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Il parco nazionale sommerso sembra un sogno: ecco come visitarlo

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti che per forme, lineamenti e colori assomigliano a paesaggi fiabeschi e onirici che non si possono raccontare, ma solo vivere e toccare con mano. E oggi è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi, un parco nazionale in parte sommerso che si spalanca davanti allo sguardo degli avventurieri che volano negli States e che appare come un sogno a occhi aperti.

Ci troviamo al Dry Tortugas National Park, un parco nazionale statunitense situato nella parte meridionale della Florida, a ovest della città di Key West. È qui, dove tutto ciò che appare assume le sembianze di un piccolo paradiso terrestre, che è possibile vivere un’avventura mozzafiato e unica.

Il parco, infatti, è quasi interamente sommerso dalle acque cristalline e turchesi dalle quali emerge una fortezza, che sembra quasi sospesa sul mare. È lei la principale attrazione della zona, ma non è sicuramente l’unica. Tutto il paesaggio che si snoda intorno è idilliaco ed è qui che è possibile vivere una delle esperienze più esclusive di una vita intera.

Benvenuti al Dry Tortugas National Park

Organizzare un viaggio in Florida, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Il Paese a sud degli Stati Uniti, che confina con l’Atlantico da un lato e con il Golfo del Messico dall’altro, è celebre per le sue chilometriche spiagge bianche bagnate da acque azzurre e cristalline, per la città di Miami, per Orlando e i parchi a tema.

Le cose da fare e da vedere nel Paese sono tantissime, e tutte sono destinate a sorprendere. Ma se è un’esperienza all’insegna della grande bellezza che volete vivere, allora non potete non inserire nel vostro tour della Florida anche una visita al Dry Tortugas National Park, un piccolo ed esclusivo paradiso terrestre accessibile solo in idrovolante o in barca.

Considerato uno dei più affascinanti e suggestivi parchi degli Stati Uniti, il Dry Tortugas National Park è sicuramente il più caratteristico dato che la maggior parte di questo è sommerso sotto le acque dalle mille sfumature d’azzurro che rendono il paesaggio incantato.

Protagonista assoluto del Parco Nazionale della Florida è il Fort Jefferson, una fortezza che accoglie i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, e che si palesa davanti ai loro occhi come fosse un miraggio. L’edificio, che sembra sospeso sull’acqua, fu costruito nel 1800 e nei secoli ha ricoperto diversi ruoli. È stato un forte, una stazione di rifornimento per le navi da guerra e un porto sicuro. Oggi è un pezzo di storia americana che si inserisce in maniera straordinaria nella riserva naturale del Dry Tortugas che comprende la fortezza e le sette isole più a ovest del Paese.

Parco Nazionale Dry Tortugas

Fonte: iStock

Parco Nazionale Dry Tortugas

Come visitare il parco più esclusivo della Florida

Visitare il Parco Nazionale di Dry Tortugas è un’esperienza che non si può descrivere, ma solo vivere. L’accesso all’area è consentito solo via aerea o via mare e in tutto il parco non sono presenti servizi, quindi è opportuno organizzare nei minimi dettagli la visita.

Raggiungere il parco, dicevamo, è possibile via mare, con traghetti o barche private, oppure in idrovolante, una soluzione questa meno economica, ma sicuramente più affascinante. In questo modo, infatti, è possibile sorvolare tutta l’area e godere di un panorama unico e mozzafiato fatto di strutture abbandonate che incontrano la natura incontaminata e che creano un’atmosfera magica e senza tempo.

Vista aerea sopra il Forte Jefferson, Dry Tortugas National Park

Fonte: iStock

Vista aerea sopra il Forte Jefferson, Dry Tortugas National Park
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Questo luogo è stato scelto dalla Nasa per fare esperimenti

C’è acqua su Marte? Come si vivrebbe sul Pianeta Rosso? La Nasa sta cercando di rispondere a tutte queste domande con un esperimento che viene effettuato in una località amena del Sud della Spagna, il Parco minerario di Riotinto.

La superficie di questo parco è del tutto simile a quella su Marte. Gli studiosi stanno trivellando il suolo alla ricerca dell’acqua e di altri materiali da poter sfruttare, proprio come farebbero nello spazio. Ma senza doverci andare veramente.

Qui, tra odori di zolfo e rame, scorre un fiume dal colore rosso sangue, in un paesaggio fatto di pietre ricche di sfumature gialle, rosse e arancio, che lo rendono simile a quello della superficie di Marte.

Da miniera a banco di prova della Nasa

A Riotinto, dove un tempo di trovava una miniera, oggi si stanno sperimentando strumenti, robot e tecnologie sulla Terra prima di partire alla ricerca della vita su Marte. Gli esperti della Nasa e dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che da tempo ne studiano il terreno, hanno rinvenuto dei batteri che potrebbero addirittura facilitare la nostra presenza sul Pianeta Rosso.

Si sta cercando di capire come potere estrarre tracce di DNA e quindi risalire alla presenza di qualche microorganismo. Gli strumenti in uso alla Nasa sono in grado di scorgere ogni sorta di materiale chimico, come le proteine, i polisaccaridi, gli acidi nucleici ecc.

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Fonte: 123rf

Il fiume Tinto in Andalusia

A differenza di Marte, il Parco del Riotinto è attraversato da un fiume, il Tinto. Il colore delle sue acque è dovuto alla forte presenza di ferro. Infatti, qui si trova uno dei più grandi giacimenti minerari della Spagna. I giacimenti di ferro sono stati sfruttati sin dai tempi dei Fenici e abbandonati soltanto negli Anni ‘50.

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Fonte: 123rf

La vecchia miniera di Riotinto in Spagna

A metà dell’800, gli inglesi della Rio Tinto Company Limited portarono centinaia di operai in queste lande desolate dell’Andalusia, le cui tracce si notano ancora oggi nei piccoli villaggi come Bellavista, che è ancora intatto e in perfetto stile Vittoriano.

Visitare Riotinto

I turisti possono visitare il Parco di Riotinto, meglio se all’ora del tramonto, per ammirare il colore rosso fuoco della terra, con un itinerario a bordo di un vecchio trenino d’epoca che risale al tempo in cui qui vi erano gli inglesi.

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Fonte: 123rf

Il trenino che attraversa Riotinto

Gli appassionati di archeologia industriale possono visitare le strutture delle vecchie miniere e la stazione ferroviaria dell’epoca. Per scoprire tutte le vicende di questa terra c’è anche un museo ospitato nel locale che una volta fungeva da ospedale.

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Questa montagna nasconde una cascata: è un capolavoro naturale

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci perché sono tantissime le meraviglie che gli appartengono. La maggior parte di queste portano la firma di Madre Natura, proprio lei che come un sapiente artigiano ha plasmato il pianeta fino a creare dei capolavori di immensa bellezza.

Ce ne sono alcuni che sono così celebri da essersi trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche che attirano ogni anno migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Ce ne sono altri, però, che invece sono invisibili agli occhi dei meno attenti, e che si svelano solo allo sguardo degli avventurieri che sanno guardare oltre.

Ed è proprio al cospetto di una meraviglia naturale segreta che oggi vogliamo portarvi. Una cascata delle meraviglie che è un capolavoro e che si nasconde all’interno di una maestosa montagna. Preparate i bagagli: si vola in Tennessee.

La cascata magica nascosta in una montagna

Il nostro viaggio di oggi ci porta in Tennessee, nello stato del Sud degli Stati Uniti, dove migliaia di turisti si recano per conoscere la scena musicale country di Nashville e per visitare Graceland, la residenza di Elvis Presley a Memphis.

Il patrimonio storico, culturale e musicale del Paese, poi, incontra anche quello naturale. Proprio qui, infatti, esiste un luogo che è diventato un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli amanti della natura. Si tratta di Lookout Mountain, un massiccio montuoso situato a pochi chilometri da Chattanooga che offre tutta una serie di avventure adrenaliniche e mozzafiato.

Qui, infatti, esiste una delle funicolari più ripide e incredibili del mondo, la Incline Railway, che permette di godere un panorama unico ed esclusivo, ma anche di vivere un’esperienza senza pari. Non mancano, ovviamente, attività di arrampicata ed escursioni panoramiche che offrono visioni straordinarie.

Tuttavia c’è qualcosa di ancora più straordinario che si può fare a Lookout Mountain: visitare le viscere della montagna e ritrovarsi al cospetto della cascata sotterranea più alta e profonda degli Stati Uniti.

Un capolavoro della natura

Per scoprire questo capolavoro della natura, dobbiamo recarci a Chattanooga. Da qui è possibile raggiungere Lookout Mountain e scoprire il suo più incredibile segreto. A bordo di un’ascensore, che percorre 26 piani in discesa, è possibile arrivare nel cuore della montagna. Stalattiti, stalagmiti e altre formazioni secolari creano un paesaggio suggestivo e mozzafiato che incornicia la vera attrazione dell’area: una cascata delle meraviglie dal nome Ruby Falls.

Scoperta negli anni ’20 del secolo scorso dallo speleologo Leo Lambert, la cascata fu soprannominata Ruby in onore di sua moglie. Nel 1929, la grotta che la conserva, fu aperta ai turisti e divenne in poco tempo, così come lo è ancora, una delle più grandiose meraviglie naturali dell’America e del mondo intero.

In un antro buio e suggestivo, illuminato solo da piccole lanterne, il fragore della cascata dà il benvenuto ai viaggiatori che possono esplorare la montagna attraverso le visite guidate quotidiane. Le luci a led colorate, posizionate in maniera strategica per illuminare la grotta, creano un’affascinante gioco di riflessi e colori che rende ancora più straordinaria la vista dell’acqua che cade, da decine di metri, fino a scomparire.

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Scale di libri e volumi in gondola: è questa la libreria più bella del mondo

Sono grandi, maestose e iconiche, sono piccole, accoglienti o intime, sono particolari, semplici o tradizionali, ma sono unite dal medesimo obiettivo: quello di preservare la cultura del mondo intero, e di questa fornirne l’accesso a tutti.

Stiamo parlando delle librerie, di tutti quei locali che profumano di carta e inchiostro, di stampa e sapere. Di quelle che si snodano nelle città in cui viviamo e che frequentiamo tutti i giorni e di quelle celebri e famose, che si sono trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche.

Ed è in una di queste che vogliamo portarvi oggi. Un luogo dove i libri non sono solo venduti, ma sono diventati parte integrante di una scenografia mozzafiato che parla di passato, di presente e di futuro. Una libreria, situata a Venezia, che per noi è la più bella del mondo.

A Venezia c’è la libreria più bella del mondo

Il nostro viaggio di oggi ci conduce tra le strade di una delle città più suggestive e romantiche del mondo, una destinazione che da sempre popola i desideri di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Ci troviamo a Venezia, nel capoluogo della regione Veneto, nella città dove non esistono strade ma canali nei quali si specchiano e si riflettono i maestosi palazzi rinascimentali e gotici. È proprio qui, che a pochi passi da Piazza San Marco, i viaggiatori possono scoprire quella che è, con tutta probabilità, la libreria più bella del mondo.

La visione che si apre davanti allo sguardo di chi giunge in Calle Longa Santa Maria Formosa, nel Sestiere Castello, è surreale. Ci sono scale fatte con i libri, testi riposti nelle vasche e volumi di ogni tipo posizionati all’interno di gondole.

È la Libreria Acqua Alta di Venezia, un paradiso per gli amanti della lettura e un vero e proprio simbolo dell’intera città. Un luogo unico popolato e realizzato da migliaia di libri di ogni genere. Sono nuovi e usati, parlano di arte e di cinema. Ma ci sono anche i fumetti, i best seller e i testi dedicati alla bellissima Laguna.

La scalinata fatta con i libri, Libreria Acqua Alta, Venezia

Fonte: 123rf

La scalinata fatta con i libri, Libreria Acqua Alta, Venezia

Tra gondole, acqua e magia: la Libreria Acqua Alta

Fondata nel 2004 da Luigi Frizzo, la Libreria Acqua Alta è diventata in pochi anni una meta imprescindibile per gli abitanti di Venezia e per tutti i viaggiatori che giungono in città.

Raggiunta, visitata e fotografata da tutti, questa libreria che è diventata un vero e proprio punto di riferimento per la Laguna è caratterizzata da un’atmosfera surreale e magica che non si può descrivere, ma solo vivere.

L’acqua alta, da cui proviene il nome stesso della libreria, diventa un problema per tutti i volumi conservati all’interno del locale. Così il proprietario ha scelto di utilizzare le gondole e le vasche da bagno dismesse per conservare i testi, per evitare che si bagnino e si rovinino.

I volumi che non si sono potuti salvare, invece, si sono trasformati nell’installazione più instagrammata della libreria: una piccola e suggestiva scalinata culturale che campeggia all’esterno del locale.

I libri non sono però l’unica attrazione di questo posto speciale. Tra testi di ogni tipo e di ogni età, ci sono anche i gatti che passeggiano per la libreria e che proprio sui libri si fermano per attendere le fusa dei visitatori.

I gatti nella Libreria Acqua Alta di Venezia

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I gatti nella Libreria Acqua Alta di Venezia
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Pulo di Altamura, una voragine nel paesaggio selvatico

È uno degli spettacoli della natura che non ti aspetti, un patrimonio paesaggistico da vivere e da scoprire nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, a sei chilometri da Altamura, la “città del pane DOP”: ecco il Pulo di Altamura, una suggestiva e profonda “voragine nel paesaggio selvaggio”.

Non passa certo inosservata: si tratta della più estesa dolina carsica dell’altopiano dell’Alta Murgia e appare davvero maestosa, sprofondando da 477 metri di altezza e arrivando ai 92 metri di profondità.

Il Pulo di Altamura: la nascita di un meraviglioso anfiteatro naturale

Una meraviglia naturale dal passato millenario di cui, tuttavia, si hanno ancora poche certezze.

Tra le ipotesi più accreditate, il Pulo si sarebbe formato grazie alla natura carsica del territorio: non a caso, nelle vicinanze possiamo osservare altri paesaggi simili, altrettanto interessanti, come il Pulo di Molfetta, il Pulicchio di Gravina e il Pulicchio di Toritto.

Gli squarci nel terreno, quindi, derivano dalla doppia azione chimica e meccanica dell’acqua nella massa rocciosa di natura calcarea, sulla base del fenomeno noto come carsismo.

Tutto il fascino di un luogo a contatto con la natura

La dolina carsica irrompe nel paesaggio dell’Alta Murgia e cattura irrimediabilmente lo sguardo, luogo arcaico immerso nel silenzio e nei profumi della macchia mediterranea, a pieno contatto con la natura.

Appare come una voragine nel terreno plasmata da due lame e pareti verticali dai colori accesi, punteggiate da innumerevoli anfratti e grotte (tra cui le cavità principali, la Grotta I e la Grotta II), abitate dagli ominidi e da quello che venne definito come “Uomo di Altamura“, i cui resti furono rinvenuti nel 1993 dando vita a una delle scoperte paleontologiche più incredibili effettuate in Italia.

La presenza dell’uomo continua poi per tutto il Medioevo e l’età moderna con la pratica di culti e lo sfruttamento di risorse: lo testimoniano i numerosi ritrovamenti umani, i ciottoli incisi e la celebre conchiglia di Cyprea, gioiello dell’antichità.

Come raggiungere il Pulo di Altamura

Il Pulo, magnifico scenario d’Alta Murgia, è la meta ideale per chi ama le escursioni in un contesto insolito e nella quiete più totale.

È raggiungibile a piedi oppure seguendo la pista sterrata sul suo bordo, dove si può parcheggiare l’auto.

Chi desidera avventurarsi lungo il piccolo sentiero, protetto in alcune zone da balaustre in metallo, deve imboccare il bordo della conca sulla destra e iniziare gradualmente la discesa: subito, ecco l’incanto dei vivi colori delle rocce tra cui cresce la campanula pugliese e svettano, forti e rigogliose, le piante di fico.

Sono momenti preziosi, in un luogo ameno e curioso, quasi surreale, da apprezzare, scoprire e ammirare passo dopo passo, una di quelle esperienze che lasciano sensazioni e ricordi indelebili.

Anche la risalita è semplice e tracciata. Prima di tornare al punto di partenza, però, è doveroso scendere i gradini della grotta che si incontra lungo il percorso: il panorama mozzafiato sulla dolina è difficile da descrivere a parole e sprigiona tutta la forza della natura.

La breve e appagante passeggiata si conclude poi lungo gli aridi e inconfondibili prati della Murgia.

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Il paese dei mulini a vento esiste. E non è quello di Don Chisciotte

Libri, film, serie televisive e racconti ispirano da sempre i nostri viaggi. Lo fanno quando a fare da sfondo alle storie che ci appassionano ci sono le città, i villaggi e i borghi del mondo che conosciamo o che ancora dobbiamo esplorare. E quale occasione migliore, se non quella di trasformarci nei nostri protagonisti preferiti, per organizzare l’ennesima avventura?

Oggi è proprio uno di questi luoghi che vogliamo raggiungere insieme a voi per vivere un’esperienza incredibile. Una destinazione che tutti abbiamo immaginato almeno una volta, visualizzandola nella mente quando abbiamo letto uno dei romanzi più celebri delle letteratura spagnola, quello che raccontava le avventure di Don Chisciotte e Sancio Panza.

Stiamo parlando del paese dei mulini a vento, che però, nel nostro caso, non è quello che ha fatto da sfondo alle vicende del leggendario cavaliere errante, ma è comunque meraviglioso.

Viaggio in Olanda, nel Paese dei mulini a vento

Miguel de Cervantes Saavedra, lo sappiamo tutti, aveva scelto la Spagna come scenografia delle avventure di Don Chisciotte della Mancia. Aveva scelto i paesaggi solitari e suggestivi della Castiglia-La Mancia, quelli caratterizzati dai mulini a vento e dai castelli diroccati che sono diventati con il tempo una vera e propria attrazione turistica per migliaia di viaggiatori.

I mulini a vento però lo sappiamo, non sono solo quelli che si snodano nella Mancia. In Europa, infatti, esiste un luogo affascinante e suggestivo caratterizzato paesaggi da fiabeschi e onirici dove fanno capolino mulini colorati e di diverse dimensioni.

Si tratta del paese dei mulini a vento, un piccolo villaggio dove il tempo pare essersi fermato. Il suo nome è Zaanse Schans, e per visitarlo dobbiamo volare in Olanda. Pronti a partire?

Zaanse Schans, il villaggio dei mulini a vento

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Zaanse Schans, il villaggio dei mulini a vento

Benvenuti a Zaanse Schans

Non ci stupisce poi molto sapere che la nostra destinazione di oggi è l’Olanda. Del resto il Paese è da sempre conosciuto in tutto il mondo proprio per quel paesaggio bucolico e affascinante dove si alternano canali, campi di tulipani e mulini a vento.

Ci troviamo a nord est di Amsterdam, e più precisamente sulla riva del fiume Zaan. È qui, nell’Olanda Settentrionale, che si trova una piccola comunità dove si snodano appena 40 case, dietro le quali si stagliano straordinari e maestosi i mulini a vento.

Zaanse Schans, questo il suo nome, è da sempre considerato il paese dei mulini a vento. In questa zona di Zaandam, nella municipalità di Zaanstad, esistevano un tempo oltre 700 strutture costruite proprio per sfruttare l’energia eolica. Le prime testimonianze dell’esistenza dei mulini a vento risalgono al 1321. Nei secoli successivi molti altri ne furono costruiti raggiungendo un primato davvero strabiliante, basti pensare che nel 1731 questa zona contava oltre 250 mulini, mentre Amsterdam appena 30.

Con l’avvento dell’industria, però, gli antichi mulini furono sostituiti, un destino che per fortuna non toccò a tutte le costruzioni. Alcune di questi furono conservate proprio con l’obiettivo di preservare la memoria storica del luogo e della vita di un tempo.

Oggi a Zaanse Schans sono rimasti poco più di 10 mulini a vento a testimoniare il passato del territorio, e quelli di sono trasformati in una vera e propria attrazione turistica. Del 2007, invece, è il mulino a vento più recente, la cui costruzione è stata ispirata proprio dagli altri edifici storici. Nella metà dello scorso secolo è stato poi inaugurato anche il Molenmuseum, che oggi gestisce i 12 mulini del villaggio che ogni giorno sono raggiunti da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Passeggiare per questo piccolo villaggio è davvero un’esperienza al di fuori dell’ordinario, un viaggio che attraversa i secoli e che permette di immergersi in un’atmosfera affascinante e senza tempo.

Raggiungere il villaggio è semplicissimo. Zaanse Schans, infatti, si trova ad appena 20 chilometri da Amsterdam, ed è facilmente raggiungibile dalla capitale in macchina o in autobus.

Zaanse Schans

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Zaanse Schans
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Il villaggio magico e rurale all’ombra della Reggia di Versailles

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, e anche se sono diversi tra loro, tutti sono accomunati dal medesimo desiderio di conoscere ed esplorare il mondo che abitiamo e le sue meraviglie. Ma gli avventurieri più attenti, quelli che hanno fatto del viaggio una missione di vita, sanno bene che la vera bellezza spesso di nasconde all’ombra delle attrazioni più celebri, quelle che ogni giorno sono raggiunte da migliaia di turisti.

Ed è proprio in uno di questi luoghi, celati dalla grande maestosità di una reggia, che oggi vogliamo raggiungere insieme a voi. Un piccolo villaggio rurale con edifici di legno e tetti di paglia, un borgo caratterizzato da un’atmosfera bucolica che vive e sopravvive ancora oggi. Un luogo dove le feste, lo sfarzo e il lusso non potevano entrare, perché tutto era dedicato alla più autentica e genuina semplicità.

Hameau de la Reine, questo è il suo nome, è il villaggio voluto dalla regina Maria Antonietta per sfuggire alla corte e agli impegni reali. Ed è un borgo magico e rurale situato proprio all’ombra della celebre Reggia di Versailles.

C’era una volta un villaggio incantato

Correva l’anno 1782 quando, la Regina Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, commissionò all’architetto Richard Mique, la realizzazione di questo piccolo villaggio. Il suo desiderio era quello di potersi allontanare dalla corte di Versailles, dallo sfarzo e dal lusso, dalle feste e dagli eventi regali, per abbracciare uno stile di vita più autentico e genuino.

Ispiratasi agli scritti di Rousseau, la regina fece costruire un borgo rustico e campestre totalmente estraneo agli sfarzi del palazzo. Furono costruiti diversi edifici, tra i quali una fattoria, una torre con un faro, una stalla, un mulino e un boudoir. Realizzati con materiali naturali, come tetto e paglia, tutti erano circondati da orti, giardini e frutteti.

L’Hameau de la Reine, che tradotto letteralmente vuol dire Villaggio della Regina, si sviluppava intorno all’edificio maggiore, la Casa della Regina, ed era diviso da un piccolo fiume artificiale che culminava in un laghetto. Un luogo magico e fiabesco all’interno del quale Maria Antonietta amava trascorrere le giornate.

Il Villaggio della Regina, poi, fu abbandonato dopo la Rivoluzione francese. Ma nessuno lo ha mai dimenticato. Dopo tre tentativi di restauro, l’ultimo risalente agli anni ’90 del secolo scorso, il borgo è tornato ai suoi antichi splendori e resta ancora oggi un luogo straordinario e segreto tutto da scoprire.

Il Villaggio della Regina Maria Antonietta all'ombra di Versailles

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Il Villaggio della Regina Maria Antonietta all’ombra di Versailles

Come raggiungere il Villaggio della Regina

Quello che resta dell’antico Villaggio della Regina, è il simbolo di un passato che non può essere dimenticato. Passeggiando tra le vie del paesino si ha come la sensazione che l’intero luogo sia stato vittima di un incantesimo che ha fermato il tempo.

Gli edifici, restaurati negli anni ’90 da Pierre-André Lablaude, e ancora prima da Napoleone Bonaparte e dall’imprenditore John Rockefeller jr, conservano ancora la loro originale bellezza. Tutto intorno, invece, la natura rigogliosa e lussureggiante fa da cornice a un paesaggio bucolico e silenzioso dove sembrano sopravvivere gli echi del passato.

L’Hameau de la Reine si trova nel Petit Trianon, una zona del Parco della Reggia di Versailles, ed è raggiungibile proprio durante le visite all’antica e grandiosa residenza, anche se è sicuramente una delle parti meno conosciute di tutto il complesso. E per questo, forse, è ancora più bella.

Hameau de la Reine

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Hameau de la Reine
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Puoi pranzare in un’opera d’arte tra angeli e sibille: succede nella Capitale

Organizzare un viaggio a Roma, per scoprire e riscoprire le meraviglie della città eterna, è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. La Capitale d’Italia, infatti, conserva e preserva da secoli un patrimonio storico, artistico e architettonico che ha influenzato il mondo intero, e che ancora oggi vive e sopravvive attraverso le numerose testimonianze che si trovano tra le strade e i quartieri della città.

Sono diversi gli itinerari che permettono di scoprire il glorioso passato della Capitale e che si intrecciano con le novità che ogni giorno la città di Roma propone. Insomma, le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e tutte sono destinate a sorprendere.

E se volete fare qualcosa di davvero sorprendente, durante un viaggio nella città eterna, allora non potete perdervi questo posto. Si tratta di un luogo inedito e straordinario che permette di pranzare dentro un’opera d’arte tra angeli e sibille. L’esperienza è unica.

Un’esperienza unica in uno spazio culturale

Sono tantissimi i luoghi nella Capitale che celebrano l’arte e la cultura, quella del presente, del passato e del futuro. Il Colosseo, la Basilica di San Pietro e i Musei Vaticani che ospitano la grandiosa Cappella Sistina, e poi i Fori imperiali, le piazze, le fontane e le sculture. Al fianco dei monumenti più iconici della città, gli stessi che ogni giorno sono raggiunti da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, ci sono anche i musei e gli spazi culturali dedicati proprio a chi vuole scoprire la storia dell’arte di Roma e del mondo intero.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, uno spazio culturale che ospita esibizioni e installazioni itineranti e periodiche situato all’interno di un edificio tanto bello quanto affascinante. Ci troviamo dentro il Chiostro del Bramante, una costruzione elegante e rinascimentale ispirata al disegno classico, e realizzata da Donato Bramante su commissione del cardinale Oliviero Carafa nel 1500.

Proprio qui, al di là delle sale espositive che ospitano periodicamente mostre itineranti, esposizioni e installazioni site-specific, esiste un bistrot che permette a cittadini e viaggiatori di pranzare, fare colazione o prendere un caffè all’interno di un’opera d’arte straordinaria. Ma non è tutto perché proprio da qui, è possibile ammirare da un accesso privilegiato un altro incredibile grande capolavoro che porta la firma del grande Raffaello.

La Sala delle Sibille nel Chiostro del Bramante

Fonte: Getty Images

La Sala delle Sibille nel Chiostro del Bramante

La Sala delle Sibille: pranzare in un’opera d’arte a Roma

Situato in Via della Pace, ad appena un chilometro di distanza da Piazza Navona, il Chiostro del Bramante ospita quella che è una delle esperienze più incredibile da vivere e da condividere nella capitale.

All’interno dello spazio culturale, infatti, esiste uno spazio adibito per colazioni, brunch e pranzi. Un bistrot che prende il nome di Sala delle Sibille e che proprio all’omonima opera di Raffaello, custodita della Chiesa di Santa Maria della Pace, è ispirato.

La sala in questione ospita l’opera site-specific di Fallen Fruit “Trappola d’Amore a Pleasure Palace”, realizzata nel 2021 in occasione della mostra Crazy e diventata adesso parte integrante dell’esperienza sensoriale. Questo capolavoro, infatti, riveste completamente le pareti e gli arredi della sala, consentendo agli ospiti del bistro di vivere una pausa golosa all’insegna della grande bellezza.

Ma non è tutto perché c’è un’altra sorpresa per chi sceglie di fermarsi all’interno della Sala delle Sibille. Da qui, infatti, è possibile ammirare da una finestra l’affresco “Le Sibille” di Raffaello conservato nella Chiesa di Santa Maria della Pace adiacente al Chiostro del Bramante.

La finestra che affaccia sul capolavoro di Raffaello, Chiostro del Bramante

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La finestra che affaccia sul capolavoro di Raffaello, Chiostro del Bramante
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Il trenino rosa che attraversa i fiori di ciliegio

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare veri. Posti che assomigliano a capolavori dipinti da pittori che hanno preso in prestito i colori più belli dai campi e dai fiori. E invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

Il viaggio che facciamo oggi insieme ci conduce proprio verso una di queste destinazioni. Un luogo in cui Madre Natura ha potuto portare in scena una delle visioni più strabilianti del mondo intero e che si perpetua a ogni primavera.

Ci troviamo a Longyan, una città della provincia di Fujian, in Cina. È qui che, in netto anticipo sulla stagione delle fioriture, il territorio si è trasformato nel palcoscenico di uno spettacolo di immensa bellezza da scoprire e riscoprire a bordo di un trenino rosa che attraversa i ciliegi in fiore.

Fioriscono i ciliegi in Cina: il giardino del tè si trasforma in un dipinto

C’è qualcosa di magico che succede intorno a noi quando la primavera arriva. Quando la natura, risvegliandosi, tinge di meraviglia il mondo che abitiamo regalandoci visioni straordinarie.

Le città, i villaggi e i borghi del mondo intero si trasformano, e assumono le sembianze di capolavori artistici da vivere e da condividere, che incantano la vista e inebriano i sensi. Ed è quello che succede anche a Longyan, dove i fiori di ciliegio stanno esplodendo in un giardino del tè.

Ci troviamo nella provincia di Fujian, nella Cina orientale. È qui che ogni anno migliaia di ciliegi iniziano a fiorire a febbraio raggiungendo il loro apice alla fine del mese, all’interno di un giardino del tè elegante e pittoresco: il Taipin Tea Garden. Un luogo, questo, che con gli anni si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica. E a guardare le fotografie il motivo è facilmente intuibile.

La fioritura, che si snoda all’interno di un giardino dalle forme sinuose fiabesche, assomiglia a un’opera d’arte da osservare e da attraversare, per perdersi e immergersi nella grande bellezza della natura. Lo si può fare a piedi, per passeggiare a ritmo lento e toccare con mano il miracolo della natura oppure si può salire a bordo di un trenino rosa che attraversa i ciliegi in fiore e che permette di fare un viaggio unico e mozzafiato.

Fioritura di ciliegi in un campo da tè a Longyan, Fujian

Fonte: Getty Images

Fioritura di ciliegi in un campo da tè a Longyan, Fujian

L’Hanami a bordo di un trenino rosa

Quando il calendario ci ricorda l’arrivo imminente di marzo possiamo tutti prepararci agli spettacoli più straordinari di sempre, quelli delle fioriture. Tra le più celebri ci sono quelle dei ciliegi, che tingono di rosa i viali, i parchi e i giardini delle città.

Ed è proprio a questa straordinaria fioritura che è legato l’Hanami, l’arte giapponese di ammirare e contemplare i fiori in primavera. I cittadini del Paese, in questo periodo, sono soliti organizzare passeggiate a ritmo lento e picnic sotto gli alberi per immergersi nella grande bellezza della stagione.

Un’usanza, questa, che si è diffusa rapidamente in tutto il resto del mondo. Come abbiamo visto, infatti, è possibile vivere questa esperienza sensoriale anche in Cina, e più precisamente a Longyan. È qui che, in un giardino da tè incastonato tra le colline di Fujian a febbraio fioriscono circa 10000 alberi di ciliegio di diverse specie che tingono di rosa tutto il territorio circostante. Ed è sempre qui che è possibile praticare l’Hanami a bordo di un trenino rosa che attraversa la grande bellezza di Madre Natura.

Il treno rosa che attraversa i ciliegi in fiore a Longyan, Fujian

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Il treno rosa che attraversa i ciliegi in fiore a Longyan, Fujian
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C’è un villaggio incantato in Italia: è il paese degli spaventapasseri. È magico

L’Italia è un Paese meraviglioso, e anche quando crediamo di conoscerlo bene, avendolo visitato in lungo e in largo durante le nostre avventure, lui torna a sorprenderci con nuove e inedite sorprese.

Le cose da fare, e da vedere nel BelPaese, sono tantissime. A partire dalle spiagge dorate bagnate dal mare azzurro e cristallino, passando per i capolavori di Madre natura e per tutte le opere artistiche e architettoniche che sono diventate i simboli delle città e del Paese intero. Ma l’Italia, quella bella, è anche fatta di borghi e villaggi, quelli che custodiscono storie, leggende e tradizioni antichissime, gli stessi che si trasformano in esempi virtuosi di resilienza.

Ed è proprio in uno di questi villaggi che vogliamo portarvi oggi, un piccolo paesino in Val Borbera, in provincia di Alessandria che, come molti altri, ha visto andare via tante persone. Ma proprio come gli altri è rinato, trasformandosi in un villaggio incantato. Ora, Vendersi, è diventato il paese degli spaventapasseri, ed è bellissimo.

C’era una volta il villaggio di Vendersi

Incastonato nella natura lussureggiante e selvaggia della Val Borbera, alla stregua di un tesoro prezioso, esiste un piccolo villaggio davvero incantato. Una frazione del comune di Albera Ligure estranea ai sentieri più battuti dal turismo di massa.

Con il tempo il paesino in provincia di Alessandria, come molti altri, ha visto molte persone andare via lontano, alla ricerca della fortuna in città. Qualcuno però è rimasto, forse perché sentiva suo il compito di proteggere la memoria storica di un luogo così bello, o forse perché il fascino di quell’atmosfera sospesa e senza tempo era più forte di ogni cosa. Fatto sta che, proprio grazie a chi qui ha scelto di restare, che Vendersi è rinato.

Tra i luoghi di interesse culturale e storico, come la Chiesa dei Santi Matteo e Fortunato e l’Abbazia di San Pietro, e le poche case che fanno capolino tra le strade si alternano tutta una serie di campi e coltivazioni che si perdono all’orizzonte. Ed è proprio qui che dovete fermarvi per individuare quelli che sono gli ospiti speciali di questo posto già da qualche anno.

Si tratta di spaventapasseri, e tutti hanno un nome e una storia da conoscere. Non abbiate paura di loro però, perché sono innocui e, anzi, sono proprio loro a rendere questo villaggio un posto incantato.

Il Paese degli spaventapasseri

Percorrendo le strade di Albera Ligure si giunge davanti a un cartello, quello che dà il benvenuto ai viandanti a Vendersi. Impossibile non notare che, nelle sue immediate vicinanze, c’è anche una presenza bizzarra e curiosa. Si tratta di uno spaventapasseri, ma non è l’unico. È solo il primo di una famiglia allargata che vive tra le strade del villaggio.

Utilizzati per tenere lontani gli uccelli dalle coltivazioni, in realtà gli spaventapasseri in passato erano considerati dei veri e propri portafortuna, simboli di buon auspicio che proteggevano i campi e scacciavano gli spiriti maligni.

Nel 2019, due abitanti del villaggio hanno decido di ospitare un’intera popolazione di spaventapasseri. A creare questi manichini sono state Silvia e Ivana utilizzando materiali e accessori di riciclo. La prima ad avere messo “piede” nel paese è stata Delfina, una donna elegante e raffinata. Poi è arrivata Matilde insieme a suo marito Manlio, e insieme a loro anche Mariuccia, Giovanni e Aurelio.

Oggi ci sono più di 15 spaventapasseri nel paese, ma non immaginateli solo come fantocci curiosi. Tutti gli spaventapasseri di Vendersi, infatti, hanno un nome e una storia, ispirata proprio alle persone che un tempo sono vissute in questo territorio.

Ed è proprio passeggiando tra questi, e immaginando le loro storie, che il paese degli spaventapasseri sembra prendere vita, come per magia.