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Quest’isola è un paradiso terrestre che in pochi conoscono

Esistono luoghi che, da sempre, popolano i sogni dei viaggiatori. Si tratta di paradisi terrestri che ospitano meraviglie naturalistiche che non conoscono eguali e che sono così belli da sembrare surreali.

I Caraibi, le Filippine e le Isole Vergini Britanniche, solo per citarne alcune, sono da sempre in cima alle travel wish list degli avventurieri che desiderano toccare con mano la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo, quella che porta la firma di Madre Natura.

Quello che non tutti sanno, però, è che dall’altra parte del mondo esiste un luogo le cui fattezze ricordano proprio quelle dei paradisi terrestri sopraccitati. Si tratta di un gioiello nascosto, che gli abitanti vogliono preservare, e che è caratterizzato da spiagge deserte, cavalli selvaggi e natura lussureggiante, un’isola delle meraviglie tutta da scoprire.

Il paradiso terrestre nascosto negli Stati Uniti

Il viaggio che vogliamo compiere insieme a voi oggi ci porta dall’altra parte del mondo, e più precisamente nel sud-est degli Stati Uniti. È qui che, tra paesaggi sconfinati che si alternano a spiagge, coste e montagne, possiamo scoprire il segreto più prezioso della Georgia, un’isola straordinaria che assomiglia a un paradiso terrestre e che è sconosciuto ai più.

Il suo nome è Cumberland Island, ed è una delle isole barriera più affascinanti della costa sud orientale del Paese. Non troverete spesso questo luogo negli itinerari di viaggio del territorio, del resto si tratta di uno dei segreti meglio custoditi dagli abitanti del Paese. Eppure, raggiungere questo inedito paradiso terrestre è una di quelle esperienza da fare una volta nella vita.

Mettere piede su questo lembo di terra, infatti, vuol dire entrare in punta di piedi in un microcosmo delle meraviglie dove tutto è ciò che è stato creato da Madre Natura è rimasto sospeso nel tempo, primordiale e autentico.

L’isola di Cumberland preserva alcuni degli scenari più affascinanti del pianeta, dati anche dalla quasi totale assenza dell’uomo. A occupare ogni centimetro dell’isola, che è sotto la tutela del National Park Service, ci pensano i numerosi esemplari di flora e fauna. Qui, infatti, i cavalli galoppano in libertà tra due di sabbia e campagne, mentre le tartarughe marine giungono sulla spiaggia per deporre le uova.

Il cielo, invece, è occupato dai falchi pellegrini e da numerosi altri esemplari che rendono questo paradiso terrestre il posto perfetto per gli amanti del birdwatching e, più in generale, della natura.

Le foreste fiabesche di Cumberland Island

Fonte: iStock

Le foreste fiabesche di Cumberland Island

Cumberland Island, l’isola che stregò anche John F. Kennedy Jr

Cumberland Island, come dicevamo, è quasi completamente disabitata. L’unica struttura ricettiva, che offre un rifugio solitario a tutti quei viaggiatori che desiderano vivere un’esperienza lontano da tutto e da tutti, è il Greyfield Inn. Nascosto tra querce secolari ricoperte di muschio, e situato nei pressi di spiagge desertiche, l’edificio ha ospitato anche le nozze di John F. Kennedy Jr e Carolyn Bessette Kennedy, che proprio in questo paradiso terrestre avevano scelto di coronare il loro sogno d’amore.

L’alternativa, per chi vuole vivere un’avventura selvaggia e unica, è quella di campeggiare all’interno del Sea Camp Campground, un campeggio che permette di dormire sotto le stelle e circondati da boschi e dune di sabbia.

Per visitare l’isola, esplorare le foreste fiabesche, le zone paludose, le spiagge bianche e incontaminate e i numerosi esemplari di flora e di fauna, è possibile prendere parte ai numerosi tour, con partenza da St. Marys, che permettono di ammirare tutte le meraviglie incontaminate di questo lembo di terra.

Il tramonto magico a Cumberland Island

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Il tramonto magico a Cumberland Island
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Su quest’isola esistono cascate che hanno rubato i colori all’arcobaleno

Esiste un luogo, dall’altra parte del pianeta, in cui Madre Natura ha scelto di conservare i suoi capolavori più grandi e straordinari. Un posto che lei stessa ha trasformato nel palcoscenico di uno spettacolo immenso che è destinato a incantare la vista e a stordire i sensi. Questo luogo si chiama isola di Hawaii, conosciuta anche come Big Island.

Si tratta della più grande isola dell’arcipelago delle Hawaii, quella che ospita alcuni dei paesaggi più surreali del mondo intero. Le spiagge dai mille colori che brillano al sole, come quella verde di Papakolea, si alternano alle lussureggianti foreste pluviali mentre, tutto intorno, si snodano vulcani ancora attivi, parchi e riserve straordinarie che ospitano numerosi esemplari di flora e di fauna.

Ed è proprio a Big Island che oggi vogliamo restare, per portarvi alla scoperta di uno dei paesaggi più surreali e magici del mondo intero, quello delle Raimbow Falls, le cascate che hanno rubato i colori dell’arcobaleno.

La cascata prismatica che ha rubato i colori all’arcobaleno

Per ammirare quello che è uno degli spettacoli più incredibili mai creati da Madre Natura dobbiamo recarci a Hilo, la più vivace e popolata città dell’isola di Hawaii. Partendo dal nucleo urbano, infatti, è possibile raggiungere Raimbow Falls, un complesso di cascate straordinarie che creano un paesaggio sublime e mozzafiato.

Veri e propri muri d’acqua che occupano una superficie verticale di 24 metri e che scorrono velocemente dall’alto verso il basso fino a fondersi con la piscina naturale sottostante. Le cascate, che fanno parte degli Hawai’i State Parks, sono accessibili liberamente e gratuitamente, e sono generate dal fiume Wailuku.

È proprio questo corso d’acqua, che si è guadagnato il primato per lunghezza in tutto l’arcipelago, a regalarci uno spettacolo così suggestivo e incantato. Una volta terminato il suo percorso, infatti, il fiume si getta a capofitto nella grande piscina situata proprio ai piedi di una grotta lavica.

Ma non solo le sue dimensioni a meravigliare, né tanto meno tutta la potenza della natura a suggestionare, ma sono quelle caratteristiche sfumature colorate, che assomigliano a un arcobaleno, a incantare. Le stesse che è possibile notare in determinati momenti della giornata e che hanno dato alle cascate il nome di Rainbow Falls.

La magia della natura dà spettacolo a Big Island

Le Rainbow Fall, chiamate anche Waianuenue (che in lingua locale significa “acqua arcobaleno“) sono un vero e proprio spettacolo per la vista, un luogo da raggiungere e da contemplare almeno una volta nella vita. Grazie a dei ponti artificiali costruiti all’interno del parco statale, è possibile raggiungere diversi punti panoramici che permettono di assistere allo show.

Da una parte, infatti, c’è il fiume Wailuku che conclude fiero e indomito il suo percorso, tutto intorno, invece, si snoda la rigogliosa foresta pluviale che si specchia nella piscina naturale caratterizzata da mille sfumature di azzurro.

La bellezza delle cascate, e la suggestione che queste restituiscono, a fatto nascere e diffondere diverse credenze. Gli abitanti del posto, infatti, sono fermamente convinti che la parete rocciosa sulla quale l’acqua cade nasconda in realtà la casa di Hina, la divinità della Luna.

A rendere tutto ancora più affascinante, poi, è quell’incantesimo lanciato da Madre Natura che tinge tutto di meraviglia. Quando il sole splende alto nel cielo, soprattutto durante il mattino, un gioco di luce e riflessi rivela il volto più bello di questo luogo e le cascate si trasformano in un arcobaleno in movimento.

Non si tratta di stregoneria, ma semplicemente di quel fenomeno ottico atmosferico che si crea quando la luce del Sole attraversa le gocce d’acqua. Questo, però, non rende meno straordinaria la visione che resta comunque mozzafiato.

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La libreria più bella del mondo è un labirinto di testi in cui perdersi

Sono tante le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo, le stesse che ci spingono a viaggiare intorno al globo e a esplorarlo in lungo e in largo. Alcune di queste portano la firma di Madre Natura, altre invece sono costruite dall’uomo e si sono trasformate con il tempo nei simboli di città e Paesi interi.

Eppure è proprio all’ombra dei monumenti iconici e dei luoghi più celebri delle destinazioni che visitiamo, che si nascondono tesori preziosi che tutti dovremmo conoscere. Scrigni delle meraviglie che ci forniscono un accesso privilegiato a storie, cultura e sapere.

Stiamo parlando delle librerie, quei locali che profumano di carta e di inchiostro, di stampa e bellezza. Sono grandi e maestose, sono piccole e segrete, alcune sono famosissime, altre meno conosciute, ma non per questo meno straordinarie. E poi c’è lei:  The Last Bookstore, una delle più grandi librerie del mondo, un labirinto di testi in cui perdersi e immergersi per vivere un’esperienza al di fuori dell’ordinario.

Si trova in California la libreria più straordinaria del mondo

900 miglia di paesaggi mozzafiato, caratterizzati da scogliere, spiagge scintillanti bagnate dall’acqua del Pacifico, foreste di sequoia e maestose montagne: questa è la California. Un luogo magico e incredibile che ospita alcune delle attrazioni più iconiche del mondo intero.

Organizzare un viaggio nel Paese degli Stati Uniti è sempre un’ottima idea, e i motivi sono piuttosto intuibili. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e tutte sono destinate a incantare e a stupire. E poi c’è Los Angeles, la casa di Hollywood, il luogo dove i sogni diventano realtà.

Ed è proprio nella città del sud della California che vogliamo portarvi oggi, per parlarvi di un luogo straordinario che renderà felici tutti gli amanti dei libri. Al 453 di S. Spring St., infatti, esiste una delle librerie più grandi del mondo. Ma non sono solo le sue dimensioni a renderla speciale, né tanto meno il ricercatissimo design, ma è quel labirinto di testi situato al secondo piano che è un invito a perdersi e immergersi nel sapere dell’umanità.

The Last Bookstore: un paradiso per gli amanti dei libri

Fonte: Ufficio Stampa

The Last Bookstore: un paradiso per gli amanti dei libri

Perdersi e immergersi in un labirinto di libri: succede a Los Angeles

Il suo nome è The Last Bookstore ed è la libreria più grande della California, nonché una delle più straordinarie del mondo intero. Si tratta di una tappa immancabile per gli amanti dei libri che sono in visita a Los Angeles.

Ad attendere viaggiatori, cittadini e appassionati di lettura, ci sono migliaia di libri e di dischi ospitati su una superficie di oltre 20.000 metri quadrati ricavati tra i locali di una vecchia banca degli anni ’70. Questi numeri rendono The Last Bookstore la più grande libreria di testi nuovi e usati di tutta la California.

Sono molti i dettagli che rendono speciale e unico questo luogo. Soffitti altissimi e pilastri di marmo, infatti, si trasformano nella cornice perfetta di un paradiso di storie e culture, mentre i libri, quelli da leggere e da sfogliare, sono diventati parte integrante dell’arredamento stesso. I testi, infatti, sono stati utilizzati per creare delle sculture inedite e straordinarie che puntellano tutti gli angoli dell’edificio.

La libreria si sviluppa su due piani: la parte inferiore, luminosissima, è riservata ai libri acquistabili, che qui si possono anche sfogliare e leggere in una delle poltrone in pelle situate nel mezzo di un suggestivo open space. Salendo al piano superiore, invece, è possibile vivere un’esperienza davvero incredibile. Qui si snoda un vero e proprio labirinto, con tanto di oblò, tunnel e mensole realizzate interamente con i libri.

Fermatevi qui tutto il tempo che volete per conoscere, leggere e ammirare le storie, la cultura e il sapere dell’intera umanità.

Il labirinto di libri all'interno della libreria più grande della California

Fonte: Ufficio Stampa

Il labirinto di libri all’interno della libreria più grande della California
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37 chilometri tra muri di neve: il tetto del Giappone è spettacolare

La frenesia e i colori fluo di Shibuya, la vita notturna dei quartieri di Osaka, la spiritualità di Kyoto, la straordinaria delicatezza dei fiori di ciliegio: spesso, quando si pensa al Giappone, questo è (quasi) tutto ciò che si tende a immaginare. E se vi dicessimo che in realtà c’è di più, che esiste un luogo a un passo dal cielo in grado di far pensare a chi lo visita di essere stato teletrasportato nei più incontaminati paesaggi dell’Islanda o dell’Antartide?

No, non è un sogno e non è fantascienza: è il Tateyama Kurobe Alpine Route, un percorso turistico che dal 1971 attrae migliaia di persone e che offre a chi lo visita la possibilità di fare un’esperienza unica, toccando con mano alte pareti di neve, bevendo sake caldo e immergendosi in rigeneranti acque termali.

Le alte pareti e i sentieri

Chiamato anche “Tetto del Giappone“, il Tateyama Kurobe Alpine Route non è un luogo accessibile tutto l’anno. Nei mesi fra luglio e marzo resta rigorosamente chiuso al pubblico, cosa che permette all’ente che lo gestisce un corretto controllo delle abbondanti quantità di neve che cadono durante il periodo più freddo.

Proprio questo controllo, così accurato, ha portato alla creazione di una strada lunga in tutto 37 chilometri e contraddistinta da alte pareti di neve mista a roccia, ormai solidamente stratificata. Così, dal mese di aprile fino al mese di giugno il Tateyama Kurobe Alpine Route apre al pubblico in completa sicurezza.

Il Tateyama Kurobe Alpine Rout, chiamato anche "Tetto del Giappone"

Le pareti, che prendono il nome di Yukino-ōtani, si elevano da 15 a 20 metri di altezza e fiancheggiano buona parte del percorso e degli almeno ventisette sentieri che suddividono l’area in piccole zone. In alcuni casi sono state trasformate in veri e propri tunnel all’interno dei quali è possibile entrare, non troppo lunghi ma sicuramente incantevoli per via della luce cangiante e dei giochi di luce che i raggi di Sole creano in base all’ora del giorno.

Esplorare il “Tetto del Giappone”

Per chi fosse interessato a fare l’esperienza, giungere all’ingresso di questo luogo così suggestivo è molto facile: basta arrivare, in treno, alle stazioni di Ogizawa o Tateyama e prendere l’apposito bus. Una volta arrivati, basta non farsi sopraffare dalla bellezza del luogo e rimanere concentrati quel tanto che serve a decidere come esplorare l’area. I visitatori, infatti, possono scegliere di esplorare il percorso e l’area circostante in completa autonomia o di partecipare a escursioni, tour guidati e passeggiate a tema.

Una serie di indicazioni segnalano fin dove è possibile spingersi e guidano il cammino portando verso diverse destinazioni: si va dal tempio giapponese di Oyama, dove si può ricevere una speciale benedizione e bere un sake bollente, all’onsen di Tateyama, noto per i bagni sulfurei, passando per la zona commerciale di Murodo, dove si possono acquistare souvenir e ci si può ristorare con un buon ramen.

Uno scorcio del Tateyama Kurobe Alpine, detto anche Tetto del Giappone"

Durante il periodo di apertura del percorso si svolge anche il cosiddetto Yuki no Otani Festival [Festival del corridoio innevato ndr], che si divide in due macro-eventi: dal 15 aprile al 21 maggio si può visitare la parte più gelida e selvaggia del Tateyama Kurobe Alpine Route, mentre dal 22 maggio al 15 giugno, quando il clima è più caldo, ci si può spingere insieme alle guide verso il lago Mikurigaike, punteggiato di ghiaccio galleggiante, e partecipare alla “caccia” al gallo cedrone e alla pernice bianca.

L’avvistamento di questi due uccelli è raro, ma secondo le usanze del luogo cercarli è di buon auspicio e, qualora si dovessero avvistare, si dice che si venga premiati con un’enorme fortuna. Che sia verità o leggenda, tentar non nuoce!

Gli scorci del Tateyama Kurobe Alpine Route

Se ciò che abbiamo già detto non fosse un motivo sufficiente per pensare a un viaggio in questo luogo meraviglioso dove le regole dello spazio e del tempo sembrano non valere, l’area del Tateyama Kurobe Alpine Route ha anche altri notevoli pregi: degli scorci incontaminati, non segnati dall’impatto umano, visitabili in base alla settimana in cui lo si sta visitando. Un esempio straordinario è la pianura di Midagahara, una vasta distesa che comprende dei laghetti blu, talmente cristallini da potersi specchiare nelle loro acque (o nei loro ghiacci).

Un altro esempio sono le cascate Shōmyō (che, per altro, sono le più alte del Giappone), che oltre a essere raggiungibili facilmente grazie a un pendio non troppo difficile da percorrere, sono ammirabili grazie a un ponte di legno sospeso.

Il Tateyama Kurobe Alpine Rout, chiamato anche "Tetto del Giappone"

Se, alla fine, state pensando si visitare questo luogo incantevole, non dimenticate di indossare l’abbigliamento adatto. E non lasciate a casa gli occhiali da sole: il riverbero dei raggi solari sulla neve, infatti, è così abbagliante da richiedere anche una protezione per gli occhi. Buon viaggio!

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Ischia isole Posti incredibili Viaggi

A Ischia c’è un isolotto che somiglia ad un fungo

C’è un’isola nel nostro Paese che è un vero e proprio tripudio di colori e angoli che sono uno più bello dell’altro. Il posto in questione è la splendida Ischia, un lembo di terra appartenente alla regione Campania che, tra le sue acque cristalline, vede spuntare una specie di isolotto che assomiglia a un fungo.

Il Fungo di Ischia

Si chiama proprio il “Fungo di Ischia” ed è un considerevole masso di tufo che in passato si è staccato dal Monte Epomeo, la cima più alta di Ischia grazie ai suoi 789 metri di altitudine, e che si è rotolato in mare. Certo, non ha sempre avuto la forma bizzarra di un fungo, ma il lungo lavoro delle erosioni marine nel corso del tempo lo ha reso così particolare.

Oggigiorno è il simbolo di Lacco Ameno, il comune più piccolo di questo fazzoletto di terra, che sbuca fiero dai margini di una scogliera.

Un vero e proprio blocco tufaceo che ai suoi piedi cela anche una piccola spiaggetta in cui rilassarsi e godersi questa località. È quindi solo grazie a Madre Natura che oggi Ischia può vantare una formazione rocciosa così unica nel suo genere.

Ischia fungo

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Il “Fungo di Ischia”

Le leggende del Fungo di Lacco Ameno

Un posto così particolare non poteva di certo essere esente da curiose storie e leggende che hanno contribuito a renderlo ancor più interessante.

Una di queste è stata spiegata dal poeta ischiatano Giovan Giuseppe Cervera e narra che sotto alla superficie di questo fungo di roccia giacciono due giovani innamorati che sfortunatamente sono tragicamente annegati mentre cercavano di prendere il largo per realizzare il loro più intimo sogno d’amore. Il Fungo di Lacco Ameno sarebbe quindi un sepolcro, ma anche l’eterno simbolo di questa profonda unione.

La più antica di tutte racconta invece di Tifone, una divinità che rappresenta le straordinarie forze vulcaniche e che è anche il padre dei venti più forti che esistano, che fu colui che diede vita all’Isola di Ischia.

La leggenda narra infatti che la stessa Isola di Ischia sia nata a seguito della lotta tra  Titani e Giove. Quest’ultimo, particolarmente innervosito, decise di scagliare un monte che cadde in mare vicino alla spiaggia di Miseno contro il temibile Tifone.

E per gli ischitani Tifone non è una divinità di poco conto: le acque di Ischia sono un vero e proprio contenitore di tutta la sua forza, comprese le incredibili sorgenti termali.

Cosa visitare a Ischia oltre al Fungo di Lacco Ameno

Ischia, oltre alla pittoresca scultura a cielo aperto a forma di fungo, ha davvero una miriade di luoghi incantevoli e di attività da fare. Abbiamo selezionato alcuni dei posti da visitare assolutamente a partire dal suo maestoso Castello Aragonese che sembra plasmarsi con perfetta armonia con la roccia in cui sorge.

Le attrazioni imperdibili

Il Castello Aragonese di Ischia è raggiungibile solo tramite un ponte e regala un panorama a dir poco mozzafiato insieme ai resti della Cattedrale dell’Assunta, la chiesa dell’Immacolata e il cimitero delle suore Clarisse.

Il Castello Aragonese di Ischia

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Il bellissimo Castello Aragonese di Ischia

Molto interessante è anche il borgo di Sant’Angelo che è in grado di conquistare all’istante il cuore dei suoi visitatori grazie a una moltitudine di cassette colorate.

Poi ancora la Chiesetta del Soccorso a Forio che, oltre a essere a picco sul mare, si innalza nei cieli creando un magico contrasto grazie al bianco della sua muratura.

Imperdibili sono anche i Giardini La Mortella che sono persino stati premiato nel 2004 come “Giardino più bello d’Italia” dalla rivista Briggs&Stratton. Si tratta di un parco che custodisce gelosamente migliaia di piante mediterranee e tropicali e in cui, in alcuni periodo dell’anno, si svolgono anche concerti di musica classica e da camera. Degni di nota al suo interno sono senza ombra di dubbio il giardino delle Aloe, la roccia di Sir William, il Nymphaeum, il Tempio del sole, la cascata del coccodrillo e molto altro ancora.

Le terme di Ischia

Ischia è anche uno scrigno di sorgenti termali, molte delle quali prendono vita in contesti ambientali di una pregevolezza e bellezza che risulta persino difficile da descrivere.

Tra le varie non si possono non nominare i Giardini Termali Poseidon, i Giardini di Afrodite e le Terme di Castiglione, tutte meravigliose realtà che offrono piscine con acqua di diversa temperatura, cascate, saune e persino l’accesso al mare attraverso una spiaggia privata.

Da non dimenticare è anche la Baia di Sorgeto che vanta una caratteristica assolutamente irresistibile: si può fare il bagno in una sorgente di acqua calda che si mescola a quella fresca del mare. Seppur raggiungibile tramite 234 scalini, questo posto vale da solo il viaggio

Al mare a Ischia

È pressoché impossibile visitare Ischia e decidere di non concedersi qualche rilassante momento su una delle sue spiagge paradisiache.

Sono diverse e una più particolare dell’altra, ma se dobbiamo fare una selezione non possiamo non nominarvi la Chiaia a Forio, il posto perfetto da vivere anche in famiglia poiché è una delle distese più grandi e comode di tutta l’isola.

Simile, ma comunque diversa, è la Spiaggia di Barano d’Ischia che si estende per circa 3 chilometri. Si sviluppa tra il limpido mare e gli imponenti monti e, per non farsi mancare niente, nel suo ultimo tratto sconfina nel comune di Serrara Fontana dove poter ammirare il singolare fenomeno isolano delle fumarole.

A dir poco divina è la Baia di San Montano che regala acqua limpida dalle mille sfumature di verde e sabbia fine e dorata. Per chi vuole invece vivere la sensazioni di prendere il sole in quello che un tempo era un villaggio di pescatori è perfetta la Spiaggia di Sant’Angelo di Ischia che, oltre a sembrare una specie di isolotto a se, regala anche una piccola distesa di sabbia privata ricca di bar, ristoranti e tutto quello di cui si può aver bisogno.

Infine, vi consigliamo di fare un salto verso la Spiaggia di Cava dell’Isola che sorge tra due sontuosi promontori di roccia tufacee e che è molto amata dal turismo giovanile.

Insomma, Ischia con il suo meraviglioso isolotto a forma di fungo e con tutte le sue altre meraviglie da visitare deve necessariamente finire sulla vostra lista dei desideri dedicata ai viaggi.

spiagge di ischia

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La Spiaggia di Sant’Angelo di Ischia
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Questo treno a vapore ti farà vivere un’esperienza slow e mozzafiato

Tecnologia e sviluppo hanno permesso di fare passi da gigante quando si parla di trasporti. In poche ore possiamo percorrere migliaia di chilometri o essere dall’altra parte del mondo. Tra i mezzi di trasporto che conservano ancora un fascino quasi immutato, nonostante i grandi progressi, il treno è uno di questi. Salire su una carrozza ha quasi un effetto rilassante e la Nilgiri Mountain Railway incarna tutto questo. Iniziata nel 1891 ci sono voluti 17 anni per completarla, ma a distanza di più di un secolo rimane ancora una delle tratte ferroviarie più belle dell’India nonostante per percorrere pochi chilometri impieghi circa cinque ore.

Un viaggio speciale immerso nella natura

Il trenino, come affettuosamente è chiamata la Nilgiri Mountain Railway dai locali, trae il suo nome dalla bellezza del paesaggio che la circonda. Infatti, Nilgiri, la catena montuosa della regione del Ghati occidentale nell’India del Sud, significa montagna blu e prende spunto dal colore che inonda la collina quando viene baciata dal sole.

Una volta saliti su questo treno in un attimo il tempo sembra fermarsi. Infatti, i passeggeri che decidono di percorrere questa tratta lo fanno per potersi rilassare e staccare dalla vita frenetica. Il mezzo per percorrere 46 chilometri impiega circa cinque ore, raggiungendo fino a 2.203 m di altitudine attraversando 16 tunnel, 250 ponti e 208 ripide curve sulla catena montuosa dei Ghati occidentali.

Una fermata della Nilgiri Mountain Railway

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Una suggestiva stazione della Nilgiri Mountain Railway

Il paesaggio che si può ammirare dai finestrini è mozzafiato, proprio il Ghati grazie alla sua biodiversità è considerato patrimonio mondiale dell’Unesco. Tenendo gli occhi ben aperti si può ammirare la curva naturale della collina, le cascate nate in seguito all’azione dei monsoni o animali tipici della zona. Lungo il percorso, infatti è possibile ammirare in lontananza il gaur randagio, meglio conosciuto come il bisonte indiano. Ma non è l’unico esemplare, gli animali possono essere osservati nel loro habitat naturale circondati dal verde.

Un tuffo nel passato

Un tempo sospeso, quasi irreale, accompagna tappa dopo tappa il viaggiatore. Non è solo la natura a rapire la vista, ma anche la storia raccontata dalle differenti stazioni. Ooty, ad esempio grazie alla sua altitudine in passato era la meta preferita dal Raj britannico quando voleva un po’ di refrigerio dal caldo estivo. Un’abitudine tramandata alla popolazione, infatti ancora oggi è il rifugio di molti indiani e il luogo perfetto per trascorrere la luna di miele.

La Nilgiri Mountain Railway immersa nella natura

Fonte: Getty Images

La Nilgiri Mountain Railway circondata dalla natura incontaminata

Affacciandosi al finestrino, poi, sembra che tutto sia rimasto come ai tempi della costruzione della ferrovia. Le piantagioni di tè si estendono a perdita d’occhio ed è ancora possibile vedere come una coltivazione così antica sia rimasta viva. Tutto merito delle persone del posto che ancora coltivano e lavorano nei campi.

La Nilgiri Mountain Railway non è l’unica ad essere ancora attiva in India, ce ne sono alte come la ferrovia himalayana di Darjeeling nel Bengala occidentale e la ferrovia di Kalka Shimla nell’Himachal Pradesh a nord del paese asiatico, che proprio per la loro struttura e storia sono diventate patrimonio mondiale dell’Unesco. È un riconoscimento più che meritato perché è difficile trovare in altre parti del mondo ferrovie con questa storia e queste caratteristiche.

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In Italia esiste un parco dove svettano enormi funghi di pietra

Di formazioni rocciose bizzarre l’Italia ne è piena, ma queste di cui vi stiamo per parlare sono davvero simpaticissime, così tanto che si fa fatica persino a credere che siano vere: in un bellissimo parco del nostro Paese svettano fieri nei cieli degli enormi funghi di pietra.

La Riserva dei Ciciu del Villar

Il posto in questione si chiama Riserva dei Ciciu del Villar, un’area naturale protetta del Piemonte, e più precisamente in località Costa Pragamonti, nei pressi dell’abitato del comune di Villar San Costanzo, in provincia di Cuneo.

Ciciu è una parola che ha molto da dire: è un termine dialettale piemontese che significa “pupazzo” o “fantoccio”, un po’ come effettivamente potrebbero sembrare queste particolari formazioni geologiche.

Esse, infatti, oltre a rappresentare quasi “un unicum” nel patrimonio ambientale piemontese, si caratterizzano per essere delle colonne di roccia, frutto di anni di erosione, a forma di fungo (sì, hanno persino il “cappello” tipico). Un curioso fenomeno naturale che risale, molto probabilmente, al termine dell’ultima era glaciale. Un’azione erosiva che, se dobbiamo essere del tutto onesti, non si è ancora fermata per via delle piogge e dei conseguenti rigagnoli che si formano.

Nel 2000 è stato effettuato un approfondito studio che ha evidenziato alcune interessanti curiosità: la presenza di almeno due diverse generazioni di colonne di ciciu, e un totale di circa 479 formazioni concentrate in un’area di approssimativamente 0,25 chilometri quadrati. Per quanto riguarda le dimensioni, anche lì la natura ha pennellato come meglio ha creduto: le colonne più basse misurano mezzo metro, quelle più alte arrivano persino ai 10. Il “cappello” che poggia sopra le colonne, ossia l’elemento definitivo che le fa sembrare per l’appunto dei funghi, può invece arrivare anche a 8 metri.

Luogo di misteriose leggende

Un posto così peculiare non può di certo essere esente da misteriose e curiose leggende. Con il passare dei secoli ne sono nate tantissime: alcune sostengono che questi funghi di roccia siano il risultato di incantesimi, altre che siano dei veri e propri miracoli.

Un storia in particolare narra che, in tempi antichissimi e persino difficili da pronunciare, le masche, ossia le streghe del folclore piemontese, furono trasformate in queste formazioni rocciose a seguito di un uragano che interruppe il rito magico di un sabba.

La più diffusa, e più credibile per la popolazione, sostiene che i ciciu siano venuti alla luce a causa di un miracolo di San Costanzo, un legionario romano che venne martirizzato durante la persecuzione dei cristiani dell’imperatore Diocleziano. San Costanzo approdò sul monte San Bernardo in quanto perseguitato da 100 soldati che volevano ucciderlo. Una volto arrivato si voltò verso i legionari ed esclamò: “O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra! In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!”; fu così che nacquero i ciciu.

Cosa vedere presso la riserva

Oltre a queste gigantesche e peculiari formazioni di pietra, presso la Riserva dei Ciciu del Villar è possibile “perdersi” grazie alla presenza di diversi percorsi e  sentieri che conducono alla scoperta del suo prezioso e interessante patrimonio naturalistico.

Questo incredibile giardino che potremmo definire roccioso è infatti popolato non solo da queste rocce con un cappello, ma anche da querce roverelle e castagni ,insieme a circa 300 specie floristiche diverse. Una vegetazione che, come vuole la natura, rallenta l’attuale azione erosiva proteggendo così i ciciu.

Al contempo, con un po’ di fortuna è possibile osservare anche tanti animali tipici della zona tra cui il picchio muratore, il picchio rosso minore, il picchio verde, la cincia dal ciuffo e la cinciarella, il codibugnolo, il fiorrancino e molto altro ancora. Fra i mammiferi non si possono non citare i tanti ghiri, così come gli scoiattoli, volpi, cinghiali, caprioli, donnole, faine e tassi.

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Esiste un giardino delle meraviglie che s’illumina di notte

C’è qualcosa di magico che succede in primavera intorno a noi, che non si può descrivere ma solo vivere. Tutto merito di Madre Natura che, con il suo risveglio, trasforma il mondo che abitiamo nel palcoscenico di spettacoli che lasciano senza fiato.

Fioriscono i prati, i giardini e i viali alberati di moltissime città del globo che, in questo periodo, diventano le destinazioni perfette da raggiungere per tutti gli amanti dell’outdoor e della natura.

Le fioriture che si snodano intorno al mondo, da quelle grandi e celebri a quelle più piccole e pittoresche, diventano delle vere e proprie attrazioni turistiche da raggiungere. Eppure c’è un luogo che, più di altri, riesce a incarnare perfettamente l’essenza del periodo. Stiamo parlando del Giappone. Proprio qui, all’ombra delle iconiche fioriture di ciliegio, esiste un giardino delle meraviglie che di notte si illumina e sfavilla: è un incanto.

Bentornati a Osaka, dove la primavera è un sogno

È un sogno che accomuna tantissimi viaggiatori, quello di raggiungere il Paese del Sol Levante durante i mesi di marzo, aprile e maggio, e i motivi sono piuttosto intuibili. Durante la stagione primaverile, infatti, la natura tinge di meraviglia alcuni dei luoghi più iconici del territorio.

È proprio qui, tra strade e viali avvolti dal soffice manto rosa dei ciliegi in fiore, che cittadini e viaggiatori si riuniscono per praticare l’Hanami e per passeggiare in tutte quelle città dove gli elementi architettonici sono incorniciati da paesaggi naturali da sogno. Non solo ciliegi però, le fioriture del Giappone sono tante e diverse, e tutte sono destinate a incantare.

Tra i luoghi da raggiungere in questo periodo c’è anche Osaka, la grande città dell’isola giapponese di Honshu. Celebre per la vita notturna, per lo street food, ma anche per gli straordinari templi secolari, il territorio ospita uno dei giardini più suggestivi del mondo.

Stiamo parlando del Nagai Botanical Park, un luogo che celebra la natura a ogni ora del giorno. Quando il sole tramonta e lascia spazio al crepuscolo, infatti, il parco inizia a brillare creando un’atmosfera che lascia senza fiato. Tutto merito dell’uomo che, imitando Madre Natura, ha creato uno show incredibile. Una mostra immersiva e permanente che trasporta i visitatori in un magico mondo delle meraviglie.

Osaka: il giardino delle meraviglie che si illumina di notte

Fonte: teamLab

Osaka: il giardino delle meraviglie che si illumina di notte

Nagai Botanical Garden: il parco fiorito che brilla di notte

Situato nel rione Higashisumiyoshi-ku, il Nagai Botanical Garden è un giardino botanico situato nei pressi dell’omonimo parco urbano e frequentato quotidianamente dai cittadini. Proprio qui, le persone, scelgono di trascorrere le giornate all’insegna del relax, della spensieratezza e della natura.

Eppure è quando tramonta il sole che questo parco sembra essere sotto l’effetto di un incantesimo. Quando le luci si spengono, infatti, un caleidoscopio surreale di luci e colori prende vita. Ed è allora che comincia la magia.

Tutto merito di una mostra permanente e immersiva messa a punto da teamLab, un collettivo artistico internazionale che crea capolavori visivi e immersivi combinando arte, scienza, tecnologia e natura con l’obiettivo di raccontare il mondo in nuovi e inediti modi.

A Nagai Park, infatti, quando arriva la notte, una serie di spettacoli scintillanti illuminano l’intero parco. Nulla resta uguale perché lo show è in continuo mutamento. Le opere della mostra, infatti, sono influenzate dalle condizioni meteorologiche, dal vento e dalla pioggia. E poi, ancora, dagli alberi e dagli esemplari che popolano il giardino.

Ne risulta così una mostra immersiva che non conosce spazio e tempo ma che, al contrario, muta continuamente fondendosi con l’ambiente circostante.

Le sculture giganti raffigurano l’energia degli agenti atmosferici e si trasformano in lampi di luce quando le persone si avvicinano. E poi, ancora, proiezioni vorticose che trasportano in universi lontani e sentieri che conducono i visitatori all’interno di un’ecosistema straordinario e senza confini.

Nagai Botanical Park

Fonte: teamLab

Nagai Botanical Park, Osaka
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Lo spettacolo della roccia che si trasforma in arcobaleno

Sono grandi, immensi e straordinari, a volte persino surreali, sono gli spettacoli messi in scena da Madre Natura, gli stessi che invitano i viaggiatori a esplorare il mondo in lungo e in largo per perdersi e immergersi in paesaggi che lasciano senza fiato.

Ed è proprio di uno scenario mozzafiato che oggi vogliamo parlarvi, di uno show che si palesa davanti agli occhi degli avventurieri che raggiungono lo Yosemite National Park, il celebre e suggestivo parco incastonato tra le montagne della Sierra Nevada in California.

Proprio qui, tra alberi di sequoia giganti, sentieri pittoreschi, cascate maestose e scogliere di granito che sfiorano il cielo, è possibile ammirare lo spettacolo più suggestivo di Madre Natura, quello di una roccia che, come per magia, si trasforma in un arcobaleno. Pronti a partire?

Lo spettacolo più suggestivo della natura si trova nello Yosemite National Park

Visitare i parchi naturali della California è un sogno che accomuna tantissimi viaggiatori e i motivi sono piuttosto intuibili. Queste aree sterminate, infatti, ospitano alcuni dei paesaggi più straordinari di sempre che arricchiscono in maniera unica il patrimonio naturalistico che appartiene al nostro pianeta.

Tra i più celebri e raggiunti troviamo lo Yosemite National Park, un parco immenso e straordinario che si snoda tra le montagne della Sierra Nevada su una superficie che supera i 3.000 metri quadrati, e che è il terzo parco nazionale più grande del Paese, dopo quelli della Valle della Morte e di Joshua Tree.

I motivi per raggiungerlo sono tantissimi e tutti sono destinati a incantare. Il Parco di Yosemite, infatti, ospita tutta una serie di alberi di sequoia giganti e antichissimi che incorniciano un panorama mozzafiato fatto di cascate, scogliere, spazi immensi che si perdono all’orizzonte e aree incontaminate e selvagge.

Insomma, lo Yosemite National Park è uno di quei luoghi da visitare almeno una volta nella vita. Non solo per le bellezze naturali che gli appartengono e che abbiamo appena elencato, ma anche perché è qui che Madre Natura ha scelto di portare in scena uno dei suoi spettacoli più grandiosi, quello che trasforma la roccia in un arcobaleno cangiante che lascia senza fiato. La visione è davvero sorprendente.

La roccia che si trasforma in arcobaleno: quando e come osservarla

Lo Yosemite National Park, dicevamo, è un territorio immenso e ricco di cose da vedere e da fare, un vero e proprio paradiso destinato a incantare tutti gli amanti della natura. Tuttavia c’è uno spettacolo che, più degli altri, ha attirato l’attenzione di viaggiatori, fotografi e persone di tutto il mondo negli ultimi anni.

Succede infatti che, inaspettatamente, le rocce del parco si tingono di meraviglia rubando all’arcobaleno i suoi colori più belli. Non si tratta di un incantesimo, anche se la visione restituita è senz’altro magica, ma della perfetta combinazione tra elementi naturali.

A volte, infatti, quando le cascate sgorgano maestose scivolando dalle imponenti rocce, vengono attraversate dalla luce che tinge di magia la discesa. Esattamente come succede come il fenomeno ottico atmosferico dell’arcobaleno, la luce del Sole passa attraverso le gocce d’acqua rimaste in sospensione, creando così un gioco prismatico di luci e colori che trasforma la roccia in un arcobaleno.

Purtroppo non è possibile prevedere con certezza quando si palesa lo spettacolo, il consiglio è comunque quello di prendersi del tempo per contemplare la grande Bridalveil Fall, la cascata più celebre del parco dove spesso il fenomeno si verifica, quando il sole si trova alle proprie spalle. È in quel momento che, inaspettatamente, potrebbe iniziare la magia.

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I segreti della piramide di Djoser, la più antica d’Egitto

La piramide di Djoser, o piramide ‘a gradoni‘ di Saqqara, è la più antica d’Egitto. Si trova a una trentina chilometri a Sud del Cairo e una ventina dalle piramidi di Giza. La piramide del faraone Djoser è la prima struttura di cemento completa esistente al mondo. Costruita dall’architetto Imhotep, uno dei più importanti d’Egitto nonché il primo architetto della storia, sepolto nella piramide insieme al faraone Djoser, conta ben 4700 anni.

Per 90 anni è stata chiusa, ma dopo un lungo restauro, iniziato nel 2006, interrotto nel 2011 e ripreso due anni dopo, è stata riaperta solo nel 2020. I restauri hanno riguardato la facciata esterna, le scalinate dei due ingressi, i corridoi interni che portano alla camera funeraria e il sarcofago in pietra. Oggi la piramide di Djoser si può visitare.

La scoperta più importante d’Egitto

A scoprirla fu nel 1818 lo svizzero Heinrich Menu von Minutoli, ma fu un italiano, l’egittologo Girolamo Segato tre anni dopo a entrare per la prima volta nella piramide e a raggiungere la camera sepolcrale, dove trovò un sarcofago di granito rosso vuoto. La tomba, infatti, era già stata violata. Gli unici ritrovamenti furono un pezzo di mummia, una maschera funeraria, un paio di sandali dorati, frammenti di vasi e un contenitore con sigilli originali con del liquido denso ed oleoso. Tutti i reperti, però, andarono persi quando la nave che li trasportava affondò nel Mare del Nord. Solo nel XX secolo si realizzò l’esplorazione della piramide e la ricostruzione di parte del complesso funerario di Djoser.

La piramide e la necropoli di Saqqara

L’altezza della piramide supera i 60 metri (in origine era molto più alta) ed è larga oltre cento metri, ma tutta la necropoli si estende su una superficie di circa 15 ettari, che comprende anche 211 bastioni e 14 false porte. L’ingresso vero e proprio è solo uno ed è situato vicino all’angolo di Sud-Est che garantisce l’accesso al corridoio dove inizia il colonnato. Originariamente era rivestito da blocchi calcarei di Tura.

Intorno alla piramide si trova una grande corte circondata da strutture cerimoniali e da strutture decorative. La piramide si innalza in sei mastabe (tombe a base rettangolare) decrescenti. Le mastabe, costruite l’una sull’altra, mostrano come il progetto sia stato modificato in itinere.

La piramide di Djoser è la principale attrazione della necropoli di Saqqara che ospita molti complessi funerari di varie dinastie. Tra le principali, le Tombe Arcaiche della I dinastia, il sepolcro dei tori Apis, la tomba del faraone Horemheb della XVIII dinastia e i complessi dei re Pepi I, Pepi II, della VI dinastia, e Ibi dell’VIII dinastia.

Saqqara viene da alcuni ritenuta anche più significativa rispetto alla necropoli di Giza dal punto di vista archeologico. Questo enorme sito, infatti, ospita le tombe di epoca di poco antecedente all’antico Regno fino a quelle del periodo greco.