e l’acqua corrente, ma ha anche un piano stradale comunale da mantenere aggiornato. Aveva raccontato alla BBC: “Quando faccio domanda allo Stato per le mie licenze per alcolici e tabacco ogni anno, le inviano alla segretaria del villaggio, che sono io. Quindi, le ottengo come segretaria, le firmo come impiegata e le consegno a me stessa come proprietaria del bar”. Insomma: fa tutto lei.

Tra le altre cose da vedere c’è una biblioteca, che ha dedicato al marito Rudy, e che contiene circa 5mila volumi tra libri e riviste.

Quali sono i posti più vicini? Senza ombra di dubbio Lynch, che si trova a poco più di dieci chilometri di distanza, ma i suoi clienti arrivano dai post più disparati: come racconta il servizio della BBC anche da località più distanti come Lincoln e Omaha. E Monowi poi, richiama i viaggiatori che vogliono scoprire questo luogo così speciale degli Stati Uniti.

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La città costruita nel cratere di un meteorite

Città medievale, dalla forma davvero singolare: basti pensare che Nördlingen vista dall’alto forma un cerchio perfetto. Oltre a questo, si trova in un luogo di grande fascino, infatti è stata costruita in un cratere che pare si sia formato 15 milioni di anni fa dopo la caduta di un meteorite.

Una cittadina autentica, ricca di tesori da scoprire, in cui la storia si mostra lungo le strade, occhieggiando i tanti edifici che risalgono al passato, oppure camminando lungo le sue mura che sono interamente percorribili, o – ancora – scoprendo di più del passato e di come questo luogo sia stato importante durante eventi storici o celebre e utilizzato come scenografia di prodotti culturali.

Senza dubbio Nördlingen merita una visita, per poter capire l’essenza di questa zona della Baviera, vasta regione della Germania, ed è tappa anche della Romantische Strasse, un percorso turistico incredibile e con tante tappe che si snoda lungo 460 chilometri.

Nördlingen, città medievale in un cratere

Si estende su circa 24 chilometri il cratere meteoritico di Nördlingen, nella zona occidentale della Baviera in Germania. Ha una forma quasi perfettamente rotonda, pare che si sia formato circa 15 milioni di anni fa ed è – senza ombra di dubbio – uno dei più celebri di tutto il mondo.

Solo in anni recenti si è scoperto l’evento che ha generato questa depressione, che per secoli è stata ritenuta essere un vulcano spento. E invece è stata creata in seguito alla caduta di un meteorite di un chilometro di diametro, che si è schiantato sulla terra insieme a un satellite di 150 metri (questo ha dato vita a una depressione di 4 chilometri che è il bacino di Steinheimer).

Il cratere cittadino è inserito all’interno del Geoparco del Ries e nella città si trova anche un museo: si tratta del RiesKrater-Museum all’interno del quale approfondire le informazioni sul perché questo luogo è così speciale, inoltre lo spazio è stato ricavato all’interno di un suggestivo edificio medievale databile intorno al 1503.

Ed è lì, in quel cratere causato da un meteorite, che nel passato più remoto ha preso vita Nördlingen. Pare – ad esempio – che la zona fosse abitata già durante il Paleolitico e che poi, successivamente, fosse presente nell’area un insediamento romano, anche se potrebbe non coincidere con l’attuale cittadina.

È certo, invece, che Nördlingen, con il nome di Nordilinga, sia stata fondata prima dell’anno Mille; infatti, è citata in alcuni documenti del 898, mentre è noto che ha ottenuto i diritti di città nel 1215.

Oggi la sua storia antica si riflette nelle strade, negli edifici, nelle mura, che rimandano subito al periodo medievale. La cittadina, inoltre, è stata scenario di due battaglie della sanguinosa Guerra dei trent’anni, più precisamente nel 1634 e nel 1645.

Nördlingen, uno scorcio

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Nördlingen, uno scorcio della suggestiva città costruita nel cratere di un meteorite

Cosa vedere a Nördlingen

Nördlingen è il luogo da raggiungere per tanti viaggiatori diversi. Per coloro che amano la storia è il posto giusto da esplorare alla ricerca dei suoi tanti tesori. Per coloro che sono appassionati di astronomia è la meta ideale in quanto la sua posizione la rende davvero stupefacente.

E sono tantissime le cose che si possono ammirare, a partire proprio da quelle mura medievali così ben conservate da meritare una camminata, godendo anche della vista sulla città e sui suoi dintorni.

Un altro punto panoramico lo offre la Torre Daniel che regala uno scorcio affascinante, dominando i dintorni: si innalza per 90 metri (per giungere in cima si devono percorrere 350 gradini) ed è il campanile della chiesa gotica di St. Georg. Si tratta di un edificio di culto davvero interessante, ricco di tesori da scoprire, realizzato tra il 1427 e il 1505.

Il Stadtmauermuseum, invece, racconta molto della storia della città, anche attraverso un diorama della battaglia del 1643. Poi la torre della Porta Löpsinger regala un punto d’osservazione sul cratere. Questo museo è aperto, in genere, da marzo a novembre.

E, come per ogni meta che si raggiunge, vale anche solo la pena di girare per la città, che regala la sensazione di trovarsi in un posto magico: strade in cui la storia risuona a ogni passo, ma anche dove la natura ha creato qualcosa di magico, basti pensare che il cratere e tutta l’area sono inseriti all’interno dell’elenco dei Geoparchi mondiali Unesco.

Queste sono solo alcune delle tante bellezze che si possono scoprire esplorando la città costruita nel cratere di un meteorite, speciale anche per tante altre ragioni.

Nördlingen, la torre Daniel

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Quando si visita Nördlingen vale la pena salire sulla torre Daniel

Nördlingen, perché è speciale

Certo è che poche città possono dire di essere state costruite nel cratere di un meteorite, ma Nördlingen, cittadina nel cuore dell’Europa, è speciale anche per altri motivi. Tra i tanti, ad esempio, il fatto che qui siano state girate le riprese aeree di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, il film datato 1971 tratto dal celebre romanzo di Roald Dahl. E pare che abbia inspirato anche l’ambientazione di alcuni anime.

Se tutto questo non bastasse Nördlingen si inserisce anche in percorso davvero affascinante, un itinerario turistico che si snoda per oltre 400 chilometri, lungo i quali si può fare il pieno di bellezza, cultura e storia immersi in location molto suggestive. Si tratta della Romantische Strasse, lungo la quale si incontrando diverse città dalla storia importante, villaggi affascinanti, ma anche parchi, palazzi e castelli.

Un luogo da sogno, inserito in un percorso davvero affascinante che vale la pena esplorare. In alternativa questa città costruita nel cratere di un meteorite è relativamente vicina a Monaco di Baviera e a Stoccarda (la distanza in entrambi i casi si copre in meno di due ore di viaggio). Quindi è la meta ideale per chi si appresta a programmare un viaggio in questa zona della Germania.

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Castelul de Lut, il castello delle fate nel cuore della Romania

Esiste un luogo, di incredibile bellezza, situato dove nessuno si aspetta, nel cuore di un territorio già intriso di fascino, mistero e antiche leggende. Si tratta di un castello moderno, ma estremamente affascinante, che si staglia su una distesa verdeggiante e che richiama per forme, colori e lineamenti un’ambientazione da fiaba. Che poi, questo edificio, incantato lo è davvero, perché è qui che dimorano le fate.

Ci troviamo in Transilvania, e più precisamente a Porumbacu de Sus, nella terra di Dracula e dei vampiri, in quel posto del mondo dove la magia sembra oltrepassare i confini della realtà. È proprio qui, a circa 35 chilometri da Sibiu, che i viaggiatori possono scoprire un luogo che ha dell’incredibile. Il suo nome è Castelul de Lut, ed è lo straordinario castello affacciato sulla Valle delle Fate.

Castelul de Lut Valea Zanelora: come raggiungere il castello delle fiabe

Il suo nome ufficiale è Castelul de Lut Valea Zanelora, che tradotto in italiano significa “Castello di Argilla della Valle delle Fate”. Siamo nei pressi dei Fagaras, parte dell’immensa catena montuosa dei Carpazi, non lontano dalla tortuosa strada Transiberiana.

Proprio qui, nell’affascinante terra della Romania Centrale, famosa per le cittadine medievali, per i paesaggi montuosi e per i castelli, tra i tanti anche quello legato alla leggenda di Dracula, esiste un luogo incantato dalle fattezze straordinarie. Bello da guardare, affascinante da scoprire, questo castello che sembra uscito da un libro delle fiabe deve la sua esistenza a un sogno realizzato.

Castelul de Lut è, infatti, nato da un’idea dei coniugi Razvan e Gabriela Vasile che hanno scelto di trasferirsi in questo luogo incontaminato, e circondato dalla natura, per lasciarsi alle spalle tutta la frenesia di Bucarest. Nel 2014 hanno posto sul terreno il primo mattone della loro dimora e, grazie al supporto dell’architetto Ileana Mavrodin, hanno costruito il loro castello.

Non una fortezza qualunque, ma un edificio ecosostenibile realizzato esclusivamente con materiali naturali come paglia e argilla. Come raggiungerlo? Solamente in macchina, seguendo le indicazioni per Porumbacu de Sus e poi i cartelli in legno che conducono alla struttura.

Castelul de Lut: come visitarlo

Il castello fatato di Razvan e Gabriela Vasile oggi è aperto gli ospiti per permettere a chiunque di lasciarsi suggestionare dall’edificio e dai suoi dintorni. La struttura, infatti, sembra uscita da un libro di fiabe e consente a chiunque, grandi e bambini, di vivere al confine tra la realtà e il sogno.

È visitabile tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30 al costo di 20 lei (circa 4 euro) ed è possibile, al suo interno, anche pranzare o cenare. In futuro, il sogno dei coniugi Razvan e Gabriela Vasile potrebbe diventare ancora più straordinario e il Castelul de Lut essere trasformato in un hotel.Castelul de Lut

E le fate? Loro , si dice, dimorano in tutta la valle circostante, a cui hanno dato il nome, che è già una destinazione iconica per gli amanti della natura che giungono in Transilvania.

Leggenda vuole che un tempo qui convivessero uomini e fate pacificamente fino all’arrivo di un drago che, intento a impossessarsi di questo luogo bellissimo, distrusse ogni cosa. Le fate andarono via con la promessa di ritornare un giorno. E quel giorno arrivò quando la valle ricominciò a rifiorire e fu riscoperta dai coniugi Vasile che hanno creato il castello per omaggiarle.

Oggi la Valle delle Fate è un luogo da scoprire e da riscoprire, sia per la vista stupenda sulle montagne circostanti e il panorama che si può ammirare dalle torrette, sia per il design che per la completa integrazione con il paesaggio. Ed è anche una location perfetta per un matrimonio fiabesco o per un evento per i bambini (a cui è dedicata un’intera area).

Un luogo da favola, che sa di leggenda. E che lascia a bocca aperta.

Castelul de Lut

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Bibury, il villaggio più bello d’Inghilterra secondo gli artisti

Graziosi cottage immersi in un paesaggio verdeggiante danno vita ad un villaggio dall’aspetto fiabesco e dove il tempo sembra essersi fermato. A ovest di Londra, nella contea del Gloucestershire, sorge Bibury. Dalla capitale lo separano 130 km, e infinite epoche. Perché qui, il tempo sembra restare sospeso in un passato lontano. Situato lungo il corso del fiume Coln, in quell’aerea delle Costwolds Hill (una catena collinare nel cuore dell’Inghilterra) dichiarata nel 1966 “Area of Outstanding Natural Beauty”, Bilbury è stato definito “il più bel villaggio dell’Inghilterra”.

A definirlo tale è stato l’artista e scrittore britannico William Morris, fondatore del movimento Arts and Crafts e antesignano dei moderni designer. Pittore, poeta, editore e designer, di quel piccolo villaggio da poco più di 600 anime Morris era innamorato. E non è difficile crederlo, perché sembra uscito veramente da un quadro, o da una fiaba. Andiamo alla scoperta di Bibury, rappresentante dell’anima più autentica del Regno Unito.

Cosa vedere a Bibury, il villaggio tranquillo amato dai vip

Ad ammaliare con il suo fascino autentico è soprattutto l’Arligton Row, una delle vie più fotografate d’Inghilterra (e più condivise sui social). Qui, uno in fila all’altro, i vecchi cottage di pietra risalenti al XIV secolo si inerpicano su per la collina, andando a formare una perfetta fusione tra la natura e l’intervento umano. Costruiti inizialmente come ovili e, a partire dal XVII secolo, abitati dai tessitori della zona, oggi ospitano gli abitanti del villaggio, che hanno la fortuna di vivere in uno dei luoghi più pittoreschi del mondo. Altri cottage, invece, sono stati trasformati in hotel di enorme fascino.

Bibury, nella Costwolds Hill a 130 km a ovest di Londra, è diviso in due dal fiume Coln. Da un lato sorge il villaggio principale, dall’altro il villaggio di Arlington. Chi si spinge fino a qui può passeggiare anche nel mezzo di una natura straordinaria, dimenticando la frenesia di Londra e godendo della possibilità di essere in un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, per rigenerarsi e ripartire.

Altri punti di interesse da non perdere in questo villaggio piccolo, ma immensamente bello, sono l’antico mulino Arlington Mill, risalente al XVII secolo e poco distante da Arligton Row, e la Church of St Mary (costruita in epoca sassone e poi rimaneggiata tra il XII e il XIII secolo). Tutto qui è intriso di poesia. E non è raro trovare artisti intenti a dipingere quell’incantata bellezza.

Non è un caso se, tra le abitazioni suggestivamente ricoperte di muschi e di licheni e i tetti spioventi color seppia, non è raro incontrare qualche vip: la bellezza delle sue case di campagna, unita alla privacy che il luogo garantisce, ha da tempo attirato l’attenzione di celebrity e membri dell’upper class.

Bibury, grazioso villaggio d'Inghilterra

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Bibury, Inghilterra

Come arrivare a Bibury

Il mezzo di trasporto più rapido per raggiungere Bibury da Londra è l’auto: in circa 2 ore di viaggio si giunge infatti a destinazione. L’alternativa è rappresentata dalle combinazioni di treni e bus, che però richiedono tempi di percorrenza maggiori e richiedono alcuni cambi.

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Cosa si nasconde sotto la Laguna di Venezia

Venezia è una città estremamente affascinante: costruita sull’acqua, regala a chi la visita la sensazione di muoversi in un sogno fatto di calle, strade da percorrere a bordo di imbarcazioni, che sono uniche nel loro genere, e scorci di incredibile bellezza. Una città dal fascino misterioso, ancora di più se si pensa ai tanti tesori che custodisce. Quelli visibili e che svettano dalle acque in tutta la loro magnificenza, e quelli invisibili che si trovano sotto la sua superficie.

C’è un mondo che si nasconde sotto la laguna di Venezia, un modo popolato dai relitti delle navi che lì sono affondate nel corso dei secoli, e che ci può restituire un po’ della storia di questo luogo, della sua importanza commerciale come rotta di scambio e del suo passato. Da quello più antico a quello più recente.

Di queste testimonianze subacquee, ammontano a oltre quaranta i relitti che sono stati censiti e studiati e che hanno potuto “raccontare” molto.

I relitti sotto la laguna di Venezia

Un mondo sommerso che ci dice molto dell’intenso traffico che solcava le acque di Venezia, di quelli fossero i prodotti che venivano portati, delle rotte commerciali: i relitti sotto l’acqua della laguna sono un tesoro prezioso perché sono testimoni silenziosi del passato più antico e di quello più recente. E ammantano ancora di più di interesse e di mistero una delle città più belle del mondo, perla d’Italia e di tutta Europa.

Tra le imbarcazioni affondate in tempi recenti vi è il brigantino Hellmuth, questo pare che si si inabissato a novembre del 1860, almeno stando ai registri navali. Si tratta di un relitto di origine prussiana che trasportava carbone coke. Non si trova particolarmente in profondità ma solo a sei/sette metri nella zona della diga di San Nicoletto.

A 11 miglia dal porto della città lagunare, invece, è affondato il cacciatorpediniere Quintino Sella: era l’11 settembre del1943. A quanto pare, morirono oltre 200 persone e i 27 marinai presenti, oggi si trova a 25 metri sotto la superficie dell’acqua.

È stato soprannominato Relitto dei Tubi e si trova vicino alla Bocca di Porto di Malamocco: pare che il periodo storico a cui appartiene dovrebbe essere quello della seconda metà dell’Ottocento ed è una preziosa testimonianza di quel periodo storico, grazie alla presenza al suo interno del carico destinato a scopi industriali.

Curiosa, poi, la storia del brigantino Margareth che è affondato nel 1853, sempre nei pressi della Bocca di Porto di Malamocco, e battente bandiera inglese. Il natante, infatti, è stato prima sollevato e studiato per poi essere riposto sotto l’acqua per poterne preservare il legno.

Cosa si nasconde sotto la laguna di Venezia

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Cosa si nasconde sotto la laguna di Venezia: i relitti

I relitti più antichi

Tra resti di battaglie, come il Mercure, ritrovato a circa otto miglia da Punta Tagliamento e testimone della battaglia di Grado del 1812, e navi affondante nel tentativo di arrivare a destinazione, ci sono anche relitti più antichi che riposano sul fondo della laguna di Venezia.

Come quello che è stato chiamato Relitto dei Cannoni e la cui realizzazione può essere fatta risalire al 1968 circa: il suo ritrovamento ha offerto tantissimo materiale da studiare. Così come hanno fatto le due imbarcazioni che sono state datate XIV secolo e che sono state trovate vicino all’isolotto di San Marco di Boccalama.

Databile intorno al XVI secolo, poi, il Relitto del Vetro, scovato vicino alla Bocca di Porto di Malamocco: pare che arrivasse dal Medio Oriente. E, per finire la panoramica, il Relitto delle Alghe rinvenuto a 12 miglia da Caorle con il suo carico di anfore.

Testimoni preziosi di tante epoche diverse del passato, di eventi importanti, di rotte e scambi commerciali, di usi e tipologie di barche, tutti elementi da cui trarre informazioni importanti e che restituiscono un altro pezzo di storia della Serenissima. Da conoscere.